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GiobbeAusiliario per capire la Bibbia
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L’INTEGRITÀ DI GIOBBE
Geova, certo dell’integrità di Giobbe, messa in dubbio da Satana, e sapendo di poter ristabilire e ricompensare Giobbe, permise a Satana di metterne alla prova l’integrità fino al limite, ma non gli permise di uccidere Giobbe. Anche dopo che Satana, con vari mezzi, lo privò prima del bestiame e dei servitori, poi dei figli (Giob. 1:13-19), Giobbe non attribuì mai a Dio un’azione stolta o sbagliata. E non si allontanò da Dio, neanche quando la moglie e altri fecero pressione su di lui. (Giob. 1:20-22; 2:9, 10) Disse la verità riguardo a Dio. (Giob. 42:8) Accettò la riprensione per esser stato troppo ansioso di dichiararsi giusto e aver trascurato di rivendicare Dio (Giob. 32:2), e riconobbe i suoi peccati verso Dio. — Giob. 42:1-6.
UN ESEMPIO PER I CRISTIANI
Geova amava Giobbe. Per la sua fedeltà nella prova Dio lo costituì sacerdote per i tre compagni che avevano conteso con lui e gli restituì la condizione precedente. Giobbe ebbe di nuovo una bella famiglia (evidentemente dalla stessa moglie) e una ricchezza doppia di quella che aveva prima. Tutti i parenti e gli amici di un tempo tornarono a rendergli omaggio e a portargli doni. (Giob. 42:7-15) Visse per vedere figli e nipoti fino alla quarta generazione. — Giob. 42:16.
Per mezzo del profeta Ezechiele, Dio additò Giobbe come esempio di giustizia. (Ezec. 14:14, 20) La sua pazienza nel sopportare la sofferenza è un esempio per i cristiani, e il felice risultato che ebbe esalta l’affetto e la misericordia di Geova. (Giac. 5:11) La descrizione delle sue penose esperienze è di grande conforto per i cristiani e li rafforza; molti principi biblici vengono messi in risalto e spiegati nel libro che porta il suo nome.
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Giobbe, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Giobbe, libro di
Scritto da Mosè, secondo gli studiosi sia ebrei che cristiani primitivi. La poesia, il linguaggio e lo stile indicano che fu scritto originalmente in ebraico, e i brani in prosa hanno molte analogie col Pentateuco, cosa che tende a indicarne in Mosè lo scrittore. Durante i quarant’anni che trascorse in Madian, Mosè poté essere venuto a conoscenza dei fatti relativi alla prova di Giobbe e poté apprendere l’esito che ebbe sulla vita di Giobbe quando Israele giunse nei pressi di Uz nel 1473 a.E.V., mentre era diretto verso la Terra Promessa.
DISPOSIZIONE
Il libro di Giobbe è unico in quanto consiste in gran parte di un dibattito fra un vero servitore di Dio e tre altri che affermavano di servire Dio, ma commisero errori dottrinali nel tentativo di correggere Giobbe. Costoro pensavano erroneamente che Giobbe fosse punito da Dio per qualche grave peccato nascosto. Così, ragionando in questo modo, diventarono in realtà persecutori di Giobbe. (Giob. 19:1-5, 22) Il dibattito consiste in una serie di tre cicli di discorsi, a cui partecipano tutti e quattro gli oratori, tranne Zofar che non prende la parola nell’ultimo ciclo, essendo stato messo a tacere dagli argomenti di Giobbe. Dopo di che tutti vengono corretti dal portavoce di Geova, Eliu, e infine da Dio stesso.
È chiaro dunque che nel leggere o nel citare il libro si deve tener presente che gli argomenti presentati da Elifaz, Bildad e Zofar sono erronei. A volte i tre compagni di Giobbe dicono cose vere, ma in un contesto e con un’applicazione sbagliati.
I compagni di Giobbe dicevano che Dio punisce i malvagi. Questo è vero. (II Piet. 2:9) Ma concludevano che ogni sofferenza sia il risultato dei propri peccati, che in tal modo Dio punisca il colpevole. La sofferenza, dicevano, è una prova che l’individuo ha peccato. Non parlavano veracemente di Dio. (Giob. 42:7) Lo calunniavano. Secondo loro Dio non era misericordioso. Sostenevano che Dio non ha piacere che l’uomo sia integro e non ha fiducia nei Suoi servitori, neanche negli angeli. Questo è contrario ai numerosi riferimenti scritturali che rivelano l’amore di Geova per i suoi servitori intelligenti. Una prova che Dio confida e ha fiducia nei suoi fedeli adoratori si ha dalle parole che rivolse a Satana quando lasciò che mettesse alla prova Giobbe, parole con le quali richiamava l’attenzione su Giobbe ed esprimeva la massima fiducia nella sua lealtà. E si noti che protesse la vita di Giobbe. (Giob. 2:6) Lo scrittore cristiano Giacomo dice a proposito dell’esperienza di Giobbe “che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. — Giac. 5:11.
IMPORTANZA
Il libro di Giobbe è essenziale, insieme a Genesi 3:1-6 e ad altri versetti biblici, in quanto rivela la grande contesa relativa alla giustizia di Dio nell’esercizio della sua sovranità, e il modo in cui vi è implicata l’integrità dei servitori terreni di Dio. Giobbe non ne era a conoscenza. Non capiva perché la calamità si era abbattuta su di lui, visto che non era un peccatore incallito. Perse l’equilibrio giustificandosi, senza dubbio spintovi dalle costanti accuse dei suoi tre compagni. Era pure in errore nell’insistere ad avere risposta da Dio sul perché della sua sofferenza, quando avrebbe dovuto rendersi conto che nessuno può giustamente dire a Geova: ‘Perché mi hai fatto in questo modo?’ (Rom. 9:20) Tuttavia Geova rispose misericordiosamente a Giobbe, sia per mezzo del suo servitore Eliu sia parlando a Giobbe dal turbine. Il libro fa dunque capire chiaramente quanto sia sbagliato cercare di giustificarsi di fronte a Dio. — Giob. 40:8.
AUTENTICITÀ E VALORE
Ezechiele si riferisce a Giobbe, e Giacomo ne fa menzione. (Ezec. 14:14, 20; Giac. 5:11) Una chiara prova della canonicità del libro è il fatto che gli ebrei lo consideravano altrettanto autorevole degli altri libri ispirati delle Scritture Ebraiche, anche se Giobbe non era un israelita.
Forse la prova più evidente dell’autenticità del libro è la sua armonia col resto della Bibbia. Vi sono inoltre rivelati molti particolari circa le credenze e le usanze della società patriarcale. Soprattutto aiuta lo studente biblico ad avere migliore intendimento dei propositi di Geova attraverso un confronto con altre dichiarazioni bibliche. Ci sono moltissime analogie con altri brani biblici, e alcune sono elencate nell’unito prospetto.
Libro di Giobbe Argomento Altri riferimenti
biblici
3:17-19 I morti non sanno nulla, Eccl. 9:5, 10;
ma sono come addormentati Giov. 11:11-14;
9:32, 33 (NW, Necessario un mediatore
ed. 1957, nota c) fra Dio e l’uomo I Tim. 2:5
10:4 Dio non giudica da un punto I Sam. 16:7
di vista umano
10:8, 9, 11, 12 Grande cura di Dio nel Sal. 139:13-16
formare l’uomo
12:23 Dio lascia che le nazioni Riv. 17:13, 14, 17
diventino potenti e persino
si uniscano contro di lui,
così da poterle distruggere
in un sol colpo
14:13-15 Risurrezione dei morti I Cor. 15:21-23
17:9 Il giusto non inciampa, Sal. 119:165
qualunque cosa accada
Cap. 28 L’uomo non può trovare Eccl. 12:13;
vera sapienza nel I Cor. 2:11-16
‘libro della creazione’,
ma solo in Dio e temendolo
30:1, 2, 8, 12 Fannulloni insensati, buoni Atti 17:5
a nulla, usati per perseguitare
i servitori di Dio
32:22 È sbagliato usare titoli Matt. 23:8-12
non scritturali
34:19 Geova non è parziale Atti 10:34
34:24, 25 Geova depone, innalza Dan. 2:21; 4:25
sovrani come vuole
36:24; 40:8 L’importante è proclamare Rom. 3:23-26
la giustizia di Dio
42:2 Per Dio ogni cosa è Matt. 19:26
possibile
42:3 La sapienza di Dio è Isa. 55:9;
imperscrutabile Rom. 11:33
Altre analogie degne di nota sono: Giobbe 7:17 e Salmo 8:4; Giobbe 9:24 e I Giovanni 5:19; Giobbe 10:8 e Salmo 119:73; Giobbe 26:8 e Proverbi 30:4; Giobbe 28:12, 13, 15-19 e Proverbi 3:13-15; Giobbe 39:30 e Matteo 24:28.
SCHEMA DEL CONTENUTO
I La questione in gioco (1:1–2:10)
A. Giobbe, la sua famiglia e le sue ricchezze (1:1-3)
B. Sacerdote per la famiglia (1:4, 5)
C. Satana sfida Geova a proposito dell’integrità di Giobbe e dei rapporti di Dio con lui (1:6-12; 2:1-5)
1. A Satana è permesso privare Giobbe della ricchezza e dei figli (1:13-19)
2. Giobbe rimane integro (1:20-22)
3. Satana può far ammalare Giobbe, ma non farlo morire (2:6-10)
a. La moglie schernisce “integrità” di Giobbe
b. Egli la rimprovera, rimane fedele
II Dibattito coi compagni, primo ciclo (2:11–14:22)
A. Elifaz, Bildad e Zofar si danno appuntamento, fanno cordoglio per Giobbe; per sette giorni ne osservano l’intensa sofferenza (2:11-13)
B. Giobbe si lamenta: maledice il suo giorno, desidera non essere mai nato o non esistere più; si chiede perché Dio gli permetta di continuare a vivere (3:1-26)
C. Elifaz accusa Giobbe di aver peccato (4:1-5:27)
1. Schernisce “integrità” di Giobbe; riferisce il messaggio di uno “spirito” secondo cui Dio non ha fede nei messaggeri angelici, quindi non s’interessa dell’integrità dell’uomo (4:1-21)
2. Dice indirettamente che i guai di Giobbe sono risultato di peccati; Giobbe dovrebbe confessare a Dio, accettare la disciplina; allora Dio lo redimerà, lo farà prosperare, lo proteggerà; questo, dice, noi abbiamo scoperto investigando (5:1-27)
D. Giobbe non comprende la questione in gioco (6:1–7:21)
1. Giobbe replica che ha ragione di gridare, come farebbe qualunque creatura; desidera morire; i suoi compagni l’hanno tradito, deluso; non chiede che lo salvino, anzi è disposto a lasciarsi istruire se impartiscono vera riprensione; possono dimostrare che parla ingiustamente? (6:1-30)
2. Giobbe ha sofferto molto in attesa della morte, dell’inesistenza che lo attende; si chiede perché Dio si preoccupi di lui, continuando a bersagliarlo; egli non è pericoloso; anche se ha peccato non può far nulla contro Dio; è una questione che Giobbe non comprende (7:1-21)
E. Bildad dice che la calamità di Giobbe è il risultato del peccato; sostiene che Dio non punirebbe Giobbe se non avesse peccato; dice che i figli di Giobbe morirono per i peccati; gli consiglia di cercare risposta nella tradizione delle passate generazioni; insinua che Giobbe sia un apostata, che confidi in una falsa speranza; se continua così farà una brutta fine (8:1-22)
F. Dio fa ciò che vuole con la creazione (9:1–10:22)
1. Giobbe sa che Dio non è ingiusto; Dio non deve rendere conto all’uomo; Giobbe sa di non poter contendere con successo con Dio, con tutta la Sua potenza e sapienza. Geova permette che il malvagio regni e che i giudici giudichino ingiustamente; se non è Lui, allora chi è? Giobbe sa di non poter discutere su un piano di parità con Dio; sarebbe sicuramente sconfitto; ha bisogno che qualcuno intervenga, di un mediatore (9:1-35)
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