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Presentazione della buona notizia: Con “Il mio libro di racconti biblici”Servizio del Regno 1981 | Luglio
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Presentazione della buona notizia: Con “Il mio libro di racconti biblici”
1 “Bada bene . . . che tu non dimentichi le cose che i tuoi occhi hanno viste e che non si dipartano dal tuo cuore per tutti i giorni della tua vita; e le devi far conoscere ai tuoi figli e ai tuoi nipoti”. (Deut. 4:9) Con queste parole Geova preparava il suo popolo a entrare nella Terra Promessa. Non solo era importante che gli adulti ‘non dimenticassero’ le cose che Geova aveva fatto, ma era anche necessario che le insegnassero ai figli e ai nipoti. È forse diversa la situazione oggi, mentre ci troviamo alle soglie di una molto più grande Terra Promessa, il nuovo ordine di Dio?
2 Geova ci ha provveduto un ottimo strumento per ‘badare a noi stessi’ e per addestrare i nostri ‘figli e nipoti’: il libro dei Racconti biblici, ora stampato in 35 lingue. I racconti di ciò che Geova ha fatto nel passato non devono dipartirsi dal cuore dei nostri figli per tutti i giorni della loro vita.
3 Secondo alcuni, questo è il libro più facile da offrire di tutti quelli che abbiamo ricevuto. Forse è per questo che in soli due anni ha superato i 13 milioni di copie. Evidentemente anche molti che non sono testimoni di Geova desiderano aiutare spiritualmente i propri figli e nipoti.
4 Possiamo assisterli presentando in agosto e settembre Il mio libro di racconti biblici. Qual è secondo voi il modo migliore per farlo? Anche se è vero che diamo un attraente libro per una contribuzione eccezionalmente bassa, non vogliamo che questo sia l’aspetto principale della nostra presentazione. Vogliamo mettere in risalto l’utilità spirituale del libro. Come possiamo farlo?
5 Possiamo intanto spiegare perché è stata scritta la Bibbia, cioè (1) per far risuonare un avvertimento e (2) per renderci saggi per la salvezza. Potreste dire: “Buon giorno, desideriamo aiutare le persone a capire perché è stata scritta la Bibbia. Si è mai posta questa domanda? [Lasciar rispondere]. Uno dei motivi, che forse molti non conoscono, è quello di far risuonare un avvertimento. Questo è quanto si legge in I Corinti 10:11. [Leggere]. Gli avvertimenti di Dio non hanno lo scopo di spaventare le persone, ma di esortarle a cercare la salvezza, e questo infatti è un secondo motivo per cui è stata scritta la Bibbia. Le parole di II Timoteo 3:15 ci aiutano a capire che sia giovani che vecchi per salvarsi hanno bisogno degli Scritti Sacri. [Leggere]. Mi permetta di mostrarle ciò che predisse riguardo alla salvezza un antico profeta biblico, Isaia, come può notare in uno dei racconti di questo libro di racconti biblici”. Aprirlo al racconto 71 e leggere il primo e l’ultimo paragrafo. Quindi offrire il libro.
6 Forse incontrerete qualcuno che ha già il libro dei Racconti biblici. Che fare? Perché non offrirvi di studiarlo col padrone di casa e la sua famiglia? Se è opportuno, potreste eventualmente offrire qualche altra pubblicazione per lo studio biblico.
7 Nei mesi di agosto e settembre vogliamo fare il possibile per aiutare altri a conoscere perché è stata scritta la Bibbia, offrendo loro Il mio libro di racconti biblici per la contribuzione di L. 2.500.
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Notizie teocraticheServizio del Regno 1981 | Luglio
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Notizie teocratiche
◆ Al discorso pronunciato il 16 maggio dal fratello Milton G. Henschel allo Stadio dei Marmi di Roma hanno assistito 41.750 fratelli e interessati venuti da ogni parte d’Italia. Il tema del discorso era: “La sapienza di Geova”. Commentando i versetti da 13 a 18 del terzo capitolo di Giacomo, l’oratore ha illustrato la superiorità della “sapienza dall’alto” rispetto alla sapienza umana, come dimostrano i risultati a livello pratico. Basandosi su alcuni brani della prima Lettera ai Corinti (1:17-29; 2:8; 3:18-20; ecc.), l’oratore ha ribadito inoltre l’importanza che i servitori di Dio seguano la sapienza di Geova dichiarando la “buona notizia”. Il discorso è stato animato dalla narrazione di diverse esperienze che hanno mostrato i benefìci pratici che la verità ha recato nella vita di ogni sorta di persone. Tutti i presenti sono stati grati a Geova per l’edificazione e l’incoraggiamento ricevuti. Anche la bella giornata ha contribuito al successo del grande raduno.
Nella mattinata del sabato oltre 10.000 fratelli hanno colto l’occasione per visitare la casa Betel e vedere così i lavori della nuova costruzione. È stato per tutti motivo di gioia trascorrere un’intera giornata in compagnia di tanti cari fratelli.
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Risposta a domandeServizio del Regno 1981 | Luglio
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Risposta a domande
◆ Ciò che è scritto nella “Torre di Guardia” del 15 novembre 1980, alla pagina 20, paragrafo 20, deve forse intendersi come un invito ad alzarsi in piedi a ogni preghiera pronunciata in un’adunanza di congregazione?
Il paragrafo in questione in parte dice: “È vero che la Bibbia non prescrive di assumere determinate posizioni, come inginocchiarsi o giungere le mani, quando si prega. Ma leggiamo di persone che pregavano in piedi, in ginocchio, prostrate e con le mani stese. . . . Questo indicherebbe che, quando è possibile, nel pregare è appropriato assumere una posizione di rispetto. Per esempio, a un’adunanza di congregazione possiamo alzarci e chinare il capo. Questo cambiamento di posizione può aiutarci a concentrarci sulla preghiera che viene detta anche a nome nostro”.
Questo commento della Torre di Guardia non deve intendersi come una norma che stabilisca l’atteggiamento da assumere durante la preghiera in un’adunanza di congregazione. Ciò sarebbe in contrasto con quanto detto nel paragrafo stesso circa le varie posizioni menzionate nella Bibbia in relazione con preghiere ugualmente accettevoli. Nella frase che ci interessa è infatti usato il verbo potere e non il verbo dovere.
In alcuni posti c’è l’usanza di alzarsi in piedi a ogni preghiera pronunciata in un’adunanza di congregazione, in altri posti si usa restare seduti. Il punto trattato nella Torre di Guardia, quindi, non è tanto la particolare posizione da assumere durante le preghiere pronunciate in congregazione, quanto il rispetto che ciascuno deve mostrare. Nella vita quotidiana — sul lavoro, a scuola, sui mezzi di trasporto, ecc. — può capitare di rivolgere a Geova una preghiera silenziosa anche se il corpo, in quel momento, potrebbe trovarsi in una posizione che la maggioranza delle persone non assocerebbe normalmente con una preghiera. Ciò non impedisce alla preghiera sincera di giungere a destinazione. In un’adunanza di congregazione, invece, ci si predispone pubblicamente per ascoltare la preghiera. È logico quindi che la posizione assunta dovrebbe riflettere localmente la dignità dell’occasione, dare l’idea di rispetto.
Fermo restando questo fatto, ripetiamo che nelle Scritture non è indicata nessuna particolare posizione da assumere in tale circostanza. (Atti 4:24-31; 12:12) Il buon senso, comunque, fa capire che non è consigliabile che durante la stessa preghiera ciascuno dei presenti assuma una diversa posizione. Cosa potrebbe pensare un estraneo vedendo parte dell’uditorio in piedi, parte seduta, ecc.? Poiché Geova è un Dio di ordine e di armonia, l’impressione che l’estraneo dovrebbe poter ricevere è bene sia conforme a tali qualità. (I Cor. 14:33, 40, 25) Sottolineiamo comunque l’importanza che questioni simili non divengano oggetto di accese discussioni.
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