-
1 Tessalonicesi — Approfondimenti al capitolo 2Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
-
-
parole adulatrici L’adulazione è una lode falsa, insincera o esagerata, spesso fatta con l’intento di guadagnarsi il favore di qualcuno o di ottenere da lui vantaggi materiali. Le Scritture condannano questo modo di parlare ipocrita (Sl 5:9; 12:2, 3). L’aggettivo “adulatrici” traduce il sostantivo greco kolakìa, che un lessico definisce “lode usata come mezzo per gratificare la vanità di qualcuno”. Questa è l’unica occorrenza di kolakìa nelle Scritture Greche Cristiane. Paolo dice di “non [aver] mai fatto ricorso a parole adulatrici” mentre predicava ai tessalonicesi, e avvalora la sua affermazione aggiungendo: “Dio ne è testimone!” Quando il cristiano evita di farsi adulare, imita l’eccellente esempio di Gesù Cristo. Gesù infatti corresse immediatamente un capo dei giudei che lo aveva chiamato “Maestro buono” usando evidentemente questa espressione come titolo adulatorio (Mr 10:17 e approfondimento, 18; confronta Gb 32:21, 22).
atteggiamenti di facciata In questo contesto il termine greco usato da Paolo trasmette il senso di “pretesto”. Secondo un lessico descrive “ciò che viene mostrato agli altri per mascherare come stanno davvero le cose”. In quello che facevano, Paolo e i suoi compagni d’opera non furono mai spinti dall’avidità, e non ebbero mai bisogno di ricorrere ad adulazione o sotterfugi per nascondere eventuali motivi egoistici.
-