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Si oppone l’enciclica papale al compromesso?La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
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“ricerche riguardo all’origine del corpo umano come venente da materia preesistente e vivente, poiché la fede cattolica ci obbliga a sostenere che le anime sono immediatamente create da Dio”.
Nella sua enciclica il papa riconobbe “la parola di Dio come è contenuta nella scrittura sacra quale fondamento religioso”; tuttavia questo compromesso con l’evoluzione non può aver fondamento nelle Scritture. Perché no? Perché le anime esistettero molto tempo prima che l’uomo fosse creato. Quando fece animali acquatici Dio disse: “Pullulino le acque con un’abbondanza di anime viventi”. Ancora: “Iddio creò i grandi mostri marini, e ogni anima vivente che si muove”. In quanto agli animali terrestri, “Iddio disse: Produca la terra anime viventi secondo la loro specie, animali domestici e cose striscianti e bestie selvagge”. (Gen. 1:20, 21, 24, Ro) Perciò anime viventi esistevano prima che “Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Gen. 2:7) Numeri 31:28 (RG) mostra che gli animali sono anime. Ecclesiaste 3:18-20 mostra la stretta somiglianza tra uomini e bestie nella morte, ed Ezechiele 18:4 dimostra che le anime umane muoiono. Nessuna scrittura nemmeno accenna che Iddio impiantasse nel corpo umano un’anima immortale.
Se il papa è preoccupato del compromesso che contamina la fede, perché limita la sua preoccupazione alle tendenze moderne? Perché non spazza via dalla Chiesa Cattolica gli insegnamenti pagani che abbracciò al tempo dell’imperatore Costantino, nel quarto secolo? Da quel tempo in poi la Chiesa ha aperto le sue braccia a tali paganismi come la trinità, il purgatorio, il tormento eterno, le preghiere per i morti, l’uso di rosari e immagini, l’adorazione della croce, e molti altri. In difesa dell’adozione di tali paganismi il cardinale Newman disse che la Chiesa “tramutò gli stessi strumenti e ausili dell’adorazione dei demoni a un uso evangelico” e aggiunse che questi “son tutti d’origine pagana, e santificati con la loro adozione nella Chiesa”. (Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana, inglese) Tale ragionamento della gerarchia, comunque, contrasta apertamente con 2 Corinzi 6:14-16: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli?”
In realtà, non è al compromesso che il papa si oppone tanto. La storia della Chiesa Cattolica puzza di molte specie di compromessi. Quelli che il papa teme sono i compromessi di sacerdoti resi indipendenti dalla Chiesa. Egli teme il loro allontanamento dal controllo papale, e questa è la ragione per cui la sua enciclica ripetutamente ribadisce l’asserzione che la Chiesa è “l’autorità nell’insegnamento”. Ma è la Chiesa Cattolica “l’autorità nell’insegnamento”, il “servitore fedele e prudente che il padrone abbia costituito sui domestici per dar loro il vitto a suo tempo”? (Matt. 24:45) Nessuna organizzazione che provvede dottrine pagane come spirituale “vitto a suo tempo” potrebbe esserlo, poiché 1 Corinzi 10:21 dichiara: “Voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni”.
Né si può considerare la Chiesa Cattolica l’autorità insegnante secondo la sua pretesa d’esser edificata su Pietro. Non c’è nessuna prova ch’essa sia edificata su lui. Egli non accettò denaro per favori divini; i sacerdoti lo accettano. (Atti 8:20) Egli non permise a un altro uomo d’inginocchiarsi ai suoi piedi; i papi fanno baciare i loro. (Atti 10:26) Inoltre, la vera chiesa di Cristo non è edificata su Pietro, ma su Cristo. Egli è colui che i Giudei rigettarono come pietra angolare per il tempio spirituale, non Pietro. Egli è colui che Pietro stesso identificò come Principale Pietra Angolare, aggiungendo che altri unti Cristiani sono pietre viventi edificate come un tempio spirituale sopra di Lui. In quanto a Pietro, egli non pretese nessuna infallibilità, fu corretto e ammaestrato da Paolo, e fu menzionato come soltanto una delle dodici apostoliche pietre di fondazione. — Isa. 28:16; 1 Piet. 2:4-8; Gal. 2:11-14; 2 Piet. 3:15, 16; Apoc. 21:14.
Considerando tutti questi contrasti tra la Chiesa Cattolica e la Bibbia, possiamo capire il lamento di questa enciclica papale riguardo a uomini che ora si rivolgono alla Bibbia: “È un fatto deplorevole che non pochi di questi, tanto fermamente accettano la parola di Dio, quanto più diminuiscono il valore della ragione umana, e più esaltano l’autorità di Dio rivelatore, quanto più severamente disprezzano l’ufficio d’insegnante della chiesa”.
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Fraudolenti reliquie religioseLa Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
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Fraudolenti reliquie religiose
COME una persona onesta, retta e sincera voi amate la verità e la giustizia. Amate quelli che dicono la verità, che sono onesti e meritano fiducia. Naturalmente voi odiate tutti i bugiardi, i ladri e gl’impostori. I truffatori d’ogni sorta vi disgustano, specialmente quando scoprite che sono tra i vostri più intimi amici nei quali avete riposto in passato la vostra assoluta fiducia. E se ci sono tali larvate frodi in mezzo al vostro circolo di associati siete contento e felice se i vostri veri amici le segnalano, affinché voi a vostra volta possiate avvertire altre persone oneste come voi. È perciò come veri amici delle persone di cuore onesto che noi richiamiamo l’attenzione sugli sfruttatori di reliquie che operano nel nome della religione, ed hanno per tanti secoli derubato e truffato persone credule con la loro falsa mercanzia. Ecco qui i fatti.
Il culto delle reliquie è d’origine pagana e fu introdotto nella religione cattolica romana molti secoli fa. La Catholic Encyclopedia (vol. 12, pagine 134-738) non solamente ammette questo, ma anche rivela altri sorprendenti fatti sulla provenienza di queste reliquie. L’adorazione delle reliquie fra i cattolici, essa dice, “facilmente si presta a errore, frode e bramosia di guadagno,” e come risultato “molti gravi abusi” furono commessi. Sin dal quarto secolo, ai tempi di Agostino, i monaci cattolici andavano in giro “traendo profitto dalla vendita di false reliquie”.
“Nel Codice Teodosiano,” continua l’Encyclopedia, “la vendita delle reliquie è proibita, ma numerose storie, delle quali sarebbe facile raccoglierne una lunga serie, cominciando con gli scritti di S. Gregorio il Grande e di S. Gregorio di Tours, ci dimostrano che molte persone senza scrupoli trovarono il mezzo d’arricchirsi con una sorta di commercio di questi oggetti di devozione, la maggior parte dei quali senza dubbio eran fraudolenti.
Dai giorni di Carlomagno in poi, quando Chiesa e Stato regnavano sovrani, il traffico d’ossa di “santi” e d’altre cosiddette “sante” antichità divenne così tumultuante che perfino i membri della Gerarchia si lamentarono che gli altari della chiesa eran sovraccaricati da spurie reliquie. C’era un’aspra competizione tra le diverse chiese di sorpassarsi reciprocamente in rare reliquie. La Catholic Encyclopedia dice: “Al principio del secolo nono, come ebbe mostrato M. Jean Guiraud, l’esportazione dei corpi di martiri da Roma aveva assunto le dimensioni d’un regolare commercio, e un certo diacono, Deusdona, acquistò una poco invidiabile notorietà in questi affari. Ciò che forse a lungo andare fu assai meno disastroso della frode o della cupidigia fu l’acuta rivalità tra i centri religiosi, e la credulità alimentata dal desiderio di rendersi noti come i possessori di qualche singolare e stupefacente reliquia”. “A un certo momento la loro mania fu tale che anche Mabillon, il benedettino, giustamente lamenta che gli altari erano carichi di sospette reliquie, essendone offerte numerose false dappertutto alla pietà e alla devozione dei fedeli. Egli aggiunge, anche, che spesso si consacrano delle ossa le quali, ben lontane dall’appartenere a dei santi, probabilmente non appartengono ai Cristiani”. — Cyclopaedia di M’Clintock & Strong, vol. 8, pag. 1928.
DI DOVE VENNERO QUESTE ANTICHITÀ?
Nei tempi successivi l’enorme collezione di copie di reliquie imbarazzò perfino la Gerarchia al punto che dovette dare qualche spiegazione. Per citare, la Catholic Encyclopedia dice: “La pratica già menzionata d’attribuire la stessa santità ad oggetti che avevano toccato il reliquiario di quella attribuita al contenuto del reliquiario stesso, l’usanza di fare i facsimili e le imitazioni, un’usanza che dura fino ai giorni nostri con la riproduzione della statua di S. Pietro del Vaticano ovvero della Grotta di Lourdes, tutti questi sono motivi adeguati per spiegare la moltitudine delle reliquie indubbiamente spurie con le quali i tesori delle grandi chiese medioevali erano riempiti”. Se si considera che i bricconi clericali agivano con illimitata licenza “è facile capire la molteplicità e la stravaganza delle entrate negli inventari di reliquie di Roma e d’altri paesi”, dice questa autorità.
Le chiese italiane presso la loro madre di Roma sono particolarmente piene di false reliquie. “Quanto segue è soltanto un campione di quelli della Chiesa di Santa Croce di Gerusalemme: tre pezzi della vera croce, la dicitura posta sopra la croce; due spine della corona di nostro Signore; la spugna presentata al nostro Signore con aceto e fiele; un pezzo del velo e dei capelli della Vergine; una fiala piena del sangue di Gesù; un po’ della manna raccolta nel deserto, ecc”. (Cyclopaedia di M’Clintock & Strong) Un osservatore ha commentato che “esistono oggi in tutto il Cattolicesimo bastanti pezzi della ‘Vera Croce’ per costruire parecchie case”. E oltre alla fiala del sangue di Gesù qui menzionata ed un’altra a Bruges, Belgio, il giornale cattolico Register di Denver dice che “altre supposte reliquie del Prezioso Sangue sono conservate a Wiirttemberg, Sarzana, Mentone, e Mantova”.
Facendo un’annotazione storica su questo affare della moda di reliquie nel suo tempo, Geoffrey Chaucer nella sua “Prefazione alle fiabe di Canterbury” descrive “Il perdonatore” appena giunto direttamente dal Vaticano con le sue tasche piene di perdoni caldi da Roma. Oltre a questi, nella sua valigia aveva una federa di guanciale la quale egli disse che era il velo di “Nostra Signora”; inoltre un frammento della stessa vela della barca da pesca di San Pietro; nonché un bicchiere pieno d’ossa di porco. Queste ultime “reliquie”, dice Chaucer, egli le vendeva, raccogliendo in un solo giorno il doppio del denaro che guadagnava un operaio. Eppure, per tutto questo, “egli era nella chiesa un nobile ecclesiastico”, affermò Chaucer.
Un esempio più recente di dubbia reliquia dinanzi a cui migliaia d’anime fiduciose s’inchinavano in adorazione fu quello della mano e avambraccio “destro” di San Francesco Saverio. La rivista Life pubblicò una fotografia della reliquia quando fece il giro degli Stati Uniti. Al che la moglie d’un dottore richiamò l’attenzione dell’editore sul fatto che era effettivamente un braccio e una mano sinistra rivoltati. Non può essere, dichiarò Life, perché il braccio sinistro di Saverio si trova ancora unito al corpo in Goa, India, il che prova che la reliquia fatta circolare è costituita dal braccio e la mano sinistra di qualche altro. Veramente un madornale errore di falsificazione!
CHI È RESPONSABILE?
Ammesso da alti dignitari della Gerarchia Cattolica Romana, e da altre persone informate, che la maggior parte delle reliquie della Cristianità sono inganni, perché, dunque, sono adorate in questo illuminato ventesimo secolo? Quali ragioni, scuse o spiegazioni ha il clero per non dire al popolo in generale che la maggioranza delle loro reliquie sono fraudolente imitazioni? Le loro risposte a queste domande, come sono esposte nella Catholic Encyclopedia faranno stupire le persone oneste, che amano la verità.
Anzitutto, per il fatto che il culto delle reliquie risale alla più remota antichità, il clero dice che esso non dovrebbe esser biasimato perché lascia che la pratica continui. Ma è questo cristiano? Non disse Gesù la verità in ogni tempo, anche se essa denunciava e sradicava i falsi insegnamenti e le pratiche demoniche del clero giudeo che erano radicate nella remota antichità? (Matt. 15:19; 23:1-5, 16-28) Il compito di determinare quali reliquie sono autentiche e quali spurie è troppo grande, eccessivi “tempo e costo”, dice il clero, ed inoltre darebbe luogo a uno scandalo e a un turbamento sensazionali fra i contadini. Ebbene, perché non fare piazza pulita di tutto l’inventario delle reliquie? Perché non dire al popolo che l’intera questione del culto delle reliquie è d’origine pagana e diabolica? Perché non dire al popolo la verità? Perché cercar di nascondere i fatti reali sotto un rifugio di menzogne o seppellirli sotto la falsità ecclesiastica? Non sa il clero che presto Geova Dio spazzerà via il loro rifugio di menzogne e di falsità? — Isa. 28:15-17.
“Supponendo ch’esso [il culto delle reliquie] sia effettivamente spurio,” dice la Catholic Encyclopedia, “nessun disonore è recato a Dio dalla continuazione d’un errore tramandato in perfetta buona fede da molti secoli”. Com’è strana e inusitata questa dottrina per tutto ciò che è scritto nella Bibbia! Geova è l’Iddio di verità! (Giov. 3:33; Rom. 3:4; Ebr. 6:18) Tutti gli errori e le menzogne sono del Diavolo e certamente costituiscono un grande vituperio e disonore per Dio. (Giov. 8:44; Rom. 1:25) Di conseguenza, Geova è contro tutte queste pie frodi che nel Suo nome insegnato menzogne ed Egli le spazzerà via ad Harmaghedon.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
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Domande dai lettori
◆ La Torre di Guardia del 15 marzo 1950 parlò del “giorno di Geova” come se fosse futuro, ancora da venire. La Torre di Guardia del 10 settembre 1950 parlò come se noi fossimo nel “giorno di Geova”. Come si possono mettere in armonia queste affermazioni? — J. B., Virginia.
La Torre di Guardia del 15 marzo 1950 parlava del “giorno di Geova” sopra la Babilonia antitipica, che è descritta in Isaia 13. Quel giorno giunse tipicamente allora quando l’antica Babilonia cadde. Esso giunge nel nostro tempo quando la Grande Babilonia, l’organizzazione del Diavolo, cade. Quindi quel “giorno” dell’atto strano di Geova, la sua battaglia d’Harmaghedon, è ancora futuro. Noi preghiamo per esso. Il “giorno di Geova” nel quale noi siamo stati dal 1914 d.C., e al quale giorno La Torre di Guardia del 10 settembre 1950 si riferì, e il suo “giorno” sopra il suo Israele spirituale, contrassegnato dall’assunzione del suo potere e dall’intronizzazione del suo Re, che lo pone in Sion come principale pietra angolare. Questo è il giorno che Geova ha fatto, e noi ci rallegreremo e saremo lieti in esso, felici ch’esso e venuto. (Sal. 118:24) Si devono tener presenti le circostanze inerenti all’espressione “giorno di Geova”, poiché esse possono dargli un duplice significato o applicazione.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
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Domande dai lettori
◆ lo ho sempre pensato che Abrahamo, come anche Isacco e Giacobbe, era un Giudeo. Ma La Torre di Guardia del 11 febbraio 1951, a pagina 37, dice che “Abrahamo non era un Giudeo”. È corretto questo? — O. A., New York.
Abrahamo non poté essere un Giudeo, perché i Giudei erano discendenti del suo pronipote Giuda, che Giacobbe benedisse con la speciale promessa concernente lo scettro e Sciloh, dando la sua benedizione ai suoi dodici figli prima di morire. Quindi il termine Giudeo si trova per la prima volta nella Bibbia ebraica al giorno di Geremia, in Geremia 34:9, e anche in Ester relativamente a Mardocheo il Giudeo, e nella profezia posteriore alla cattività di Zaccaria 8:23. L’espressione “Giudei” ricorre anche in 2 Re 16:6 e 25:25, comprendendosi che Geremia fu il compilatore di 1 e 2 Re. Tutti gli Israeliti che si tennero con la tribù di Giuda a causa della promessa del Regno che vi era connessa furono chiamati Giudei, e il nome è adoperato così nelle Scritture Greche Cristiane.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
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Domande dai lettori
◆ Se Geova è onnipotente e conosce la fine dal principio egli avrebbe dovuto sapere che il cherubino protettore in Eden si sarebbe ribellato e avrebbe condotto alla ribellione Adamo ed Eva, recando così calamità sul genere umano. Sapendo questo in anticipo, perché Dio creò queste creature che avrebbero fallito? — I. C., Pennsylvania.
Atti 15:17, 18 (NM) dice: “Geova, che fa queste cose le quali ha conosciute dall’antichità”. In altre parole, Geova Dio conosce dall’antichità o dal principio le opere che egli avrebbe fatte; e perciò le dichiara per nostra informazione, come fece in Genesi 3:15. Ma egli non si propone sempre di intromettere la sua preconoscenza in ciò che le sue creature farebbero, bensì lascia esercitare loro la loro libera volontà come liberi agenti morali. Questo è ciò che Dio fece nel caso di Adamo ed Eva e del cherubino protettore ch’egli unse perché fosse sopra di loro. Per Dio esercitare la sua preconoscenza relativamente al loro caso sarebbe stato un predestinarli, perché tale preconosciuta condotta avrebbe allora dovuto esser tenuta per rispondere alla preconoscenza di Dio. Nel qual caso Adamo ed Eva e il cherubino protettore non avrebbero avuto nessuna opportunità di agire rettamente. Questo sarebbe stato ingiusto da parte di Dio, metter loro davanti verbalmente un’opportunità di godere
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