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14 nisan: Un giorno in cui ricordareLa Torre di Guardia 1985 | 15 febbraio
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4. Quali importanti questioni erano implicate nella liberazione di Israele dall’Egitto?
4 Quella meravigliosa liberazione di tutti i primogeniti, sia umani che animali, degli israeliti in Egitto ebbe luogo quella notte del 14 nisan. Giunse a coronare nove precedenti colpi inflitti agli dèi demonici adorati dagli egiziani, per sottolineare il proposito di Geova già comunicato all’altezzoso Faraone: “Infatti, per questa causa ti ho tenuto in esistenza, per mostrarti la mia potenza e onde il mio nome sia dichiarato in tutta la terra”. Qualche giorno più tardi il nome e la potenza di Geova furono ulteriormente magnificati allorché liberò milioni di israeliti e una numerosa compagnia mista al Mar Rosso, provocando l’annegamento delle truppe scelte di Faraone. C’è poco da stupirsi che Mosè e i figli di Israele cantassero: “Lasciatemi cantare a Geova, poiché si è altamente esaltato”! — Esodo 9:16; 15:1.
5. Qual era lo scopo della celebrazione pasquale?
5 Una volta che gli israeliti si fossero insediati nel paese promesso ad Abraamo, loro antenato, come nazione avrebbero dovuto celebrare la Pasqua una volta all’anno a Gerusalemme, in ubbidienza al comando di Deuteronomio 16:1-8. Geova fece così in modo che il 14 nisan rimanesse sempre ben impresso nella mente del suo popolo tipico. A quale scopo? Doveva essere un giorno in cui esaltare il nome di Geova e ricordare i suoi grandiosi atti di liberazione. Secoli dopo, pertanto, la Pasqua avrebbe occupato un posto importantissimo nel cuore e nei pensieri dei genitori di Gesù, i quali, ci è detto, “avevano l’abitudine di andare di anno in anno a Gerusalemme per la festa della pasqua”. Secondo l’uso ebraico Gesù, loro figlio, li accompagnava. — Luca 2:41, 42.
6. Per quali motivi Gesù desiderava vivamente celebrare la Pasqua del 33 E.V. con i suoi apostoli fedeli?
6 Dopo il suo battesimo nel Giordano e durante la prima parte del suo ministero Gesù avrà probabilmente continuato a celebrare la Pasqua con Maria, sua madre terrena, e i figli di lei, suoi fratellastri. Il 14 nisan del 33 E.V., invece, Gesù aveva disposto di celebrare quella festa insieme ai suoi dodici apostoli. La narrazione di Luca ci rivela quali erano i sentimenti di Gesù in quell’occasione: “Ho tanto desiderato fare questa cena pasquale con voi, prima di soffrire”. (Luca 22:15, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento [PS]) Perché Gesù lo desiderava tanto? Perché sapeva quanto sarebbero stati importanti gli avvenimenti che si sarebbero verificati di lì a poco durante quel memorabile giorno iniziato al tramonto. Gesù sapeva anche che questi avvenimenti sarebbero stati molto più importanti di quelli accaduti nel 1513 a.E.V. Avrebbero esaltato il nome di Geova come mai prima e avrebbero posto la base per poter benedire infine tutte le famiglie della terra. Egli aveva inoltre molte cose da dire ai suoi discepoli prima di morire, per infondere in loro coraggio perché restassero suoi seguaci leali. I dettagliati racconti evangelici ci permettono, per così dire, di sintonizzarci per conoscere ciò che Gesù disse e fece. — Giovanni 12:31; 17:26.
Cosa accadde? Che significato aveva?
7. (a) Durante l’ultima cena pasquale di Gesù, quali avvenimenti precedettero l’istituzione della Commemorazione della sua morte? (Giovanni 13:1-30) (b) Descrivete la procedura che Gesù seguì nell’istituire il Pasto Serale del Signore.
7 Nel corso della cena Gesù si alzò per lavare i piedi ai suoi discepoli, dando in questo modo un esempio perfetto di umiltà. Quindi Gesù disse: “Uno di voi mi tradirà”. Poco dopo si rivolse a Giuda, dicendogli: “Quello che fai, fallo più presto”. Il racconto di Giovanni riferisce: “Egli uscì immediatamente. Ed era notte”. (Giovanni 13:21, 27, 30) Fu dopo questi avvenimenti che Gesù istituì la Commemorazione della sua morte. Ascoltiamo come Matteo, un testimone oculare, descrive quanto accadde: “Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane e, dopo aver detto una benedizione, lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo’. E prese un calice e, avendo reso le grazie, lo diede loro, dicendo: ‘Bevetene, voi tutti; poiché questo significa il mio “sangue del patto”, che dev’essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati. Ma vi dico che da ora in poi non berrò più di questo prodotto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio’. Infine, dopo aver cantato lodi, uscirono verso il monte degli Ulivi”. — Matteo 26:26-30; vedi anche Marco 14:22-26, Luca 22:19, 20 e I Corinti 11:23-26.
8. Perché è così importante comprendere il significato delle parole e delle azioni di Gesù allorché istituì la Commemorazione?
8 Quale fu il pieno significato di ciò che Gesù disse e fece in quell’occasione? Paolo pose l’accento su quanto sia importante che tutti gli unti seguaci di Cristo lo comprendano quando disse: “Quindi chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente sarà colpevole rispetto al corpo o al sangue del Signore”. Certo, nessuno degli unti vorrà mostrarsi indegno agli occhi di Geova, cosa che provocherebbe il suo giudizio avverso. La “grande folla” inoltre vorrà essere ritenuta degna compagna dell’unto rimanente. Così, nell’imminenza di un’altra Commemorazione, che si terrà giovedì 4 aprile 1985, è opportuno che tutti riprendiamo in esame insieme i particolari di questo evento. — I Corinti 11:27.
9. (a) Perché è più corretto rendere le parole di Gesù con “Questo significa il mio corpo” che con “Questo è il mio corpo”? (Vedi nota in calce). (b) Quale particolare significato Gesù attribuì al pane? (c) E quale al vino?
9 Gesù disse: “Questo significa il mio corpo”.a Con queste parole Gesù attribuì un significato speciale al pane, simbolo del suo corpo carnale senza peccato che avrebbe offerto “a favore della vita del mondo”. (Giovanni 6:51) Analogamente quando, riferendosi al calice di vino, disse: “Questo significa il mio ‘sangue del patto’, . . . sparso . . . per il perdono dei peccati”, Gesù stava usando il vino fermentato del calice per simboleggiare il suo sangue. Il sangue doveva fornire la base per far entrare in vigore il nuovo patto. Il suo sangue sparso sarebbe anche stato un mezzo per provvedere il “perdono dei peccati”. — Matteo 26:28; Geremia 31:31-33; Ebrei 9:22.
10. Cosa denota il prendere il pane e il vino?
10 Cosa denota, dunque, questo per coloro che prendono il pane e il vino durante lo svolgimento della Commemorazione? A chi partecipa, e a chi osserva, di per sé l’atto indica che essi hanno già tratto beneficio dal sacrificio di riscatto di Cristo Gesù, anche se in un modo e per uno scopo particolari. Cosa è avvenuto? In base alla loro fede nel sacrificio di Cristo e alla loro dedicazione a Geova, Dio mette in loro conto il valore del sacrificio umano di Gesù. A quale scopo? Perché si possa attribuir loro la perfezione umana e di conseguenza una condizione giusta dinanzi a Dio. Geova li genera poi mediante il suo spirito santo ed essi divengono suoi figli spirituali. Hanno ora la possibilità di sacrificare il loro diritto di vivere sulla terra in cambio dell’eredità celeste. Tutto ciò avviene prima che prendano parte alla Cena del Signore. — Romani 5:1, 2, 8; 8:15-17; Giacomo 1:18.
11, 12. (a) Quali altre due cose sono indicate dal bere il vino? (b) Spiegate quale patto Gesù fa con coloro che prendono gli emblemi.
11 Notate cos’altro comporta il bere il vino. Sebbene Geova abbia attribuito giustizia ai suoi figli spirituali e li abbia adottati quali figli, essi vivono ancora nella carne imperfetta. Sono ancora inclini a peccare e lo ammettono. In tal modo, bevendo il vino, riconoscono di aver bisogno ogni giorno del sangue di Cristo Gesù, che è stato “sparso a favore di molti per il perdono dei peccati”. — I Giovanni 1:9, 10; 2:1.
12 Ma bere il vino sta a indicare qualcos’altro ancora. Coloro che lo bevono attestano di essere stati introdotti nel nuovo patto profetizzato molto tempo fa da Geova tramite il profeta Geremia. Questo patto entrò in vigore grazie al sangue di Gesù. I contraenti di quel patto sono Geova Dio e i suoi figli spirituali, i quali collettivamente formano l’Israele spirituale. Ogni componente è scelto da Dio. Gesù è il Mediatore del patto, tramite il quale aiuta quei 144.000 membri del patto a divenire parte del seme di Abraamo. (Geremia 31:31-34; II Tessalonicesi 2:13; Ebrei 8:10, 12; 12:22-24; Galati 3:29) Questi sono gli stessi che Gesù introduce in un ‘patto per un regno’, e che quindi saranno infine impiegati, insieme al loro Re Gesù Cristo, per trasmettere le vivificanti benedizioni di Geova a tutte le famiglie della terra. — Luca 22:28-30; Giovanni 6:53; Rivelazione 5:9, 10; Genesi 22:15-18.
13. Quali cose vanno dunque ricordate il 14 nisan?
13 In realtà, quando esaminiamo il pieno significato delle parole di Gesù pronunciate in questo giorno commemorativo, siamo indotti a ricordare l’amore che Geova ha mostrato provvedendo il suo caro Figlio. Ci ricordano anche l’amore mostrato da Gesù nel cedere la sua vita in riscatto per tutta l’umanità credente. (Giovanni 3:16; Romani 5:8; I Timoteo 2:5, 6) Ma ci sono altre preziose verità che Gesù menzionò quella sera. Tra gli scrittori biblici, solo l’apostolo Giovanni riporta questa intima conversazione.
Gloria, amore e unità
14. (a) In che modo Geova viene glorificato ogni volta che si celebra la Commemorazione? (b) Che ruolo svolge l’amore nel ricordare Gesù, e quale autoesame dovrebbero essere indotti a fare tutti coloro che prendono gli emblemi?
14 Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è glorificato, e Dio è glorificato riguardo a lui”. (Giovanni 13:31) Fin dalla liberazione di Israele dall’Egitto il 14 nisan era stato messo in relazione con la rivendicazione del nome di Dio, la sua sovranità e la sua potenza. Ora, grazie alla fedeltà di Gesù fino alla morte e alla sua successiva gloriosa risurrezione mediante la potenza di Dio, il nome di Dio veniva ancor più onorato e glorificato. (Confronta Proverbi 27:11). Gesù disse ai suoi discepoli che avrebbero mostrato di esser tali osservando “un nuovo comandamento”, quello di ‘amarsi l’un l’altro come li aveva amati lui’. (Giovanni 13:34, 35) La profondità del nostro amore fraterno riflette il grado del nostro apprezzamento per l’amore espresso allora da Gesù nei nostri confronti. — I Giovanni 4:19.
15. (a) Dove sperano di vivere tutti coloro che prendono gli emblemi in modo degno? (b) Come si mostra amore per Gesù?
15 La speranza di vivere un giorno in una dimora celeste fa parte della gioia posta dinanzi a quelli scelti per governare con Cristo. (Rivelazione 20:6) Gesù prospetta questa speranza dicendo: “Vado a prepararvi un luogo. . . . Verrò di nuovo e vi riceverò a casa presso di me”. (Giovanni 14:2-4) Che splendida riunione attende tutti coloro che rimangono fedeli sino alla fine! Per questo, ammonisce Gesù, “se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. Con questo si intendono tutti i suoi comandamenti, incluso il comando di insegnare e fare discepoli. — Giovanni 14:15, 21; Matteo 28:19, 20.
16. (a) In che modo Gesù sottolineò l’importanza dell’unità tra i seguaci, e perché questa unità è tanto importante? (b) Cosa devono affrontare tutti i seguaci di Gesù, ma come sono aiutati sotto questo aspetto?
16 Quant’è importante che i seguaci di Gesù rimangano uniti a lui e tra loro! Per sottolineare questo fatto, Gesù fa l’illustrazione della vite e dei relativi tralci. Come risultato, con l’unità si porta frutto e questo a sua volta glorifica il Padre. (I Corinti 1:10; Giovanni 15:1, 5, 8) Persecuzione e opposizione attendono tutti i seguaci di Gesù. Ma quanto rafforza la fede sapere che Gesù mantenne la propria integrità, vincendo il mondo nonostante tutti gli attacchi di Satana! — Giovanni 15:18-20; 16:2, 33.
17. Esaminate alcune delle richieste contenute nella preghiera di Gesù riportata in Giovanni capitolo 17.
17 Gesù conclude la serata con una sentita preghiera rivolta al Padre suo. Nella sua richiesta la glorificazione di suo Padre figura al primo posto. Prega che i suoi seguaci siano protetti dal malvagio, Satana, mentre si mantengono separati dal mondo. E prega pure che la stessa amorevole unità esistente tra lui e il Padre possa continuare a svilupparsi tra il gruppo in continua crescita dei suoi seguaci e imitatori. — Giovanni capitolo 17.
18. Tenuto conto del totale dei presenti alla Commemorazione del 1984, perché così pochi presero gli emblemi?
18 Abbiamo preso in esame solo alcuni dei preziosi pensieri e verità che Gesù comunicò ai suoi discepoli quella sera di ormai 1.952 anni fa, ma questi ci aiutano senz’altro a capire perché il 14 nisan è davvero un giorno che serve a ricordare. C’è poco da stupirsi, quindi, se l’anno scorso 7.416.974 persone, tra testimoni di Geova e loro amici, compresero quanto fosse importante radunarsi per osservare il Pasto Serale del Signore. Eppure di tutti quei presenti solo 9.081 presero gli emblemi. Perché? Perché la stragrande maggioranza degli odierni testimoni di Geova si considera parte della “grande folla” che sta in piedi “davanti al trono e davanti all’Agnello”. Questi si attendono di vivere sul pianeta Terra quale loro dimora eterna, e non nei cieli, dove i 144.000 “regneranno con [Cristo] per i mille anni”. — Rivelazione 7:9; 20:6; Salmo 37:11.
19. Su cosa si baserà lo studio della prossima settimana, e perché è importante che tutti siano presenti?
19 Sono sorte comunque alcune domande circa la relazione che corre tra il Pasto Serale del Signore e la “grande folla” di “altre pecore”. (Giovanni 10:16) Sembra perciò appropriato trattare questi interrogativi nell’articolo che segue, affinché nessuno abbia concetti errati nell’imminenza della celebrazione di un’altra Commemorazione. — I Tessalonicesi 5:21.
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Le “altre pecore” e il Pasto Serale del SignoreLa Torre di Guardia 1985 | 15 febbraio
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Le “altre pecore” e il Pasto Serale del Signore
“[Gesù] è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. — I GIOVANNI 2:2.
1. Quali risultati positivi si sono avuti con la ‘predicazione della buona notizia del regno’?
GESÙ disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matteo 24:14) Alcuni della generazione del 1914 ancora in vita possono attestare che i testimoni di Geova hanno fedelmente eseguito questo comando. Come risultato, centinaia di migliaia di persone sincere, deluse dagli insuccessi del mondo, hanno accettato la buona notizia. Si sono dedicate a Geova Dio e hanno dato totale appoggio al suo Regno, rendendo pubblica la dedicazione con il battesimo in acqua. Durante il 1984 sono stati in 179.421 a seguire questa condotta saggia. In effetti hanno detto al popolo del nome di Dio: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”. — Zaccaria 8:23.
2. Quale fattore ha delimitato il tempo nel quale Gesù raccoglie le sue “altre pecore”?
2 In continuo aumento, questa “grande folla” di adoratori fa parte di quelli che Gesù descrive come sue “altre pecore”. (Rivelazione 7:9, 15; Giovanni 10:16) Hanno la meravigliosa speranza di vivere per sempre in un paradiso terrestre. (Salmo 37:29) Gesù predisse che avrebbe radunato questi suoi seguaci fedeli solo dopo aver prestato tutte le sue cure pastorali al radunamento di un “piccolo gregge” di persone simili a pecore per le quali egli fa da mediatore del nuovo patto. (Luca 12:32; Ebrei 9:15) Tenendo presente questo radunamento di due classi di persone simili a pecore in “un solo gregge”, possiamo capire il motivo per cui l’apostolo Giovanni affermò che Gesù Cristo “è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. — I Giovanni 2:1, 2.
Cambiamenti nel punto di vista
3, 4. (a) Quale diverso punto di vista hanno ora molti per quanto riguarda la celebrazione del Pasto Serale del Signore? (b) Cosa significavano le parole di Paolo: “Poiché ogni volta che mangiate . . . e bevete”?
3 Molti che si sono uniti da poco alle “altre pecore” erano soliti celebrare la messa o fare la comunione con frequenza e modo regolati dal credo della particolare organizzazione religiosa alla quale appartenevano. Questi, comunque, hanno ora compreso che il Pasto Serale del Signore va celebrato solo una volta all’anno. Perché? Ebbene, la Pasqua ebraica era celebrata soltanto una volta all’anno, e Gesù celebrò la prima Commemorazione la sera stessa di Pasqua, il 14 nisan. Allora disse ai suoi discepoli: “Continuate a far questo in ricordo di me”. Paolo aggiunge: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, continuate a proclamare la morte del Signore, finché egli arrivi”. (I Corinti 11:24-26) Chiaramente Gesù voleva che i suoi discepoli celebrassero la sua morte il giorno di Pasqua, che ricorreva una volta all’anno. Pertanto è stata celebrata molte ‘volte’ da che esiste la congregazione cristiana. La Commemorazione è già stata celebrata infatti 1.952 volte.
4 C’è un altro importante punto di vista diverso che la classe delle “altre pecore” ha fatto proprio. Anziché prendere il pane e il vino come molti di loro in precedenza facevano in una qualche chiesa, ora riscontrano che la loro posizione è stata “ridimensionata” a quella di osservatori. Per quale motivo? Inoltre, ci sono basi scritturali per seguire una procedura che preveda sia osservatori che partecipanti? — II Corinti 13:11; II Timoteo 3:16, 17.
5. (a) Descrivete i passi fondamentali che si devono fare per beneficiare del sacrificio di Gesù. (b) Perché Dio ha agito in maniera particolare nei confronti di 144.000 seguaci di Cristo Gesù?
5 Per beneficiare del “sacrificio propiziatorio” di Cristo Gesù è necessario fare certi passi, a prescindere dal fatto che una persona nutra la speranza di vivere in cielo o nel Paradiso terrestre. Questi passi fondamentali sono: (1) acquistare accurata conoscenza della Parola di Dio (Romani 10:13-15); (2) esercitare fede (Ebrei 11:6); (3) pentirsi (Matteo 4:17); (4) convertirsi (Atti 3:19); (5) dedicarsi (Luca 9:23); e (6) battezzarsi (Matteo 28:19). È dopo che una persona ha fatto questi passi che Dio agisce in una maniera particolare nei suoi confronti e la sceglie perché faccia parte dei 144.000, o “piccolo gregge”. A quale scopo? Affinché divenga un figlio spirituale di Dio con la prospettiva di essere sacerdote e re assieme a Cristo Gesù. (Rivelazione 20:4, 6) Ora è in vita solo un rimanente di figli spirituali e sono questi a prendere giustamente gli emblemi. Questo, pertanto, spiega il motivo per cui la stragrande maggioranza dei testimoni di Geova sono osservatori e non partecipanti.
La Pasqua e la Commemorazione
6. Perché alcuni hanno sostenuto che le “altre pecore” dovrebbero prendere gli emblemi, e questo quale domanda fa sorgere?
6 Alcuni hanno sostenuto che il crescente gran numero di “altre pecore” dovrebbe prendere gli emblemi. Ragionano così: Poiché “la Legge ha un’ombra delle buone cose avvenire” e poiché uno dei requisiti della Legge era che sia gli israeliti sia i residenti forestieri circoncisi osservassero la Pasqua, ne consegue che entrambe le classi di persone simili a pecore del “solo gregge” sotto il “solo pastore” dovrebbero prendere gli emblemi della Commemorazione. (Ebrei 10:1; Giovanni 10:16; Numeri 9:14) Questo fa sorgere un’importante interrogativo: La Pasqua era un tipo della Commemorazione?
7. Sotto quali aspetti la Pasqua era “un’ombra delle buone cose avvenire”?
7 È vero che alcuni aspetti della Pasqua osservata in Egitto si adempirono senza dubbio in Gesù. Paolo paragona Gesù all’agnello pasquale dicendo che “Cristo, la nostra Pasqua, è stato sacrificato”. (I Corinti 5:7) L’aspersione degli stipiti e degli architravi col sangue dell’agnello pasquale garantì la liberazione dei primogeniti all’interno di tutte le case israelite. Analogamente è grazie al fatto che Cristo ha sparso il suo sangue che la “congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli” viene ‘liberata mediante riscatto’. (Ebrei 12:23, 24; Efesini 1:3, 7) Inoltre non andava rotto nemmeno un osso dell’agnello pasquale, e anche questo si avverò nel caso di Cristo Gesù. (Esodo 12:46; Salmo 34:20; Giovanni 19:36) È pertanto giusto dire che, per certi versi, la Pasqua era uno dei tanti aspetti della Legge che fornirono “un’ombra delle buone cose avvenire”. Tutti questi aspetti additavano Cristo Gesù, “l’Agnello di Dio”. — Giovanni 1:29.
8-10. (a) Sotto quale importante aspetto relativo al sangue la Pasqua differiva dalla Commemorazione? (b) In che modo i patti connessi con la Commemorazione mettono in luce un’ulteriore differenza? (c) Quale conclusione ne dobbiamo trarre?
8 Ciò nondimeno la Pasqua a rigor di termini non era un tipo del Pasto Serale del Signore. Perché no? Quando la Pasqua fu istituita, dell’agnello arrostito si mangiò la carne, ma non si prese nemmeno una goccia del sangue dell’agnello pasquale. Per contrasto, invece, nell’istituire la Commemorazione della sua morte Gesù diede specifiche istruzioni ai presenti di mangiare la sua carne e bere il suo sangue, simboleggiati dal pane e dal vino. (Esodo 12:7, 8; Matteo 26:27, 28) Sotto questo importantissimo aspetto, il sangue, la Pasqua non era un tipo del Pasto Serale del Signore.
9 C’è qualcos’altro ancora da non trascurare. Gesù parlò di due patti conclusi con i suoi discepoli e correlati fra loro, “il nuovo patto” e ‘un patto per un regno’. (Luca 22:20, 28-30) Entrambi i patti avevano a che vedere con il fatto che i partecipanti avrebbero avuto l’opportunità di essere sacerdoti e re insieme a Cristo Gesù. Ma in Israele nessun residente forestiero circonciso sarebbe mai potuto divenire re o sacerdote. Anche a questo riguardo riscontriamo una differenza tra la festa di Pasqua tenuta in Israele e il Pasto Serale del Signore.
10 A quale conclusione giungiamo allora? Il fatto che i residenti forestieri circoncisi mangiassero il pane non lievitato, le erbe amare e l’agnello della Pasqua non sta a indicare che coloro che compongono le odierne “altre pecore” del Signore presenti alla Commemorazione debbano prendere del pane e del vino.
Perché è importante essere presenti alla Commemorazione
11. Per quali importanti motivi le “altre pecore” dovrebbero assistere alla Commemorazione?
11 Ma vuol dire questo che non sia importante per i componenti della classe delle “altre pecore” essere presenti alla Commemorazione? Tutt’altro! Questo è un momento in cui tutti i discepoli di Gesù simili a pecore lo possono ricordare in un modo più che particolare. Le “altre pecore” in quell’occasione ricordano che per la loro fede nel sangue sparso di Cristo hanno già ricevuto benefìci al punto che ora sono considerate da Geova come se avessero ‘lavato e rese bianche le loro lunghe vesti nel sangue dell’Agnello’. Ecco perché possono rendere “sacro servizio giorno e notte nel . . . tempio” di Dio. (Rivelazione 7:14, 15) Possono anche ricordare che devono continuare a ‘cercare Geova, la giustizia e la mansuetudine’ nella speranza di venire risparmiate nel “giorno dell’ira di Geova”, e avere così la gioia di raggiungere la perfezione umana. Infine potranno essere dichiarate realmente giuste da Geova, il che avverrà dopo che Gesù avrà consegnato il Regno al Padre suo. — Sofonia 2:2, 3; I Corinti 15:24; Rivelazione 20:5.
12. Quali benefìci si hanno ascoltando il discorso della Commemorazione?
12 Un’altra importante ragione per essere presenti è il fatto che le verità trattate durante il discorso della Commemorazione sono tra le “cose profonde di Dio”, ‘cibo solido che appartiene alle persone mature’ e non semplicemente il latte della “dottrina primaria”. (I Corinti 2:10; Ebrei 5:13–6:1) Il discorso scritturale ci farà ancor più apprezzare l’amore mostrato da Geova nello stabilire la meravigliosa disposizione del Regno per la benedizione della famiglia umana. Si presenta anche l’opportunità di ‘guardare più attentamente al principale Agente e Perfezionatore della nostra fede, Gesù’. Non si dovrebbero mai prendere per scontati né l’amore mostrato da Gesù nei nostri confronti né le sofferenze che patì. (Ebrei 12:2, 3) Per di più tutti possiamo convenire che gran parte dei preziosi pensieri presi in esame da Gesù con i suoi apostoli all’istituzione della Commemorazione — pensieri relativi all’unità, all’amore e alla glorificazione del nome di Geova — possono essere condivisi tanto dalle “altre pecore” quanto dal “piccolo gregge”.
Mostriamo amorevole considerazione per tutti
13. Perché è importante che gli emblemi siano passati a tutti i presenti?
13 È importante ricordare a tutti i presenti al Pasto Serale del Signore la procedura stabilita da Gesù. L’effettivo passaggio del pane e del vino da uno all’altro contribuisce a rendere più profondo l’apprezzamento per le cose sacre appena trattate durante quella sera. Permette inoltre a ciascuno di indicare pubblicamente qual è la sua speranza: vivere in cielo, o sulla terra.a Seguendo la corretta procedura la congregazione si conforma a ciò che quella sera si starà facendo in tutta la terra. — I Corinti 14:40.
14. In che modo gli anziani possono mostrare amorevole considerazione per uno degli unti che sia infermo la sera della Commemorazione?
14 Supponiamo che in una congregazione uno degli unti sia infermo e non possa assistere alla Commemorazione. Che fare in tal caso? Si dovrebbe fare ogni sforzo onde uno degli anziani porti gli emblemi a quel cristiano infermo e, se opportuno, l’anziano potrà fare qualche commento adatto prima di porgere gli emblemi e concludere con una preghiera appropriata. Come si sentirà incoraggiato il malato! Queste amorevoli premure promuovono uno spirito di amore entro la congregazione. (Vedi anche pagina 31). — Salmo 133:1.
15. Descrivete alcuni altri modi in cui si può mostrare rispetto per il Pasto Serale del Signore.
15 Sono state fatte altre interessanti domande circa la procedura e il genere di emblemi da usare per la Commemorazione. Si può aver risposta a questi interrogativi nel riquadro “Mostriamo rispetto per il Pasto Serale del Signore”, a pagina 19. Sarà bene che gli anziani responsabili seguano quanto è lì indicato.
È necessario autoesaminarsi
16, 17. (a) Circa il prendere gli emblemi, cosa si sono chiesti alcuni, ma chi soltanto può rispondere? (b) Come Dio fornisce prove convincenti a coloro che sono stati generati dal suo spirito?
16 Ci sono alcuni che vengono assaliti dal dubbio di aver il diritto o meno di prendere gli emblemi. A volte questa domanda sorge nelle settimane precedenti la celebrazione del Pasto Serale del Signore. Di frequente tali interrogativi sono suscitati da coloro che da poco si sono uniti ai testimoni di Geova. Siete tra coloro che hanno avuto di questi dubbi? Come stabilire cosa è giusto fare?
17 Parlando del Pasto Serale del Signore, Paolo raccomandò: “Prima l’uomo approvi se stesso dopo scrutinio, e così mangi del pane e beva del calice”. (I Corinti 11:28, 29) Avete notato che Paolo dice che siete voi a dovervi ‘approvare dopo scrutinio’? Naturalmente non è sbagliato parlare di una faccenda tanto seria con un cristiano maturo, ma siete solo voi a dover stabilire qual è la vostra relazione personale con Geova e con il suo Figlio. Dio non lascia nel dubbio nessuno dei 144.000. Ci viene assicurato: “Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio”. È lo spirito di Dio a infondere nel cuore di ciascun componente del corpo di Cristo la convinzione di essere uno dei figli spirituali di Dio. Gli eletti lo sanno e non ne devono chiedere conferma ad altri della congregazione. — Romani 8:15, 16.
18. Quali fatti storici relativi alle “altre pecore” ci interessano?
18 La storia moderna dei testimoni di Geova indica che dal 1931 si è cominciato a prestare più attenzione alle “altre pecore” tramite il messaggio del Regno. Poi il 31 maggio 1935, nel discorso “La grande moltitudine”,b la “grande folla” vista in visione dall’apostolo Giovanni venne chiaramente identificata con le “altre pecore”. Cosa indicava il fatto che si ponesse l’accento su questo nuovo aspetto? Senz’altro che il radunamento del “piccolo gregge” era in via di conclusione e che era giunto il momento in cui Gesù, tramite l’amministrazione dello “schiavo fedele e discreto”, si sarebbe preoccupato di radunare le “altre pecore”. — Matteo 24:45-47.
19. Quale esame personale si può consigliare ai più nuovi che hanno sostenuto di essere degli unti?
19 Tenuto presente quanto sopra, a tutti coloro che di recente si sono uniti al popolo di Geova e che forse hanno sostenuto di far parte della classe degli unti noi diciamo: Esaminate con attenzione la vostra relazione con Geova. Chiedetevi: La speranza celeste che professo è forse un rimasuglio dei precedenti insegnamenti religiosi secondo i quali tutti i membri della chiesa vanno in cielo? La mia speranza è forse in qualche modo da collegare con un desiderio egoistico o con spinte emotive? Paolo disse: “È impossibile che Dio menta”. (Ebrei 6:18) Nemmeno lo spirito santo di adozione può mentire. Pertanto chiunque sia stato realmente generato dallo spirito di Dio non è assalito da continui dubbi, ma è in grado di attestare in perfetta buona coscienza di essere uno dei figli di Dio.
La celebrazione del 1985
20. Che importanza riveste la Commemorazione per i testimoni di Geova?
20 Senza dubbio per tutti i veri cristiani il Pasto Serale del Signore è la massima celebrazione dell’anno. Non esiste altro avvenimento simile per importanza, scopo o procedura. Perciò, man mano che la terra ruoterà sul proprio asse facendo tramontare progressivamente all’orizzonte il sole, tutte le congregazioni, grandi e piccole, dei testimoni di Geova e tutti i gruppi isolati si raduneranno in ubbidienza al comando del Signore.
21. Che sensazioni e attese dovrebbe suscitare nel cuore dei servitori di Dio la Commemorazione del 1985?
21 Pertanto tutte le persone simili a pecore si rallegrano moltissimo alla prospettiva di celebrare insieme un’altra Commemorazione. Per tutti i servitori di Geova quella di quest’anno possa rivelarsi un’occasione da cui trarre edificante incoraggiamento. Possa infondere in loro lo stesso spirito fiducioso mostrato dal loro Esempio, Gesù Cristo, il quale disse: “Fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. — Giovanni 16:33.
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