BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g87 22/12 pp. 24-27
  • Terremoti: Come prepararsi per sopravvivere

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Terremoti: Come prepararsi per sopravvivere
  • Svegliatevi! 1987
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Prepararsi in anticipo
  • In caso di terremoto
  • Si possono prevedere i terremoti?
    Svegliatevi! 1982
  • Affrontare le conseguenze
    Svegliatevi! 2002
  • Terremoto! Cosa dovreste fare in caso d’allarme?
    Svegliatevi! 1977
  • Terremoto
    Ausiliario per capire la Bibbia
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 22/12 pp. 24-27

Terremoti: Come prepararsi per sopravvivere

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Giappone

“Non abbiamo idea di cosa dovremmo fare. Scoppierebbe il panico”. Così ha detto un meteorologo del Pakistan riguardo agli effetti che un terremoto avrebbe nel suo paese. In realtà pochi sanno cosa fare in caso di terremoto. Ciò nondimeno, l’ondata di terremoti catastrofici di questo secolo ha indotto ad accrescere le ricerche nel campo della difesa dai terremoti. “Svegliatevi!” ha pertanto intervistato vari ricercatori di diversi paesi. Dato che si è notata fra loro una sorprendente identità di vedute, si spera che queste informazioni risultino utili ai lettori di molti paesi.

“CI FU un rombo”, rammenta Michiko, “seguìto da una tremenda scossa che parve scagliare in aria la nostra casa di legno. Il rumore delle cose che cadevano e dei piatti e dei bicchieri che si rompevano mi atterrì più di qualsiasi altra cosa. All’improvviso, la casa si contorse rimanendo precariamente in equilibrio sulle fondamenta.

“Mia madre non si fece prendere dal panico. Con calma ci disse di vestirci per uscire e di prendere le cose che erano importanti per noi. Ci spiegò che era solo questione di tempo prima che la nostra casa fosse distrutta, quindi dovevamo abbandonarla e andare all’ospedale dove lavorava mio padre”.

Michiko aveva solo 12 anni quando fu testimone di uno dei peggiori disastri di questo secolo: il terremoto del 1923 che rase al suolo due terzi di Tokyo e tutta la città di Yokohama. Migliaia di case crollarono. E quando tutto fu finito, i morti erano più di 143.000. È interessante però notare quanto diceva un rapporto governativo pubblicato in seguito: “Nel crollo delle case perì circa un decimo” del totale delle vittime. Cosa causò allora gli altri 130.000 morti?

Quando si verificò il terremoto mancavano due minuti a mezzogiorno, un’ora in cui molte massaie avevano acceso i fornelli per cucinare il pranzo. Il risultato? Nel giro di qualche secondo scoppiarono innumerevoli incendi! Michiko continua: “Quando ci mettemmo in cammino, le strade strette erano gremite di gente in preda all’isterismo. Cercavano tutti disperatamente di allontanarsi dagli incendi. Lentamente ci facemmo largo in mezzo alla folla. Mia madre ci disse di fare il possibile per rimanere uniti e anche dove incontrarci nel caso ci fossimo persi di vista. Ricordo lo stupore che provai vedendo quali cose la gente aveva afferrato scappando di casa: dalle ciotole per il riso a pesanti cassettoni. Nella confusione aveva preso cose che non sarebbero servite a nulla!”

L’aria, surriscaldata dagli incendi, saliva in alto, creando un risucchio che li alimentava ulteriormente. Si formarono dei tornado e detriti ardenti volavano ovunque. Decine di migliaia di persone corsero verso i parchi in cerca di scampo. Il giorno dopo furono trovate accatastate le une sulle altre: quelle sopra erano morte bruciate e quelle sotto soffocate.

Rete idrica e comunicazioni furono interrotte. Nei giorni immediatamente successivi circolò la voce che gli stranieri avvelenavano la poca acqua potabile che c’era. Si formarono gruppi di vigilantes che uccidevano gli stranieri. La polizia militare uccideva arbitrariamente i vigilantes. Paura e panico ingiustificati provocarono il caos anche in mezzo alla polizia.

A Michiko, comunque, tutto questo fu risparmiato. A tre ore dal terremoto la madre di Michiko aveva accompagnato i figli dal padre, seguendo i piani che avevano già fatto tutti insieme come famiglia. Il padre, a sua volta, li condusse in un luogo sicuro e li protesse dai disordini che seguirono. “Sono grata ai miei genitori”, dice Michiko, “perché mantennero la calma e seppero cosa fare”.

Le autorità giapponesi sono poi pervenute alla conclusione che incendi, panico e voci infondate sono i pericoli di gran lunga maggiori in relazione ai terremoti. Un rapporto governativo ha stabilito che l’83 per cento dei morti del terremoto del 1923 fu provocato dagli incendi scoppiati nelle abitazioni. Il fuoco continua a essere una minaccia in Giappone, dove il legno è largamente usato nelle costruzioni. Nei paesi dove si fa maggior uso di altri materiali, come il cemento, il pericolo degli incendi è notevolmente ridotto. Ad ogni modo, panico e voci infondate sono pericoli mortali quasi ovunque possa verificarsi un terremoto. L’esperienza della famiglia di Michiko illustra che questi problemi si possono prevenire se ci si prepara in anticipo.

Prepararsi in anticipo

Come potete anche voi prepararvi in anticipo? Primo, mettetevi a sedere con tutta la famiglia e scegliete alcuni luoghi del quartiere in cui potreste rifugiarvi. Stabilite dove incontrarvi qualora rimaneste separati e decidete quale itinerario ciascuno può seguire per arrivarci. Menzionate i posti pericolosi da evitare, come le stazioni di servizio che potrebbero esplodere. Visto che c’è pericolo d’incendio, insegnate alla vostra famiglia come chiudere il contatore del gas e l’interruttore elettrico centrale. Accertatevi che ognuno sappia come estinguere un incendio. Se pensate di aver bisogno di aiuto in relazione a vecchi o infermi, accordatevi con i vicini di casa.

Abitate in una zona sismica? Allora sarà utile ancorare i mobili pesanti che potrebbero rovesciarsi. (È stato riferito che durante un terremoto in California un pianoforte a coda con le rotelle andò in giro per la stanza, ferendo diverse persone). Gli oggetti pesanti e pericolosi, inclusi i recipienti di liquidi infiammabili, dovrebbero essere tenuti più in basso possibile o per lo meno in fondo alle mensole. Inoltre, fissate eventuali bombole di gas propano.

In caso di terremoto

Soprattutto, non fatevi prendere dal panico! La prima scossa è di solito la più forte e di rado dura più di un minuto.a Se riuscite a muovervi, però, datevi da fare. Neutralizzate tutte le fonti d’incendio. Le condutture del gas che perdono sono pericolose, e altrettanto dicasi dei fili scoperti e degli elettrodomestici inseriti nelle prese. Perciò chiudete più in fretta che potete il contatore del gas e l’interruttore elettrico centrale. Aprite una porta o una grande finestra — che potrebbe chiudersi e rimanere bloccata — così da avere una via da cui scappare. Poi riparatevi sotto una scrivania o un tavolo. I cassetti di una scrivania servono da rinforzo. Perciò spesso le scrivanie possono sopportare pesi di varie tonnellate senza cedere. Le scrivanie di legno sono di solito più robuste di quelle metalliche. Il dott. Yuji Ishiyama dell’Istituto Ricerche Edili del Giappone ha detto a Svegliatevi!: “Sono fermamente convinto che dire alla gente di rifugiarsi sotto una scrivania sia il miglior consiglio che si possa dare”.

Se non c’è una scrivania, accovacciatevi o sdraiatevi accanto a un divano, un letto o qualche altro robusto mobile che non si rovesci. Non infilatevici sotto, perché le gambe possono facilmente spezzarsi. Cercate di proteggervi la testa. Avendo tanti muri attorno a uno spazio così limitato, forse il bagno è il vano più sicuro.

Un fatto paradossale, comunque, è che durante il recente terremoto di Città di Messico le case fatte di mattoni cotti al sole hanno resistito, mentre edifici alti da otto a venti piani sono crollati. Il prof. Motohiko Hakuno dell’Istituto Ricerche sui Terremoti dell’Università di Tokyo ha detto a Svegliatevi! che questo dipendeva dalla particolare “risonanza” dell’onda sismica. Gli edifici reagiscono in modo diverso a onde di diversa frequenza. “Oltre a non sapere quando un terremoto colpirà una zona”, ha aggiunto il prof. Hakuno, “non sappiamo di che tipo sarà o quali saranno gli edifici più danneggiati. Per questo è difficile stabilire regole per quanto riguarda la sicurezza”.

“Mettetevi nel vano di una porta”, dicono gli esperti nei paesi dove gli infissi e gli architravi sono abbastanza robusti da reggere il peso della costruzione sopra e attorno. In Giappone, però, non è così.

Che dire se scoppia un incendio? Ovviamente, dovreste occuparvene appena possibile, forse chiedendo aiuto ai vicini. Ricordate che per quanto un incendio sia grave, di solito appena sopra il pavimento c’è aria respirabile.

Supponete però che si verifichi un terremoto mentre vi trovate fuori casa.

Edifici grandi: Non cercate di correre fuori, perché durante un terremoto ascensori e scale possono diventare una trappola mortale. Se non potete ripararvi sotto una scrivania, mettetevi vicino a una colonna o a una trave principale dell’edificio. State lontani dagli oggetti che potrebbero cadervi addosso e dai vetri, che potrebbero rompersi. Spesse volte i direttori di scuole, di grandi magazzini e di teatri hanno delle istruzioni ben precise da seguire in caso di emergenza. Seguitele dunque e non agite di testa vostra.

Per la strada: Allontanatevi dai pali del telefono, da cartelli indicatori e insegne. Fate attenzione alle tegole che cadono e ai vetri che si rompono. Se nelle vicinanze non ci sono né parchi né altri spazi aperti, rifugiatevi in un solido fabbricato.

Stazioni e passaggi sotterranei: Questi hanno resistito bene durante terremoti in Messico, Giappone e Grecia. Il pericolo più grande è rappresentato dal fuoco. Spesso però le persone si fanno prendere dal panico al pensiero di rimanere intrappolate e si precipitano verso le scale e le uscite. Comunque, è meglio rimanere nel sottosuolo finché la scossa iniziale non sia cessata e aspettare istruzioni.

Automobili: Le strade devono rimanere sgombre per autopompe, autoambulanze e servizi di emergenza. In Giappone le strade sono strette, così il consiglio è quello di accostarsi al ciglio della strada, fermarsi, accendere la radio e aspettare istruzioni.

Spiagge: Salite su un terreno più alto il più rapidamente possibile. Potrebbe sopraggiungere un’onda di maremoto, che può raggiungere l’altezza di trenta metri e viaggiare alla velocità di centinaia di chilometri all’ora! Di solito la seconda e la terza onda di maremoto sono anche peggiori della prima.

Naturalmente, si spera che non dobbiate mai vedere gli orrori di un terremoto. Ma con la debita preparazione, molti sono sopravvissuti a gravi disastri. Michiko, che ora ha 76 anni, dice: “Quando ero una bambina, i vecchi dicevano che si verifica un terremoto catastrofico una volta ogni 60 anni. Ho pensato spesso che le loro parole non si sono avverate durante la mia vita. Ho visto innumerevoli gravi terremoti”. Sì, viviamo nel tempo in cui Gesù profetizzò ci sarebbero stati “terremoti in un luogo dopo l’altro”. (Matteo 24:7) Siate dunque preparati! State calmi e ubbidite agli avvertimenti e alle istruzioni delle autorità competenti. Avrete maggiori probabilità di sopravvivere in caso di terremoto!

[Nota in calce]

a Notate che le seguenti istruzioni non valgono per chi abita in una casa molto vecchia o senza cemento armato. Gli esperti dicono che se vi trovaste in una costruzione così fragile durante un terremoto, la cosa migliore sarebbe uscire immediatamente! “Mettetevi un grosso cuscino o una sedia sulla testa per proteggervi dalle tegole che cadono, ecc., e muovetevi in fretta”, consigliano le autorità giapponesi.

[Riquadro a pagina 26]

‘Corredo di sopravvivenza’ in caso di terremoto

Dopo un disastro bisogna di solito aspettare due o tre giorni prima che giungano i soccorsi. Si raccomanda pertanto alle famiglie abitanti in zone sismiche di tenere sempre pronta una provvista d’acqua e di viveri per tre giorni. (Si raccomandano cibi in scatola o secchi). Se è necessario abbandonare le case, le autorità raccomandano di portare con sé un ‘corredo di sopravvivenza’ che includa quanto segue:

1. Una provvista d’acqua per tre giorni.

2. Una cassetta di pronto soccorso.

3. Una torcia elettrica.

4. Una radio a transistor per ricevere informazioni e istruzioni accurate.

5. Vestiario, scarpe robuste, coperte, biancheria intima, asciugamani e fazzoletti di carta.

[Immagini a pagina 25]

La dodicenne Michiko all’epoca del grande terremoto del Giappone del 1923. Notate le grandi navi arenate e lo stato di devastazione di Yokohama

[Fonte]

Foto del terremoto, Yokohama, Ufficio comunale per gli incendi

[Fonte dell’immagine a pagina 24]

Y. Ishiyama, Istituto Ricerche Edili, Ministero dell’Edilizia, Governo del Giappone

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi