Significato delle notizie
“Prima del big bang”?
● La rivista “Time” ha recentemente trattato il soggetto “Nel principio: Dio e scienza”. L’articolo fa notare che “l’ostile distinzione fra religione e scienza si è attenuata nell’ultimo terzo del XX secolo” a motivo di “ciò che sembra essere un punto d’accordo fra religione e scienza su certi fatti che riguardano la creazione dell’universo”. “Time” fa rilevare che le crescenti prove a sostegno di un inizio improvviso dell’universo con un cosiddetto “big bang [grande scoppio]” “assomigliano molto alla storia che il Vecchio Testamento ci racconta da sempre”.
L’articolo continua dicendo che alcuni scienziati contestano queste conclusioni, e un astronomo afferma: “Se alcune cose concordano nei dettagli è soltanto un caso”. Tuttavia il direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA ammette che questa conclusione “turba la scienza perché contrasta con la religione scientifica, la religione di causa ed effetto, la credenza che ogni effetto è dovuto a una causa. Qui scopriamo che il più grande effetto di tutti, la nascita dell’universo, viola quest’articolo di fede. . . . la domanda più interessante è che cosa c’era prima del big bang”.
“Una generazione terremotata”
● Il quotidiano triestino “Il Piccolo”, commentando i recenti terremoti, ha detto: “La nostra generazione vive in un periodo di elevata pericolosità sismica, come dimostrano le statistiche. Infatti, in un periodo di 1.059 anni (dall’856 al 1914) fonti attendibili elencano solo 24 grandi terremoti, con 1 milione 973.000 morti. Ma confrontando queste cifre con un’altra lista parziale, troviamo che 1 milione 600.000 persone morirono in soli 63 anni, in 43 terremoti, verificatisi dal 1915 al ’78”. — 8 ottobre 1978.
Questo incremento dell’attività sismica non sorprende certo quelli che conoscono la profezia biblica. Gesù Cristo predisse che “terremoti in un luogo dopo l’altro” sarebbero stati fra gli avvenimenti caratteristici della “generazione” che contrassegna il “termine del sistema di cose” sulla terra. — Matt. 24:3, 7, 32-35.
Quanto possono vivere le cellule?
● Molti scienziati credono che le cellule del corpo umano abbiano un cosiddetto “orologio genetico” che ne determini la durata di vita, per cui si dividono solo un limitato numero di volte prima che questo processo abbia termine ed esse muoiano. Tuttavia il prof. Eugene Bell e i suoi colleghi del Massachusetts Institute of Technology non sono d’accordo. “I nostri esperimenti indicano che non c’è nessun intrinseco programma genetico per l’invecchiamento delle cellule”, scrive il professore. “Penso che gli organismi invecchino a causa delle interazioni con l’ambiente”. Infatti come afferma il resoconto sul “Medical Tribune”, “se esistessero le condizioni adatte ritiene [il prof. Bell], le cellule normali potrebbero vivere indefinitamente fuori del corpo”.
La Bibbia rivela che tali “condizioni adatte” esisteranno nella “nuova terra”, cioè in una nuova società umana sulla terra. Allora l’ambiente delle cellule del corpo sarà tale che “la morte non sarà più”. — Riv. 21:1-5.
“Buon senso” in Argentina
● Quando di recente la Corte Suprema argentina ha deciso che due scolari espulsi dalla scuola per non aver salutato la bandiera dovevano essere riammessi, il “Buenos Aires Herald” ha commentato: “Il ragionamento dei giudici della Corte Suprema non rivela altro che buon senso; . . . È sorprendente che nonostante la preoccupazione ufficiale per il prestigio dell’Argentina all’estero, uno dei maggiori gruppi religiosi del mondo, che in tutti i paesi davvero civili gode della libertà di culto, venga così maltrattato. Una delle ragioni è forse quella di non aver capito che i testimoni di Geova sono cittadini esemplari anche se le loro convinzioni religiose li hanno messi in conflitto con le autorità. La maggioranza dei paesi fa in modo da evitare qualsiasi contrasto con i testimoni di Geova. . . . Sia la Gran Bretagna che gli Stati Uniti, insieme con le altre democrazie pluraliste, non misurano il patriottismo di una persona sulla base del rispetto per le formalità. Se si vuole che il vero patriottismo si diffonda, il rispetto del cittadino per il suo paese deve avere come controparte il rispetto dello Stato per i diritti dell’individuo. Il nazionalismo forzato è tutt’altra cosa”. — 18 marzo 1979.