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  • Galati 5:23
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 23 mitezza, autocontrollo.*+ Contro queste cose non c’è legge.

  • Galati 5:23
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 23 mitezza, padronanza di sé.+ Contro tali cose non c’è legge.+

  • Galati
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 5:23 it-1 122; it-2 299; wp22.1 12-13; w20.06 17; w04 1/9 6; w90 15/11 14

  • Galati
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 5:23 w79 1/2 10, 15; hs 35; w73 494; kj 327, 331, 343, 382, 406; w72 328; g69 22/10 8; tr 149; w67 110, 595, 652, 746; w65 346; w63 7, 606, 694; w62 27, 328, 598; g62 8/9 31; w61 266, 271-273, 728; w55 293

  • Galati
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 5:23

      La Torre di Guardia (per il pubblico),

      n. 1 2022, pp. 12-13

      La Torre di Guardia (per lo studio),

      6/2020, p. 17

      Perspicacia, pp. 122, 299

      La Torre di Guardia,

      1/9/2004, p. 6

      15/11/1990, p. 14

  • Galati — Approfondimenti al capitolo 5
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 5:23

      mitezza Il termine descrive quella pacatezza e calma interiore che il cristiano manifesta nel suo rapporto con Dio e nel suo comportamento nei confronti degli altri (Gal 6:1; Ef 4:1-3; Col 3:12). Dato che è un aspetto del frutto dello spirito di Dio, la mitezza non si acquisisce con la sola forza di volontà. Il cristiano la coltiva avvicinandosi a Dio, chiedendogli il suo spirito in preghiera e lasciando che lo spirito agisca in lui. Essere miti non significa essere codardi o deboli. Il termine greco per “mitezza” (praỳtes) ha il significato di gentilezza e forza combinate insieme, forza sotto controllo. Nelle Scritture compare anche l’aggettivo corrispondente (praỳs), reso “mite” (Mt 21:5; 1Pt 3:4). Gesù si definì mite (Mt 11:29), ma non si può certo dire che fosse un debole. (Vedi Mt 5:5 e approfondimento.)

      autocontrollo O “padronanza di sé”. Il termine greco reso “autocontrollo” compare quattro volte nelle Scritture Greche Cristiane (At 24:25; 2Pt 1:6). Questa qualità è stata definita “controllo esercitato sugli impulsi, sulle emozioni e sui desideri”. Il verbo originale affine compare in 1Co 9:25 (vedi approfondimento), dove Paolo a proposito degli atleti scrive: “Chiunque partecipa a una gara si padroneggia in ogni cosa”. Lo stesso verbo greco è usato nella Settanta in Gen 43:31 per dire che Giuseppe si padroneggiò. Nell’originale ebraico lì è presente un verbo che compare anche in Isa 42:14, dove il profeta riporta le parole di Geova: “Mi sono trattenuto”. Invece di agire immediatamente contro i malvagi, Geova ha lasciato passare del tempo affinché potessero avere l’opportunità di abbandonare il loro comportamento sbagliato e ottenere così il suo favore (Ger 18:7-10; 2Pt 3:9).

      Contro queste cose non c’è legge Non c’è nessuna legge in grado di limitare quanto un cristiano possa coltivare ciascuna delle qualità prodotte dallo spirito di Dio. Tutte queste qualità sono in piena armonia con la legge dell’amore sancita dalla Legge mosaica (Le 19:18; De 6:5) e dalla “legge del Cristo” (Gal 6:2; Gv 13:34). Il termine greco tradotto “queste cose” potrebbe essere inteso anche con il senso di “cose simili a queste”, il che suggerisce l’idea che il frutto dello spirito di Geova non si limita ai nove aspetti qui elencati. La personalità cristiana è composta da queste e altre qualità, tutte prodotte con l’aiuto dello spirito santo (Ef 4:24, 32; 5:9; Col 3:12-15; Gc 3:17, 18).

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