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  • I miei dieci anni nelle carceri militari spagnole
    La Torre di Guardia 1985 | 1° dicembre
    • processati e condannati a una pena ancora più dura. A un fratello furono dati complessivamente 26 anni di carcere: tutto per aver rifiutato di fare 18 mesi di servizio militare! Cosa ci sosteneva durante questa lunga prova? La preghiera era uno dei pilastri della nostra integrità.

      Da verso il 1972 correva voce che il governo spagnolo avrebbe potuto concedere l’amnistia agli obiettori di coscienza che erano da tanto tempo in carcere. Alcuni giorni prima che l’amnistia fosse applicata, 70 dei 100 che stavano per essere liberati fecero domanda per iniziare il servizio di pioniere a tempo pieno! Questo dà un’idea dell’alto senso di responsabilità cristiana che avevamo coltivato nel corso degli anni trascorsi in carcere. Per noi la ritrovata libertà non era un pretesto per goderci la vita e riacquistare tutto ciò che in apparenza avevamo perduto. Volevamo invece mostrare la nostra gratitudine a Geova per averci protetto nel corso degli anni. E non fu una reazione passeggera o emotiva: molti di quei fratelli sono ancora pionieri! Più di dieci sono nell’opera di circoscrizione e di distretto, o prestano servizio alla Betel, come faccio io insieme a mia moglie Conchita.

      In carcere ho sprecato forse dieci anni della mia vita? L’integrità non è mai sprecata. Il fatto che nell’insieme centinaia di fratelli spagnoli abbiano mantenuto l’integrità in prigione ha fatto sì che il nome di Geova raggiungesse le più alte sfere del governo, del parlamento e della Chiesa Cattolica. Persino il generale Franco dovette riconoscere questo insolito gruppo di cristiani risoluti. Nel 1970 il suo governo concesse ai testimoni di Geova il riconoscimento legale.

      Nelle carceri spagnole abbiamo superato una lunga prova di pazienza e perseveranza. Ma ci ha dato la straordinaria opportunità di studiare profondamente la Bibbia e di coltivare un’intima relazione con Geova. Non abbiamo sprecato quegli anni preziosi. Per questo tanti di noi sono usciti di prigione spiritualmente più forti di quando vi erano entrati. Certo, per molti anni ‘siamo stati perseguitati, ma non abbandonati; siamo stati abbattuti, ma non distrutti’. — II Corinti 4:9.

  • “Il servizio più nobile”, “la vita più piacevole”
    La Torre di Guardia 1985 | 1° dicembre
    • “Il servizio più nobile”, “la vita più piacevole”

      Dal suo profondo studio delle Scritture Greche Cristiane John Wycliffe, coraggioso traduttore della Bibbia vissuto nel XVI secolo, trasse un’interessante conclusione circa la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’Onnipotente Dio. Secondo il libro The English Bible di H. C. Conant, Wycliffe pensava che “il servizio più nobile che un uomo possa compiere sulla terra è quello di predicare la parola di Dio”. Alcuni secoli più tardi, un altro erudito biblico, Matthew Henry, giunse a una conclusione simile. Nel 1714, in punto di morte fece notare: “Una vita dedicata al servizio di Dio, e in comunione con lui, è la vita più piacevole che si possa avere in questo mondo”.

      Ben più di due milioni e mezzo di attivi testimoni di Geova sono pienamente d’accordo! La loro è “la vita più piacevole” che ci sia. Per quale motivo? Perché predicano in tutto il mondo la buona notizia del Regno, ubbidendo all’esortazione: “Lodate Iah, . . . poiché è piacevole”. — Salmo 147:1.

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