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Uniamo, universalmente le nostre lodiLa Torre di Guardia 1950 | 1° agosto
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l’Eterno. Lodate l’Eterno”. (Sal. 150:1-6, Cocorda) Questo non è un invito locale a lodare Iddio; è un appello universale a tutta la creazione di unirsi nella lode di Geova. Tutti gli uomini che conoscono Geova devono oggi lodarlo, in modo che il massimo di opportunità sia offerto alle altre persone di buona volontà d’apprendere di lui e unirsi nella lode. Tutti gli strumenti disponibili devono esser messi in servizio per far risonare la gloria di Geova. Nessuno deve trascurare il suo privilegio di unirsi al coro di “alleluia”, perché le creature che sopravvivranno per tutta l’eternità saranno solo quelle che celebreranno incessantemente le lodi di Geova in questo “giorno di Geova” e per sempre, oltre il suo terribile punto culminante.
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La falsa pretesa alle chiavi del RegnoLa Torre di Guardia 1950 | 1° agosto
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La falsa pretesa alle chiavi del Regno
NON appena il pescatore Pietro fu presentato a Gesù, questi gli disse: “Tu sei Simone, figliuolo di Giona: tu sarai chiamato Cefa (che s’interpreta Pietro)”. Circa tre anni dopo Gesù disse al medesimo: “E io dico a te, che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa; e le porte dell’inferno non avran forza contro di lei. E a te io darò le chiavi del regno de’ cieli: e qualunque cosa avrai legata sopra la terra, sarà legata anche ne’ cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche ne’ cieli”. — Giovanni 1:42 e Matteo 16:18, 19, secondo la versione cattolica di Antonio Martini.
È interessante notare il commento sulle parole di Gesù in Matteo 16:18 come si riscontra nella “Haydock’s CATHOLIC BIBLE”, “secondo le Versioni Rheimish e Douay,” con approvazione di John Farley, arcivescovo della città di New York 1902-1918. Citiamo: “Ed io ti dico, e ti spiego perchè prima dichiarai, (Giov. 1:42) che tu saresti chiamato Pietro, perchè tu sei costituito la rocca su cui, come fondamento, edificherò la mia Chiesa, e ciò così saldamente da non permettere che le porte (cioè, i poteri) dell’inferno prevalgano contro il suo fondamento; poiché se rovesciano il suo fondamento, (cioè, tu e i tuoi successori) rovesceranno anche la Chiesa che posa sovr’essa. Cristo perciò promette qui a Pietro, che egli e i suoi successori sarebbero fino alla fine, fin tanto che dura la Chiesa, i suoi supremi pastori e principi”.
Nel numero de La Torre di Guardia del 15 aprile, il nostro articolo intitolato “La Rocca di Fondazione della Chiesa” dimostrava che la precedente interpretazione delle parole di Gesù circa “QUESTA PIETRA” fatta dalla Gerarchia Cattolica Romana è in diretta contraddizione con altre scritture della Sacra Bibbia che trattano il soggetto. Quella distorsione della Scrittura venne originata dal promotore dell’anticristo, cioè da Satana il Diavolo, e fu promulgata da uomini religiosi; e poiché Satana è il ‘padre delle menzogne’, i rettori religiosi che continuano ad insegnare tale perversione della Sacra Scrittura sono, secondo la regola dichiarata in Romani 6:16, i servitori di Satana, sia che lo sappiano o che non lo sappiano. Sarebbe stato molto strano da parte di Gesù denominare Pietro “questa pietra” su cui deve essere edificata la chiesa mentre poco dopo nella stessa conversazione Gesù disse a Pietro: “Ritirati da me, Satana; tu mi sei di scandalo, perchè non hai la sapienza di Dio, ma quella degli uomini”. (Matt. 16:23, A. Martini) E, per di più, circa un anno più tardi, questo stesso Pietro rinnegò Gesù tre volte. (Matt. 26:34, 69-75) No, questa non è la condotta di colui che effettivamente vien definito dalle parole “questa pietra” ma com’è dimostrato nel nostro summenzionato articolo, Cristo Gesù intendeva alludere a se stesso quando disse: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa,” e ciò fu umilmente riconosciuto in seguito più volte dall’apostolo Pietro.
Tuttavia, su questa astuta menzogna religiosa relativamente a “questa pietra” la Gerarchia del sistema religioso cattolico romano vi ha edificato sopra il suo Papa. La Gerarchia spiega che il titolo “Papa” significa “pater patrum”, vale a dire “padre dei padri”. Questo è il titolo dato all’uomo che è il capo dell’organizzazione politico-religiosa la cui capitale si trova nella Città del Vaticano. Per dare un’apparenza di verità ai diritti vantati per il Papa, la Gerarchia cerca di dimostrare, ma senza vero successo, che Pietro fu il primo vescovo di Roma e quindi il primo Papa e che egli ha avuto una ininterrotta catena di successori fino a quest’anno 1950. È tuttavia certo che Pietro non fu mai chiamato Papa o padre in nessun caso. Dati i legami spirituali esistenti, Pietro si rivolgeva a Giovanni Marco chiamandolo “mio figliuolo”, dicendo: “La chiesa che è in Babilonia eletta come voi, vi saluta; e così fa Marco, e il mio figliuolo,” ma non v’è traccia che Marco s’indirizzasse una sola volta a Pietro in un senso spirituale come “padre”. (1 Piet. 5:13) Per Marco dare un tale titolo e per Pietro accettarlo da altri Cristiani sarebbe stato una violazione delle parole di Gesù ai suoi discepoli: “Nè vogliate chiamare alcuno sulla terra vostro padre: imperocchè il solo Padre vostro è quegli che sta ne’ cieli”. E Gesù intendeva qui il chiamare qualche uomo “padre” in un senso religioso o spirituale, poiché l’intero capitolo dimostra che stava discutendo sui rettori religiosi giudaici, cioè, gli Scribi ed i Farisei che Gesù chiamava “ipocriti”. (Matt. 23:1, 2, 9, A. Martini) Pietro ubbidì alle parole del Signore Gesù, ed è certo che non fu chiamato “padre”. Contrariamente a questo enfatico comando del Signore Gesù tutto il clero della Gerarchia Cattolica Romana segue la pratica degli ipocriti Scribi e Farisei insistendo nel farsi chiamare “padre” dalla popolazione
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