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Che cosa dovrebbero dire i sermoni?La Torre di Guardia 1958 | 1° settembre
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di vita eterna sulla terra nel nuovo mondo di Dio, e i cui sermoni indichino la sola maniera di sopravvivere ad Armaghedon nel nuovo mondo di Dio?
Sì! L’identità di tale società è ovvia; poiché vi è soltanto un’organizzazione oggi nel mondo che predichi tutto ciò, che faccia tutto ciò. È la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Nelle Sale del Regno dei testimoni di Geova, ed è probabile che ve ne sia una anche nel vostro vicinato, potete udire questi sermoni, quei sermoni che dicono ciò che devono. Non si fa colletta, non vi costerà niente. Infatti la Bibbia dice: “Venite, comprate senza danaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete danaro per ciò che non è pane?” — Isa. 55:1, 2, VR.
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Sopravvivete ad un mondo “senza gratitudine”La Torre di Guardia 1958 | 1° settembre
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Sopravvivete ad un mondo “senza gratitudine”
“Ma sappi questo, che negli ultimi giorni verranno tempi molto difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, senza gratitudine”. 2 Tim. 3:1, 2.
1. Quale mancanza di apprezzamento esiste nei nostri giorni e chi la predisse?
GEOVA Dio preannunciò la mortale piaga dell’ingratitudine che infierisce su tutta la terra in questi critici, ultimi giorni prima di Armaghedon. Egli ispirò l’apostolo Paolo a darne avvertimento 1900 anni fa, affinché gli uomini riconoscenti potessero sopravvivere alla fine di un mondo senza gratitudine. “Ma sappi questo”, scrisse Paolo, “che negli ultimi giorni verranno tempi molto difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, senza gratitudine, senza amorevole benignità, senza affezione naturale, non disposti ad alcun accordo, calunniatori, intemperanti, violenti, senza amore per il bene, traditori, testardi, gonfi di se stessi, amanti dei piaceri più che di Dio, avendo una forma di santa devozione ma dimostrandosi falsi alla sua potenza; e da questi allontanati”. (2 Tim. 3:1-5) L’ingratitudine è proprio l’opposto dell’apprezzamento. La profezia rivelava che gli uomini sarebbero stati come li vediamo oggi, senza apprezzamento per Dio, per la pura adorazione, per il vero amore e per l’ubbidienza ai genitori e dediti invece ad esagerare l’importanza di se stessi, dei piaceri e del denaro. Come sono state precisamente predette le attuali condizioni dalla storia biblica scritta in anticipo! Gli uomini onesti devono ora abbandonare questo mondo privo di gratitudine per poter sopravvivere alla sua prossima fine.
2. (a) Che cosa è l’apprezzamento? (b) Che cosa è necessario per poterlo manifestare?
2 Per allontanarsi da un mondo di ingrati si deve coltivare apprezzamento per tutto ciò che è buono, giusto e piacevole a Dio. Il vero apprezzamento è molto di più della semplice riconoscenza. La parola “apprezzare” deriva dalla parola “prezzo”, e quindi significa dar valore a qualche cosa. Secondo un noto vocabolario italiano la parola significa “far il prezzo”, “stimare”, “tenere in pregio”. (Il Nuovissimo Melzi) Apprezzare vuol dire stimare pienamente il valore di qualche cosa; nutrire un profondo sentimento di soddisfazione e approvazione per esso. L’apprezzamento consiste nel riconoscere una cosa mediante la percezione dei sensi. La delicatezza della percezione spesso influisce sull’apprezzamento. L’espressione “apprezzamento per la musica” o “apprezzamento per le belle arti” rende ora il significato più chiaro. Anche quando una banca manda un “perito stimatore” a stabilire il giusto valore dei beni immobili tale stimatore ha il compito di fare un apprezzamento finanziario della proprietà. Quando la proprietà aumenta di valore si dice che ottiene maggior “apprezzamento”; oppure, quando il valore diminuisce, subisce un “deprezzamento”. Da ciò è evidente che se dobbiamo mostrare apprezzamento per le cose più elevate che riguardano Dio e la vera adorazione dobbiamo divenire esperti nel calcolo dei valori. Dobbiamo avere conoscenza, intendimento, esperienza, ma, soprattutto, una sana guida biblica su ciò che è veramente di valore. Il mondo ingrato sta morendo per mancanza di vero apprezzamento; la sua sensibilità di percezione per tutto ciò che è sacro e buono è quasi morta, come lo sarà presto anche esso.
3. Quali domande sono opportune in considerazione della parabola delle pecore e dei capri raccontata da Gesù?
3 Cristo Gesù predisse i nostri tempi nel 25º capitolo di Matteo, in cui descrisse le due classi di persone che sarebbero vissute alla fine del mondo. Alla sua destra furono messe le “pecore” riconoscenti, che amano Dio e Cristo, il Re dominante, e che apprezzano il rimanente dei fratelli del Re i quali predicano dappertutto la buona notizia del regno di Dio. Alla sinistra del Re sono i condannati e ingrati “capri”, che pretendono di amare Dio e Cristo, ma che non nutrono affatto alcun sentimento di approvazione e di soddisfazione per l’opera di testimonianza del Regno che è ora compiuta dai fratelli terrestri di Gesù. I capri non discernono che il Re è presente con il potere del Regno e che tutte le nazioni stanno davanti al Suo trono per essere giudicate. Quale posizione avete preso voi in questa contesa fra l’apprezzamento e l’ingratitudine? Quale valore date voi alla Parola di Dio? Al messaggio del Regno che è predicato? Al vostro tempo? Alla vostra vita? Potrete salvarvi la vita se esaminerete la storia biblica di questa contesa e determinerete di schierarvi con la minoranza che ha mostrato l’apprezzamento necessario per la propria salvezza.
4. Come fu l’apprezzamento una questione di vita o di morte ai giorni di Gesù?
4 Ai giorni di Gesù una generazione altamente privilegiata ebbe il vantaggio di vedere il Figlio stesso di Dio compiere grandi miracoli come prova della sua affermazione di essere il Messia da lungo tempo atteso. La mancanza di discernimento pervertì l’apprezzamento del popolo per le prove della Sua missione, sebbene egli adempisse tutte le profezie che ne confermarono la legittimità. Mancando di apprezzare i loro privilegi, gli uomini di quella generazione condannata diedero poca importanza alla sua proclamazione del regno e non la considerarono meritevole del loro sincero riconoscimento e appoggio. Gesù pianse per la loro mancanza di discernimento. In meno tempo di quanto occorresse ai loro padri per compiere il viaggio di quarant’anni nel deserto, quella ingrata generazione raccolse ciò che aveva piantato con i semi dell’ingratitudine. Gli eserciti romani devastarono Gerusalemme e la Giudea nel 70 d.C., bagnando la terra di sangue, come anche Gesù aveva predetto. La loro ingratitudine verso la presenza del Re del regno di Dio e verso i privilegi di servirlo provocò loro una morte violenta. Conformemente all’avvertimento del Battezzatore Giovanni, il cui apprezzamento del merito di Cristo lo fece sentire indegno di slegare i sandali di Cristo, quella generazione fu battezzata con un’ardente distruzione. Ma riconoscenti uomini e donne che apprezzarono giustamente il compito di Cristo ricevettero lo spargimento del santo spirito di Dio con potenza e vita. (Matt. 3:7-12) Apprezzamento significò sopravvivere alla fine di quel sistema di cose.
5. Quale condizione simile esisteva ai giorni di Noè?
5 L’infezione dell’ingratitudine è naturalmente più vecchia dei giorni di Gesù. In Ebrei 12:16 Paolo avvertì i primi Cristiani di mettersi in guardia affinché non vi fosse fra loro alcuno “non riconoscente di cose sacre, come Esaù, che in cambio di un solo pasto rinunciò al suo diritto di primogenitura”. Ma anche prima dei giorni dell’ingrato Esaù e del riconoscente Giacobbe vi era un intero mondo colpito dalla piaga dell’ingratitudine. Era il mondo dei giorni di Noè. Noè e la sua famiglia di testimoni di Geova apprezzarono la necessità di ubbidire ai comandi di Dio. Predicarono e costruirono l’arca di salvezza davanti agli occhi di un’altra generazione disprezzante. Le preoccupazioni della vita e l’amore dei piaceri carnali chiusero la mente del mondo antidiluviano alla gravità di quei tempi. Il gonfiarsi delle acque diluviane che dovevano sommergere le più alte montagne indusse probabilmente le moltitudini a rivalutare subito l’avvertimento di Noè, ma una volta che i piedi furono bagnati era troppo tardi. Gli ingrati non vissero abbastanza a lungo per correggere il loro sbaglio. Il loro disprezzo morì con loro. Gli archeologi che scavano fra le rovine antidiluviane trovano l’evidenza che Dio sterminò un mondo religioso. I testimoni di Geova ne riconoscono la causa: fu la religione sbagliata. È ovvio che la falsa religione può mutilare l’apprezzamento e distruggere la sensibile percezione di ciò che è la giusta adorazione agli occhi di Dio. — Genesi, capitoli da 6 fino a 8; Matt. 15:3.
6. Chi fu la prima creatura ingrata? Che cosa ha provocato la sua ingratitudine?
6 Ma la storia dell’ingratitudine è più vecchia del Diluvio. Risale perfino al giardino dell’Eden, allorché all’inizio il genere umano precipitò nel peccato e nella morte a causa della mancanza di apprezzamento di Adamo ed Eva per la pura adorazione di Geova Dio e per la necessità di rettitudine. Il primo ingrato non fu altro che Satana il Diavolo, che indusse la prima coppia a disprezzare il valore della Parola e dei comandi di Dio. Gesù rivelò il fatale difetto dell’apprezzamento di Satana. Fu la mancanza di valutare altamente la verità. “Costui fu omicida quando cominciò”, disse Gesù, “e non si attenne alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice la menzogna, parla secondo la sua disposizione, perché è bugiardo e padre della menzogna”. (Giov. 8:44) Geova non aveva creato Satana così, poiché, in tal caso, Geova sarebbe stato infatti il Padre della menzogna e il bugiardo, ma Dio non può mentire. La colpa consisteva nella mancanza di apprezzamento di Satana per la verità e per la rettitudine. Egli ebbe grandi privilegi fra i figli spirituali di Dio. Avrebbe potuto seguire la saggia condotta dell’unigenito Figlio di Dio, la Parola, ma colui che si era reso ingrato non ebbe alcun senso di soddisfazione e approvazione verso l’amorevole consiglio di Geova. Né Satana stimò altamente l’associazione con leali, angelici figli spirituali di Dio. Il cammino dell’ingratitudine condusse al tradimento in cielo e sulla terra, e solo ora siamo vicini alla conclusione della grande controversia sulla sovranità universale di Geova, controversia che sarà presto decisa all’onore di Geova e alla benedizione di tutti i riconoscenti. Intanto, la mancanza di apprezzamento avrebbe indotto Satana a un massimo d’ingratitudine, culminante nell’uccisione di Gesù al Calvario. Con apprezzamento per l’integrità di Gesù, Geova
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