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  • g72 8/2 pp. 22-24
  • La resistenza della vita attesta la sapienza di Dio

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  • La resistenza della vita attesta la sapienza di Dio
  • Svegliatevi! 1972
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Acquisita la resistenza ai veleni
  • La terra sarà sempre piena di viventi
  • La rivincita dei microbi
    Svegliatevi! 2003
  • Batteri: utili o nocivi?
    Svegliatevi! 1978
  • Le pestilenze del XX secolo
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  • Batteri, alcuni nocivi, molti utili
    Svegliatevi! 1973
Altro
Svegliatevi! 1972
g72 8/2 pp. 22-24

La resistenza della vita attesta la sapienza di Dio

LA VITA animale è stata sulla terra per molte migliaia d’anni, anche prima della comparsa dell’uomo. Durante tale tempo son vissute e morte innumerevoli generazioni. Alcune specie o varietà si sono estinte. Ma un gran numero d’esse sopravvivono fino a questo giorno, probabilmente quasi tutte le specie degli animali che son vissute sin dal grande Diluvio.

In questo lungo periodo di tempo, cataclismi hanno influito su ampie zone e malattie hanno colpito la vita animale e vegetale e le popolazioni umane. Tuttavia la vita continua. Per di più, i fossili che sono stati scoperti sono pressoché identici alle forme oggi viventi. Solo una minore variazione appare qua e là, proprio come ci sono leggere variazioni in particolari specie animali e vegetali ora contemporaneamente in esistenza.

Com’è possibile questa sorprendente capacità di sopravvivere giacché la vita sembra così delicata e giacché il meccanismo della riproduzione dipende da cellule microscopiche ed è così estremamente complesso? Benché sia intricato più di quanto si possa credere, il processo riproduttivo è in effetti così stabile che la maggioranza delle creature viventi possiedono tutte le loro facoltà e funzioni. Per esempio, la maggioranza dei bambini possono vivere dopo la nascita e quasi tutti hanno occhi, braccia, gambe, organi interni, mentalità normali e buon uso di tutte queste doti.

Tutto ciò attesta la sapienza e la gloria del Creatore. La resistenza e la continuità della vita in tutti i secoli di tempo e le circostanze additano inoltre il suo scopo che sulla terra pulluli di continuo la vita a tempo indefinito.

Acquisita la resistenza ai veleni

Fra le persone informate è noto che gli insetti e i microrganismi sembra acquistino col tempo una resistenza ai veleni usati per combatterli. Gli insetti contro cui il DDT fu dapprima efficacissimo ne sono apparentemente divenuti immuni, resistendo alcuni a mortali sostanze chimiche come l’acido cianidrico. In modo simile, anche i cosiddetti “farmaci miracolosi” perdono la loro efficacia su quelli che nel loro effetto sull’uomo son divenuti microbi di malattie. Certe infezioni, la sifilide e altre malattie, richiedono dosi sempre più massive eppure resistono. Si riferisce che alcuni batteri siano aumentati di 16.000 volte nella capacità di resistere alla penicillina.

Gli evoluzionisti concludono che questo sia una prova dell’evoluzione. Ma lo è? Significa questa attuale immunità degli insetti e dei microrganismi che abbiano acquisito l’immunità ai veleni? No. Poiché o il veleno uccise quelli sui quali fu usato o fu inefficace. Quelli che uccise non poterono acquisire resistenza, o hanno una progenie che era immune, dal momento che essi eran morti. La sopravvivenza di alcuni fra la popolazione significa che alcuni erano immuni dall’inizio. Questa immunità era un fattore genetico insito nella specie alla creazione, un fattore che poteva apparire in alcuni della progenie e non in altri. Questo è ciò che avviene anche nella genetica umana.

Si può fare un paragone rispetto al talento di una discendenza familiare. Il padre e la madre possono non mostrare nessun talento musicale, ma il loro figlio può essere un genio in questo campo. Risalendo agli antenati del figlio, i genitori possono scoprire che il trisavolo aveva un insolito talento musicale. Esso non si manifestò di nuovo nella discendenza della famiglia finché si scoprì nel pronipote di quest’uomo. Alcuni possono preferir di chiamarlo una “mutazione”, ma in effetti la caratteristica era già lì nei fattori ereditari.

Il principio fu provato alcuni anni fa dagli esperimenti del genetista Milislav Demerec, presso l’Istituto Carnegie di Cold Spring Harbor, in New York. Per il suo esperimento egli usò i batteri del colon, che possono essere coltivati in un brodo nutritivo o in un agar nutritivo. A una temperatura di circa 37 gradi centigradi queste cellule batteriche si suddividono ogni venti minuti circa. Una cellula può produrre migliaia di milioni di progenie al giorno.

La streptomicina, un farmaco antibiotico, fu usato per fermare la crescita di questi batteri. Comunque, si scoprì che da parecchie migliaia di milioni di cellule ne sopravvissero alcune. Gli evoluzionisti asseriscono che avesse luogo una mutazione (un improvviso allontanamento dal tipo dei genitori), e che questo sia un passo dell’evoluzione. Ma questa idea è confutata dalle effettive scoperte in questi esperimenti. Essi han mostrato che non è stato apportato nessun cambiamento nell’eredità per mezzo del trattamento a base di streptomicina. Essa semplicemente uccise i batteri non immuni e risparmiò quelli contro cui era inefficace.

Demerec riscontrò che in qualsiasi grande coltura comparivano alcuni batteri resistenti, anche quando la coltura non era stata precedentemente esposta alla streptomicina. Circa una cellula su mille milioni era naturalmente resistente in ogni generazione. Perciò, la streptomicina non aveva prodotto le cosiddette “mutazioni”.

Fu esaminato poi il lato opposto della situazione. Nella soluzione trattata con la streptomicina la discendenza non resistente morì, ma le cellule resistenti vissero e generarono progenie ed ebbero il “sopravvento” promuovendo la crescita. Ciò nondimeno fra questa progenie circa trentasette cellule su mille milioni di cellule generate erano del tipo basilare, sensibili alla streptomicina. In seguito, le cellule sopravvissute furono tolte dalla sostanza trattata con la streptomicina e furono poste in un brodo nutritivo non trattato. Che cosa accadde? Ora la generazione non resistente cominciò a fiorire ed ebbe il “sopravvento” promuovendo la crescita. La generazione resistente non riuscì così bene, tuttavia continuò a comparire come all’inizio, circa una volta su mille milioni.

La terra sarà sempre piena di viventi

Tutto ciò rivela la resistenza e il sussistere della vita. Spiega perché le malattie epidemiche possono spazzare via la maggioranza di una popolazione, tuttavia lasciarne alcuni non toccati a causa della particolare resistenza che hanno ai germi della particolare malattia implicata. Per giunta, in quanto al genere umano, vediamo che, nonostante i danni di quasi 6.000 anni di peccato, sono ancora generati uomini e donne ben formati, di bell’aspetto, con menti brillanti.

Ora vediamo comunque che l’uomo rovina il suo proprio ambiente. I pericoli di tutte le specie sono portati contro la salute da additivi alimentari, dall’inquinamento del cibo, dell’acqua e dell’aria, e la minaccia di morte recata dai delitti o dalla guerra aumenta quotidianamente. L’uomo rovina letteralmente la terra e, probabilmente, se ne avesse tempo abbastanza, renderebbe la terra non abitabile.

Ma il Creatore ebbe il proposito che la terra fosse un luogo perpetuamente abitato da uomini e donne, e anche da animali. Dio dice che interverrà in questo tempo, quando vi è in tutta la terra la minaccia della desolazione, per “ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. — Riv. 11:18.

Così, proprio come la vita è sempre esistita, in quanto Geova la Fonte della vita ha sempre vissuto, egli si propone che la vita esista sempre su questo pianeta. — Sal. 90:2; 36:9.

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