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  • Mente liberata per il buon combattimento
    La Torre di Guardia 1950 | 1° novembre
    • 43. Oltre ad abbattere il moderno culto di Baal, che cosa compie la verità, e come dovrebbero proclamare questa verità i seguaci di Cristo?

      43 La verità relativa all’origine pagana e alle qualità simili a quelle del culto di Baal delle dottrine religiose della Cristianità libera da esse la mente di chi l’ascolta, le rovescia, le fa crollare dalla considerazione cristiana che avevano avuto prima nella mente di una persona. Ma la verità della Bibbia fa più che divellere, abbattere, far crollare e distruggere, com’è mostrato dalla commissione di Geremia: “Vedi, io ti costituisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per svellere, per demolire, per abbattere, per distruggere, per edificare e per piantare”. (Ger. 1:10) Come Gedeone edificò la vera adorazione dopo aver abbattuto il culto di Baal, così oggi gli unti del rimanente piantano ed edificano il corretto insegnamento dopo aver spazzato via i rifiuti dottrinali del supposto paganesimo cristianizzato. Nel compiere questo servizio i seguaci di Cristo devono scartare le questioni stolte e le contese, e devono esser miti, pazienti e persuasivi, affinché chi apprende possa ricuperare la libertà mentale strappatagli da Satana. “Schiva le questioni stolte e scempie, sapendo che generano contese. Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev’essere mite inverso tutti, atto ad insegnare, paziente, correggendo con dolcezza quelli che contraddicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità; in guisa che, tornati in sé, escano dal laccio del Diavolo, che li avea presi prigionieri perché facessero la sua volontà”. — 2 Tim. 2:23-26.

      44. Perché sono stati mentalmente liberati i testimoni di Geova? e come son essi preparati per adempiere tale proposito?

      44 È per questo combattimento nell’interesse della liberazione che i testimoni di Geova sono stati essi stessi liberati. La verità che li ha resi liberi dev’essere adoperata per liberare altri, com’è mostrato dalla parabola dei talenti. (Luca 19:11-27; Matt. 5:14-16) Essi combattono come soldati di Cristo, sopportano le privazioni, si tengono separati dagli imbrogli mondani. (2 Tim. 2:2-4) Armati non d’armi carnali ma con la verità della Bibbia, essi possono abbattere le carceri e i fortilizi mentali, e qualsiasi argomentazione od ostacolo suscitato dai carcerieri visibili può essere superato, così le menti prima in balìa di Satana vengono vincolate in ubbidienza a Cristo e a Dio. “Sebbene camminiamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze; poiché distruggiamo i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciam prigione ogni pensiero traendolo all’ubbidienza di Cristo”. — 2 Cor. 10:3-5.

      45. Quali domande rimangono che saranno soddisfatte nel prossimo numero?

      45 Quando ci volgiamo all’antico dramma profetico di Gedeone e della sua piccola schiera di trecento uomini, quando li seguiamo nella battaglia contro i nemici che si spandevano nella valle di Izreel numerosi come le locuste, vi troviamo noi prefigurata la lotta cristiana che non fa uso d’armi carnali? Corrisponde l’esito della battaglia dei giorni dei giudici ai risultati del combattimento cristiano in questi ultimi giorni del mondo di Satana? Per la considerazione dei fatti in risposta vogliate esaminare il nostro prossimo numero.

  • I testimoni di Geova attaccano l’analfabetismo nel Messico
    La Torre di Guardia 1950 | 1° novembre
    • I testimoni di Geova attaccano l’analfabetismo nel Messico

      “È DIRITTO inalienabile, e pure dovere della Chiesa, sorvegliare l’intera educazione dei suoi figliuoli”. Così disse il papa Pio XI nella sua enciclica del 1929. Egli asserì inoltre che la “missione della Chiesa Cattolica di educare si estende egualmente a quelli fuori dell’ovile”. Veramente, si penserebbe che nei passati 1.600 anni la Chiesa avrebbe fatto quanto è in suo potere per educare le masse cattoliche; ma è realmente questo il caso? Migliaia di testimoni di Geova nel Messico nella loro predicazione di porta in porta presentano la loro cartolina di testimonianza al popolo, mostrando la più recente offerta di letteratura de LA TORRE DI GUARDIA, e chiedono gentilmente al solito cattolico di leggerla. Da un’estremità del Messico all’altra, la risposta normalmente è: “Mi dispiace. Non so leggere”. Così sembra che l’indispensabile dovere della Chiesa Cattolica di educare i suoi figliuoli, non è così indispensabile come pretende. Se tale fosse il caso non vi sarebbero tanti analfabeti nel Messico cattolico.

      Ciò non ostante, la Chiesa e i suoi seguaci sovente lanciano delle pretese circa l’opera educativa che ha fatto e sta facendo. Religion in the Republic of Mexico dice che “la Chiesa Cattolica. . . è spesso lodata dai suoi difensori per la sua opera educativa. È vero che questa è stata vasta, ma soffre per due serii difetti. Primo: è stata dedicata al prestigio della Chiesa piuttosto che al vero benessere della nazione. Secondo: è stata quasi interamente limitata alla classe più elevata ed ha mancato di beneficare le moltitudini”. Subito dopo il primo periodo la razza conquistata fu abbandonata all’oscurantismo. Un autore cattolico dice che “”molti del clero stimano pericoloso educare gli Indiani e opposero anche tenacemente la teoria che gli Indiani dovrebbero imparare più di quanto è necessario alla salvezza”. Un prete chiamato Torquemada scrisse nel 1605 che “l’educazione degli Indiani era cessata [il dovere indispensabile della Chiesa!], e che vi erano persino dei teologi cattolici i quali sostenevano che gli Indiani non avevano anima”. Sì, invece di edificare

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