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L’organizzazione teocratica fra democrazie e comunismoLa Torre di Guardia 1972 | 1° aprile
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(Deut. 19:12; 21:2-20; 22:15-18; 25:7-9) La storia biblica mostra che questo si avverò nelle città e nei paesi della terra d’Israele. (Giud. 8:14-16; 1 Re 21:8-11; Esd. 10:14) Questo avveniva anche ai giorni di Gesù Cristo e dei suoi apostoli. Quando cominciò a dir loro che avrebbe subìto una morte violenta, dichiarò loro che “doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose dagli anziani e dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso”. (Matt. 16:21) Questi non erano semplicemente uomini di età avanzata, ma avevano il rango ufficiale di “anziani”. Questi uomini erano associati ai capi sacerdoti e agli scribi all’arresto e al processo di Gesù. (Matt. 26:47 a 27:41) Questi “anziani” si unirono ai capi sacerdoti nel corrompere gli uomini che erano stati di guardia alla tomba di Gesù, perché dicessero che egli non era risuscitato ma il suo corpo era stato rubato dai suoi discepoli. — Matt. 28:12.
18. (a) Come per Gesù, per mano di chi dovettero soffrire i suoi apostoli? (b) Questi furono “anziani” in qual senso, e alle loro adunanze che cosa dovevano avere, e per quanto tempo?
18 Come Gesù Cristo, i suoi apostoli dovevano soffrire per mano degli “anziani” associati ai capi sacerdoti. Quando gli apostoli Pietro e Giovanni furono liberati dopo la prigionia e il processo, allora, come dice il racconto, “essi andarono dai propri compagni e comunicarono le cose dette loro dai capi sacerdoti e dagli anziani”. (Atti 4:5-23) Tutto questo serve a mostrare che questi associati dei sommi sacerdoti erano ufficialmente “anziani”. Le città dell’antico Israele non avevano quelli che si chiamano “sindaci”, ma avevano il loro consiglio di “anziani”. Tale consiglio doveva avere un presidente o ufficiale autorizzato a presiedere, e probabilmente la presidenza veniva assunta da loro a turno, avendo ciascun membro il suo turno per un periodo. In che modo quelli qualificati fossero resi “anziani” non è mostrato.
19. (a) Quindi quale domanda sorge circa la nuova teocrazia di Dio dalla Pentecoste del 33 E.V.? (b) Quale suggerimento è stato dato riguardo agli “anziani”, e quali domande fa sorgere questo suggerimento?
19 Quando il circonciso Israele naturale cessò di essere una teocrazia e Geova stabilì la sua teocrazia sulla chiesa o congregazione dei discepoli del suo Figlio dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi, ebbe anche questa nuova organizzazione teocratica ufficialmente degli “anziani”? È stato supposto che, rispetto alla congregazione cristiana, “tutti gli unti di Dio sono anziani”.b Questa applicazione includerebbe anche le donne che a causa della loro dedicazione a Dio seguìta dal battesimo in acqua e dalla generazione mediante lo spirito di Dio furono unte con il suo spirito. Ma che cosa mostrano in effetti le caratteristiche dell’organizzazione teocratica cristiana del primo secolo? Mostrano forse che nella congregazione cristiana non debba ufficialmente insediarsi come “anziano” nessun uomo dedicato e battezzato? Vediamo.
20. (a) Secondo la citazione che Pietro fece di Gioele 2:28, 29, che specie di uomini sarebbero stati nella congregazione cristiana? (b) Secondo le parole usate in Gioele 2:28, perché questi potevano essere ufficiali “anziani” o solo semplici “vecchi”?
20 La citazione di Gioele 2:28, 29 che l’apostolo Pietro fece il giorno di Pentecoste del 33 E.V. mostrò che nella congregazione cristiana c’erano “vecchi”, i quali avrebbero ‘sognato sogni’. Ma quando questa profezia è resa nel greco, la Versione dei Settanta usa la parola greca pres·byʹte·ros, che in realtà significa, in italiano, “presbitero” o “anziano”. Questo avviene perché la parola ebraica (za·qenʹ) usata in Gioele 2:28 è la parola regolarmente applicata agli “anziani”, come a quegli anziani delle città e via dicendo. La parola ebraica, comunque, può anche significare persone vecchie, come Abraamo e Sara. (Gen. 18:11; 25:8) In ogni modo, questi presbiteri, anziani o “vecchi” di Gioele 2:28 e Atti 2:17 furono parte di “ogni sorta di carne” su cui Geova avrebbe versato il suo spirito negli “ultimi giorni”. Essi potrebbero essere gli ufficiali “anziani” o semplicemente dei “vecchi”.
21. (a) Il “soccorso” da Antiochia a Gerusalemme a chi fu specificamente mandato, e che cosa indica questo riguardo alla congregazione primitiva? (b) Che cos’è un “presbitero”?
21 Ci furono, comunque, nella congregazione cristiana primitiva “vecchi” o anziani o presbiteri ufficiali? Per appagarci su questo punto, rivolgiamoci ad Atti 11:30. Il profeta cristiano Agabo aveva predetto che “una grande carestia stava per abbattersi sull’intera terra abitata”, carestia che storicamente ebbe luogo sotto il regno dell’imperatore Claudio. I discepoli di Cristo nella città di Antiochia di Siria determinarono dunque di mandare soccorsi ai loro fratelli cristiani bisognosi nella provincia romana della Giudea. Ora a chi questi che fecero la contribuzione mandarono specificamente questo soccorso (di·a·ko·niʹa, greco)? Il racconto dice: “E questo fecero, inviandolo agli anziani [presbiteri] per mano di Barnaba e Saulo”. (Atti 11:27-30) Quindi gli “anziani”, presbiteri, erano i diretti incaricati e questi funzionari fecero in modo che fosse distribuito alle congregazioni della Giudea. Il Third New International Dictionary di Webster definisce “presbitero” come “un funzionario della primitiva congregazione cristiana incaricato del compito di provvedere la direttiva in qualità di sorvegliante solitamente su una congregazione locale”. Mediante le Sacre Scritture possiamo trovare se questa definizione è corretta o no.
DI CHI ERA COMPOSTO IL CORPO DIRETTIVO?
22. A chi la congregazione di Antiochia sottopose la questione della circoncisione, chi ricevette i loro rappresentanti e in seguito chi vi si radunò per considerare questa questione?
22 Quando la questione di circoncidere i non Giudei convertiti al cristianesimo divenne in Antiochia di Siria un’accanita contesa, da chi mandò quella congregazione perché la contesa fosse risolta? “A Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per questa disputa”. Arrivati a Gerusalemme, Paolo e Barnaba e gli altri di Antiochia da chi furono ricevuti? “Dalla congregazione e dagli apostoli e dagli anziani [presbiteri]”. In questo racconto notiamo che sia gli “anziani” che gli apostoli sono distinti dalla congregazione. Non l’intera congregazione di Gerusalemme, ma gli “apostoli e gli anziani si radunarono per considerare la questione”. — Atti 15:2, 4, 6.
23. Chi favorì l’invio alle congregazioni del decreto di Gerusalemme, e chi firmò l’emanazione del decreto?
23 Dopo la decisione contro la circoncisione dei nuovi convertiti gentili, poi, come dice il racconto, “gli apostoli e gli anziani [presbiteri] insieme all’intera congregazione favorirono l’invio ad Antiochia con Paolo e Barnaba di uomini eletti fra loro, cioè Giuda che era chiamato Barsabba e Sila, uomini conduttori tra i fratelli; e per loro mano scrissero: ‘Gli apostoli e i fratelli anziani a quei fratelli di Antiochia e di Siria e di Cilicia che sono delle nazioni [Gentili]: Salute!’” — Atti 15:22, 23.
24. Chi furono alcuni di quegli “anziani”, e in quale qualità agirono gli apostoli e gli anziani, e chi fu il presidente nell’adunanza?
24 Risulta così che gli apostoli e quegli associati “anziani” (presbiteri) agirono da corpo direttivo per tutte le congregazioni cristiane in tutta la terra, ma ebbero l’appoggio della congregazione di Gerusalemme. Fra quegli “anziani” erano Giacomo fratellastro di Gesù Cristo, e Giuda (Barsabba) e Sila (Silvano). (2 Cor. 1:19; 1 Tess. 1:1; 2 Tess. 1:1; 1 Piet. 5:12) Di solito si comprende che in questa adunanza del corpo direttivo a Gerusalemme, questo anziano (presbitero) chiamato Giacomo figlio di Maria agì da presidente. Ma il fatto che egli propose il decreto e il suo contenuto riguardo ai necessari obblighi dei nuovi convertiti Gentili non rende certa, di per sé, tale presidenza. — Atti 15:13-21.
25. Nelle città visitate, Paolo e Sila consegnarono i decreti emanati da chi, e che cosa è indicato circa quelli associati agli apostoli per la decisione sul decreto?
25 Atti 16:4 riferisce sui movimenti dell’apostolo Paolo e del suo compagno Sila (membro del corpo direttivo), dicendo: “Or mentre viaggiavano per le città [dell’Asia Minore] trasmettevano a quelli che erano in esse, per osservarli, i decreti emessi dagli apostoli e dagli anziani in Gerusalemme”. Il fatto che questi “anziani” fossero associati con gli apostoli e fossero parte del corpo direttivo cristiano rende certo che essi erano ufficialmente “anziani”, presbiteri.
26. Nel suo ultimo viaggio a Gerusalemme, con chi Paolo tenne a Mileto un’adunanza di addio, e che cosa indica Atti 21:17, 18 in quanto a quelli che costituivano la congregazione di Gerusalemme?
26 Anni dopo l’apostolo Paolo faceva il suo ultimo viaggio a Gerusalemme. Egli si fermò al porto di Mileto e si mise in contatto con la vicina congregazione di Efeso, nell’Asia Minore. Mandò forse a chiamare l’intera congregazione di Efeso perché facesse loro una visita di addio? Ecco ciò che ci narra Atti 20:17: “Comunque, da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani [presbiteri] della congregazione”. La congregazione di Efeso ebbe dunque i suoi ufficiali “anziani”. Atti 21:17, 18 ci rammenta che la congregazione di Gerusalemme pure ebbe tali funzionari, poiché qui leggiamo la relazione del dott. Luca: “Essendo entrati a Gerusalemme, i fratelli ci ricevettero lietamente. Ma il giorno dopo Paolo entrò con noi da Giacomo; e tutti gli anziani erano presenti”. Giacomo il fratellastro di Gesù Cristo era pure uno di quegli “anziani”. In Galati 2:9 Paolo parla di Giacomo come di una colonna spirituale, dicendo: “Giacomo e Cefa [Pietro] e Giovanni, quelli che sembravano essere le colonne, diedero a me e a Barnaba la destra di comune partecipazione”.
27. Secondo I Timoteo 5:17, chi doveva essere riconosciuto degno di doppio onore, e perché, e le preghiere di chi erano specialmente benefiche?
27 Come rendendo testimonianza alla natura ufficiale dell’“anziano” (o presbitero) della congregazione, l’apostolo Paolo scrisse a Timoteo, verso gli anni dal 61 al 64 E.V., queste istruzioni: “Gli anziani che presiedono in modo eccellente siano ritenuti degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nel parlare e insegnare”. (1 Tim. 5:17) Così tali “anziani” presiedevano ufficialmente la congregazione e operavano parlando e insegnando la Bibbia. Secondo Giacomo 5:14 le preghiere di tali “anziani” erano specialmente benefiche.
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Funzionari nominati nell’organizzazione teocraticaLa Torre di Guardia 1972 | 1° aprile
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Funzionari nominati nell’organizzazione teocratica
1. Quali domande suscita I Pietro 5:1-3 sulla questione se tutti i membri della congregazione fossero “anziani”?
VERSO gli anni dal 62 al 64 E.V. l’apostolo Pietro, mentre era a Babilonia in Mesopotamia, ebbe da scrivere qualche cosa intorno agli “anziani”. Egli dice: “Perciò, agli anziani [presbiteri] fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. (1 Piet. 5:1-3) Se, ora, tutto il “gregge di Dio” dovessero considerarsi come “anziani”, qual era il significato della dichiarazione di Pietro circa gli “anziani fra voi”? E poi, come poteva dirsi che quel gregge di Dio era “affidato alla vostra cura”, cioè affidato alla cura degli “anziani”? Come avrebbero potuto ‘pascere il gregge’ se tutto il gregge fossero stati “anziani” e quindi tutti pastori?
2. Perché quelli ai quali Pietro qui si rivolgeva erano pure ufficialmente “anziani”, e con quanti “anziani” la congregazione di Gerusalemme ebbe inizio alla Pentecoste del 33 E.V.?
2 L’apostolo Pietro si classifica come “anziano” con gli “anziani” ai quali si rivolge. Se Pietro fu dunque un “anziano” in senso ufficiale, quelli ai quali si rivolgeva erano pure ufficialmente “anziani”. Per certo un apostolo di Gesù Cristo doveva essere un “anziano”. Di conseguenza, quando la congregazione cristiana ebbe inizio il giorno di Pentecoste del 33 E.V., ebbe dodici “anziani” ufficiali, cioè i dodici apostoli di Gesù Cristo. (Atti 1:13 a 2:37) Quegli apostoli furono tutti come Pietro essendo ciascuno “testimone delle sofferenze del Cristo”, perché erano stati associati insieme dal tempo del battesimo di Gesù fino alla sua ascensione al cielo. (Atti 1:21, 22; 1 Piet. 5:1) Come ufficiali “anziani” quegli apostoli “faticarono nel parlare e insegnare”, dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi. — 1 Tim. 5:17; Atti 2:37-42; 4:33; si paragonino II Giovanni 1 e III Giovanni 1.
COME FURONO RESI “ANZIANI”
3. (a) Come i dodici apostoli furono resi “anziani”? (b) Secondo Atti, capitolo 14, in relazione con che cosa apprendiamo che furono costituiti allora gli “anziani” in altre congregazioni?
3 Gli undici apostoli fedeli di Gesù Cristo erano stati suoi discepoli, alcuni per più di un anno prima che egli li nominasse apostoli. (Giov. 1:35 a 2:2; Matt. 4:12-22; 10:1-4; Luca 6:12-16) Conseguentemente furono resi “anziani” (presbiteri) essendo nominati da Gesù. Il successivo dodicesimo apostolo chiamato Mattia fu scelto a sorte dopo l’ascensione di Gesù al cielo, e quindi non per nomina d’uomo. (Atti 1:15-26) Come furono posti nell’incarico i successivi “anziani” della congregazione di Gerusalemme, nonché gli “anziani” delle altre congregazioni stabilite dopo la Pentecoste del 33 E.V.? Questo ci è indicato negli Atti degli Apostoli, al capitolo quattordici. L’apostolo Paolo faceva il suo primo giro missionario con Barnaba e giunse a Derbe, Iconio, Listra e Antiochia di Pisidia nell’Asia Minore, istituendovi congregazioni. Al loro ritorno visitarono queste giovani congregazioni.
4. Come “anziani” furono costituiti nelle congregazioni rivisitate da Paolo e Barnaba, e come questo metodo fu teocratico?
4 Come queste congregazioni istituite di recente ebbero i loro “anziani”? Atti 14:22, 23 ce lo narra, dicendo che Paolo e Barnaba andavano “rafforzando l’animo dei discepoli, incoraggiandoli a rimanere nella fede e dicendo: ‘Dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni’. Inoltre, costituirono per loro [in ciascuna] congregazione degli anziani e, pregando con digiuni, li affidarono a Geova in cui eran divenuti credenti”. Manifestamente, quindi, le congregazioni non costituirono i loro propri “anziani” con un voto o elezione popolare fra i loro membri. Questo non potrebbe chiamarsi un metodo “democratico” d’insediare “anziani”. Paolo era stato scelto come apostolo da Gesù Cristo ed egli e Barnaba erano stati mandati in questo viaggio missionario da Antiochia con istruzioni dello spirito santo di Dio. La loro nomina di “anziani” nelle congregazioni fu dunque teocratica. — Atti 13:1-4.
5. Che cosa Paolo scrisse a Tito di fare circa le congregazioni in Creta, e quali requisiti Tito doveva osservare?
5 Anni dopo, verso gli anni dal 61 al 64 E.V., in seguito alla liberazione di Paolo dalla sua prima prigionia in Roma, egli scrisse al suo conservo Tito, che era allora nell’isola di Creta. Paolo disse: “Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu corregga le cose che sono difettose e faccia nomine di anziani di città in città, come ti ho ordinato”. (Tito 1:5) Quindi Paolo stabilì le esigenze per la nomina ad “anziano”, aggiungendo: “Se vi è alcuno libero da accusa, marito d’una sola moglie, che abbia figli credenti non accusati di dissolutezza né di insubordinazione. Poiché il sorvegliante dev’esser libero da accusa quale economo di Dio, non caparbio, non incline all’ira, non ebbro schiamazzatore, non percotitore, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante della bontà, sano di mente, giusto, leale, padrone di sé, che si attenga fermamente alla fedele parola in quanto alla sua arte d’insegnare, affinché sia in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di rimproverare quelli che contraddicono”. — Tito 1:6-9.
6. Come Paolo usava qui i termini “anziani” e “sorveglianti”, e com’è mostrato questo?
6 Cominciando a parlare dei requisiti per essere nominato “anziano” e proseguendo poi col dire che “il sorvegliante dev’esser libero da accusa”, e così via, Paolo mostra che l’“anziano” è anche “sorvegliante” (e·piʹsko·pos, greco). Quindi nello stesso tempo in cui Tito nominava “anziani” egli nominava anche sorveglianti nella congregazione. Così Paolo usa qui le parole “anziani” e “sorveglianti” come sinonimi, come per esprimere la stessa idea, come termini scambievoli. Il sorvegliante dev’essere dunque un “anziano” e l’“anziano” deve adempiere i doveri di un sorvegliante. Paolo mostrò questo a Mileto.
7. Da Mileto, chi mandò Paolo a chiamare a Efeso, e che cosa disse loro?
7 Leggiamo: “Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della congregazione. Quando furono giunti da lui disse loro: ‘. . . Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti [e·piʹsko·poi, greco], per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio’”. — Atti 20:17-28.
8. Come i visitatori di Paolo erano stati resi “anziani”, quale servizio erano obbligati a compiere, e verso chi erano primariamente responsabili?
8 Secondo queste parole, quegli “anziani” erano stati posti nell’incarico non mediante alcuna elezione o votazione democratica, ma mediante la nomina dello spirito santo di Dio che agiva per mezzo del visibile corpo direttivo su tutte le congregazioni. Essendo stati così nominati per essere “anziani” (presbiteri) essi erano simultaneamente nominati per essere “sorveglianti”, e il dovere del sorvegliante li obbligava ad agire quali pastori del gregge, la congregazione di Dio. Essi dovevano rendere conto primariamente non al corpo direttivo, ma al Grande Sorvegliante, Geova Dio. (1 Piet. 2:25; Isa. 53:6) Le parole che Paolo rivolse agli “anziani” di Efeso concordano con quelle dell’apostolo Pietro, che disse agli “anziani fra voi” di pascere il gregge di Dio. — 1 Piet. 5:1, 2.
SORVEGLIANTI E SERVITORI DI MINISTERO
9. (a) In quanto a occupare il posto lasciato vacante dall’infedele Giuda, com’è indicato che gli apostoli erano “sorveglianti”? (b) Con quanti “sorveglianti” cominciò la congregazione di Gerusalemme alla Pentecoste del 33 E.V.?
9 L’apostolo Pietro e gli altri undici apostoli non furono solo “anziani”, ma anche “sorveglianti”. Questo fu evidente al tempo in cui Pietro raccomandò alla congregazione di Gerusalemme di occupare il posto che era stato lasciato vacante dall’infedele apostolo Giuda. Come invitando a far questo, fu da Pietro citato Salmo 109:8, allorché disse: “È scritto nel libro dei Salmi: . . . ‘Prenda qualche altro il suo incarico di sorveglianza’”. (Atti 1:20) La parola ebraica per “incarico di sorveglianza” nella versione greca dei Settanta fu resa con la parola e·pi·sko·peʹ, che si riferisce all’incarico del sorvegliante (e·piʹsko·pos, greco). Logicamente, quindi, l’incarico di un apostolo era l’incarico di un sorvegliante, e gli apostoli erano sorveglianti nominati da Gesù Cristo. Per questa ragione, il giorno di Pentecoste del 33 E.V., la congregazione di Gerusalemme di circa centoventi membri ebbe inizio con dodici sorveglianti. (Atti 1:15 a 2:43) In seguito mentre erano nominati “anziani” perché aiutassero ad aver cura della crescente congregazione, in essa prestavano servizio più di dodici sorveglianti.
10. (a) Quando Paolo da Mileto mandò a chiamare a Efeso, come si aveva cura della sorveglianza della congregazione efesina? (b) Secondo Filippesi 1:1, com’era servita la congregazione di Filippi?
10 Circa ventitré anni dopo quella Pentecoste, quando Paolo era in viaggio verso Gerusalemme e si fermò a Mileto, la congregazione della vicina Efeso aveva un dato numero di sorveglianti, poiché tutti gli “anziani” che egli convocò erano sorveglianti. (Atti 20:17-28) Quattro o cinque anni dopo la congregazione di Filippi in Macedonia aveva un dato numero di sorveglianti e anche un dato numero di servitori di ministero che agivano da assistenti dei sorveglianti. Per questo Paolo, scrivendo da Roma, cominciò la sua lettera alla congregazione di quella città, dicendo: “Paolo e Timoteo, schiavi di Cristo Gesù, a tutti i santi uniti a Cristo Gesù che sono in Filippi, insieme ai sorveglianti [e·piʹsko·poi] e ai servitori di ministero [di·aʹko·noi, greco]”. — Filip. 1:1.
11. Giudicando dalla congregazione di Filippi, in che modo tutte le altre congregazioni avevano uomini sufficienti, in contrasto col successivo sistema dei “vescovi”?
11 Da ciò si comprende senza sbagliare che la congregazione filippese aveva più di un sorvegliante e più di un servitore di ministero [di·aʹko·nos]. Questo avveniva senza dubbio in tutte le altre congregazioni cristiane del primo secolo che avevano un numero di uomini competenti tale da provvedere sorveglianti e servitori di ministero per le loro necessità. Fu uno sviluppo ulteriore dopo la morte dei dodici apostoli quello di avere un sorvegliante su una congregazione o su parecchie congregazioni in una certa zona.a
“CORPO DI ANZIANI” (“PRE·SBY·TEʹRI·ON”)
12. Secondo I Timoteo 4:14, che cosa avrebbe composto il gruppo degli “anziani” della congregazione, e come potevano paragonarsi l’uno con l’altro in quanto a condizione?
12 Il gruppo dei sorveglianti della congregazione avrebbe composto un “corpo di anziani” o “presbiteri” (Authorized Version; American Standard Version), o “anziani come un corpo” (New English Bible), come menziona l’apostolo Paolo in I Timoteo 4:14. (Si paragonino Luca 22:66; Atti 22:5 in quanto all’“assemblea degli anziani”). I membri di un tale “corpo [o, assemblea] di anziani” erano tutti uguali, avendo lo stesso incarico ufficiale, e nessuno d’essi era più importante, più preminente, un membro più potente nella congregazione. Ciascun membro adempiva la sua parte di responsabilità di sorvegliare e pascere l’intera congregazione.
13. Secondo I Timoteo 3:1, l’uomo desideroso che cosa aspirava d’essere o di fare?
13 Conformemente, che cosa volle dire l’apostolo Paolo con ciò che scrisse in I Timoteo 3:1? Qui egli disse a Timoteo: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante [e·pi·sko·peʹ, greco], desidera un’opera eccellente”. Non volle dire che tale desideroso uomo cristiano cerchi di divenire la persona più importante, più responsabile, più preminente e più potente nella congregazione come suo unico sorvegliante, qualche cosa di simile a un “vescovo” della cristianità, che regna su una zona (diocesi) con parecchie congregazioni. (1 Tim. 3:1, VR; DI) No, ma quest’uomo desideroso vuole solo partecipare con gli altri sorveglianti ai doveri della congregazione di badare alla condizione spirituale della congregazione, pascendola spiritualmente, guidandola nell’adorazione di Geova. Egli si sforza di adempiere le esigenze della sorveglianza stabilite dall’apostolo Paolo nei successivi versetti, in I Timoteo 3:2-7, e che corrispondono alle esigenze esposte in Tito 1:6-9. Tali esigenze provano che egli “desidera un’opera eccellente”.
14. (a) Che cosa doveva esserci per mantenere l’ordine delle adunanze del “corpo degli anziani”, e come si provvedeva a questa necessità? (b) Per quanto tempo dura l’appartenenza a questo “corpo di anziani”, e perché?
14 Certo, in tale presbiterio della congregazione o “corpo [assemblea] di anziani” doveva esserci un presidente, per dirigere l’ordine delle adunanze del “corpo di anziani”. Esattamente come fosse nominato un membro quale presidente non è mostrato nelle Scritture. Non era una presidenza permanente, ma probabilmente era temporanea, per un periodo di tempo, ed era affidata a turno fra tutti i coeguali membri del “corpo di anziani”. Quando un anziano giungeva alla fine della sua presidenza e la rimetteva al successivo nell’ordine, egli non cessava d’essere “anziano” o “sorvegliante”. Ancora rimaneva membro del “corpo di anziani”. Non essendo stati i membri posti nell’incarico mediante regolari elezioni d’una specie democratica da parte della congregazione, la sua nomina teocratica da parte del corpo direttivo continuava indefinitamente finché si mostrava fedele nell’incarico.
15. (a) Perché nelle congregazioni non c’erano assistenti sorveglianti o assistenti anziani? (b) Che cosa significa basilarmente la parola greca di·aʹko·nos, e quale ampia applicazione essa ha?
15 Non c’era nessun assistente sorvegliante o assistente anziano. O un uomo nominato era sorvegliante o non lo era. Quelli che assistevano il sorvegliante avendo cura delle faccende della congregazione le quali non erano specificamente di natura spirituale erano nominati come “servitori di ministero” (di·aʹko·noi, greco). Per questi “servitori di ministero” le esigenze sono esposte dall’apostolo Paolo in I Timoteo 3:8-10, 12, 13. Il nome “diacono” è semplicemente la forma italianizzata o traslitterata del nome greco di·aʹko·nos, che comunemente significa “ministro” nel senso di servitore. Così la parola “ministro” (di·aʹko·nos) può avere un significato molto ampio, generale. Per cui quando l’apostolo Paolo parla, dicendo che siamo “ministri di un nuovo patto” o ‘ministri di Dio’ o “ministri di Cristo”, non vuol dire che egli e i suoi collaboratori fossero “servitori di ministero” di una congregazione, che assistessero gli “anziani” o “sorveglianti”. (2 Cor. 3:6; 6:4; 11:23) Comunque, tali funzionari assistenti potevano esser “ministri” di quella più ampia responsabilità servendo Dio e Cristo e la Parola di Dio. — Atti 6:4.
16. Quale opera pubblica dovevano fare i cristiani del primo secolo, e fino a che punto la compirono insieme ai loro anziani, sorveglianti, e servitori di ministero?
16 Le circostanze non consentono ora di fare un’ulteriore considerazione dell’organizzazione teocratica della congregazione cristiana dei tempi apostolici nel primo secolo E.V. Fra l’altro, la congregazione cristiana in quel tempo aveva da fare una grande opera pubblica. Quale? Quella di adempiere le parole di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”; e anche: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 24:14; 28:19, 20) Questo essi fecero con l’aiuto, la guida e la direttiva dei loro “anziani” (presbiteri), sorveglianti e servitori di ministero. Anche prima della distruzione di Gerusalemme nell’anno 70 E.V. la “buona notizia del regno” era stata predicata dentro e fuori dell’Impero Romano, e l’apostolo Paolo poté scrivere dal suo luogo di prigionia in Roma: “Quella buona notizia che avete udita, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:2, 23) L’organizzazione teocratica in quel tempo favorì questa impresa. Ci è oggi di esempio.
L’ORGANIZZAZIONE TEOCRATICA NEL VENTESIMO SECOLO
17. Secondo la Torre di Guardia del 1884, che cosa era chiamato il celeste regno dei santi di Dio, ma in base a che cosa era condotta la visibile organizzazione terrestre di questi santi?
17 I comandi del Signore Gesù Cristo come sono citati nel precedente paragrafo hanno vigore ancora oggi, specialmente da che Geova Dio stabilì il regno del suo Messia, Gesù, alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Ci interessa vedere perciò come l’organizzazione di quei dedicati e battezzati cristiani che adempiono quei comandi è in armonia con il modello apostolico del primo secolo. Nel numero della Torre di Guardia di Sion dell’agosto 1884, a pagina 7, essa disse: “Il regno dei santi è al contrario una Teocrazia che dominerà il mondo (durante il periodo della sua imperfezione e restaurazione) senza riguardo per il loro consenso o per la loro approvazione”. Comunque, circa l’organizzazione dei santi sulla terra, questa visibile organizzazione terrestre fu in gran parte condotta sulla base della congregazione per questi dedicati e battezzati
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