La Bibbia: possiamo crederci oggi?
“PARLO da uomo di mondo a uomini di mondo, e vi dico: Esaminate le Scritture! La Bibbia è il libro dei libri, da leggersi a qualsiasi età”. Queste parole del presidente americano John Quincy Adams mostrano con quale profondo rispetto un tempo la gente considerava la Bibbia.
Ma i tempi sono cambiati. Anche se la Bibbia è ancora il libro più diffuso, molti dubitano della sua veracità. Un’indagine ha rivelato che in Canada la maggioranza delle persone non legge la Bibbia perché ritiene che il suo contenuto sia “irrilevante, incomprensibile e privo di interesse”. Quelli che criticano la Bibbia sostengono che si contraddice, che è antiscientifica e piena di miti. A questi attacchi partecipano anche ecclesiastici. Un rapporto ufficiale di un gruppo protestante olandese dichiara che “gli scrittori biblici fecero errori, e che non tutti i comandi biblici dovevano avere validità permanente”.
Molti pensano senz’altro che le leggi morali della Bibbia ‘non dovevano avere validità permanente’. Fornicazione, adulterio, omosessualità — tutte cose proibite dalla Bibbia — sono estesamente praticate e vengono pubblicamente sostenute da alcuni ecclesiastici. Un ecclesiastico australiano ha difeso le prostitute della sua zona, dicendo: “Soddisfano un bisogno della società”.
Non sorprende quindi che la gente comune si chieda se si può ancora credere alla Bibbia. Una donna di casa ha confessato: “Si dice che bisogna credere alla Bibbia, ma in realtà nessuno sa se è vera. Per di più si contraddice”. Cosa mostrano i fatti? La Bibbia è incoerente? Si contraddice? È piena di miti? Queste domande meritano una risposta. Nel corso dei secoli milioni di persone hanno creduto nella Bibbia e hanno cercato di vivere secondo le sue norme. È stato tutto inutile? Oppure la Bibbia è un libro che ha davvero qualcosa da dire in questo ventesimo secolo?
Consideriamo alcune obiezioni mosse da quelli che non credono alla Bibbia e vediamo se hanno un fondamento.