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  • Primo e Secondo Timoteo (Lezione 64)
    La Torre di Guardia 1958 | 15 giugno
    • Alessandro il ramaio dicendo che egli gli fece molto male. Si rallegra poiché il Signore Iddio era con lui quando gli altri fuggivano, ed esprime ancora la fiducia che Geova Dio lo preserverà nel suo regno celeste. — 4:1-22.

  • “Le nuove sette nella Nuova Zelanda”
    La Torre di Guardia 1958 | 15 giugno
    • “Le nuove sette nella Nuova Zelanda”

      SOTTO tale titolo il decano anglicano Chandler scrisse nello Star-Sun della Chiesa di Cristo intorno a ciò che egli chiamava le nuove “vigorose sette”. Probabilmente molti lettori possono immaginare quale gruppo egli avesse particolarmente in vista. “Ho ricevuto una lettera”, disse, “da una lettrice che è molto perplessa poiché un membro della sua famiglia ha abbandonato la sua chiesa ed ora fa parte di una delle ‘moderne religioni’ portanti etichetta americana. La mia corrispondente è ora assediata da zelanti membri di questa nuova setta, i quali mostrano una conoscenza biblica che sorpassa di gran lunga la sua”.

      ● In che cosa erano venuti meno i suoi maestri? Altre dichiarazioni nell’articolo potrebbero darci un’indicazione: “Forse la nostra più seria negligenza è quella delle visite pastorali, perché come è necessario che il pastore curi continuamente il suo gregge, così è necessario trovare l’opportunità di discutere con i nostri fedeli i problemi vitali che assillano le loro menti e di liberarli dalle insidie eretiche in cui potrebbero facilmente cadere. Dicendo questo io ammetto penosamente la mia negligenza a questo riguardo”.

      ● Un altro punto: “Sono più che mai convinto che la parola stampata debba seguire la parola orale in misura sempre crescente. Se desideriamo che la nostra gente sia forte nella fede dobbiamo incoraggiarla a leggere ed a studiare molto più di quanto fa attualmente. Soltanto così può essere protetta contro gli assalti di quelli che vorrebbero trascinarla via dai suoi ormeggi e abbandonarla disancorata e sballottata su un mare di dubbi e d’incertezze”. In questo modo egli ammette che i sermoni della chiesa non hanno provveduto sufficientemente alla conoscenza dei fedeli.

      ● “A proposito”, egli dice, “ritornando al culto sul quale voglio esprimere il mio parere, è interessante notare che è una religione che diffonde la parola stampata, pubblicazioni che i suoi devoti devono vendere, mentre il Cristianesimo, come il Giudaismo da cui deriva, è intimamente associato con edifici”. Ma il Cristianesimo del primo secolo che Gesù ed i suoi apostoli promuovevano, non era associato con edifici, ma col popolo; nelle case, per le strade e nei luoghi di mercato.

      ● Egli si riferisce al “pericolo di metter troppo in risalto il Vecchio Testamento a detrimento del Nuovo”, mentre mostra che molti del suo gregge conoscono pochissimo dell’uno e dell’altro. La soluzione? “Ritornare alla Bibbia”. Eppure egli biasima coloro che aiutano il popolo a far questo mentre egli non lo fa. Un lettore della Nuova Zelanda ha detto: “Questi parroci criticano il progresso dei testimoni di Geova e al tempo stesso ammettono la propria negligenza nell’opera pastorale. . . . Forse hanno paura d’insegnare troppe cose sulle loro dottrine ai loro fedeli, perché incapaci di rispondere alle domande che la gente potrebbe far loro”. Coloro che si attengono alla Bibbia non hanno questo problema. Voi stessi potete accertarvi di questo, rivolgendo qualche domanda biblica ai testimoni di Geova.

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