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  • Insetticidi, benedizione o maledizione?
    Svegliatevi! 1970 | 22 novembre
    • anziché di quelle coltivate col metodo organico. Si possono controllare gli insetti nocivi in vari modi, senza ricorrere all’uso di veleni da irrorare e di prodotti chimici. Le piante fortemente attaccate dagli insetti hanno spesso carenza di sostanze nutritive”.

      È evidente che molti problemi incontrati dall’uomo nell’uso di veleni chimici sono dovuti alla sua mancanza di conoscenza e previdenza, nonché alla sua avidità economica. Questo mette in risalto il bisogno di guida da parte del Creatore di ogni pianta, animale, insetto e dell’uomo. Nel nuovo ordine di Dio possiamo aspettarci tale guida così che l’uomo sarà portato in armonia col resto della creazione terrestre di Dio.

  • Visitiamo la “Città dei fiori” in Argentina
    Svegliatevi! 1970 | 22 novembre
    • Visitiamo la “Città dei fiori” in Argentina

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Argentina

      NELLA “Città dei fiori” argentina, al tempo dell’annuale festa floreale, i vostri occhi incontreranno una grande varietà di sfumature e forme di colori. Una deliziosa fragranza riempie l’aria. Vi meraviglierete dell’opera floreale del Creatore mentre guarderete la moltitudine di piante ‘adornate di bellezza superiore alla gloria del re Salomone’. — Matt. 6:28, 29.

      Escobar, circa cinquanta chilometri a nord-ovest di Buenos Aires, è il luogo dove dovete andare nella data giusta se volete deliziarvi gli occhi e le narici. In questa zona il suolo è fertilissimo ed è all’altezza giusta per la coltivazione dei fiori. La città di Escobar ha circa 50.000 abitanti e lì si trova la più grande colonia giapponese in Argentina. Delle oltre 120 famiglie di Giapponesi, il 95 per cento sono occupate nella floricultura.

      Nella regione oltre 400 aziende si occupano della coltivazione di fiori e di esse circa 300 hanno serre. E molti floricultori coltivano le loro piante all’aperto. Per farvi un’idea dell’estensione di questa industria, considerate le seguenti cifre per l’anno 1969: ogni giorno 400 cesti di fiori arrivarono sui mercati di fiori di Buenos Aires da Escobar. Non molti, pensate? Ebbene, ciascun cesto contiene 30 o 40 mazzi di gladioli, con 24 fiori per mazzo; ci sono inoltre 15 mazzi di garofani con 100 boccioli per mazzo; e 20 mazzi di rose con 48 fiori ciascuno. Calcolando il valore di mercato di questa merce, ciò significa 8 milioni di pesos (circa L. 14.173.000) al giorno.

      Meravigliosa esposizione floreale

      Sì, il tempo della festa è il tempo migliore per venire in questa città. E che profusione di fiori è esposta! I garofani, per esempio, sono così grandi che ci vogliono quasi entrambe le mani per reggerne uno. Appartengono alla varietà Sim e ce ne sono di rossi, bianchi, rosa e di altre delicate sfumature. Ecco una varietà screziata di bianco, e pare che sia stato loro assegnato il primo premio quest’anno.

      E le azalee! Eccone una così grande che somiglia a un albero ed è piena di fiori. Anch’esse sono di vari colori: bianco, rosa, viola, corallo e alcune di due colori.

      Ci sono poi le rose. E perché quei signori giapponesi esaminano così minuziosamente questi esemplari, perfino piegandosi e guardando sotto i petali e lo stelo? Ebbene, sono i giudici ufficiali della festa e pare si debba tener conto di tre fattori nel giudicare i fiori. Primo, lo stelo del garofano o della rosa dev’essere abbastanza resistente da tenere eretto il fiore quando è completamente sbocciato. Poi, si considera la purezza e l’uniformità del colore. Infine, si tien conto della grandezza del fiore.

      Certo la rosa è ben rappresentata a questa festa. Eccone alcune di un rosso vivo e laggiù c’è la varietà più sorprendente, di color arancione. Sono chiamate Super Star. Ce ne sono poi alcune coi petali di più di un colore. Le gialle si chiamano Buccaneer e le altre laggiù sono note come Suspense.

      Non mancate di dare un’occhiata agli strani e bei fiori attaccati ai tronchi di questi alberi. Sono orchidee. Ce ne sono di tutte le grandezze e varietà. Ci sono orchidee nane nonché queste più grandi che ornano gli alberi. Notate com’è perfetta la forma del fiore e come appare fresco e vivo.

      C’è tanto da vedere qui. Per esempio, la sezione dei cactus, in cui vedete esposta una sorprendente varietà di forme geometriche: alcune sferiche, alcune cilindriche, ovali, coniche, prismatiche, ecc. E la maggioranza di essi sono in fiore proprio ora, ciò che li rende più attraenti. Ma non si può dedicare troppo tempo a una sola sezione, poiché ci sono molte altre bellezze che richiamano l’attenzione come la cineraria, il gladiolo, i crisantemi, i tulipani, i piselli odorosi e una moltitudine d’altri.

      Il giardino giapponese

      La visita a questa zona non sarebbe completa senza ammirare il giardino giapponese. La locale municipalità concesse il terreno richiesto e la comunità giapponese ne fece un giardino che offrì in dono agli Argentini. Misura cinquemila metri quadrati e ha l’artistica disposizione di un panorama giapponese in piccole proporzioni. È del tipo classico detto Tsukiyama-Sansuri (monte e acqua).

      A scopo decorativo, furono portate pietre specialmente da Alta Gracia nella provincia di Córdoba, da La Toma nella provincia di San Luis e da Olavarría nella provincia di Buenos Aires. Alcune di esse sono scolpite e alcune sono lisce.

      Fu impiegato un gruppo di detenuti della Sierra Chica per costruire un tipico ponte giapponese in pietra sopra il piccolo lago che mette notevolmente in risalto la bellezza del giardino. Dal Giappone furono importate nove lanterne di pietra per accrescerne l’effetto classico. Complessivamente, circa 3.000 persone lavorarono all’impresa e furono piantate 250 diverse specie di alberi. Si dice che sia costato ben 50 milioni di pesos, che sarebbero approssimativamente L. 88.571.340.

      Obiettivo della festa

      Prima di lasciare questa festa piena di colore si può visitare la serra, e lì, in mezzo a una sorprendente varietà, si può scegliere e acquistare una pianta da vaso per il soggiorno o il terrazzo. Praticamente tutti se ne vanno con uno di questi pacchetti come ricordo di un’indimenticabile esposizione di colore e bellezza, ricordo che durerà a lungo con la debita cura.

      Comunque, c’è una ragione per questa festa annuale, oltre al fatto di vendere una grande quantità di piante. Si raccolgono fondi allo scopo di fondare una scuola di giardinieri e coltivatori, scuola in cui cercheranno di ideare nuove tecniche per ottenere semi e bulbi. Ciò eliminerà gradualmente la necessità di importarli. Sono già stati acquistati 2.500 ettari di terreno per la scuola. Quando finalmente comincerà ad operare, ci si attende che in questa festa si possa esporre una varietà anche più grande di fiori e piante. Escobar cercherà di mantenere il suo titolo di “Città dei fiori” argentina.

  • Dobbiamo amare, non odiare
    Svegliatevi! 1970 | 22 novembre
    • “La tua parola è verità”

      Dobbiamo amare, non odiare

      CHE dobbiamo amare, non odiare, è il buon consiglio datoci dall’apostolo Giovanni: “Questo è il messaggio che avete udito dal principio, che dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello. E per quale motivo lo scannò? Perché le sue opere erano malvage, ma quelle del suo fratello erano giuste”. — 1 Giov. 3:11, 12.

      Perché i cristiani devono amarsi? Perché è un’esigenza retta e giusta. Come dichiara ulteriormente l’apostolo Giovanni: “Diletti, se Dio ci amò così” — mandando “suo Figlio come sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” — “noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri”. Ed è anche saggio che i cristiani si amino gli uni gli altri, perché “l’amore edifica”; edifica sia colui che ama che colui che è amato. — 1 Giov. 4:10, 11; 1 Cor. 8:1; Atti 20:35.

      L’opposto dell’amore è l’odio, cioè l’odio verso i propri simili o fratelli cristiani. È vero che dobbiamo odiare ciò ch’è male, anzi, la Parola di Dio ci comanda di odiare il male. (Sal. 97:10) Comunque, questo è odio basato sul principio. Ma l’odio egoistico, personale, abbatte; è perfino paragonato all’assassinio: “Chiunque odia il suo fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”. Caino, primo figlio di Adamo, ci dà al riguardo un esempio ammonitore. L’odio gli fece trascurare il rimprovero di Dio e assassinare deliberatamente suo fratello Abele. — 1 Giov. 3:15.

      Indubbiamente alla nascita del loro primo figlio Caino, nacquero grandi speranze in Adamo ed Eva. Questo pare sia indicato dalle parole di Eva: “Ho acquistato un uomo con l’aiuto di Geova”. (Gen. 4:1) Può darsi benissimo che come primogenito Caino ricevesse speciale considerazione e che questo gli andasse alla testa. Quando arrivò suo fratello Abele, indubbiamente Caino lo guardò con disprezzo. Era un uomo superbo.

      Tutto questo si rivelò quando Caino e Abele fecero offerte a Geova Dio. Caino portò frutti e vegetali, mentre Abele “portò dei primogeniti del suo gregge, pure i loro pezzi grassi. Or mentre Geova guardava con favore ad Abele e alla sua offerta, non guardò con alcun favore a Caino e alla sua offerta”. (Gen. 4:3-5) Perché? Perché Abele aveva la giusta condizione di cuore, offrì il sacrificio giusto e lo offrì con fede, ma Caino venne meno sotto tutti questi aspetti. — Ebr. 11:4; 1 Giov. 3:12.

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