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  • Asdod
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Un prisma di Sennacherib re d’Assiria menziona “Mitinti di Asdod” che gli portava preziosi doni e gli rendeva omaggio, e aggiunge a proposito di Ezechia re di Giuda (745–716 a.E.V.): “Le sue città che avevo saccheggiate, tolsi dal suo territorio e le diedi a Mitinti, re di Asdod”. Sembra che al tempo di Geremia (dopo il 647 a.E.V.) Asdod si fosse indebolita tanto che il profeta parlò del “rimanente di Asdod”. (Ger. 25:20) Nabucodonosor, che cominciò a regnare nel 625 a.E.V., menziona il re di Asdod fra i prigionieri alla corte di Babilonia. — Confronta Sofonia 2:4.

      In epoca posteriore all’esilio, Asdod era ancora un focolaio di opposizione contro gli israeliti (Nee. 4:7), e Neemia rimproverò severamente quei giudei che avevano sposato donne asdodite, per cui i figli “parlavano asdodita e non ce n’era nessuno che sapesse parlare il giudaico”. (Nee. 13:23, 24) All’epoca dei Maccabei l’idolatra Asdod (chiamata “Azoto”) fu attaccata da Giuda Maccabeo verso il 163 a.E.V., e poi da Gionatan fratello di Giuda verso il 148 a.E.V., e il tempio di Dagon fu distrutto da un incendio durante questo secondo attacco. — I Maccabei 5:68; 10:84.

      La città fu ricostruita dai romani verso il 55 a.E.V. ed era generalmente nota col nome greco di Azoto. L’evangelista Filippo predicò ad Asdod durante il suo viaggio menzionato in Atti 8:40.

      Quella che fu un tempo la superba città di Asdod oggi è evidentemente sepolta sotto le sabbie della costa, e il suo nome è rappresentato solo dall’insignificante villaggio di Esdud. — Zacc. 9:6.

  • Asenappar
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    • Asenappar

      (Asenappàr) [Assur è il creatore dell’erede].

      Questo nome compare in una parte del libro di Esdra (4:10) scritta in aramaico ed è evidentemente una forma abbreviata del nome del re assiro Assurbanipal e, come nell’alfabeto persiano in cui manca la lettera l, una r sostituisce la l finale. In greco era chiamato “Sardanàpalos” e in latino “Sardanapalus”. Ulteriore motivo per applicare questo nome ad Assurbanipal è il riferimento di Esdra 4:9, 10 agli abitanti di Susa (capitale dell’Elam) trapiantati a Samaria da Asenappar. (Confronta II Re 17:24-28). La storia conferma che Assurbanipal fu l’unico re assiro in grado di compiere tale azione nei confronti degli abitanti del paese di Elam.

      Assurbanipal era figlio di Esar-Addon (Esd. 4:2) e nipote del potente Sennacherib. Sembra che sia stato contemporaneo di Manasse re di Giuda (716–661 a.E.V.), il cui nome è menzionato in un prisma di Assurbanipal che elenca una ventina di re tributari dell’Assiria. (Confronta II Cronache 33:10-13). Sotto di lui l’Assiria raggiunse il suo massimo splendore. Evidentemente nominato principe ereditario tre o quattro anni prima, Assurbanipal salì al trono d’Assiria alla morte del padre; suo fratello, Samassumukin, assunse il trono secondario di Babilonia. Ci furono molte incertezze sulla durata del regno di Assurbanipal.

      Assurbanipal represse una rivolta in Egitto, conquistando e saccheggiando la città di Tebe (No-Amon; confronta Naum 3:8-10). Poi fu impegnato in un lungo conflitto col fratello, re di Babilonia, e, dopo aver conquistato Babilonia, distrusse Susa, capitale dell’Elam. Questa conquista costituisce la ragione storica per identificarlo con l’Asenappar di Esdra 4:9, 10.

      Assurbanipal è meglio conosciuto però per i suoi interessi letterari, caratteristica unica fra i terribili monarchi assiri. Gli scavi iniziati nel 1845 E.V. portarono alla luce una grande biblioteca raccolta da Assurbanipal a Ninive, che conteneva circa 22.000 testi e tavolette d’argilla. In un’iscrizione, egli dice di se stesso: “Io, Assurbanipal, appresi la saggezza di Nabu, l’arte completa dello scrivere su tavolette di creta . . . Ricevetti la rivelazione del saggio Adapa, il tesoro nascosto dell’arte di scrivere . . . Scrutai i cieli con dotti maestri . . . Lessi le belle tavolette di Sumer e l’oscuro alfabeto accadico che è difficile da padroneggiare. Mi dilettai a leggere le iscrizioni su pietra dei tempi precedenti al diluvio”. — Jack Finegan, Luci del lontano passato, (Martello, 1957), p. 185.

      Assurbanipal mandò scribi in tutti gli antichi templi di Babilonia per copiare le opere letterarie ivi conservate. Fra i testi scoperti nella sua biblioteca reale ci sono quelli della storia babilonese della creazione e del diluvio. Oltre a incantesimi, preghiere e inni, le migliaia di scritti cuneiformi includono trattati di storia, geografia, astronomia, medicina, grammatica, tavole matematiche e anche documenti commerciali relativi a contratti, vendite e prestiti. Alcune tavolette non misurano più di 6 cm2 mentre altre raggiungono i 38 cm per 21,5. Sono considerate la principale fonte di informazioni per la storia secolare dell’impero assiro e dei suoi monarchi.

      Non si hanno notizie storiche sicure sulla fine del regno di Assurbanipal. The Interpreter’s Dictionary of the Bible (Vol. 1, p. 257) dice in merito: “Con l’anno 639 finiscono i documenti storici assiri, . . . Non ci sono spiegazioni su questo singolare blackout. Con spaventosa repentinità l’Impero si disintegrò”. — Vedi ASSIRIA.

  • Aser
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    • Aser

      (Àser) [felicità].

      1. Ottavo figlio di Giacobbe e secondogenito di Zilpa, serva di Lea. (Gen. 35:26) L’unico fratello di Aser da parte di entrambi i genitori era dunque Gad. In I Cronache 7:30 sono elencati i quattro figli di Aser e una figlia, anche se la moglie non è menzionata. Non ebbe una parte preminente fra i dodici figli di Giacobbe. Tuttavia, nella profezia pronunciata in punto di morte, il padre promise ad Aser una vita benedetta da abbondanza di cibi prelibati (Gen. 49:20), e la storia dei suoi discendenti dimostra che questa predizione si adempì.

      2. Nome della tribù dei discendenti di Aser. Un anno dopo l’esodo dall’Egitto gli uomini adulti della tribù erano 41.500 (Num. 1:41) e, circa trentanove anni più tardi, erano saliti a 53.400, diventando così la quinta tribù in ordine di grandezza. (Num. 26:47) Nel campo d’Israele Aser occupava una posizione a N del tabernacolo, insieme alle tribù di Dan e Neftali. — Num. 2:25-30.

      Prima di entrare in Canaan, nella sua benedizione profetica Mosè predisse di nuovo prosperità per Aser. La tribù avrebbe simbolicamente ‘affondato il piede nell’olio’. (Deut. 33:24, 25; confronta Giobbe 29:6). La loro parte di territorio si stendeva lungo la costa mediterranea da sotto la città di Dor, a S del Carmelo, fino a Sidone al confine N della Palestina. (Gios. 17:7-11; 19:24-31) Includeva parte del terreno più fertile di tutta la Palestina, dove gli olivi avrebbero provveduto abbondante olio, e gli altri frutti leccornie degne della tavola di un re. (Gen. 49:20; Deut. 33:24) Il territorio di Aser confinava a E con Zabulon e Neftali, a SE con Issacar e a S con Manasse.

  • Asia
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    • Asia

      Nelle Scritture Greche Cristiane il nome Asia non si riferisce al continente asiatico né alla penisola dell’Asia Minore, ma alla provincia romana che occupava la parte occidentale di tale penisola.

      STORIA ANTICA

      I romani ebbero il sopravvento in Asia Minore nel 190 a.E.V. con la vittoria di Magnesia (presso Efeso) su Antioco il Grande, e il territorio a O dei monti del Tauro fu dato in ricompensa al re di Pergamo, alleato di Roma. Nel 133 a.E.V., alla sua morte, Attalo III re di Pergamo lasciò il regno in eredità a Roma. Da questo regno si formò la provincia romana dell’Asia che incluse stati più antichi come Misia, Lidia, Caria e, a volte, parte della Frigia, oltre alle isole adiacenti. Era delimitata dal Mar Egeo e dalle province della Bitinia, della Galazia (che includeva parte della Frigia) e della Licia. È difficile però definirne i confini con precisione perché subirono ripetuti spostamenti.

      Inizialmente la capitale era a Pergamo, in Misia, ma all’epoca di Augusto fu trasferita a Efeso, più a S. Nel 27 a.E.V. l’Asia divenne provincia senatoria e quindi governata da un proconsole. (Atti 19:38) Fu pure divisa in nove distretti giudiziari e suddivisa in quarantaquattro distretti cittadini.

      ADORAZIONE E CULTI LOCALI

      Le città della provincia formarono una ‘lega asiatica’ i cui delegati si radunavano ogni anno. La lega però fu costituita primariamente in funzione dell’adorazione di Roma e dell’imperatore, preghiere e sacrifici erano offerti all’imperatore, al Senato e al popolo romano, e venivano organizzati giochi e feste. Il culto dell’imperatore ebbe origine a Pergamo, infatti la provincia romana dell’Asia fu tra le prime a chiedere il permesso di adorare l’imperatore in vita. (Confronta Rivelazione 2:12, 13). A questo riguardo, un’opera di consultazione afferma: “L’AM [Asia Minore] fu pure la culla del culto imperiale; l’atteggiamento dei cristiani a questo riguardo provocò la proscrizione della loro fede e attirò su di loro sanguinose persecuzioni, che infuriarono col massimo rigore in AM”. — Funk e Wagnalls, A New Standard Bible Dictionary, p. 74.

      Fra i culti e riti locali c’era l’adorazione della Gran Madre. (Vedi The Interpreter’s Dictionary of the Bible, Vol. 1, p. 259). A questo riguardo leggiamo: “Da tempo immemorabile presso gli invasori ittiti e ariani dell’AM il primo posto nella religione era dato a una grande Dea-Madre, che rappresentava i poteri della riproduzione in tutta la natura, a cui era associata una divinità maschile inferiore quale sposo o figlio. . . . Questo personaggio divino avrebbe apportato il suo contributo [al concetto della] Madonna cristiana”. — Funk e Wagnalls, A New Standard Bible Dictionary, p. 74.

      STORIA BIBLICA

      Questi fatti storici sono illustrati nel libro di Atti. Luca, nel descrivere le regioni da cui gli ebrei erano venuti a Gerusalemme per la Pentecoste del 33 E.V., menziona l’Asia insieme alle province della Cappadocia, del Ponto e della Panfilia. (Atti 2:9, 10; confronta I Pietro 1:1). Qui menziona la Frigia e l’Asia separatamente, come fa anche in Atti 16:6. Plinio il Vecchio, scrittore romano del I secolo E.V., fece altrettanto (Naturalis Historia, Libro 28). In Atti 16:6, 7 si legge che Paolo, mentre si dirigeva verso O nel secondo viaggio missionario (49–52 E.V.), ‘fu impedito dallo spirito santo di dichiarare la parola nel distretto dell’Asia’. Perciò passando per la Frigia e la Galazia si diresse a N verso la provincia della Bitinia, ma di nuovo gli fu fatta cambiare direzione e attraversando la Misia raggiunse a O il porto di Troas, da dove sarebbe stato naturale imbarcarsi per la Macedonia. Qui Paolo ebbe una visione che lo invitò: “Passa in Macedonia e aiutaci”. Quindi, anche se Paolo in effetti passò per la parte settentrionale della provincia dell’Asia, non vi si trattenne che nel viaggio di ritorno dopo aver completato la sua opera in Macedonia e in Acaia. Trascorse un breve tempo a Efeso, predicando nella sinagoga, e poi partì con la promessa di tornare. — Atti 18:19-21.

      Durante il suo terzo viaggio (52–56 E.V.) Paolo trascorse più di due anni in quella capitale dell’Asia, col risultato che “tutti quelli che abitavano nel distretto dell’Asia udirono la parola del Signore, sia Giudei che Greci”. (Atti 19:1-10, 22) Evidentemente fu in quel tempo (verso il 55 E.V.), a Efeso, che Paolo scrisse la sua prima lettera ai corinti, ai quali mandò i saluti delle “congregazioni dell’Asia”, indicando che c’era stato un buon progresso. (I Cor. 16:19) Egli accenna alle difficoltà e al grave pericolo cui andò incontro in quella provincia nella seconda lettera ai corinti scritta in seguito dalla Macedonia. (Atti 19:23-41; II Cor. 1:8) Nel viaggio di ritorno, non volendo trattenersi più a lungo nell’Asia, Paolo fece vela oltre Efeso, toccando l’isola di Samo e sbarcando a Mileto in Caria, sempre nella provincia dell’Asia, dove invitò gli “anziani” della congregazione di Efeso a raggiungerlo. — Atti 20:15-18.

      Durante il viaggio a Roma per il primo processo (60–61 E.V.), processo che fu la conseguenza di un tumulto scoppiato a Gerusalemme per istigazione dei “Giudei dell’Asia” (Atti 21:27, 28; 24:18, 19; confronta 6:9), Paolo s’imbarcò inizialmente su una nave diretta in “luoghi della costa del distretto dell’Asia”, ma poi a Mira nella vicina provincia della Licia fu trasferito su un’altra nave. — Atti 27:2-6.

      Le parole di Paolo in II Timoteo 1:15, evidentemente scritte da Roma verso il 65 E.V., possono indicare che la violenta persecuzione che cominciava a imperversare contro i cristiani da parte delle autorità romane aveva indotto molti cristiani dell’Asia a evitare l’apostolo Paolo allora in prigione, lasciandolo solo in un momento critico. Che l’espressione “tutti gli uomini che sono nel distretto dell’Asia” non significhi un completo allontanamento di tutti i cristiani dell’Asia si capisce dalle parole di lode che Paolo rivolge subito dopo a Onesiforo, il quale evidentemente abitava a Efeso. — II Tim. 1:16-18; 4:19.

      La continuità della fede cristiana è pure manifesta nella Rivelazione con i suoi sette messaggi mandati da Giovanni a sette congregazioni di importanti città dell’Asia: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. Infatti quasi tutte queste congregazioni sono lodate per aver perseverato nella tribolazione. (Riv. 1:4, 11; 2:2, 3, 9, 10, 13, 19; 3:10) Giovanni allora (verso il 96 E.V.) si trovava nell’isola di Patmos, a breve distanza dalla costa della provincia dell’Asia. Si ritiene generalmente che abbia scritto il vangelo e le sue tre lettere da Efeso o dalle vicinanze, dopo il suo rilascio da Patmos.

      Altre città della provincia dell’Asia menzionate nelle Scritture sono Colosse, Ierapoli, Adramitta e Asso.

      ASIA MINORE

      L’Asia Minore, di cui la provincia dell’Asia occupava solo la parte occidentale, comprende l’intera penisola circondata dal Mar Nero a N, dall’Egeo a O e dal Mediterraneo a S, e delimitata a E dalle montagne che si trovano a O del corso superiore dell’Eufrate. Protesa come un braccio del continente asiatico immediatamente a N della Siria, l’Asia Minore costituiva un ponte fra l’Europa sud-orientale e l’Asia centrale, e fu perciò una zona strategica, teatro di molte guerre nella lotta fra le potenze mondiali dell’Oriente e dell’Occidente. Attualmente fa parte della Turchia.

      A NO si trovano i due punti nevralgici di questa regione: lo stretto del Bosforo (col Mar Nero da una parte e il Mar di Marmara dall’altra) e l’Ellesponto (i Dardanelli), due strettissimi tratti di mare che separano l’Asia dall’Europa.

      [Cartine a pagina 116]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      ASIA MINORE Province romane

      BITINIA E PONTO

      ASIA

      Troas

      Efeso

      GALAZIA

      Antiochia

      LICIA

      PANFILIA

      REGNO DI POLEMONE

      CAPPADOCIA

      REGNO DI ANTIOCO

      CILICIA E SIRIA

      Antiochia

      CIPRO

      [Cartina]

      ASIA MINORE Regioni storiche

      MISIA

      Troas

      LIDIA

      BITINIA

      PAFLAGONIA

      PONTO (GALAZIA)

      GALAZIA

      CAPPADOCIA

      LICIA

      FRIGIA (ASIA)

      Efeso

      CARIA

      PANFILIA

      PISIDIA

      FRIGIA (GALAZIA)

      Antiochia

      LICAONIA

      CILICIA

      COMMAGENE

      SIRIA

      Antiochia

  • Asino
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    • Asino

      Animale dagli zoccoli robusti della stessa famiglia del cavallo; lo distinguono da questo corporatura più piccola, criniera più corta, orecchie più lunghe, coda fornita di un ciuffo di peli solo nella parte terminale. I suoi zoccoli piccoli e affilati fanno presa molto meglio di quelli del cavallo, perciò l’asino si adatta più facilmente al terreno accidentato e montuoso che s’incontra così spesso in Palestina. Benché la stupidità e l’ostinazione dell’asino siano proverbiali, la sua intelligenza in effetti è ritenuta superiore a quella del cavallo, ed è un animale paziente e mite che, come altri animali, è stato spesso maltrattato dall’uomo.

      Da molto tempo l’asino è servito all’uomo come bestia da soma, mezzo di trasporto e animale da traino; è menzionato per la prima volta nelle Scritture in relazione ad Abraamo. (Gen. 12:16; 22:3; Gios. 15:18; II Cron. 28:15; Isa. 30:24) Evidentemente proprio per il duro lavoro di trasportare pesi compiuto dall’asino, Giacobbe paragonò suo figlio Issacar a questo animale. (Gen. 49:14) D’altra parte, si fa riferimento agli asini che vanno in calore a proposito della prostituzione di Giuda con le nazioni. — Ezec. 23:20.

      In una visione il profeta Isaia vide “un carro da guerra di asini”. (Isa. 21:7) Questo indicherebbe che gli asini erano usati anche in guerra, probabilmente come animali da soma, se non per portare i combattenti nel vivo della mischia. A questo proposito è interessante notare che lo storico greco Erodoto (Storie, Libro IV, 129) parla dell’impiego di asini nell’esercito persiano.

      Secondo la Legge l’asino era un animale impuro. Quindi, siccome tutti i primogeniti appartenevano a Geova e il primogenito dell’asino non poteva essere offerto in sacrificio, lo si doveva redimere sostituendolo con una pecora o gli si doveva rompere il collo. (Eso. 13:13; 34:20) Quest’ultima clausola assicurava l’adempimento della Legge, poiché un asino sarebbe stato più prezioso per un israelita di una pecora. Anche se impuri, a motivo della terribile carestia durante l’assedio di Samaria da parte del re Ben-Adad, non solo si mangiarono asini, ma la parte meno commestibile, la testa ossuta e scarna di un asino, divenne in effetti un cibo di lusso che costava ottanta pezzi d’argento. — II Re 6:24, 25.

      La legge di Dio prescriveva di riservare un trattamento umano agli animali domestici, incluso l’asino. L’asino caduto sotto il suo carico ne doveva essere alleggerito, e non si dovevano aggiogare insieme un asino e un toro. (Eso. 23:5; Deut. 22:10) Essendo più piccolo, meno forte e di natura diversa, l’asino avrebbe sofferto essendo così inegualmente aggiogato.

      Israeliti anche preminenti, sia uomini che donne, cavalcarono asini. (Gios. 15:18; Giud. 5:10; 10:3, 4; 12:14; I Sam. 25:42) Salomone, il figlio di Davide, andò a farsi ungere re cavalcando la mula, ibrida progenie di un asino, che era stata di suo padre. (I Re 1:33-40) Era dunque del tutto appropriato che Gesù, il più grande Salomone, adempisse la profezia di Zaccaria 9:9 cavalcando non un cavallo, ma un puledro d’asina “sul quale non s’è mai seduto nessuno del genere umano”. — Luca 19:30, 35.

      Alcuni ritengono che i Vangeli siano in disaccordo sull’animale cavalcato da Gesù nell’ingresso trionfale a Gerusalemme. Marco (11:7), Luca (19:35) e Giovanni (12:14, 15) indicano che Gesù cavalcò un puledro o giovane asino, ma non menzionano la presenza di un asino più vecchio. Eppure Matteo (21:7) scrive che i discepoli “condussero l’asina e il suo puledro, e posero su questi i loro mantelli, ed egli vi sedette sopra”. Ovviamente Gesù non sedette sui due animali, ma sui mantelli stesi sul puledro. Poiché non cavalcò l’asina, ma piuttosto il puledro, Marco, Luca e Giovanni non fecero evidentemente menzione dell’asina madre.

      ASINO SELVATICO

      L’asino selvatico si distingue da quello domestico non per l’aspetto, ma per il temperamento selvatico e intrattabile. Questo è completamente in armonia con la descrizione biblica di un animale a cui per così dire ‘sono sciolti i legami’. — Giob. 39:5.

      Dimora dell’asino selvatico sono il deserto e le distese di sale, lungi dal frastuono cittadino. Esso istintivamente evita i luoghi abitati dall’uomo, così che “non ode i rumori dell’inseguitore”. Non che

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