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  • È bene imparare a essere contenti

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  • È bene imparare a essere contenti
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/7 pp. 421-422

È bene imparare a essere contenti

C’È qualcosa di veramente piacevole nell’essere soddisfatti di quello che si ha. Chi si accontenta contribuisce in larga misura alla propria felicità e alla propria pace di mente e di cuore.

In questo mondo, però, molte cose possono rendere afflitti e insoddisfatti. Disonestà, ingiustizie e altri mali abbondano. Gli uomini cercheranno di fare il bene. Ma sono sempre valide le parole che Salomone disse riguardo agli sforzi dell’uomo di correggere le ingiustizie che ci sono nel mondo: “Ciò che è fatto curvo non si può fare diritto”. — Eccl. 1:15.

Non dobbiamo chiudere gli occhi alle ingiustizie, ma dobbiamo riconoscere che vi sono cose che non possiamo proprio cambiare. Invece di lasciare che queste cose ci turbino di continuo, facciamo bene a rivolgere la nostra attenzione a cose più positive ed edificanti. Altrimenti saremo così turbati da non poter provare gioia neppure in ciò che è buono. Un proverbio biblico dice quanto segue: “Tutti i giorni son brutti per l’afflitto, per un cuore felice è sempre festa”. — Prov. 15:15, La Bibbia di Gerusalemme (Ge).

Sì, anche chi ha cose materiali in abbondanza può permettere che qualche dolore rattristi le sue giornate. Privato della contentezza, non vede le benedizioni che lo circondano. D’altra parte, chi ha poco ma non si lascia amareggiare da situazioni spiacevoli prova di giorno in giorno intima gioia. La mentalità positiva gli permette d’essere allegro, come se fosse sempre in festa. Così si sentì l’apostolo Paolo, che parlando di sé e dei suoi collaboratori disse che erano ‘come rattristati ma sempre rallegrandosi’. — 2 Cor. 6:10.

Ma come si può ottenere il tipo di contentezza che rende la vita come una continua festa?

È essenziale riconoscere che la felicità non dipende primariamente dalla prosperità materiale. Un’atmosfera amorevole e pacifica nella casa è di gran lunga più importante per avere la felicità che non i migliori cibi o comodità materiali. Questo è messo in risalto da vari proverbi della Bibbia. Leggiamo: “È meglio un piatto di verdura dove c’è amore che un toro ingrassato insieme all’odio”. (Prov. 15:17) “È meglio un poco con giustizia che un’abbondanza di prodotti senza diritto”. (Prov. 16:8) “È meglio un pezzo di pane secco col quale c’è quiete che una casa piena . . . [di] lite”. — Prov. 17:1.

Quando si prende a cuore la verità contenuta in tali proverbi biblici, ciò ha un buon effetto sulla famiglia. Tenendo le occupazioni materiali al loro posto, i genitori hanno più tempo da dedicare ai figli. Questo può far nascere stretti legami di affetto, rendendo la casa un luogo dove regnino pace e armonia.

Ma per essere contenti, la cosa più importante è quella di riconoscere che un’ottima relazione con il Creatore è il bene più prezioso. “È meglio un poco nel timore di [vale a dire sano rispetto per] Geova”, dice la Bibbia, “che una provvista abbondante insieme a confusione”. — Prov. 15:16.

Quando ci si dimentica del Creatore e la ricerca dei beni materiali diventa il principale obiettivo della propria vita, ne risulta “confusione”, cioè ansietà e incessante lotta. Poi, una volta esaurite le proprie energie in tale “confusione” e quando la vita sfugge, ci si rende conto d’avere avuto un’esistenza vuota, senza senso. Non si sa che cosa ne sarà delle ricchezze accumulate con incessanti fatiche. Il salmista ispirato scrisse: “Solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga”. (Sal. 38:7, Ge) Similmente, il saggio re Salomone disse: “Io, pure io, odiai tutto il mio duro lavoro a cui lavoravo duramente sotto il sole, che avrei lasciato all’uomo che sarebbe venuto dopo di me. E chi sa se egli si mostrerà saggio o stolto? Eppure avrà dominio su tutto il mio duro lavoro a cui lavorai duramente”. — Eccl. 2:18, 19.

Mentre la vita del materialista è spesso vuota e deludente, questo non può dirsi della vita di coloro che hanno debito rispetto per il Creatore. Infatti il re Salomone concluse il suo esame delle fatiche e delle lotte umane, dicendo: “La conclusione dell’argomento, avendo udito ogni cosa, è: Temi il vero Dio e osserva i suoi comandamenti. Poiché questo è l’intero obbligo dell’uomo”. — Eccl. 12:13.

Chi nutre un sano timore verso il Creatore non fa l’errore di costruire tutta la sua vita sulle occupazioni materiali. Coltiva uno spirito simile a quello dell’apostolo cristiano Paolo, che scrisse: “Non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. (1 Tim. 6:7, 8) Considerando le cose materiali in modo realistico ci risparmieremo amare delusioni se le circostanze cambiassero e perdessimo i nostri beni.

Inoltre, chi teme Geova Dio non si fa prendere dal panico quando è colpito dall’avversità. Sa che il Padre celeste non lo abbandonerà, non lo lascerà del tutto senza risorse. I suoi pensieri sono simili a quelli del salmista ispirato: “Ho confidato in Dio. Non avrò timore. Che mi può fare l’uomo terreno?” — Sal. 56:11.

Indipendentemente dalle circostanze, chi ha una stretta relazione con Geova Dio può essere contento. Sa che le difficoltà in cui si trova sono soltanto ‘momentanee e leggere’ in paragone con la meravigliosa ricompensa della vita eterna che Dio può dargli. (2 Cor. 4:17) Questo gli permette di avere gioia interiore e di guardare al futuro con fiducia. L’apostolo cristiano Paolo la pensò proprio così. Nella lettera ai Filippesi, disse: “Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere autosufficiente. Io so in realtà come essere a corto di provvisioni, so in realtà come avere abbondanza. In ogni cosa e in ogni circostanza ho imparato il segreto sia d’esser sazio che d’aver fame, sia d’avere abbondanza che d’essere nel bisogno. Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. — Filip. 4:11-13.

Senz’altro dovremmo tutti imparare a essere contenti, come l’apostolo Paolo. Ci aiuterà a evitare le pene, le frustrazioni e quel senso di vuoto che derivano da una vita dedita solo a occupazioni materiali. E permette di superare le circostanze spiacevoli, di provare gioia nella vita attuale e di operare per l’altrui felicità.

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