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  • Preserviamo il nostro paradiso spirituale
    La Torre di Guardia 1959 | 1° agosto
    • frutti del regno di Dio; regnava la prosperità spirituale. — 1 Cor. 3:9; Giov. 15:1-8; Matt. 21:43.

      9 Questo paradiso spirituale di Dio non continuò sulla terra. La maggioranza di coloro che si dicevano cristiani non continuò “a impegnare strenuamente una lotta per la fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi”. Essi non ricordarono “i detti che sono stati pronunciati dagli apostoli del nostro Signore Gesù Cristo, come essi vi dicevano: ‘Nell’ultimo tempo ci saranno degli schernitori, che si comporteranno secondo i loro desideri di cose empie’. Questi sono quelli che provocano divisioni, uomini animaleschi, che non hanno spiritualità. Ma voi, diletti, edificandovi sulla vostra santissima fede, e pregando con spirito santo, mantenetevi nell’amore di Dio, mentre aspettate la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo in vista della vita eterna”. (Giuda 3, 17-21) Gradatamente si giunse alla grande “apostasia” religiosa che l’apostolo Paolo aveva predetta. Allora fu rivelato l’“uomo d’illegalità”, “il figlio di distruzione”. — 2 Tess. 2:3, 6-12.

      10 Ciò provocò la perdita del paradiso spirituale per coloro che a parole pretendevano d’essere cristiani, ma non lo dimostravano nella loro vita. A ragione dunque l’apostolo Paolo, ammonendo i cristiani contro i falsi apostoli che con inganno avrebbero provocato quest’apostasia, fece un’illustrazione riferendosi al Paradiso di Eden. Egli disse: “Temo che in qualche modo, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, le vostre menti siano sviate dalla sincerità e dalla castità che sono dovute al Cristo”. — 2 Cor. 11:3, 13-15.

      11 Seimila anni fa, in Eden, servendosi del serpente, il Diavolo provocò la perdita dell’originale paradiso terrestre per Adamo ed Eva e per tutti noi, loro discendenti. In modo analogo, dopo che i “dodici apostoli dell’Agnello” morirono, cessò la loro azione restrittiva, e Satana il Diavolo, l’“originale serpente”, provocò la perdita del paradiso spirituale dei cristiani. Oggi la cristianità, con oltre 820 milioni di membri ripartiti in più di mille sette religiose, mostra i segni di due guerre mondiali e non è affatto un paradiso. Benché preceduta dalla paradisiaca condizione spirituale dei tempi apostolici, la cristianità è oggi un “desolato deserto” religioso devastato da simboliche locuste, il “grande esercito” di Geova. Non produce frutti del regno di Dio, ma solo abbondanza di frutti delle materialistiche nazioni del mondo. La cristianità muore spiritualmente di fame poiché Geova manda “fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno”, esattamente com’era stato predetto. (Amos 8:11-13, VR) La cristianità perirà fuori del Paradiso spirituale, come Adamo, Eva e Caino sono periti fuori del giardino di Eden.

      RESTAURAZIONE DEL PARADISO SPIRITUALE

      12 La Parola di Geova predisse che egli avrebbe restaurato il paradiso spirituale sulla terra fra i figli spirituali di Sion, la sua organizzazione o donna. L’avrebbe fatto per mezzo del suo regno, quando fosse stato stabilito al tempo immutabilmente fissato, il 1914 d.C. Circa quarant’anni prima del 1914 Geova cominciò a preparare un rimanente di figli spirituali di Sion per rinnovare questo paradiso spirituale. Già nell’edizione inglese del luglio 1883, a pagina 4, la rivista Torre di Guardia di Sion, in un articolo intitolato “Il ladro”, aveva detto: “Quando il Signore avrà stabilito il suo regno, il ladro sarà ricordato e sarà in Paradiso. . . . in Cristo o per merito suo, tutti saranno resi viventi e avranno il privilegio di tornare in quella condizione edenica perduta a causa del peccato del primo uomo, riacquistata per gli uomini dal giusto sacrificio di Cristo”. Tuttavia prima che il paradiso terrestre potesse essere restaurato per l’umanità doveva essere restaurato il paradiso spirituale per il rimanente dei figli spirituali di Sion.

      13 Fino all’anno 1914 questo rimanente della progenie spirituale di Sion, la donna di Dio, godette sempre maggior prosperità spirituale. Ma poi scoppiò la prima guerra mondiale; e in conseguenza di ciò le potenze religiose, politiche e militari della cristianità distrussero quasi la prosperità spirituale dei testimoni di Geova. Essi divennero come i “due testimoni” che Apocalisse 11:3 descrive dicendo che profetavano vestiti di sacco e infine furono pubblicamente messi a morte in questo vecchio mondo, e particolarmente nella cristianità dove erano stati più attivi. Essi provarono ciò che avevano provato gli apostoli e gli altri discepoli nei giorni in cui il Signore Gesù Cristo giacque morto nella tomba.

      14 Da un punto di vista religioso, la loro condizione terrena divenne come la terra di Giuda quando rimase desolata insieme a Gerusalemme, col tempio in rovina e migliaia di superstiti esiliati principalmente nell’idolatra terra di Babilonia. In tali condizioni la Parola di Geova assunse grande importanza allorché fu trasmessa dal profeta Ezechiele, che era stato esiliato a Babilonia prima della distruzione di Gerusalemme e del tempio, e prima della desolazione della terra di Giuda:

      15 “Io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l’avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono l’Eterno, dice il Signore, l’Eterno, quand’io mi santificherò in voi, sotto gli occhi loro. Io vi trarrò di fra le nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese. Metterò dentro di voi il mio spirito, e farò sì che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. Non è per amor di voi, che agisco così, dice il Signore, l’Eterno: siavi pur noto! Vergognatevi, e siate confusi a motivo delle vostre vie, o casa d’Israele! Così parla il Signore, l’Eterno: Il giorno che io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò sì che le città saranno abitate, e le ruine saranno ricostruite; la terra desolata sarà coltivata, invece d’essere una desolazione agli occhi di tutti i passanti; e si dirà: Questa terra ch’era desolata, è divenuta come il giardino d’Eden; e queste città ch’erano deserte, desolate, ruinate, sono fortificate e abitate. E le nazioni che saran rimaste attorno a voi conosceranno che io, l’Eterno, son quegli che ha ricostruito i luoghi ruinati, e ripiantato il luogo deserto. Io, l’Eterno, son quegli che parlo, e che mando la cosa ad effetto”. — Ezech. 36:23, 24, 27, 32-36, VR.

      16 Questa profezia fu effettivamente adempiuta sull’antico Israele naturale, rafforzando così la certezza che sarebbe stata adempiuta in modo finale e completo sull’Israele spirituale ai nostri giorni. A quel tempo Geova diede al re persiano Ciro il Grande il potere di abbattere la potente Babilonia. Indusse Ciro ad emanare il decreto per la liberazione degli Ebrei, affinché ritornassero alla loro patria desolata e riedificassero il tempio di Geova. Esattamente alla fine dei settant’anni di desolazione la terra di Giuda fu rioccupata dal popolo di Geova; la nazione d’Israele era rinata, venne ricostruito l’altare del tempio e rinnovata l’adorazione di Geova. L’anno successivo furono poste le fondamenta del tempio. Dopo anni d’opposizione da parte dei nemici di Geova, il tempio fu ultimato nel sesto anno del regno del re persiano Dario I. Poiché i nemici dei paesi circostanti continuavano a minacciare, fu necessario fortificare Gerusalemme; e il re Artaserse mandò in Giuda il suo coppiere ebreo, Neemia, come governatore per riedificare le mura di Gerusalemme. Questo fu compiuto. Una meravigliosa trasformazione ebbe luogo in tutto il paese di Giuda; benché fosse rimasto in uno stato di spaventosa desolazione per settant’anni, era divenuto come il giardino d’Eden, come il “giardino di Geova”.

      17 In modo corrispondente, ai nostri giorni Geova generò la Progenie della sua donna, Gesù Cristo, facendone il Re del governo celeste nato nel 1914. Nel cielo risuonò l’annuncio: “Il regno del mondo è divenuto il regno del Signor nostro [Geova] e del suo Cristo, ed egli governerà come re nei secoli dei secoli”. Tuttavia sulla terra le nazioni della cristianità imperversavano. La condizione terrena del rimanente spirituale dei testimoni di Geova fu ridotta ad una desolazione simile a quella di Giuda e di Gerusalemme nell’antichità. La restaurazione dell’adorazione di Geova fu interrotta e corse il pericolo d’essere soppressa. — Apoc. 11:15-18, 3-10.

      18 Geova non poteva permettere che fosse soppressa e nello stesso tempo adempiere la sua Parola profetica. Il suo regno nelle mani di Colui che è più grande di Ciro il Grande aveva assunto il potere ed era operante. L’instaurazione del suo regno e la desolazione della condizione spirituale del suo popolo sulla terra erano inconciliabili. Il regno stabilito doveva essere annunciato a tutte le nazioni che vituperavano il suo nome. Vi doveva essere sulla terra un paradiso spirituale per il rimanente, affinché avesse una giusta base e un valido sostegno per annunciare il Re e il Regno.

      19 Nel 1919 la guerra in cielo era terminata. Satana e i suoi demoni erano stati espulsi e gettati giù sulla terra. In tal modo il vittorioso Re di Geova, Gesù Cristo, aveva agito come un moderno Ciro il Grande. Egli liberò il rimanente dei testimoni di Geova dalla cattività babilonica, li ricondusse ad un’accettevole relazione con Dio, e assegnò loro un lavoro che richiedeva coraggio, il costruttivo servizio del tempio. Quello stesso anno il presidente e il segretario della Società Torre di Guardia, insieme ad altri sei conservi consacrati, furono liberati da un’ingiusta detenzione imposta da un mondo infuriato dalla guerra. Neanche sei mesi dopo, dal 1º all’8 settembre 1919, il rimanente spirituale tenne la prima assemblea internazionale a Cedar Point, Ohio, negli Stati Uniti. L’opera venne riorganizzata, e i testimoni di Geova cominciarono a proclamare l’“età d’oro”, l’età del Paradiso, del futuro paradiso terrestre.

      20 Il rimanente spirituale non si rendeva conto di entrare in un paradiso spirituale in adempimento delle inalterabili promesse di Geova. Egli riversò su di loro il suo spirito in maggior misura. Con il suo spirito non solo li rinvigorì per un’opera intrepida ma rivelò loro l’incarico che avevano avuto. Quale? “E prima la buona notizia dev’essere predicata in tutte le nazioni”. (Mar. 13:10) Con l’esuberante entusiasmo di una nazione spirituale liberata e restaurata, il rimanente dei testimoni di Geova intraprese con zelo l’opera finale che doveva precedere la guerra universale di Armaghedon. Coloro che facevano parte del rimanente divennero ricchi di frutti dello spirito santo, producendo frutti del Regno, cioè, attività e opera di predicazione della buona notizia del regno di Dio e del nuovo mondo. Cominciarono a riempire tutta la faccia della terra di questi frutti. Sempre più congregazioni vennero stabilite in diversi luoghi e furono fortificate come città forti, fortificazioni che non saranno più necessarie nel paradiso terrestre dopo Armaghedon. La loro guarigione e prosperità spirituale suscitarono la meraviglia delle nazioni della cristianità.

      21 Il rimanente dei figli spirituali di Sion fu indicibilmente confortato da questa visibile prova del rinnovato favore di Geova. Fu per loro la meravigliosa esperienza dell’adempimento della promessa divina: “Così l’Eterno sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue ruine; renderà il deserto di lei pari ad un Eden, e la sua solitudine pari a un giardino dell’Eterno. Gioia e allegrezza si troveranno in mezzo a lei, inni di lode e melodia di canti. E i riscattati dall’Eterno torneranno, verranno con canti di gioia a Sion, e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno letizia, allegrezza, il dolore e il gemito fuggiranno. Io, io son colui che vi consola”. — Isa. 51:3, 11, 12, VR.

      22 La prosperità del paradiso spirituale spiega la traboccante felicità dei testimoni di Geova della società del Nuovo Mondo. Lo splendore di questo spirituale giardino di Geova è descritto con linguaggio profetico che s’ispira alla restaurata terra di Giuda: “Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa; si coprirà di fiori e festeggerà con giubilo e canti d’esultanza; le sarà data la gloria del Libano, la magnificenza del Carmel e di Saron. Essi vedranno la gloria dell’Eterno, la magnificenza del nostro Dio. Allora s’apriranno gli occhi dei ciechi, e saranno sturati gli orecchi de’ sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo, e la lingua del muto canterà di gioia; perché delle acque sgorgheranno nel deserto, e de’ torrenti nella solitudine; il miraggio diventerà un lago, e il suolo assetato, un luogo di sorgenti d’acqua; nel ricetto che accoglieva gli sciacalli s’avrà un luogo da canne e da giunchi.

      23 “Quivi sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata ‘la via santa’; nessun impuro vi passerà; essa sarà per quelli soltanto; quei che la seguiranno, anche gl’insensati, non potranno smarrirvisi. In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà; ma vi cammineranno i redenti; e i riscattati dall’Eterno torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore ed il gemito fuggiranno”. — Isa. 35:1, 2, 5-10, VR.

      24 Il redento rimanente spirituale è ritornato a Sion, organizzazione teocratica di Geova. Dietro a loro si sono schierate centinaia di migliaia di persone che vogliono adorare il Dio del rimanente, il Creatore di un’organizzazione piena di tale bellezza paradisiaca. Quest’organizzazione risuona di gioia e di lodi per il Dio che adora. È un’organizzazione spiritualmente sana, forte ed attiva. È libera da ciò che è stolto agli occhi di Dio, libera dagli stolti che rinnegano Dio, e libera dal timore che fra i suoi membri vi sia qualsiasi bestiale violenza. Cammina per la via santa, libera dall’associazione con questo empio mondo e incontaminata dalla sua influenza. In essa non vi è sterilità, né piante spinose e dannose prodotte dal suolo maledetto. Geova aveva detto:

      25 “Con gioia voi partirete, e in pace sarete ricondotti. I monti e i colli esulteranno con grida di gioia dinanzi a voi, e gli stessi alberi dei campi batteranno tutti le mani. Invece del cespuglio di rovi crescerà il pino. Invece del pruno crescerà il mirto. E diverrà per Geova una cosa gloriosa, un segno per tempo indefinito che non sarà distrutto”. — Isa. 55:12, 13.

      26 Questa crescita dei veri cristiani come “alberi di giustizia” avviene nella nostra condizione terrena che era stata desolata da nemici babilonici. Questo sarà alla gloria di Geova, il cui nome è invocato su quegli alberi spirituali. La crescita di tali alberi forti, fruttiferi e belli nel paradiso spirituale sarà un segno infallibile: un segno del Regno, che il regno di Dio governa e riversa benedizioni anche prima di Armaghedon su coloro che vi si sottomettono. Certo, il restaurato paradiso spirituale che è fiorente prima di Armaghedon è segno, in mezzo a tutte le nazioni nemiche, che Geova Dio ha assunto il suo gran potere ed ha cominciato a governare come re mediante il suo intronizzato, unto Figlio Gesù Cristo. Questo segno, Geova dichiara, “non sarà distrutto”. Com’è rassicurante questa promessa!

      27 Dio ha fiducia in noi; e noi abbiamo la responsabilità di fare tutto il possibile, con l’aiuto del suo spirito, affinché questo segno non sia distrutto e la sua volontà sia compiuta sulla terra. Lo possiamo fare preservando il paradiso spirituale secondo la volontà divina. Soltanto in questo modo quelli del rimanente dimostreranno d’esser degni di “mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso di Dio”. — Apoc. 2:7.

      28 Sin dall’istituzione del regno celeste nel 1914 e dalla venuta di Geova col Messaggero del patto, Gesù Cristo, al tempio nel 1918, gli apostoli e gli altri cristiani generati dallo spirito, che erano morti fedeli prima di tali avvenimenti, sono stati risuscitati. Gesù servì per risuscitare dai morti coloro che avevano vinto il mondo. (Giov. 6:54-57) Così Gesù concesse a quei cristiani vittoriosi di “mangiare dell’albero della vita” nel celeste paradiso di Dio. Nella risurrezione essi furono rivestiti d’immortalità e d’incorruttibilità. La grande Fonte di tale immortalità e incorruttibilità è Geova Dio; e perciò, mediante Gesù Cristo che è “la via” sono giunti al simbolico grande “Albero della Vita”, Geova, e da lui hanno ricevuto il premio dell’immortalità e incorruttibilità celeste. Se Adamo fosse rimasto fedele nel giardino di Eden e gli fosse stato permesso di mangiare del terreno albero della vita che si trovava in mezzo al giardino, avrebbe ricevuto da Dio la garanzia del diritto all’eterna vita umana, con la sicurezza che tale diritto sarebbe stato protetto e preservato. Lo stesso avviene in quanto al mangiare del celeste Albero della Vita nel paradiso di Dio, che significa partecipare al premio dell’immortalità e incorruttibilità celeste, spirituale, derivante dall’unica fonte di “vita e incorruttibilità”, Geova, il “Re d’eternità, incorruttibile, invisibile, unico Dio”. — 1 Cor. 15:50-54; 1 Tim. 1:17; 2 Tim. 1:10.

      29 Poco tempo dopo che quei fedeli cristiani morti erano stati risuscitati nel celeste “paradiso di Dio”, il fedele rimanente degli Israeliti spirituali fu liberato dalla simbolica Babilonia e portato in un paradiso spirituale. In loro fu posto il fondamento della “nuova terra”; un “paese” teocratico era nato e fu trasformato in un paradiso spirituale. (Isa. 66:8) Qui è già stata condotta una “gran folla” di mansueti seguaci dell’Israele spirituale.

      COM’È PRESERVATO

      30 Il paradiso spirituale riflette la gloria di Dio ed attesta l’istituzione del regno. Con amorevole riconoscenza verso Dio e rallegrandoci veramente di questo paradiso spirituale, sinceramente desideriamo preservarlo. In che modo? Ricordiamo che Adamo fu posto nell’originale giardino di Eden, o Paradiso di delizia, “perché lo coltivasse e lo custodisse”. (Gen. 2:15) Come egli doveva preservare quel paradiso in ubbidienza alla volontà di Dio, così dobbiamo fare noi verso lo spirituale “giardino di Geova” di oggi. Questo richiede lavoro, prefiggendosi come mèta la bellezza e l’ordine spirituale. Dobbiamo ricordare che questo paradiso spirituale è un luogo santo, poiché è il luogo della classe del santuario di Geova, un edificio dove “Dio abiti mediante spirito”. (Efes. 2:19-22) Dev’essere serbato santo e puro vivendo in santità e purezza, perché il suo Creatore e Padrone è santo.

      31 Dobbiamo inoltre mettere al primo posto gli interessi del tempio, cioè, gli interessi dell’adorazione di Geova. Altrimenti non si potrà continuare ad avere la benedizione della prosperità spirituale. Questo fu illustrato da quanto avvenne al rimanente d’Israele e ai suoi compagni dell’antichità, che nel 537 a.C. furono liberati da Babilonia col preciso scopo di ritornare a Gerusalemme e riedificare il tempio di Geova. Quand’essi cedettero all’interferenza nemica e trascurarono la costruzione del tempio, il Dio del tempio cessò di benedirli, come aveva messo in risalto il profeta Aggeo. (Aggeo 1:1-11; 2:15-19) Scacciate dunque ogni paura di oppositori mondani; eliminate l’egoistico e bestiale materialismo! Lasciate che nel luogo del suo santuario prevalga il timore per il Dio del tempio. Allora tutte le nazioni da ogni parte della terra accorreranno al “monte di Geova, alla casa del Dio di Giacobbe [Israele]”. (Isa. 2:2, 3) Così egli continuerà a benedirci.

      32 Nel paradiso edenico non furono piantati solo alberi belli agli occhi umani, ma anche alberi da frutto per fornire cibo al corpo umano. La grande foresta di alberi spirituali che si trova nel paradiso della società del Nuovo Mondo non deve solo essere bella per la sua spiritualità, ma anche ricca di frutto vivificante. Quelli del rimanente, che sono tralci della vite di Cristo, devono rimanere in unione con lui e portare molto frutto, affinché il Padre sia glorificato. (Giov. 15:1-8) Come classe dello “schiavo fedele e discreto” devono servire il cibo spirituale al tempo dovuto. (Matt. 24:45-47) La “gran folla” degli altri abitanti del paradiso spirituale deve crescere per divenire una matura piantagione di Geova Dio e produrre frutto alla lode di Dio, dando il cibo spirituale ad altri. Con la forza ricevuta dal cibo spirituale possiamo compiere la volontà di Dio sulla terra. La grandiosa opera che Egli ha disposta per noi è la predicazione della buona notizia del suo regno, in ogni tempo e in ogni luogo. — Matt. 24:14.

      33 Adamo ed Eva ricevettero l’ordine di estendere il Paradiso in tutta la terra, assoggettando tutto il resto della terra. Similmente oggi gli abitanti del paradiso spirituale hanno ordine di estenderlo a tutta la terra in testimonianza, servendo come annunciatori di buone notizie e coltivatori di spiritualità paradisiaca dove ve n’è grande bisogno. Adamo ed Eva ricevettero anche l’ordine di riempire il paradiso terrestre, di popolarlo di sante creature come loro. Similmente noi oggi dobbiamo non solo estendere il paradiso spirituale a tutta la terra ma anche popolarlo di testimoni di Geova. Dobbiamo lavorare perché Dio susciti altri suoi testimoni che predichino.

      34 Quale meraviglioso aumento ha avuto finora la popolazione del paradiso spirituale! Il 26 marzo 1919 i dirigenti della Società Torre di Guardia furono liberati da prigionia letterale, e cominciarono a lavorare per il paradiso spirituale dei testimoni di Geova. Domenica 13 aprile, solo diciotto giorni più tardi, vi furono soltanto 17.961 persone che si radunarono in tutta la terra per celebrare l’annuale pasto serale del Signore. Meno di cinque mesi dopo, dal 1º al 7 settembre, fu tenuta la prima assemblea di Cedar Point, dove quasi 300 persone furono battezzate. Circa 7.000 furono presenti al discorso pubblico del presidente della Società. Il 5 settembre a quell’assemblea fu annunciata la prossima pubblicazione della rivista L’età d’oro. “Come una voce nel deserto di confusione, la sua missione è quella d’annunciare l’appressarsi dell’età d’oro”, disse l’articolo introduttivo del primo numero, quello del 1º ottobre 1919.

      35 D’allora in poi la popolazione del paradiso spirituale crebbe d’anno in anno, prima di tutto col raduno degli altri membri del rimanente spirituale da molti paesi. (Matt. 24:31) L’Annuario della Società dal 1927 ha indicato l’aumento della popolazione attiva nel coltivare e curare il paradiso spirituale. Specialmente dal 1932 in poi, i maggiori oppositori della nostra opera di raduno furono eliminati con l’abolizione del sistema degli “anziani” eletti democraticamente. Ebbe luogo una purificazione della classe del santuario di Geova a beneficio del paradiso teocratico.

      36 D’allora in poi l’opera di popolare il paradiso spirituale con la gran folla delle “altre pecore” del Giusto Pastore è progredita meravigliosamente con notevoli aumenti, tanto che nel dicembre del 1958 vi è stata una popolazione di 805.401 persone all’opera nel “giardino di Geova”. Le cose più preziose di tutte le nazioni sono aiutate a venire nella casa di Geova per riempirla di maggior gloria. (Giov. 10:16; Aggeo 2:7) Il comando del Giusto Pastore è tuttora in vigore: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole”. (Matt. 28:19, 20) Per adempierlo dobbiamo lavorare per l’aumento della popolazione internazionale del Paradiso in tutta la terra.

      37 In modo meraviglioso Apocalisse 22:1-3 descrive il paradiso spirituale che ora esiste e sul quale non vi è alcuna maledizione. Di qui continua ad estendersi l’invito generoso dello ‘spirito e della sposa’ che dicono: “Vieni!” Sì, e “chiunque dica: ‘Vieni!’ E chiunque ha sete venga; chiunque vuole prenda l’acqua della vita gratuitamente”. (Apoc. 22:17) Venite nel paradiso spirituale, bevete del “fiume d’acqua di vita, limpida come cristallo”, mangiate il frutto dei frondosi alberi fruttiferi, per far parte della sua devota, felice e attiva popolazione. Così vi troverete ora col nostro Re, Gesù Cristo, in questo paradiso spirituale sotto il suo regno.

      38 Se compiremo la volontà divina fino alla guerra universale di Armaghedon, il nostro paradiso spirituale continuerà a prosperare a rivendicazione della sovranità universale di Geova. La battaglia di Armaghedon non spazzerà via questo spirituale “giardino di Geova” come il diluvio dei giorni di Noè spazzò via il giardino di Eden. Secondo la volontà divina e sotto la protezione divina il nostro paradiso spirituale sopravvivrà ad Armaghedon e continuerà nel giusto nuovo mondo formato di nuovi cieli e nuova terra, per rendere questa terra gloriosa per sempre. Dopo Armaghedon verrà il tempo di ripristinare il paradiso terrestre come eterna dimora dell’umanità redenta.

      39 In questo modo miracoloso voi tutti, superstiti di Armaghedon, sarete col re Gesù Cristo nel Paradiso terrestre, sì, prima del malfattore che sarà risuscitato dalla tomba commemorativa dove attende l’adempimento della promessa fattagli da Gesù prima di morire. Rimanendo integri, adorando e servendo Dio nel paradiso spirituale dei suoi testimoni entrerete nel paradiso del Nuovo Mondo senza scendere nello Sceol o Ades. Sarete pronti ad accogliere quelli che il Re chiamerà dalle tombe commemorative nell’eterno paradiso terrestre della vita umana perfetta.

  • “Un’accusa assolutamente schiacciante”
    La Torre di Guardia 1959 | 1° agosto
    • “Un’accusa assolutamente schiacciante”

      ◆ Il dottor John Knox, professore di letteratura sacra del Seminario dell’Unione Teologica, non molto tempo fa commentò riguardo alla religione della Cristianità: “Alcuni anni fa, scrivendo in una delle nostre riviste nazionali, una donna osservò che all’inizio della sua carriera si era allontanata dalla chiesa perché le era sembrato che questa avesse troppo poco contatto sia col primo che col ventesimo secolo per avere un significato. . . . Non ho dimenticato l’asprezza di quell’osservazione iniziale, la fiera determinatezza del suo congedo dalla chiesa. Chi può negare la verità della sua accusa? Chi può contestare che, in quanto è vera, è un’accusa assolutamente schiacciante? Certo, possono osservare i critici, abbiamo diritto di aspettarci che la chiesa sia in qualche punto in contatto con la realtà: se non nel nostro secolo, almeno nel primo secolo; se non nel primo, allora assolutamente nel ventesimo secolo. O, per definire la questione dal punto di vista del cristiano, che cosa potremmo dire a giustificazione di un Cristianesimo che non è né autentico né pertinente?” — Union Seminary Quarterly Review, novembre 1953.

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