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  • Come le chiese odierne avrebbero considerato Paolo
    La Torre di Guardia 1957 | 15 marzo
    • Come le chiese odierne avrebbero considerato Paolo

      LA SFIDA, rivista settimanale religiosa indipendente della Nuova Zelanda, riportò una “famosa lettera non scritta” di J. Flavius Fluffyhead, segretario del Comitato della Missione Estera, a Paolo, missionario indipendente di Corinto, in Grecia. Seguono particolari brani di essa:

      ● “Caro signor Paolo; abbiamo ricevuto da poco una vostra domanda per servire sotto il nostro Comitato. È nostra abitudine essere franchi e liberali il più possibile con tutti i nostri richiedenti. Abbiamo esaminato esaurientemente il vostro caso, e per essere sinceri ci ha sorpresi che siate in grado di ‘passare’ per un vero missionario. . . .

      ● “Ci risulta che ad Antiochia vi siete opposto al dottor Simone Pietro, stimato segretario denominazionale, e infatti l’avete rimproverato in pubblico. Ad Antiochia avete provocato tanto disturbo che a Gerusalemme si dovette tenere una riunione speciale del Comitato. Noi non possiamo indulgere a simili azioni. Pensate poi che sia decoroso per un missionario adibire parte del proprio tempo ad un lavoro secolare? Abbiamo saputo che per sostenervi fate delle tende. In una lettera alla chiesa di Filippi, avete affermato che questa è l’unica chiesa che vi sostenga. Ci chiediamo perché.

      ● “È vero che siete stato in carcere? Certi fratelli riportano che siete stato condannato a due anni di prigione a Cesarea e che siete stato imprigionato a Roma. Avete creato tante difficoltà ai commercianti di Efeso che essi vi chiamano ‘l’uomo che mette sottosopra il mondo’. Non è affatto necessario far sensazione, nelle missioni. Deploriamo anche lo spiacevole episodio di Damasco, ove siete ‘stato calato dalle mura in una cesta’.

      ● “Siamo stati sbalorditi dalla vostra evidente mancanza di spirito conciliativo. Un buon diplomatico non viene lapidato e trascinato fuori delle mura della città, o assalito da turbe furiose. Non avete mai pensato che parole più gentili potrebbero procurarvi più amici? . . . Ovunque siete andato avete provocato molti incidenti. Vi siete opposto alle onorate donne di Berea ed ai capi della vostra stessa nazionalità, a Gerusalemme. Se un uomo non riesce ad andar d’accordo con la propria gente, come può servire gli stranieri?

      ● “Avete scritto molte lettere alle chiese di cui precedentemente siete stato pastore. In una di queste lettere avete accusato un membro della chiesa di convivere con la moglie del proprio padre, offendendo l’intera chiesa; e il pover’uomo ne è stato espulso. Impiegate troppo tempo per parlare della ‘seconda venuta di Cristo’. Le vostre lettere alla gente di Tessalonica erano quasi completamente dedicate a questo tema. D’ora in poi, mettete al primo posto le cose più importanti. . . .

      ● “I vostri sermoni sono troppo lunghi per questi tempi. In certo luogo avete parlato fin dopo la mezzanotte, e un giovane era così addormentato che cadde dalla finestra, rompendosi il collo. Nessuno si salva dopo i primi venti minuti. Il nostro consiglio è: ‘Alzarsi, parlare e poi tacere’. . . . Recentemente avete scritto a Timoteo dicendogli: ‘Ho combattuto un buon combattimento’. È poco consigliabile che un missionario combatta. Nessun combattimento è un buon combattimento. Gesù venne, non per portare la spada, ma la pace. Voi vi vantate perché avete ‘lottato con le bestie selvagge ad Efeso’. Che cosa volete intendere? Mi dispiace dirvi questo, fratello Paolo, ma in tutti i miei 25 anni di esperienza, non ho mai conosciuto un uomo in così aperta opposizione ai requisiti richiesti dal nostro Comitato della Missione Estera”.

      ● Quindi nessun Paolo serve oggi tali Comitati.

  • Eco dell’inquisizione
    La Torre di Guardia 1957 | 15 marzo
    • Eco dell’inquisizione

      ● Al principio di questo secolo un sacerdote di nome Harney della Chiesa Cattolica Romana di S. Pietro a New Brunswick, New Jersey, fece una dichiarazione che sembrava un’eco dell’Inquisizione: “Non dubito che, se fossero abbastanza forti, i Cattolici impedirebbero, anche con la morte se necessario, la diffusione di eretici errori fra il popolo, e lo dico con ragione”. — Herald di New York, 7 maggio 1901, pag. 5.

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