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I capi comunisti temono la verità della BibbiaLa Torre di Guardia 1956 | 15 aprile
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I capi comunisti temono la verità della Bibbia
RESISTERÀ IL LIBRO PIÙ DIFFUSAMENTE LETTO AL BANDO SOVIETICO?
LA VERITÀ ha origine da GEOVA. Quando egli dice una parola questa non ritorna mai a lui a vuoto. Le menzogne non hanno origine da lui, poiché “è impossibile che Dio menta”. Le falsità sono abbondanti e a buon mercato; esse non durano. Col passar del tempo, le immaginazioni, i ragionamenti e le menzogne degli uomini si esauriscono, svaniscono e muoiono, ma “la verità di Geova dura per sempre”. “La tua parola è verità”, disse Cristo Gesù, il fedele Figlio di Geova. Ai Giudei che credettero in lui Gesù affermò pure: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. È questa verità scritta nella Bibbia che i capi russi temono. — Isa. 55:11; Ebr. 6:17-20, NM; Salmo 117; Giov. 17:1-17; 8:31, 32, NM.
“Non c’è Dio”, asserirono i capi del comunismo sovietico quando, dopo il 1917, si misero a governare dapprima milioni e, negli anni successivi, miliardi di abitanti della terra. (Sal. 14:1; 2:1-12) Per dimostrare ch’essi potevano fare a meno di Dio, una delle prime azioni del loro nuovo Stato fu di mettere al bando la Bibbia, il libro più diffusamente letto nel mondo.
Lo scorso dicembre l’editore di notizie estere della United Press riportò che “dal tempo della rivoluzione bolscevica, le sole Bibbie viste in Russia sono state quelle poche intromesse nel Paese clandestinamente dall’estero, per lo più in lingue straniere”. Egli aggiunse: “Dopo la rivoluzione, una Bibbia, per quanto strappata e lacera potesse essere, è stata per molte famiglie russe un prezioso possesso”.
Dal 1917 i capi sovietici hanno avuto quasi quarant’anni per mostrare ciò che potevano fare con la loro teoria di governo; e col passar degli anni, questi dittatori hanno accumulato una montagna di prove contro se stessi quali odiatori di Dio, odiatori del popolo che si è dedicato ad adorare l’Onnipotente Dio in spirito e verità; sì, questi capi sovietici si sono dimostrati superficiali, irragionevoli, sempre più avidi, insensatamente oppressivi, tiranni, e anche spietati assassini nel nome del loro “Stato”. È vero che hanno tentato di fare molte cose in grandiose proporzioni su un vasto settore di questa piccola terra. E oggi, sorridenti, esultanti e gonfi, si vantano orgogliosamente dei loro successi, del loro progresso al servizio del loro dio, il proprio ventre! — Filip. 3:19.
Alle spese di chi hanno essi conseguiti tutti i loro “successi” e tutto il loro “progresso”? Poche e rade sono state le notizie provenienti da dietro la loro “cortina di ferro”. Ma ora, poco a poco, le notizie si stanno accumulando. Alcune settimane fa un corrispondente olandese scrisse:
“Fra le grandi città dell’Unione Sovietica si trovano varie vastissime comunità che non sono mai state nominate. I viaggiatori visitano Leningrado, Mosca, Kiev, Odessa, Tashkent. Ma chi conosce il nome Vorkuta, nell’estremo settentrione della Russia Europea, a sudest di Nova Zembla; oppure Norilsk nella parte nordoccidentale della Siberia; o i nomi Karaganda e Iwdjel? Eppure in questi luoghi troviamo immense città di caserme. La popolazione di Vorkuta è calcolata di 120.000 fra uomini e donne; quella di Norilsk di 400.000; quella di Karaganda di 150.000”.
Questi sono alcuni dei molti campi russi di lavoro forzato, istituti penali dove gli indesiderabili sono messi a lavorare. Qui l’ateo comunismo ha i suoi campi di lavoro forzato. Gli uomini e le donne quivi incarcerati non sono affatto tutti prigionieri di guerra. Centinaia di migliaia di essi sono Russi di nascita, che pensavano di non far alcun male riflettendo un po’ con la propria mente ed esprimendo il proprio pensiero. Se ne trovano a milioni, condannati ai lavori nelle miniere, nella bonifica delle foreste, nella costruzione di piccoli villaggi dove il governo comunista farà vivere cittadini più desiderati, che sosterranno e promuoveranno il regime comunista. Anche la Russia non può tenere tutti i suoi prigionieri incarcerati per sempre. Quindi, di tanto in tanto, alcuni fatti prigionieri durante la guerra ritornano da questi campi russi in Paesi più liberi. Per mezzo delle loro parole il quadro della vita che milioni di persone vivono in tali città di caserme diventa più chiaro.
Ma la nostra storia riguarda il libro più diffusamente letto e coloro che sono seriamente interessati nella Bibbia. Fino ad oggi i capi russi potrebbero credere di aver praticamente soppressa la fede in Dio, o di essere così progrediti da non pensare più all’adorazione del Dio vivente. Oggi la parte russa della loro Chiesa Ortodossa si sottomette ai voleri dei capi sovietici, che hanno così la desiderata cooperazione del clero ortodosso in Russia. Ma coloro che non appartengono all’organizzazione russa ortodossa; per esempio, i testimoni di Geova?
Nell’estate del 1955, mentre era in Europa, un funzionario della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati parlò col summenzionato corrispondente olandese. Questo scrittore aveva saputo da persone tornate dalla Russia che per quanto riguardava i testimoni di Geova nelle prigioni sovietiche essi manifestavano insolita solidarietà. Avevano perfino guadagnato la simpatia di alcune guardie e ufficiali. Egli aggiunse che questi testimoni di Geova erano conosciuti come sincerissimi studenti della Bibbia; che in questi campi proclamavano l’invisibile presenza di Cristo e la condanna di questo presente sistema di cose; che anche se non tutti erano nei campi di prigionia, in Russia dovevano vivere clandestinamente e che avevano un numero molto grande di seguaci. Questo signore affermò inoltre che per un certo tempo un intero villaggio isolato era stato circondato e che in quel villaggio tutti erano stati arrestati e mandati in prigione, perché tutti erano stati riconosciuti come testimoni di Geova.
Inoltre, lo scrittore olandese mise in risalto che milioni di persone in Russia che credono nel patriarca e nel metropolitano ortodosso ritengono che questi ecclesiastici siano soltanto servi dell’attuale regime ateo sovietico; quindi l’ufficiale Chiesa Ortodossa Russa è disapprovata da molte persone. D’altra parte, gli insegnamenti dei testimoni di Geova vengono accettati in Russia da un numero sempre maggiore di persone.
Gli umili cercheranno sempre la verità, e i loro oppressori temono ciò che può accadere se i mansueti si uniscono insieme. Gesù disse: “Felici i benevoli, poiché erediteranno la terra”. (Matt. 5:5, NM) Tuttavia, questi uomini benevoli sanno ch’è pericoloso predicare in Russia, ma i testimoni di Geova lo fanno, e prosperano. In molti vi è un notevole risveglio riguardo alle necessità spirituali. Molti ne hanno abbastanza del comunismo, e non tutte le menti sono state soffocate con la stolta dottrina. (Sal. 53:1) Infatti, ci saranno milioni di persone che credono in un Essere Supremo, considerando la terra, il cielo, gli alberi, l’erba, i fiori e la vegetazione. Tale evidenza naturale, nemmeno i dittatori sovietici hanno potuto cancellarla.
CONDANNATI AI CAMPI DI LAVORO FORZATO!
Sebbene i capi sovietici con la loro polizia segreta ricerchino ancora i testimoni di Geova per metterli nei loro campi di lavoro forzato, anche entro tali campi i testimoni continuano a predicare lo stabilito regno di Geova. (Dan. 2:44; Matt. 6:9-13) Quando dei credenti nella Parola di Dio sono portati via dalle loro case e condotti nei luoghi di lavoro forzato, appena vi arrivano sono immediatamente accolti da altri amanti della Bibbia, la Parola di Dio, e sono da loro confortati e guidati, in quanto questi già conoscono il metodo del campo; non passa quindi molto tempo che essi si fortificano al punto di testimoniare anche ad altri prigionieri. Il loro zelo non viene distrutto dalla prigionia, anzi approfittano della situazione per compiere una più grande opera di ministero.
Nel 1955, in un’altra occasione, il Presidente della Società Torre di Guardia parlò con un testimone di Geova recentemente liberato da questi campi di prigionia in Russia. Egli aveva vissuto quivi una vita intera in sei anni. La sua storia commovente è quella di un individuo puro di cuore e pieno di zelo. Essendo un devoto studente della Bibbia, non gli importava chi fosse l’interlocutore, se prigioniero o libero, o anche uno che indossasse l’uniforme comunista. Poiché predicava la Parola di Dio a soldati russi che gli avevano chiesto informazioni in territorio comunista fuori della Russia, fu arrestato, condotto dai comandanti russi e ripetutamente interrogato. L’unica cosa che poterono trovare contro di lui fu che aveva parlato della Bibbia a questi soldati russi che erano andati da lui per chiedergli della Parola di Dio. Poiché aveva aiutato questi soldati a leggere il libro più diffusamente letto, era stato condannato a dieci anni di lavori forzati in Russia. Il suo viaggio verso la Russia fu indescrivibile. Egli ed altri prigionieri furono trasportati in carri bestiame, e per giorni interi trattati peggio delle bestie, senza alcuna assistenza. Durante i sei anni in Russia fu trasferito da un campo all’altro, lavorando in più di cinquanta campi diversi, compresi alcuni in Siberia. In ognuno di questi campi di prigionia egli aveva trovato da dieci a quindici e più testimoni di Geova.
Una volta furono portati in un campo quarantotto prigionieri russi, uomini e donne; erano stati ricercati e arrestati in Russia e assegnati al campo in cui egli allora si trovava. Narrando loro le molte cose buone che aveva imparate circa la Parola di Dio prima di essere portato in Russia, egli ebbe la gioia di aiutare questi, nuovi nella verità, a persistere nella loro fedele condotta. Fu molto felice di sapere da loro che la verità, che nei primi anni del governo sovietico aveva raggiunto la parte occidentale della Russia, penetrava ora nel cuore stesso della nazione; infatti, aveva attraversato tutto il territorio. Ciò gli diede grande gioia e incoraggiamento a perseverare fedelmente nel servizio di Geova, qualunque fosse il luogo dove si trovava.
Conoscendo altri russi testimoni di Geova, egli seppe come i testimoni di Geova erano ricercati dalla polizia, proprio come conigli. Venne a sapere in modo diretto come i capi comunisti temevano la verità della Bibbia e cercavano di distruggerla. Predicando il regno di Dio, per cui Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare, molti erano stati condannati a venticinque anni di prigione. Egli disse che tre piccoli villaggi erano stati circondati dalla polizia segreta alle 3 del mattino, e che tutti i testimoni di Geova erano stati perquisiti e portati via nella profondità della notte, per scomparire per sempre da questi villaggi.
In uno dei campi in cui era stato trasferito conobbe un Ucraino che aveva una Bibbia, intromessa nel campo clandestinamente. Il libro era alquanto logoro. L’Ucraino lo leggeva segretamente di notte, non permettendo nemmeno a questo testimone di Geova di vedere che cosa stesse leggendo, finché una notte il testimone riuscì a dare uno sguardo alle pagine. Si rivolse all’Ucraino e gli chiese: “Sai che cosa leggi?” Questi disse: “Come sai ciò che leggo?” E la risposta fu: “So che leggi la Bibbia, ma comprendi quello che leggi?” (Questo ci ricorda la domanda di Filippo all’Etiope che leggeva il libro d’Isaia ammettendo di aver bisogno di aiuto per comprenderlo, e che Filippo gentilmente aiutò. — Atti 8:26-39). Così questo prigioniero, venuto da un lontano Paese fin nel cuore della Russia, ebbe l’opportunità di aiutare l’Ucraino ad acquistare conoscenza della verità sullo stabilito regno di Geova.
Alcune settimane dopo aver studiato insieme silenziosamente (nei loro letti, che erano le cuccette superiori) e aver letto la Bibbia di nascosto, furono sorpresi dal comandante del campo mentre leggevano la Bibbia. Infatti, per diverse sere questo comandante del campo aveva ascoltato dietro il letto ciò che questi due uomini si dicevano l’un l’altro circa i propositi di Dio e la meravigliosa speranza esposta nelle Scritture per le creature desiderose di fare la volontà di Geova. Quindi il comandante si palesò agli uomini e disse loro che avrebbero dovuto fare molta più attenzione nascondendo meglio la Bibbia, poiché era proibito leggere e discutere le Scritture. Non portò via la loro Bibbia, ma li avvertì di essere più cauti, perché egli non sarebbe stato sempre in quel luogo, e nemmeno loro; dato che entro breve tempo sarebbero stati trasferiti a qualche altro campo. Fu Gesù che disse: “Felici quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. — Matt. 5:6, NM.
Questo coraggioso servitore di Geova Dio, ora liberato dai campi russi e rimandato a casa nel suo Paese nativo, ha riferito che prima, quando i prigionieri di guerra o i condannati dalla Russia o dai suoi Paesi satelliti erano portati in questi campi, ricevevano pochissimo cibo e dovevano lavorare finché quasi morivano in piedi. Era pratica sovietica sterminare in tal modo i prigionieri. Però, negli anni recenti le cose sono cambiate. I capi del governo, riflettendo di avere a disposizione uomini idonei al lavoro forzato, ora offrono compensi ai lavoratori nei campi perché producano di più e meglio. I prigionieri ricevono cibo e trattamento migliore, perché il lavoro forzato è economico, perfino più economico del lavoro comunista.
Il governo sovietico teme veramente questi uomini costretti al lavoro forzato. Questi campi di prigionia russi sono circondati da filo spinato e vigilati da guardie che hanno sempre al guinzaglio cani feroci. Una striscia di terra larga tre metri chiamata strada della morte circonda il campo. Chiunque vi ponga piede è presto ucciso, o con l’immediata fucilazione, senza nemmeno una domanda, oppure dai cani feroci lanciati all’inseguimento. I prigionieri Russi e quelli arrestati in altri Paesi e portati in Russia sono costretti al lavoro forzato al servizio dello Stato. In molti casi non hanno fatto alcun male alla Russia e non hanno mai detto nulla contro il governo sovietico, né hanno partecipato allo spionaggio contro di esso. Badavano ai fatti propri nei Paesi dove vivevano prima di essere portati in Russia. Ma i comunisti hanno bisogno di uomini e donne, di servi per ricostruire una nazione degradata; eppure hanno paura dei loro servi; non li amano affatto, né i servi amano i loro padroni.
La Russia è un Paese che vive nella paura; ha paura perfino dei propri campi di concentramento. Come questo testimone di Geova, così tutti gli altri prigionieri russi non sono tenuti in un campo più di tre o quattro mesi, poi sono trasferiti ad un altro. In un campo di circa 4.000 persone, nello spazio di pochi giorni 200 di loro sono portati via ad altre prigioni e nuove persone prendono i loro posti. I capi russi temono la formazione di qualche organizzazione interna fra queste grandi masse di uomini, sospettando che, un giorno, potrebbero anche sopraffare le guardie e impossessarsi di parte del loro territorio. Che modo di vivere per i governanti! Nella paura degli uomini, non di Geova Dio. Com’è verace la Parola di Dio, il libro ch’essi odiano: “Chi opprime il povero oltraggia Colui che l’ha fatto”. — Prov. 14:31.
Quando questo testimone di Geova ebbe finalmente scontato la sua condanna e fu liberato, con un anticipo di alcuni anni a causa di un’amnistia, ritornò a casa e non trovò più sua moglie, morta di dolore pochi mesi dopo che egli era stato arrestato. I suoi figli erano stati portati via e messi in altre case. Ma egli si rallegrò di tornare tra fratelli ancora dedicati al servizio del regno di Geova. Tutto ciò che ora vuol fare è predicare questa buona notizia del regno di Geova, poiché sa che non vi è speranza per questo vecchio mondo o per qualsiasi parte d’esso. I comunisti hanno paura della verità della Bibbia, ma la verità rese libero questo fratello anche durante tutti gli anni che era stato prigioniero dei Russi. Gesù disse: “Felici quelli che sono stati perseguitati a causa della giustizia, poiché il regno dei cieli appartiene a loro”. — Matt. 5:10, NM.
MOLTA ATTIVITÀ IN RUSSIA
In Russia i testimoni di Geova devono continuare la loro opera, così come i primi Cristiani operavano fra Giudei e Romani. “Felici voi quando vi biasimano e vi perseguitano e mentendo dicono contro di voi ogni specie di empietà per amor mio. Rallegratevi e saltate per la gioia, giacché la vostra ricompensa è grande nei cieli; poiché in questo modo perseguitarono i profeti prima di voi”. (Matt. 5:11, 12, NM) La fede di questi perseguitati in Geova Dio e nel suo regno li sostiene, ed essi preferiscono morire piuttosto che far compromessi con qualsiasi parte di questo vecchio mondo.
Nel 1948 alcuni testimoni di Geova in Russia stampavano con macchine duplicatrici La Torre di Guardia e pubblicazioni basate sull’insegnamento della Bibbia, distribuendole quindi in tutto il Paese e applicando in questo tutta la loro capacità. Ma i capi comunisti temono le verità bibliche, e la loro polizia segreta scoprì questi ministri. Tutti i loro mezzi tipografici, carta, inchiostro e altro materiale furono sequestrati e gli uomini portati via nei campi di lavoro forzato.
La grande domanda che la polizia segreta si rivolgeva era: “Come possiamo eliminare i testimoni di Geova?” Si trovavano dappertutto; non erano cattivi, volevano soltanto leggere e parlare del libro più diffusamente letto nel mondo, la Sacra Bibbia. Gli ufficiali sovietici riuscirono a proscrivere e disgregare i testimoni di Geova solo per poco tempo, ma presto i testimoni di Geova in Russia si riorganizzarono e stabilirono nuovi centri di pubblicazione, per stampare con macchine duplicatrici e diffondere la verità appena ricevuta. I capi comunisti erano decisi a catturare tutti i servitori di circoscrizione e di congregazione, e quando ne veniva preso qualcuno era condannato a venticinque anni e imprigionato.
Durante gli anni che seguirono la seconda guerra mondiale era quasi impossibile per i fratelli nascondere La Torre di Guardia o altre pubblicazioni della Società, o anche la Bibbia. La polizia segreta andava in cerca di tutto ciò che fosse cristiano, e quando scoprivano che qualcuno era testimone di Geova o accusato di esserlo, perquisivano la sua casa, smontavano la stufa, strappavano il tetto, distruggevano perfino tutta la casa, per scoprire il nascondiglio della Bibbia o della letteratura biblica, quali prove evidenti di propaganda cristiana; e poi lo mandavano ad un campo di prigionia. In quegli anni era impossibile per i fratelli radunarsi alla luce del giorno. Tenevano i loro studi biblici familiari principalmente nelle cantine, nei boschi e in altri luoghi inaccessibili. I fratelli avevano raramente l’opportunità di studiare con altri nelle proprie case. Lo studio de La Torre di Guardia in gruppo era impossibile, ma veniva tenuto uno studio regolare nelle case in cui le famiglie potevano riunirsi, con tutte le finestre e le porte chiuse a chiave. Ma che famiglie felici! Potevano parlare della verità, la Parola di Dio, e adorare Geova, il Sovrano Governatore dell’universo, anche in una nazione dittatoriale come la Russia. La verità rendeva libere queste persone, sebbene vivessero sotto uno Stato oppressivo. “Felici quelli che sono consci della loro necessità spirituale, perché il regno dei cieli appartiene a loro”. — Matt. 5:3, NM.
A causa dell’amore di molti per la verità, dal 1948 al 1951 i testimoni di Geova continuarono ad aumentare in tutta la Russia, e questo disturbò moltissimo i capi comunisti. Recenti rapporti provenienti dalla Russia affermano che nel 1951, il 1º, 7 e 8 aprile, i comunisti effettuarono una grande persecuzione. Queste date sono indimenticabili per i testimoni di Geova in Russia. In questi tre giorni tutti i testimoni di Geova che poterono essere trovati nell’Ucraina occidentale, nella Russia Bianca, in Bessarabia, Moldavia, Lettonia, Lituania ed Estonia, più di settemila fra uomini e donne, furono arrestati e portati via. Non fu loro permesso di portar seco vestiario e cibo. Intere famiglie furono caricate su carri, trasportate alle stazioni ferroviarie, stipate in carri bestiame e mandate molto lontano. Tutti questi arresti venivano fatti di notte, e se per le 7 del mattino il radunamento dei testimoni di Geova non era stato completato, aspettavano poi il calar della notte. Quindi avvenne l’esodo! Migliaia di testimoni di Geova furono trasportati da una parte all’altra del Paese e centinaia di migliaia di cosiddetti liberi Russi poterono udire i testimoni di Geova cantare cantici di lode a Geova e parlare della verità, al passaggio dei loro treni. Questo grande gruppo di testimoni di Geova fu portato nelle foreste per abbatterne gli alberi, e nel primo inverno dovettero vivere di radici e noci. Essendo stati sparpagliati su una vasta zona vigilata della foresta, fu loro detto: “Abbattete gli alberi; costruite case; rimanete qui per sempre; lavorate, se volete vivere”. Il loro spirito non venne meno. Essi lavorarono; sono ancora vivi; la loro fede è salda e continuano a predicare la buona notizia dello stabilito regno di Geova.
Oggi, nel vasto territorio della Russia, ogni mano d’uomo è veramente contro il suo prossimo. Ognuno qui è stato addestrato a sorvegliare il prossimo, e specialmente a lottare contro i testimoni di Geova. Non importa chi siate, sarete sorvegliati; e quando la posta arriva all’ufficio postale viene letta dagli impiegati postali. L’unico mezzo di comunicare messaggi di conforto e verità cristiana tra una persona e l’altra è mediante portatori personali. Quando i testimoni di Geova sono scoperti vengono processati. Essi compaiono in tribunale davanti a un giudice, ma non vale nulla servirsi di un avvocato per farsi difendere. In molti casi il governo incarica un avvocato perché difenda un individuo, ma nel caso di un testimone di Geova anche costui assume il ruolo di accusatore piuttosto che di avvocato difensore; perché se agisse diversamente difendendo bene la causa, egli stesso potrebbe esser mandato al campo di prigionia. È così che il sistema sovietico amministra la giustizia.
Se in un territorio c’è un testimone di Geova, è conosciuto in lungo e in largo, poiché vi è molta attività clandestina. La gente parla. Ma non tutti fanno la spia alle autorità, perché molti sperano che un giorno essi stessi saranno liberati da questo dominio spietato. Venendo loro meno la propria Chiesa Ortodossa Russa, in quanto è chiesa dello Stato, cercano quelli che amano la verità. “Felici quelli che fanno cordoglio, perché saranno confortati”. — Matt. 5:4, NM.
DA COMUNISTA A CRISTIANA
In Russia vive ora una donna, testimone di Geova, che, dopo molte sofferenze, continua a predicare la buona notizia del regno di Geova. La sua storia dal 1942 è tipica di centinaia d’altre. Nel 1942, quando era comunista attiva, fu deportata dai nazisti in Germania, insieme ad altri civili russi. Ivi ella lavorò con un ortolano e in una fabbrica industriale, diffondendo le sue idee comuniste. Presto fu scoperta dalla Gestapo di Hitler, e venne mandata in un campo di concentramento nazista. Qui, sola e staccata da altri compagni comunisti, cominciò a perdere la fede nell’organizzazione comunista poiché le era venuta meno. Ella cominciò a pensare a Dio, parlò ad alcune persone, e infine conobbe i testimoni di Geova. Nel campo nazista fu battezzata e divenne una diligentissima studiosa delle Scritture. Dopo aver imparato la verità cominciò a parlare ad altre donne russe. Un giorno il comandante del campo venne a vedere queste russe e disse a questa donna: “Chi sei?” Ella rispose: “Sono una testimone di Geova”. Il comandante non le credette dicendo: “Tu sei russa”. Quindi, a questo nazista la sorella affermò con vigore: “Dio non è soltanto Dio per il popolo tedesco ma per tutti i popoli”. Ella fu rilasciata senza essere punita, e questo la rafforzò nel predicare ancora più diligentemente fra le donne russe. Finalmente alcune di queste donne impararono la verità nella propria lingua.
Nel 1945, alla fine della guerra e dopo lo scioglimento dei campi di concentramento di Hitler, questa donna, con molte altre compatriote, tornò in Russia. Così la preghiera di una sorella tedesca, comunicata loro nel campo nazista, divenne la preghiera di ognuna di queste liberate donne russe, testimoni di Geova: “Ti ringrazio, Padre Geova, perché tu hai esaudito il mio desiderio, quello di parlare al popolo russo”.
Essere liberate per ritornare in Russia arrecò loro molta gioia; ma non passò molto tempo che la polizia segreta comunista fu sulle loro tracce. Furono scoperte, e poiché predicavano il regno di Dio, additando ad altri le confortanti parole della Bibbia, queste donne furono condannate a venticinque anni in campi di prigionia. Ma anche qui queste sorelle russe, che avevano imparato la verità nei campi di concentramento in Germania, continuano oggi a predicare, nei campi di prigionia della Russia dove ora vivono, tutto ad onore e gloria del nome di Geova. Questa particolare donna ex-comunista, ora testimone di Geova, è tuttora una regolare proclamatrice del Regno; ora, naturalmente, nel campo di prigionia del governo sovietico che una volta serviva. Perché? Perché crede nella Parola di Dio com’è scritta nel Suo libro, la Bibbia. Ella ha osato predicare in Russia la buona notizia di Dio. Perciò, compie del lavoro forzato di costruzione nella foresta, aiutando a trasformare le foreste in luoghi di abitazione che saranno in seguito assegnati a comunisti. Quando questo lavoro sarà terminato ella sarà trasferita ad un altro campo di lavoro forzato.
In uno di questi molti campi sparsi in tutta la Russia in cui si trovano i testimoni di Geova la verità è stata predicata tanto che perfino alcune guardie l’hanno accettata. Anche individui che lavoravano negli uffici di questi campi hanno acquistato una conoscenza della verità. L’apprezzamento della verità li sprona ora a predicare la buona notizia. Successivamente perfino alcuni tra queste guardie e impiegati sono stati messi in prigione, condannati a quindici e a dieci anni. Per quale motivo? Perché studiavano la Bibbia; parlavano della verità; si dichiaravano testimoni di Geova. Tutte queste persone condannate sono state separate in differenti campi e mandate in diverse parti della Russia, affinché non formassero un potente gruppo di uomini.
LA DEPORTAZIONE DISSEMINA PREDICATORI
I testimoni di Geova in Russia dicono che essendo disseminati in tutti questi campi (e secondo il rapporto precedentemente indicato in questo articolo sappiamo con certezza che essi si trovano in più di cinquanta campi differenti) la buona notizia del Regno viene costantemente predicata in tutte le parti del vasto territorio della Russia. In nessun modo avrebbero potuto immaginare di riuscire a trovare il denaro per percorrere 10.000 chilometri (più di 6.000 miglia) a scopo di proclamare il messaggio del Regno. Ma è stato proprio il governo comunista a mandarli da una parte all’altra del Paese per lavorare in questi campi; secondo loro, il governo ha pagato le loro spese di viaggio per predicare il messaggio del Regno in nuovi territori. I testimoni di Geova lavorano in tutta la Russia; alcuni, veramente il maggior numero, nei campi di lavoro, altri in luoghi isolati che non possono lasciare. Altri ancora continuano a lavorare in città e villaggi, senza essere scoperti fino a questo momento. Ricordate come ‘Saulo [di Tarso] trattò oltraggiosamente le congregazioni del popolo di Geova, invase una casa dopo l’altra, e trascinò fuori uomini e donne, che gettava in prigione’. “Tuttavia, quelli che erano stati sparsi andarono per il paese dichiarando la buona notizia della parola”. — Atti 8:3, 4, NM.
I nostri fratelli in Russia non sono stati affatto indietro nel cercar di ottenere maggior libertà per predicare il messaggio del Regno, e hanno dato al governo comunista l’opportunità di riconoscere i testimoni di Geova come organizzazione religiosa. Nel 1948 mediante il ministro degli interni inviarono una petizione al Presidio del Consiglio Supremo Sovietico dell’U.R.S.S. Questa petizione descriveva l’opera dei testimoni di Geova in Russia. Non ricevettero nessuna risposta; perciò una piccola delegazione di tre fratelli andò al Ministero degli Interni a Mosca e presentò personalmente la petizione. Interrogati circa la loro provenienza, risposero: “L’Ucraina”. Quindi fu detto loro di rivolgersi al Ministero degli Interni dell’Ucraina, repubblica socialista sovietica, a Kiev. I fratelli da Mosca andarono direttamente a Kiev e presentarono la petizione al ministro degli interni. Qui sembrava che i funzionari del Ministero fossero preparati alla loro venuta, poiché dopo presentata la petizione il governo propose a questi tre testimoni di Geova certi quesiti: Presteranno servizio militare i testimoni di Geova? Parteciperete alle elezioni del governo sovietico? Vi sottometterete a ogni decreto dello Stato e collaborerete con altre organizzazioni religiose? A tutte e tre le domande i fratelli risposero con le parole di Pietro, apostolo di Gesù: “Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini”. (Atti 5:29) I rappresentanti poterono uscire dall’ufficio del Ministero degli Interni, ma dopo alcuni giorni le loro case furono perquisite e così essi stessi, e più tardi furono condannati a lunghe pene di prigionia.
In un luogo in Russia 120 persone poterono essere presenti alla celebrazione del Memoriale. Questa è un’eccezione. Alcuni anni fa a Mosca vi erano sette proclamatori, ma furono tutti deportati. Mosca è una delle poche capitali nel mondo dove non sia un solo testimone di Geova. Però la verità vi è conosciuta. Il governo comunista è a conoscenza dei testimoni di Geova; troppi ne ha imprigionati, costretti a lavori forzati, per non conoscerli. In ogni Paese dietro la cortina di ferro l’organizzazione comunista cerca di combattere, demolire e spazzar via i testimoni di Geova: in Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Ungheria, Germania Orientale e nella stessa Russia. Ma non può distruggere né loro né il loro messaggio. La verità ha rese libere queste persone, ed esse continueranno ad essere libere e predicare questa buona notizia dell’istituito regno di Geova per una testimonianza a tutti quelli che odono.
In Russia è impossibile per una persona vivere la sua propria vita, soltanto servendo Dio e amando il prossimo come se stesso. No, deve diventare schiavo dello Stato; deve acclamare lo Stato; deve adorare lo Stato. Ma non i testimoni di Geova! Essi hanno fiducia nella Parola di Dio e preferiscono seguire le orme di Cristo Gesù. (1 Piet. 2:21) Quando Gesù fu sulla terra disse ai governanti che era nel mondo ma non ne faceva parte. (Giov. 18:36, 37) E questo è il modo in cui i testimoni di Geova considerano oggi la vita. (Giov. 17:13, 14, 16) Noi siamo nel mondo, ma non ne facciamo parte. Il mondo svolge le sue attività a suo piacere. I testimoni di Geova non s’intromettono in esse né desiderano farlo. Finché Geova Dio permette alle nazioni umane di esistere e operare, non c’è per i testimoni di Geova alcun motivo d’immischiarsi nei loro affari, ed essi osserveranno tutte le leggi degli uomini che non siano contrarie alla legge di Dio.
Qualunque sia il Paese in cui si trovano, i testimoni di Geova hanno l’incarico d’essere ministri del regno di Geova, rappresentanti di Cristo Gesù. (Isa. 43:10-12; 52:7, 8; 61:1-3; Matt. 24:14; 2 Cor. 5:20) Quindi, anche in Russia, con le loro Bibbie essi continuano a predicare la buona notizia dentro e fuori i campi di prigionia. (Matt. 24:9; 28:19, 20; Mar. 13:9-11; Luca 21:12, 13; Apoc. 2:10) Essi celebrano il Memoriale, privatamente o insieme, nelle cantine, nei boschi, nei campi, e isolati. Sono pronti ad affrontare ogni ostacolo e cercano di sormontarlo, ma non faranno compromessi con questo vecchio mondo. — Gioele 2:4-9; Filip. 1:28.
La Bibbia in Russia sussisterà. I testimoni di Geova la usano; e mentre la United Press l’anno scorso riportò che il libro più diffusamente letto nel mondo sarà “di nuovo disponibile in Russia nel prossimo mese [cioè nel gennaio 1956]”, esso è stato proibito dai comunisti per trentotto anni. Anche ora, come ha indicato la United Press, soltanto alcune Bibbie saranno stampate: “La composizione è stata fatta, e i sacerdoti del patriarcato di Mosca leggevano le ultime bozze. La prima edizione, fissata per gennaio, sarà limitata, poiché la Chiesa deve comprare la carta e pagarne la stampa al governo; ma a suo tempo la Chiesa spera di distribuire la nuova Bibbia in tutta l’Unione Sovietica”.
Sarà la Bibbia distribuita in grande quantità in tutta la Russia?
Quando lo sarà, i testimoni di Geova la spiegheranno al popolo. Finché i capi comunisti e i loro sostenitori hanno paura della verità, questa loro nuova Bibbia, in lingua russa, sotto il regime comunista potrà avere soltanto una distribuzione limitata. Certamente non sarà consegnata ai testimoni di Geova, poiché nelle loro mani è come dinamite. Quindi ad essi continuerà ad essere proibita.
Il libro più diffusamente letto nel mondo sarà letto anche in Russia prima della guerra di Geova ad Armaghedon? — Apoc. 16:13-16; Ger. 25:32, 33; Isa. 34:1-4; Sof. 2:1-3; Atti 2:19-21.
Certo soltanto quelli che cercano Geova, gli affamati di verità e giustizia, sì, soltanto quelli che vogliono combattere la “giusta contesa della fede” (1 Tim. 6:12, NM), soltanto quelli pronti a deporre la loro vita per la verità (Apoc. 12:11), essi soli vedranno e comprenderanno la Bibbia, non solo in Russia ma in tutto il resto del mondo.
(Vorrete leggere in un nostro prossimo numero il racconto diretto di un uomo che fu uno dei settemila portati nei boschi della Russia, come menzionato a pagina 250 di questo numero. La sua storia personale è intitolata: “Ho vissuto in esilio nella Siberia”. Non mancate di leggerla!)
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Completamento del cànone della BibbiaLa Torre di Guardia 1956 | 15 aprile
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Lezione 8
Completamento del cànone della Bibbia
FRA i libri canonici delle Scritture Ebraiche e l’inizio delle Scritture Greche v’è un distacco di secoli. Potremmo chiedere: Perché questo distacco, che cominciò prima dell’anno 280 a.C., data in cui il cànone ebraico fu tradotto in greco per costituire la versione greca dei Settanta? Perché evidentemente ciò che ebbe luogo durante questi secoli fino alla venuta del Signore Gesù Cristo non era di nessun valore tipico. In questo intervallo si permise che la religione si sviluppasse fra i Giudei in modo più subdolo che non la volgare idolatria praticata precedentemente. Modo più subdolo per il fatto che procurò di mettere in disparte o sopprimere l’ispirato cànone della Parola di Dio facendo fiorire una vasta quantità di scritti tradizionali, conosciuti come Talmud ebraico.
Prima di considerare il cànone delle Scritture Greche, diremo sul cànone ebraico e sul suo completamento qualche cosa che ci dà vera autorità per accettarlo. Principalmente è confermato nei detti e scritti del Signore Gesù Cristo e dei suoi apostoli. Poiché accettarono il cànone ebraico quale ispirata Parola di Dio essi si riferivano ad esso continuamente, facendone citazioni brevi e lunghe. L’enciclopedia inglese di McClintock e Strong riporta che nelle Scritture Greche dopo
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