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  • Si possono evitare i raffreddori invernali?
    Svegliatevi! 1970 | 22 gennaio
    • umide di queste cavità sono fattori importanti nella lotta del corpo contro i microrganismi.

      Benché alcuni siano convinti di poter sopportare parecchi raffreddori ogni inverno, questo può non essere necessario. Facendo ragionevoli sforzi per mantenere il corpo in buona salute, si può conseguire un notevole livello di resistenza contro i raffreddori. Tali persone potranno quindi trovarsi tra quelli che riusciranno a evitare i raffreddori invernali.

  • Il malvagio è un riscatto per il giusto
    Svegliatevi! 1970 | 22 gennaio
    • “La tua parola è verità”

      Il malvagio è un riscatto per il giusto

      NON sarebbe strano che qualche malvagio provvedesse un riscatto per una persona giusta? Di sicuro gli uomini di mente empia ed egoisti considererebbero difficilmente che valga la pena aiutare altri volontariamente senza trarne anche per sé beneficio. È perciò contrario ai loro desideri che si adempiano su di loro le parole di Proverbi 21:18: “Il malvagio è un riscatto per il giusto; e chi si comporta slealmente prende il posto dei retti”. Ma come accade questo?

      Generalmente parlando, quelli che desiderano promuovere i loro interessi egoistici, senza tener conto del danno fatto al loro simile, non si sottometterebbero mai di loro propria iniziativa a una disposizione che significherebbe perdita per sé e guadagno per gli altri. La liberazione può dunque venire per il giusto solo a spese di quelli che direttamente o indirettamente li danneggerebbero o distruggerebbero. Ci dev’essere un capovolgimento della situazione, con la persona giusta che viene preservata a costo della vita del malvagio.

      Parecchi esempi biblici illustrano come questo è avvenuto nel passato. Per esempio, al tempo dell’Impero Medo-Persiano, alti funzionari e satrapi complottarono contro il profeta Daniele per il fatto che aveva un posto molto preminente nel governo. Riuscirono a far firmare al re Dario un interdetto che decretava la morte nella fossa dei leoni per le persone che invocassero qualsiasi dio o uomo, che non fosse il re stesso, per trenta giorni. Ma Daniele continuò ad adorare il suo Dio, Geova, invocandolo tre volte al giorno, com’era stata sua pratica prima che venisse firmata la legge. Benché fosse gettato nella fossa dei leoni per aver trasgredito questo ingiusto decreto, Daniele fu liberato da un angelo dalla morte certa. Quindi venne il capovolgimento. Il re Dario ordinò che i malvagi complottatori stessi fossero gettati nella fossa dei leoni. La loro morte riscattò o liberò Daniele da ogni possibile danno futuro che senza dubbio avrebbero perpetrato contro di lui. — Dan. 6:1-24.

      Similmente, in un più tardo periodo, la vita di tutti i Giudei fu messa in pericolo. Un Agaghita chiamato Aman fu esaltato alla posizione di primo ministro durante il regno del re persiano Assuero (che si considera fosse Serse I). Adirato dal rifiuto del giudeo Mardocheo di inchinarglisi, Aman cercò la morte di Mardocheo e di tutti gli altri Giudei nell’impero. Egli li mal rappresentò ad Assuero come indesiderabili violatori della legge e quindi aggiunse: “Se al re in effetti sembra bene, si scriva che siano distrutti; e io pagherò diecimila talenti d’argento [circa L. 8.826.258.000 in valuta moderna] nelle mani di quelli che fanno il lavoro portandolo nel tesoro del re”. In seguito Assuero diede ad Aman il potere di emanare un decreto per annientare tutti i Giudei, “sia giovane che vecchio, piccoli e donne”. — Est. 3:1-13.

      Ma subito la situazione si capovolse contro il complottatore. La regina Ester, che era anche cugina di Mardocheo, fece appello a suo marito Assuero per la propria vita e per quella del proprio popolo, identificando Aman come l’origine del micidiale complotto contro di loro. Il re infuriato comandò che Aman fosse impiccato sul medesimo palo che questi aveva fatto per appendervi Mardocheo. L’incarico di primo ministro fu quindi dato a Mardocheo, ed egli e Ester ricevettero in seguito l’autorizzazione reale di compilare un controdecreto perché i Giudei si difendessero contro i loro nemici nel tempo in cui la legge del loro sterminio sarebbe entrata in vigore il 13 Adar. Quando arrivò quel giorno i Giudei difesero la propria vita e massacrarono quelli che cercavano il loro danno. — Est. 7:3–9:2.

      Benché Daniele e in seguito Mardocheo e gli altri Giudei avessero un riscatto o liberazione quasi immediata a spese dei loro nemici, questo non sempre ha avuto luogo. Durante i quasi seimila anni di storia umana, uomini malvagi hanno ucciso molte persone giuste. Cristo Gesù persino disse dei suoi seguaci: “Vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”. — Matt. 24:9.

      Ma il fatto che Dio permette che il giusto soffra dà loro diritto di insorgere in rivolta, costringendo i loro oppressori a divenire un riscatto per loro? No. Come nel caso di Daniele e in quello di Mardocheo e dei suoi compagni giudei, la liberazione venne con mezzi legali. Essi non divennero una legge a se stessi.

      In modo simile, i veri cristiani si assoggettano oggi ai governi dominanti su di loro e fanno appello a questi per essere liberati dalle ingiustizie. Poiché tali governi esistono col permesso di Dio, esercitano giustamente l’autorità di punire i violatori della legge e possono punirli, come li punirono Dario e Assuero, liberando quelli che osservavano la legge a spese degli illegali. — Rom. 13:1-4.

      Questo è illustrato dall’esperienza avuta di recente dai testimoni di Geova in una zona del Camerun (Africa). I funzionari locali arrestarono lì undici di loro e cercarono di costringerli a firmare dichiarazioni di rinuncia alla loro religione. Circa quattro settimane dopo un testimone di Geova fu assassinato. Dopo l’investigazione governativa, con grande sorpresa della popolazione, il deputato locale (membro dell’assemblea legislativa) fu arrestato e messo in prigione. Altri importanti funzionari furono pure arrestati. Al processo il deputato confessò l’assassinio e di conseguenza fu condannato a morte. Ma prima della stabilita esecuzione commise suicidio nella cella della sua prigione. Altri implicati nella causa ricevettero condanne a lunghi periodi di prigione. D’altra parte, quei testimoni di Geova che erano stati ingiustamente messi in prigione furono rilasciati e incoraggiati a continuare la loro attività di predicazione.

      Comunque, anche quando l’attività governativa rifiuta di rendere giustizia e perseguita i fedeli servitori di Dio, questo non dà al cristiano nessuna base per farsi giustizia da sé. Un’ottima ragione per questo è il fatto che i cristiani non possono determinare se un qualsiasi oppositore, anche il peggiore persecutore, rimarrà tale. Uno dei più zelanti cristiani del primo secolo, l’apostolo Paolo, disse della sua precedente condotta: ‘Fui bestemmiatore e persecutore e insolente’. (1 Tim. 1:13) E oggi molti ex persecutori servono fedelmente Geova Dio. Perciò, se i cristiani facessero rappresaglia, potrebbero in effetti far danno a persone che altrimenti avrebbero potuto cambiare la loro via e, come Paolo, contribuire grandemente al progresso della vera adorazione.

      Quando sopportano la persecuzione e altri abusi per mano degli uomini, i veri cristiani comprendono dunque che la misericordiosa sopportazione di Dio dà ad altre persone l’opportunità di abbandonare le loro vie malvage. (2 Piet. 3:9) Essi attendono con pazienza che Geova Dio agisca contro i volontari trasgressori delle sue giuste leggi. Così a costo della vita dei malvagi i fedeli servitori di Dio saranno per sempre riscattati o liberati dalla tribolazione per loro mano. — 2 Tess. 1:6-9.

  • Uno sguardo al mondo
    Svegliatevi! 1970 | 22 gennaio
    • Uno sguardo al mondo

      Opinioni sui trapianti

      ◆ Ecco alcune interessanti dichiarazioni di personalità italiane circa i trapianti. Giuseppe Ungaretti: “Non è possibile che un uomo si stacchi dall’idea che il cuore sia il centro degli affetti, quindi la custodia dei segreti e degli slanci della persona umana. Un cuore diverso non porterà nessuno scombussolamento nella persona di cui sostituisce il cuore organico? Forse i segreti dell’individualità sono nella mente, e la persona si distingue sopratutto per le funzioni del proprio cervello. Ma io continuo a credere che cervello e cuore siano funzioni che li rendono l’un l’altro complementari nella vita intellettuale e sentimentale dell’uomo. Non mi pare che un cuore nuovo non possa produrre squilibri di estrema gravità nella vita passionale e mentale che distingue un dato individuo da tutti gli altri”. Alfonso Gatto: “Che il cuore sia o no sede della personalità, e in quale misura poco importa. Fatto sta che al cuore riferiamo tutta la nostra vita interiore. Immaginare che il cuore di un’altra persona, . . . possa trasferirsi impunemente in noi, e sostituire quello che fu il geloso, inalienabile testimone della vita nostra è cosa che sgomenta. . . . Io non credo che in questa nuova esistenza un uomo rimanga se stesso. Ho fatto l’ipotesi di trovarmi un giorno, di fronte a una scelta simile . . . Credo comunque che mi rifiuterei, che avrei troppa paura di far entrare in me un ‘io’ estraneo”.

      Più di un meccanismo

      ◆ Che il proprio cuore sia più di un semplice meccanismo per pompare il sangue è indicato da alcuni risultati di trapianti di cuori umani. Commentando ciò, Star and Herald della città di Panama richiamò l’attenzione sulle osservazioni fatte da un membro dell’équipe che esegue i trapianti di cuore all’Università di Stanford, dicendo: “Uno psichiatra, il dott. Lunde, dice che cinque delle 13 persone che hanno ricevuto trapianti di cuore a Stanford l’anno scorso hanno avuto grave psicosi postoperatoria [profonda disorganizzazione della mente, della personalità o del comportamento]. Ci furono anche effetti meno drammatici, come cambiamento di ciò che pensavano d’essere. Un uomo di 42 anni decise che ne aveva 20, l’età di chi gli aveva donato il cuore”. L’articolo di fondo proseguiva dicendo: “Da che la scienza medica ha cominciato a fiorire il secolo scorso, il genere umano si è convinto sempre più che il corpo umano sia solo un meccanismo. L’idea di introdurre nuove parti di riserva per tenere in funzione il meccanismo è il risultato di questo semplicistico concetto. . . . Se tutti gli uomini capissero quanto è miracoloso il corpo umano che prendono come una cosa dovuta, forse l’uomo avrebbe più rispetto per sé e per gli altri esseri umani”.

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