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  • Tradizioni natalizie: Quali sono le loro origini?

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  • Tradizioni natalizie: Quali sono le loro origini?
  • Svegliatevi! 1989
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  • Origini precristiane
  • Non era celebrato dai primi cristiani
  • Ravvivate le tradizioni natalizie
  • Il Natale: un tempo pericoloso
  • Un punto di vista diverso
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Svegliatevi! 1989
g89 8/12 pp. 13-16

Tradizioni natalizie: Quali sono le loro origini?

SIA nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale le celebrazioni natalizie sono popolarissime, fra i credenti come fra i non credenti. In Giappone, dove la maggioranza delle persone è scintoista e quindi non cristiana, il Natale ha il suo posto accanto ad altre celebrazioni ed è un tempo di grande attività commerciale e sfrenate baldorie. Ma le festività natalizie sono sempre state così mondane? Come ha avuto inizio questa festa?

Osservando come il Natale veniva celebrato nel primo millennio dell’era volgare si può risalire alla sua origine precristiana. Scrivendo sulla rivista History Today, Alexander Murray dell’Oxford University sostiene che nel medioevo “si fusero gli elementi esistenti dei riti pagani del solstizio d’inverno con la teologia natalizia in via di sviluppo”. Come e perché avvenne questo?

Origini precristiane

I popoli di antiche civiltà europee osservarono come al solstizio d’inverno il sole sembrava rimanere immoto vicino all’orizzonte meridionale prima di ricominciare lentamente ad alzarsi nel cielo. In origine questo solstizio (termine derivato dai vocaboli latini per “sole” e “fermarsi”) d’inverno cadeva, secondo il calendario giuliano, il 25 dicembre. Per quegli stessi popoli fu facile riscontrare un’analogia tra il sole e Dio in quanto Fonte e Sostenitore della vita. Nel 274 E.V. l’imperatore romano dichiarò il Sol invictus (sole invitto) principale patrono dell’impero, e questo il 25 dicembre, onorando così Mitra, dio della luce.

Circa la comparsa della cristianità come nuova religione dell’impero, Murray scrive: “Dopo molta incertezza, la vittoria sarebbe andata al principale rivale [del mitraismo], il cristianesimo. Ma verso il 300 questo rivale doveva essere ancora diplomatico. Fu allora che la chiesa decise di creare una festa per celebrare la natività di Cristo. (Nessuna festa del genere è inclusa negli elenchi delle feste del III secolo, e la nuova festa è menzionata per la prima volta in un documento del 336)”. Che data venne scelta per questa celebrazione? Il 25 dicembre, risultato di “un’accorta e pratica decisione da parte dei primi padri della chiesa”, secondo il libro Discovering Christmas Customs and Folklore. Perché?

Il periodo intorno al solstizio invernale era già affermato come epoca di baldoria con i Saturnali, festa agricola romana del fuoco e della luce che durava sette giorni. Poi alle calende, o il 1º, di gennaio c’erano i festeggiamenti della durata di tre giorni in onore dei funzionari amministrativi romani di nuova nomina che prestavano servizio per un anno a partire da quel giorno. Quindi dato che i Saturnali, queste calende e la mitraica nascita del sole invitto cadevano ogni anno in quei giorni, il 25 dicembre fu scelto come data della celebrazione della “messa di Cristo” onde invitare i popoli pagani a convertirsi alla nuova religione di stato dell’impero romano.

Con il passare del tempo, la festa germanica pagana collegata al solstizio d’inverno, Jul, alimentò le usanze di banchettare e fare baldoria, e anche di fare doni. Ceri (o candele), ceppi, sempreverdi e alberi assunsero una parte rilevante nelle celebrazioni natalizie. Ma, potrebbe pensare qualcuno, la celebrazione della nascita di Cristo certo doveva avere un posto importante per i cristiani prima di qualsiasi successivo legame con le tradizioni pagane. È così?

Non era celebrato dai primi cristiani

La Bibbia non rivela la data esatta della nascita di Gesù. Inoltre, “i primi cristiani non celebravano la Sua nascita”, osserva la World Book Encyclopedia. E perché no? “Perché consideravano la celebrazione della nascita di chiunque un’usanza pagana”. Augustus Neander conviene: “La nozione della festa del compleanno era lungi dalle idee dei cristiani di questo periodo in genere”. — The History of the Christian Religion and Church, During the Three First Centuries.

Da quanto si è detto, vi sarete resi conto che le celebrazioni natalizie hanno le loro radici in consuetudini pagane. Come spiega The Economist, solo più tardi “i propagandisti [religiosi] si appropriarono di ‘questa festa della luce [la nascita del sole invitto], perché Cristo è la luce del mondo’, e pretesero (con una mancanza di prove che non sarebbe stata approvata da chi si batte per la verità nella pubblicità) che il bambin Gesù era nato in dicembre. È per questo che la Scozia presbiteriana per tanto tempo ha sdegnato il Natale, come ha fatto tenacemente l’America puritana finché gli interessi commerciali non l’hanno ripristinato”.

Ravvivate le tradizioni natalizie

All’inizio del regno della regina Vittoria (1837-1901), secondo Gavin Weightman e Steve Humphries, autori di Christmas Past, “nessun bambino inglese appendeva le calze accanto al caminetto la vigilia di Natale, nessuno aveva sentito parlare di Babbo Natale, i mortaretti di Natale non esistevano, pochissimi mangiavano il tacchino il giorno di Natale, non si usava fare regali e l’albero di Natale decorato e illuminato era quasi sconosciuto al di fuori della corte reale. In realtà il giorno di Natale non era una data importante del calendario per qualsiasi cerimoniale mondano”. Cosa è accaduto dunque per ravvivare la popolarità delle festività natalizie?

“Questa trasformazione delle antiche feste in un unico, breve, rispettabile avvenimento familiare ebbe inizio negli anni ’30 del secolo scorso . . . e più o meno si completò verso gli anni ’70 del secolo scorso, quando la figura di Babbo Natale fece la sua prima comparsa in Gran Bretagna”, afferma Christmas Past. Allo stesso tempo la pubblicazione A Christmas Carol (Un canto natalizio) di Charles Dickens, storia della conversione dello spilorcio Scrooge allo spirito del Natale, incoraggiò uno stato d’animo benevolo verso i poveri. Lo squallore e le ristrettezze economiche della vita nelle città, prodotto della rivoluzione industriale, indussero gli inglesi dell’epoca vittoriana a intraprendere una specie di crociata morale che, nel successivo periodo edoardiano, venne modificata così che si facesse la carità solo ai poveri “onesti”.

Nel Catholic Herald inglese uno scrittore osserva: “Un po’ alla volta, con la crescente opulenza generale, molti degli infelici aspetti del rituale natalizio del ceto medio sono divenuti assai diffusi. La semplicità e la generosità sono state sopraffatte dalla competitività e dall’abilità nell’arrivare sempre prima degli altri. I semplici festeggiamenti che una volta lo caratterizzavano sono stati soppiantati da orge di cibi pesanti a profusione. Questa nuova tradizione costringe le famiglie a trascorrere giornate insieme, che lo vogliano o no, facendo giochi che alcuni di loro disprezzano, guardando la televisione che alcuni di loro odiano, troncando i contatti con vicini ed estranei nel tempo in cui si suppone regnino benevolenza e generale amichevolezza.

“E se qualcuno dice questo, se s’azzarda a criticare l’affarismo o le sole convenzioni sociali di tutto ciò, viene definito uno Scrooge. Per me negli ultimi anni il Natale è orribilmente degenerato”.

Sia che siate d’accordo con questa valutazione o meno, cosa può accadere a Natale nel vostro vicinato?

Il Natale: un tempo pericoloso

Riscontrate che alcuni approfittano dell’occasione per eccedere nel mangiare e nel bere? Ubriachi e scalmanati turbano la pace della vostra comunità? Per quanto a Natale molte persone sincere manifestino straordinaria benignità e considerazione, i loro sforzi non riescono a prevenire il danno arrecato così comunemente in quest’epoca ai rapporti familiari.

Quindi potreste benissimo chiedere: ‘Perché il Natale produce tali eccessi?’ Fondamentalmente perché non è cristiano, ma pagano. Potete immaginare che Cristo se ne compiaccia? Difficilmente. In realtà la Bibbia spiega con franchezza: “Quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial [Satana]?” — 2 Corinti 6:14, 15.

Un punto di vista diverso

Durante questa stagione natalizia, potreste anche ricevere la visita di un testimone di Geova. Osserverete che loro non festeggiano il Natale. Forse vi preoccupate per i loro figli, ritenendo che siano soprattutto loro a rimetterci. Ma in un’intervista concessa al Southern Evening Echo di Southampton (Inghilterra), un Testimone padre di due figli ha assicurato: “‘Onestamente essi non pensano di rimetterci, ve lo assicuro’, dice John. ‘I testimoni di Geova sono molto solleciti nel promuovere una felice vita familiare. Quindi oltre a fare molti regali ai nostri figli tutto l’anno, diamo loro qualcosa di molto più prezioso [, cioè,] il nostro tempo e il nostro amore’”.

Certo questo sincero amore e questo interessamento favoriscono una felice vita familiare. Quindi invece di seguire le tradizioni natalizie di origine pagana, non sarebbe meglio che tutti onorassero Gesù manifestando tutto l’anno un vero spirito cristiano a parenti, amici e conoscenti e, sì, anche agli estranei?

[Riquadro/Immagine a pagina 14]

BABBO NATALE, OVVERO SANTA CLAUS

Quello di Babbo Natale è stato definito “il più riuscito lancio promozionale dai tempi di Gesù Cristo”. Ma chi era? Secondo The Customs and Ceremonies of Britain, era “conosciuto come una vaga personificazione della stagione [natalizia] almeno dal XV secolo . . . e appare più o meno nella sua veste moderna in una xilografia del 1653: ma le visite di ‘Santa Claus’ della vigilia di Natale, la sua abitudine di scendere dai camini per riempire le calze (o, ai più ambiziosi, le federe dei cuscini) e la sua slitta trainata dalle renne provengono dagli Stati Uniti, il crogiolo delle tradizioni. Lì questo personaggio nacque dalla fusione di leggende europee su San Nicola di Mira del IV secolo (che salvò tre fanciulle dalla prostituzione con il dono clandestino del denaro della dote a mezzanotte, e che come Sinte Klaas riempiva le scarpe dei bambini olandesi-americani il 6 dicembre, il giorno della sua festa), leggende sul tedesco-americano Krisskringle (che premiava i bambini buoni e puniva quelli cattivi) e favole scandinave e russe su maghi che abitavano al Polo Nord. . . . Questo composito Santa Claus americano riattraversò quatto quatto l’Atlantico negli anni ’70 del secolo scorso; e da allora, con una reputazione che a quanto pare non è stata intaccata dalla pubblicità in cui tante volte è stato impersonato, ha rappresentato con crescente frequenza un punto focale di natura puramente mondana per il ‘Natale dei bambini’”.

[Riquadro/Immagine a pagina 15]

I SEMPREVERDI DI NATALE

Tra le decorazioni natalizie occupano un posto importante l’agrifoglio, l’edera e il vischio, definiti “piante magiche che portano frutto in una stagione morta”. Ma perché proprio questi sempreverdi? Sebbene alcuni credano che le bacche rosse dell’agrifoglio rappresentino il sangue di Cristo e le sue foglie pungenti simboleggino la “corona di spine” che i soldati di Ponzio Pilato misero per scherno sulla testa di Gesù, per i pagani le foglie e le bacche lucide dell’agrifoglio erano un simbolo maschile della vita eterna. (Matteo 27:29) Essi consideravano l’edera un simbolo femminile dell’immortalità. Agrifoglio ed edera insieme divennero il loro simbolo della fertilità. Il legame tra vischio e paganesimo è ancora talmente sentito che il libro The Customs and Ceremonies of Britain afferma: “Nessun decoratore di chiese lo tollererà, salvo che nella cattedrale di York”. Il più noto di tutti i sempreverdi è l’albero di Natale, che figura da lungo tempo nelle tradizioni tedesche e reso popolare in Gran Bretagna da Alberto, principe consorte della regina Vittoria, e che divenne il centro delle celebrazioni familiari natalizie. Dal 1947 Oslo, la capitale della Norvegia, invia in dono a Londra un albero di Natale da esporre in Trafalgar Square.

[Immagine a pagina 16]

L’albero di Natale donato ogni anno alla Gran Bretagna dalla Norvegia

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