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La migliore educazioneLa Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
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adorare e per servire. In questo luogo fra tutti si dovrebbe mettere in pratica la migliore educazione.
In questo mondo affamato di affabilità, di cortesia e di gentilezza, i cristiani dovrebbero impegnarsi nel gettare generosamente le loro azioni di ospitalità e di buona educazione sulle acque, perché molte ne ritornano. E l’atto di gettare in se stesso è così piacevole, facile ed economico. È così facile sorridere ed essere affabile, e anche fare certe piccole cortesie, che non c’è scusa per non farle. Inoltre, sono queste piccole azioni che facciamo ogni giorno l’uno per l’altro che promuovono la bellezza della vita per ognuno.
Si deve tener presente che in varie nazioni vi sono usanze diverse per il popolo e qualsiasi condotta cortese e garbata è sempre accettevole. Non vogliamo usare una mente ristretta nelle nostre osservazioni né dire che il modo di vivere in una nazione dev’essere seguito da tutti i cristiani in altre nazioni. Se tutti usano lo spirito di una mente sana saranno gentili verso tutte le persone in ogni loro azione.
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La mentalità dell’africanoLa Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
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La mentalità dell’africano
Da un missionario della Società Torre di Guardia nell’Unione Sud-Africana.
FINO a un certo punto è vero che un europeo sia incapace di penetrare o comprendere la mentalità dell’africano. Nella Unione questo soggetto si complica ulteriormente per il fatto che i nativi si differenziano moltissimo per ambiente e grado di educazione civile. Le tre divisioni maggiori, ad eccezione delle tribù, si concentrano intorno al proprio ambiente, in primo luogo nelle città e nei paesi, poi nei poderi degli europei, e in terzo luogo nelle riserve dei nativi.
Malgrado la colonizzazione europea dell’Unione Sud-Africana, iniziatasi nel 1652, è notevole come la mentalità e la cultura africana, anche negli “africani dei paesi”, abbiano resistito alla trasformazione ed all’accettazione della mentalità dell’uomo bianco. Alcuni fattori hanno impedito effettivi mutamenti: la politica di “segregazione” degli europei che ha isolato l’africano dai contatti sociali; superstizioni e costumi pagani profondamente radicati; lealtà alla loro società patriarcale; antipatia e sospetto verso i padroni bianchi quali conquistatori e sfruttatori; sviluppo del nazionalismo africano.
Tutte le vie di Geova sono amore. L’amore nella sua interezza ha contrassegnato tutte le relazioni di Dio con le sue creature. L’amore fra i membri della società del Nuovo Mondo è quello che li unirà a Geova il Teocrata ed a tutti i loro simili che ottengono vita eterna. Veramente, allora, la visione mentale o “mente di Cristo” deve essere cercata e adottata. Questo richiede che tutti i condannati ed egoistici figli di Adamo ‘trasformino la loro mente’. Come gli Israeliti del tempo di Gesù avevano certi vantaggi sugli uomini delle altre nazioni, così pure oggi la cristianità ha avuto alcuni vantaggi sul paganesimo, in quanto essa ha avuto maggior accesso alla Parola scritta di Geova e di tempo in tempo è stata testimone di atti di fede e d’amore compiuti da uomini sinceramente timorati di Dio. Mentre l’africano può aver cominciato con svantaggi di questo genere, nella sua ingenua umiltà ora progredisce rapidamente nell’immeritata benignità e misericordia di Geova.
Il grande svantaggio dell’africano è che l’amore gli è stato del tutto sconosciuto. Un’accurata conoscenza dell’esistenza di Dio, e di come egli ‘diviene il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano’, gli è mancata. Gli africani sono stati vittime del demonismo, e il lato religioso della loro mente considerava le cose soprannaturali e le cose spirituali in modo che non inculcava mai l’amore. La menzogna di Satana dell’immortalità costituisce la base profonda e assolutamente ingannatrice della loro credenza che gli “spiriti dei loro antenati” estinti possano aiutarli o punirli, secondo i suffragi dei viventi. Per di più, c’è stata una tendenza a “commerciare” con tali “spiriti”, non su una base di amore per loro, ma in base alla paura e per l’acquisto di un vantaggio materiale in cambio dei prescritti olocausti animali. Crudeli stregoni sono stati gli intermediari privi di amore.
La predicazione della verità biblica, così come pone l’africano in grado di ‘rinnovare la sua mente’ riguardo al vero e vivente Iddio, lo porta anche a considerare sotto una luce cristiana i suoi obblighi morali verso i propri simili. La relazione familiare istituita da Geova, che suo Figlio spiegò e i discepoli di Gesù misero in pratica fra i primi cristiani, per la mente africana è difficile a concepirsi, perché è basata sul giusto amore. Invece di amore e tenerezza reciproca, il vincolo che li unisce è principalmente un legame materiale. L’uomo, o piuttosto il “villaggio” dell’uomo, gli compra la moglie o le mogli. La dote o il prezzo della sposa fra i Zulù è lobola. Gli africani istruiti tentano di scusare questa base del matrimonio e della relazione familiare, ma sta di fatto che tale lobola intorpidisce effettivamente l’espressione e la coltivazione del vero amore. Il motivo per avere ed allevare figli è principalmente materialistico. Le figlie saranno “vendute” per lobola, e i figli, con l’acquisto di mogli e l’allevamento di figliuoli, “edificheranno il villaggio” numericamente.
Con la rottura della restrizione imposta dalla dura rappresaglia sotto il sistema sociale patriarcale, l’africano è stato lanciato nel ventesimo secolo senza nessuna parte della “completa armatura di Dio”. Il collasso morale dell’africano va rapidamente verso il completo caos. Le zone municipali degli africani sono per la maggior parte sovrappopolate, malsane, miseramente illuminate e piene di immoralità, vizi, malattie, ladrocinio, risse, ubriachezza, tumulti e agitazioni politiche. È politica dell’attuale governo ricorrere ai metodi violenti della crudeltà, con maggior numero di poliziotti e sentenze più severe.
L’organizzazione del Nuovo Mondo, grazie a Geova, è provvista delle “armi della luce” ed ha l’unico programma capace di rinnovare la mente e fornire ai suoi sudditi una nuova personalità conformata a Cristo Gesù, il Capo. L’educazione secolare, lo si ammette, non ha inculcato l’amore. La falsa religione, parimenti, non ha insegnato né osservato i veri princìpi cristiani, e l’africano non ha avuto una buona impressione di ciò che è spesso ipocrita e parziale. La vera religione, che non fa distinzioni ma opera in base all’amore e abbonda nel “frutto dello spirito”, guadagna la sua approvazione, rispetto, simpatia e cooperazione. La mentalità dell’africano ha una ovvia caratteristica: è ingenua ed imitativa. Le visite dei servitori di circoscrizione africani stanno facendo molto per stabilire un buon esempio. Potrebbe essere di grande aiuto ai fratelli africani unirsi socialmente con i fratelli europei. Questo è vietato dai regolamenti di rigorosa segregazione dell’Unione Sud-Africana.
Tutti gli schiavi di Geova nell’Unione Sud-Africana si rallegrano facendo ciò che egli comanda per assistere gli uomini di buona volontà del luogo ad uscire dalle tenebre per entrare nella sua meravigliosa luce.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1955 | 1° aprile
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Domande dai lettori
◆ Potreste darmi informazioni riguardo alla traduzione di “giovane donna” in Isaia 7:14 traduzione (Leeser)? Mi potreste dire se nella traduzione antica ciò significa “vergine”? — A. G., Stati Uniti.
Non solo Isacco Leeser usa il termine “giovane donna” in Isaia 7:14, ma anche la Versione Standard Riveduta pubblicata nel 1952. La parola ebraica ivi tradotta “giovane donna” è, come già saprete, almàh, e nelle sacre Scritture Ebraiche questa parola è usata soltanto sette volte, e cioè in Genesi 24:43, Esodo 2:8, Proverbi 30:19, Salmo 68:25, Cantico dei Cantici 1:3 e 6:8, e Isaia 7:14 ora in esame. Se volete esaminare personalmente questi testi scritturali vedrete che almeno in un certo numero di casi la parola almàh è applicata alle vergini, ed è possibile che in tutti e sette i versetti scritturali si applichi alle vergini, ma non vogliamo essere dogmatici. La più antica traduzione delle Scritture Ebraiche è quella greca dei Settanta (LXX), che fu iniziata nel terzo secolo a.C. da Giudei di lingua greca. Essi ammisero che almàh poteva significare una vergine traducendo questa parola ebraica come “vergine” in Genesi 24:43 e in Isaia 7:14, usando il termine greco parthènos, che significa “vergine”. Quindi i Giudei stessi diedero il significato di “vergine” alla parola ebraica almàh in Isaia 7:14.
È vero che almàh non significa per forza “vergine” come la parola ebraica bethulàh, ma essa può essere correttamente applicata alle vergini, come viene fatto, ed in altri casi è sinonimo di vergine. Il Compendious Hebrew-English Dictionary, pubblicato a Tel Aviv, Israele, definisce almàh come “ragazza, giovane donna”. Il Dizionario Ebraico-Aramaico (tedesco) di Wilhelm Gesenius dice che almàh significa “una ragazza da marito, una vergine matura; la parola indica semplicemente che la ragazza può sposarsi, non che sia vergine, né maritata o non maritata; secondo Soncino, era la donna (moglie) finché non avesse un bambino”. Il recente Lexicon di L. Koehler e W. Baumgartner è d’accordo con questo, dicendo che la parola ebraica significa “ragazza da marito, giovane donna (fino alla nascita del suo primo bambino)”. Il Lessico Ebraico e Inglese di Brown, Driver e Briggs, definisce almàh come “giovane donna (sessualmente matura; ragazza o sposa novella)”. Ed anche il Lessico Spagnuolo-Ebraico cattolico romano, di Segundo M. Rodriguez, definisce la parola come “vergine; donna adulta; da marito”. Alcuni ritengono che la parola derivi dal verbo ebraico che vuol dire “nascondere”, e quindi significhi ‘donna nascosta’, vale a dire, donna che non s’è ancora scoperta e offerta a un marito per l’atto sessuale.
Il divino Autore delle Scritture Ebraiche ebbe senza dubbio uno scopo nell’usare la parola ebraica almàh in Isaia 7:14 invece di bethulàh (vergine). Suo figlio doveva essere chiamato Emmanuele, che significa “Dio è con noi”. Per esempio, la nostra rivista, La Torre di Guardia, nella sua edizione inglese del 15 ottobre 1946, pagine 312, 313, trattò questa profezia ed il suo adempimento, e poi a pagina 315, paragrafo 38, disse: “Essi saranno così come Isaia e i suoi figli, Shearjashub e Maher-shalal-hash-baz, e probabilmente un terzo figlio chiamato ‘Emmanuele’”. In altri termini, la profezia di Isaia 7:14 può aver avuto un primo adempimento nel caso del profeta Isaia stesso, quando ebbe un bambino da una giovane donna o ragazza. La nascita di questo bambino chiamato Emmanuele non poteva essere, naturalmente, una nascita vergine. La ragionevolezza di questo è evidente allorché notiamo che la profezia di Isaia 7:14 concernente la nascita di Emmanuele da una ragazza doveva costituire un segno per il re Achaz al quale il profeta Isaia stava allora parlando. La vergine nascita di un bambino settecento anni dopo non poteva essere un segno per l’empio re Achaz durante la sua vita. Perciò, nel caso di Isaia, la madre del figlio Emmanuele doveva essere un’almàh o giovane donna sessualmente
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