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Lealtà verso l’organizzazione teocraticaLa Torre di Guardia 1954 | 15 settembre
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Lealtà verso l’organizzazione teocratica
LA VITA è un dono di Dio. Tutte le persone sane desiderano la vita. Però, per ottenerla eternamente la dobbiamo desiderare tanto da essere pronti a soddisfarne le esigenze divine. Fra queste esigenze vi è la lealtà alla sua organizzazione teocratica.a
La parola “teocratica” significa ciò che ‘è in armonia con la regola o la legge di Dio. “Lealtà” significa fedeltà nell’amore e nel dovere, fedeltà ai propri obblighi. Lealtà verso l’organizzazione teocratica significa, dunque, essere intimamente in armonia con gli ordinamenti di Dio.
Ai giorni dei re d’Israele, la lealtà verso l’organizzazione teocratica significava salire a Gerusalemme per l’adorazione e l’olocausto. (Deut. 12:5, 11) Il re Geroboamo perdette il favore di Geova perché, temendo per il regno delle sue dieci tribù qualora il suo popolo salisse a Gerusalemme per adorare, istituì un’adorazione rivale a Dan e a Bethel. — 1 Re 12:26-30.
Geova non muta. (Mal. 3:6) Oggi pure egli ha un’organizzazione teocratica conosciuta come “la Società”, sulla quale ha posto il suo spirito e a cui ha mostrato così notevolmente la Sua benedizione nella recente Assemblea della Società del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova.
Alcuni, aventi un’alta opinione di se stessi, hanno mormorato contro questa organizzazione teocratica, dicendo: ‘Geova opera anche con noi.’ Ma i frutti ch’essi portano dimostrano che hanno torto, come Aaronne e Miriam dimostrarono di aver torto quando s’innalzarono orgogliosamente contro l’eletto servitore di Geova, Mosè. — Num. 12:1-15.
La nostra lealtà verso l’organizzazione teocratica è messa alla prova con la tentazione o l’avversità. La tentazione alla slealtà può presentarsi quando vediamo un altro, che apparentemente ha minore capacità naturale di noi, chiamato a una posizione più eminente. Ma la lealtà ci rammenterà che tutta la verità che abbiamo ricevuta ci pervenne principalmente attraverso l’organizzazione dello “schiavo fedele e discreto”, e che, come Iddio ci ha dato la verità, può anche togliercela. (Matt. 24:45-47; 1 Cor. 4:6, 7) Noi dobbiamo perciò collaborare e aiutare tale persona di tutto cuore.
Indi la nostra lealtà può ancora essere provata a causa di un trattamento ingiusto, entro l’organizzazione o nelle nostre famiglie. In tali momenti dobbiamo tener presente che Gesù promise che tali cose ci accadrebbero e che se Dio le permette possiamo, col suo aiuto, sopportarle e rendere così manifesta la nostra lealtà. — Matt. 10:36; 18:7; Rom. 8:28; 1 Cor. 10:13.
Oppure, siccome Harmaghedon non è venuta così presto come noi una volta si attendeva possiamo divenire impazienti e dubitare che Dio si serva dell’organizzazione teocratica per nutrire il suo popolo di verità spirituali. ‘Fallire in tale prova di lealtà sarebbe disastroso, proprio come lo fu per gl’Israeliti accampati ai piedi del monte Sinai allorché divennero impazienti attendendo il ritorno di Mosè. (Esodo, capitolo 32) Per affrontare tutte queste prove di lealtà occorre amore verso Geova e verso il nostro prossimo. — Marco 12:29-31.
I quattro giovani Ebrei portati a Babilonia diedero un buon esempio. Essendo leali in una questione apparentemente secondaria, quella del cibo, furono in grado di resistere quando venne la prova più grave. (Daniele, capitoli 1, 3 e 6) Così è oggi per noi, se siamo leali verso l’organizzazione teocratica nel poco o nel minimo, di fronte a fatti imprevisti o a gravi prove, saremo in grado di mantenerci leali verso l’organizzazione teocratica e serbare così una buona coscienza, ottenere l’approvazione di Geova e guadagnare la vita eterna.
[Nota in calce]
a Per dettagli vedere La Torre di Guardia del 1º marzo 1953.
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“La volontà di Dio prevarrà nella nostra vita”La Torre di Guardia 1954 | 15 settembre
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“La volontà di Dio prevarrà nella nostra vita”
UNA proclamatrice di Edmonton, Canada, ebbe un’interessante esperienza durante il congresso di New York allorché si recò in autobus a Plainfield. Salendo sull’autobus si trovò in difficoltà a causa del suo bagaglio e un signore di circa sessant’anni le diede una mano. Quando si sedettero cominciarono una conversazione dalla quale ella seppe ch’egli era un metodista e un lettore della Bibbia ed aveva l’incarico di soprintendente di un certo numero di maestri della scuola domenicale. Ecco la lettera ch’ella ricevette al suo ritorno da New York.
Cara signorina Johnson,
In questo momento mi passa per la mente un paio di righe di un inno che noi metodisti cantiamo una volta ogni tanto. Comincia così: ‘Iddio fa compiere le sue meraviglie in modo misterioso.’
Per aver aiutato una signorina che portava una pesante valigia mentre prendeva l’autobus e per aver fatto con lei e con altri della sua fede una conversazione durante il tragitto da New York a Plainfield, mi pare d’essere stato preso da un’inquietudine piuttosto sgradevole. Come le dissi, ebbi una buona impressione della meravigliosa attività di Testimoni venuti dai quattro canti della terra tanto che mi convinsi che c’è nella vostra fede e nel vostro credo qualche cosa di vero e di vitale. Non dico che sia già disposto a diventare uno di voi, ma, mi creda, alcune delle verità che voi spiegate, e la letteratura di cui mi avete provveduto, mi hanno certamente aperto nuovi orizzonti di riflessione.
Fui molto colpito dalla vostra credenza che l’unica cosa per cui dovremmo pregare è che la volontà di Dio prevalga nella nostra vita. Strano davvero, io non ho mai pregato così prima d’ora, ma questa settimana non ho fatto altro che pregare per questo, che Egli mi mostri la via ch’Egli vuole ch’io segua. Le dissi che avevo un problema personale, che mi ha tenuto perplesso per oltre due anni. Ebbene, ora, quel problema particolare non mi sembra tanto grave; non ho mai pregato tanto come feci dopo quel viaggio in autobus da New York, e sono arrivato al punto da sentire che la mia posizione può esser meglio espressa dalle parole di un altro inno:
‘Sia fatta la tua volontà, Signore,
Sia fatta la tua volontà;
Tu sei il Vasaio,
Io son l’argilla.
Plasmami tu
Secondo il tuo volere,
Mentre attendo
Pronto e calmo.’
Perciò, signorina Johnson, dal profondo del mio cuore, voglio ringraziarla per la sua gentilezza nei miei riguardi. Le scrivo questa lettera perché desidero che sappia che almeno un po’ del seme che semina è caduto su terreno fertile. Andrò alla Sala del Regno qui a Plainfield e imparerò altre vostre credenze.
Concludendo posso dire che io prego affinché le più grandi benedizioni di Dio siano su di lei in tutto ciò che fa. Senza voler essere esigente, mi piacerebbe avere ancora sue notizie.
Sinceramente [Firmato]
P.S. Quando salii sull’autobus, avevo con me letteratura di tutt’altro genere, ma quando scesi dall’autobus a Plainfield la buttai nel cestino dei rifiuti. La notte scorsa dopo una preghiera da solo, gettai via tutte le mie pipe e il tabacco. Iddio mi ha levato il desiderio di fumare.
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