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  • Impiegate piacevolmente le “ore di solitudine”

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  • Impiegate piacevolmente le “ore di solitudine”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
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  • INTERESSARSI DEGLI ALTRI
  • Come combattere la solitudine
    Svegliatevi! 1980
  • Non lasciate che la solitudine rovini la vostra vita
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
  • La Bibbia può aiutare chi si sente solo?
    Svegliatevi! 1987
  • Cosa posso fare per non soffrire di solitudine?
    I giovani chiedono . . . Risposte pratiche alle loro domande
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
w67 1/9 pp. 515-516

Impiegate piacevolmente le “ore di solitudine”

IL 15 ottobre 1966 la moglie diciannovenne di un giovane diplomatico africano alle Nazioni Unite si gettò dalla finestra del suo lussuoso appartamento al diciottesimo piano nella città di New York, uccidendosi. La polizia disse che non c’era “nessuna apparente ragione per la tragedia”. Ma nei corridoi delle Nazioni Unite si parlò di solitudine.

Oggi la solitudine è un male comune nel mondo. Essa produce precisi sintomi fisici, come sentimenti di malinconia, smarrimento e incertezza. Queste emozioni derivano spesso dalla perdita di amorevole compagnia umana.

Chi sono i solitari? Sono persone che hanno bisogno della compagnia d’altri e per qualche ragione non possono stabilire contatti. Sono spesso timidi, introversi adolescenti lontani da casa; baldanzosi scapoli la cui indipendenza si è trasformata in isolamento; vedove bisognose d’affetto; zitelle che vogliono sposarsi; il padre e la madre anziani lasciati soli dai figli; i malati di cui i sani si sono dimenticati; gli sposati i quali hanno permesso che un programma intenso impedisse loro di vedere la persona che amano. Queste sono persone sole che hanno bisogno di sentire il calore della benignità umana.

Che cosa si può fare per aiutarle? Che cosa possono fare per aiutare se stesse?

Il lavoro significativo è una salvaguardia contro la solitudine. La donna che cucina e tiene in ordine la casa per una famiglia che mostra apprezzamento si tiene di solito occupata in modo produttivo e sana di mente. La nonna che aiuta la nuora a badare ai bambini, il nonno che fa riparazioni intorno a casa si sentono utili, attivi, necessari. Il pensiero di lavorare per altri o per sé aiuta a impedire che la mente si senta depressa. Impedisce alle persone di commiserarsi.

Le persone non sposate specialmente devono impiegare il loro tempo libero con lavoro significativo, se non vogliono sentirsi sole. Alcuni si sono dedicati a passatempi utili, interessanti, che in seguito sono divenute occupazioni lucrative, come fotografia, giardinaggio, pittura a olio, composizione e altre attività.

INTERESSARSI DEGLI ALTRI

Uno dei modi più efficaci per vincere la solitudine è quello di interessarsi degli altri. Le persone sole devono esprimere più amore per altri. Non solo si deve nutrire amore per gli altri ma anche interessarsi degli altri. E questo avviene sia che si tratti di un uomo o di una donna, che si sia sposati o no. Mettendo in risalto questo punto, Proverbi 18:24, secondo la Versione della Sacra Bibbia per il Fanciullo, dice: “L’uomo che ha amici deve mostrarsi amichevole”. L’avere molti amici impedisce di divenire egocentrici e aiuta ad avere momenti felici e pensieri felici, ciò che, a sua volta, è una protezione contro la solitudine.

Un modo per mostrare interesse negli altri è di far qualcosa per loro, come invitare vicini e amici a pranzo. I preparativi per queste occasioni creano interesse, attività e piacere. Le ragazze nubili hanno riscontrato che fare dolci per bambini è un avvincente passatempo. Pure piacevole è cucire e lavorare a maglia per altri.

Oggi c’è molto bisogno di rallegrare le persone. Un osservatore dichiarò che quasi tutti quelli che conosceva erano “soli o spaventati”. Perché non fare un elenco degli anziani, dei malati, delle vedove e dei vedovi che conoscete i quali potrebbero aver bisogno d’essere rallegrati? Quindi fate loro visita e diffondete fra loro il raggio della speranza. Chiamateli al telefono o mandate loro una cartolina o una lettera. Rallegrate le anime depresse e voi sarete rallegrati. — Prov. 11:25.

Si prova anche maggiore felicità aiutando le persone in modo spirituale. In questo i testimoni di Geova sono in una posizione specialmente favorevole, perché la natura stessa del loro ministero li porta a contatto con persone bisognose di conforto e speranza. Quando ravviviamo le speranze altrui, quando rafforziamo la loro fede in un luminoso futuro e li avviamo in direzione della vita eterna, rendiamo felici non soltanto loro ma anche noi stessi. Come disse Gesù Cristo: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) Dando in modo spirituale ci si protegge dalla solitudine. Poiché le persone felici sono di rado sole, se non mai.

Anche i malati, che vanno soggetti molto facilmente a periodi di solitudine, possono aiutare se stessi aiutando altri spiritualmente. Per esempio, una signora costretta sulla sedia a rotelle scriveva lettere intorno al regno di Dio a persone che abitavano in edifici con appartamenti non altrimenti raggiungibili. Impiegava anche con efficacia il telefono. Teneva studi biblici e rendeva felici altri.

Un ventenne vittima di paralisi cerebrale non solo era costretto sulla sedia a rotelle ma la sua parola non era molto intelligibile. Che cosa poteva fare per non sentirsi solo? Imparò a scrivere a macchina, e la sua macchina per scrivere cominciò presto a parlare per lui. Scriveva lettere a parenti ed amici, cercando anche nomi nella stampa locale e negli elenchi telefonici. È solo? Avrebbe potuto esserlo molto facilmente se se ne fosse stato seduto senza far niente. Ma ora è troppo occupato per essere solo.

La lettura della Bibbia arricchisce sempre la mente. Essa è piacevole ed edificante. Comunque, quando leggiamo la Parola di Dio allo scopo di aiutare altri, quando leggiamo col pensiero di dire ad altri ciò che leggiamo, l’esperienza è doppiamente soddisfacente. Tale lettura fa passare in fretta il tempo, non lasciando posto per la solitudine.

Quando si è soli, c’è sempre la preghiera a Dio. L’associazione con Dio mediante la preghiera non conosce pareti né barriere. La consapevolezza che ‘Dio ha cura di noi’ è davvero confortante! (1 Piet. 5:7) Indipendentemente dalla nostra situazione, c’è sempre Dio, come ci fece amorevolmente sapere Gesù Cristo: “Ecco, viene l’ora, in realtà, è venuta, quando sarete dispersi ciascuno alla sua propria casa e mi lascerete solo; eppure io non sono solo, perché il Padre è con me”. (Giov. 16:32) Ricordate questo durante le vostre ore di solitudine e “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero guardi i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. — Filip. 4:7.

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