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Aiuta il tuo bambino perché impari a parlareSvegliatevi! 1977 | 22 novembre
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è parlato prima, vi è il massimo bisogno di pazienza e tenerezza da parte dei genitori. Evitate di correggere e assillare costantemente; cercate invece di far sì che il piccolo non pensi al suo difetto nel parlare. Spesso, quando la sua mente dimentica l’impedimento, il bambino riesce a parlare normalmente.
Inoltre, è importante far capire ai fratelli e alle sorelle maggiori la necessità di trattare il balbuziente con tenero affetto, non interrompendolo sempre quando cerca di parlare, provocando così frustrazione e ansietà.
In effetti, i princìpi cristiani espressi nella Bibbia su come trattare i bambini sono inestimabili nell’aiutare il bambino che abbia un difetto nel parlare e che quindi è spesso definito “lento nell’apprendere”.
“Tenero affetto”, “longanimità”, “mitezza”, “padronanza di sé”: queste qualità mostrate dai genitori possono fare molto per alleviare il problema. — 1 Tess. 2:7, 8; Gal. 5:22, 23.
Parla dunque al tuo bambino, dall’infanzia. Leggi al tuo bambino, dall’infanzia. Tienitelo vicino, con dolcezza, con amore, dall’infanzia. Queste cose contribuiranno allo sviluppo del linguaggio del piccino e avranno effetti positivi sulla sua personalità e sulla sua capacità di apprendimento.
Come nessun altro strumento, forse, la capacità del bambino di parlare con chiarezza e comunicare i suoi pensieri, i suoi bisogni e desideri influirà sul suo successo personale, lo aiuterà a sentirsi utile e felice. Insieme al tuo bambino, dunque, usa correttamente il miracoloso dono di Dio della parola. In seguito, con quel dono esclusivamente umano che sono le parole, tuo figlio probabilmente ti dirà: “Grazie. Sono lieto che tu abbia avuto cura di me”.
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“Duplice approvazione”Svegliatevi! 1977 | 22 novembre
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“Duplice approvazione”
Parlando degli effetti della televisione sui più piccini, il dott. Thomas Harris dà ai genitori molto su cui riflettere. Dopo aver descritto che la piccola mente opera come un registratore, egli dichiara: “Il bambino di tre anni che siede davanti al televisore per parecchie ore al giorno registra ciò che vede. I programmi che guarda sono un ‘insegnamento’ di vita. Se guarda programmi pieni di violenza, credo che registri violenza. . . . Questa conclusione è certa se i genitori non esprimono disapprovazione cambiando canale. Se a loro piacciono programmi violenti, il piccolo ha una duplice approvazione, quella del televisore e quella dei suoi, e presume sia permesso esser violenti purché si ricevano abbastanza ingiustizie”.
Sì, non basta evitare personalmente dimostrazioni di violenza in casa nostra. Rimane la domanda: Con i nostri svaghi abituali mostriamo di ‘approvarla’ agli occhi dei nostri figli?
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Come nasce un’automobileSvegliatevi! 1977 | 22 novembre
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Come nasce un’automobile
CHE fatica essere un’automobile! Con i tempi che corrono, la mia vita è sempre più in pericolo. Ogni giorno sono esposta alle intemperie, devo sopportare il freddo gelido o il caldo tropicale, continui sobbalzi, corse pazze, curve vertiginose, ruzzoloni e . . . anche scontri paurosi! E, se per disgrazia mi “ammalo” e mi fermo, mi coprono di insulti e mi curano a malincuore.
Infine, dopo tante avventure, sarò abbandonata in un cimitero di automobili alla periferia di qualche città, piena di acciacchi e divorata dalla ruggine. Questo è ciò che mi aspetta da quando esco nuova scintillante dal luogo dove sono nata. Ma, vi siete mai chiesti come nasce un’automobile?
È una storia interessante e voglio raccontarvela.
Alla ricerca dell’auto ideale
Nella grande “casa” dove sono nata, lavorano migliaia di persone suddivise in vari settori e dipartimenti con funzioni precise da svolgere. Siccome lavorano per noi automobili, le consideriamo, con un po’ di vanto, le nostre persone di servizio.
Un gruppo di queste persone si interessa dell’andamento mondiale del mercato dell’automobile; esse hanno a disposizione molti dati delle vendite e raccolgono informazioni sui gusti del pubblico per sapere quali sono i modelli più richiesti. Preparano delle statistiche e, tenendo in considerazione anche la situazione economica dei vari paesi, fanno delle previsioni sul tipo di automobile che, in futuro, potrebbe avere maggior successo in un dato paese o area di mercato. Ad esempio, in Europa sono più richieste le automobili di piccola e media cilindrata; nelle Americhe e nei paesi più industrializzati dell’Africa, preferiscono le automobili di media e grossa cilindrata. Poi ci sono altri fattori ambientali e culturali da non trascurare.
Il problema è riuscire a trovare l’auto ideale. E fu così che dopo lunghe elaborazioni e consultazioni pensarono di far nascere un’automobile come me: di media cilindrata, confortevole, con una linea moderna che piacesse un po’ a tutti.
L’idea venne presentata alla Direzione Generale che, dopo averla esaminata, diede il via al progetto.
L’auto ideale assume una forma
Si trattava ora di darmi una forma: quale sarebbe stata la mia linea? A risolvere questo problema ci pensarono un gruppo di stilisti, che si possono paragonare ai sarti di alta moda. Essi si misero al lavoro con entusiasmo per prepararmi un bel “vestito” che gli uomini chiamano carrozzeria e, dalla loro fantasia, scaturirono diversi modelli. Dopo averli valutati ne scelsero uno che sembrava essere quello ideale: un modello aerodinamico, affinché non facessi tanta fatica a penetrare nell’aria; un modello che in proporzione al volume totale riservava il massimo spazio all’abitacolo e al vano bagagli. Nel mio interno previdero dei sedili anatomici che si adattassero al corpo dei passeggeri.
Tutti gli accessori all’interno, quali il volante, il piano portaoggetti, e altri comandi, furono progettati in materiali morbidi quando era possibile, con superfici opache antiriflesso, e con gli spigoli arrotondati per salvaguardare la vostra incolumità in caso di incidente.
Dopo aver deciso a grandi linee il mio “vestito”, prepararono un modello di
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