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  • Siete davvero troppo occupato?
    La Torre di Guardia 1968 | 15 agosto
    • In questi “ultimi giorni” si sono accumulate numerose evidenze indicanti l’adempimento di profezie bibliche che lo contrassegnano come il più difficile periodo della storia. I Testimoni hanno dato l’avvertimento intorno alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ora prossima. (Riv. 16:14, 16) Vi hanno invitato a partecipare allo studio delle cose spirituali che significano vita eterna per quelli che ne prendono. Certo è tempo d’agire!

      Le pubblicazioni bibliche lasciatevi dai Testimoni vi sono piaciute. Forse avete lodato la loro costanza nell’attività d’istruzione biblica. Non privatevene. Il banchetto a cui siete invitato è solo per quelli che rispondono ORA! È tempo che vi diate da fare per l’importante questione della sopravvivenza per voi stesso e per quelli che amate. Il vostro principale interesse sia quello di ottenere il favore e l’approvazione di Dio.

  • I figli che cosa devono ai genitori?
    La Torre di Guardia 1968 | 15 agosto
    • I figli che cosa devono ai genitori?

      OGNI bambino è in debito dal momento che comincia a respirare. È in debito verso i genitori che sono responsabili di averlo fatto vivere, e tale debito aumenta ogni anno che passa mentre essi gli danno da mangiare, lo vestono, lo educano e ne hanno cura. Alcuni figli mostrano apprezzamento dando ai genitori ciò che devono loro, ma moltissimi no.

      Nella Bibbia, in Proverbi 30:11, è dichiarata una verità che si addice a moltissimi figli del nostro tempo. Dice: “C’è una generazione che invoca il male persino su suo padre e che non benedice nemmeno sua madre”. In un altro luogo la Bibbia predisse che negli “ultimi giorni” i giovani sarebbero stati disubbidienti ai genitori e senza affezione naturale. (2 Tim. 3:1-4) Oggi vediamo ciò che fu predetto. Ci sono giovani che maledicono i genitori in accessi d’ira. Alcuni li hanno persino uccisi. Più generalmente, comunque, c’è un’attitudine ribelle verso i genitori che si manifesta con disubbidienza, mancanza di considerazione, di cortesia e di rispetto. È tale condotta il modo di esprimere gratitudine per l’amore e la cura che i genitori hanno riversato su di loro da quando nacquero? Ovviamente no!

      Quando i giovani attraversano il periodo dell’adolescenza sono inclini a giungere alla conclusione che i genitori non li capiscano perché i loro personali desideri sembrano invariabilmente contrari a quelli dei loro genitori. I genitori, per esempio, possono richiedere che siano a casa la sera a una cert’ora, ma i giovani lo considereranno probabilmente un irragionevole freno posto loro. I genitori possono insistere che la figlia porti abiti meno succinti di quelli indossati da molte altre ragazze o possono proibire al loro figlio di associarsi a un particolare gruppo di ragazzi del vicinato. I giovani che hanno la tendenza a preoccuparsi troppo di conformarsi alle manie popolari o d’essere accettati da altri della loro età considerano tali restrizioni come mancanza di comprensione. Ma è realmente così? Ricordate che anche i loro genitori furono adolescenti una volta. È perché i genitori capiscono loro e il mondo in cui vivono entrambi che impongono loro tali restrizioni.

      I genitori sanno che tornare a casa tardi la sera significa perdere sonno, ciò che può influire sulla salute del giovane e sul suo rendimento a scuola. Conoscono meglio dei figli il declino morale del mondo e come può avere una cattiva influenza sui giovani immaturi. Sono anche ben consapevoli delle possibili difficoltà in cui i giovani si possono mettere quando fanno le ore piccole con altri giovani compagni. Non è dunque per mancanza di comprensione che i genitori impongono ai figli delle restrizioni, ma perché capiscono bene ciò che è nei loro migliori interessi. I figli hanno perciò il dovere verso i genitori di riconoscere che il giudizio dei genitori è meglio del loro proprio giudizio.

      RISPETTO PER I GENITORI

      In qualsiasi organizzazione, colui che esercita autorità ha diritto d’essere rispettato dagli altri che sono nell’organizzazione. La famiglia, che è effettivamente una piccola organizzazione di varie persone, non è un’eccezione. I genitori, e specialmente il padre, hanno in essa la posizione d’autorità per il fatto che fondarono quella particolare famiglia, avendo messo al mondo i figli. Poiché i figli sono gli inferiori in questa organizzazione familiare, non è ragionevole che debbano rispettare l’autorità dei loro genitori?

      Che i figli debbano rispetto ai genitori fu reso chiaro dalla legge che Dio diede alla nazione d’Israele. Il quinto dei Dieci Comandamenti era: “Onora tuo padre e tua madre”. (Eso. 20:12) Uno dei significati della parola “onore” è la manifestazione di rispetto. Manifesta forse rispetto il figlio che discute coi genitori perché esigono che sia a casa a una certa ora o perché gli ingiungono di evitare compagni che secondo i suoi genitori possono esercitare una cattiva influenza? Non sarebbe più consono all’onore che deve mostrar loro se accettasse senza discutere i loro desideri?

      L’onorare i propri genitori include la maniera in cui se ne parla alla presenza di amici. Maledicendo i propri genitori o usando espressioni scortesi nei loro riguardi si potrebbe far ridere un gruppo di giovani che hanno poco riguardo per gli adulti, ma si è sleali verso il proprio padre e la propria madre. Non sarebbe più consono all’amore che i genitori hanno mostrato al figlio se egli ne parlasse lealmente e rispettosamente?

      L’avere rispetto per i genitori era una cosa così seria nella nazione d’Israele che il figlio o la figlia che colpiva o malediceva suo padre o sua madre doveva essere messo a morte. La legge divina dichiarava: “Chi colpisce suo padre e sua madre si deve mettere a morte senza fallo. E chi invoca il male su suo padre e su sua madre si deve mettere a morte senza fallo”. (Eso. 21:15, 17) Tale slealtà verso l’autorità familiare e tale mancanza di rispetto era una cosa seria. Sebbene i cristiani non siano sotto il patto della legge, questo comandamento stabilisce effettivamente un principio per loro, il principio di avere sempre rispetto per i genitori.

      UBBIDIENZA

      La Bibbia saggiamente consiglia ai figli: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è grato al Signore”. (Col. 3:20) Questa è una cosa che devono ai genitori. La loro ubbidienza indica rispetto per l’autorità dei genitori e per la posizione di capo che il padre esercita scritturalmente nell’organizzazione familiare. Poiché contribuisce alla pace e all’unità dell’intera famiglia, ne traggono personalmente beneficio.

      I figli hanno bisogno d’essere guidati dall’adulto riguardo a ciò che è bene e a ciò che è male, ed è naturale che cerchino dai genitori tale guida. Quando ubbidiscono ai genitori cristiani astenendosi dal fare cose proibite, imparano a evitare ciò che è male, e quando cooperano facendo quello che i genitori dicono loro di fare, imparano a fare il bene. Quando i genitori basano il loro giudizio di ciò che è bene e di ciò che è male sulle giuste leggi e sui princìpi della scritta Parola di Dio, i loro figli imparano mediante l’ubbidienza il miglior modo di vivere e così traggono pieno beneficio dalla direttiva degli adulti.

      Quando i genitori dicono ai figli di fare qualche cosa in un certo modo, essi mostrano ubbidienza non solo facendola, ma facendola nel modo loro indicato. Una mancanza non insolita tra i figli, e neppure tra gli adulti, è di pensare che sia meglio fare una certa cosa a modo loro invece che nel modo indicato. Che il loro modo sia migliore o no non ha importanza. Il loro superiore ha detto di farla in un certo modo, e il principio dell’ubbidienza li obbliga a fare così. Se no, dovrà essere rifatta nel modo che era stato loro detto. Se un ragazzo va dunque al negozio a comprare alcuni generi alimentari che la madre gli ha elencati, non mostra ubbidienza decidendo di prendere qualche cosa di diverso. La madre aveva una ragione per volere le cose elencate, e non spetta a lui decidere di comprare qualche cos’altro. Essendo ubbidienti nelle piccole cose come pure nelle grandi cose i figli possono mostrare apprezzamento per quello che i genitori hanno fatto per loro e rispetto per la loro autorità.

      DISCIPLINA

      È saggio che i figli diano ascolto alla disciplina impartita loro dai genitori. La parola “disciplina” include il pensiero di impartire addestramento che modelli e corregga. A volte il bambino che fa qualche cosa ritenuta sbagliata dai genitori dev’essere corretto mediante punizione fisica, e altre volte tutto quello che ci vuole è la correzione verbale. (Prov. 13:24; 29:15) In entrambi i casi la disciplina fa parte dell’addestramento che modella la personalità dei figli. Li prepara a far fronte ai problemi e alle situazioni che incontreranno venendo a contatto col mondo. Guida la loro mente immatura dando loro una base per prendere giuste decisioni riguardo alla loro condotta. È dunque con buona ragione che la Bibbia consiglia ai figli: “Ascolta, figlio mio, la disciplina di tuo padre, e non abbandonare la legge di tua madre”. — Prov. 1:8.

      Non è raro che i giovani si oppongano alla disciplina come sbrigare faccende domestiche o aiutare i genitori in qualche attività commerciale. Eppure tale lavoro è parte essenziale della disciplina impartita dai genitori. Insegna loro ad essere laboriosi e a portare la responsabilità, aiutandoli inoltre ad acquisire preziose capacità. Una certa quantità di lavoro fa più bene ai giovani che il permesso di dedicare tutto il tempo libero a fare qualunque cosa vogliano. Sebbene i giovani non si rendano conto del valore del lavoro, l’amore e il rispetto per l’autorità dei genitori li spronerà a fare qualsiasi lavoro i genitori dicano loro di fare. Non è solo giusto che usino la loro giovanile energia per aiutare i genitori? Devono loro anche questo.

      I giovani adulti possono mostrare amore verso i genitori avendo riguardo per la salute e i sentimenti dei genitori. Uno dei modi in cui possono far questo è di evitare cattive azioni che causerebbero preoccupazione e angoscia mentale ai genitori. Così mostrano amore. Lo mostrano anche usando benignità quando parlano loro. Essendo bruschi, sarcastici e sgarbati e parlando ad alta voce coi loro genitori effettivamente mostrano mancanza di rispetto e d’amore. Quant’è molto meglio per il temperamento di tutti e per la pace familiare che i giovani parlino ai genitori in modo benigno, mite e rispettoso.

      Il debito che i figli hanno verso i genitori non può mai essere interamente pagato. Essi avranno sempre verso di loro un debito d’amore, di benignità e di rispetto, anche quando saranno più grandi e non saranno più sotto il controllo dei genitori.

  • “E la verità vi renderà liberi”
    La Torre di Guardia 1968 | 15 agosto
    • “E la verità vi renderà liberi”

      La seguente esperienza mostra come la verità può liberare dall’uso di amuleti della buona fortuna e dalla religione demonica: Lavorando in una città isolata per aver cura delle persone interessate che vi erano, due sorelle pioniere dovettero passare la notte in albergo. Cominciarono a conversare con il proprietario e una vicina che era figlia di un ricco commerciante musulmano. Dopo aver considerato vari temi questa donna andò a casa e prese la sua Bibbia. Mostrò un tale interesse che fu cominciato uno studio, il quale venne tenuto due volte la settimana, spesso fino a tarda sera. Quando la considerazione fu sul demonismo, ella narrò che in passato aveva udito voci che dicevano che sarebbe morta entro breve tempo, e quindi sentiva risa selvagge. Cominciò ad avere un timore tale prima di studiare la verità che, benché sia una donna di quarant’anni, sua madre doveva stare con lei la notte perché potesse dormire. Quando cercava di leggere la Bibbia, una voce insisteva che, anziché leggere la Bibbia, doveva cominciare a scrivere. Una volta si mise a scrivere e scrisse delle cose in bella calligrafia che ella stessa non poté capire. Dopo che aveva spento le luci per dormire, una stella luminosa veniva ogni notte verso di lei e questo la spaventava. Alcuni evangelisti locali le dissero che era un angelo di luce divina. Come ultima risorsa cominciò a leggere il Salmo 121. Allora i demoni la lasciarono in pace. Ma aveva ancora due amuleti che aveva ricevuti da un Arabo il quale le aveva detto di non riferire mai che li aveva e di non aprirli. Uno era una moneta di bronzo con una croce e altre figure, e vi erano incise sopra queste lettere: “Il vero amuleto del santo sepolcro”. Dall’altra parte c’erano strisce in forma di mezzaluna e due puntini in cui si supponeva dimorasse il potere per mezzo di radiazioni. L’altro era un “portafortuna” con l’immagine della “vergine” di Lujan e la Stella di Davide. Aprendolo, vi trovò dentro un foglio stampato con molte preghiere in portoghese rivolte a molti “santi” e firmato da un vescovo di Gerusalemme. Per sbarazzarsene, la proprietaria lo gettò infine in una fogna. Tutto questo avvenne in due sole settimane. Le parole di Gesù in Giovanni 8:32: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”, si dimostrarono veraci, liberando questa persona dall’influenza dei demoni.

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