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  • Sperimentazione sugli animali: Un bene o un male?
  • Svegliatevi! 1990
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  • Il prezzo pagato per salvare vite
  • Cardiochirurgia e malattia di Alzheimer
  • AIDS e morbo di Parkinson
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    Svegliatevi! 1990
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Altro
Svegliatevi! 1990
g90 8/7 pp. 3-5

Sperimentazione sugli animali: Un bene o un male?

SE SIETE fra i milioni di persone che sono venute al mondo agli inizi di questo secolo, forse sapete bene che siete vissuti molto più a lungo di quanto non si aspettassero i vostri genitori e il medico o la levatrice che vi aiutò a nascere. Se siete nati negli Stati Uniti, in Canada o in Europa, la vostra vita media nel 1900 era di circa 47 anni. In altri paesi si poteva vivere anche meno. Oggi in molti paesi la vita media è di oltre 70 anni.

Indipendentemente dalla vostra età, vivete in un tempo paradossale. I vostri nonni o bisnonni furono testimoni degli effetti incontrollabili delle numerose malattie che decimarono la loro generazione. Il vaiolo, per esempio, faceva annualmente innumerevoli migliaia di vittime, lasciandone milioni di altre sfigurate per tutta la vita. Le epidemie di influenza richiedevano il loro tributo di vite: una sola causò la morte di 20 milioni di persone in un anno (1918-19). Dopo la prima guerra mondiale, il tifo epidemico uccise tre milioni di persone in Russia. Durante la seconda guerra mondiale ci furono epidemie di tifo in molti altri paesi. Si calcola che durante le epidemie di tifo siano morte 25 persone ogni 100 infettate.

La temuta paralisi infantile, poi chiamata poliomielite, riduceva la popolazione mondiale di circa 30.000 persone all’anno, rendendone invalide migliaia di altre, specie bambini. Alcuni in tenera età non sopravvivevano al primo attacco di tifo o difterite, di scarlattina o morbillo, di tosse convulsa o polmonite. La lista sembra non avere fine. Nel 1915 i bambini che morivano prima di compiere l’anno erano circa 10.000 ogni 100.000 nati. I tumori al cervello erano inoperabili. La tecnica per aprire le arterie ostruite era sconosciuta. I medici erano impotenti a salvare le vittime di attacchi cardiaci, e un tumore voleva dire morte sicura.

Nonostante i mortali flagelli che hanno imperversato nel mondo dall’inizio del secolo e prima, oggi la vita media dell’uomo è aumentata di circa 25 anni. Pertanto in molte parti del mondo il bambino che nasce oggi può aspettarsi di vivere circa 70 anni.

Il prezzo pagato per salvare vite

Felicemente, la maggioranza dei giovani che sono vivi oggi non ha contratto molte delle malattie mortali che provocarono la morte precoce di tanti loro antenati. Ma forse essi non sono contenti di sapere che molti amici dell’uomo — cani, gatti, conigli, scimmie e altri — sono stati sacrificati in nome della scienza medica ‘affinché oggi le persone potessero vivere una vita più lunga e più sana’, come amano dire gli scienziati.

Praticamente tutte le malattie che sono state debellate o poste sotto controllo in questo secolo — polio, difterite, orecchioni, morbillo, rosolia, vaiolo e altre — sono state sconfitte grazie agli esperimenti effettuati su animali. Anestetici e analgesici, alimentazione e somministrazione di farmaci per via endovenosa, radioterapia e chemioterapia nella cura del cancro, tutto ciò è stato sperimentato e dimostrato efficace prima sugli animali. E questi sono soltanto alcuni esempi.

“Nella medicina moderna non esiste praticamente nessun importante trattamento o intervento chirurgico che si sarebbe potuto mettere a punto senza la sperimentazione sugli animali”, ha detto il dott. Robert J. White, noto neurologo. “Lavorando sui cani e su altri animali si è giunti alla scoperta dell’insulina e al controllo del diabete, agli interventi a cuore aperto, al pace-maker cardiaco nonché all’intera gamma dei trapianti d’organo. Negli Stati Uniti la polio . . . è stata quasi interamente eliminata grazie ai vaccini preventivi messi a punto su scimmie. Con gli esperimenti su animali i ricercatori hanno alzato l’indice di guarigione dei bambini affetti da leucemia linfatica acuta dal 4 per cento nel 1965 al 70 per cento oggi”, ha detto lo stesso medico.

L’importanza della sperimentazione sugli animali è confermata dall’ex assistente di laboratorio Harold Pierson, che ha lavorato sotto la supervisione del dott. F. C. Robbins presso la Western Reserve University di Cleveland (Ohio, USA). Egli ha detto a Svegliatevi! che il loro programma, che ha portato alla scoperta di un vaccino antipoliomielitico da somministrare per via orale, ha comportato l’impiego di reni di scimmia. Il tessuto di un rene si poteva usare per migliaia di esperimenti. Egli ha spiegato: “Le scimmie erano tenute in buone condizioni ed erano sempre anestetizzate prima d’essere operate. Non erano certo trattate in modo deliberatamente crudele. Tuttavia, a causa delle operazioni eseguite su di loro, sono state vittime involontarie della crudeltà della scienza”.

Cardiochirurgia e malattia di Alzheimer

Come diretto risultato della sperimentazione sugli animali sono state messe a punto nuove tecniche chirurgiche per aprire le arterie ostruite da depositi di colesterolo, impedendo così molti attacchi cardiaci, la causa di morte numero uno nel mondo occidentale. Facendo esperimenti prima sugli animali, i medici hanno appreso come asportare estesi tumori dal cervello umano e come riattaccare arti troncati quali gambe e braccia, nonché mani e dita. Il dott. Michael DeBakey, che è stato il primo ad applicare con successo un by-pass delle arterie coronarie, ha detto: “Nel mio campo di indagine clinica, praticamente ogni nuova conquista nella chirurgia cardiovascolare è partita dalla sperimentazione sugli animali”.

Circa la malattia presenile di Alzheimer il dott. Zaven Khachaturian, dell’Istituto Nazionale (per lo studio dell’)Invecchiamento (USA), ha detto: “Otto anni fa eravamo al punto zero. È stato fatto un incredibile progresso nelle ricerche sulla malattia presenile di Alzheimer grazie ai nostri investimenti nelle ricerche di base sul funzionamento del cervello che risalgono agli anni ’30”. Il grosso del lavoro è stato fatto su animali, e il medico ha fatto notare che il segreto del continuo progresso sta in loro.

AIDS e morbo di Parkinson

La ricerca attualmente più importante, che sta tenendo scienziati e immunologi impegnati notte e giorno, riguarda un vaccino contro la temuta AIDS, malattia che secondo la stima di alcuni esperti ucciderà entro il 1991 circa 200.000 persone solo negli Stati Uniti. Nel 1985 gli scienziati di un centro della Nuova Inghilterra (Regional Primate Center) riuscirono a isolare il virus STLV-3 (SAIDS, la forma di AIDS delle scimmie) nei macachi reso e a introdurlo in altre scimmie. Il dott. Norman Letvin, immunologo di questo centro, disse: “Ora che questo virus è stato isolato, abbiamo un modello animale in cui sviluppare vaccini per le scimmie e per gli uomini. Si può imparare molto di più da un piccolo numero di animali in uno studio controllato di quanto non si imparerebbe osservando centinaia di persone malate di AIDS”.

I medici di un centro della Emory University di Atlanta (Yerkes Regional Primate Research Center) furono i primi a dimostrare, con i loro studi sulle scimmie reso, la possibilità di curare il morbo di Parkinson impiantando nel cervello un tessuto che produce dopamina. Dal 1985 i neurochirurghi hanno eseguito questo intervento sull’uomo presso l’ospedale della Emory University. I medici ritengono che da qui si possa arrivare a trovare una cura per questa malattia.

L’uomo è ricorso agli animali per trovare le risposte a domande imbarazzanti su come migliorare e sostenere, anche temporaneamente, la sua vita imperfetta. Tuttavia, l’impiego di animali nella ricerca medica suscita importanti interrogativi di natura etica e morale a cui non è facile dare una risposta.

[Riquadro a pagina 5]

Sperimentazione sugli animali

Nulla di nuovo

L’ESTESA utilizzazione di animali da parte di medici e scienziati per capire la fisiologia umana non è cosa nuova nel XX secolo. È da almeno 2.000 anni che si fa uso di animali nella ricerca medica. Ci sono testimonianze indicanti che nel III secolo a.E.V., ad Alessandria d’Egitto, il filosofo e scienziato Erasistrato usò animali per studiare le funzioni dell’organismo e riscontrò che i risultati di tali studi erano validi anche per l’uomo. Nel IV secolo a.E.V. Aristotele, studiando gli animali, raccolse preziose informazioni sulla struttura e il funzionamento dell’organismo umano. Cinque secoli più tardi il medico greco Galeno utilizzò scimmie e maiali per dimostrare la sua teoria secondo cui le vene trasportano sangue anziché aria.

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