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  • g84 22/7 pp. 21-23
  • Cosa posso fare perché i compagni smettano di punzecchiarmi?

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  • Cosa posso fare perché i compagni smettano di punzecchiarmi?
  • Svegliatevi! 1984
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  • Vedi anche
  • Perché lo fanno
  • Come far cessare le molestie
  • Come sopportare il “parlar contrario”
  • Perché i compagni non mi lasciano in pace?
    I giovani chiedono . . . Risposte pratiche alle loro domande
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Perché i compagni non mi lasciano in pace?
    Svegliatevi! 1984
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    Svegliatevi! 2001
Altro
Svegliatevi! 1984
g84 22/7 pp. 21-23

I giovani chiedono...

Cosa posso fare perché i compagni smettano di punzecchiarmi?

Il modo in cui il ragazzo cammina lo tradisce. Teso, insicuro, si sente ovviamente confuso nel nuovo ambiente. Gli studenti più grandi capiscono subito che è nuovo della scuola. Immediatamente un gruppo di ragazze lo circonda per compiere i loro “riti di iniziazione”, coprendolo di parole oscene! Rosso fino alla punta dei capelli, corre nel rifugio più vicino, il gabinetto. Attraverso i muri echeggiano le risa.

LA SCENA descritta sopra è comune in molte scuole. Molestie, prese in giro e insulti sono il crudele passatempo di molti giovani. Uno ha detto: “Appena ti vedono, i ragazzi si mettono a ridere e io vorrei spararmi”.

Una volta Salomone disse: “C’è chi parla spensieratamente come coi colpi di una spada”. (Proverbi 12:18) Le ingiurie pronunciate dai propri compagni possono avere sulla fiducia in sé l’effetto di una spada affilata. E le conseguenze possono essere durature. Un uomo rammenta: ‘Quando andavo a scuola, molti ridevano di me perché non riuscivo a parlare in maniera scorrevole. Divenni impacciato e avevo paura di parlare davanti alla gente’. Quell’uomo soffre ancor oggi delle conseguenze di quegli scherni.

‘Cosa posso fare perché mi lascino in pace?’ potrebbe quindi chiedere un giovane. Forse la prima cosa da considerare è perché i compagni punzecchiano.

Perché lo fanno

“Perfino nel riso il cuore può essere in pena”, dice la Bibbia in Proverbi 14:13. Quando un gruppo di giovani molesta qualcuno subito si mettono a ridere. Essi però non ‘gridano di gioia a causa della buona condizione del cuore’. (Isaia 65:14) Spesso ridono semplicemente per nascondere l’agitazione interna. Con la loro spacconeria forse in realtà dicono: ‘Non ci piacciamo, ma se denigriamo qualcun altro ci sentiamo meglio’.

Un insegnante, Edward C. Martin, rammenta un caso nel quale “per due settimane un gruppo di ragazze ne molestò un’altra in aula e fuori”. La vittima “era letteralmente terrorizzata”. Secondo Martin, “questa aggressività univa e rendeva solidali le antagoniste. Si crogiolavano negli scontri e nei sottili punzecchiamenti. Le ragazze erano fiere ed erano elogiate dal gruppo quando escogitavano metodi più eccitanti per canzonare l’avversaria”. Shelley, una ragazza che aveva fatto parte di quel gruppo, ha concluso: “Pensavamo che fosse ‘in’ farlo . . . Ti dava la sensazione di essere fra amici intimi, ti faceva sentire parte del gruppo”.

Anche la gelosia spinge ad aggredire altri verbalmente. La Bibbia narra di un adolescente di nome Giuseppe del quale i fratelli sparlavano semplicemente perché era il preferito del padre. La grande gelosia li indusse non solo a parlar male di lui ma addirittura a pensare di ucciderlo! (Genesi 37:4, 11, 20) Anche oggi lo studente eccezionalmente brillante o benvoluto dagli insegnanti può suscitare la gelosia dei compagni. Gli insulti vengono lanciati per ‘ridimensionarlo’.

Incertezza, gelosia e scarso amor proprio sono spesso alcune delle ragioni per cui alcuni scherniscono altri. Perché, allora, perdere il tuo amor proprio per il fatto che qualche giovane insicuro ha perso il suo?

Come far cessare le molestie

“Felice è l’uomo che . . . non si è seduto sul posto degli schernitori”, dice il salmista. (Salmo 1:1) Se si partecipa agli scherni per distogliere l’attenzione da sé non si fa altro che peggiorare la situazione.

Salomone, però, dà alcuni utili suggerimenti. “Non t’affrettare nel tuo spirito a offenderti, poiché l’offendersi è ciò che riposa nel seno degli stupidi”. — Ecclesiaste 7:9.

Perché prendere così sul serio i punzecchiamenti? Dopo tutto, spesso non c’è vera malizia. Quindi se qualcuno ti punzecchia innocentemente — o forse anche non tanto innocentemente — e ti tocca in qualche lato debole, perché demoralizzarti? Se quanto ti dicono non è osceno, cerca di vederne il lato umoristico. C’è “un tempo per ridere”, e offendersi per una bonaria presa in giro può essere una reazione eccessiva. — Ecclesiaste 3:4.

Ma che dire se non si tratta di una bonaria presa in giro? Forse durante la lezione di ginnastica o negli spogliatoi qualcuno fa dei commenti sarcastici sul tuo corpo. O forse sei un ragazza che ha il problema dell’acne e qualcuno si diverte a prenderti in giro per questo. Forse è più facile dire che bisogna avere il senso dell’umorismo che non dimostrarlo, poiché davanti alle critiche la reazione naturale è quella di mettersi sulla difensiva. Il dott. Manuel J. Smith dice infatti: “Insegno a non ribattere ogni critica (cioè a non contraccambiare con la stessa moneta), a non mettersi sulla difensiva e a non contrattaccare”. Sì, lo schernitore vuole divertirsi nel modo in cui tu reagisci, gioire della tua infelicità. Rendendo pan per focaccia, mettendoti sulla difensiva o scoppiando a piangere probabilmente incoraggerai lo schernitore o la schernitrice a continuare.

La scrittrice Kathleen McCoy cita il caso di un’adolescente di nome Carol che era continuamente stuzzicata perché era alta e grassa. La madre di Carol chiese: “Dato che non puoi indurre gli altri a cambiare il loro comportamento, non potresti pensare cosa fare per impedire loro di infastidirti?” La ragazza rispose: “Non dare loro la soddisfazione di vedermi turbata?” Altri giovani si sono similmente difesi dagli insulti ignorandoli con indifferenza.

Il re Salomone dice: “Inoltre, non porre il tuo cuore a tutte le parole che il popolo può pronunciare [“Non dar peso a tutte le chiacchiere che si fanno”, Garofalo], affinché tu non oda il tuo servitore invocare su di te il male. Poiché il tuo proprio cuore conosce bene pure molte volte che tu, pure tu, hai invocato il male su altri”. (Ecclesiaste 7:21, 22) “Porre il tuo cuore” alle osservazioni mordaci degli schernitori vorrebbe dire preoccuparti eccessivamente di come ti giudicano. Il loro giudizio è valido? L’apostolo Paolo fu ingiustamente criticato da persone gelose, ma egli rispose: “Ora a me importa pochissimo d’essere esaminato da voi o da un tribunale umano . . . chi mi esamina è Geova”. (I Corinti 4:3, 4) Paolo aveva una relazione così stretta con Dio che aveva la sicurezza e la stima di sé necessarie per resistere alle critiche ingiuste.

Come sopportare il “parlar contrario”

A volte qualcuno ti deriderà per il tuo comportamento cristiano. Anche Gesù Cristo dovette sopportare tale “parlar contrario”. (Ebrei 12:3) Ma anche se questo includeva insulti crudeli e umilianti, Gesù non contraccambiò mai gli insulti con gli insulti. (I Pietro 2:22, 23) Egli mise in pratica il consiglio che aveva dato nel Sermone del Monte, cioè di ‘porgere l’altra guancia’. — Matteo 5:38-42.

Forse anche tu dovrai sopportare e ignorare gli scherni. Ma non andare in cerca di ostilità criticando continuamente gli altri o dando loro l’impressione che ti senti superiore. Se si presenta l’occasione di parlare della tua fede, parlane, ma “con mitezza e profondo rispetto”. (I Pietro 3:15) La tua eccellente reputazione può dimostrarsi la tua massima protezione a scuola. Anche se gli altri possono non gradirla, la tua coraggiosa presa di posizione li indurrà spesso a rispettarti, sia pure a malincuore.

Una ragazza cristiana di nome Vanessa era molestata da un gruppo di ragazze che la picchiavano, le davano spinte, le facevano cadere i libri di mano, tutto nel tentativo di indurla a reagire. Le rovesciarono persino sulla testa e sul candido abito bianco un frappé al cioccolato. Ma lei non rispose mai alle provocazioni. Mesi dopo, tuttavia, Vanessa incontrò la più accanita del gruppo a un congresso di testimoni di Geova! “Mi eri sinceramente antipatica”, disse l’ex attaccabrighe. “Volevo vederti perdere il tuo sangue freddo almeno una volta”. Tuttavia, curiosa di sapere come Vanessa riuscisse a mantenere la padronanza di sé, accettò di studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. “Mi innamorai delle cose che imparavo”, continuò, “e domani mi battezzerò”.

Non permettere dunque che il “parlar contrario” ti demoralizzi. Quando è il caso dà prova d’avere il senso dell’umorismo. Contraccambia il male con la benignità. Rifiutati di alimentare le fiamme della contesa, e col tempo i tuoi molestatori non si divertiranno più a prenderti di mira. Infatti, “dove non c’è legna il fuoco si smorza”. — Proverbi 26:20.

[Immagine a pagina 22]

Lo schernitore vuole gioire della tua infelicità. Rendendo pan per focaccia o scoppiando a piangere si possono anche incoraggiare ulteriori molestie

[Immagine a pagina 23]

In molti casi il modo migliore per difendersi dagli insulti è quello di ignorarli

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