Uno sguardo al mondo
Afflusso di Bibbie nell’URSS
Da quello che poteva paragonarsi a un filo d’acqua l’afflusso di Bibbie nell’Unione Sovietica è aumentato fino a diventare un vero e proprio fiume in piena. Nel maggio del 1988 il Mainichi Daily News del Giappone riferì che quando a Mosca furono messe in vendita 20 Bibbie in russo, un giovane ingegnere di nome Vladimir disse meravigliato: “In vita mia non ho mai visto una Bibbia in nessun negozio”. Secondo il Los Angeles Times, dal 1985 al 1987 il governo sovietico permise l’ingresso nel paese di 20.000 Bibbie soltanto. Poi giunse la notizia che nell’autunno del 1988 l’URSS aveva accettato circa 100.000 Bibbie. (Vedi Svegliatevi! dell’8 marzo 1989). Stando a quel che si dice, nel 1988 sono state inviate dall’Europa complessivamente 500.000 Bibbie e Nuovi Testamenti. Notizia ancor più sensazionale, il Times riferiva che l’URSS aveva accettato offerte per circa due milioni di Nuovi Testamenti da due fonti occidentali note per aver precedentemente introdotto Bibbie di contrabbando in territorio sovietico.
Le tragiche conseguenze di Bhopal
La tragedia è tutt’altro che finita per le vittime della disastrosa fuga di sostanze chimiche avvenuta quattro anni fa in una fabbrica di pesticidi della Union Carbide di Bhopal (India). La rivista India Today riferisce che mentre nel dicembre del 1984 i fumi letali dell’isocianato di metile uccisero circa 1.800 persone, per la fine del 1988 il numero delle vittime era salito a 3.289, una media di un morto al giorno dal tempo di quella letale fuga. Altre “decine di migliaia” di persone sono condannate a una “morte lenta”. Ma la rivista osserva: “Alcuni di coloro che sono sopravvissuti quasi vorrebbero non esserlo. Vedendo diminuire le speranze di aiuto e di risarcimento si sono a poco a poco scoraggiati, e sono in preda alla disperazione”. A quanto pare, la battaglia legale per ottenere il risarcimento per le vittime è molto complessa. Secondo India Today, “non si intravede nessuna” conclusione del processo.
Discariche nel Terzo Mondo
Le nazioni progredite che hanno difficoltà a sbarazzarsi dei loro rifiuti hanno cominciato a guardare ai paesi del Terzo Mondo come a possibili discariche. Secondo una rivista (Journal Water Pollution Control Federation), le nazioni industrializzate si servono della prospettiva del facile guadagno per indurre le nazioni meno progredite ad accettare i rifiuti stranieri presentandoli come terra di riporto o fertilizzanti. Questi rifiuti, però, sono spesso pericolosi. Per esempio, quando molte tonnellate di ceneri industriali degli Stati Uniti furono scaricate su un’isola poco lontano dalla costa della Guinea (Africa occidentale), la maggior parte degli alberi morì. In Nigeria sono state scoperte 4.000 tonnellate di rifiuti chimici tossici di provenienza italiana. “La popolazione locale si sta ammalando”, diceva l’articolo. Un funzionario di un paese del Terzo Mondo ha detto alla succitata rivista che i paesi meno industrializzati “non hanno le sofisticate tecnologie necessarie per misurare il grado di tossicità dei rifiuti e corrono molti rischi quando li accettano”.
Ultimissime sull’inquinamento
Paesi così diversi come Polonia e Colombia hanno un fin troppo comune denominatore: l’inquinamento. L’Accademia delle Scienze in Polonia ha pubblicato a Varsavia un rapporto in cui si dichiara che un terzo della popolazione del paese abita in una zona ecologicamente disastrata. Il fiume Vistola porta nel Mar Baltico decine di migliaia di tonnellate di sostanze tossiche inquinanti, rovinando le spiagge per i villeggianti e sconvolgendo l’equilibrio ecologico. Anche il fiume Bogotá, in Colombia, è saturo di oltre mille diverse sostanze inquinanti. Contiene 50 volte più mercurio del livello considerato sicuro. Si dice che l’inquinamento sia la probabile causa dell’alto numero di deformità tra i bambini dei villaggi lungo il fiume. Sia il governo colombiano che quello polacco hanno varato programmi per tenere sotto controllo l’inquinamento.
Relazioni sessuali “protette”?
Lo Star di Johannesburg (Sudafrica) riportava che il dott. Claude Newbury ha le prove secondo cui le relazioni sessuali cosiddette “protette” — con l’uso di profilattici per prevenire la diffusione dell’AIDS — non sono poi così protette. Citando le statistiche relative all’indice dei fallimenti nell’uso dei profilattici, il dott. Newbury conclude dicendo: “Il solo sistema sicuro per evitare l’AIDS trasmessa per via sessuale, o qualsiasi altra malattia trasmissibile per via sessuale, è quello di mantenere la verginità prima del matrimonio, di sposare una persona vergine e di essere completamente e assolutamente fedeli al proprio coniuge fino alla morte”. Perché allora si incoraggiano tanto le relazioni sessuali “protette”? “Per il fatto che”, scrive il dott. Newbury, “la maggioranza dei medici, sotto l’influsso della società permissiva, non ha più il coraggio morale di dire a un mondo edonistico che la sodomia e altre forme di rapporti extraconiugali sono nocive sotto il profilo morale, sociale e medico, e potrebbero anche essere fatali”.
Quanto paghereste per tornare giovani?
Quanto paghereste per tornare giovani? Una banca di Tokyo ha fatto questa domanda a 600 donne ed ecco le loro entusiastiche risposte: Le donne sulla quarantina erano disposte a pagare sui 10 milioni di yen (105 milioni di lire), mentre il 10 per cento del gruppo era più che disposto a spendere fino a 30 milioni di yen (315 milioni di lire). Quella che ha offerto di più è stata una donna che ha detto di essere disposta a pagare 70 milioni di yen (735 milioni di lire) per ringiovanire. Naturalmente, nessuna somma di denaro può far avverare una simile speranza. Ma Dio lo può. Egli promette che verrà il tempo in cui la vecchiaia e la morte saranno eliminate. (Rivelazione 21:4) Ecco perché nel libro biblico di Giobbe si legge: “La sua carne divenga più fresca che nella giovinezza; torni egli ai giorni del suo vigore giovanile”. — Giobbe 33:25.
Costano di meno
I farmaci pari (contenenti lo stesso principio attivo) costano in genere il 50 per cento in meno dei farmaci con un nome commerciale a larga diffusione, secondo un recente resoconto dell’FDA, l’ente americano che si occupa dell’alimentazione e dei farmaci. Ma sono altrettanto efficaci? L’FDA ha dichiarato che questi farmaci si possono usare tranquillamente al posto di quelli con un nome commerciale.
Macchina bellica mondiale
“Circa 27 milioni di uomini (e alcune centinaia di migliaia di donne) vengono addestrati a uccidersi fra loro”, ha fatto notare la rivista Asiaweek parlando della consistenza numerica delle forze armate nel mondo. Questa cifra include tutti coloro che compongono l’intera macchina bellica, come impiegati, autisti e cuochi. A che serve mantenere forze così colossali addestrate a distruggere? La rivista risponde: “Essendo così preparate, non avranno bisogno di uccidere”. Ma prosegue osservando che per far rispettare la pace molti eserciti si sono “scontrati nella storia recente”, a volte con un’“orribile perdita di vite”.
Studenti prepotenti
“Migliaia e migliaia” di studenti hanno paura di andare a scuola, dichiara uno studio fatto dallo psicologo norvegese Dan Olweus. Basandosi su dati presi da questo studio, il Globe and Mail di Toronto (Canada) calcola che potrebbero esserci 45.000 studenti canadesi che sono vittime di 35.000 compagni di classe prepotenti. Secondo il giornale, Olweus ha detto che “il 60 per cento di questi studenti prepotenti riceverà almeno una regolare condanna entro i 24 anni”. In un’intervista Olweus ha detto che “spesso i genitori non sanno quello che succede e gli insegnanti fanno ben poco per impedirlo”. Si dice che alcuni alunni terrorizzati “manifestano sintomi somatici come mal di testa e dolori allo stomaco per far fronte allo stress”. Lo studio scandinavo suggeriva di mettere a punto programmi di intervento con la partecipazione di genitori, insegnanti e studenti.
I bambini del Terzo Mondo continuano a morire
Secondo l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), nel 1987 l’economia in ribasso nei paesi del Terzo Mondo ha fatto aumentare di circa 500.000 il numero dei decessi fra i bambini al di sotto dei cinque anni. Nel corso di un’intervista rilasciata al New York Times, il direttore dell’UNICEF ha spiegato il perché: “Sotto la pressione delle difficoltà economiche la maggioranza delle società ha ridotto in maniera sproporzionata i servizi: i programmi sanitari, dell’istruzione e dell’assistenza sociale”. Che cos’ha provocato tutte queste difficoltà economiche? Una causa è il problema del debito. Ultimamente i governi latinoamericani, africani e asiatici si sono sempre più indebitati, per cui hanno meno da spendere per i servizi di cui i poveri hanno bisogno. Il direttore dell’UNICEF ha detto al Times: “È necessario risolvere il problema del debito se si vuole fare un po’ di luce in quei tunnel”.