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  • Sperimentazione sugli animali: Un bene o un male?
    Svegliatevi! 1990 | 8 luglio
    • Sperimentazione sugli animali: Un bene o un male?

      SE SIETE fra i milioni di persone che sono venute al mondo agli inizi di questo secolo, forse sapete bene che siete vissuti molto più a lungo di quanto non si aspettassero i vostri genitori e il medico o la levatrice che vi aiutò a nascere. Se siete nati negli Stati Uniti, in Canada o in Europa, la vostra vita media nel 1900 era di circa 47 anni. In altri paesi si poteva vivere anche meno. Oggi in molti paesi la vita media è di oltre 70 anni.

      Indipendentemente dalla vostra età, vivete in un tempo paradossale. I vostri nonni o bisnonni furono testimoni degli effetti incontrollabili delle numerose malattie che decimarono la loro generazione. Il vaiolo, per esempio, faceva annualmente innumerevoli migliaia di vittime, lasciandone milioni di altre sfigurate per tutta la vita. Le epidemie di influenza richiedevano il loro tributo di vite: una sola causò la morte di 20 milioni di persone in un anno (1918-19). Dopo la prima guerra mondiale, il tifo epidemico uccise tre milioni di persone in Russia. Durante la seconda guerra mondiale ci furono epidemie di tifo in molti altri paesi. Si calcola che durante le epidemie di tifo siano morte 25 persone ogni 100 infettate.

      La temuta paralisi infantile, poi chiamata poliomielite, riduceva la popolazione mondiale di circa 30.000 persone all’anno, rendendone invalide migliaia di altre, specie bambini. Alcuni in tenera età non sopravvivevano al primo attacco di tifo o difterite, di scarlattina o morbillo, di tosse convulsa o polmonite. La lista sembra non avere fine. Nel 1915 i bambini che morivano prima di compiere l’anno erano circa 10.000 ogni 100.000 nati. I tumori al cervello erano inoperabili. La tecnica per aprire le arterie ostruite era sconosciuta. I medici erano impotenti a salvare le vittime di attacchi cardiaci, e un tumore voleva dire morte sicura.

      Nonostante i mortali flagelli che hanno imperversato nel mondo dall’inizio del secolo e prima, oggi la vita media dell’uomo è aumentata di circa 25 anni. Pertanto in molte parti del mondo il bambino che nasce oggi può aspettarsi di vivere circa 70 anni.

      Il prezzo pagato per salvare vite

      Felicemente, la maggioranza dei giovani che sono vivi oggi non ha contratto molte delle malattie mortali che provocarono la morte precoce di tanti loro antenati. Ma forse essi non sono contenti di sapere che molti amici dell’uomo — cani, gatti, conigli, scimmie e altri — sono stati sacrificati in nome della scienza medica ‘affinché oggi le persone potessero vivere una vita più lunga e più sana’, come amano dire gli scienziati.

      Praticamente tutte le malattie che sono state debellate o poste sotto controllo in questo secolo — polio, difterite, orecchioni, morbillo, rosolia, vaiolo e altre — sono state sconfitte grazie agli esperimenti effettuati su animali. Anestetici e analgesici, alimentazione e somministrazione di farmaci per via endovenosa, radioterapia e chemioterapia nella cura del cancro, tutto ciò è stato sperimentato e dimostrato efficace prima sugli animali. E questi sono soltanto alcuni esempi.

      “Nella medicina moderna non esiste praticamente nessun importante trattamento o intervento chirurgico che si sarebbe potuto mettere a punto senza la sperimentazione sugli animali”, ha detto il dott. Robert J. White, noto neurologo. “Lavorando sui cani e su altri animali si è giunti alla scoperta dell’insulina e al controllo del diabete, agli interventi a cuore aperto, al pace-maker cardiaco nonché all’intera gamma dei trapianti d’organo. Negli Stati Uniti la polio . . . è stata quasi interamente eliminata grazie ai vaccini preventivi messi a punto su scimmie. Con gli esperimenti su animali i ricercatori hanno alzato l’indice di guarigione dei bambini affetti da leucemia linfatica acuta dal 4 per cento nel 1965 al 70 per cento oggi”, ha detto lo stesso medico.

      L’importanza della sperimentazione sugli animali è confermata dall’ex assistente di laboratorio Harold Pierson, che ha lavorato sotto la supervisione del dott. F. C. Robbins presso la Western Reserve University di Cleveland (Ohio, USA). Egli ha detto a Svegliatevi! che il loro programma, che ha portato alla scoperta di un vaccino antipoliomielitico da somministrare per via orale, ha comportato l’impiego di reni di scimmia. Il tessuto di un rene si poteva usare per migliaia di esperimenti. Egli ha spiegato: “Le scimmie erano tenute in buone condizioni ed erano sempre anestetizzate prima d’essere operate. Non erano certo trattate in modo deliberatamente crudele. Tuttavia, a causa delle operazioni eseguite su di loro, sono state vittime involontarie della crudeltà della scienza”.

      Cardiochirurgia e malattia di Alzheimer

      Come diretto risultato della sperimentazione sugli animali sono state messe a punto nuove tecniche chirurgiche per aprire le arterie ostruite da depositi di colesterolo, impedendo così molti attacchi cardiaci, la causa di morte numero uno nel mondo occidentale. Facendo esperimenti prima sugli animali, i medici hanno appreso come asportare estesi tumori dal cervello umano e come riattaccare arti troncati quali gambe e braccia, nonché mani e dita. Il dott. Michael DeBakey, che è stato il primo ad applicare con successo un by-pass delle arterie coronarie, ha detto: “Nel mio campo di indagine clinica, praticamente ogni nuova conquista nella chirurgia cardiovascolare è partita dalla sperimentazione sugli animali”.

      Circa la malattia presenile di Alzheimer il dott. Zaven Khachaturian, dell’Istituto Nazionale (per lo studio dell’)Invecchiamento (USA), ha detto: “Otto anni fa eravamo al punto zero. È stato fatto un incredibile progresso nelle ricerche sulla malattia presenile di Alzheimer grazie ai nostri investimenti nelle ricerche di base sul funzionamento del cervello che risalgono agli anni ’30”. Il grosso del lavoro è stato fatto su animali, e il medico ha fatto notare che il segreto del continuo progresso sta in loro.

      AIDS e morbo di Parkinson

      La ricerca attualmente più importante, che sta tenendo scienziati e immunologi impegnati notte e giorno, riguarda un vaccino contro la temuta AIDS, malattia che secondo la stima di alcuni esperti ucciderà entro il 1991 circa 200.000 persone solo negli Stati Uniti. Nel 1985 gli scienziati di un centro della Nuova Inghilterra (Regional Primate Center) riuscirono a isolare il virus STLV-3 (SAIDS, la forma di AIDS delle scimmie) nei macachi reso e a introdurlo in altre scimmie. Il dott. Norman Letvin, immunologo di questo centro, disse: “Ora che questo virus è stato isolato, abbiamo un modello animale in cui sviluppare vaccini per le scimmie e per gli uomini. Si può imparare molto di più da un piccolo numero di animali in uno studio controllato di quanto non si imparerebbe osservando centinaia di persone malate di AIDS”.

      I medici di un centro della Emory University di Atlanta (Yerkes Regional Primate Research Center) furono i primi a dimostrare, con i loro studi sulle scimmie reso, la possibilità di curare il morbo di Parkinson impiantando nel cervello un tessuto che produce dopamina. Dal 1985 i neurochirurghi hanno eseguito questo intervento sull’uomo presso l’ospedale della Emory University. I medici ritengono che da qui si possa arrivare a trovare una cura per questa malattia.

      L’uomo è ricorso agli animali per trovare le risposte a domande imbarazzanti su come migliorare e sostenere, anche temporaneamente, la sua vita imperfetta. Tuttavia, l’impiego di animali nella ricerca medica suscita importanti interrogativi di natura etica e morale a cui non è facile dare una risposta.

      [Riquadro a pagina 5]

      Sperimentazione sugli animali

      Nulla di nuovo

      L’ESTESA utilizzazione di animali da parte di medici e scienziati per capire la fisiologia umana non è cosa nuova nel XX secolo. È da almeno 2.000 anni che si fa uso di animali nella ricerca medica. Ci sono testimonianze indicanti che nel III secolo a.E.V., ad Alessandria d’Egitto, il filosofo e scienziato Erasistrato usò animali per studiare le funzioni dell’organismo e riscontrò che i risultati di tali studi erano validi anche per l’uomo. Nel IV secolo a.E.V. Aristotele, studiando gli animali, raccolse preziose informazioni sulla struttura e il funzionamento dell’organismo umano. Cinque secoli più tardi il medico greco Galeno utilizzò scimmie e maiali per dimostrare la sua teoria secondo cui le vene trasportano sangue anziché aria.

  • Sperimentazione sugli animali: Reazioni violente
    Svegliatevi! 1990 | 8 luglio
    • Sperimentazione sugli animali: Reazioni violente

      SE SI potesse calcolare il numero esatto dei quadrupedi utilizzati per esperimenti in laboratorio e come modelli di ricerca medica, la cifra annua mondiale complessiva sarebbe una cifra da capogiro. Si stima che almeno 17 milioni di animali — cani, gatti, primati, cavie e conigli — siano impiegati ogni anno solo negli Stati Uniti. L’85 per cento di questa cifra è rappresentato da ratti e topi. Visto che non esistono registrazioni accurate dei luoghi in cui questi animali vengono usati o su quanti ne vengano impiegati, alcuni esperti reputano che anche nella migliore delle ipotesi queste stime siano troppo moderate. Negli Stati Uniti, secondo alcune fonti, il totale si avvicina di più a cento milioni. Queste cifre vi sorprendono?

      Sebbene queste creature non siano state sacrificate senza uno scopo, rabbrividite al semplice pensiero? Considerate immorale questa strage? Milioni di persone detestano l’impiego di animali in laboratorio. Alcuni accusano di “specismo” chi abusa degli animali in questo modo. Secondo una pubblicazione, “specismo” è l’opinione precostituita “a favore degli interessi della propria specie e contro gli interessi di un’altra specie”. (Point⁄Counterpoint Responses to Typical pro-Vivisection Arguments) Secondo i fautori del movimento dell’Animal liberation, gli “specisti” “credono che il fine giustifichi i mezzi e che si debba far del male [agli animali] per far del bene [agli uomini]”.

      Il punto di vista scientifico, invece, si riassume nelle seguenti domande: Siete contrari a un sistema che promuove l’uccisione di animali affinché i medici possano imparare nuove tecniche per eseguire operazioni sull’uomo o per impedire la diffusione di malattie letali? Siete disposti a rinunciare a nuovi ed essenziali farmaci e medicinali perché sono stati sperimentati per la prima volta su animali? Sareste disposti a far usare, anzi, preferireste far usare un figlio o un genitore in stato vegetativo cronico per interventi chirurgici sperimentali al posto di un animale? E infine c’è questo da considerare: Se la sperimentazione sugli animali potesse salvare voi o un vostro caro da una malattia o da una morte atroce, vi opporreste pensando che sia immorale sacrificare un animale per salvare un uomo? Per alcuni il dilemma non è di così facile soluzione.

      Movimento per i diritti degli animali

      Ciò nondimeno, durante gli anni ’80 è sorta una crescente ostilità contro l’utilizzazione di animali negli esperimenti. Oggi questa ostilità si è tradotta in una rete mondiale di organizzazioni attive che continuano a crescere per forza e numero. Chiedono a gran voce l’abolizione totale dell’impiego di tutti gli animali nella sperimentazione medica o in laboratorio.

      Gli “animalisti”, come vengono chiamati i difensori dei diritti degli animali, fanno sentire la loro voce attraverso dimostrazioni agli angoli delle vie, gruppi di pressione politica, riviste e giornali, radio e televisione, e, in modo piuttosto notevole, con tattiche violente. Un importante attivista canadese ha detto del movimento dell’Animal liberation: “Si sta diffondendo rapidamente in Europa, Australia e Nuova Zelanda. Negli Stati Uniti sta diventando più influente. Si registra una crescita fenomenale in Canada. C’è un gruppo di organizzazioni sparse nel mondo e la tendenza globale è di sostenere i movimenti più aggressivi per i diritti degli animali”.

      Alcune di queste ‘reti aggressive’ sono disposte a ricorrere alla violenza per promuovere la loro causa. Negli ultimissimi anni almeno 25 laboratori di ricerca negli Stati Uniti hanno subìto atti di vandalismo da parte di gruppi di animalisti. Attentati dinamitardi sono stati compiuti a danno di laboratori di università. Queste incursioni hanno causato danni per il valore di milioni di dollari. Documenti importanti e dati preziosi sono stati distrutti. Animali da laboratorio sono stati rubati e rimessi in libertà. In uno di questi casi sono stati distrutti i risultati di una preziosa ricerca sulla cecità infantile. Costose apparecchiature valutate in centinaia di migliaia di dollari sono state fracassate.

      In una lettera aperta allo staff universitario e ai mezzi di informazione, un gruppo militante si è vantato di avere ottenuto ‘un discreto profitto dal loro investimento’: avevano distrutto un microscopio da 10.000 dollari in circa 12 secondi con una sbarra d’acciaio da 5 dollari. In altri centri di ricerca, medici e scienziati hanno trovato gli archivi e i materiali per la ricerca macchiati di sangue e le pareti imbrattate di slogan di animalisti. Un servizio parla di “molestie a danno di scienziati e delle loro famiglie, perfino minacce di morte”. Negli Stati Uniti, in oltre dieci casi, i difensori dei diritti degli animali hanno minacciato di morte o di violenza vari scienziati. In una trasmissione della BBC di Londra del 1986 un commentatore disse: “A unire gli animalisti c’è la convinzione che l’azione diretta — la distruzione di cose nonché di persone — sia moralmente giustificata in una guerra per liberare gli animali”.

      Una esponente del movimento dell’Animal liberation ha detto: “Non è stato fatto del male a nessuno ma è una minaccia pericolosa . . . Prima o poi qualcuno reagirà e potrebbero derivarne danni alle persone”. Nel 1986, nella stessa intervista, essa preannunciò atti di violenza in Gran Bretagna e nella Germania Occidentale. Le sue previsioni sono state confermate da lanci di bombe incendiarie e atti di violenza. Negli Stati Uniti il proprietario di una ditta in cui si effettuano esperimenti su animali ha già subìto attentati. Il pronto intervento della polizia lo ha salvato da una bomba. Comunque, non tutti i difensori degli animali sono d’accordo su queste azioni violente e illegali.

      Perché si oppongono?

      Secondo il Journal of the American Medical Association, “la maggioranza delle persone preoccupate per l’impiego di animali nella ricerca biomedica si può dividere in due categorie generali: Nel primo gruppo ci sono coloro che si preoccupano per il benessere degli animali e non sono contrari alla ricerca biomedica ma vogliono la garanzia che gli animali siano trattati il più compassionevolmente possibile, che il numero degli animali usati sia il minimo richiesto e che gli animali vengano utilizzati solo quando è necessario”. Questo gruppo, secondo recenti indagini, è quello più numeroso e che protesta di meno.

      Il secondo gruppo, secondo la stessa fonte, è formato da “coloro che si preoccupano dei diritti degli animali assumendo una posizione più radicale ed essendo totalmente contrari all’impiego di animali nella ricerca biomedica”. “Gli animali hanno diritti fondamentali inalienabili”, ha detto il condirettore di uno di questi gruppi. “Se un animale è in grado di provare dolore o paura, ha il diritto di non subire queste cose”. “Non esiste nessuna base razionale per dire che un essere umano ha diritti speciali”, ha detto un altro portavoce. “Un ratto è uguale a un maiale che è uguale a un cane che è uguale a un ragazzo. Sono tutti mammiferi”.

      Molti convinti assertori dei diritti degli animali sono contrari a utilizzare animali per l’alimentazione e l’abbigliamento, per divertimento e anche come animali da compagnia. Pescatori sono stati spinti in acqua da chi era contrario alla pesca e al consumo di pesce. Persone che indossavano pellicce e indumenti di pelle sono state insultate per strada. Coloro che avevano un atteggiamento più radicale sull’impiego e il maltrattamento degli animali si sono introdotti in negozi distruggendo costose pellicce. “Non mangerò uova a colazione né indosserò indumenti di pelle”, ha detto uno. “Dietro ogni fetta di pancetta e ogni uovo dall’aspetto innocuo”, avvertiva un bollettino della Humane Society degli Stati Uniti, l’ente che si occupa della protezione animali, “si nasconde una lunga storia di insopportabili sofferenze”. Corredato di foto di scrofe e galline allevate in ambienti angusti, il bollettino sosteneva che queste condizioni, diffuse nell’industria dei suini e dei polli, fanno di “un piatto a base di uova e pancetta nient’altro che ‘una colazione crudele’”. Ovviamente la difesa dei diritti degli animali è animata da sentimenti forti e sinceri.

      Storie orribili

      Molti credono che l’opposizione agli esperimenti su animali sia pienamente giustificata. Uno dei casi più scandalosi riguardava il laboratorio (Head Injury Laboratory) di una prestigiosa università americana. I videonastri rubati durante un’incursione di attivisti dell’Animal liberation hanno mostrato “scimmie la cui testa veniva sbattuta dentro una macchina, mentre i ricercatori ridevano davanti agli spasmi delle creature col cervello leso”, riferiva la rivista Kiwanis del settembre 1988. In seguito a questi fatti il governo ha smesso di sovvenzionare il laboratorio.

      C’è poi il famigerato Draize test, ben noto alle industrie dei cosmetici, degli shampoo, dei detersivi e della liscivia. Questo test viene impiegato per misurare il grado di irritabilità dei prodotti che potrebbero entrare negli occhi di una persona. In un esperimento tipico, da sei a nove conigli albini vengono immobilizzati in un telaio da cui sporgono solo la testa e il collo. Questo impedisce loro di ripararsi gli occhi con le zampe dopo che vi è stata versata la sostanza chimica. A quanto viene riferito, i conigli urlano per il dolore. Perfino molti ricercatori si oppongono aspramente a questo tipo di sperimentazione e stanno cercando di porvi fine. I movimenti per i diritti degli animali hanno fornito le prove per molti articoli che hanno preso spunto da fatti orribili accaduti in laboratori di sperimentazione sugli animali.

      Gli animalisti non hanno un’alta opinione del già citato dott. Robert White. L’Associazione antivivisezione americana lo ha definito “lo scellerato vivisettore di Cleveland che ha trapiantato teste di scimmie e ha mantenuto vivi cervelli di scimmie in un liquido, fuori del corpo”.

      Come accade in molte controversie, ci sono due lati estremi, e poi c’è una via di mezzo che cerca di ottenere i migliori effetti ed eliminare i peggiori. Per esempio, esistono metodi alternativi pratici da usare invece della sperimentazione sugli animali? Rifiutare in toto gli esperimenti su animali è la sola soluzione fattibile ed equilibrata? Nel prossimo articolo prenderemo in esame queste domande.

      [Riquadro a pagina 9]

      Punti di vista diversi

      “Credo che gli animali abbiano dei diritti i quali, sebbene diversi dai nostri, sono altrettanto inalienabili. Credo che gli animali abbiano il diritto di non provare dolore, paura, o di non subire privazioni fisiche per mano nostra. . . . Hanno il diritto di non essere brutalizzati in alcun modo essendo utilizzati come fonte di cibo, per divertimento o per altri scopi”. — Roger Caras, naturalista, ABC-TV News, USA (Newsweek, 26 dicembre 1988).

      “Osservando il quadro generale, non posso ignorare tutto il bene derivato dalla sperimentazione. Vaccini, trattamenti, tecniche chirurgiche e altre metodiche messe a punto nei laboratori hanno allungato notevolmente la vita media nel secolo scorso . . . Sotto questo aspetto, il non usare animali a scopo di ricerca poteva essere considerato una scelta disumana: Avevamo i mezzi per scoprire come alleviare le malattie ma non ce ne siamo serviti”. — Marcia Kelly, Health Sciences, Autunno 1989, Università del Minnesota.

      “Direi ‘No’ alla sperimentazione animale. Non solo per ragioni etiche, ma soprattutto per ragioni scientifiche. È stato dimostrato che i risultati degli esperimenti su animali non sono assolutamente applicabili agli esseri umani. Esiste una legge naturale legata al metabolismo . . . secondo cui una reazione biochimica, che è stata dimostrata per una specie, è valida solo per quella particolare specie e non per le altre. . . . La sperimentazione animale è errata, inutile, costosa e per di più crudele”. — Gianni Tamino, ricercatore dell’Università di Padova.

      [Immagine a pagina 7]

      Conigli sottoposti al Draize test sugli occhi

      [Fonte]

      PETA

      [Fonte dell’immagine a pagina 8]

      UPI/Bettmann Newsphotos

  • Sperimentazione sugli animali: Un punto di vista equilibrato
    Svegliatevi! 1990 | 8 luglio
    • Sperimentazione sugli animali: Un punto di vista equilibrato

      SEBBENE il prezzo pagato sia controverso, quasi tutti sono convinti che la sperimentazione sugli animali abbia avuto risultati straordinariamente buoni per l’umanità. Anche coloro che sono favorevoli al ricorso alla violenza nella lotta contro la sperimentazione sugli animali hanno tratto beneficio dalle nuove conoscenze mediche e tecniche chirurgiche nonché dai farmaci per combattere le malattie.

      Martin Stephens, dell’ente per la protezione animali degli Stati Uniti, ha detto: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che la sperimentazione sugli animali ha recato alcuni benefìci. Ma il nostro obiettivo finale è la completa sostituzione degli animali”. (Parade Magazine, 9 ottobre 1988) Vicki Miller, la presidente dell’ente per la protezione animali di Toronto, ha detto: “Ammetto che all’inizio del secolo si fece buon uso degli animali. Fu in seguito ai legittimi esperimenti effettuati sugli animali che si giunse a controllare il diabete. Ma ora che abbiamo ogni sorta di tecnologie alternative non ce n’è bisogno”. — The Sunday Star, Toronto (Canada).

      Alla stessa donna che ha mosso questa critica è stato chiesto come risponderebbe a questo argomento: Se un ratto deve morire per salvare la vita a un bambino, ne vale la pena. Se si escludono gli animali dalla sperimentazione, muoiono i bambini per salvare i ratti. Al Globe and Mail di Toronto essa ha risposto: “È una questione che fa molto leva sui sentimenti, e da questo punto di vista l’obiezione è quasi insuperabile . . . o il ratto o il bambino, e se ne esce sconfitti ogni volta”.

      Nell’articolo precedente è stata fatta la domanda: “Se la sperimentazione sugli animali potesse salvare voi o un vostro caro da una malattia o da una morte atroce, vi opporreste?” John Kaplan, professore di diritto presso la Stanford University, in California, ha risposto a questa domanda sulla rivista Science del novembre 1988: “Di rado i nemici della sperimentazione sugli animali sono rimasti fedeli ai propri princìpi ordinando ai medici di non usare i risultati della ricerca biomedica effettuata sugli animali quando i loro cari o essi stessi ne avrebbero tratto beneficio. Né sono stati disposti a rinunciare ai vantaggi di qualsiasi futuro progresso derivante dalla sperimentazione sugli animali. Possiamo ammirare i princìpi che spingono i testimoni di Geova a rifiutare le trasfusioni di sangue . . . e coloro che non indossano pellicce perché contrari alla caccia degli animali da pelliccia. Ma dobbiamo combattere energicamente l’ideologia che induce i nemici della sperimentazione sugli animali a perseguire la propria causa non con l’esempio ma piuttosto combattendo con argomenti disonesti per privare tutti dei vantaggi”.

      “Si dovrebbe informare il pubblico”, ha scritto il direttore della rivista Science del 10 marzo 1989, “che la sperimentazione sugli animali va anche a beneficio di altri animali. Infatti, un vaccino contro la peste bovina, che uccide lentamente e dolorosamente milioni di bovini, è stato messo a punto con esperimenti su animali; ora questa vaccinazione viene praticata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità su milioni di bovini in Africa”.

      Il punto di vista biblico

      Dopo il diluvio universale dei giorni di Noè, Geova Dio emanò per Noè e la sua progenie, che include la nostra generazione, questo decreto: “Ogni animale che si muove ed è in vita vi serva di cibo. Come nel caso della verde vegetazione, vi do in effetti tutto questo. Solo non dovete mangiare la carne con la sua anima, il suo sangue”. (Genesi 9:1, 3, 4) E si sarebbero anche potute usare le pelli animali per vestirsi. In questo modo l’uomo non avrebbe abusato della facoltà concessagli da Dio di dominare sul regno animale. — Genesi 3:21.

      “Se si possono usare gli animali come cibo”, scriveva la rivista Svegliatevi! dell’8 novembre 1980, “sembra ragionevole usarli in esperimenti medici per salvare vite umane. Tuttavia questo non autorizza a ripetere esperimenti d’ogni sorta, spesso inutili, che causano atroci sofferenze”. Certo, dal punto di vista biblico, la spietata crudeltà nei confronti degli animali non può essere giustificata. — Esodo 23:4, 5, 12; Deuteronomio 25:4; Proverbi 12:10.

      Molti medici e scienziati ammettono che il movimento radicale formato da coloro che sono contrari alla sperimentazione sugli animali ha dato alcuni buoni risultati. “Moltissimi argomenti usati dal movimento per la difesa degli animali sono esagerati ma validi”, ha ammesso uno scienziato. “La vita e le sofferenze degli animali devono sicuramente contare qualcosa”, ha dichiarato lo scienziato americano Jeremy J. Stone. E il fisiologo inglese dott. D. H. Smith è d’accordo: “Si ottiene un po’ di conoscenza a un prezzo troppo alto”. “Approviamo il desiderio di rendere meno dolorosi gli esperimenti, di prendersi buona cura degli animali e di ridurre il numero di quelli utilizzati nella sperimentazione”, ha detto il dott. J. B. Wyngaarden degli Istituti Sanitari Nazionali (USA). E un animalista ha ammesso: “Si provava quasi un senso di virilità nell’utilizzare gli animali senza pensarci minimamente. Oggi si ritiene che la cosa da fare sia pensare a metodi alternativi”.

      “Metodi alternativi”: qui sta il segreto. Gli scienziati ammettono che forse non si arriverà mai a escludere del tutto gli animali dalla sperimentazione, ma, dov’è possibile, cercano di continuo metodi alternativi. Per esempio, i conigli non vengono più utilizzati per avere la conferma che una donna è incinta, esistendo ora dei procedimenti chimici. Le cavie non vengono più usate per isolare il bacillo della tubercolosi. Ora si utilizzano colture per risparmiare questi animali che altrimenti verrebbero sacrificati. Altri procedimenti a base di colture di tessuti hanno sostituito alcuni esperimenti su topi. E molti conigli destinati al doloroso Draize test potrebbero essere risparmiati impiegando invece come superficie di prova una membrana di uovo di gallina. Certo chi è sensibile alle sofferenze degli animali spera che si troveranno molti altri metodi alternativi, e presto.

      La più grande alternativa alla sperimentazione sugli animali, comunque, sarà il Paradiso terrestre lungamente atteso per cui i veri cristiani hanno pregato. Geova Dio, l’amorevole Creatore, ha promesso che tutte le malattie e anche la morte saranno eliminate per sempre. Nel nuovo mondo promesso da Dio, uomini e animali saranno sempre in pace gli uni con gli altri, e nulla li spaventerà. E non ci saranno più malattie e quindi neanche il bisogno di fare esperimenti sugli animali. La crudeltà sarà una cosa del passato. — Isaia 25:8; 33:24; 65:25; Matteo 6:9, 10.

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