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Dimostrazione di altruistico interesse in altriSvegliatevi! 1974 | 8 dicembre
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metri e mezzo. La munimmo di un piccolo riparo di tela per fare ombra, di un piccolo motore fuoribordo e di una lunga asta e pagaia, cui dovemmo ricorrere di sovente. Mettemmo cibo e vestiario in grandi contenitori metallici o borse di plastica per farli rimanere asciutti, e assegnammo un posto preciso a ciascun articolo.
Parlammo a tutti quelli che fu possibile incontrare
Organizzammo il nostro programma in modo che due di noi dedicavano la giornata a visitare case e villaggi, mentre il terzo componente del gruppo restava sulla barca, venendo prontamente a riva a prelevare gli altri quando non si poteva andare a piedi da una casa all’altra o da un villaggio all’altro.
A volte fino a trenta persone si raccoglievano attorno alla nostra barca presso la riva per ascoltare il messaggio della Bibbia. Mostrarono considerevole interesse e accettarono molta letteratura. Talvolta gli interessati ci correvano dietro per chiederci Bibbie, libri o riviste facendone il nome, poiché li avevano visti in casa dei vicini.
Questa umile gente fu disposta a dare cibarie e altri prodotti in cambio di letteratura biblica. Imparammo presto a conoscere il valore locale di articoli come tortilla, uova, elote (granturco dolce), banane, banane da friggere, noci di cocco, baccelli di cacao e pesce secco o fresco.
Un giorno, mentre il nostro mucchio di cibarie continuava a farsi sempre più alto, fummo felici di vedere uno del nostro gruppo tornare con un grande cesto di canna intrecciata che aveva ricevuto in cambio di letteratura biblica. Benché ci fosse poco del tipo di cibo che solitamente mangiavamo, avemmo viveri in abbondanza; fu per noi un piacevole cambiamento.
Quando per parecchi giorni piovve, dovemmo abituarci a portare un lungo impermeabile di plastica o a coprirci con un pezzo di plastica, oltre a lavorare con la borsa avvolta nella plastica. La sera ci asciugavamo attorno a un fuoco di legna.
Esperienze rallegranti
Parlando a questa gente nel suo semplice ambiente, non potemmo fare a meno di provare la certezza che avevamo fatto bene ad andare lì. Da una canoa (cayuco) scavata in un tronco, una coppia ci salutò entusiasticamente. La loro piccola barca conteneva cesti di delizioso pane fresco, coperti di lindi panni bianchi. Accettarono subito la letteratura biblica ed espressero con premura il desiderio che tornassimo a studiare con loro. Mentre masticavamo un po’ di quel delizioso pan dulce (pane dolce), assicurammo loro che saremmo tornati presto.
Un giorno ci fermammo per fare un breve spuntino, accostando la barca alla riva vicino ad alcune palme da cocco per stare all’ombra. Lì notammo molte persone che passavano dalla spiaggia mentre tornavano ai loro ranchitos (case di canne col tetto di paglia). Potevamo farci sfuggire una così splendida occasione di parlar loro della Parola di Dio? Non se veramente avevamo a cuore il loro benessere.
In questo modo un uomo di nome Carlos Enrique accettò una pubblicazione biblica ed espresse il desiderio di imparare a studiarla. Quello stesso pomeriggio, più tardi, venne di nuovo a trovarci e si fermò per un’ora di studio. Ammirammo la sua ansia di imparare.
Quella sera piantammo la tenda, accendemmo il fuoco e ci mettemmo a preparare la cena, scambiandoci le gioiose esperienze. Poi sentimmo qualcuno che si avvicinava al nostro campo. Come fummo sorpresi e felici di vedere Carlos Enrique! Ci aveva cercati, volendo studiare un altro capitolo della sua nuova pubblicazione di studio biblico. Quando avemmo finito il secondo capitolo, il fuoco bruciava a fiamma bassa. Poi Carlos spiegò che doveva tornare al suo villaggio, e che doveva fare alcuni chilometri su un oscuro sentiero nella giungla. Che apprezzamento! Fra gli altri che vennero a trovarci a un’ora insolita vi fu Josè Morales, che giunse presso la nostra tenda a mezzanotte, chiedendo una Bibbia e una pubblicazione che l’aiutasse a capirla.
Mentre il nostro giro del lago stava per terminare, riflettemmo sul numero di persone interessate alla Bibbia che avevamo incontrate nel nostro giro di tre settimane. Avevamo lasciato centinaia di pubblicazioni bibliche e ci eravamo fatti molti nuovi amici. Come fummo grati al nostro Creatore dell’opportunità di condividere la verità della Sua Parola con l’amichevole gente che vive intorno al lago Izabal!
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Chirurgia rischiosa senza sangueSvegliatevi! 1974 | 8 dicembre
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Chirurgia rischiosa senza sangue
NON molto tempo fa, la trasfusione di sangue era considerata una parte normale della chirurgia rischiosa. Quasi tutti i medici ritenevano di doverla seguire.
Ma oggi questo non avviene più. Un crescente numero di medici ora riconosce di poter operare con successo senza somministrare sangue. Per far questo hanno escogitato nuove tecniche. E questi nuovi metodi sono molto apprezzati dal crescente numero di pazienti che non vuole trasfusioni di sangue.
I medici hanno inoltre scoperto che sotto certi importanti aspetti i metodi nuovi sono superiori a quelli vecchi. Così, come norma generale, ora raccomandano spesso ai loro pazienti queste nuove terapie.
Perché c’è questa tendenza?
Perché c’è questa tendenza verso la chirurgia incruenta? Alcune ragioni sono notate in un dispaccio dell’Associated Press, che afferma: “Due scopi della chirurgia incruenta sono quelli di evitare i rischi potenziali delle trasfusioni, inclusa la trasmissione della malattia del fegato, l’epatite, e di ridurre il bisogno di donatori di sangue”.
I pericoli delle trasfusioni di sangue sono ora estesamente riconosciuti. Come riferì Svegliatevi! nel suo numero dell’8 novembre 1974, ogni anno migliaia di persone sono uccise e decine di migliaia d’altre sono menomate dalle trasfusioni di sangue. Questo è da attribuire a fattori come sostanze contaminanti portate dal sangue e malattie (in particolar modo epatite), errori tecnici (per esempio sangue accoppiato erratamente) e reazioni allergiche. Gli esperti ammettono francamente che nessun test conosciuto può eliminare del tutto questi rischi. Questa è la ragione per cui il dott. Stanley Dudrick, primario chirurgo di un ospedale di Filadelfia, dice: “Non gettiamo più in giro volenti o nolenti un flacone di sangue”.
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