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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1974 | 15 giugno
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in armonia con ciò che richiede la Bibbia.
Comunque, questo non vuol dire che la dedicazione fatta dalla sorella nel campo di concentramento non fosse valida. Il fatto stesso che ella serve ancora Geova anni dopo essere uscita dal campo mostra che capiva quello che faceva e che aveva realmente fatto la dedicazione. Per cui ella può registrare la data della sua dedicazione come in origine.
Se qualcuno viene a conoscenza della verità in prigione o in un luogo dove non è presente o dove non è disponibile nessun maschio dedicato per compiere il battesimo e la persona desidera fare la dedicazione a Geova, che cosa si può fare? Romani 10:10 dice: “Col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. La donna credente può rivolgersi a Geova in preghiera e fare la dedicazione. Può quindi fare pubblica dichiarazione della sua fede e dichiarare ufficialmente dinanzi a sorelle dedicate presenti che ha ‘esercitato fede nel suo cuore’ e che attende la prima occasione per essere battezzata da un fratello. Geova guarda il cuore. (Prov. 17:3; 21:2), e la condizione di cuore di tale donna condurrebbe certamente alla salvezza. Nel caso di Cornelio e della sua casa, evidentemente fu riconosciuta dal cielo la condizione di cuore, poiché lo spirito santo scese su di loro prima del battesimo. Sei fratelli circoncisi di Ioppe avevano accompagnato Pietro in quell’occasione e non poterono sollevare nessuna obiezione quando Pietro comandò di battezzare questi primi credenti gentili che avevano ricevuto lo spirito santo. — Atti 10:44-48.
Similmente, un uomo può conoscere la verità e fare una valida dedicazione mentre è in prigione, e anche se sono presenti fratelli dedicati, è tuttavia nell’impossibilità d’essere battezzato perché manca il necessario specchio d’acqua. (Giov. 3:23; Atti 8:36) Anch’egli può seguire la procedura indicata sopra.
È dunque aperta una via sia agli uomini che alle donne i quali non possono essere battezzati, perché le circostanze non lo permettono o perché non è presente un uomo dedicato. Ma facendo una valida dedicazione e dichiarandolo pubblicamente dinanzi ad altri dedicati presenti egli o ella è ora riconosciuta come dedicata. Ma non sembra appropriato secondo le Scritture che una sorella cerchi di battezzare.
In relazione al battesimo, si può pure notare che un uomo dedicato può battezzare anche se non sono presenti altri testimoni umani. Vi sono precedenti scritturali nel caso di Gesù e dell’eunuco etiope che lo mostrano. E giacché prima dell’immersione è appropriatamente detta una preghiera, ci sono sempre testimoni celesti.
Si deve sempre ricordare che è della massima importanza adempiere la propria dedicazione quando è stata fatta.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1974 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Perché, anche quando ci si sforza di rivolgere l’attenzione a cose buone, a volte entrano nella mente cattivi pensieri? — U.S.A.
Questo avviene perché le creature umane sono imperfette, nate nel peccato. Primo Giovanni 1:8 dice: “Se facciamo la dichiarazione: ‘Non abbiamo nessun peccato’, sviamo noi stessi e la verità non è in noi”. Della propria lotta contro le cattive inclinazioni, il devoto apostolo Paolo scrisse: “Trovo dunque nel mio caso questa legge: che quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. Realmente io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo che sono interiormente, ma vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato che è nelle mie membra”. Ciò causava all’apostolo notevole sofferenza. — Rom. 7:21-24.
Come Paolo, dobbiamo lottare contro desideri e passioni peccaminosi, che ci impediscono di conformarci perfettamente alle esigenze divine. Anche se vogliamo realmente fare ciò ch’è giusto, ripetutamente ci accorgiamo d’essere impediti dalle inclinazioni della carne peccaminosa. Comprendendo la correttezza e giustizia della legge di Dio, possiamo provare vero diletto e piacere in essa. Tuttavia, malgrado ciò, possiamo essere spinti dalle circostanze, o possono sorgere idee che ci spingono a cedere ai cattivi pensieri. Il fatto che non riusciamo a fare quello che vorremmo provoca un penoso conflitto in noi stessi. Ciò nondimeno, come nel caso di Paolo, in base al sacrificio di Cristo, possiamo ottenere il vero perdono dei peccati e mantenere così una coscienza pura dinanzi a Dio e agli uomini.
Inoltre, se ci facciamo guidare dallo spirito di Dio, non praticheremo il peccato. Come leggiamo in Galati 5:16: “Continuate a camminare mediante lo spirito e non seguirete nessun desiderio carnale”. Vale a dire che, anche se i desideri della carne peccaminosa ‘si affollano’ nella nostra mente, li rigetteremo o non realizzeremo questi desideri. Date le nostre tendenze peccaminose, dobbiamo continuare a impegnarci a fondo per non lasciare che i cattivi desideri mettano radice nel cuore e divengano fertili partorendo il peccato. (Giac. 1:14, 15) Per esperienza personale, l’apostolo Paolo dà l’ammonizione: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Cor. 9:27.
Dovremmo anche ricordare che ci sono malvage forze spirituali, demoni, che vogliono far deviare i cristiani dalla giusta condotta e indurli a coltivare pensieri errati. Non dobbiamo lasciarci influenzare, ma dobbiamo resistere loro. “Abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro . . . le malvage forze spirituali”. — Efes. 6:12.
Come possiamo essere aiutati a tenere sotto controllo i nostri pensieri e desideri? Dobbiamo schivare le compagnie e le circostanze che danno luogo a tentazioni. Se ci vengono in mente desideri o idee errate, non dobbiamo cedervi, ma dobbiamo sforzarci di resistervi. Dobbiamo cercare immediatamente di distogliere la mente, costringendoci a pensare a cose buone ed edificanti. La Parola di Dio consiglia: “Tutte le cose vere, tutte le cose di seria considerazione, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa degna di lode, continuate a considerare queste cose”. — Filip. 4:8.
È pure essenziale chiedere aiuto a Geova Dio. Possiamo avere la certezza che ci aiuterà a evitare che cattivi desideri e passioni peccaminose abbiano il sopravvento su di noi. Egli ci darà la sapienza necessaria per superare le prove e il suo spirito ci spronerà a fare ciò ch’è giusto riportando alla nostra mente le ragioni scritturali per mantenere un’eccellente condotta. (Filip. 4:6, 7; Giac. 1:5) Inoltre, chi è afflitto a causa di pensieri o desideri errati può ricevere assistenza scritturale da uomini che hanno requisiti spirituali, anziani, nelle congregazioni dei cristiani testimoni di Geova. — Giac. 5:14, 15.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1974 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Qual è il significato di Ecclesiaste 9:5, 6: “Poiché i viventi sono consci che morranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla, né hanno più alcun salario, perché il ricordo d’essi è stato dimenticato. Inoltre, il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, e non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in alcuna cosa che deve farsi sotto il sole”? — U.S.A.
Leggendo il contesto possiamo vedere che Salomone, lo scrittore di Ecclesiaste, parla dal punto di vista della vita che esiste ora, sulla terra, “sotto il sole”, potremmo dire, da un punto di vista strettamente umano, dalla veduta obiettiva di un osservatore. Egli non prende lì in considerazione il proposito di Dio di portare una risurrezione. Egli tratta la situazione dell’uomo descritta dall’apostolo Paolo, in Romani 8:20: “Poiché la creazione fu sottoposta alla futilità”. Salomone dice che “ogni cosa è vanità”, che “c’è una sola eventualità per il giusto e il malvagio”. — Eccl. 1:2; 9:2, 3.
Questa è la situazione in cui si trova tutto il genere umano. Ricchi e poveri, grandi e piccoli, buoni e cattivi muoiono tutti. L’apostolo Paolo lo espresse dicendo: “In Adamo tutti muoiono”. (1 Cor. 15:22) Certo i giusti non sono basilarmente in una condizione migliore dei malvagi per quanto riguarda la durata della loro vita. Ma questo non smentisce che Dio considera i giusti diversi e che ha provveduto loro una speranza che li sostiene ora e offre la vita in futuro. La dichiarazione dell’apostolo, citata sopra in parte, dice: “Poiché la creazione fu sottoposta alla futilità, non di propria volontà ma per mezzo di colui [Dio] che la sottopose, in base alla speranza che la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù alla corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”. — Rom. 8:20, 21.
Salomone, mettendosi al posto di un osservatore, mostra che la persona “media”, la persona del mondo, sa che morrà, poiché vede tutti gli altri uomini morire. È conscia della morte. L’osservazione rivela pure che quando uno muore non è conscio di ciò che avviene intorno a lui. Gli uomini non possono far nulla per lui; il denaro non conta nulla. Il mondo continua e anche i suoi parenti e amici, nel ritmo accelerato della vita d’ogni giorno, non possono più includerlo nei loro progetti e nelle loro attività e così, per forza, devono infine dimenticarlo. Non che non ricordino che è esistito, ma che non ha più forza, che non è presente nella loro vita. La sua personalità è in gran parte dimenticata e la successiva generazione in effetti non lo conosce affatto.
Il morto non può più esprimere amore, odio o gelosia. Qualunque fosse il potere, l’autorità
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