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  • È estinto l’ottimismo?
    La Torre di Guardia 1958 | 15 marzo
    • morto per il mondo? Questo mondo d’altronde presto morirà ad Armaghedon. Ma non è necessario che voi moriate con esso. Né dovete essere privi di ottimismo. Voi potete sperare per il meglio. Apprendete la buona notizia del regno di Dio che questa rivista proclama. Agite conformi ad essa. Quindi, con la società del nuovo mondo, “rallegratevi nella speranza avvenire”. — Rom. 12:12.

  • Giovanni (Lezione 57)
    La Torre di Guardia 1958 | 15 marzo
    • Giovanni (Lezione 57)

      IL CANONE greco fu completato con gli scritti dell’apostolo Giovanni, il discepolo particolarmente menzionato come amato da Cristo Gesù. (Giov. 13:23) Giovanni scrisse tre epistole o lettere, il libro di Apocalisse, e il Quarto Vangelo, tutti evidentemente nell’ultimo decennio del primo secolo dopo Cristo. Sembra che Giovanni abbia scritto il suo Vangelo dopo il suo esilio nell’isola di Patmo e dopo il suo ritorno ad Efeso, essendo la data di composizione intorno al 98 o 99 d.C. L’argomento dei critici moderni secondo il quale questo “Quarto Vangelo” sarebbe stato prodotto nel 132 o 150, ossia dopo la morte dell’apostolo Giovanni, viene confutato dall’importante scoperta di un frammento di codice papiraceo manoscritto del Vangelo di Giovanni. Questo codice papiraceo fu scritto nella prima metà del secondo secolo, cioè, fra il 100 e il 150 d.C. Fu rinvenuto in Egitto. In questo primo periodo, dunque, copie del Vangelo di Giovanni erano state fatte ed estesamente diffuse, da Efeso fino all’Egitto. Tutto ciò sostiene vigorosamente che il Vangelo originale doveva ovviamente essere stato scritto alcuni anni prima e fa evidentemente risalire la data della sua composizione al tempo in cui visse il vecchio apostolo Giovanni stesso. Una volta ancora l’integrità e l’autenticità degli scritti biblici sono rivendicate dai recenti scavi archeologici.

      Quando Giovanni come testimone oculare scrisse il suo racconto della vita di Cristo, i tre Vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, erano già stati scritti da molto tempo. La loro testimonianza era ben conosciuta. Le loro narrazioni avevano chiaramente esposto l’attività pubblica di predicazione di Cristo Gesù durante il suo soggiorno sulla terra. Tutto questo è manifesto dalla testimonianza interna del Vangelo di Giovanni. Egli non tratta gli stessi particolari dei tre Vangeli sinottici, scritti in precedenza. Egli non si occupa tanto degli avvenimenti quanto dei discorsi fatti da Gesù nella vita intima con i Suoi discepoli, discorsi non riportati nei precedenti Vangeli. Uno sguardo alla tavola che segue questa lezione basta per mostrare che l’apostolo Giovanni ripete raramente quello che riferirono i tre precedenti scrittori del Vangelo.

  • Nessun compromesso sui princìpi cristiani
    La Torre di Guardia 1958 | 15 marzo
    • Nessun compromesso sui princìpi cristiani

      “Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giac. 4:4.

      1. Che cosa sono i princìpi?

      I VERI Cristiani sono governati da princìpi. Un principio è una verità fondamentale. Poiché verità è ciò che è d’accordo con l’effettivo stato di cose, i princìpi sono essenzialmente dichiarazioni di fatti basilari. La Bibbia contiene migliaia di questi princìpi, espressamente dichiarati come nella scrittura summenzionata. Altri sono dedotti o si trovano nel libro della natura, come scrisse Paolo in Romani 1:20: “Le sue invisibili qualità [di Dio] . . . si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché sono comprese dalle cose fatte”.

      2, 3. Quali sono alcuni esempi di princìpi, e come si possono usare nel ragionare?

      2 Alcuni esempi di princìpi serviranno ad indicare la parte che i princìpi hanno nel nostro intendimento e ragionamento. Eccone alcuni: Geova è l’Altissimo sopra tutta la terra. Non vi è alcun Dio oltre Geova. Geova è di eternità in eternità. Gesù è il principio della creazione di Dio. Dio è capo di Cristo. Il Padre è maggiore di Cristo. Il Figlio è soggetto a Dio. Dio risuscitò Cristo dai morti. Dio diede a Cristo una posizione più elevata di quella che aveva prima. Lo spirito santo non è una persona. Persone possono essere piene di spirito santo. — Sal. 83:18; Isa. 44:6; Sal. 90:2; Col. 1:15; 1 Cor. 11:3; Giov. 14:28; 1 Cor. 15:28; Atti 13:30; 2:32, 33; 2:4, 17.

      3 Come si dovrebbero mettere in atto questi princìpi? Potrebbero essere considerati come materiale da costruzione raccolto secondo i progetti per fare una casa. Questi particolari princìpi di verità uniti insieme secondo il modello divino formano le dottrine di verità biblica. Un punto che immediatamente risulta evidente è l’impossibilità che Geova Dio, Cristo Gesù e lo spirito santo siano un solo ‘dio, uguale, coeterno’, come dicono i trinitari. Geova è più potente di Cristo Gesù; quindi essi non sono uguali. Geova è eterno, ma Gesù fu creato da Dio; perciò essi non sono uguali e Gesù non è l’Eterno. E lo spirito santo è la forza di Dio, non una persona. Una persona non può ricevere in sé un’altra persona, ma può ricevere in sé una forza attiva o spirito santo. Il clero rifiuta di ragionare su questi princìpi scritturali, ma insiste nel dire che la dottrina della trinità è un mistero. In realtà il clero è uno strumento di Satana, perché Satana cerca di dimostrare che Dio non è il supremo; e insegnando la dottrina della trinità il clero cerca di porre l’Onnipotente Dio Geova in una posizione in cui altri sono uguali a Lui. Questo è impossibile secondo i fatti e i princìpi biblici. Perciò ragionando su questi princìpi siete in grado di vedere chiaramente che la dottrina della trinità sostenuta dalla Cristianità è falsa. E naturalmente la parola “trinità” non esiste nella Bibbia.

      4, 5. Qual è la relazione fra le leggi e i princìpi di Geova?

      4 Le leggi teocratiche di Geova sono basate su princìpi di verità. Per esempio, una legge divina ancora oggi in vigore proibisce di uccidere. Essa è basata sul semplice principio o fatto che l’uomo è mortale. Quindi come i veri princìpi servono a edificare tutte le numerose dottrine bibliche, così i veri princìpi sono alla base di tutte le leggi di Dio.

      5 Effettivamente ognuna delle centinaia di leggi contenute nel patto della legge dato a Mosè si basa su uno o più princìpi di verità. Moltissimi giusti princìpi furono portati per la prima volta all’attenzione dell’uomo allorché, come una rivelazione, venne dato agli Israeliti il patto della legge. Perciò quando Dio pose fine alla legale validità vincolante del patto della legge alla morte di Gesù, non distrusse gli eterni princìpi di verità che furono portati alla conoscenza dell’uomo per mezzo di esso. Questi princìpi di verità trovati nella Legge, preservati ancora per noi nella Bibbia, continuano a guidare i Cristiani nella via della giustizia. — Col. 2:14.

      6. Perché era più facile vivere al tempo di Mosè che secondo le istruzioni di Cristo?

      6 Vivere secondo le regole indicate da Mosè non era così difficile come imparare a vivere secondo i princìpi di Cristo. È molto più facile conformare la propria condotta a una regola che lasciare che un principio guidi l’intera vita. Mosè prescrisse regole; Cristo inculcò princìpi. Le regole sono per i bambini; i princìpi per uomini e donne maturi nella crescita cristiana.

      7. Sono i Cristiani interamente guidati da princìpi, o ci sono anche leggi a cui essi devono ubbidire?

      7 Benché Cristo abbia inculcato princìpi, ciò non significa che non ci siano leggi che governano le attività dei Cristiani. Le leggi sono regole d’azione dettate dal superiore per la condotta dell’inferiore, e i Cristiani sono perciò obbligati ad ubbidire alle leggi di Dio. Esempi di leggi date ai Cristiani sono: la proibizione di mangiare il sangue, l’astensione dalla fornicazione, il divieto di adorare idoli, il dovere di radunarsi insieme in assemblee, non uccidere, eccetera. E non dobbiamo dimenticare le due grandi leggi o comandamenti che Gesù ripeté per noi: “‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la mente tua’. Questo è il più grande e primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. Queste leggi sono basate su princìpi di verità. Essi vengono esposti per condurre i Cristiani alla maturità. — Atti 15:20; Ebr. 10:25; Rom. 13:9; Matt. 22:37-39.

      8, 9. (a) Come un Cristiano è governato dai princìpi? (b) Che cosa significa esser dominato dalla passione?

      8 Ma per i Cristiani, consigli e istruzioni impartite hanno spesso un’applicazione generale, stabilendo il principio da seguire e lasciando a ogni individuo il libero arbitrio di scegliere di seguire i fedeli princìpi stabiliti o di seguire il suo desiderio egoista. In questo modo Dio permette ad ognuno di dimostrare quanto amore e fiducia abbia in Dio e quanto sia ansioso di fare la volontà divina.

      9 Ci sono due forze che agiscono su tutte le persone. Una è la passione, provocata dall’influenza di altri sulla persona influenzata, e la seconda è il principio o la legge, cioè, la legge o regola d’azione di Dio che prescrive la via giusta e retta. Quelli che sono devoti a Geova sono governati dalla sua legge e seguono i suoi comandamenti basati su princìpi di verità. Perciò dunque, essere governati da un principio significa agire in base alla conoscenza dei fatti in armonia con la ragione e la coscienza. Esser governati dalla passione significa agire a causa di influenza esterna, lasciarsi dirigere da interessi personali, come ricchezza, fama, potenza, sicurezza, o appagamento dei sensi o istinti.

      10. In che modo Paolo indicò la differenza fra quelli che seguono le passioni e quelli che sono guidati dai princìpi?

      10 In questo sistema controllato da Satana la passione guida la mente della maggior parte degli uomini nel valutare le cose. Diviene sempre più evidente che le passionali brame della carne sono considerate con favore dal mondo, mentre coloro che sono guidati dai princìpi della Parola di Dio sono oggi scherniti e messi in ridicolo dalla maggioranza dell’umanità. In Galati 5:19-24 Paolo mostrò la differenza fra quelli che seguono le passioni e quelli che seguono i giusti princìpi di Dio, e possiamo notare come le cose ispirate dalla passione crescano rapidamente in popolarità in questi ultimi giorni: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odii, lotte, gelosia, accessi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, baldorie, e cose simili. In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio. D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, gentilezza, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non v’è legge. Inoltre, quelli che appartengono a Cristo Gesù mettono al palo la carne insieme alle sue passioni e ai suoi desideri”.

      11. (a) Quali due importanti princìpi si scorgono nelle parole di Paolo? (b) Come indicò Pietro che la giusta condotta dei Cristiani reca lode a Geova?

      11 Notate i due princìpi qui esposti: quelli che praticano le opere della carne non erediteranno il regno di Dio; quelli che sono Cristiani non fanno tali opere. I Cristiani vogliono vivere sotto il governo di Dio; quindi devono attenersi ai giusti princìpi. Perciò Pietro avvertì con vigore in 1 Pietro 2:11, 12: “Diletti, io vi esorto quali forestieri e residenti temporanei di astenervi dai desideri carnali, che sono quelli che provocano un conflitto contro l’anima. Mantenete giusta la vostra condotta fra le nazioni, affinché, nelle cose di cui parlano contro di voi come malfattori, essi, come risultato delle vostre giuste opere delle quali sono testimoni oculari, possano glorificare Dio nel giorno della sua ispezione”. La giusta condotta intrapresa dai Cristiani reca lode a Geova agli occhi degli uomini di buona volontà, ma non agli occhi del mondo. In questo sistema di cose seguire i princìpi richiede uno sforzo. Significa amare la verità anche se è impopolare. Significa temere Dio, non l’uomo. Significa odiare l’ingiusto guadagno, non cercarlo. Queste sono le qualità che Geova cerca in coloro che lo serviranno nel nuovo mondo. — Eso. 18:21; Prov. 29:25.

      PRINCIPI: FONDAMENTO SU CUI EDIFICARE

      12. Che cosa incluse Paolo fra i basilari princìpi del Cristianesimo?

      12 L’apostolo Paolo scrisse espressamente agli Ebrei riguardo al fondamento o ai princìpi basilari di verità a cui tutti i Cristiani devono attenersi, dicendo: “Mentre dovreste esser maestri in considerazione del tempo, voi avete ancora bisogno di qualcuno che v’insegni dall’inizio i primi princìpi delle sacre dichiarazioni di Dio, e siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido. Poiché chiunque prende il latte non conosce la parola della giustizia, perché è un bambino. Ma il cibo solido appartiene a persone mature, a coloro che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere sia il bene che il male. Per questa ragione, ora che abbiamo lasciato la dottrina elementare intorno al Cristo, avanziamo verso la maturità, non ponendo di nuovo il fondamento, cioè il ravvedimento dalle opere morte e la fede in Dio, l’insegnamento di battesimi e l’imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno”. — Ebr. 5:12–6:2.

      13-15. (a) Che cosa intese Paolo quando disse che abbiamo “lasciato” la dottrina elementare? (b) Come si può paragonare questo ai princìpi fondamentali della matematica?

      13 E che cosa intende Paolo quando dice che abbiamo “lasciato” quei princìpi dottrinali di verità basilari? Dicendo che li abbiamo ‘lasciati’ Paolo non intende sicuramente che dovremmo cessare di osservare o mettere in pratica il ravvedimento e la fede; né intende che dovremmo cessare di osservare e mettere in pratica il battesimo. L’apostolo dimostra questo: che non dovremmo continuare a imparare di nuovo sempre queste cose. Non dovremmo esser soddisfatti di conoscere solo le cose fondamentali. Paolo rimproverò gli Ebrei ai quali si rivolgeva perché, mentre avrebbero dovuto essere insegnanti, avevano bisogno di qualcuno che insegnasse loro di nuovo i primi princìpi. Essi avrebbero dovuto capire tutte queste cose ed essere in grado di insegnarle; e pur continuando ad osservarle avrebbero dovuto accrescere la propria conoscenza della Parola e dei propositi di Dio; e non solo questo, ma avrebbero dovuto ricordare che non solo le giuste dottrine su questi argomenti sono necessarie per il nostro pieno sviluppo come seguaci di Cristo, ma anche raggiungere il risultato voluto, cioè, divenire Cristiani adulti capaci di ponderare e comprendere la Parola di Dio e di comportarsi secondo i suoi princìpi di giustizia. Questo egli intende quando dice “avanziamo verso la maturità”.

      14 Si potrebbe paragonare ciò al modo in cui un fanciullo, quando va a scuola prima impara la tavola pitagorica e come sommare, sottrarre e dividere. Questi sono i princìpi fondamentali della matematica; eppure penseremmo che un fanciullo sia o molto stupido o negligente nei suoi studi se continuasse per parecchi anni ad imparare questi primi princìpi; e diremmo che dovrebbe lasciare i primi princìpi e passare ad altre cose; e con questo non intenderemmo che egli dovrebbe dimenticare questi primi princìpi o considerarli qualche cosa da lasciar da parte senza pensarci più. Il ragazzo dovrebbe ricordarli e usarli e aggiungere ad essi gli insegnamenti superiori della matematica. Se il ragazzo vuole diventare un ingegnere, deve progredire nella conoscenza e applicazione della matematica superiore. E deve imparare a farsi guidare dagli ulteriori princìpi relativi. La sua carriera non potrebbe aver successo se egli ignorasse i princìpi appresi perché, per l’errato calcolo delle basilari necessità di costruzione, l’edificio al quale ha lavorato crollerebbe.

      15 Si potrebbe dire che il Cristiano si trova in una posizione analoga. Secondo Paolo, egli dovrebbe usare i princìpi fondamentali di Cristo come mezzo per avanzare verso la maturità spirituale. Deve imparare e farsi guidare dagli avanzati princìpi di Cristo ed essere in grado di insegnarli ad altri. Se egli stesso non li comprende non può farsi guidare da essi, e se non li comprende non sarà in grado di istruire altri al riguardo. L’insegnamento cristiano è sia orale che esemplare; il modo di vivere del Cristiano maturo è considerato dalla persona immatura come buono da imitare, ed è buono da imitare se è basato su giusti princìpi. Questa è un’altra ragione per cui il Cristiano maturo deve essere governato dai princìpi. — Filip. 3:17.

      16. Quale pericolo esiste per coloro che non avanzano oltre i primi princìpi?

      16 D’altra parte, se non avanziamo oltre i primi princìpi di Cristo, ma come bambini indugiamo sulle verità fondamentali di ravvedimento, fede, battesimo, esser generati dallo spirito, risurrezione, giudizio delle anime eccetera, siamo in pericolo. Quale pericolo? Una ricaduta nel peccato. Dobbiamo avere un edificio solido, ben costruito sui solidi princìpi fondamentali del Cristianesimo, e continuare a costruire. — Rom. 14:19; Giuda 20.

      17. Che cosa si può dire di chi, dopo aver appreso i primi princìpi, non si sottopone alla dedicazione e al battesimo cristiano?

      17 Si noti che ravvedimento, fede e battesimo sono verità fondamentali. Le Scritture ci esortano ad avanzare oltre queste e raggiungere la maturità. Quindi, qualsiasi persona associata oggi alla società del nuovo mondo che per qualunque ragione manchi di sottoporsi al battesimo cristiano si dimostra molto immatura, non intendendo pienamente neanche i primi princìpi di Cristo. Benché sia da molti anni associata alla società del nuovo mondo e partecipi alle adunanze della congregazione, è ancora dominata più dalla passione che dal principio. Quelli che avanzano oltre queste verità fondamentali, con l’aiuto dello spirito di Dio, avanzeranno verso il maturo cibo spirituale, acquistando un penetrante intendimento della Parola di Dio. Lo spirito o forza attiva di Dio ha poteri indagatori, e per mezzo suo le cose più profonde di Dio sono penetrate e rivelate al nostro intendimento. — 1 Cor. 2:9, 10.

      18. In che modo la Parola di Dio ci aiuta ad essere governati dai princìpi?

      18 Ogni discernimento spirituale è basato sulla Parola di Dio. Perciò non vi è nulla che sostituisca la conoscenza della Parola di Dio. Noi tutti abbiamo bisogno di meditare ogni giorno sulla Parola di Dio, per imprimere più fermamente nella nostra mente i princìpi di verità dell’Onnipotente Dio Geova. Più princìpi basilari assimiliamo, più diventiamo maturi, più stabili e più capaci di evitare la caduta o la ricaduta nel peccato. I capi religiosi ebrei prepararono un Talmud che gli Ebrei dovevano seguire, stabilendo in tal modo regole per ogni specie di condotta, lasciando poca o nessuna opportunità di ragionare sulla Parola di Dio, ponderare e apprendere i princìpi di Dio. Geova non ha provveduto mediante Cristo un insieme di regole simili al Talmud per la condotta cristiana. Egli ha dichiarato nella Bibbia alcune regole e leggi basilari perché avessimo una documentazione dei princìpi che i Cristiani devono seguire. È necessario che i Cristiani applichino alla loro vita quotidiana questi princìpi cristiani. Una conoscenza frammentaria di alcuni fatti trovati nelle Scritture non basta.

      I CRISTIANI E IL MONDO

      19. In che modo seguire i princìpi di Dio influisce sulla relazione di un Cristiano col mondo?

      19 Per gli uomini è più difficile accettare i giusti princìpi della Parola di Dio che i fatti biblici comunemente conosciuti. I testimoni di Geova si trovano oggi in un mondo in cui molti pretendono di essere cristiani e fanno bei discorsi sui princìpi stabiliti nella Bibbia, ma è raro trovare fuori della società del nuovo mondo persone che cerchino con costanza di vivere secondo i princìpi e le regole stabiliti dall’Onnipotente Dio nella sua Parola. Poiché i testimoni di Geova seguono i princìpi cristiani sono considerati un po’ strani dalla maggior parte delle persone di questo mondo. Il mondo è così lontano dai princìpi di Geova che i testimoni di Geova sono divenuti differenti da tutti gli altri popoli di questo mondo, e da alcuni governi di questo mondo sono considerati persone ostinate, che non vogliono conformarsi all’ordine stabilito. I governanti non comprendono i princìpi esposti nelle Scritture indicanti che Satana è il dio di questo mondo e che i Cristiani non fanno parte di questo mondo. (1 Cor. 2:14) Il mondo, per mezzo dei suoi giudici e governanti, esige che i testimoni di Geova rendano a Cesare, non solo ciò che è di Cesare, ma più di questo, e il mondo dimentica il resto del comando di Gesù di rendere a Dio ciò che è di Dio. I testimoni di Geova pagano le loro tasse, accettano l’istruzione scolastica della nazione e sostengono tutte le leggi del paese che sono in pieno accordo con i princìpi divini di verità e giustizia, e dovunque vivano essi osservano le regole e i regolamenti della nazione. Si vestono come gli altri e in massima parte si conformano alle usanze e abitudini della gente. Ma una cosa che i testimoni di Geova non possono e non vogliono fare è violare la propria coscienza, che è stata addestrata secondo i princìpi esposti nella Parola di Dio. Quali veri Cristiani, i testimoni di Geova si attengono ai princìpi dell’Onnipotente Dio e rendono a Dio ciò che appartiene a Dio. — Matt. 22:21.

      20. Qual è un preminente principio ignorato da molti?

      20 Gli uomini non possono ignorare il preminente principio che Geova è il Creatore e Onnipotente Dio dell’universo, se vogliono avere intendimento. Alcuni cosiddetti sapienti uomini di scienza del mondo elevano un’insormontabile barriera all’intendimento dell’origine della vita ignorando deliberatamente questo principio. Quindi per quanto cerchino, senza questa verità basilare non possono mai giungere ad una soddisfacente spiegazione della vita. — Gen. 1:1.

      21. (a) Qual è il diritto di Geova come Creatore? (b) Quando diventiamo dedicati adoratori di Geova qual è la nostra posizione rispetto al mondo?

      21 Essendo il Creatore e l’Onnipotente, Geova ha diritto di ricevere l’esclusiva devozione delle creature umane sulla terra. Geova stesso l’ha reso chiaro nel dare la sua legge a Israele: “Non devi farti un’immagine scolpita né una forma simile a qualsiasi cosa che è nei cieli di sopra o che è sulla terra di sotto o che è nelle acque sotto la terra. Non ti devi inchinare ad esse né essere indotto a servirle, perché io, Geova, il tuo Dio, sono un Dio che esige esclusiva devozione”. (Eso. 20:4, 5) Questo è un principio di verità o un fatto. Un altro fatto è che la sua supremazia è stata sfidata da Satana, il dio di questo mondo, e questo mondo è in opposizione all’Onnipotente Dio, Geova. (Giob. 1:11; Isa. 14:13; Giac. 4:4) I Cristiani fanno un’incondizionata dedicazione a Geova e quindi divengono estranei a questo vecchio mondo diabolico. Perciò la dedicazione è come una richiesta di cittadinanza nel nuovo mondo e la cerimonia formale del battesimo come un giuramento dinanzi a testimoni per confermare questo fatto. Il fondatore del Cristianesimo, Cristo Gesù, ne diede l’esempio con la sua dedicazione e battesimo, e in seguito, in Giovanni 17:14, affermò chiaramente riguardo ai Cristiani: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”.

      22. Quando Gesù stabilì il principio in Giovanni 17:14, perché non diede ai Cristiani una moltitudine di minute regole e dettagli da seguire?

      22 Che cosa intese Gesù con il principio qui dichiarato? Perché non entrò nei particolari stabilendo una moltitudine di regole da seguire per i Cristiani? È vero che egli poco prima aveva stabilito il principio quando disse ai suoi seguaci, in Giovanni 15:19: “Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questa ragione il mondo vi odia”. Tuttavia egli non volle che i Cristiani si isolassero dal predicare al mondo, perché pregò Geova, in Giovanni 17:15: “Io ti chiedo, non di toglierli dal mondo, ma di vegliare su loro a causa del malvagio”. Sì, c’è pericolo da parte del dio di questo mondo. (2 Cor. 4:4) Gesù disse ai Cristiani i princìpi teocratici, ma lasciò ad essi di ragionare sulle Scritture e determinare come comportarsi di fronte alle astute insidie di Satana e come regolare la propria vita in questo sistema di cose.

      23. In che modo l’esemplare vita di Cristo aiuta i Cristiani a ragionare su come vivere in accordo con i princìpi della parola di Dio in questo mondo?

      23 I Cristiani oggi sulla terra hanno il vantaggio di vedere come Cristo e gli apostoli ispirati abbiano ragionato sui princìpi biblici. Gesù stesso aveva fatto una solenne dedicazione a servire Geova. Ciò significava che era un ministro o ambasciatore di Geova ed era richiesto che prestasse la massima attenzione al servizio di Geova. Egli apprezzò i veri valori, rendendosi conto della giustezza della sua posizione e tenendosi libero dal vecchio mondo o dai falsi ragionamenti umani. Predicò di accumularsi tesori in cielo e mise in pratica ciò che predicava servendo nel ministero a pieno tempo. Comprese i princìpi che tutte le cose appartengono a Geova e che la benedizione di Geova rende ricchi. Resistette al tentativo popolare di farlo re. Gesù fu positivo nell’esprimersi e nell’agire. Comprese pienamente quale fosse il suo posto e l’opera da fare. Mentre era neutrale riguardo ai conflitti, politica e commercio di questo mondo, non esitò a parlare apertamente per condannare le violazioni dei giusti princìpi di Dio. Non fece compromessi sui princìpi per essere eccessivamente riguardoso. Gesù rifiutò di prender parte alla falsa religione dei suoi giorni, e per la sua scrupolosa osservanza dei divini princìpi di giustizia suscitò il fuoco dei capi religiosi, che lo fecero portare dinanzi ai governatori romani. Qui Gesù stabilì un principio: “Il mio regno non fa parte di questo mondo”. E poi disse: “Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché io non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. — Giov. 18:36; si veda anche Matt. 6:20; 4:1-10; 23:4, 5.

  • Felici quelli che rifiutano di far compromessi
    La Torre di Guardia 1958 | 15 marzo
    • Felici quelli che rifiutano di far compromessi

      1. Se Gesù non fosse stato governato da princìpi quale condotta avrebbe intrapresa, ma quale condotta intraprese invece?

      INTRAPRENDENDO una condotta contraria ai princìpi di Geova Gesù avrebbe potuto guadagnare il favore degli uomini ed evitare in parte i rimproveri e le sofferenze che subì, ma egli non era tipo da sottomettersi a qualsiasi cosa fosse momentaneamente opportuna. Gesù volse la sua mente all’esclusiva devozione di Geova, resistendo alle cose materiali e agli allettamenti di questo mondo, e ricevette l’eterna benedizione di Geova. Il nostro grande Esempio era governato dai princìpi non dalle passioni, e la legge di Dio era nel suo cuore. Egli non faceva compromessi. — Sal. 40:8; Ebr. 10:9.

      2, 3. (a) Quali fedeli esempi di vivere secondo i princìpi cristiani abbiamo nella vita dei primi Cristiani? (b) Quale principio riferì Giacomo a coloro che sono pronti a cedere?

      2 Gli apostoli videro il suo esempio e con l’aiuto dello spirito santo lo compresero pienamente. Anch’essi dedicarono la propria vita al servizio di Geova, furono battezzati e avanzarono verso la maturità spirituale. La documentazione delle loro azioni e parole mette in evidenza il modo in cui i veri Cristiani, guidati da giusti princìpi, si comportano per essere accettevoli a Geova. Dimostra anche che uomini imperfetti come noi possono vivere secondo i princìpi. Quando si trovarono di fronte alle persecuzioni furono altrettanto risoluti di Gesù, come quando Pietro e Giovanni dissero ai governatori che li avevano battuti per aver ubbidito ai giusti princìpi: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governatore piuttosto che agli uomini”. Essi avrebbero potuto evitare i rimproveri e le sofferenze fisiche per mano degli uomini, facendo compromessi in quanto ai princìpi cristiani, ma avrebbero sofferto terribili rimorsi di coscienza se avessero fatto compromessi. Erano Cristiani maturi che ponderavano bene le cose e vedevano che l’unica via era di dare una risposta franca. — Atti 5:29; 1 Piet. 3:16, 21.

      3 I primi Cristiani non fecero un appello sdolcinato per ottenere l’approvazione del mondo compromettendo la loro posizione o il loro messaggio. Gesù li aveva avvertiti chiaramente che sarebbero stati odiati dal mondo e avrebbero subìto persecuzioni, perfino la morte, per essersi attenuti ai giusti princìpi. Sapevano che far compromessi avrebbe significato perdere la loro posizione presso Geova. Giacomo, esplicito, si rivolse quindi con vigore a quelli che erano pronti a cedere: “Adultere, non sapete che l’amicizia col mondo è inimicizia con Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giac. 4:4.

      4, 5. Dimostrate in che modo ragionare sui princìpi cristiani protegge i Cristiani dai cosiddetti movimenti per l’unione delle fedi.

      4 In quei primi tempi sotto l’Impero Romano i capi mondiali praticavano una mescolanza di religioni, una specie di disposizione per l’unione delle fedi, in cui si considerava che tutte le religioni avessero qualche merito. Ma i veri Cristiani rimasero separati ed erano odiati per la loro attitudine intransigente. Come avrebbero potuto i Cristiani fare diversamente? Il principio secondo cui essi non facevano parte del mondo era stato stabilito da Cristo. Essi sapevano che l’adorazione di Geova e non quella degli idoli era giusta. (Notate come ragionò Paolo sui princìpi e sull’idolatria in 1 Corinzi 10:14-22). Ponderare i princìpi scritturali protegge i Cristiani dai cosiddetti movimenti per l’unione delle fedi. Gesù aveva avvertito in Matteo 16:6-12: “State all’erta e guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei”, “Perciò essi cominciarono a ragionare fra loro, dicendo: ‘Non abbiamo preso pani con noi’. Sapendo questo, Gesù disse: ‘Perché state così ragionando fra voi, perché non avete pani, voi di poca fede? Non vedete ancora il punto, o non vi ricordate dei cinque pani per le cinquemila persone e quante ceste ne raccoglieste? O dei sette pani per le quattromila persone e quante ceste di viveri raccoglieste? Com’è che non discernete che non vi ho parlato di pani? Ma guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei’. Allora afferrarono che egli diceva di guardarsi, non dal lievito dei pani, ma dall’insegnamento dei Farisei e dei Sadducei”. Era dunque necessario che avessero in mente i fatti quando ponderavano, e Gesù li aiutò ad imparare. Più tardi fu la volta di Paolo ed egli considerò apertamente il pressante problema dell’unione delle fedi ai suoi giorni e aiutò i conservi cristiani a ragionare bene, scrivendo in 2 Corinzi 6:14-17: “Non siate inegualmente aggiogati con gli infedeli. Poiché quale associazione ha la giustizia con l’illegalità? O quale comunione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia vi è fra Cristo e Belial? O qual parte ha la persona fedele con l’incredulo? E quale accordo ha il tempio di Dio con gli idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente; come Iddio disse: ‘Io risiederò fra loro e camminerò fra loro, e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo’. ‘Perciò uscite di mezzo a loro, e separatevene’, dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa immonda’”. La logica di Paolo è chiara. Vedendo i princìpi implicati, i Cristiani di Corinto poterono mantenersi puri.

      5 Perciò oggi, benché nella Bibbia non si parli di unione delle fedi, i veri Cristiani seguono i princìpi cristiani e non s’immischiano in movimenti per l’unione delle fedi, alleanze religiose o mutevoli concili ecclesiastici. Noi non vogliamo avere alcuna parte nella mescolanza delle false religioni divise, ora così popolari in questo mondo. Perché no? Perché ponderiamo i princìpi biblici e comprendiamo la posizione di un Cristiano in questo mondo. Come Cristiani dobbiamo mantenerci puri e non transigere mai sui giusti princìpi di Dio per esser considerati con favore da questo mondo.

      6. Come devono ragionare i Cristiani sui princìpi e sulle leggi di Dio riguardo alla trasfusione di sangue?

      6 Un altro esempio a proposito di parole che non sono specificamente menzionate nella Bibbia sulle quali si deve ragionare secondo i princìpi e le leggi di Dio è quello della trasfusione di sangue. Con che facilità le persone che ignorano i princìpi di Dio sono trascinate da passione o emozione! La trasfusione di sangue ha avuto sviluppo in anni recenti e perciò non ebbe mai luogo ai tempi biblici. Tuttavia le leggi e i princìpi di Dio sono chiari: La vita della carne è nel sangue. Non si può mangiare il sangue. Il sangue deve essere scolato, non conservato. La trasfusione di sangue è un nutrimento provveduto al corpo mediante iniezione endovenosa; equivale a nutrirsi di sangue. Quindi si deve dedurre che è una pratica antiscritturale. Il principio trionfa sull’emozione. I veri Cristiani non faranno compromessi, permettendo che alcuna forma di sangue sia trasfusa e così incorrere nel disfavore di Geova. Sarebbe comunque irragionevole perdere la vita eterna nel nuovo mondo solo per voler vivere ora alcune settimane o anni di più.

      7. Quale pressione potrebbe essere esercitata su un Cristiano in quanto alla trasfusione di sangue?

      7 Ma chi negherà che quando si è personalmente implicati nella lotta fra le violente emozioni del mondo e i giusti princìpi di verità non si sostenga una prova? La trasfusione di sangue non sembra apprezzabile a prima vista? Non si potrebbe sostenere che così una persona resterebbe in vita per essere più in grado di servire Dio? Non serve entrare in discussioni. Potrebbe essere vero che i sostituti del sangue non abbiano lo stesso effetto del sangue stesso. Ma i princìpi di Dio sono stabiliti e i Cristiani si attengono alle sue leggi in contrasto con le teorie mediche. Quindi la vita esercita costantemente una pressione sui dedicati servitori di Geova e soltanto pensando con calma, determinazione e chiarezza alle cose, indagando con cura e con preghiera la volontà di Geova, i Cristiani evitano i compromessi.

      IL PERICOLO DEI COMPROMESSI

      8. Perché evitare anche un solo compromesso?

      8 Far compromessi è pericoloso. Un solo compromesso indebolisce la coscienza e altri compromessi potrebbero facilmente seguirlo. Può esser paragonato ad un uomo che ha detto una bugia, aggiungendone molte altre per nascondere la prima.

      9. Che cosa significa per i Cristiani la neutralità verso il mondo?

      9 La coscienza guidata dalla Parola di Geova si atterrà ai giusti princìpi ed aiuterà la persona a mantenere la dovuta neutralità verso il mondo. Un dedicato servitore di Geova è in una posizione ben differente da quella di un uomo del mondo. Egli si è impegnato a dichiararsi chiaramente per Geova, sia con le parole che con le opere, e non può sottrarsi a tale impegno. (Eccl. 5:4, 5) Alcuni potrebbero pensare che la neutralità dei Cristiani verso il mondo indichi solo che essi non prendono parte ad alcune cose che violano la coscienza e i princìpi cristiani. Non è quello che non siete che conta, ma quello che siete! La neutralità verso il mondo non elimina di dover agire negli interessi del Nuovo Mondo. Significa attivo ministero cristiano: attivo appoggio al nuovo mondo. Senza quest’attività la nostra fede è morta. L’attività richiesta ora si basa sul principio dichiarato da Gesù: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. È necessario un lavoro coscienzioso per partecipare all’adempimento di questo proposito di Geova. — Giac. 2:26; Matt. 24:14.

      10. A che cosa deve pensare un Cristiano quando viene fatto qualche tentativo per allontanarlo dal ministero, e che cosa farà?

      10 Se uno ha intrapreso questo ministero, come può permettere in coscienza e volontariamente che qualsiasi cosa lo allontani dal servizio? Ci sono occasioni in cui il mondo richiede da un individuo un servizio speciale di qualche genere contrario ai princìpi biblici secondo i quali la sua coscienza è stata addestrata o che lo impegnerebbe in un’ulteriore attività lucrativa al punto di non essere più in grado di prestare la dovuta attenzione al ministero. Qui egli deve ponderare i princìpi della Parola di Dio. Si lascerà allontanare dal ministero per servire esclusivamente il vecchio mondo? Dovrebbe temere ciò che potrebbe accadergli se rifiuta? Perderà i suoi attuali mezzi di sussistenza? Soffrirà la perdita di cose materiali o della reputazione se rimane fedele al suo ministero? Sarà perseguitato? È una lotta del principio contro la passione. Basandosi sul principio cristiano riguardante il nostro rapporto col mondo, Paolo scrisse, in 2 Timoteo 2:3, 4: “Come giusto soldato di Cristo Gesù prendi la tua parte nel soffrire il male. Nessuno che serve come soldato s’immischia negli affari commerciali della vita, affinché riceva l’approvazione di colui che lo ha arruolato come soldato”. Noi siamo soldati cristiani. Siamo ambasciatori in sostituzione di Cristo. La nostra opera ci è stata divinamente assegnata. Con questi princìpi saldi nella mente, ogni Cristiano segue singolarmente la propria coscienza, anche se la sua famiglia e gli amici mondani non comprendono ciò che intese Gesù quando disse: “Continuate quindi a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. — 2 Cor. 5:20; Matt. 6:33.

      11. Come gli ecclesiastici hanno fatto compromessi sui princìpi della Parola di Dio, e quale sarà il risultato per loro e per la Cristianità?

      11 Noi siamo grandemente debitori verso Geova per aver rivelato dinanzi ai nostri occhi il suo proposito riguardante questo presente sistema di cose sotto Satana. Com’è diversa la nostra posizione da quella del clero e degli uomini di questo mondo! Gli ecclesiastici si preoccupano vedendo ateismo, comunismo e filosofie pagane che dilagano come un’inondazione alle porte della Cristianità e s’infiltrano nelle loro organizzazioni. Ma noi non siamo sorpresi, perché Gesù lo predisse nella sua profezia in Luca 21:20-22. I capi della Cristianità cercano freneticamente di mantenere il loro dominio sui popoli, che un tempo era così forte. Ma non danno al popolo una solida base per la fede insegnando i puri princìpi di Dio, e il popolo va alla deriva. Gli ecclesiastici più volte hanno fatto compromessi riguardo ai basilari princìpi della Parola di Dio, torcendo le scritture per cercare di giustificare i compromessi. Hanno introdotto giochi d’azzardo, spettacoli e trattenimenti nelle chiese per cercare di tenere unito il gregge. Si sono alleati ai politicanti, e hanno dimostrato di far parte di questo mondo. Il Concilio Nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti dà prova di ciò annunciando, com’è riferito dal Times di New York del 10 settembre 1956, che “i ministri hanno il dovere di pesare bene la situazione e assumere una posizione nella politica”. Cristo Gesù e i suoi apostoli non avrebbero mai fatto questo. Gli ecclesiastici hanno benedetto e partecipato a guerre sanguinose. Ma neanche con i loro compromessi né sostenendo i capi politici, sono riusciti ad evitare il fallimento spirituale della Cristianità e conservare il controllo sul popolo. Sono divisi, disuniti e spiritualmente deboli.

      12. (a) Dove i compromessi hanno condotto la Cristianità? (b) In contrasto, qual è la posizione dei testimoni di Geova?

      12 I testimoni di Geova si aspettavano questa condizione nella Cristianità piena di compromessi, e la Parola di Dio indica che peggiorerà sempre finché la Cristianità priva di princìpi andrà finalmente in rovina peggio dell’infedele Gerusalemme nel 607 a.C., la cui caduta fu profetica dell’avvenimento futuro. E i testimoni di Geova non vogliono avere niente a che fare con l’infedele clero che scende a compromessi e col suo modo d’agire. La Cristianità è condannata dal giudizio di Dio. Una grande voragine si è aperta fra i servitori di Geova che si attengono ai suoi princìpi e i falsi adoratori privi di princìpi. Mentre la fine si avvicina, l’organizzazione di Geova rimane pura. I suoi veri testimoni si attengono saldamente ai princìpi di Dio e rimangono puri. Non siamo qui sulla terra per essere amati dal vecchio mondo; siamo qui per sostenere la pura adorazione.

      PERSEVERIAMO SEPARATI DA QUESTO MONDO

      13. Quale atteggiamento paziente e intransigente hanno dimostrato i servitori di Geova riguardo all’opera in Italia e con quali risultati?

      13 Per sostenere la pura adorazione ci vuole pazienza e perseveranza nell’osservanza dei princìpi cristiani. In molte parti del mondo i nostri fratelli hanno dovuto mostrar coraggio nell’applicazione dei princìpi di Geova di fronte alle più grandi prove. Geova ha dato loro la forza. Considerate i nostri fratelli nei paesi totalitari. Hanno forse abbandonato i princìpi per l’opportunismo dominato dalla passione? Guardate all’esempio dell’Italia. Per anni le Camice Nere di Mussolini impedirono la predicazione della buona notizia da parte dei testimoni di Geova. Il Vaticano ebbe relazioni di concordato e amicizia col mondo, ma i testimoni di Geova in Italia, pochi di numero, furono duramente perseguitati. I testimoni di Geova in Italia e all’estero si chiedevano come sarebbe stato possibile predicare ai milioni di Italiani. Gli anni allora sembravano lunghi, ma i testimoni di Geova furono pazienti. Non persero la fede. Predicavano dove potevano. Giunse il tempo di far conoscere i princìpi di Geova in Italia e la ‘spada della Chiesa Cattolica Romana’ fu tolta di mezzo. Quando una porta si aprì l’opera fu subito intrapresa in tutto il paese ed ora una parte della società del nuovo mondo in rapida espansione fiorisce nella dolce Italia.

      14. Come i testimoni di Geova hanno perseverato separati dal mondo in altri paesi totalitari e hanno ottenuto la benedizione di Geova?

      14 I nostri fratelli nella Germania nazista perseverarono, alcuni fino alla morte. I nostri fratelli nella Repubblica Dominicana e in Argentina perseverarono. I Cristiani si aspettano di dover perseverare mentre rimangono separati da questo mondo, ma mentre aspettano di esser liberati da Geova essi continuano a predicare la buona notizia. Geova li ha riccamente benedetti nella loro fede, come nel Quebec, dove i nostri fratelli hanno combattuto una dura lotta e non hanno voluto cedere in ciò che era giusto. Geova ha dato le vittorie, e oggi la buona notizia è predicata apertamente in questi paesi, alla lode di Geova. I servitori di Geova si sono retti fermamente sui saldi princìpi di Geova anche quando la situazione sembrava molto oscura. Profondamente convinti della giustezza della loro condotta essi hanno combattuto valorosamente e infine, con l’aiuto di Geova, sono riusciti a convincere molti governanti e giudici dei diritti legali di coloro che si attengono ai princìpi di Geova. Ed oggi in questi paesi la buona notizia è predicata apertamente, alla lode di Geova e con gran dispiacere del clero avverso.

      15. Com’è stato possibile per i testimoni di Geova sopportare la feroce persecuzione comunista, e che cosa fanno mentre perseverano?

      15 Da anni i fratelli hanno dovuto subire crudele persecuzione nei paesi comunisti. Sono stati fatti tentativi estremamente astuti e persistenti per indurli al compromesso. La fedeltà ai princìpi cristiani da parte dei fedeli testimoni di Geova è stata una grande testimonianza per governanti e sudditi. Non sappiamo per quanto tempo ancora i fratelli dovranno sopportare queste condizioni. Essi hanno in mente il principio dichiarato da Gesù: “Chi avrà perseverato fino alla fine è quello che sarà salvato”. (Matt. 24:13) E le parole di Paolo danno intendimento: “Tu hai fedelmente seguito il mio insegnamento, . . . la mia fede, . . . la mia perseveranza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, . . . le stesse persecuzioni che io ho sopportato; eppure da tutte il Signore mi ha liberato. Infatti, tutti quelli che desiderano vivere in devota dedizione insieme a Cristo Gesù saranno pure perseguitati”. (2 Tim. 3:10-12) Quindi mentre perseverano essi predicano, e per mezzo loro Geova raccoglie altre pecore. La documentazione della perseveranza dei servitori di Geova in questi ultimi giorni è stata resa possibile solo dall’aiuto di Geova, e a lui rendiamo ogni grazia e lode. Come sono felici quelli che sono guidati dai princìpi e che resistono nella gloriosa lotta! — Giac. 5:11.

      16. (a) Perché è importante ora saper ragionare sui princìpi della Parola di Dio? (b) Come possiamo evitare di essere intrappolati da ragionamenti umani?

      16 Con la violenta persecuzione Satana non ha avuto successo nel vincere quelli che vivono secondo i veri princìpi cristiani. Ma egli è un astuto avversario che non si arrende nel conflitto. Non mise forse alla prova Gesù suggerendogli ciò che avrebbe potuto sembrare buono a prima vista ma che l’avrebbe allontanato da Geova? (Matt. 4:1-11) Gesù sapeva come ragionare sui princìpi biblici e rimase saldo. Satana sa che ora il suo tempo è breve e sta cercando di divorare tutti, compresi i servitori di Geova. Con astuti inganni egli vorrebbe far compromettere i servitori di Geova, farli cadere e conquistarsi la loro adorazione. Stiamo per entrare nel tempo della più grande prova che i Cristiani abbiano mai conosciuto. Stiamo dunque attenti a come pensiamo e ragioniamo. Atteniamoci ai giusti princìpi e leggi di Dio. Anche quelli che ci sono vicini o sono associati con noi potrebbero darci cattivi consigli seguendo ragionamenti umani invece di seguire i princìpi di Dio. A Giobbe, duramente provato, la moglie rivolse sgradevoli parole. (Giob. 2:9, 10) Anche Cristo Gesù dovette guardarsi da parole insidiose quando Pietro, suo intimo associato, si oppose energicamente alla necessità che Gesù soffrisse e fosse ucciso. “Egli disse a Pietro: ‘Va via da me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo, perché pensi, non i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”’. E quindi per aiutare Pietro a pensare giustamente Gesù stabilì un principio che riguarda tutti i Cristiani: “Poiché chi vuole salvare l’anima sua la perderà; ma chi perde l’anima sua per amor mio la troverà”. (Matt. 16:22-25) Perciò affidiamoci ai precisi consigli della Parola e dell’organizzazione di Geova. Geova ci ha dato i suoi giusti princìpi su cui meditare, e finché continueremo risoluti a conformarci a questi princìpi non cederemo a Satana.

      17. Perché dobbiamo stare ora in guardia contro i compromessi, e quale sarà il risultato per coloro che non faranno mai compromessi sui princìpi cristiani?

      17 Come servitori di Geova impegnati in una guerra spirituale è ora tempo di pensare seriamente a quel che stiamo facendo. Abbiamo in Satana un astuto avversario e molte insidie sono tese per prenderci in trappola, cullarci in un sonno spirituale o attirarci nel mondo e lontano da quello che ha il primo posto nella nostra vita, il regno di Dio. Quando sopraggiunge ciascuna prova della nostra devozione, dobbiamo controllare i nostri sentimenti. Dobbiamo ponderare le cose con pazienza e considerare accuratamente i consigli della Parola e dell’organizzazione di Dio prima di fare un passo che potrebbe mettere in pericolo il nostro servizio. Dobbiamo diventare Cristiani spiritualmente adulti in grado di prendere decisioni giuste. Sempre più il mondo segue l’opportunismo o la passione e ignora il principio; ma sempre più i servitori di Geova aderiscono ai princìpi cristiani e superano le passioni della carne. Siamo Cristiani. Abbiamo fatto la nostra dedicazione. Siamo disposti a soffrire per amore della giustizia. Non facciamo parte di questo mondo, né desideriamo farne parte. Questo è un tempo di giudizio finale. La vita eterna è in giuoco. Pensate agli interessi di Dio e siate governati da essi. Guadagnate dunque la vita eterna non facendo mai compromessi sui princìpi cristiani.

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