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  • L’uomo fu creato con l’istinto di adorare
    La Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
    • possedere istinti inconsci e stimoli sessuali; però molti hanno dimenticato di essere anche creature spirituali’. . . .

      “Parlando dei concetti della sua scuola, il dottor Frankl dice: ‘Noi riconosciamo che l’uomo è spesso più religioso di quanto creda. Hanno dato la loro vita più uomini per ideali spirituali che per l’amore sessuale: come possono dunque gli psichiatri, con logica, insistere tanto sui moventi sessuali e trascurare altri interessi riconosciuti altrettanto forti?’”

      Gli animali possono vivere senza adorare Geova, poiché sono stati fatti senza questo istinto. Possono farne a meno senza conseguenze nocive. Ma dato che gli uomini sono stati creati per adorare il loro Fattore, dal trascurare tale istinto derivano terribili afflizioni. Essi si degradano dannosamente fino a diventare “come gli irragionevoli animali nati secondo natura per essere presi e distrutti”. Rigettando le cose spirituali e considerandosi soltanto animali biologici, essi infine partecipano al destino degli animali. — 2 Piet. 2:12, NW.

  • Lavorate senza indugiare o lamentarvi
    La Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
    • Lavorate senza indugiare o lamentarvi

      COME cristiani, ci siamo dedicati a fare la volontà di Dio secondo l’esempio di Cristo Gesù. Fare la sua volontà significa, naturalmente, lavorare. Che specie di lavoro? Quello di fare discepoli persone di tutte le nazioni, predicando la buona notizia del regno di Geova. E come faremo questo lavoro? Senza indugiare: “Non vi attardate nel vostro lavoro”. E senza lamentarci: “Che ha da lamentarsi l’uomo che vive, . . .? Esaminiamo la nostra condotta, ricerchiamola, e torniamo al Signore [Geova]”. — Rom. 12:11, NW; Lam. 3:39, 40, Ti.a

      Nessun altro lavoro è più importante di quello che è stato dato da fare a noi cristiani, ed il tempo per compierlo è assai limitato. Nello Sceol non possiamo fare certamente alcun lavoro. Inoltre, la fede senza opere è morta. Non sono queste buone ragioni per non indugiare? — Eccl. 9:10; Giac. 2:26.

      Per essere in grado di compiere il nostro lavoro diligentemente e senza lamentarci dobbiamo formare la giusta attitudine mentale, addestrare i nostri pensieri. Dobbiamo trovar diletto nella legge di Geova e meditare su di essa giorno e notte. Infatti, non possiamo lavorare efficacemente se non siamo contenti, e se non troviamo nel lavoro felicità e gioia. Le lamentele degli schiavi si ripercuotono sfavorevolmente sul loro Padrone. Osiamo noi biasimare Geova Dio? — Sal. 1:2.

      Nutrendo la nostra mente con la giusta specie di cibo spirituale diverremo previdenti, forti nella speranza e nella fede, come Giosuè e Caleb, e non come le altre dieci spie. Vogliamo entrare nel promesso nuovo mondo, ma se ci lamentiamo non vi entreremo, così come i lamentatori Israeliti non entrarono nella terra promessa. — Deut. 1:34-40.

      Inoltre, dobbiamo essere contenti di qualsiasi incarico Geova si compiaccia di affidarci nella sua organizzazione, senza brontolare come fecero Aaronne e Miriam contro Mosè, a causa dei suoi maggiori privilegi. Non è quello che abbiamo o che sappiamo che conta, ma ciò che stiamo facendo con quello che abbiamo. La cosa da fare è essere contenti del nostro posto cercando di migliorare la nostra capacità. L’avanzamento e la responsabilità spettano soltanto ai maturi. E una volta affidatici i carichi che accompagnano la responsabilità, non lamentiamoci a causa del loro peso, come una volta fece Mosè, ma, con l’aiuto di Geova, portiamoli gioiosamente.

      Neppure abbiamo motivi plausibili di lamentarci per essere stati corretti e castigati dall’organizzazione di Geova. Veramente, ciò potrebbe far male al momento, ma se mediante questo impariamo, siamone felici, poiché ogni correzione ci aiuta a tenerci sulla via della vita eterna. E se ci dovesse essere un contrasto o un malinteso con un altro, invece di lamentarci perché non andiamo da lui, disposti a fare qualche concessione e guadagnare così il nostro fratello? — Ebr. 12:11.

      Nemmeno la persecuzione offre buon motivo per lamentarci. Geova è onnisapiente, onnipotente e amorevole. Egli dirige l’opera e non ha chiesto consiglio a noi. Se abbiamo la libertà di predicare liberamente, usufruiamo del vantaggio delle nostre opportunità, e se dovessimo subire persecuzione o essere rinchiusi in prigione, possiamo ancora essere felici, perché soffrire per la giustizia è un privilegio. Ed anche qui possiamo testimoniare, poiché la Parola di Dio non è legata. — Matt. 5:10-12; 2 Tim. 2:9.

      Avendo un felice Dio, un felice Re, un felice messaggio, non indugiamoci e non lamentiamoci, ma piuttosto siamo felici, sempre contenti di quello che Geova ci ha dato da fare e assolvendo bene la responsabilità affidataci.

      [Nota in calce]

      a Per dettagli vedere La Torre di Guardia del 1º maggio e 15 settembre 1953.

  • È necessario un mutamento di cuore
    La Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
    • È necessario un mutamento di cuore

      FINO a quando continuerà la lotta fra tirannia e libertà? Rispondendo a questa domanda il segretario generale delle Nazioni Unite, Dag Hammarskjold, disse: “Finché gli esseri umani sono esseri umani”. Perché il signor Hammarskjold espresse tale veduta pessimistica della lotta? Perché, secondo lui, “questa non è in fondo una lotta fra i sistemi politici e le loro ideologie, ma una lotta che si combatte entro e per i cuori degli uomini, compreso il nostro”. “Anche in un ristretto senso politico della parola democrazia”, osservò inoltre il signor Hammarskjold, “noi siamo ancora molto lontani dalla meta”. — Times di New York, 14 febbraio 1954.

      Questa, dunque, è la spiegazione dell’attuale guerra dell’Indocina, della dissensione sulla Corea, della questione razziale dell’Africa del Sud, dei rapporti tesi fra l’India e il Pakistan e fra gli Arabi e la nazione d’Israele, e spiega perché la guerra fredda fra l’Oriente e l’Occidente, con la sua corsa alle armi atomiche e all’idrogeno, va peggiorando. L’organizzazione delle Nazioni Unite potrà avere una struttura imponente, ma che cosa possiamo attenderci da essa quando gli elementi che la compongono non hanno nessuna forza intrinseca, nessuna rettitudine di cuore, e quando non c’è nessuna cooperazione fra loro, nessun altruismo, nessun amore del prossimo?

      La Bibbia, la Parola di Dio, rivela dovutamente l’importanza del cuore. Essa ci ammonisce: “Custodisci il tuo cuore più d’ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita”. E per mezzo d’essa Dio ci dice: “Figliuol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie”. Siccome “Dio è amore”, dargli il nostro cuore e seguire le sue vie significa allontanarci da una condotta

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