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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1953 | 1° settembre
    • Domande dai lettori

      ◆ Isaia 7:14 predice che il Messia doveva esser chiamato “Emmanuele”, eppure Gesù non fu chiamato così. Perché? — J. W., California.

      Che questa profezia fosse dovutamente adempiuta da Cristo Gesù è reso chiaro nel Vangelo di Matteo. Se non avesse avuto il suo giusto adempimento Matteo non avrebbe avuto ragione di richiamare speciale attenzione ad essa, com’egli fece nel primo capitolo, versetti 22, 23 di Matteo 1 (NW) “Tutto ciò avvenne effettivamente perché fosse adempiuto quello che fu detto da Geova mediante il suo profeta, dicendo: ‘Ecco! la vergine diventerà incinta e partorirà un figlio, e lo chiameranno col nome di “Emmanuele”,’ che significa, quando è tradotto, ‘Con noi è Dio’. L’importante è che questo nome aveva un significato, e Gesù realizzò quel significato. Egli fu il Rappresentante di Geova, l’Unto di Geova, il Cristo o il Messia. Inviando il Messia ai Giudei Iddio mostrò ch’era con loro, non contro di loro. Egli continuò col fedele rimanente Giudeo che accettò Gesù il Messia, ed egli è con quelli che accettano Cristo l’intronizzato Re in questo tempo.

      Altri nomi furono predetti per il Messia. Ad esempio Isaia 9:5 dichiara a suo riguardo: “Sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. Eppure tutti questi nomi non erano impiegati nei riguardi di Gesù quali nomi personali con cui chiamarlo. Egli visse in modo degno del significato di questi nomi, ed è questo il senso per cui furono profeticamente dati, per indicare le sue qualità e i buoni uffici ch’egli avrebbe compiuto per gli ubbidienti. Così col nome Emmanuele. Egli era degno del suo significato e adempì la profezia che l’attribuiva al Messia, sebbene come nome personale fosse impiegato Gesù e non Emmanuele, il che era pure assai significativo. — Matt. 1:21.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1953 | 1° settembre
    • Domande dai lettori

      ◆ È giusto che gli uomini si levino il cappello davanti alle donne? — G. S., Missouri.

      Alcuni dicono che il saluto col cappello cominciò all’epoca dei cavalieri armati. In un libro sui costumi si legge: “Alla presenza del proprio ufficiale superiore il soldato semplice doveva mostrare la propria inferiorità togliendosi l’elmo protettivo. Fino al giorno in cui quell’armatura fu deposta per sempre nessuno osava presentarsi davanti al suo re con l’elmo sul capo. Di nuovo l’uso divenne costume e quando dei pari s’incontravano ciascun cavaliere toglieva il proprio casco di metallo in segno di rispetto verso l’altro”. Un altro libro sul soggetto indica ch’esso cominciò anche prima di quel tempo: “Certe fonti autorevoli suppongono che questo costume risalga all’epoca dei cavalieri durante il Medio Evo, ma c’è evidenza ch’era comune anche fra i Greci, i Romani e alcuni altri popoli antichi. In ogni caso, si crede che più tardi divenne usanza il rimuovere il copricapo per mostrare deferenza verso un superiore o come segno di rispetto verso una persona distinta. Fu solo un ulteriore passo quello di levare il copricapo in segno di cortesia e galanteria verso le signore. Dopo l’introduzione dei cappelli maschili alcuni secoli fa, il sollevare il cappello o il levarlo completamente divenne consuetudine generale nel salutare le donne. La pratica conserva qualcosa del suo primitivo significato e molte persone si tolgono ancora il cappello per salutare le persone distinte d’ambo i sessi. Il rispetto per la bandiera nazionale viene mostrato nella stessa maniera”.

      A proposito, non soltanto è dato significato patriottico a questo gesto come vien mostrato dal fatto che è compiuto verso la bandiera, ma ha anche un significato religioso in quanto gli uomini cattolici si tolgono il cappello quando passano davanti alla chiesa cattolica. Fanno ciò come atto di adorazione verso il pane e il vino che è dentro la chiesa e che secondo la loro credenza diventa vera carne e vero sangue di Cristo. Essi credono, così facendo, di rendere omaggio a Gesù Cristo, che essi pensano si trovi in chiesa nell’ostia consacrata.

      L’uomo e la donna non furono creati eguali in potenza e gloria; l’uomo venne prima e gli furono concesse prerogative speciali. Come Geova è il capo sopra la sua organizzazione, e come Cristo è il capo sopra la sua chiesa o sposa, così l’uomo è il capo sopra la donna. È alla donna che viene comandato di mostrare rispetto e riconoscimento verso la posizione di capo dell’uomo, e le donne che si ribellano a ciò non si ribellano tanto contro gli uomini

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