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Vittoria sulla morteLa Torre di Guardia 1951 | 1° ottobre
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sarà più carestia, perché allora “la terra darà il suo frutto” in tale abbondanza che “l’aratore raggiungerà il mietitore”, il quale per i pesantissimi carichi di messi starà ancora raccogliendo i raccolti quando già sarà tempo che l’aratore prepari il terreno per la successiva stagione. (Sal. 67:6; Amos 9:13) Ci saranno infermità allora? Geova ha promesso che sanerà tutte le infermità, recherà salute e guarigione, e nessuno dirà più: Io sono malato. (Sal. 103:3; Isa. 33:24; Ger. 33:6) Vecchiaia? No, perché Giobbe 33:24, 25 dice: “Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto. Allora la sua carne divien fresca più di quella d’un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza”. In breve, nulla danneggerà ne distruggerà in tale nuovo mondo senza fine. — Isa. 11:9; Efes. 3:21.
Ora potreste essere sorpresi di udir questo, ma è un fatto che quando a taluni si parla di un nuovo mondo di giustizia nel quale regnano gioia e felicità senza nessuna avversità e sofferenza, dicono che non importa nulla a loro di vivere in un tale mondo, che diventerebbe noioso e monotono. Certamente avrete udito qualcuno dire che era così stanco, così malato, così triste o così infelice che avrebbe preferito morire. Ma avete mai udito qualcuno dire che era così felice che avrebbe preferito morire? Ha mai qualche suicida lasciato un biglietto in cui dichiarasse che era stato così bene che non ne poteva più? Naturalmente no. E nessuno sarà mai stanco di vivere in un nuovo mondo dove né dolore né malattie né morte guasteranno la felice esistenza, ma tutti godranno a lungo del lavoro che in quel tempo sarà affidato alle loro mani dal loro Creatore. — Isa. 65:22; Apoc. 21:1-5.
Riassumendo, la morte ha avuto il suo giorno per circa 6.000 anni. Tosto, la vita avrà il suo giorno per sempre. La morte ha vinto molte battaglie, ma alla fine essa perderà la guerra. Non saranno gli uomini che l’annienteranno. Non è vinta dalle dottrine religiose dell’immortalità dell’anima. La reincarnazione non riceverà gli applausi della vittoria. Né la penicillina né le pillole né la pelle di lucertola polverizzata possono porre il piede sul cadavere del nemico, la morte, e levare il grido di vittoria. La morte è vinta solo da Geova Dio mediante il regno di Cristo. Il modo di partecipare ai frutti di questa vittoria sulla morte è quello di mettersi oggi sulla via della vita. Desiderate voi esser partecipi del bottino della vittoria, cioè la vita eterna? Seguite allora la prescrizione divina per la vita: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio. e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3, NM.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1951 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Che cosa si vuol dire con le parole di 1 Giovanni 3:18: “Non amiamo a parole e con la lingua, ma a fatti e in verità”? — Lettore nella Florida.
Vuol dire che non si può piacere al Signore essendo soltanto pii, parlando mellifluamente e seguendo formalismi e cerimonie, ma non rendendo a Dio nessun effettivo servizio. Rivolgendosi ai religionisti giudei Gesù citò Isaia 29:13, dicendo: “Ipocriti, Isaia profetizzò appropriatamente di voi, quando disse: ‘Questo popolo mi onora con le sue labbra, ma il suo cuore è molto lontano da me. È inutilmente ch’essi mi rendono rispetto, perché insegnano comandi d’uomini come dottrine”.’ E di nuovo: “Non tutti quelli che mi dicono: ‘Maestro, Maestro,’ entreranno nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio”. (Matt. 15:7-9; 7:21, NM) La volontà di Geova è che i Cristiani predichino ora la Parola, che predichino l’evangelo del Regno in tutte le nazioni della terra. (Matt. 24:14; 2 Tim. 4:2) Quelli che amano Dio lo dimostreranno con l’ubbidienza alla sua volontà. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. “Questo è ciò che significa l’amor di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. — Giov. 14:15; 1 Giov. 5:3, NM.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1951 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Debbono le donne consacrate che partecipano alle adunanze della congregazione tenere il loro capo coperto? — Lettore nella California.
Dopo aver dichiarato che il capo della donna è l’uomo, il capo dell’uomo è Cristo, e il capo di Cristo è Dio, Paolo scrive: “Ogni donna che prega o profetizza con la sua testa scoperta disonora colui che è il suo capo”. (1 Cor. 11:3-10, NM) Commentando questo, il libro inglese “Questo significa vita eterna” dichiara: “Ai giorni dell’apostolo, e specialmente là nella città scandalosamente immorale dell’antica Corinto, era usanza delle donne rispettabili andar velate in pubblico. Per una donna andare alle pubbliche assemblee diversamente era come farsi classificare per una donna di bassi principi morali e di facili costumi. . . . In questi tempi moderni o nei paesi dove l’usanza non richiede che le donne della comunità vadano velate in segno di rispettabilità, la decenza cristiana non esige che la donna si attenga a quell’antica usanza per riguardo alla fede e all’organizzazione. . . . Ma indipendentemente dal costume popolare, se una donna oggi si dovesse alzare in una congregazione per pregare o profetizzare ai credenti uomini e donne presenti, essa dovrebbe velarsi il capo oppure avere un ‘segno di autorità sul suo capo a causa degli angeli’”. (Pagine 161, 162) Dunque se un’assegnazione teocratica richiede che una donna preghi o conduca un’adunanza di studio biblico essa dovrebbe portare un segno di
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Giuseppe, il padre adottivo di GesùLa Torre di Guardia 1951 | 1° ottobre
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Giuseppe, il padre adottivo di Gesù
GEOVA Dio, mediante la sua forza attiva, lo spirito santo, sorvegliò la registrazione dei fatti storici esposti nelle Scritture. Senza dubbio per buone ragioni egli non trovò opportuno che fosse scritto molto riguardo a Giuseppe, padre adottivo del Suo figlio umano Gesù. In stridente contrasto con la storia apocrifa che è piena di particolari sulla vita di Giuseppe, la Bibbia contiene pochissimo relativamente all’umile ma tuttavia vitale parte che Giuseppe ebbe nella fanciullezza di Gesù.
Giuseppe era un discendente di Davide secondo la linea di Salomone. Era figlio d’un certo Giacobbe, genero di un certo Heli. (Matt. 1:16; Luca 3:23) Faceva il falegname e abitava a Nazaret di Galilea. (Matt. 13:55; Luca 2:4) Indubbiamente Giuseppe era un mansueto e umile Giudeo, uno che aveva fede in Dio e desiderava fare ciò che è giusto. I pochi incidenti della sua vita che sono ricordati nelle Scritture mostrano ch’egli fu sempre ubbidiente ai comandi di Dio, sia che gli fossero impartiti direttamente per mezzo di angeli o fossero contenuti nella legge di Mosè.
Giuseppe era impegnato per sposare una fanciulla di nome Maria. “Durante il tempo in cui . . . Maria era promessa sposa a Giuseppe, fu trovata ch’era incinta per opera dello spirito santo prima che si fossero uniti. Comunque, Giuseppe suo marito, poiché era giusto e non voleva farne un pubblico spettacolo, si propose di divorziare da lei segretamente. Ma dopo aver pensato a queste cose, ecco! l’angelo di Geova gli apparve in sogno, dicendo: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere di condurre Maria tua moglie a casa, perché ciò che è stato generato in lei è dallo spirito santo. Ella partorirà un figliuolo, e tu dovrai mettergli nome “Gesù”, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati.’ Quindi Giuseppe si destò dal suo sonno e fece come l’angelo di Geova gli aveva ordinato, e condusse sua moglie a casa. Ma egli non ebbe relazione con lei finché non ebbe partorito un figlio; e gli mise nome ‘Gesù’”. — Matt. 1:18-21, 24, 25, NM.
In ubbidienza alla legge di Dio Giuseppe presentò Gesù a Gerusalemme con un’offerta, com’era richiesto per ogni maschio primogenito. Qui lui e Maria stupirono udendo Simeone proferire la sua profezia delle grandi cose che avrebbe fatte Gesù. ‘E quando ebbero adempiute tutte le cose secondo la legge di Geova, tornarono in Galilea alla loro città di Nazaret.’ — Luca 2:23-39, NM.
Nel frattempo tre scienziati, astrologhi o magi, provenienti dall’oriente erano diretti a Betleem per portare dei doni al bambino Gesù mentre egli si trovava là. “Dopo che s’erano ritirati, ecco! l’angelo di Geova apparve in sogno a Giuseppe, dicendo: ‘Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e restavi finché io te lo dirò; perché Erode sta per cercare il bambino per distruggerlo.’ Egli dunque si levò e prese il bambino e sua madre di notte e si ritirò in Egitto, e vi rimase fino alla morte di Erode.’ — Matt. 2:1-15, NM.
Alla morte di Erode un angelo di Geova nuovamente apparve in sogno a Giuseppe in Egitto, dicendo: “Alzati, prendi il bambino e sua madre e mettiti in cammino verso la terra d’Israele”. Nondimeno, apprendendo che il figlio di Erode, Archelao, regnava al posto di suo padre, temette di ritornare nella Giudea, e “avendo ricevuto avvertimento divino in sogno, si ritirò nel territorio della Galilea, e andò a stabilirsi in una città chiamata Nazaret”. — Matt. 2:19-23, NM.
Sembra che in certe cose Giuseppe lasciasse l’iniziativa a sua moglie Maria. Vediamo quindi che quando lui e Maria tornarono a Gerusalemme per cercare il ragazzo Gesù, che trovarono nel tempio, fu Maria e non Giuseppe che rimproverò Gesù. Il riferimento di Maria a Giuseppe come “tuo padre” è in stridente contrasto con le parole del ragazzo Gesù: “Non sapevate voi che io devo essere nella casa del Padre mio?” (Luca 2:48, 49, NM) Mentre Gesù cresceva Giuseppe, senza dubbio, gl’insegnò il mestiere di falegname, poiché Gesù era conosciuto non solo come il figlio d’un falegname ma anche come “il falegname, il figliuol di Maria”. — Mar. 6:3.
Le Scritture tacciono sulla morte di Giuseppe, ma questa dichiarazione di Marco 6:3 indica che allora egli era morto. Nemmeno è verosimile ch’egli sopravvivesse a Gesù, perché in tal caso Gesù non avrebbe affidato sua madre al suo discepolo ed apostolo favorito Giovanni, “ch’egli amava,” mentre pendeva sul palo di tortura. — Giov. 19:26, 27.
Giuseppe sarà tra gl’innumerevoli morti che udranno la voce del Figlio dell’uomo e usciranno per una risurrezione. (Giov. 5:28, 29) Udendo della provvisione di Dio per la vita eterna, senza dubbio egli se ne varrà lietamente e sarà un ubbidiente suddito del gran Re, Cristo Gesù, come fu un ubbidiente servitore di Dio quando fu padre adottivo di Gesù più di 1900 anni fa.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1951 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Per quanti giorni Gesù fu nella tomba? Alcuni dicono tre giorni interi. È questo esatto? — Abbonato di Vermont.
No. Ma alcuni lo deducono dalle parole di Gesù: “Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così starà il Figliuolo dell’uomo nel cuor della terra tre giorni e tre notti”. (Matt. 12:40) Questo vorrebbe dire 72 ore intere, ma non dobbiamo ignorare altre espressioni analoghe che mostrano la vera intenzione delle parole. Nella Bibbia “tre giorni” non significa necessariamente tre giorni interi, ma potrebbe significare parti di tre diversi giorni. Pertanto quando Geroboamo disse al popolo di ritornare entro “tre giorni” essi tornarono “il terzo giorno, come il re aveva ordinato”. (1 Re 12:5, 12, RG) Gesù parlò di sé come essendo risuscitato “il terzo giorno”. (Luca 24:46) Le Scritture parlano ripetutamente di Gesù come essendo risuscitato il terzo giorno; ma se egli fosse rimasto nella tomba tre giorni interi, ossia 72 ore, sarebbe stato il quarto giorno. Gesù fu messo a morte un venerdì pomeriggio, rimase nel sepolcro il sabato, e fu risuscitato la domenica mattina. Per un esame particolareggiato di questo soggetto vedere La Torre di Guardia inglese del 15 marzo 1944.
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