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  • Ciò che rivela la vostra attitudine verso i vostri genitori
    La Torre di Guardia 1973 | 15 agosto
    • Ad esempio, se lavorate alle dipendenze altrui, vi irriterete sempre per l’autorità che il vostro datore di lavoro esercita su di voi? Se vi dà qualche cosa da fare, vi sarà difficile ubbidire? Vi lamenterete continuamente del vostro lavoro? Che dire della vostra attitudine verso quelli con cui lavorate? Può darsi che vi lamentiate continuamente di loro, non lodandoli mai per le buone cose che fanno per voi. O se andate a scuola per imparare una professione, o siete addestrati sul lavoro, può darsi che dopo alcune settimane cominciate a pensare di saperne più del vostro insegnante. Tutte queste attitudini possono causarvi molti dispiaceri negli anni successivi della vita. Ma possono essere il frutto dell’errata attitudine sviluppata verso i vostri genitori.

      Pertanto, accettate la realtà della vita familiare e la vostra posizione in essa. Comprendete che è la via di Dio, e che la sua via è la migliore che ci sia.

      Ma se non accettate le vostre responsabilità quale minorenne nella famiglia, andate in cerca di guai. Non solo ne risentirà la vostra relazione con i genitori e altri, anche negli anni successivi della vita; soprattutto, danneggerete la vostra reputazione presso Dio. Ed egli è colui che determina se vivrete per sempre nel suo nuovo ordine, o se cesserete di esistere quando fra breve questo malvagio sistema di cose sarà distrutto. — Prov. 3:1, 2.

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1973 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ● È corretto che il cristiano faccia sterilizzare un animale domestico o gli faccia togliere la vita? — U.S.A.

      Nelle Sacre Scritture non ci sono specifiche dichiarazioni che escludano di sterilizzare un animale o togliergli la vita da parte del cristiano.

      Secondo la legge mosaica, un animale castrato era inadatto per il sacrificio. Essa dichiarava: “Non dovete [presentare] a Geova [un animale] che ha i testicoli schiacciati o stritolati o strappati o stroncati, e nel vostro paese non li dovreste offrire”. (Lev. 22:24) Questa legge non proibiva specificamente la castrazione, ma evidentemente indusse gli Israeliti ad astenersi da questa pratica.

      I cristiani, comunque, non offrono sacrifici animali; non sono sotto la legge mosaica. (Rom. 6:14) Per cui il comando di Levitico 22:24 non proibirebbe loro di sterilizzare un animale domestico. Ci sono altri fattori che regolano la decisione del cristiano su ciò che può fare ai suoi animali o per essi.

      La Bibbia mostra che Geova Dio diede all’uomo il dominio sopra la creazione animale. (Gen. 1:28) Perciò, può usare gli animali per cibo e per fare vestiti. Può anche uccidere gli animali specificamente nocivi per il suo benessere. (Gen. 3:21; 9:3; Eso. 21:28, 29; 1 Sam. 17:34, 35) I legittimi interessi e il benessere dell’uomo hanno sempre la precedenza.

      Il cristiano ha dunque diritto di determinare ciò che ritiene meglio per i suoi animali, inclusi quelli preferiti. Può decidere se sia nei migliori interessi suoi o della sua famiglia far sterilizzare un animale preferito o fargli togliere la vita. Naturalmente, dovrebbe riconoscere che il cristiano non maltratta crudelmente gli animali. Proverbi 12:10 dice: “Il giusto ha cura dell’anima del suo animale domestico, ma le misericordie dei malvagi sono crudeli”. Chi è brutale con i suoi animali, facendoli soffrire inutilmente, mostra mancanza di riguardo per la creazione di Dio; ciò che considera ‘trattamento misericordioso’ è in effetti ‘crudele’. Il cristiano, d’altra parte, comprende i bisogni dei suoi animali e ha considerazione per il loro benessere. Nel caso di un animale che soffre per una grave malattia o ferita, o del quale non si può debitamente aver cura senza imporre sgradevoli pesi, egli può ritenere che la cosa saggia e misericordiosa sia quella di metterlo a morte. Il cristiano ha la responsabilità di prendere la propria decisione a questo riguardo.

      ● Che cosa significa II Corinti 6:7 quando si riferisce alle “armi della giustizia a destra e a sinistra”? — U.S.A.

      Secondo Corinti 6:7 fa parte di una considerazione del modo in cui l’apostolo Paolo e i suoi collaboratori si raccomandavano quali ministri di Dio. Uno dei modi in cui si raccomandavano come tali era “per mezzo delle armi della giustizia a destra e a sinistra”. Ciò può alludere al fatto che anticamente la destra era usata per brandire la spada e la sinistra per reggere lo scudo. In ogni caso, assaliti da ogni parte, Paolo e i suoi compagni erano completamente armati per combattere la guerra spirituale.

      Questa guerra spirituale è descritta in II Corinti 10:3-5: “Benché camminiamo nella carne, non facciamo guerra secondo ciò che siamo nella carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate. Poiché noi rovesciamo i ragionamenti e ogni cosa alta innalzata contro la conoscenza di Dio”. Affinché la congregazione cristiana di Corinto non fosse trascinata lontano dalla fedele devozione a Cristo, Paolo impegnò questa guerra spirituale contro i falsi insegnanti e gli “apostoli sopraffini”. — 2 Cor. 10:8-10; 11:12-14; 12:11.

      In quanto alla carne, Paolo e i suoi collaboratori erano imperfetti, con inclinazioni peccaminose. Ma non ricorrevano alle armi della carne decaduta, all’astuzia, all’inganno o alla frode. (2 Cor. 11:3, 13; 12:16) Non facevano assegnamento sulla capacità, sulla sapienza e sulla potenza umana. Evitando i discorsi stravaganti o la dimostrazione di sapienza umana e della sua facoltà di persuadere, potevano aiutare altri a edificare la fede per mezzo dello spirito e della potenza di Dio. (1 Cor. 2:2-5) La principale arma per rovesciare gli errati ragionamenti era la “parola” o ‘messaggio’ di Dio. — Ebr. 4:12; Tito 1:9.

      Il profondo amore e l’interesse per altri li spinsero a intraprendere la guerra spirituale. I loro motivi non erano in alcun modo carnali. Non cercavano onore, ricchezza o influenza. Come disse Paolo ai Corinti: “Se vi abbiamo seminato cose spirituali, è un gran che se mietiamo da voi delle cose per la carne? Se altri uomini partecipano a questa autorità su di voi, non l’abbiamo noi molto di più? Tuttavia, noi non abbiamo fatto uso di questa autorità, ma sopportiamo ogni cosa, onde non offriamo nessun impedimento alla buona notizia del Cristo”. (1 Cor. 9:11, 12) “Noi non abbiamo fatto torto a nessuno, non abbiamo corrotto nessuno, non abbiamo approfittato di nessuno”. — 2 Cor. 7:2.

      Pertanto si può vedere che le “armi” che Paolo usò erano mezzi giusti o legittimi per promuovere la causa della vera adorazione contro ogni assalto.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1973 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ● Che cosa significa I Corinti 7:1 quando dice: “È bene per l’uomo non toccar donna”? — U.S.A.

      Queste parole dell’apostolo Paolo introducono una considerazione in cui viene raccomandato il celibato come dono migliore del matrimonio per quelli che hanno padronanza di sé e sono decisi a dedicarsi interamente a promuovere la vera adorazione. (1 Cor. 7:6-9) Usata in modo simile nelle Scritture Ebraiche, la parola ‘toccare’ si riferisce ai contatti sessuali. Per esempio, riguardo a Sara, moglie di Abraamo, Geova disse ad Abimelec: “Ti ho anche trattenuto dal peccare contro di me. Perciò non ti ho permesso di toccarla. Ma ora restituisci la moglie all’uomo”. (Gen. 20:6, 7) Anche Proverbi 6:29 rende identici i contatti sessuali e il ‘toccare’: “Similmente per chiunque ha relazione con la moglie del suo prossimo, nessuno che la tocchi rimarrà impunibile”.

      Secondo l’uso biblico del termine ‘toccare’, la dichiarazione di Paolo circa il non “toccar donna” si riferisce a evitare ogni contatto sensuale o sessuale. Il matrimonio è il solo modo onorevole in cui si può avere tale contatto. Stando così le cose, Paolo, scrivendo che “è bene per l’uomo non toccar donna”, diceva che per il cristiano è vantaggioso rimanere senza sposarsi e An American Translation e New Testament di Weymouth rendono in questo modo il passo. L’apostolo proseguì elaborando questo argomento.

      È degno di nota che l’ammonizione di “non toccar donna” segue pure un vigoroso avvertimento contro la fornicazione. (1 Cor. 6:15-20) In un’occasione Gesù Cristo disse: “Io vi dico che chi continua a guardare una donna in modo da provar passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. (Matt. 5:28) Pertanto si può vedere che anche l’uomo che guarda una donna con un desiderio passionale fa male. Se ne avesse l’occasione, tradurrebbe in azioni l’adultero desiderio del suo cuore. (Si paragoni II Samuele 11:2-4). Per estensione, quindi, ‘toccar donna’ potrebbe includere qualsiasi contatto che ha origine dalla

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