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  • “Certo che puoi farlo, Kayoko. L’ho fatto anch’io!”
    La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
    • di cuore. Quelli che impariamo ad amare e conoscere meglio sono i mansueti.

      Il servizio di pioniera, soprattutto nel campo missionario, mi ha dato per certo una numerosa e amorevole famiglia, avverando la promessa di Cristo Gesù. (Mar. 10:29, 30) Recentemente un giovane Testimone, da poco alla Betel (sede filiale della Società Torre di Guardia) di Tokyo, disse: “Ti ricordi di me?” Felicemente il suo viso non era cambiato molto. Ricordai che frequentava la scuola elementare al tempo in cui studiavo con sua madre a Nagoya. In un’altra famiglia con la quale studiai tre figli sono ora ministri pionieri speciali.

      Un giovane con cui avevo tenuto uno studio biblico quando andava a scuola mi presentò la figlia dodicenne che quel giorno si battezzava per simboleggiare la dedicazione della sua vita a Dio. Alcuni miei figli spirituali si sono diplomati alla Scuola Torre di Guardia di Galaad e hanno continuato a fare servizio come rappresentanti viaggianti della Società, altri alla Betel.

      Per mio conto devo dire che la protezione e la guida di Geova non si sentono mai così da vicino come quando si è impegnati nel servizio continuo. Egli dà una gioia che permette di sapere sia “d’esser sazio che d’aver fame, sia d’avere abbondanza che d’essere nel bisogno”. (Filip. 4:12) Nei vent’anni da che sono venuta in Giappone sono tornata in America tre volte, sempre con l’aiuto datomi per mezzo della Società da generosi Testimoni di ogni parte del mondo. L’ultima volta ebbi il privilegio di assistere all’Assemblea Internazionale “Pace in terra” dei Testimoni di Geova ad Atlanta e di andare a trovare mio fratello e mia sorella e molti amici che non vedevo da undici anni. Che gioia essere riuniti!

      Ciò nondimeno, ora il Giappone è la mia casa! Spero di continuare a servire qui durante Armaghedon e dopo, occupata in qualche modo nell’adorazione e nel servizio di Geova. E Kayoko? Svolge il servizio di pioniera speciale da tre anni. L’altro giorno ho ricevuto una lettera da lei in cui diceva che tiene dieci studi biblici a domicilio, e una con cui aveva studiato è già impegnata nel ministero di pioniera regolare. Penso che le abbia detto, come io dissi a lei: “Certo che puoi fare la pioniera. L’ho fatto anch’io!”

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● Dato che i pagani offrivano fiori ai morti, è appropriato che i cristiani mandino fiori a un funerale o mettano fiori su una tomba? — G. T., U.S.A.

      È vero che gli antichi pagani offrivano fiori ai morti. La pubblicazione How Did It Begin?, di R. Brasch, dichiara: “Quella di mandare una corona di fiori a un funerale o di posarla sulla bara o sulla tomba è una traccia di antica superstizione e adorazione degli idoli”.

      Per quale scopo facevano questo? L’autore della stessa pubblicazione aggiunge: “La corona di fiori è una traccia della credenza che era necessario provvedere conforto ai defunti. I fiori erano anche considerati, letteralmente, un’offerta floreale, un sacrificio ai morti. Avevano lo scopo di mantenerli felici, per timore che, essendo insoddisfatti, molestassero quelli che facevano lutto”. Quindi, i pagani, nella loro errata credenza che i defunti avessero un’anima immortale, onoravano questi morti con offerte floreali.

      Comunque, furono i pagani a dare origine ai fiori? Dovremmo pensare che l’uso di fiori in tali occasioni sia sbagliato solo perché i pagani li usavano per fare sacrifici ai loro morti? È interessante notare che lo scrittore Brasch pure osserva: “Non si ricorda nessuna di queste varie prime origini. Nella corona non resta alcuna magia, e ‘dirlo con i fiori’ è divenuta un’usanza affermata nel mondo occidentale”.

      Generalmente, nel mondo occidentale, i fiori non vengono offerti per placare i morti. Di solito sono inviati come gesto gentile verso la famiglia del defunto. E i fiori, creati da Geova per recare piacere all’uomo, hanno un effetto rallegrante.

      Se uno pensa di onorare i morti mandando fiori, egli fa dunque ciò che facevano i pagani. Tale motivo sarebbe sbagliato dal punto di vista cristiano. Ma se manda fiori per consolare i superstiti, per rendere un tantino più piacevole un’occasione triste, allora non vi è certo nulla da obiettare.

      Comunque, si deve precisare che, benché ci sia l’usanza di mandare fiori come gesto di rispetto verso la famiglia, certo non si è obbligati a farlo. In realtà, si possono fare altre cose per la famiglia del defunto che possono avere anche più significato. Invece di mandare fiori, si può preferire di assistere la famiglia preparando un pasto, giacché nel suo dolore la famiglia può essere aggravata da molte altre cose. O ci si può amorevolmente offrire di badare ai bambini piccoli sin dopo il funerale. Dopo il funerale, gli intimi del defunto, come la vedova, si sentiranno soli. Sarebbe un gesto gentile quello di invitarli a un pranzo, o a uscire. Sentiranno che sono desiderati, che hanno amici i quali vogliono farli partecipare alle loro attività. Come dice Giacomo 1:27: “La forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia dal mondo”.

      Mentre non c’è nulla da ridire riguardo ai fiori inviati con il giusto motivo, non secondo la credenza pagana, si può dunque capire che si possono fare altre cose più utili. Ed esse possono essere più apprezzate del semplice invio di fiori, senza che sia prestata assistenza personale.

      Spesso i fiori mandati a un funerale sono in seguito depositati sulla tomba. Ma in questo caso alcuni possono decidere di fare qualche cos’altro con questi fiori. Possono scegliere di darli ad altri, portarli a quelli che di rado ricevono fiori, ai malati o agli anziani. La persona può pensare che i vivi apprezzeranno i fiori, ma che servono a ben poco sulla tomba, giacché il defunto non può apprezzarli. — Eccl. 9:5.

      Certo, altri preferiranno lasciare i fiori sulla tomba semplicemente per abbellirla e non per rendere onore al morto. Anche questa è una cosa da decidere personalmente.

      Quindi, quando si ha il giusto motivo e si comprende che cosa accade ai morti, quello che si fa in relazione ai fiori è una decisione personale da prendere. Ma, come si vede, si possono fare altre cose anche più significative per la famiglia di un defunto, e riguardo all’uso dei fiori.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● In base a che cosa la profezia di Ezechiele 21:25-27 si applica al re giudeo Sedechia? — A. S., U.S.A.

      La profezia in questione dice: “In quanto a te, o ferito a morte, malvagio capotribù d’Israele, il cui giorno è venuto nel tempo dell’errore della fine, il Signore Geova ha detto questo: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare’”.

      Gli studiosi biblici, giudei, cattolici e protestanti, sono generalmente concordi nel dire che questa profezia si applica effettivamente all’ultimo re di Giuda, Sedechia, e non senza buona ragione. Ezechiele dice che egli cominciò a profetizzare nel quinto anno dell’esilio del re Ioiachin, che cominciò nel 617 a.E.V. (Ezec. 1:2) Il re Nabucodonosor sostituì il re Ioiachin con il re Sedechia, zio di Ioiachin. (2 Re 24:12-17) Il re Sedechia perciò regnava quando Ezechiele cominciò a profetizzare. Egli fu certamente un “malvagio capotribù”. — 2 Re 24:18-20.

      Il capitolo 21 del libro di Ezechiele comincia con una profezia rivolta contro Gerusalemme e “contro il suolo d’Israele”, e i versetti 20 e 21 dicono che il re di Babilonia sarebbe venuto contro Giuda e Gerusalemme. Giacché il re Sedechia fu il solo, nonché l’ultimo re regnante d’Israele al tempo che Ezechiele profetizzò, ne consegue che Ezechiele 21:25-27 deve applicarsi a lui.

      E questa profezia si adempì effettivamente su di lui e nel suo tempo. Essa diceva: “Rimuovi il turbante, e togli la corona”. Il re Nabucodonosor gli fece questo, togliendo il turbante reale a Sedechia e levandogli la corona col portarlo in cattività a Babilonia. La profezia pronunciò una triplice, cioè una completa rovina, e anche questo avvenne con l’assoluta

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