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È l’esperienza la migliore maestra?La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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colpi a una morte dalla quale non sarà più risuscitato. — 2 Piet. 3:7.
Tuttavia, le persone di buona volontà non credono di dover deliberatamente provare il peccato per apprezzare la moralità, o subire la morte per imparare il valore della vita, o sentire la potenza di Geova contro di loro ad Harmaghedon per essere convinti ch’egli la possiede. Essi si rivolgono a Geova Dio e a Cristo Gesù come ai migliori Maestri. Nelle attuali condizioni la vita dell’uomo è breve e la sua esperienza magra, mentre Satana ha avuto migliaia d’anni d’esperienza nell’ingannare e intrappolare gli uomini. Noi non possiamo mettere in gara la nostra breve esperienza contro la sua, e sperar di vincere. Dobbiamo combattere la lunga esperienza di Satana attingendo alla illimitata sapienza di Geova. Noi abbiamo bisogno dei migliori maestri perché siamo istruiti a scansare le trappole di Satana. In Dio e Cristo abbiamo questi Maestri. Nella Bibbia abbiamo la loro inestimabile istruzione. — Prov. 2:1-12; 3:13-18.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Perché Isaia 45:7 dichiara che Geova Dio creò il male mentre sappiamo che egli è buono e giusto in tutte le sue vie? — C. S., Ontario, Canada.
Isaia 45:7 dichiara: “Io formo la luce, e creo le tenebre; faccio la pace, e creo il male; io sono Geova, che la tutte queste cose”. (SA) Geova Dio semina la luce per quelli che sono inclini alla giustizia, e mediante la sua Parola la Bibbia illumina le loro menti, ma reca oscurità mentale su coloro che volontariamente persistono nella condotta errata. (Sal. 82:5-7; 97:11; 2 Piet. 2:4; Giuda 13) La pace mentale, anche ora, è la parte di quelli che sono devoti a Dio e al suo servizio, e nel nuovo mondo sotto il regno del Principe della Pace tutti quelli che allora vivranno si rallegreranno in quel beato stato per sempre. (Sal. 72:1, 4, 7, 8; Isa. 9:5, 6) In quanto all’affermazione che Dio crea il male, non significa alcuna cosa o nessuna pratica che sia moralmente cattiva. “Male” come viene usato qui non significa male morale, di cui Dio non può mai esser colpevole, ma si riferisce a una calamità o un disastro o una distruzione, che egli porta sopra i suoi impenitenti nemici, e questo particolarmente alla battaglia di Harmaghedon. Dal tempo del ribelle Adamo in poi la punizione è venuta da Dio sopra gli empi volontari, e questo è stato del tutto giusto da parte di Dio, ma è stato come un male per coloro che l’han meritato. Questo soggetto è trattato per esteso nell’articolo in due parti intitolato “Pace e male” apparso nelle edizioni de La Torre di Guardia (inglese) del 10 e del 15 maggio 1930.
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Domande dai lettori (4)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Quando Gesù parlò d’un cammello che sarebbe passato per la cruna di un ago, intendeva egli un letterale cruna di un ago, o la sua espressione si riferiva a una piccola porta in una delle grandi porte di Gerusalemme? — N. R., Guaiana Britannica.
Ricordiamo che anni or sono la “cruna dell’ago” veniva abitualmente spiegato che significasse una piccola porta in una delle grandi porte di Gerusalemme, in modo che se era scesa la notte e le porte eran chiuse, questa piccola porta poteva aprirsi e scaricando il cammello esso vi poteva penetrare strisciando sui suoi ginocchi e cosce; in altre parole, con grande difficoltà. Quindi nel 1940 Giorgio M. Lamsa pubblicò la sua traduzione inglese, Il Nuovo Testamento tradotto dalle sorgenti originali aramaiche, e in essa egli rende Matteo 19:24: “Ancora vi dico: È più facile che una corda passi per la cruna di un ago, che per un ricco di entrare nel regno di Dio”.
Tuttavia, la Traduzione del Nuovo Mondo che fu pubblicata nel 1950 rende Matteo 19:24: “Di nuovo vi dico: È più facile che un cammello passi per la cruna d’un ago che per un ricco di entrare nel regno di Dio”. Ma Luca 18:25 usa una diversa parola greca nella Bibbia originale e quindi la Traduzione del Nuovo Mondo rende quel versetto: “È più facile, infatti, a un cammello passare per la cruna di un ago da cucire che per un ricco entrare nel regno di Dio”. Noi crediamo che Gesù volle dire un letterale ago da cucire e un letterale cammello, per illustrare l’impossibilità della cosa senza l’estremo aiuto di Dio.
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Domande dai lettori (5)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Una pubblicazione della setta Rosicrucian pretende che una città come Nazaret non sia esistita fino al terzo secolo d.C., che Gesù non sia mai vissuto a Nazaret, e che dovunque si fa riferimento a lui come a “Gesù di Nazaret” si dovrebbe leggere “Gesù il Nazareno” perché egli nacque e fu allevato dai Nazareni Nazareti ed Esseni (noti come la “Grande Fratellanza Bianca”). Come rispondereste voi a queste pretese?-A. S., Ontario, Canada.
Benché il termine Nazareno (ni) nella Versione del re Giacomo si trovi solamente due volte, noterai che nella Traduzione del Nuovo Mondo ricorre circa diciannove volte, da Matteo 2:23; 26:71; Marco 1:24; fino ad Atti 26:9. Ma questo non confuta la contenzione che Gesù fosse di Nazaret e per tale motivo fosse chiamato Nazareno come non prova ch’egli fosse un membro dei Nazareni Nazareti ed Esseni. Questi non sono in nessun caso menzionati nelle Scritture Greche Cristiane.
Pur essendo chiamato Nazareno nei suddetti passi, Gesù viene determinatamente chiamato “Gesù di Nazaret” in Giovanni 1:45 e in Atti 10:38 (NM) invece di Gesù Nazareno. È vero che Nazaret non è menzionata da nessuna fonte giudaica di quel periodo, nemmeno da Giuseppe Flavio, ma questo non nega l’esistenza di un tale paese nella Galilea. Esso è determinatamente menzionato nelle Scritture Greche Cristiane, e ciò è sufficiente per noi poiché lasciamo che “sia Dio riconosciuto verace”, e la Parola di Dio determinatamente dichiara che è perché egli dimorava a Nazaret che fu chiamato Nazareno, anche in precedenza dai profeti, e non perché appartenesse ad alcun precursore della setta Rosicrucian. (Matt. 2:23, NM) Nazaret è determinatamente menzionata dodici volte da sola nelle Scritture Greche Cristiane.
La Cyclopœdia di McClintock & Strong dice sotto “Nazaret”: “Prima di quell’avvenimento [Matt. 2:23], la località è del tutto sconosciuta alla storia. Nella Scrittura dell’Antico Testamento non è nominata una sola volta, benché difficilmente un paese avesse potuto mancare d’esser esistito in un punto così indicato sin da tempi remoti. Giuseppe Flavio, benché personalmente conosca l’intera zona in cui esso giace, è parimenti silenzioso a suo riguardo. La natura solitaria del punto in cui si trova, con la sua stessa insignificanza, probabilmente concorsero a lasciarla in quell’oscurità per cui sembrerebbe che venisse divinamente scelta per allevare il Figlio . . . di Dio. Come il precursore, Giovanni Battista, ‘fu
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Perché la Traduzione del Nuovo Mondo dice che i seguaci di Cristo furono chiamati Cristiani “per divina provvidenza”? Io credevo che fosse un nome di scherno dato dagli increduli. In Genesi 4:26 sono menzionati uomini che si chiamavano ipocritamente col nome di Geova, e non sarebbero gli antitipi quelli che si chiamano col nome di Cristo? — F. B., Inghilterra.
Atti 11:26, NM, dice: “Fu la prima volta in Antiochia che i discepoli per divina provvidenza furono chiamati ‘Cristiani’”. La traduzione dice così perché questo è ciò che il termine originale greco sembra significare. Il verbo chrematízo in oggetto ricorre nove volte e il nome chrematismós ricorre una volta, e riferendoti a questi casi e osservando come la traduzione rende ciascuno di essi, comprenderai che queste parole greche sono sempre usate in relazione con ciò che è da Dio e quindi divino in tal senso. Si veda Matteo 2:12, 22; Luca 2:26; Atti 10:22; 11:26; Romani 7:3; Ebrei 8:5; 11:7; 12:25, e Romani 11:4. Perciò, data la natura controversa di Atti 11:26, il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo agì saggiamente rendendo il termine “per divina provvidenza furono chiamati”. Fossero essi i nemici che chiamarono i credenti Cristiani o fosse Dio mediante Gesù Cristo, il chiamarli con questo nome rientrava nella disposizione della divina provvidenza secondo l’uso scritturale del verbo adoperato. La parola greca usata in Genesi 4:26 nella versione greca dei Settanta non è la stessa parola usata nelle scritture che stiamo qui considerando, ma è la parola usata in Atti 2:21 e Romani 10:13.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Ne La Torre di Guardia del 15 dicembre 1951 l’articolo “Crescete e moltiplicate e riempite la terra” disse che le moltitudini risuscitate non avrebbero parte al mandato divino di sposarsi e generare figli, e come prova citava Matteo 22:30. Il libro “La verità vi farà liberi”, pagine 365-367, afferma che è ragionevole che le “altre pecore” morte prima di Harmaghedon avranno una subita risurrezione e parteciperanno al mandato divino, aggiungendo che questo non sarà contrario a Matteo 22:30. Quale è giusta? — R. K., New York.
Noi ci atteniamo ancora alle due affermazioni, e diciamo che non c’è fra loro contraddizione alcuna. La Torre di Guardia dichiarò che la risurrezione dei morti non costituirebbe un adempimento del mandato divino, e che le “moltitudini risuscitate” non si sposerebbero né genererebbero, citando Matteo 22:30 come prova, che afferma: “Nella risurrezione non si sposano né sono dati in matrimonio”. (NM) Il senso di questo testo indica ch’esso parla della risurrezione del genere umano, quando le moltitudini saranno risuscitate dai morti. Erano queste moltitudini che La Torre di Guardia aveva presenti quando parlò di “moltitudini risuscitate”. Noi non prevediamo che moltitudini della classe delle “altre pecore” muoiano prima o durante Harmaghedon, ma ci attendiamo che come classe sopravvivano ad Harmaghedon e compongano una “grande moltitudine” o “grande folla”. (Apoc. 7:9, 10, NM) Quindi queste non sono quelle che erano in discussione quando La Torre di Guardia dello scorso 15 dicembre parlò delle moltitudini risuscitate che non prenderanno parte al mandato divino.
Però, quando “La verità vi farà liberi” parlò dei risuscitati aventi ragionevolmente parte al mandato divino essa teneva presenti quelli della classe delle “altre pecore” che potrebbero morire prima o durante Harmaghedon, e citava Giovanni 5:27-29 per dimostrare che questi che hanno “operato bene” dovrebbero avere una prima “risurrezione di vita” come i fedeli testimoni e profeti dell’antichità, e non dovrebbero aspettare la successiva “risurrezione di giudicio” del genere umano. E dato che Matteo 22:30 si applica a quest’ultima risurrezione, “La verità vi farà liberi” correttamente indicò che questo testo non si applicava a quelli delle “altre pecore”.
Quindi non v’è stato mutamento nella nostra posizione su questo soggetto. “La verità vi farà liberi” pone la domanda concernente quelli delle “altre pecore” del Signore che muoiono prima di Harmaghedon: “Parteciperanno queste all’adempimento del mandato divino nel nuovo mondo?” Poi risponde: “Si suggerisce come ragionevole che, avendo Dio dato loro questa speranza, ed essendo essi morti fedeli e irreprensibili verso di lui, egli non rifiuterebbe loro il privilegio del mandato divino”. Vogliate notare che questo è detto semplicemente come un benevolo suggerimento. Per quello che sappiamo finora, le Scritture non sono definitive su questo punto, e la risposta è perciò principalmente speculativa, ma con una certa concordanza dei principi implicati. Possiamo ancora ritenere questo suggerimento, ma tenendo presente che essa è solo un benevolo suggerimento. Possiamo esser sicuri che ciò che Dio ha in serbo per quelle altre pecore che finiscono la loro corsa fedelmente in questo mondo prima di Harmaghedon non le deluderà, ma sarà per loro del tutto soddisfacente e in piena armonia con la sua giustizia. Non c’è bisogno di preoccuparsi o di rompersi il capo al riguardo ora.
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