-
Schierata dalla parte di Geova nella grande contesaLa Torre di Guardia 1964 | 15 gennaio
-
-
in futuro, Alfred, abbiamo trascorso piacevoli, intensi anni di servizio insieme, non è vero, caro?” Con profonda gratitudine ricordo questo ultimo, quieto momento di riflessione, poiché la notte successiva si ammalò e morì dopo poche ore di attacco cardiaco, logorato nel fedele servizio. Stordita per la sorpresa e il dolore, caddi in ginocchio di fianco al letto ed espressi la mia profonda convinzione: “Mio caro, so che avrai la prima risurrezione!” Mia madre morì alcuni mesi dopo. Provai che grande nemica è la morte.
Nelle settimane e nei mesi che seguirono, occupata nei miei numerosi doveri, lavorai come un automa, stranamente distaccata e lontana, rivolgendomi a Geova come mia fonte di forza. Vissi in mezzo a questa amata famiglia e ne ricevetti la benevolenza e la considerazione. Servire gli altri è il più grande rimedio. Gradualmente guarii e mi adattai. Il vuoto rimane, ma sto imparando ad accettarlo. ‘Dare in canti di giubilo e salmeggiare’ a Geova è la nostra grande protezione quando il dolore minaccia di sopraffarci in momenti come questo.
ANCORA DALLA PARTE DI GEOVA
Ora sono nonna e i miei capelli stanno diventando bianchi. Quando vedo mio nipote, com’è confortante udirlo dire: “Nonna, vieni a raccontarmi una storia della Bibbia!”
Molti sono venuti e molti se ne sono andati nei trent’anni in cui sono stata membro di questa casa Betel, e li ho amati tutti. In questo centro di attivi lavoratori, dove la vita è regolata dal suono di un campanello si impara a rispettare le caratteristiche di ciascuno, ad essere amici di tutti ma a non diventare troppo intimi con nessuno, ad essere imparziali e adattabili e a rispettare la poca intimità che ad ognuno piace avere. Sì, la vita della Betel è una vita piacevole, una vita ricca.
Mentre stavo per concludere la mia storia ho ricevuto una lettera con l’invito ad accompagnare una cara amica della California ai congressi del giro del mondo. Chino umilmente il capo con profonda gratitudine per questa immeritata benignità di Geova, che ci benedice “più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo”. Ardente nel mio cuore è la stessa viva speranza che fu decisiva per me molti anni fa, quella di vedere Geova e Cristo Gesù e partecipare alla rivendicazione del nome di Geova. Con gratitudine unisco la mia voce alla gran folla di lodatori, confidando nel trionfante risultato della grande contesa.
-
-
Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1964 | 15 gennaio
-
-
Domande dai lettori
● In Atti 11:8 leggiamo che Pietro disse: “Niente affatto, Signore, perché nella mia bocca non è mai entrato nulla di contaminato né d’impuro”. Dobbiamo forse dedurre da ciò che a quell’epoca Pietro si atteneva ancora alla legge mosaica al riguardo? — R. M., Stati Uniti.
Che la legge di Mosè, che stabiliva che certi animali erano puri o impuri, fosse resa invalida dalla morte di Gesù Cristo è chiaramente indicato dalle Scritture: “Egli [Geova] ci perdonò benignamente tutti i nostri falli e cancellò il documento scritto a mano contro di noi, che consisteva di decreti e che ci era opposto; ed Egli l’ha tolto di mezzo inchiodandolo al palo di tortura”. — Col. 2:13, 14.
Poiché l’abolizione della Legge avrebbe recato grandi cambiamenti nella vita dei seguaci di Cristo, non è strano che impiegassero un po’ di tempo per rendersi conto di questo fatto, per cui, anche se erano trascorsi più di tre anni
-