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  • Il Creatore può rendere la vostra vita più significativa
    La Torre di Guardia 1999 | 15 giugno
    • Il Creatore può rendere la vostra vita più significativa

      “Lodino il nome di Geova; poiché egli stesso comandò, e furono creati”. — SALMO 148:5.

      1, 2. (a) Quale domanda dovremmo prendere in esame? (b) In che modo la domanda di Isaia chiama in causa la creazione?

      “NON hai saputo?” Questa può sembrare una domanda che vuole una risposta precisa, per cui molti risponderanno: ‘Saputo cosa?’ Ma è una domanda seria. E possiamo capire meglio la risposta tenendo conto del contesto in cui viene posta, il capitolo 40 del libro biblico di Isaia. Fu scritto da un ebreo dell’antichità, Isaia, per cui non è una domanda nuova. Al tempo stesso però è molto attuale e ha a che fare col significato della nostra vita.

      2 Essendo così importante, la domanda di Isaia 40:28 merita tutta la nostra attenzione: “Non hai saputo o non hai udito? Geova, il Creatore delle estremità della terra, è Dio a tempo indefinito”. Perciò la domanda “Non hai saputo?” verteva sul Creatore della terra, e il contesto mostra che vi è implicato più che la sola terra. Due versetti prima Isaia aveva scritto riguardo alle stelle: “Alzate gli occhi in alto e vedete. Chi ha creato queste cose? Colui che ne fa uscire l’esercito perfino a numero . . . A motivo dell’abbondanza di energia dinamica, essendo egli anche vigoroso in potenza, non ne manca nessuna”.

      3. Anche se conoscete molte cose riguardo al Creatore, perché dovreste volerne sapere di più?

      3 Perciò la domanda “Non hai saputo?” verte in effetti sul Creatore dell’universo. Può darsi che voi personalmente siate già convinti che Geova Dio è “il Creatore delle estremità della terra”. Forse sapete anche molte cose sulla sua personalità e sul suo modo di agire. Ma che dire se incontraste qualcuno che dubita dell’esistenza di un Creatore e che quindi non ne conosce nemmeno le qualità? Non è strano fare incontri del genere, perché ci sono milioni e milioni di persone che non conoscono il Creatore o non credono in lui. — Salmo 14:1; 53:1.

      4. (a) Perché è il caso di riflettere sul Creatore? (b) Quali risposte non può fornire la scienza?

      4 Le scuole sfornano molti scettici, persone convinte che la scienza abbia le risposte sull’origine dell’universo e della vita o che comunque un giorno le troverà. Un libro osserva: “L’origine della vita è una questione ancora aperta all’alba del XXI secolo. Questo problema così difficile da risolvere richiede l’esplorazione di tutti i campi, dall’immensità dello spazio all’infinitamente piccolo della materia”. Nondimeno l’ultimo capitolo, “Una questione ancora aperta”, ammette: “Abbiamo esaminato alcune risposte scientifiche alla domanda: Com’è comparsa la vita? Ma perché è comparsa la vita? La vita ha uno scopo? A queste domande la scienza non può rispondere. Può solo cercare di capire il ‘come’ delle cose. ‘Come’ e ‘perché’ sono due domande completamente diverse. . . . In quanto alla domanda sul ‘perché’, la risposta devono trovarla la filosofia, la religione e soprattutto ciascuno di noi”. — Hagene e Lenay, Aux Origines de la Vie.

      Trovare le risposte e il significato

      5. Quali persone in particolare potrebbero trarre beneficio dal conoscere meglio il Creatore?

      5 Sì, vogliamo capire perché esiste la vita e specialmente perché siamo qui. Dovremmo anche interessarci di coloro che non sono ancora giunti alla conclusione che esiste un Creatore e che di certo conoscono ben poco il suo modo di agire. Pensate anche a quelli che sono cresciuti con un concetto di Dio molto diverso da quello che presenta la Bibbia. Miliardi di persone sono cresciute in Oriente o in altri luoghi in cui la maggioranza non crede in un Dio personale, un essere reale con una personalità attraente. A loro la parola “dio” fa pensare solo a una forza indefinita o a una causa astratta. ‘Non hanno saputo chi è il Creatore’, né come agisce. Se loro e milioni di altri che la pensano in maniera simile si convincessero dell’esistenza del Creatore, quanti benefìci riceverebbero, compresa la prospettiva di vivere per sempre! Potrebbero anche trovare una cosa davvero rara: una vita veramente significativa, un vero scopo nella vita e pace mentale.

      6. Che analogia presenta oggi la vita di molti con l’esperienza di Paul Gauguin e uno dei suoi dipinti?

      6 Facciamo un esempio: Nel 1891 l’artista francese Paul Gauguin andò in cerca di una vita più soddisfacente nella Polinesia Francese, in un ambiente paradisiaco. Ma la vita dissoluta che aveva condotto in precedenza fu ben presto causa di malattie sia per lui che per altri. Sentendo avvicinarsi la morte, dipinse un’opera di grandi dimensioni in cui sembra ‘interpretare la vita come un grande mistero’. Sapete come intitolò quell’opera? La intitolò: “Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo?” Forse avete sentito altri fare domande simili. Sono in molti a farsele. Ma se non trovano risposte soddisfacenti, se la loro vita non ha un vero significato, a chi possono rivolgersi? Possono concludere che la loro vita non sia molto diversa da quella degli animali. — 2 Pietro 2:12.a

      7, 8. Perché l’indagine scientifica di per sé è insufficiente?

      7 Potete quindi capire perché qualcuno come il fisico Freeman Dyson ha scritto: “Rimango in buona compagnia quando pongo di nuovo la domanda che ha posto [il personaggio biblico] Giobbe: perché soffriamo? Perché il mondo è così ingiusto? Che scopo hanno il dolore e la tragedia?”b (Giobbe 3:20, 21; 10:2, 18; 21:7) Come abbiamo detto, molti si rivolgono alla scienza anziché a Dio. Biologi, oceanografi e altri continuano ad accrescere il bagaglio di conoscenza che l’uomo ha in merito alla terra e alla vita su di essa. Scrutando in un’altra direzione, astronomi e fisici imparano sempre più cose sul sistema solare, sulle stelle, persino su galassie remote. (Confronta Genesi 11:6). A quali conclusioni ragionevoli portano queste ricerche?

      8 Certi scienziati dicono che l’universo rivela la ‘mente’ o la ‘mano’ di Dio. Ma è possibile che questo non sia il punto principale? Secondo la rivista Science, “quando i ricercatori dicono che la cosmologia rivela la ‘mente’ o la ‘mano’ di Dio, ascrivono alla sfera divina quello che in ultima analisi potrebbe essere l’aspetto meno importante dell’universo: la sua struttura fisica”. In effetti Steven Weinberg, premio Nobel per la fisica, ha scritto: “Quanto più l’universo ci appare comprensibile, tanto più ci appare senza scopo”.

      9. Cosa può aiutare noi e altri a conoscere meglio il Creatore?

      9 Oppure potreste essere fra i milioni di persone che hanno studiato a fondo la questione e che capiscono che il vero significato della vita è legato alla conoscenza del Creatore. Ricordate cosa scrisse l’apostolo Paolo: “Gli uomini non possono dire di non sapere nulla su Dio. Dal principio del mondo gli uomini hanno potuto vedere com’è Dio attraverso le cose che ha fatto. Questo rivela la Sua sempiterna potenza. Dimostra che è Dio”. (Romani 1:20, Holy Bible, New Life Version) Sì, esistono fatti relativi al mondo fisico e agli esseri umani che possono aiutare le persone a riconoscere l’esistenza di un Creatore e a dare così un senso alla propria vita. Analizziamo tre aspetti: l’universo che ci circonda, l’origine della vita e le nostre capacità mentali.

      Ragioni per credere

      10. Perché dovremmo riflettere sul “principio”? (Genesi 1:1; Salmo 111:10)

      10 Come ha avuto origine l’universo? Probabilmente saprete, dalle notizie relative ai telescopi spaziali e all’esplorazione dello spazio, che quasi tutti gli scienziati ritengono che l’universo non è sempre esistito. Ha avuto un inizio e continua ad espandersi. Cosa significa questo? Notate cosa ha detto l’astronomo Bernard Lovell: “Se a un certo punto nel passato l’Universo si trovava vicino a uno stato di singolarità di dimensioni infinitesime e densità infinita, dobbiamo chiederci cosa c’era prima . . . Dobbiamo affrontare il problema di un Inizio”.

      11. (a) Quanto è vasto l’universo? (b) A cosa fa pensare la precisione evidente nell’universo?

      11 La struttura dell’universo, terra inclusa, rivela un’estrema precisione. Ad esempio, due notevoli caratteristiche del sole e di altre stelle sono l’efficienza e la stabilità a lungo termine. Secondo le stime attuali, nell’universo visibile ci sono dai 50 ai 125 miliardi di galassie. E la nostra galassia, la Via Lattea, contiene miliardi e miliardi di stelle. Ora considerate: Si sa che nel motore di un’automobile carburante e aria devono essere miscelati in un preciso rapporto. Se possedete un’auto, potete pagare un meccanico esperto perché metta a punto il motore affinché l’auto funzioni meglio, in maniera più efficiente. Se tale precisione è importante in un semplice motore, che dire del nostro sole, che “brucia” in maniera così efficiente? Chiaramente le principali forze in gioco sono calibrate con grande precisione per permettere la vita sulla terra. Questa precisione è forse casuale? Nell’antichità fu chiesto a Giobbe: “Fosti tu a emanare i decreti che governano i cieli, o a stabilire le leggi della natura sulla terra?” (Giobbe 38:33, The New English Bible) Nessun essere umano può rispondere affermativamente. E allora da dove proviene questa precisione? — Salmo 19:1.

      12. Perché non è irragionevole pensare che dietro la creazione ci sia un Essere potente e intelligente?

      12 Può darsi che provenga da qualcosa o da Qualcuno che è invisibile agli occhi umani? Considerate questa domanda alla luce della scienza moderna. Oggi la maggioranza degli astronomi riconosce l’esistenza di oggetti celesti estremamente potenti chiamati buchi neri. I buchi neri non si possono vedere, eppure gli esperti sono convinti che esistano. Analogamente, la Bibbia riferisce che, in un altro reame, esistono potenti creature che non si possono vedere, creature spirituali. Se tali esseri potenti e invisibili esistono, non è plausibile che la precisione evidente in tutto l’universo abbia avuto origine da un Essere potente e intelligente? — Neemia 9:6.

      13, 14. (a) Cosa ha appurato la scienza circa l’origine della vita? (b) Cosa indica l’esistenza della vita sulla terra?

      13 Un altro ragionamento che può aiutare le persone a riconoscere l’esistenza di un Creatore riguarda l’origine della vita. Dall’epoca degli esperimenti di Louis Pasteur, è un fatto riconosciuto che la vita non può comparire dal nulla per generazione spontanea. E allora come è nata la vita sulla terra? Negli anni ’50 gli scienziati tentarono di dimostrare che la vita sulla terra si sarebbe potuta evolvere lentamente in qualche oceano primordiale grazie all’azione dei fulmini che attraversavano di continuo l’atmosfera primitiva. Dati più recenti, tuttavia, dimostrano che è improbabile che la vita sulla terra sia nata in questo modo, perché un’atmosfera del genere non è mai esistita. Di conseguenza alcuni scienziati sono alla ricerca di una spiegazione meno lacunosa. Ma è possibile che anch’essi siano fuori strada?

      14 Lo scienziato inglese Fred Hoyle, che ha passato decenni a studiare l’universo e la vita, ha fatto questo commento: “Anziché accettare la probabilità inconcepibilmente piccola che la vita sia sorta grazie alle cieche forze della natura, sembrava meglio supporre che all’origine della vita ci fosse stato un deliberato atto intellettuale”. Sì, più cose si imparano circa le meraviglie della vita, più è logico concludere che la vita provenga da una Fonte intelligente. — Giobbe 33:4; Salmo 8:3, 4; 36:9; Atti 17:28.

      15. Perché si può dire che ognuno di noi è straordinario?

      15 Perciò un primo tipo di ragionamento riguarda l’universo, e un secondo l’origine della vita sulla terra. Notate ora il terzo: le caratteristiche che ci rendono straordinari. Sotto molti aspetti tutti gli esseri umani sono straordinari, voi compresi. In che senso? Avrete sentito paragonare il cervello umano a un potente computer. Ebbene, recenti scoperte indicano che in realtà questo paragone è estremamente riduttivo. Uno scienziato del Massachusetts Institute of Technology ha detto: “I computer odierni non si avvicinano nemmeno a un bambino di 4 anni per quanto riguarda la capacità di vedere, parlare, muoversi o usare buon senso. . . . Secondo una stima, persino il più potente supercomputer ha una capacità di elaborare informazioni pari a quella del sistema nervoso di una lumaca: una minima parte della potenza di cui dispone il supercomputer che abbiamo nel cranio”.

      16. Cosa indica la capacità di parlare?

      16 Una delle facoltà che abbiamo grazie al cervello è l’uso del linguaggio. È vero che c’è chi parla due, tre o più lingue, ma la capacità di parlarne anche una sola rende unici gli esseri umani. (Isaia 36:11; Atti 21:37-40) Due esperti chiedono: “Soltanto l’uomo . . . è capace di comunicare per mezzo del linguaggio? . . . Tutti gli animali superiori certamente comunicano con . . . gesti, odori, richiami, canti e perfino la danza, come le api. Tuttavia non sembra che altri animali all’infuori dell’uomo abbiano una lingua strutturata grammaticalmente. Inoltre gli animali, e ciò può essere altamente significativo, non disegnano figure con un senso. Al massimo scarabocchiano”.c È vero, soltanto l’uomo può usare il cervello per parlare una lingua e disegnare figure che hanno un senso. — Confronta Isaia 8:1; 30:8; Luca 1:3.

      17. Qual è una differenza fondamentale fra un animale e un essere umano che si guardano allo specchio?

      17 In più, voi siete coscienti della vostra identità e consapevoli di esistere. (Proverbi 14:10) Avete mai osservato un uccello, un cane, un gatto o un altro animale guardarsi allo specchio e beccare lo specchio, ringhiare o attaccare? Non riconosce se stesso, per cui pensa di trovarsi davanti a un altro animale. Ma quando voi vi guardate allo specchio siete consapevoli di vedere voi stessi. (Giacomo 1:23, 24) Forse controllate il vostro aspetto o vi chiedete come sarete fra qualche anno. Gli animali non fanno cose simili. Il vostro cervello vi rende dunque straordinari. A chi spetta il merito di ciò? Come è venuto all’esistenza il cervello, se non per opera di Dio?

      18. Quali capacità intellettuali ci distinguono dagli animali?

      18 Il cervello ci permette anche di apprezzare l’arte e la musica, come pure di avere un senso morale. (Esodo 15:20; Giudici 11:34; 1 Re 6:1, 29-35; Matteo 11:16, 17) Perché noi sì e gli animali no? Gli animali usano il cervello principalmente per soddisfare i loro bisogni immediati: procurarsi da mangiare, trovare un compagno o una compagna, fare il nido. Solo gli esseri umani fanno progetti a lungo termine. C’è chi pensa addirittura all’effetto che certi suoi comportamenti avranno sull’ambiente o sui propri discendenti nel lontano futuro. Perché? Ecclesiaste 3:11 dice degli uomini: “Anche il tempo indefinito [il Creatore] ha posto nel loro cuore”. Sì, la nostra capacità di riflettere sul significato del tempo indefinito o di pensare alla vita eterna è del tutto particolare.

      Lasciate che il Creatore renda la vostra vita più significativa

      19. Quale argomentazione in tre parti si può usare per aiutare altri a riflettere sul Creatore?

      19 Abbiamo toccato solo tre campi: la precisione che si riscontra nell’immenso universo, l’origine della vita sulla terra e le facoltà innegabilmente singolari del cervello umano. Cosa indicano questi tre aspetti? Ecco un’argomentazione che potreste usare per aiutare altri a giungere a una conclusione. Cominciate col chiedere: L’universo ha avuto un inizio? Quasi tutti diranno di sì. In tal caso, chiedete: Tale inizio è avvenuto senza nessuna causa oppure ne ha avuta una? Quasi tutti ammettono che l’inizio dell’universo deve aver avuto una causa. Questo porta all’ultima domanda: Tale causa è qualcosa di eterno oppure Qualcuno che è eterno? Con questo ragionamento chiaro e logico, molti possono essere aiutati ad arrivare alla conclusione giusta: ci deve essere un Creatore! Stando così le cose, la vita non dovrebbe avere un significato?

      20, 21. Perché conoscere il Creatore è essenziale per avere una vita significativa?

      20 Tutta la nostra esistenza, compreso il nostro senso morale e la morale stessa, dovrebbe essere legata al Creatore. Il dott. Rollo May scrisse: “La sola adeguata struttura della moralità è quella che si basa sul fine ultimo della vita”. E dove si trova? Egli aggiunse: “La vera struttura è la natura di Dio. I principi di Dio sono i principi che costituiscono il fondamento della vita dall’inizio della creazione in poi”.

      21 Possiamo ben capire quindi perché il salmista manifestasse sia umiltà che sapienza quando supplicò il Creatore: “Fammi conoscere le tue proprie vie, o Geova; insegnami i tuoi propri sentieri. Fammi camminare nella tua verità e insegnami, poiché tu sei il mio Dio di salvezza”. (Salmo 25:4, 5) Più il salmista acquistava conoscenza del Creatore, più la sua vita acquistava significato, scopo e direzione. Lo stesso vale per ognuno di noi. — Esodo 33:13.

      22. Cosa include il conoscere le vie del Creatore?

      22 Conoscere le “vie” del Creatore include il conoscere meglio lui, sia la sua personalità che il suo modo di agire. Ma dato che il Creatore è invisibile e onnipotente, come possiamo conoscerlo meglio? Il prossimo articolo risponderà a questa domanda.

      [Note in calce]

      a Basandosi sulle esperienze nei campi di concentramento nazisti, lo psichiatra Viktor E. Frankl scrisse: “Lo sforzo per trovare un significato nella vita è la principale forza motivazionale dell’uomo e non una ‘razionalizzazione secondaria’ di impulsi istintivi”, come quelli degli animali. Aggiunse che secondo un sondaggio condotto in Francia decenni dopo la seconda guerra mondiale, “l’89 per cento degli intervistati ammetteva che l’uomo ha bisogno di ‘qualcosa’ per cui valga la pena di vivere”.

  • Imparate a conoscere il vostro Creatore
    La Torre di Guardia 1999 | 15 giugno
    • Imparate a conoscere il vostro Creatore

      “Io stesso farò passare davanti alla tua faccia tutta la mia bontà, e certamente dichiarerò il nome di Geova davanti a te”. — ESODO 33:19.

      1. Perché il Creatore merita di essere onorato?

      L’APOSTOLO Giovanni, scrittore dell’ultimo libro della Bibbia, mise per iscritto questa dichiarazione significativa riguardo al Creatore: “Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furono create”. (Rivelazione [Apocalisse] 4:11) Come spiegava l’articolo precedente, le moderne scoperte scientifiche forniscono spesso ulteriori ragioni per credere nell’esistenza del Creatore di tutte le cose.

      2, 3. (a) Cos’hanno bisogno di conoscere le persone riguardo al Creatore? (b) Perché non è ragionevole aspettarsi di incontrare il Creatore in persona?

      2 Riconoscere l’esistenza del Creatore è importante, ma altrettanto importante è conoscere le sue qualità: sapere che è una persona reale, con una personalità e un modo di agire che ci attraggono. A prescindere da quanto lo conosciate già, non sarebbe utile conoscerlo meglio? Questo non richiede che lo incontriamo di persona, come si possono incontrare gli esseri umani.

      3 Geova è anche il Creatore delle stelle. Il nostro sole è solo una stella di medie dimensioni. Pensereste di poter incontrare il sole venendo fisicamente in contatto con esso? Difficilmente! La maggioranza delle persone fa addirittura attenzione a non guardarlo fisso e a non esporre troppo la pelle ai suoi raggi. La temperatura del suo nucleo raggiunge i 15 milioni di gradi. Ogni secondo questa fornace termonucleare trasforma in energia circa quattro milioni di tonnellate di materia. Solo una minima parte di questa energia raggiunge la terra sotto forma di luce e calore, ma è sufficiente a sostenere tutta la vita sulla terra. Questi dati dovrebbero farci capire l’immensità della potenza del Creatore. Appropriatamente Isaia poté parlare dell’‘abbondanza di energia dinamica del Creatore, che è anche vigoroso in potenza’. — Isaia 40:26.

      4. Cosa chiese Mosè, e cosa rispose Geova?

      4 Sapevate che nel 1513 a.E.V., alcuni mesi dopo che gli israeliti erano usciti dall’Egitto, Mosè supplicò il Creatore dicendo: “Ti prego, fammi vedere la tua gloria”? (Esodo 33:18) Tenendo presente che Dio è il Creatore anche del sole, potete capire perché rispose a Mosè: “Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo può vedermi e vivere”. Il Creatore permise a Mosè di nascondersi in una cavità del monte Sinai mentre gli ‘passava’ accanto. Mosè vide quindi Dio “di dietro”, per così dire, nel senso che vide un qualche riflesso della gloria, o presenza, del Creatore. — Esodo 33:20-23; Giovanni 1:18.

      5. In che modo il Creatore soddisfece la richiesta di Mosè, dimostrando che cosa?

      5 Il desiderio di Mosè di conoscere meglio il Creatore non rimase insoddisfatto. Parlando evidentemente tramite un angelo, Dio passò accanto a Mosè e dichiarò: “Geova, Iddio misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità e verità, che conserva l’amorevole benignità a migliaia, che perdona l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione”. (Esodo 34:6, 7) Questo indica che conoscere meglio il Creatore non significa vedere qualche forma fisica, ma conoscere più a fondo le sue qualità, la sua personalità e le sue caratteristiche.

      6. Perché il nostro sistema immunitario è stupefacente?

      6 Un modo in cui possiamo fare questo è cercando di discernere le qualità di Dio dalle cose create. Pensate al nostro sistema immunitario. In un numero dedicato al sistema immunitario, una rivista scientifica diceva: “Da prima della nascita fino alla morte, il sistema immunitario è continuamente in stato di allerta. Una schiera di molecole e cellule . . . ci protegge da parassiti e germi patogeni. Senza queste difese gli esseri umani non potrebbero sopravvivere”. (Scientific American) Qual è la fonte di questo sistema? La rivista Le Scienze diceva: “La straordinaria schiera di cellule che interagiscono tra loro per difendere l’organismo dalle invasioni microbiche e virali trae origine da un piccolo numero di precursori che cominciano ad apparire a circa nove settimane dal concepimento”. (Novembre 1993, pagina 31) Una donna incinta trasmette un certo grado di immunità al feto che ha in grembo. In seguito, con l’allattamento al seno, provvederà al bambino cellule immunitarie e utili sostanze chimiche.

      7. Che riflessione potremmo fare sul nostro sistema immunitario, giungendo così a quale conclusione?

      7 Ci sono validi motivi per ritenere che il nostro sistema immunitario sia di gran lunga superiore a qualunque cosa la medicina moderna possa offrire. Perciò chiedetevi: ‘Cosa ci fa capire questo circa Colui che lo ha ideato e provveduto?’ Questo sistema, che ‘comincia ad apparire a circa nove settimane dal concepimento’ e che è pronto a proteggere il neonato, è sicuramente indice di sapienza e previdenza. Ma potremmo discernere qualcosa di più circa il Creatore riflettendo sul sistema immunitario? Cosa conclude la maggioranza di noi quando pensa ad Albert Schweitzer e ad altri che hanno dedicato la vita all’assistenza sanitaria dei derelitti? Di solito li consideriamo dei benefattori. Analogamente, cosa possiamo concludere riguardo al Creatore, che ha provveduto un sistema immunitario tanto ai ricchi quanto ai poveri? È ovvio che è amorevole, imparziale, compassionevole e giusto. Non concorda questo con la descrizione del Creatore che Mosè udì?

      Dio rivela le sue qualità

      8. Mediante che cosa, in particolare, si rivela Geova?

      8 C’è però un altro modo per conoscere meglio il Creatore: attraverso la Bibbia. Questo è particolarmente importante perché ci sono delle cose riguardo a lui che la scienza e l’universo non possono rivelare, e altre che nella Bibbia sono molto più chiare. Un esempio è il nome personale del Creatore. Soltanto la Bibbia ci rivela sia il nome del Creatore che la sua importanza. Nei manoscritti ebraici della Bibbia esso compare circa 7.000 volte sotto forma di quattro consonanti, che si possono traslitterare YHWH o JHVH, comunemente pronunciate Geova in italiano. — Esodo 3:15; 6:3.

      9. Cosa significa il nome personale del Creatore, e cosa possiamo dedurne?

      9 Per conoscere meglio il Creatore dobbiamo capire che non è un’astratta “Causa Prima” né un vago “Io sono”. Il suo nome personale lo dimostra. È una forma verbale ebraica che significa “divenire” o “mostrare d’essere”.a (Confronta Genesi 27:29). Il nome di Dio significa “Egli fa divenire” e sottolinea che egli si propone di agire e poi attua quanto si è proposto. Conoscendo e usando il suo nome possiamo capire meglio che egli adempie le promesse e porta attivamente il suo proposito a compimento.

      10. Cosa apprendiamo dal racconto di Genesi?

      10 La Bibbia è la fonte della conoscenza dei propositi e della personalità di Dio. Il racconto di Genesi rivela che un tempo l’umanità viveva in pace con Dio e aveva la prospettiva di una vita lunga e significativa. (Genesi 1:28; 2:7-9) In armonia col significato del suo nome, possiamo essere certi che Geova porrà fine alle sofferenze e alla frustrazione che da tempo affliggono il genere umano. Circa l’adempimento del suo proposito leggiamo: “Il mondo fisico fu reso soggetto alla frustrazione, non per suo proprio desiderio, ma per volontà del Creatore, che nel far questo gli diede la speranza che un giorno potrà essere . . . reso partecipe della gloriosa libertà dei figli di Dio”. — Romani 8:20, 21, The New Testament Letters, di J. W. C. Wand.

      11. Cosa impariamo dagli episodi descritti nella Bibbia, e quali particolari troviamo in uno di essi?

      11 La Bibbia può anche aiutarci a conoscere meglio il Creatore nel senso che rivela il modo in cui agì e reagì con l’antico Israele. Prendete l’episodio di Eliseo e di Naaman, capo dell’ostile esercito siro. Mentre leggete questo racconto in 2 Re capitolo 5, noterete che una ragazzina israelita prigioniera esortò Naaman, che era lebbroso, a recarsi in Israele per essere guarito da Eliseo. Naaman ci andò aspettandosi che Eliseo compisse qualche rito mistico muovendo le mani da una parte all’altra per guarirlo. Invece Eliseo gli disse di bagnarsi nel fiume Giordano. I suoi subalterni dovettero convincere Naaman a fare come gli era stato detto, e, quando lo fece, Naaman fu sanato. Allora offrì a Eliseo dei doni preziosi, che il profeta rifiutò. In seguito un servitore di Eliseo raggiunse di nascosto Naaman e, mentendo, riuscì a farsi dare alcuni oggetti di valore. Per la sua disonestà fu colpito dalla lebbra. È un racconto affascinante, umano, da cui si può davvero imparare.

      12. Quali conclusioni possiamo trarre sul Creatore dal racconto di Eliseo e Naaman?

      12 In maniera avvincente il racconto indica che il grande Creatore dell’universo non è così in alto da non poter guardare con favore a una ragazzina, atteggiamento ben diverso da quello comune in molte culture odierne. Indica pure che il Creatore non mostra parzialità verso una particolare razza o nazione. (Atti 10:34, 35) Fatto interessante, anziché aspettarsi che le persone ricorrano a formule ritualistiche — cosa comune fra i “guaritori” del passato e del presente — il Creatore dimostrò meravigliosa sapienza. Sapeva come guarire la lebbra. Manifestò anche perspicacia e giustizia non permettendo che l’inganno del servitore riuscisse. Ancora una volta, tutto ciò non è coerente con la personalità di Geova descritta a Mosè? Seppur breve, questo racconto biblico ci fa capire molte cose sulla personalità del Creatore! — Salmo 33:5; 37:28.

      13. Illustrate come si possono ricavare insegnamenti preziosi dai racconti biblici.

      13 Altri racconti sull’ingratitudine degli israeliti e sulla reazione di Geova Dio dimostrano che egli si interessa veramente degli esseri umani. La Bibbia dice che gli israeliti lo misero ripetutamente alla prova, contristandolo e addolorandolo. (Salmo 78:40, 41) Perciò il Creatore prova sentimenti e si interessa di ciò che fanno gli esseri umani. Si possono imparare molte cose anche dai racconti relativi a personaggi noti. Quando Davide fu scelto come re di Israele, Dio disse a Samuele: “Il semplice uomo vede ciò che appare agli occhi; ma in quanto a Geova, egli vede il cuore”. (1 Samuele 16:7) Sì, il Creatore non si ferma all’aspetto esteriore, ma guarda ciò che siamo interiormente. Non è rincorante saperlo?

      14. Quale cosa utile possiamo fare quando leggiamo le Scritture Ebraiche?

      14 Trentanove libri della Bibbia furono scritti prima del tempo di Gesù, e meritano di essere letti. Non dovremmo farlo solo per imparare racconti biblici o fatti storici. Se vogliamo veramente conoscere il nostro Creatore, dovremmo meditare su questi racconti, chiedendoci: ‘Cosa rivela questo episodio per quanto riguarda la sua personalità? Quale delle sue qualità è messa in evidenza?’b Questo può aiutare anche gli scettici a capire che la Bibbia è di origine divina, ponendo così le basi perché imparino a conoscerne meglio l’amorevole Autore.

      Un grande Insegnante ci aiuta a conoscere il Creatore

      15. Perché è istruttivo riflettere sulle azioni e sugli insegnamenti di Gesù?

      15 È vero che chi dubita dell’esistenza del Creatore o ha solo un’idea vaga di lui forse conosce poco la Bibbia. Vi sarà capitato di incontrare persone che non sanno se Mosè sia vissuto prima o dopo Matteo o che non sanno quasi nulla di ciò che fece e insegnò Gesù. È un vero peccato, perché si può imparare tanto sul Creatore dal grande Insegnante, Gesù. Avendo avuto una stretta relazione con Dio, poteva rivelare la personalità del nostro Creatore. (Giovanni 1:18; 2 Corinti 4:6; Ebrei 1:3) E lo fece, tanto che una volta disse: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. — Giovanni 14:9.

      16. Cosa illustra il modo in cui Gesù trattò la samaritana?

      16 Considerate questo esempio. Una volta, benché fosse stanco, Gesù parlò con una samaritana presso Sichar. Insegnò verità profonde, imperniate sulla necessità di ‘adorare il Padre con spirito e verità’. Gli ebrei di quel tempo evitavano i samaritani. Gesù invece rispecchiò la prontezza di Geova ad accettare le persone sincere di tutte le nazioni, uomini e donne, come abbiamo già visto nell’episodio relativo a Eliseo e Naaman. Questo ci assicura che Geova è superiore alle meschine ostilità religiose che permeano il mondo odierno. È anche degno di nota il fatto che Gesù fu disposto a insegnare a una donna, tra l’altro una donna che viveva con un uomo che non era suo marito. Anziché condannarla, Gesù la trattò in maniera dignitosa, così da poterla aiutare veramente. In seguito altri samaritani ascoltarono Gesù e conclusero: “Sappiamo che quest’uomo è veramente il salvatore del mondo”. — Giovanni 4:2-30, 39-42; 1 Re 8:41-43; Matteo 9:10-13.

      17. A quale conclusione perveniamo leggendo il racconto della risurrezione di Lazzaro?

      17 Esaminiamo ancora un altro esempio per vedere cosa possiamo imparare riguardo al Creatore familiarizzandoci con le azioni e gli insegnamenti di Gesù. Pensate a quando morì il suo amico Lazzaro. In precedenza Gesù aveva dimostrato di avere il potere di risuscitare i morti. (Luca 7:11-17; 8:40-56) Ma come reagì quando vide Maria, la sorella di Lazzaro, che piangeva? Gesù “gemé nello spirito e si turbò”. Non fu indifferente o distaccato: “cedette alle lacrime”. (Giovanni 11:33-35) E quello non fu un semplice sfogo emotivo. Gesù si sentì spinto a compiere un’azione concreta: risuscitò Lazzaro. Potete immaginare come questo aiutò gli apostoli a capire i sentimenti e il modo di agire del Creatore! Dovrebbe aiutare anche noi e altri a capire la sua personalità e le sue vie.

      18. Perché non bisogna vergognarsi di studiare la Bibbia?

      18 Non c’è ragione di vergognarsi di studiare la Bibbia per conoscere meglio il nostro Creatore. La Bibbia non è un libro superato. Uno che la studiò e divenne uno stretto collaboratore di Gesù fu Giovanni. In seguito scrisse: “Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato la capacità intellettuale di acquistare conoscenza del Vero. E noi siamo uniti al Vero, per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo. Questi è il vero Dio e la vita eterna”. (1 Giovanni 5:20) Notate che l’impiego della “capacità intellettuale” per acquistare conoscenza “del Vero”, del Creatore, può condurre alla “vita eterna”.

      Come potete aiutare altri a conoscere Dio?

      19. Cosa è stato fatto per aiutare gli scettici?

      19 Alcuni hanno bisogno di molte prove per credere che esiste un Creatore compassionevole che si interessa di noi e per capirne la personalità. Milioni e milioni di persone sono scettiche sul Creatore o ne hanno un’idea che non corrisponde a quella che troviamo nella Bibbia. Come potete aiutarle? Alle assemblee di distretto e internazionali tenute dai testimoni di Geova nel 1998/99 è stato presentato un nuovo strumento efficace, disponibile in molte lingue: il libro Esiste un Creatore che si interessa di noi?

      20, 21. (a) Come si può usare efficacemente il libro Creatore? (b) Narrate alcune esperienze sull’efficacia del libro Creatore.

      20 Questo libro rafforzerà anche la vostra fede nel Creatore e il vostro apprezzamento per la sua personalità e il suo modo di agire. Perché ne siamo così sicuri? Perché il libro Esiste un Creatore che si interessa di noi? è stato scritto proprio per raggiungere questi obiettivi. Un filo conduttore che ricorre in tutto il libro è la domanda “Cosa può rendere più significativa la vostra vita?” Il contenuto è presentato in modo tale da destare l’interesse anche di persone molto istruite. Nello stesso tempo, menziona i desideri che tutti abbiamo. Vi si trovano informazioni affascinanti e convincenti per chi dubita dell’esistenza del Creatore. Non parte dal presupposto che esista un Creatore. Chi è scettico troverà avvincente la trattazione di recenti scoperte e idee scientifiche. Queste informazioni rafforzeranno anche la fede di chi crede in Dio.

      21 Studiando questo nuovo libro si noterà che alcune parti fanno una panoramica dell’intera Bibbia, per mettere in evidenza aspetti della personalità di Dio che aiutano i lettori a conoscerlo meglio. Molti che lo hanno già letto hanno confermato che nel loro caso è stato così. (Vedi l’articolo che segue, alle pagine 25-6). Speriamo che sia così anche per voi mentre vi familiarizzate col libro e lo usate per aiutare altri a conoscere meglio il nostro Creatore.

      [Note in calce]

      a Nei suoi commenti a proposito di una forma verbale affine, il gesuita Michael J. Gruenthaner, all’epoca direttore del Catholic Biblical Quarterly, disse che questo verbo “non ha mai il senso di esistenza in astratto, ma esprime sempre l’essere o il divenire in senso fenomenologico, cioè il manifestarsi in modo concreto”. — Volume IX, aprile 1947, pagina 208.

      b Quando i genitori raccontano ai figli episodi biblici, possono aiutarli mediante domande del genere. Così i giovani conosceranno meglio Dio, oltre a imparare a meditare sulla sua Parola.

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