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Corrono!Svegliatevi! 1981 | 22 maggio
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Corrono!
Le statistiche mostrano che nell’Unione Sovietica il jogging fa parte della routine quotidiana di un terzo della popolazione. Secondo una recente stima, negli Stati Uniti venticinque milioni di persone corrono. Questa febbre scoppiò negli anni sessanta. Quali sono i benefici? e quali i pericoli?
“I TOPI fisicamente attivi hanno una vita del 25 per cento più lunga di quelli sedentari”. Gli esperimenti, si dice, lo hanno già comprovato. La cosa non è stata ancora dimostrata nel caso dell’uomo, ma ci sono indicazioni secondo cui la longevità è favorita dall’esercizio fisico.
Un patologo ha detto che, in base alle autopsie da lui eseguite, due decessi su tre sono prematuri e sono da attribuire al cuore di un pigro, ai polmoni di un fumatore e al fegato di un bevitore. L’Ente americano che si occupa dell’invecchiamento ha detto: “La mancanza di esercizio è il nemico mortale del corpo umano. Oggi sappiamo che non è tanto quanto si vive, ma come si vive a causare molti disturbi fisici normalmente connessi all’età avanzata”. Anche un medico ha commentato: “La maggioranza di noi non si consuma. Fa la ruggine”.
Quasi tutti credono nell’utilità di qualche tipo di esercizio, ma non a tutti piace sudare. Soluzioni facili, ben presentate, mezz’ora di esercizi poco faticosi la settimana, ecco la filosofia odierna: qualcosa in cambio di nulla. Un comitato dell’Ordine dei Medici Americani condanna gli attrezzi ginnici che non richiedono sforzo: “Non hanno nessun recondito vantaggio o utilità. Il loro peggior difetto è che la maggioranza d’essi serve ben poco per migliorare la condizione del cuore e dei polmoni, che oggi hanno più che mai bisogno d’esercizio”. Secondo questo comitato, occorrono esercizi strenui e prolungati.
Correndo si dimagrisce e questo fa molto bene al cuore. Non solo si bruciano grassi, ma si attenua anche la fame. Una bassa concentrazione di zucchero nel sangue stimola la fame, ma l’esercizio fa liberare grassi nel torrente sanguigno per produrre energia, per cui la concentrazione di zucchero nel sangue non scende sensibilmente. Uno studio condotto su alcuni maiali lo conferma. Quarantacinque furono fatti correre su un nastro, mentre un altro gruppo oziava. Entrambi i gruppi avevano cibo a disposizione. I maiali sedentari mangiavano più di quelli che si muovevano, e alla fine dell’esperimento questi ultimi pesavano nove chili meno di quelli che oziavano.
Un’idea diffusa è che chi fa lavori o esercizi pesanti abbia bisogno di carne. Per fare esercizi faticosi c’è bisogno di energia, e l’energia non si ottiene consumando carne. I famosi indiani tarahumara del Messico fanno per sport corse di 240 chilometri, su terreno montagnoso, senza mangiare praticamente né carne, né latte né uova. La loro alimentazione è sostanzialmente a base di legumi, zucchine e granturco. Non solo hanno una resistenza così straordinaria, ma in media vivono anche molto più a lungo. Una dieta vegetariana equilibrata soddisfa il fabbisogno del corpo.
Fatto degno di nota, un professore universitario ha riscontrato che in un periodo di quattro anni gli uomini che facevano vita sedentaria richiedevano per spese mediche 340.000 lire in media, mentre chi faceva regolarmente dell’esercizio ne richiedeva solo 170.000. Una compagnia di assicurazioni sulla vita ha ridotto del 20 per cento il premio per quelli che tre volte la settimana fanno 20 minuti di esercizio, facendo lavorare strenuamente cuore e polmoni.
Affermazioni contrastanti
Il dott. T. J. Bassler, che studia le malattie dei maratoneti, afferma: “È biologicamente impossibile che l’aterosclerosi progredisca in chi è in grado di percorrere uniformemente la distanza di 42 chilometri [la distanza della maratona]”. Inoltre dice: “Finché non risulterà dalle autopsie che nei maratoneti può insorgere la micidiale aterosclerosi, sembra prudente consigliare questo tipo di vita per premunirsi contro questa malattia”.
Il New England Journal of Medicine ha però replicato presentando le prove ottenute da un’autopsia secondo cui questa malattia ha causato la morte di un maratoneta e citando altre autopsie che rivelavano un avanzato stato di aterosclerosi. Si sa pure di parecchi casi di corridori su lunga distanza, maratoneti inclusi, che sono morti di attacchi cardiaci. Non c’è dubbio sul fatto che l’esercizio è utile, ma i programmi di esercizi devono essere adattati all’individuo.
Il dott. Chris Barnard, il chirurgo dei trapianti di cuore, fa del jogging. Non è entusiasta, però, della mania che è sorta. Egli è specialmente preoccupato riguardo al luogo dove si corre, le città. “Uno studio presentato alcuni anni fa a Città del Capo”, dice, “ha dimostrato che i piccioni della città avevano sette volte più piombo nelle ossa che i loro cugini di campagna”. E aggiunge: “Ogni strada principale è satura di venefici gas di scarico delle automobili”.
Migliaia di maratoneti!
Milioni di persone fanno alcuni chilometri di corsa due o tre volte la settimana, ma molte migliaia non si accontentano di questo e partecipano a maratone, percorrendo 42,192 chilometri. L’anno scorso, ad esempio, 14.012 persone parteciparono alla maratona di New York. Per 4.000 d’essi fu la prima volta. Non tutti sono arrivati sino in fondo, ma 12.622 sì. Fra i partecipanti c’erano centinaia di stranieri provenienti da 44 paesi. Circa due milioni di spettatori fiancheggiavano le strade facendo il tifo per i corridori.
Ha vinto Alberto Salazar, in 2 ore 9 primi 41 secondi. Al 74º posto si è piazzata Grete Waitz, la prima delle donne che hanno portato a termine la maratona, battendo il primato mondiale femminile; il nuovo primato: 2 ore 25 primi 41 secondi. Tra coloro che sono arrivati al traguardo, il più anziano aveva 77 anni, il più giovane 10. Alle maratone hanno partecipato persone dai cinque agli ottantaquattro anni. Anche alcuni sulla sedia a rotelle, alcuni ciechi e alcuni con le gambe artificiali.
“Maratoneti” dell’antichità
Si narra che venticinque secoli fa il soldato greco Fidippide percorse circa 42 chilometri dal luogo della battaglia di Maratona ad Atene per portare la notizia della vittoria dei greci sui persiani. Secondo la tradizione, dopo aver dato l’annuncio cadde morto. Oggi con la maratona si ricorda la sua corsa.
Ma Fidippide non fu il primo “maratoneta”. Quattrocento anni prima il profeta Elia aveva percorso una distanza simile. Dal monte Carmelo, vicino al mar Mediterraneo, a Izreel ci sono quasi 40 chilometri. Elia compì la corsa con la forza di Geova: “E la medesima mano di Geova era su Elia, così che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab [che lo inseguiva su un carro] per tutta la via fino a Izreel”. — I Re 18:46.
Correre fa bene, in più di un modo. Comporta anche dei rischi per cui è saggio essere cauti e moderati. Ma non fatene una religione, come hanno fatto alcuni. I tre articoli che seguono danno ulteriori ragguagli in merito.
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Preferite non correre?Svegliatevi! 1981 | 22 maggio
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Preferite non correre?
Perché è troppo faticoso? troppo noioso? non è divertente? porta via troppo tempo? non c’è il luogo adatto? Allora scegliete qualche altro “esercizio aerobico”
ESERCIZIO AEROBICO? Nessuno che si dedichi con impegno alla corsa chiederebbe cos’è, ma alcuni non lo sanno. Secondo un’enciclopedia, gli esercizi aerobici sono quelli che aiutano il corpo a migliorare “la sua efficienza nell’assorbimento di ossigeno. Tipici esercizi aerobici (per es., camminare, correre, nuotare e andare in bicicletta) stimolano l’attività cardiaca e polmonare per un periodo di tempo abbastanza lungo da produrre benefici cambiamenti nel corpo (per effetto dell’allenamento). Si usa una tabella con un sistema di punti per dimostrare la quantità di energia spesa in un esercizio”.
Queste tabelle, che variano a seconda dell’età e dei tipi di esercizio, servono a valutare il miglioramento individuale. Nella suddetta definizione la frase chiave che definisce l’esercizio aerobico è “periodo di tempo abbastanza lungo da produrre benefici cambiamenti nel corpo”. Bisogna far aumentare i battiti del cuore, senza poi rallentare, per un periodo minimo di tempo a seconda dell’età, altrimenti i cambiamenti benefici non ci saranno. Questi cambiamenti sono elencati nel seguente articolo di due pagine.
A che velocità deve battere il cuore perché un esercizio si possa definire aerobico? Una formula suggerita: Scrivete 220, sottraete la vostra età e otterrete la stima del vostro massimo battito cardiaco per minuto. Moltiplicate per 0,7 e avrete il numero di pulsazioni al minuto che dovreste conseguire nell’allenamento aerobico.
Ora parliamo delle vostre obiezioni alla corsa. È troppo faticosa? Provate a CAMMINARE. Per la stragrande maggioranza potrebbe essere l’esercizio aerobico meno faticoso e più sicuro che ci sia. Lo si può praticare senza pericolo a qualsiasi età, anche da vecchi. Perfino coloro che pensano di dedicarsi alla corsa fanno bene in principio a camminare, poi camminare e correre alternativamente, e infine correre. Ricordate però che se si vuole che sia un esercizio aerobico si deve camminare svelti. Il battito cardiaco non aumenta abbastanza con una tranquilla passeggiata, neppure a passo normale. In un esperimento, alcuni uomini fra i 40 e i 57 anni camminarono a passo veloce per 40 minuti, quattro volte la settimana, ed ebbero lo stesso miglioramento di uomini della stessa età che facevano del jogging per 30 minuti tre volte la settimana. Camminare richiede più tempo, ma si ottengono gli stessi risultati e per molti è meno rischioso.
Non c’è un luogo adatto per il jogging e questo porta via troppo tempo? Provate a SALTARE LA CORDA. Si può fare sia in casa che fuori. Non si è condizionati dal tempo atmosferico. Porta via meno tempo e dà risultati pressoché uguali. “Per ottenere la massima efficienza nel minor tempo”, dice il dott. Kaare Rodahl dell’Istituto di Fisiologia del Lavoro di Oslo, “nulla è più efficace del saltare la corda”. All’Università di Stato dell’Arizona 92 studenti fuori esercizio seguirono due diversi programmi: metà di essi fecero del jogging per 30 minuti al giorno e l’altra metà saltò la corda per 10 minuti al giorno. I successivi esami indicarono che l’efficienza vascolare era quasi identica in entrambi i gruppi.
È troppo noioso correre? Provate ad ANDARE IN BICICLETTA. Ma state attenti a non farvi investire dalle macchine e a non investire pedoni. Scegliete strade secondarie se ce ne sono, ma non vi fermate ad annusare le rose lungo il tragitto. Mantenete un’andatura costante affinché il vostro cuore lavori al ritmo necessario per rendere aerobico l’allenamento.
Il jogging non vi diverte? Provate col NUOTO. Non fa sudare e l’acqua è stimolante. Fendendo l’acqua con regolari e possenti bracciate si stabilisce un certo ritmo. È un esercizio piacevole che fa lavorare ogni muscolo del corpo, e se è ininterrotto per tutto il periodo dell’allenamento, il cuore e i polmoni lavorano abbastanza da far ottenere benefici risultati.
Ci sono altre possibilità. Ora è di moda il tennis. Il singolo veloce va bene; il doppio dà ai giocatori la possibilità di riposarsi troppo. La pallacanestro può essere aerobica, se l’azione non è interrotta da troppi tiri liberi. Se desiderate avere i benefici di un esercizio aerobico, qualunque tipo scegliate, deve tenervi in movimento, farvi sbuffare e ansimare. Deve sottoporre cuore e polmoni a uno sforzo duro e prolungato, per un periodo di tempo minimo.
Naturalmente rimanete entro i limiti dettati dalle vostre capacità fisiche e determinati da un esame medico. Ora girate pagina per vedere quali sono i benefici degli esercizi aerobici.
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Vi piace correre?Svegliatevi! 1981 | 22 maggio
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Vi piace correre?
Il cuore e altre parti del corpo traggono giovamento da questo esercizio fisico
FA BENE AL CUORE
Lo fa rendere di più con minor sforzo. Con l’esercizio le fibre del muscolo cardiaco si rafforzano, le sue cavità si allargano e di conseguenza il cuore può pompare più sangue a ogni contrazione. Prima dell’allenamento, a ogni pulsazione può pompare meno di mezza tazza di sangue; ma dopo l’allenamento, può pomparne quasi una tazza. Pompandone di più, batte più lentamente e si riposa di più fra una contrazione e l’altra. Grazie a questo allenamento, nel corso di un certo periodo di tempo le vostre pulsazioni, a riposo, possono diminuire da 10 a 20 al minuto. Con l’allenamento le piccole arterie che portano sangue al cuore si allargano e sono in grado di inviare al cuore sangue più ricco di ossigeno. L’allenamento fa anche abbassare gradualmente la pressione sanguigna.
FA BENE AI POLMONI
Per l’esercizio intenso le fibre muscolari richiedono grandi quantità di ossigeno. Lo prendono dal sangue, che lo ricava dai polmoni. I polmoni, con le loro centinaia di milioni di alveoli, che formano un tessuto spugnoso, sono efficienti fornitori di ossigeno per il sangue che li irrora. I polmoni sono molto flessibili e con l’esercizio cambiano in fretta. I loro vasi sanguigni si dilatano, accrescendo la superficie da cui l’ossigeno passa nel torrente sanguigno. I muscoli dell’addome, del diaframma e del torace interessati alla respirazione diventano più forti e più efficienti. La quantità d’aria che i polmoni di un corridore allenato possono assorbire aumenta notevolmente e il volume per minuto può essere triplicato.
FA BENE AL SANGUE
L’esercizio aerobico produce l’enzima fibrinolisina in maggiori quantità. Scioglie i coaguli di sangue, e, secondo una teoria, potrebbe anche sciogliere i coaguli vecchi nelle coronarie che potrebbero causare attacchi cardiaci. In un esperimento la facoltà del sangue di dissolvere i coaguli fu quasi quadruplicata in alcuni soggetti impegnati in un programma di esercizi della durata di 10 settimane. I corridori allenati hanno livelli più alti di lipoproteine ad alta densità nel sangue. Queste lipoproteine portano via dalle pareti delle arterie il colesterolo in eccesso, riducendo l’accumulo di grassi che potrebbe ostruire i vasi sanguigni e provocare attacchi cardiaci. Nei muscoli allenati, le arterie adiacenti si ramificano e i capillari si infittiscono, per cui le fibre muscolari sono più ossigenate. L’esercizio accresce anche il numero dei globuli rossi, i vettori dell’ossigeno.
FA BENE AI NERVI
I nervi, anche quelli sottilissimi, diventano più efficienti nella trasmissione di impulsi elettrochimici, e stimolano quindi meglio le fibre muscolari, il che ne accresce la resistenza e infine la forza. Con l’allenamento e l’uso, i riflessi sostituiscono le azioni volontarie e i movimenti diventano più efficienti. I muscoli non utilizzati si rilasciano di più e si conserva energia. Il dott. Lucien Brouha, esperto di fisiologia atletica, dice: “Il risultato finale è che, per una data prestazione, diminuisce il dispendio di energia in ragione di un quarto dell’energia totale necessaria prima dell’allenamento”. Gli uomini non sono topi; eppure è interessante il fatto che in un esperimento i giovani topi che facevano dell’esercizio sviluppavano neuroni motori — un tipo di cellule nervose — più grossi di quelli che non facevano esercizio.
FA BENE ALLA MENTE
Coloro che corrono parlano delle gioie del jogging e della naturale eccitazione che si prova. Più specificamente, in un ospedale psichiatrico di Knoxville (Tennessee, U.S.A.) si è riscontrato che la corsa rende i pazienti meno ansiosi. Il dott. Alan Clarke dell’Ospedale di S. Giuseppe di Atlanta (Georgia, U.S.A.) dice: “È risaputo che l’esercizio è il miglior tranquillante. Mi rifiuto di dare medicine ai pazienti affetti da semplice ansietà neurotica finché non abbiano tentato adeguatamente con gli esercizi aerobici”. Un articolo del Medical World News era intitolato: “Il jogging può tenere i depressi lontani dal divano dello psicanalista”. Parlava di due studi, effettuati dall’Università del Wisconsin e dall’Università della Virginia, che confermavano questo punto di vista. Uno studio ha mostrato che l’esercizio stimola nel cervello la produzione di noradrenalina, mediatore chimico della trasmissione nervosa, che allevia la depressione.
FA BENE AI MUSCOLI
Non c’è dubbio che l’esercizio è indispensabile per i muscoli. Altrimenti si atrofizzano. Gli aspetti specifici del loro funzionamento, però, sono così sorprendenti che saranno considerati nell’articolo che segue. Inoltre, verrà preso in esame un tipo di addestramento molto più importante.
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Ciò che possono e ciò che non possono fare i muscoliSvegliatevi! 1981 | 22 maggio
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Ciò che possono e ciò che non possono fare i muscoli
I loro movimenti più semplici sono meraviglie che prendiamo per scontate. Allenati, offrono una sorprendente prova di forza e di resistenza. Ma c’è un altro tipo di addestramento che è di gran lunga più importante, che può fare qualcosa che i muscoli non potranno mai fare!
C’È UNA CASSA piena di piume. Volete sollevarla. La vostra mente dà un ordine ai muscoli interessati e sollevate le piume. Adesso la cassa è piena di sbarre di piombo. La vostra mente dà ordine di sollevare il piombo agli stessi muscoli, ed essi ubbidiscono. Semplice? Tutt’altro.
Una fibra della muscolatura scheletrica non si contrae con minore o maggior forza secondo che debba sollevare pesi leggeri o gravi. Quando la terminazione nervosa dice alla fibra di contrarsi, questa si contrae completamente. Se si contrae, si contrae del tutto. Com’è dunque che a un comando i muscoli esercitano solo abbastanza forza per sollevare le piume, e a un altro comando quegli stessi muscoli raccolgono la forza maggiore necessaria per sollevare il piombo?
Un muscolo è fatto di molti fasci di minuscole fibre muscolari, e ciascun fascio è detto unità motoria. A ciascuna unità è collegato un nervo motore, che nella punta si ramifica per cui ciascuna fibra muscolare ha la propria individuale terminazione nervosa per stimolarla. L’impulso elettrochimico è trasmesso mediante sostanze chimiche dalla terminazione nervosa alla fibra, dove si ritrasforma in sostanza elettrochimica. La fibra si contrae. Tutte le fibre di quel fascio o unità motoria si contraggono.
Non tutti i fasci di fibre di un muscolo si contraggono quando si usa quel muscolo. Se la mente sa che deve sollevare solo piume, il sistema nervoso centrale invia segnali solo ai pochi fasci necessari per sollevare le piume. Ma se bisogna sollevare del piombo, saranno stimolati molti più fasci affinché si contraggano.
A volte la mente si inganna. Se pensa che la cassa sia piena di piume quando invece contiene piombo, viene segnalato di contrarsi a un insufficiente numero di fibre e la mente resta sorpresa. Sembra quasi che la cassa sia inchiodata a terra. Ma se la mente pensa che la cassa sia piena di piombo quando invece ci sono soltanto piume, molti fasci di fibre si mettono in azione per sollevare piombo, e si ha l’impressione che la cassa voli su da terra.
Decisioni, sempre decisioni!
Il punto è che il sistema nervoso centrale prende continuamente decisioni in quanto al numero di fasci di fibre a cui deve ordinare di contrarsi per i molti lavori che i circa 650 muscoli del corpo devono compiere. Gli elementi sensoriali presenti nelle fibre, detti recettori, trasmettono segnali alle fibre e rimandano segnali al sistema nervoso centrale, e con questo scambio di messaggi permettono di prendere decisioni. Forse non vi piace prendere decisioni, ma inconsciamente ne prendete milioni di continuo!
Più fibre si contraggono, più grosso e più duro diventerà il muscolo. Per esempio, i bicipiti del braccio si contraggono per sollevare la mano con cui grattarvi la testa. Non ci vogliono molti fasci di fibre, e i bicipiti sono piuttosto molli. Ma con lo stesso movimento sollevate fino alla spalla un peso di quindici chili e i bicipiti si gonfieranno e si induriranno perché molte più fibre entrano in azione.
Alcuni muscoli possono controllare la tensione molto più di altri. Le dita, per esempio, possono chiudersi con una stretta ferrea o maneggiare delicatamente uova dal sottile guscio. Tali muscoli contengono molti fasci di fibre, ma ciascun fascio ha solo poche fibre, qualcuno non più di dieci. Altri grossi muscoli, come alcuni delle gambe, non sono in grado di fare tanti svariati movimenti. Hanno meno fasci di fibre, ma molte più fibre in ciascun fascio, spesso più di cento.
I muscoli scheletrici hanno basilarmente due tipi di fibre: torbide per i movimenti lenti e normali, chiare per gli scatti rapidi. (Sono dette fibre a contrazione lenta e fibre a contrazione rapida). Alcuni muscoli sono fatti quasi interamente del primo tipo di fibre, altri di entrambe. Le persone dai movimenti insolitamente veloci hanno più fibre chiare di quelle che si muovono più lentamente. Gli agili ginnasti, ad esempio, devono avere fibre a contrazione rapida per eseguire le fenomenali acrobazie che ci lasciano a bocca aperta. E gli eccezionali velocisti hanno un numero maggiore di queste fibre rispetto a coloro che corrono su lunghe distanze. L’allenamento influisce, ma non può cambiare la proporzione di fibre a contrazione rapida e a contrazione lenta; è una cosa ereditaria, un dono.
Come si produce l’energia
L’ATP (acido adenosintrifosforico) è la fonte ricca di energia necessaria per l’azione muscolare. È prodotto nelle fibre muscolari da organuli detti mitocondri e si forma in vari modi. I grassi presenti nel tessuto muscolare (tessuto adiposo) si decompongono diventando acidi grassi liberi nei muscoli e anche nel sangue. Alla fine, nelle fibre muscolari vengono ossidati per liberare energia e produrre ATP. Anche il glucosio presente nel sangue è ossidato nelle fibre muscolari per formare ATP. Parte del glucosio del sangue si deposita nei muscoli sotto forma di glicogeno, vale a dire carboidrati. Poi, quando c’è bisogno di ATP, il glicogeno si scompone in glucosio, che, senza impiego di ossigeno, produce ATP.
Questi metodi di produzione di ATP vengono utilizzati simultaneamente, ma in vario grado, secondo le circostanze. Il tipo di esercizio, la sua intensità e durata, le condizioni fisiche dell’individuo, sono tutti fattori che determinano quanto ATP ciascun metodo fornirà in un determinato momento. Per quanto riguarda la corsa su lunga distanza, quando l’esercizio è intenso per un lungo periodo, la produzione di ATP viene soprattutto dal glicogeno.
Spesso i maratoneti, pochi giorni prima di una corsa, si sottopongono a una dieta ricca di carboidrati, e così facendo aumentano di ben il 300 per cento la quantità di glicogeno depositato nei muscoli. Un sottoprodotto di questo utilizzo del glicogeno però è l’acido lattico, ed è il suo accumulo nei muscoli a causare affaticamento, e infine dolori muscolari.
Adorare i muscoli o il loro Creatore?
I muscoli possono fare molte cose: gettare una palla, farla cadere o rotolare; tenere il corpo in equilibrio su una mano; far compiere al corpo aggraziati voli, salti e piroette. Coi muscoli di un braccio si possono sollevare sopra la testa pesi di decine di chili. I muscoli delle gambe possono lanciare il corpo sopra un’asta alta due metri e dieci, o in un salto in lungo di quasi nove metri, o far correre i cento metri in nove secondi, o il miglio in meno di quattro minuti, oppure 42 chilometri in poco più di due ore. O possono continuare a correre per 100 o 150 chilometri. Gli indiani tarahumara del Messico fanno corse di oltre 300 chilometri. È fatta la dubbia asserzione che i mahetang, monaci tibetani specialmente allenati per la corsa veloce, percorrano 480 chilometri in 30 ore ripetendo i sacri mantra a tempo con l’andatura e il respiro.
I muscoli sono straordinari. Ma non sono dèi. Alcuni sembra la pensino così, pochi, per fortuna. Uno paragona la corsa alla ricerca del santo Graal. Un altro afferma che “la ricerca dello spirito attraverso il corpo è appena cominciata”. Il dott. George Sheehan, da molti definito sommo sacerdote della corsa, ha detto: “Il mio cruccio è che non riesca a raggiungere i miei limiti e a trovare Dio. Ma è qui che mi aiuta la corsa”. Una donna che fa il jogging ha paragonato la sua esperienza a una conversione. La moglie di uno che corre ha detto: “Tom era un metodista. Ora è un corridore”. Nel suo libro sulla corsa, Joel Henning dice: “È proprio una forma di adorazione, un tentativo di trovare Dio”. Bob Anderson, redattore di On the Run, ha dichiarato: “Una volta qualcuno ha detto: ‘Per sopravvivere, l’umanità dovrà inventare una nuova religione’. Quella religione è stata inventata. È la religione del corridore”.
Ma, un momento! I muscoli non possono salvare. Solo Colui che li ha creati può salvare. I muscoli rispecchiano la sapienza creativa di Geova. Vedete il suo genio nella loro agilità, velocità, forza, resistenza. Vedete tale genio nelle complessità elettrochimiche, nei milioni di reazioni di milioni di fibre, ogni istante del giorno, controllate e sincronizzate senza che neppure ce ne accorgiamo. Senza che ci pensiamo, svolgono la loro funzione per tenerci in vita: i polmoni respirano, il cuore batte, il sangue circola, gli organi digeriscono, le ghiandole secernono, i circuiti elettrici trasmettono impulsi, e tante, tante altre cose di cui non ci accorgiamo mai.
Allenare i muscoli è utile, ma non è paragonabile all’addestrarsi nella santa devozione. “L’addestramento corporale è utile per un poco”, ha scritto l’apostolo Paolo, “ma la santa devozione è utile per ogni cosa, giacché ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”. (I Tim. 4:8) Provate gioia in qualsiasi esercizio facciate. Apprezzatene i benefici. Vi sentirete meglio. La santa devozione, però, può fare ciò che i muscoli non potranno mai fare: farvi vivere più a lungo, anzi, per sempre. Il salmista infatti dichiarò:
“Non della forza del cavallo si diletta, né delle gambe dell’uomo ha stima, ma il Signore si compiace di coloro che lo temono”. — Sal. 147:10, 11, La Bibbia Concordata.
[Riquadro a pagina 17]
BENEFICI CHE I MUSCOLI TRAGGONO DAGLI ESERCIZI AEROBICI
Le fibre muscolari diventano più forti e si contraggono più in fretta.
Aumenta il numero di mitocondri, i quali producono ATP.
Aumenta il numero degli enzimi richiesti dai mitocondri per produrre ATP: in chi corre su lunghe distanze il numero è triplicato rispetto a chi fa vita sedentaria.
Spesso la mioglobina dei muscoli raddoppia. Essa trasporta l’ossigeno ai mitocondri. Più mioglobina uguale più ossigeno.
Le arterie si ramificano, i capillari aumentano, spesso raddoppiano. Il sangue porta più ossigeno ai muscoli.
Grazie all’accresciuta circolazione e alla maggiore quantità di mioglobina, la provvista di ossigeno è più efficiente e ci vuole un minor afflusso di sangue.
Aumenta la quantità di grassi ossidati, con conseguente aumento di ATP.
Aumenta l’ossidazione del glucosio, altra sorgente di ATP.
I muscoli allenati contengono concentrazioni più elevate di carboidrati depositati (glicogeno): la maggiore fonte di energia per gli esercizi intensi in un tempo prolungato.
I muscoli allenati non accumulano acido lattico altrettanto in fretta, e ne possono contenere più dei muscoli non allenati; per cui diminuisce la fatica.
[Riquadro a pagina 17]
DANNI DOVUTI ALLA MANCANZA DI ESERCIZIO MUSCOLARE
I muscoli si rimpiccioliscono, si atrofizzano. È evidente quando si toglie il gesso da una gamba o da un braccio fratturati: i muscoli sono rattrappiti.
Nel corso di uno studio, alcuni atleti trascorsero venti giorni a letto. La capacità di assorbimento dell’ossigeno diminuì di oltre un quarto. La capacità del cuore di pompare sangue diminuì nella stessa misura. I globuli rossi diminuirono del 15 per cento.
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Ammaestrate vostro figlio col giocoSvegliatevi! 1981 | 22 maggio
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Ammaestrate vostro figlio col gioco
LA MIA piccola Barbara, ventuno mesi, era seduta per terra con le sue costruzioni. Alla fine mi disse che aveva fatto l’arca di Noè. Quella sera, prima di andare a letto, mi spiegò di nuovo allegramente come aveva fatto a costruire l’arca di Noè.
Il giorno dopo ci sedemmo insieme e prendemmo le costruzioni e vari suoi animali e pupazzi. Costruimmo di nuovo l’arca e ci mettemmo dentro gli animali, insieme a Noè e ai suoi tre figli, Sem, Cam e Iafet.
Imparavamo insieme col gioco. I bambini imparano giocando. Imparano con i movimenti, con la conversazione e con l’esperienza personale.
Insegnando ai nostri figli l’amore di Dio, dobbiamo ricordare le capacità che hanno i bambini di imparare. Si possono insegnare loro gli scritti sacri dall’infanzia, come indica il caso di Timoteo, uno dei primi cristiani. (II Tim. 3:15) I nostri piccoli hanno una grande capacità di apprendimento, ma, come gli adulti, imparano e ricordano molto più facilmente le cose che trovano interessanti.
I migliori insegnanti del bambino sono i suoi genitori. Conoscono le inclinazioni del loro figlio, il suo temperamento, il suo grado di sviluppo e capacità. I genitori sanno meglio come educarlo tenendo conto dei suoi limiti e delle sue possibilità. Geova ha dato ai genitori la responsabilità di insegnare ai figli le sue vie. — Prov. 22:6.
Ci sono molti modi per insegnare la Bibbia. Insegnando la Bibbia in modo divertente, con qualche bel gioco e facendo le cose insieme, ci valiamo di un tipo positivo di disciplina. La disciplina include non solo punizione e rimproveri, ma tutto ciò che comporta il fare un discepolo. Può essere di grande beneficio imparare la Bibbia con l’ausilio di puzzles, figure, giochi e recitazione.
Leggere insieme quando si è distesi e tranquilli è emozionante per il bambino se il libro è ricco di illustrazioni interessanti. Il mio libro di racconti biblicia è ottimo a questo scopo. Si possono spiegare le figure in modo semplice mentre il bambino sfoglia a caso il libro. In seguito si fermerà davanti alla sua figura preferita per spiegarvi il racconto. Man mano che cresce e aumenta la sua capacità di stare seduto e attento, forse vorrete leggergli il racconto parola per parola. Se vi fermate prima che perda l’interesse, la volta successiva sarà pronto e disposto di nuovo a sedersi e leggere con voi.
Anche i puzzles sono mezzi educativi. Si possono fare puzzles in fretta e senza spesa ritagliando figure di avvenimenti o di personaggi biblici da vecchie riviste che altrimenti si ammucchierebbero nel ripostiglio. Le figure si possono incollare su cartone e tagliare poi in pezzi irregolari da ricomporre.
Potete fare spettacoli di burattini usando vecchi calzini o qualche giocattolo dei vostri figli, e sarà molto divertente. Non vi perdete d’animo se in principio
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