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La vostra adorazione di Dio è al primo posto?La Torre di Guardia 1965 | 15 maggio
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Babilonia, di indurre questi tre Ebrei a inchinarsi allo Stato, all’immagine dello Stato, sia che si trattasse di un monumento, di uno stendardo o di una bandiera.f L’immagine d’oro rappresentava l’impero di Babilonia. Tutti i capi nominati dei paesi che Nabucodonosor aveva conquistati dovevano essere presenti nello stesso tempo e inchinarsi a questa statua. Il nazionalismo di Babilonia era imposto ai Giudei, agli Assiri, agli Egiziani e a tutti quelli che Nabucodonosor aveva conquistati. Essi si radunarono insieme. “L’araldo gridava con forza: ‘Si ordina a voi, popoli, nazioni e lingue: “Quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, della sambuca, del salterio e di ogni specie di strumenti a corda, prostratevi e adorate la statua d’oro che ha innalzato il re Nabucodonosor. Chi non si prostrerà e non adorerà sarà subito gettato in una fornace dal fuoco acceso”’”. (Dan. 3:4-6, Ga) Il comando era: Inchinatevi alla statua, adorate lo Stato! Nazionalismo! Tutti i popoli, i capi grandi e piccoli, dovevano ora adorare ciò che Gesù chiamò Cesare, o la sua immagine: il nazionalismo!
34, 35. Come affrontarono i tre Ebrei la controversia che era sorta, e quale comando del loro Dio avevano in mente?
34 Ma un momento! Tre uomini sono in piedi! Non si inchinano! Potete immaginare! Questi tre uomini erano andati insieme a tutti gli altri nella pianura di Dura dietro comando del re, ma non si inchinavano. Perché? Avevano fatto quello che potevano. Si erano radunati insieme agli altri, ma ora era giunta la prova. Presero la decisione giusta. I tre Giudei, Sidrac, Misac e Abed-Nego, ricordarono le parole dette da Geova a Mosè:
35 “Sono io Jahve tuo Dio che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Tu non avrai altri dèi all’infuori di me. Non ti farai immagini scolpite né alcuna figura di quanto è in alto nei cieli né di quanto è in basso sulla terra né di quanto è sotto la terra nelle acque. Non ti prostrerai davanti ad essi né renderai loro un culto, poiché io, Jahve tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri sui figli fino alla terza e quarta generazione di coloro che mi odiano, ma che usa benevolenza fino alla millesima generazione di coloro che mi amano e osservano i miei precetti. Non ti servirai del nome di Jahve tuo Dio per una menzogna; poiché Jahve non lascia impunito colui che si serve del suo nome per una menzogna”. — Eso. 20:1-7, Ga.
36. In chi avevano fiducia?
36 Questo era comprensibile per i tre Ebrei. Essi resero al loro Dio esclusiva devozione. Non si sarebbero inchinati a un’immagine o a uno stendardo fatto dall’uomo né l’avrebbero adorato. Amavano la vita e credevano che il loro Dio li avrebbe salvati. Ma se non fossero stati mantenuti in vita, non v’era nessuna ragione di temere la morte, poiché essi credevano in una risurrezione dei morti. Quando Nabucodonosor udì quello che era accaduto, si infuriò e ordinò un’investigazione.
37. Che cosa accadde quando questi uomini furono portati davanti al re?
37 Questi tre Ebrei furono condotti davanti a Nabucodonosor, ed egli disse loro: “È vero, o Sidrac, Misac e Abed-Nego, che voi non servite ai miei dèi, e non adorate la statua di oro che io ho eretta?” (Dan. 3:14, Na) Il re era turbato perché questi suoi eccellenti servitori disubbidivano e non facevano questa piccolissima cosa: ‘Inchinatevi soltanto, tutto qui’. Quindi Nabucodonosor disse che avrebbe dato loro un’altra opportunità. Ecco le sue parole: “Or dunque, se voi sarete pronti quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpicordo, del salterio, della zampogna e d’ogni specie di strumenti musicali a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo a una fornace col fuoco acceso! Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?” — Dan. 3:15, Na.
38. Esitarono forse i tre Ebrei quando fu data loro un’altra opportunità di inchinarsi, e quali parole dissero in risposta al re?
38 Questi tre Ebrei non impiegarono neppure un momento a decidere. Erano decisi nella loro mente. Dalla loro giovinezza, da quando erano stati nutriti nella scuola privata del re per i nobili, essi sapevano chi avrebbero servito. Se non avevano violato le leggi di Dio sul mangiare cibo, avrebbero ora violato la sua legge sull’adorazione delle immagini? Perciò senza esitare “Sidrac, Misac e Abed-Nego, risposero a Nabucodonosor dicendo: ‘O re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che Iddio nostro, al quale serviamo, può liberarci dalla fornace del fuoco acceso e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai ai tuoi dèi e che non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto’”. — Dan. 3:16-18, Na.
39. Chi altri diede una risposta simile in difesa della pura adorazione di Dio?
39 Fede! Lealtà! Dove abbiamo sin d’allora udito una tale salda decisione? Ricordate quando Satana cercò di indurre Gesù ‘a fargli un atto di adorazione’? Nemmeno Gesù fu lento a rispondere. “Quindi Gesù gli disse: ‘Va via, Satana! Poiché è scritto: “Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio”’”. — Matt. 4:8-10.
LIBERAZIONE DEI FEDELI
40-42. Descrivete ora il vivo dramma che ha luogo davanti a Nabucodonosor e il risultato finale dell’episodio della fornace ardente.
40 Nabucodonosor sapeva molto bene chi adoravano questi tre Ebrei. Ma avrebbero essi ceduto davanti all’opposizione quando fossero stati legati e pronti per essere gettati nella fornace? Si sarebbero allora inchinati allo Stato e sarebbero divenuti nazionalisti? Avrebbero cercato di servire due signori? Avrebbero reso allo Stato cose che non appartenevano allo Stato?
41 Questi tre uomini ‘non ebbero timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima’. Anzi, furono come i veri cristiani d’oggi che apprezzano realmente l’eccellente esempio dei tre Ebrei i quali ebbero “timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. (Matt. 10:28) Essi videro che Nabucodonosor era infuriato e la sua stessa espressione era cambiata verso di loro. Il re comandò: ‘Gettateli nella fornace infuocata, riscaldata ora sette volte di più’. Essi furono gettati nella fornace così calda che quando gli uomini che ne avevano ricevuto il comando gettarono i tre Ebrei nella fornace furono essi stessi uccisi dalle intense fiamme.
42 Quindi Nabucodonosor vide una cosa spaventosa. Si alzò in fretta e disse: “Non abbiamo noi gettati tre uomini legati in mezzo alla fornace col fuoco acceso?” Quelli che erano con lui dissero: “Certamente, o re”. Ma Nabucodonosor nella sua eccitazione disse: “Ecco io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza riceverne alcun danno; anzi l’aspetto del quarto è somigliante a un figlio di dèi”. Quindi Nabucodonosor chiamò i tre uomini che erano nel fuoco e disse loro di uscire fuori e di accostarsi a lui. Sidrac, Misac e Abed-Nego uscirono dal fuoco. Davvero straordinario. Il fuoco non aveva avuto nessun potere sul loro corpo, e neppure un capello della loro testa si era bruciacchiato. Nemmeno il loro mantello era stato toccato e l’odore del fuoco non si era attaccato loro! Questi uomini avevano avuto una straordinaria esperienza e dimostrato la loro fedeltà. — Dan. 3:24-27, Na.
43. Quali furono dunque le successive parole di Nabucodonosor, che rivendicarono il potere liberatore di Geova?
43 L’esperienza scosse Nabucodonosor, poiché egli disse: “Benedetto Iddio di Sidrac, di Misac ed Abed-Nego, il quale ha mandato il suo Angelo e ha liberato i suoi servi, che hanno confidato in Lui; hanno trasgredito il comando del re, ed hanno esposto i loro corpi, per non servire, né adorare alcun altro dio che il loro Dio. Perciò da me vien decretato che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua egli appartenga, che proferirà offesa contro Iddio di Sidrac, Misac ed Abed-Nego, sia squartato, e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché non c’è alcun altro dio che possa in tal maniera liberare”. (Dan. 3:28, 29, NM; 3:95, 96, Na) Oggi credete voi similmente che “non c’è alcun altro dio che possa in tal maniera liberare”?
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Oggi siete costretti a prendere la decisione finaleLa Torre di Guardia 1965 | 15 maggio
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Oggi siete costretti a prendere la decisione finale
1. Quali osservazioni fa Arnold Toynbee sul nazionalismo?
OGGI il nazionalismo mostra ancora la sua autorità e può essere molto crudele coi cristiani adoratori del vero Dio Geova. Lo storico Arnold J. Toynbee, a pagina sessantanove del suo libro Christianity Among the Religions of the World (Il cristianesimo fra le religioni del mondo), disse: “Il potere collettivo di Atene era adorato dagli Ateniesi sotto forma della dea Atena. . . . Nel rinascimento dell’ellenismo nel moderno Mondo Occidentale nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo, questo atteggiamento idolatra greco verso il proprio paese, la propria patria, fu importato dall’antico passato greco alla moderna vita occidentale. Solo, a differenza dei Greci, abbiamo evitato di ammettere apertamente che pratichiamo questa forma di idolatria; e di conseguenza siamo alla mercé di questa forma idolatra di nazionalismo ancor più di quanto i Greci non fossero alla mercé della loro più francamente confessata adorazione idolatra degli stati locali”.
2, 3. (a) Come furono trattati i testimoni di Geova in Germania perché rifiutavano di dire viva Hitler, e com’è questo rivelato nel libro intitolato “La mia storia”? (b) In che modo, come nel caso dei tre Ebrei, fu offerta a questi cristiani una seconda opportunità di ‘prostrarsi’, e con quali risultati?
2 Alcuni diranno: ‘Ebbene, non è poi così male’. Ma non sono essi piuttosto imprudenti? Torniamo indietro solo di trent’anni, ai giorni della Germania di Hitler. Ricordate com’egli esigeva che ognuno adorasse lo Stato? Chiunque non dicesse viva Hitler col braccio alzato davanti alla svastica era mandato a morire in un campo di concentramento. Anch’egli aveva le fornaci ardenti, le camere a gas, un programma per far morir di fame. Nel libro intitolato “La mia storia”, scritto da Gemma La Guardia Gluck, nel capitolo otto, ella dice quanto segue: “Ora descriverò in breve gli Studiosi Biblici [testimoni di
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