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I “mille anni” non sono una falsa speranzaIl millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo I
I “mille anni” non sono una falsa speranza
1. Che cosa deve dirsi sulla questione se un regno istituito dagli uomini può durare per mille anni?
PER durare mille anni, un regno dovrebbe realmente esser buono, forte. Un tale governo reale non potrebbe essere prestabilito, istituito e mantenuto da un semplice uomo o successione di uomini. Nessun regno istituito dagli uomini in mano a re di una certa linea familiare è mai durato nemmeno per quasi mille anni.
2. Perché il dominio reale di un solo monarca umano è da escludere?
2 Che dire, dunque, di un regno retto da un solo monarca che sussisterà per dieci secoli? Un’impossibilità! Nessun uomo è mai vissuto tanto a lungo. Secondo le più antiche registrazioni genealogiche, l’uomo Metusela dell’Asia sudoccidentale visse più a lungo di qualsiasi creatura umana sulla terra. Ma egli pure visse trentuno anni meno di un millennio.a Nei nostri propri tempi moderni la durata della vita di un uomo è stata stabilita lungi da quella straordinaria età. Negli odierni paesi più avanzati con l’aiuto della scienza medica la durata della vita è stata portata a meno di settant’anni. Alla donna è stato dato un margine di sei anni più dell’uomo. Quindi il dominio reale per mille anni da parte di un semplice uomo o donna, non importa quanto i sudditi possano considerare buono il governo, è fuori discussione.
3. Che cosa prevedeva il più recente “Piano di mille anni” per il genere umano?
3 Logicamente, dunque, non parliamo di un regno millenario da tale punto di vista umano. Sia noi che molti milioni di altri ancora in vita, come osservatori personali, possiamo ricordare il più recente sforzo per un governo della durata di mille anni. Questo “Piano di mille anni” fu quello di Adolf Hitler, dittatore nazista della Germania dal 1933 al 1945 E.V. Poco dopo che gli Stati Uniti si erano gettati nella seconda guerra mondiale, le informazioni su questo piano nazista furono raccolte da documenti nazisti confiscati e da agenti tedeschi che erano stati messi in carcere e da altre varie fonti. Questo piano mirava a un ordine mondiale nazista che Hitler, se avesse avuto successo nella seconda guerra mondiale, avrebbe spietatamente imposto al mondo del genere umano. Esso prevedeva un virtuale programma di schiavitù, per cui i lavoratori sarebbero stati reclutati dai paesi non tedeschi. Questo piano si estendeva ai mille anni avvenire.
4. A quale impero precedente pensava evidentemente Hitler, e come un sacerdote ne diede testimonianza?
4 Il capo nazista Hitler, che veniva dal paese della famiglia reale asburgica, l’Austria, pensava evidentemente al tedesco Sacro Romano Impero, che era durato dall’anno 962 al 1806. Infatti, abbiamo in tal senso le parole di un sacerdote cattolico romano. Parlando la sera del 16 febbraio 1940 a un gremito uditorio nella Memorial Continental Hall di Washington, nel Distretto di Columbia, il dott. Edmund A. Walsh, membro del consiglio di amministrazione della Scuola per il Servizio Estero dell’Università di Georgetown, delineò le mire della guerra tedesca come un “ristabilimento del Sacro Romano Impero”. “Il dott. Walsh disse che aveva udito Adolf Hitler dire che il Sacro Romano Impero, che fu un impero germanico, doveva essere ristabilito”. — Times di New York, 17 febbraio 1940.
5. Che cosa vantò Hitler circa il Reich nazista, ma come andò a finire il suo piano?
5 Vanagloriosamente il fuehrer nazista Hitler aveva detto: “Il Reich [Impero] Nazionalsocialista durerà mille anni”. Ma il suo capo della polizia, Heinrich Himmler, fu anche più fiducioso e rispose: “Diecimila!” Una volta imbarcatosi nel suo piano egocentrico, Hitler non sarebbe stato soddisfatto di null’altro che il dominio mondiale o la rovina mondiale. Nel libro The Last Days of Hitler, l’autore, H. R. Trevor-Roper, dice: “Fu sempre compreso che Hitler sarebbe rimasto fedele al suo programma originale Weltmacht oder Niedergang, potenza o rovina mondiale. Se la potenza mondiale fosse stata irraggiungibile, allora (fu convenuto da tutti quelli che lo conoscevano) egli avrebbe reso la rovina la più grande possibile”. A ciò, e con buona ragione, alcuni saranno inclini a esclamare: “Com’è diabolico!” In ogni modo, non ci fu nessun ristabilimento del Sacro Romano Impero, come molti della religione di Hitler avevano sperato, e il nazista “Piano di mille anni” fallì entro dodici anni.
6. Quale precedente governante non tedesco imparò una lezione che Hitler poté non imparare, e chi interpretò correttamente il sogno di quel governante?
6 Il mancato governante mondiale Hitler poté non imparare la lezione, ma cozzò direttamente contro l’irremovibile fatto che molto tempo prima un governante mondiale aveva dovuto imparare dalla dura esperienza. Questi fu un uomo non tedesco, non ariano, che governò più a lungo di Hitler, cioè per quarantatré anni (624-581 a.E.V.). Egli fu il re di Babilonia, e il suo nome fu un nome lungo, Nabucodonosor. Possiamo riconoscerlo come il semitico conquistatore del mondo che distrusse la giudaica città di Gerusalemme nell’anno 607 a.E.V. e che deportò intere popolazioni proprio come fece Hitler, trascinando i sopravvissuti Giudei, per lo più, in esilio nei lontani territori babilonesi. Fra il popolo deportato fu il profeta semita Daniele della tribù giudaica di Giuda. Il re Nabucodonosor ebbe uno strano sogno, a cui attribuì grande importanza, e lo schiavo, il profeta Daniele, fu il solo in grado di interpretarlo. L’interpretazione di Daniele si avverò.
7. In quale occasione il sogno cominciò ad avverarsi, e quale lezione il governante doveva imparare dalla sua degradazione?
7 Un anno dopo il sogno, Nabucodonosor come capo della Potenza Mondiale Babilonese cominciò a vantarsi, gloriandosi della sua città capitale Babilonia sul fiume Eufrate. Aveva appena finito di vantarsi, quando udì una voce dall’invisibile, dal cielo, dire parole che aveva udite nel suo sogno. Il racconto che ne fece lo stesso Nabucodonosor fu preservato dal profeta Daniele, che scrive: “Ti si dice, o Nabucodonosor il re: ‘Il regno stesso si è dipartito da te, e dal genere umano cacceranno pure te, e la tua dimora sarà con le bestie della campagna. Pure a te daranno da mangiare la vegetazione proprio come ai tori, e su di te passeranno sette tempi stessi, finché tu conosca che l’Altissimo domina sul regno del genere umano, e che egli lo dà a chi vuole’”. — Daniele 4:29-32.
8. Chi fu colui che colpì il vanaglorioso re, e chi lo sanò?
8 Che cosa accadde immediatamente dopo? È comprensibile perché ciò che ora accadde non fu preservato per noi nelle narrazioni storiche babilonesi, o perché ne fu tolta o distrutta qualsiasi narrazione di cronista babilonese. Ma l’onesto profeta Daniele che fu fedele ai fatti, essendo personalmente implicato nella vicenda, fu ispirato a farne un racconto, onde possiamo consultarlo più di due millenni e mezzo dopo. L’orgoglioso re Nabucodonosor fu istantaneamente colpito di pazzia, e a colpirlo non fu il suo più riverito dio, Marduk (o Merodac). Fu l’Iddio Onnipotente che aveva predetto questa pazzia a colpire il vanaglorioso re, il re che aveva distrutto nel 607 a.E.V. il sacro tempio di Gerusalemme. E, proprio com’era stato predetto e ordinato, passarono letteralmente “sette tempi” sul re Nabucodonosor mentre masticava follemente erba come un toro lì fuori in un campo vicino. Il pazzo re non commise suicidio, come fece nel 1945 Adolf Hitler proprio mentre la sua città capitale Berlino cadeva in mano dei rossi eserciti comunisti di Russia. Alla fine dei sette anni di pazzia di Nabucodonosor, l’Iddio che l’aveva colpito lo sanò e gli ridiede la sanità di mente.
9, 10. Come il racconto preservato da Daniele (4:34-37) mostra se il re di Babilonia imparò bene la sua lezione riguardo all’assoluto dominio divino?
9 Il re di Babilonia imparò la sua lezione? Lo possiamo determinare dal suo proprio racconto, che ci fu preservato dal profeta Daniele. Il racconto, fatto in prima persona, dice:
10 “E alla fine dei giorni io, Nabucodonosor, alzai gli occhi ai cieli, e mi tornava il mio proprio intendimento; e benedissi l’Altissimo stesso, e lodai e glorificai Colui che vive a tempo indefinito, perché il suo dominio è un dominio a tempo indefinito e il suo regno è di generazione in generazione. E tutti gli abitanti della terra sono considerati semplicemente come nulla, ed egli fa secondo la sua propria volontà fra l’esercito dei cieli e gli abitanti della terra. E non esiste nessuno che possa fermare la sua mano o che gli possa dire: ‘Che cosa hai fatto?’ . . . Ora io, Nabucodonosor, lodo ed esalto e glorifico il Re dei cieli, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie sono giustizia, e perché può umiliare quelli che camminano nell’orgoglio”. — Daniele 4:34-37.
11. Di che cosa il re di Babilonia non si rese affatto conto riguardo a quei “sette tempi” in cui si dimostrò inabile a governare?
11 Nabucodonosor stesso ci narra che fu ristabilito sul trono della Potenza Mondiale Babilonese, la Terza Potenza Mondiale in una successione di sette potenze mondiali delle quali parla la Sacra Bibbia. (Daniele 4:36) Egli non si rese affatto conto che quel periodo di “sette tempi” in cui dimostrò la sua inabilità a governare era profetico di un più grande periodo di “sette tempi” di durata maggiore, “i tempi dei Gentili”. Non si rese affatto conto che in quei maggiori “sette tempi” cinque potenze mondiali avrebbero dominato la terra, la babilonese, la medo-persiana, la greca, la romana e la moderna anglo-americana. Nabucodonosor non si rese affatto conto che quei “sette tempi”, che comprendevano tutti insieme 2.520 anni, cominciarono l’anno che egli desolò Gerusalemme e il suo tempio e sarebbero finiti nell’anno che avrebbe visto il mondo del genere umano coinvolto nella prima guerra mondiale, nel 1914 E.V. (Luca 21:24, AV; Daniele 4:16, 23, 25, 32) Sì, Nabucodonosor non si rese affatto conto che alla fine di quei “sette tempi” di dominio gentile nel 1914 il “Re dei cieli” avrebbe dato il “regno del genere umano” a chi voleva, al Suo Messia! — Daniele 9:25.
VISIONE ANTICIPATA MEDIANTE ISPIRAZIONE DIVINA
12. I politicanti mondani cosa pensano ancora del “regno del genere umano”, ma la mano di chi sono stati incapaci di fermare in quanto alle attività degli uomini?
12 I politicanti di tutte le nazioni ancora pensano di occuparsi appropriatamente del “regno del genere umano” e che esso costituisca appropriatamente il campo della loro attività. Molto tempo fa il re Nabucodonosor di Babilonia la pensò così. Assai recentemente Adolf Hitler, con il suo sogno di un sistema politico della durata di mille anni, la pensò così. Ma Colui del quale Nabucodonosor fu infine costretto ad ammettere: “Il suo dominio è un dominio a tempo indefinito e il suo regno è di generazione in generazione”, Questi dà ancora prova di ‘dominare il regno del genere umano’. Questo regno sulle attività umane è ancora il Suo giusto campo d’interesse e operazione. I politicanti mondani, sostenuti dagli ecclesiastici della cristianità, non sono stati in grado di “fermare la sua mano”, né hanno l’autorità di dirgli: “Che cosa hai fatto?” (Daniele 4:34, 35) Egli non consultò quei politicanti e i loro sostenitori religiosi riguardo a colui al quale Egli avrebbe dovuto dare nel 1914 E.V., alla fine dei “tempi dei Gentili”, il “regno del genere umano”. I politicanti e i loro alleati religiosi non hanno tale importanza quali consulenti, mentre Egli è ‘l’Altissimo stesso, Colui che vive a tempo indefinito’.
13, 14. In base alla parola di chi qualche predizione riguardo ai mille anni avvenire può farsi con fiducia? E perché?
13 Ragionevolmente, dunque, in base alla parola di chi si può fare qualche predizione riguardo ai mille anni avvenire? L’uomo non può predire nemmeno quello che accadrà domani. “Non sapete che cosa la vostra vita sarà domani”, disse un osservatore di oltre diciannove secoli fa. (Giacomo 4:14) Ma per ‘l’Altissimo stesso, Colui che vive a tempo indefinito’, questo è diverso. Che cos’è per Lui il tempo?
14 A Lui ben disse un uomo che visse solo centovent’anni: “Mille anni sono ai tuoi occhi come ieri quando è passato, e come una veglia [un’antica veglia giudaica di quattro ore] durante la notte”. (Salmo 90:4 e soprascritta) Con un semplice sogno della notte e con l’interpretazione che ne fece il profeta Daniele al re Nabucodonosor, Egli poté preannunciare ciò che sarebbe accaduto nella storia mondiale dopo un periodo di 2.520 anni, che terminò nel 1914 E.V. Non avrebbe potuto egli altrettanto facilmente preannunciare con accuratezza ciò che sarebbe accaduto nei mille anni iniziati in qualche momento del tempo dopo il 1914 E.V.? Più che ragionevolmente! E che dire se Egli ci ha già fatto una descrizione di tale periodo di mille anni? Quindi basandoci su tale parola, possiamo parlare con fiducia di mille anni avvenire.
15. Come son chiamati i mille anni da quelli che usano parole derivanti da radici latine o greche, e come son chiamati quelli che vi credono?
15 Quelli che usano le parole tratte dall’antica lingua latina chiamerebbero quel periodo di mille anni un millennio, perché le due radici della parola sono i termini latini mille e annus. In Grecia ne parlerebbero come di un periodo chiliastico, perché la parola greca chilia significa “mille”. Quindi i credenti in questo particolare periodo di mille anni sarebbero chiamati sia chiliasti che millenaristi. Le persone della cristianità usano questi termini in tono di scherno.
16, 17. (a) Quale esperienza umana relativa al 1000 E.V. mostra che non ci interessiamo al millennio perché ci avviciniamo al 2000 E.V.? (b) Perché è bene che il settimo millennio di esistenza dell’uomo cominci molti anni prima del 2000 E.V.?
16 Nonostante il biasimo a cui ci si espone da parte di quelli che non capiscono, dovrebbe esserci vero interesse in questo prossimo periodo di mille anni. Informazioni relative sono riportate nella parola scritta dell’‘Altissimo stesso, Colui che vive a tempo indefinito’. Noi non ce ne interessiamo sempre più perché ci avviciniamo all’anno 2000 E.V., alla fine del secondo millennio della nostra Èra Volgare. Questa non è la cosa significativa. Ricordiamo ciò che accadde quando il genere umano si avvicinò all’anno 1000 E.V., alla fine del primo millennio della nostra Èra Volgare. Riguardo a ciò la New Catholic Encyclopedia dice, alla voce “Millenarismo”, a pagina 853: “Mentre si avvicinava l’anno 1000, il millenarismo divenne più prevalente perché molti che si occupavano di escatologia credevano che il 7º giorno della creazione si dovesse realizzare nella storia umana nel 1000 A.D. e che sarebbe stato seguito da un glorioso regno del Cristo di 10 secoli”. — Diritti riservati nel 1967.
17 Prima di tutto, la fine dei seimila anni dell’esistenza umana sulla terra e il principio del settimo millennio di esistenza del genere umano possono venire molti anni prima dell’anno 2000 E.V. È bene che sia così. Oggi, col mondo del genere umano in tale deplorevole condizione e minacciato da tante parti di distruzione, ci sono molti studiosi e investigatori di queste minacce all’esistenza umana che esprimono sostanziali dubbi che il genere umano sia in grado di sopravvivere fino all’anno 2000 E.V. Essi non basano la loro tetra prospettiva del nostro futuro su nessun calcolo del tempo di quel diffusissimo sacro libro che è la Sacra Bibbia. Basano la loro prospettiva sui solidi fatti d’oggi e sulla tendenza ora irreversibile degli avvenimenti che implicano noi tutti. Questi uomini che parlano con autorità danno alla nostra razza umana assai meno di mille anni di vita futura. Quale ragione avete voi, lettori, per non credere loro?
18, 19. (a) Perché queste informazioni non sono limitate a qualche segreta società escatologica di iniziati? (b) In nome di chi è scritto il Libro delle informazioni, e perché?
18 Proprio al contrario di questi tetri profeti che parlano da un punto di vista puramente umano, ‘L’Altissimo stesso, Colui che vive a tempo indefinito’, parla in maniera incoraggiante di mille anni avvenire del genere umano e quindi di alcuni dei più splendidi anni di tutta la storia umana. Queste informazioni che ci danno speranza non sono il privato possesso di qualche segreta società escatologica di speciali iniziati i quali abbiano “conoscenza”. Le fonti di queste preziose informazioni sono liberamente accessibili a centinaia di milioni di persone che parlano 1.500 lingue e dialetti intorno a tutto questo globo. Ovunque una persona abbia una copia della Sacra Bibbia, queste rallegranti informazioni le sono disponibili.
19 Sebbene la Bibbia fosse scritta da uomini, semplici uomini imperfetti, quali segretari o amanuensi, questo sacro Libro non asserisce nelle sue proprie pagine d’essere la parola dell’uomo. È l’opera dell’ispirazione divina, e così è scritto in nome dell’‘Altissimo stesso, Colui che vive a tempo indefinito’. Fino a questo nostro giorno moderno Egli assume la responsabilità di ciò ch’essa dice in quanto al passato e al futuro che ci sta dinanzi. È il Libro dei libri!
20. In quale libro della Bibbia troviamo queste informazioni sul millennio, e chi lo scrisse?
20 Dove, dunque, vi troviamo queste informazioni su quei mille anni avvenire e sulle epoche della successiva eternità? Le troviamo in quello che è elencato molto appropriatamente come l’ultimo libro della Sacra Bibbia. Risulta che è esattamente ciò che il suo nome significa, una Rivelazione. O, uno Svelamento, un’Apocalisse. Oh sì, fu scritto da un uomo, un uomo che l’Impero Romano marchiò come criminale e mise nell’isola penale di Patmos, lì nel mar Egeo e presso la costa dell’Asia Minore, oggi Turchia. È un posto reale, non c’è nulla di mitico al riguardo. Da giovane questo esiliato prigioniero era stato pescatore nel mare di Galilea nell’allora provincia romana di Galilea. Era Giovanni figlio di Zebedeo, e il suo fratello pescatore era Giacomo. Giovanni ci narra fin dall’inizio che scrisse la Rivelazione, ma sotto ispirazione. Ma di che cosa doveva essere una rivelazione o uno svelamento? Mentre leggiamo la risposta, che oggi dovrebbe interessarci, notiamo a chi Giovanni assegna la responsabilità di questo libro:
21. Dall’inizio, a chi assegnò Giovanni la responsabilità della Rivelazione?
21 “Questa è la rivelazione da Dio data a Gesù Cristo. Gli fu data così che potesse mostrare ai suoi servitori ciò che deve accadere fra breve. Egli la fece conoscere mandando il suo angelo al suo servitore Giovanni, il quale, narrando tutto ciò che vide, ha reso testimonianza alla parola di Dio e alla testimonianza di Gesù Cristo. Felice è l’uomo che legge, e felici quelli che ascoltano le parole di questa profezia e che osservano ciò che vi è scritto. Poiché l’ora dell’adempimento è vicina”. — Rivelazione 1:1-3, New English Bible (1970).
22. Perché nelle parole “Poiché l’ora dell’adempimento è vicina” c’è oggi per noi qualche cosa che ci fa rallegrare?
22 C’è in quelle parole: “Poiché l’ora dell’adempimento è vicina”, scritte quasi diciannove secoli fa, qualche cosa che oggi ci fa rallegrare in questo ventesimo secolo E.V.? Per certo, misurato in termini di tempo, “ciò che deve accadere fra breve” non avverrebbe ora tanto presto, dopo quasi millenovecento anni, specialmente il principio dei predetti “mille anni”. Possiamo fissare meglio il tempo, leggendo il racconto di Giovanni relativo ai mille anni e a ciò che immediatamente a essi conduce. Leggiamo da Rivelazione 19:11 in poi:
23. Quali caratteristiche distinguono il cavaliere del cavallo bianco?
23 “E vidi il cielo aperto, ed ecco, un cavallo bianco. E colui che vi sedeva sopra è chiamato Fedele e Verace, e giudica e guerreggia con giustizia. I suoi occhi sono una fiamma di fuoco, e sulla sua testa sono molti diademi. Egli ha un nome scritto che nessuno conosce se non lui solo, ed è adorno di un mantello asperso di sangue, e il suo nome è La Parola di Dio. E gli eserciti che erano nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, ed eran vestiti di lino bianco, puro e fine. E dalla sua bocca esce una lunga spada affilata, affinché colpisca con essa le nazioni, ed egli le pascerà con una verga di ferro. E calca lo strettoio del vino del furore dell’ira di Dio Onnipotente. E sul suo mantello, e sulla coscia, ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei signori.
24. (a) Quale invito fu rivolto agli uccelli che volavano nel mezzo del cielo? (b) Che cosa accadde a quelli che prendevano parte alla battaglia?
24 “E vidi un angelo che stava in piedi nel sole, ed egli gridò ad alta voce e disse a tutti gli uccelli che volano nel mezzo del cielo: ‘Venite, radunatevi per il grande pasto serale di Dio, per mangiare le carni di re e le carni di comandanti militari e le carni di uomini forti e le carni di cavalli e di quelli che vi siedono sopra, e le carni di tutti, di liberi e schiavi e piccoli e grandi’. E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che sedeva sul cavallo e al suo esercito. E la bestia selvaggia fu presa, e con essa il falso profeta che aveva compiuto davanti ad essa i segni coi quali aveva sviato quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine. Mentre erano ancora viventi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo. Ma gli altri furono uccisi con la lunga spada di colui che sedeva sul cavallo, la quale spada usciva dalla sua bocca. E tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
25. Che si fa quindi a Satana il Diavolo, che durerà per quanto tempo?
25 “E vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò questo su di lui, affinché non sviasse più le nazioni sino a che fossero finiti i mille anni. Dopo queste cose dev’esser lasciato sciolto per un po’ di tempo.
26. Chi sono quelli che siedono sui troni visti in cielo, e che cosa fanno?
26 “E vidi dei troni, e vi eran quelli che sedettero su di essi, e fu data loro la potenza di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni. (Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti). Questa è la prima risurrezione. Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni.
27. Sulla terra, che cosa accadde dopo che Satana fu sciolto, e che ne fu di lui?
27 “Ora appena saranno finiti i mille anni, Satana sarà lasciato sciolto fuori della sua prigione, ed egli uscirà per sviare le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarli alla guerra. Il numero di questi è come la sabbia del mare. E avanzarono sull’estensione della terra e circondarono il campo dei santi e la città diletta. Ma fuoco scese dal cielo e li divorò. E il Diavolo che li sviava fu scagliato nel lago di fuoco e zolfo, dove erano già la bestia selvaggia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”. — Rivelazione 19:11 fino a 20:10.
28. (a) Quindi dopo quali avvenimenti cominciano i mille anni? (b) Perché manifestamente, dunque, quei mille anni devono ancora cominciare?
28 Notiamo l’uso dell’espressione “mille anni” per sei volte in questo racconto. Notiamo anche che quei mille anni cominciano dopo una battaglia fra il “Re dei re” e i “re della terra” insieme alla “bestia” e al “falso profeta”, e poi Satana il Diavolo è incatenato e scagliato nell’abisso. Questi avvenimenti fanno parte di “ciò che deve accadere fra breve”. Finora il mondo non ha avuto nulla che possa paragonarsi a tali avvenimenti. Molto manifestamente, dunque, quei “mille anni” devono ancora cominciare. Non significano qualche periodo di tempo indefinitamente lungo, un periodo che non possiamo misurare con accuratezza. Sono mille anni letterali.
29. Quale periodo di tempo per quei mille anni corrisponde in maniera armoniosa al provato calcolo del tempo di Dio?
29 Gli studenti che argomentano che quei mille anni siano un periodo di tempo indefinito asseriscono che cominciarono il giorno festivo di Pentecoste del 33 E.V., quando Dio versò il suo spirito santo sulla sua congregazione cristiana appena formata in Gerusalemme. Ma questo argomento porta a difficoltà e a tentate spiegazioni le quali sono contrarie a ciò che è accaduto in effetti ai cristiani generati dallo spirito durante tutti i più di millenovecentoquarant’anni trascorsi da quel giorno di Pentecoste in cui la congregazione cristiana venne spiritualmente alla vita fino a ora. Un millennio letterale corrisponde in maniera armoniosa al provato calcolo del tempo di Dio.
30. Perché non ci dovremmo astenere dall’esaminare nei particolari il profetico quadro di quei mille anni?
30 Ciò che quei mille anni introducono sulla nostra terra è qualche cosa di essenzialmente necessario per la vita e la felicità eterne del mondo del genere umano. Come possiamo dunque ragionevolmente astenerci dall’esaminare subito da vicino il quadro profetico del meraviglioso millennio che l’apostolo Giovanni ci raffigurò così splendidamente?
[Nota in calce]
a Si veda Genesi 5:25-27, nella Sacra Bibbia.
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La guerra fra il cielo e la terra precede i mille anniIl millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo II
La guerra fra il cielo e la terra precede i mille anni
1. (a) Secondo la Rivelazione, quale conflitto deve precedere la venuta del Millennio? (b) Perché è ovvio che quella battaglia deve ancora avvenire, e quale dovrebbe essere verso di essa la nostra attitudine?
ABBIAMO appena letto la descrizione fattaci dall’apostolo Giovanni della visione anticipata che ebbe dei mille anni. Tali cose meravigliose sono predette per quello che si chiama Il Millennio. Ah, ma che cosa descrisse Giovanni che sarebbe avvenuto immediatamente prima di quel glorioso Millennio? Una battaglia tra le forze celesti e le umane forze terrestri. Dal giorno di Pentecoste del 33 E.V., giorno festivo in cui la congregazione cristiana venne spiritualmente alla vita essendo generata dal vivificante spirito di Dio, fino a ora un tale combattimento non è avvenuto. È vero che Gesù Cristo era in cielo e alla destra di Dio al tempo di quella festa, più di sessant’anni prima che Giovanni avesse la rivelazione delle “cose che devono accadere fra breve”. (Rivelazione 1:1, 2) Ma anche dopo che Giovanni aveva avuto la Rivelazione, non ci fu allora una tale battaglia fra il “Re dei re” e i “re della terra”. Quella battaglia deve ancora avvenire, e noi dovremmo interessarci al racconto anticipato che ne viene fatto, perché le stiamo andando direttamente incontro.
2, 3. (a) Che specie di battaglia sarà questa in quanto a quelli che vi prenderanno parte? (b) In che modo il glorificato Gesù Cristo agirà in confronto con il terreno Gesù circa la guerra?
2 Questa battaglia che si approssima non è una paventata terza guerra mondiale, in cui le superpotenze politiche, armate di un sovraccarico di armi nucleari e chimiche, cerchino di annientarsi pazzamente l’un l’altra. Questa è la battaglia avvenire in cui tutti i “re della terra”, non importa di quale ideologia politica siano, uniranno le loro forze contro il loro comune Oppositore, un re e signore che è superiore a tutti loro e che è chiamato perciò “Re dei re e Signore dei signori”. Egli non è Dio, ma, per citare Rivelazione 19:13, “il suo nome è La Parola di Dio”. Questo è il titolo che fu dato all’unigenito Figlio di Dio nella sua esistenza preumana in cielo con il suo celeste Padre, Geova Dio. — Giovanni 1:1-3, 18.
3 Durante la sua esistenza umana sulla terra come l’uomo Gesù Cristo, egli non condusse nessun esercito di uomini a combattere su cavalli bianchi, né decise di chiamare dodici legioni di angeli celesti in suo aiuto. (Matteo 26:52-54) Ma ora, da che fu glorificato in cielo e dalla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914 E.V., egli è autorizzato ad agire come ufficiale esecutivo del Giudice Supremo, Geova Dio, e a compiere sui nemici terreni l’opera esecutiva proprio come fece quell’angelo, il quale, nell’anno 732 a.E.V., uccise in una sola notte 185.000 soldati del re assiro Sennacherib, che aveva invaso il paese del popolo di Geova Dio, e questo senza l’uso di una bomba nucleare. (2 Re 19:32-36; Isaia 37:33-37) Questo spiega perché Giovanni fu ispirato a scrivere riguardo al celeste guerriero Gesù Cristo: “Colui che vi sedeva sopra [il cavallo bianco] è chiamato Fedele e Verace, e giudica e guerreggia con giustizia”. — Rivelazione 19:11.
4. Che cosa significherà per le nazioni che dalla bocca del loro comune oppositore esce una lunga spada affilata?
4 Questo è assai più di una terza guerra mondiale fra le nazioni della terra che ora sono armate di armi nucleari e chimiche. Questa volta le nazioni combattono non contro sangue e carne, ma contro colui che è seduto sul simbolico cavallo bianco e contro i suoi angelici eserciti celesti. E quando egli usa la sua lingua per parlare ordinando un’esecuzione di suoi nemici, è come se impiegasse la lunga spada di un ufficiale rivestito di autorità. Questo è il significato delle ispirate parole: “E dalla sua bocca esce una lunga spada affilata, affinché colpisca con essa le nazioni, ed egli le pascerà con una verga di ferro. E calca lo strettoio del vino del furore dell’ira di Dio Onnipotente. E sul suo mantello, e sulla coscia, ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei signori”. — Rivelazione 19:15, 16.
5, 6. (a) In quale luogo le nazioni incontreranno il Re dei re in battaglia, e come saranno schiacciate e infrante? (b) Quale invito angelico al “grande pasto serale di Dio” mostra se quelli uccisi sulla terra saranno sepolti con gli onori militari?
5 Invece d’essere una terza guerra mondiale fra irreligiosi uomini radicali da una parte e irreligiosi uomini radicali dall’altra, questa è “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Le nazioni, essendosi disfatte allora in maniera violenta della internazionale “meretrice” religiosa, Babilonia la Grande, si troveranno quindi a quello stadio degli sviluppi mondiali chiamato Har-Maghedon; proprio com’è scritto: “E li radunarono nel luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon”. (Rivelazione 16:14-16) È in questa situazione mondiale che il Re dei re e Signore dei signori schiaccerà le nazioni sfidanti, come l’uva in uno strettoio, calcando così lo “strettoio del vino del furore dell’ira di Dio Onnipotente”. Saranno per lui come pecore impotenti, sulle quali userà la “verga di ferro” per frantumarle come i vasi di terracotta di un vasaio. (Rivelazione 14:18-20; 2:26, 27; 12:5; Salmo 2:8, 9) Non ci sarà nessuna dignitosa sepoltura con gli onori militari per quelli che saranno stati uccisi sulla terra nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Per questo l’angelo di Dio ne parla come del “grande pasto serale di Dio” imbandito per gli uccelli necrofagi:
6 “Venite”, grida un angelo illuminato dal sole a tutti gli uccelli che volano nel mezzo del cielo, “radunatevi per il grande pasto serale di Dio, per mangiare le carni di re e le carni di comandanti militari e le carni di uomini forti e le carni di cavalli e di quelli che vi siedono sopra, e le carni di tutti, di liberi e schiavi e piccoli e grandi”. E il racconto di questa “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” termina con l’osservazione: “E tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni”. (Riv. 19:17, 18, 21) Da questa descrizione di quelli di cui gli uccelli necrofagi dovranno mangiare i cadaveri, si comprende che ci sarà per questa Guerra di tutte le guerre una mobilitazione e irreggimentazione totale dei popoli delle nazioni.
7. Che cos’è la “bestia selvaggia” che si trova nello schieramento per la battaglia dei re della terra in Har-Maghedon?
7 Circa lo schieramento per la battaglia di Har-Maghedon l’apostolo Giovanni scrive: “E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che sedeva sul cavallo e al suo esercito”. (Rivelazione 19:19) È questa “bestia selvaggia” una semplice mascotte, un animale che si suppone porti buona fortuna, per gli eserciti di questi “re della terra”? Di quale valore sarebbe una bestia selvaggia letterale per le forze combattenti in Har-Maghedon? Proprio di nessun valore! E non si deve comprendere qui che si tratti di una bestia selvaggia letterale. È una bestia selvaggia simbolica. In realtà è una figura mondiale d’importanza storica. Come mai? Perché è la simbolica bestia selvaggia descritta in Rivelazione, capitolo tredici, versetti da uno a otto, circa la quale il versetto due dice: “E il dragone diede alla bestia la sua potenza e il suo trono e grande autorità”. È il mondiale sistema politico che il “dragone”, cioè Satana il Diavolo, stabilì molto tempo fa come suo visibile strumento per governare tutto il popolo del mondo. Esso ha svolto le sue bestiali pratiche in tutta la terra per più di mille anni, sì, per più di quattromilacento anni, dal ventiduesimo secolo a.E.V.
8. Quando quella simbolica bestia selvaggia cominciò le sue attività, per estendere la sua autorità fino a qual punto?
8 Questa simbolica bestia selvaggia cominciò a predare gli abitanti della terra ai giorni di Nimrod, un cacciatore di bestie selvagge letterali. Verso l’anno 2189 a.E.V. questo Nimrod cominciò a progettare la costruzione della Torre di Babele nel paese di Sinar, nella valle della Mesopotamia. Divenuto famoso nel mondo, egli fu chiamato “Nimrod potente cacciatore in opposizione a Geova”. Stabilì l’antico o originale impero babilonese, e su ciò Genesi 10:10-12 ci narra: “Il principio del suo regno fu Babele ed Erec e Accad e Calne, nel paese di Sinar. Da quel paese andò in Assiria e si mise a edificare Ninive e Reobot-Ir e Cala e Resen fra Ninive e Cala: questa è la gran città”. (Genesi 10:8-12; 11:1-9) Da quel piccolo inizio tale simbolica bestia selvaggia continuò a estendere la sua potenza e la sua autorità su un sempre maggior numero di persone tanto che infine il suo trono politico è stabilito sopra tutta la terra.
9. (a) Che cosa raffigurano le sette teste della simbolica bestia selvaggia? (b) Contro chi ha essa usato le sue “dieci corna”?
9 In tutti i passati millenni questa simbolica bestia selvaggia ha fatto agire vari componenti del suo sistema politico come dominanti potenze mondiali. Perciò Rivelazione, al capitolo tredici, raffigura questa simbolica bestia selvaggia munita di sette teste, per rappresentare una successione di sette potenze mondiali, cioè (1) Egitto, (2) Assiria, (3) Neo-Babilonia, (4) Media-Persia, (5) Grecia, (6) Roma, e (7) la duplice potenza mondiale di Gran Bretagna e America. Con le sue simboliche “dieci corna” questa bestia selvaggia con sette teste ha incornato, cozzato e angariato gli adoratori di Geova Dio, compresi i veri seguaci di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dai giorni della schiavitù dei figli d’Israele in Egitto a ora. Non c’è dunque da meravigliarsi se Rivelazione 19:19 raffigura i “re della terra e i loro eserciti” come schierati con la “bestia selvaggia” nella disposizione di battaglia contro gli angelici eserciti celesti di colui che “siede sul cavallo”, Gesù Cristo!
10. (a) Nello schieramento per la battaglia dei re della terra che cos’è il “falso profeta”, e che cosa profetizza? (b) Che cos’è l’“immagine della bestia selvaggia” ch’esso propone di fare?
10 Rivelazione 19:20 menziona inoltre che con i “re della terra e i loro eserciti” è ciò che è chiamato “il falso profeta che aveva compiuto davanti ad essa [la bestia selvaggia] i segni coi quali aveva sviato quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine”. Questo non è un profeta religioso che appartenga alla religiosa Babilonia la Grande, ma è un profeta politico. È la stessa organizzazione politica che è raffigurata in Rivelazione 13:11-17. Qui appare come la bestia selvaggia con due corna che propose di fare un’immagine alla bestia selvaggia e diede quindi respiro a tale immagine così che essa parlò con autorità. Tale bestia selvaggia con due corna è la duplice potenza mondiale di Gran Bretagna e America, o la Settima Potenza Mondiale, e l’“immagine” politica della bestia selvaggia con sette teste è oggi l’organizzazione per la pace e la sicurezza mondiale, le Nazioni Unite. Il mondo intero oggi sa che questa Settima Potenza Mondiale di Gran Bretagna e Stati Uniti d’America tenta di dettar legge al mondo del genere umano e fa impressionanti profezie riguardo al futuro del genere umano. Ma non è il profeta di Geova Dio, da Lui ispirato. È un profeta “falso”.
11, 12. (a) Quale spirito spinge i re e i loro eserciti alla guerra di Har-Maghedon? (b) Perché la marea della battaglia deve andare in una sola direzione, e quale risultato ne mostra Giovanni nella sua anticipata visione?
11 La simbolica bestia selvaggia è giunta al suo pieno stato di sviluppo, avendo avuto la sua settima testa sin dall’anno 1763 E.V. Abbiamo anche avuto le Nazioni Unite (per non parlare della Lega delle Nazioni, che le precedette), per più di un quarto di secolo. Sospinti a perseguire le loro proprie mète nazionali e a preservare la loro propria sovranità nazionale contro il regno di Dio quale giusto governo per la terra, i “re dell’intera terra abitata” vengono irresistibilmente radunati per la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Il tempo dell’impareggiabile battaglia di Har-Maghedon, che l’apostolo Giovanni vide figuratamente in anticipo, dovrebbe essere molto vicino, più vicino di quanto le occupate persone del mondo non pensino! Essendo Dio Onnipotente e il suo Re dei re quelli contro i quali i “re della terra e i loro eserciti” si raccolgono nella guerra totale, la marea della battaglia potrà andare solo in una direzione, sin dal suo stesso inizio. Possiamo perciò confidare che l’apostolo Giovanni fa una descrizione corretta quando riferisce la profezia della battaglia, come segue:
LA BATTAGLIA DI HAR-MAGHEDON
12 “E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che sedeva sul cavallo e al suo esercito. E la bestia selvaggia fu presa, e con essa il falso profeta che aveva compiuto davanti ad essa i segni coi quali aveva sviato quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine. Mentre erano ancora viventi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo. Ma gli altri furono uccisi con la lunga spada di colui che sedeva sul cavallo, la quale spada usciva dalla sua bocca. E tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni”. — Rivelazione 19:19-21.
13. (a) Quanto dell’organizzazione nemica Dio Onnipotente considera che gli faccia opposizione in battaglia? (b) Che cosa starà facendo la “bestia selvaggia” quando sarà presa, e chi l’abbatterà?
13 Il racconto di questa battaglia rende certo che l’Iddio Onnipotente considera come sua oppositrice l’intera organizzazione visibile del simbolico dragone, “l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”. A sostegno di tale visibile organizzazione mondiale, simboleggiata dalla bestia selvaggia con sette teste, vanno tutte le parti che la compongono, cioè i “re della terra e i loro eserciti”, i comandanti militari, gli uomini forti, i cavalieri, i liberi e gli schiavi, i piccoli e i grandi. Il “falso profeta” è pure parte di quel planetario sistema visibile, poiché è la duplice potenza mondiale di Gran Bretagna e America, la parte dominante dell’intera organizzazione visibile di questo mondo. L’intero sistema mondiale non è abbastanza astuto da sottrarsi all’esecuzione del giudizio divino per tutte le sue empie opere e per il modo in cui ha predato il popolo. La simbolica bestia selvaggia, insieme al suo falso profeta, sarà “presa”, sì, sarà presa mentre commetterà la sua ultima opera malvagia contro i fedeli adoratori di Geova Dio. Il Re dei re, Gesù Cristo, è colui che abbatterà questa feroce bestia selvaggia. Come divoratrice di uomini, sarà distrutta.
14. Che cosa significherà per la “bestia selvaggia” e per il “falso profeta” che saranno scagliati?
14 Quel bestiale sistema mondiale di dominio politico, insieme al suo politico “falso profeta”, non farà mai più vittime fra il genere umano. Non come istituzioni politiche morte e non funzionanti, ma, come dichiara Rivelazione 19:20, “mentre erano ancora viventi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo”. Da quel “lago di fuoco” non verranno mai fuori viventi, poiché la loro morte in battaglia non sarà dovuta alla morte che il peccatore Adamo recò su tutta la sua progenie umana. Il “lago di fuoco” simboleggia un’altra specie di morte, una morte senza fine da cui non ci sarà risurrezione. La stessa Rivelazione (20:14) lo spiega, dicendo: “Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”. Tutti gli sforzi umani di combattere patriotticamente per perpetuare questo sistema politico al fine di signoreggiare sulle attività umane falliranno!
15. Che cosa mostra se ci sarà una risurrezione dei morti per i governanti e per i governati uccisi in Har-Maghedon?
15 Ci sarà, allora, una risurrezione per gli altri, i quali come governanti o come persone governate combattono per la simbolica bestia selvaggia e per il falso profeta contro il regno di Dio retto dal suo Re dei re? C’è un loro totale sterminio. La lingua del militante Re dei re, la quale esce dalla sua bocca come una lunga spada affilata, ordina che siano tutti giustiziati, e gli angelici eserciti del cielo ne adempiranno i regali ordini. Quindi quelli che si saranno volontariamente opposti al messianico regno di Dio saranno tutti uccisi. Non si considererà che abbiano subìto una morte onorevole, facendo un “sacrificio supremo” per il paese e per il governo. Non saranno sepolti in tombe commemorative, in cimiteri militari mantenuti nazionalmente da visitare di anno in anno il Giorno della Commemorazione o il Giorno della Decorazione. Come immeritevoli di risurrezione, si raffigura che i loro cadaveri giaceranno esposti nel campo di battaglia di Har-Maghedon, attirando con il loro fetore tutti gli uccelli che si nutrono della carne di corpi morti. Viene predetto: “Tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni”. Essi mangeranno fino a scoppiare al “grande pasto serale di Dio”. — Rivelazione 19:17-21.
16. Che bisogna dire riguardo a chi sopravvivrà alla guerra di Har-Maghedon, circa (a) terra, (b) uccelli, e (c) eccezioni in quanto agli adoratori della bestia selvaggia?
16 Bisogna notare che il racconto non dice che la terra letterale su cui hanno regnato i “re” venga bruciata. No, ma la terra sussisterà alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon. Inoltre, “tutti gli uccelli che volano nel mezzo del cielo” sopravvivranno, per banchettare con le carni dei cadaveri che giaceranno sulla terra. Ma sulla terra ci saranno anche sopravvissuti umani dopo la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Ciò non è mostrato qui direttamente in questo racconto della battaglia. Tuttavia è quanto deve accadere! Perché? Perché non tutti gli abitanti della terra al tempo della battaglia saranno sviati dal “falso profeta”. Ci saranno eccezioni, benché comparativamente poche, in quanto a “quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia selvaggia e quelli che rendono adorazione alla sua immagine”. (Rivelazione 19:20) Che dire della “grande folla”, che l’apostolo Giovanni vide in precedenza nella visione e che fu vista stare dinanzi al trono di Dio e dinanzi all’Agnello Gesù Cristo? Essi non sono fra quelli che combattono contro il messianico regno di Dio in Har-Maghedon.
17. Che cosa mostra Rivelazione, capitolo sette, riguardo all’attitudine della “grande folla” verso Dio e verso il suo regno messianico?
17 Parlando di questi, Giovanni dice: “E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. Dopo aver domandato di questi, uno dei ventiquattro anziani del cielo dice a Giovanni: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Rivelazione 7:9-14) Questa “grande folla” che viene da “ogni nazione e tribù e popolo e lingua” non era certamente contro il messianico regno di Dio. Si rifiutò di ricevere il “marchio della bestia selvaggia” e di ‘rendere adorazione alla sua immagine’.
18. Perché la terra non sarà priva di vita umana quando comincerà il regno millenario di Cristo?
18 Quindi la “grande folla” non cadrà uccisa con le persone che saranno giustiziate in Har-Maghedon, ma ‘verrà dalla grande tribolazione’, il cui grande climax sarà la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Essendo sopravvissuta a quella “grande tribolazione” e avendo acclamato il vittorioso Geova Dio e l’Agnello Gesù Cristo, la “grande folla” attenderà con gioia, come con rami di alberi di palma, i mille anni avvenire. Così la terra non si troverà priva di vita umana allorché cominceranno i gloriosi mille anni del regno di Cristo.
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Gioia per la visione anticipata dei mille anniIl millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo III
Gioia per la visione anticipata dei mille anni
1, 2. (a) Sarà bruciata la nostra terra nella guerra di Har-Maghedon? (b) Come è mostrato questo da ciò che si fa in seguito a Satana e ai suoi demoni?
IL NOSTRO globo terrestre non si ridurrà in cenere e fumo, essendo bruciato nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon. Questo è mostrato da ciò che accade subito dopo quella guerra a Satana il Diavolo. In che modo? In quanto egli e i suoi angeli demonici si trovano ancora in vita sulla terra, dove furono gettati giù nella sconfitta dopo lo scoppio della guerra in cielo che seguì la nascita celeste del messianico regno di Dio. Satana e i suoi demoni furono scagliati nelle vicinanze della terra, per esservi ritenuti per un “breve periodo di tempo”. (Rivelazione 12:7-13) Essendo stati confinati alla terra attraverso la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, l’angelo di Dio deve scendere sulla terra per compiere contro di loro l’ulteriore azione. Rispetto a ciò, nel racconto della visione di Giovanni, leggiamo:
2 “E vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò questo su di lui, affinché non sviasse più le nazioni sino a che fossero finiti i mille anni. Dopo queste cose dev’esser lasciato sciolto per un po’ di tempo”. — Rivelazione 20:1-3.
3. È Satana il Diavolo il solo a essere scagliato nell’abisso, e a quale sua guerra questo pone fine?
3 Nel tempo in cui Satana il Diavolo fu cacciato dal cielo, i suoi angeli demonici furono cacciati con lui e confinati nelle vicinanze della terra. Quindi ciò che si fa al loro governante si applica anche a loro. Essi sono presi, incatenati e scagliati con Satana il Diavolo nell’abisso per mille anni. Questo pone fine non solo alla loro ulteriore attività per sviare le nazioni del mondo, ma pone fine anche alla guerra che fanno contro il rimanente dei cristiani eredi del messianico regno di Dio che sono ancora sulla terra. Relativamente a ciò, Rivelazione 12:13, 17 ci narra: “Or quando il dragone vide che era stato scagliato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figlio maschio [che simboleggia il messianico regno di Dio nei cieli]. E il dragone si adirò contro la donna, e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”.
4, 5. (a) Uccide quella guerra tutto il rimanente del Regno e la “grande folla”, e quale testimonianza ne abbiamo? (b) Dalla presenza di chi l’inabissamento di Satana libera quindi la terra?
4 Questa diabolica guerra non uccide tutto il rimanente degli eredi del Regno che osservano i comandamenti di Dio e rendono testimonianza al Suo Figlio, Gesù Cristo. Neanche uccide la “grande folla” che accetta questa testimonianza al Messia Gesù e che viene da ogni nazione della terra e si unisce al rimanente del Regno per adorare Geova Dio nel suo tempio spirituale. Attestando la sopravvivenza di questa “grande folla” proveniente da ogni razza, nazione e tribù, Rivelazione 7:9-15 dice: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda”.
5 Così, confinando Satana e i suoi angeli demonici nell’abisso, non si lascia la terra desolata di tutti gli abitanti umani. L’inabissamento libera la terra non dalla presenza del rimanente del Regno e della “grande folla”, ma, piuttosto, dalla presenza di Satana il Diavolo e dei suoi angeli demonici. Durante la loro prigionia di mille anni nell’abisso sarà come se ‘non fossero’. — Si paragoni Rivelazione 17:8.
GOVERNANTI DELLA TERRA PER MILLE ANNI
6. Quale domanda pone l’inabissamento di Satana in quanto al dominio della terra?
6 Satana il Diavolo non sarà più il governante del mondo del genere umano o l’“iddio” del sistema di cose. (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11; 2 Corinti 4:4) Chi dominerà allora la terra abitata, nei mille anni in cui Satana il Diavolo si troverà nell’abisso e ‘non sarà’?
7. Che cosa vide Giovanni nella visione che risponde a questa domanda?
7 Nella visione l’apostolo Giovanni vide da chi doveva essere amministrato il governo della terra. Egli dice: “E vidi dei troni, e vi eran quelli che sedettero su di essi, e fu data loro la potenza di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni. (Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti). Questa è la prima risurrezione. Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. — Rivelazione 20:4-6.
8, 9. (a) Dove si videro situati i troni, e quanti ce n’erano effettivamente? (b) Così Giovanni vedeva il principio di quale “giorno”, e come Paolo ne parlò in Atene?
8 I troni che Giovanni vide erano lassù in cielo, non sulla terra, poiché sono i troni di quelli che regneranno col Cristo per i mille anni. Il numero dei troni non fu perciò indefinito. Il numero fu di 144.000, corrispondente ai 144.000 Israeliti spirituali che son suggellati col “suggello dell’Iddio vivente” e che seguono l’Agnello Gesù Cristo “ovunque vada”. (Rivelazione 7:1-8; 14:1-5) Nelle passate migliaia d’anni nelle quali Satana il Diavolo è stato il “governante di questo mondo” c’è stata una tale assenza di giustizia o una tale errata applicazione della giustizia che sarà una cosa eccellente quando il potere di giudicare il genere umano sarà affidato a questi 144.000 giudici associati al Signore Gesù Cristo. Così quando l’apostolo Giovanni vide quei 144.000 troni e quelli che vi sedettero sopra, vide il principio del glorioso giorno di giudizio di cui si parlò alla Corte dell’Areopago, in Atene, diciannove secoli fa, con queste parole:
9 “Dio . . . ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito, e ne ha fornito garanzia a tutti in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — Atti 17:22-31.
10, 11. Quale specie di “anime” vide Giovanni, e per quale opera eran preparate?
10 L’apostolo Giovanni identifica ulteriormente quelli che occupano i troni giudiziari come i 144.000 coeredi del regno del Signore Gesù Cristo, continuando a dire: “Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano”. — Rivelazione 20:4.
11 L’apostolo Giovanni non vide “anime” decapitate. Usando la descrittiva parola “anime”, egli non parlava come i medium spiritici di “spiriti incorporei”. Usava la parola “anime” nel senso in cui le ispirate Sacre Scritture la usano, e intese dire creature viventi, coscienti dotate di un corpo, per mezzo del quale esprimevano la propria personalità. Solo che, per occupare nei cieli invisibili troni giudiziari, i loro corpi dovevano essere corpi spirituali. Nella considerazione della risurrezione dei morti, ci viene detto in I Corinti 15:44: “È seminato [nella morte] corpo fisico, è destato corpo spirituale”. Quindi l’apostolo Giovanni vide viventi, coscienti corpi celesti, persone dotate di facoltà mentali per l’opera di giudizio, e questi Giovanni identificò come quelli “giustiziati con la scure” per la testimonianza resa a Gesù e alla Parola di Dio.
“GIUSTIZIATI CON LA SCURE”
12. (a) Sono stati letteralmente giustiziati con la scure tutti i coeredi del regno di Cristo? (b) È Dio a fare figurativamente l’esecuzione con la scure, o chi la fa, e per che cosa?
12 Comunque, non tutti i 144.000 coeredi del regno di Gesù Cristo furono giustiziati con la scure o decapitati per la testimonianza che avevano resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio. Non in senso letterale! L’apostolo Giacomo, fratello naturale di Giovanni, fu ucciso con la spada, probabilmente decapitato, dal re Erode Agrippa I. (Atti 12:1, 2) Secondo la tradizione, l’apostolo Paolo fu decapitato a Roma, in Italia. (2 Timoteo 4:6-8) Ma non tutti i 144.000 subiscono una morte da martire essendo decapitati. Per certo non è Dio a giustiziarli con la scure, né in senso letterale né in senso figurato, in quanto fu per aver parlato di Lui che essi sono tutti giustiziati con la scure. È lo stato politico a giustiziarli. Nel caso dell’Impero Romano, di cui l’apostolo Giovanni era prigioniero nell’isola penale di Patmos, questo potere esecutivo era simboleggiato dalla scure avvolta dentro un fastello di verghe con cui eran fustigati e decapitati i criminali. Questo simbolo era chiamato fascio, ed era portato in processione dai littori davanti al più alto magistrato romano. Benito Mussolini, duce del partito fascista, rese popolare questo simbolo durante il suo regime in Italia.
13. Secondo Rivelazione 20:4, perché lo stato politico giustizia figurativamente in tutto il mondo i 144.000 eredi del Regno con la scure?
13 In effetti lo stato politico di questo mondo giustizia i 144.000 eredi del Regno, giudicandoli come indegni di vivere sotto la sua autorità. Li condanna a morte, per così dire. La ragione di ciò è resa chiara dall’apostolo Giovanni. In che modo? In quanto, come Giovanni dice, “non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine” e “non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano”. In altre parole, questi 144.000 eredi del Regno non avevano adorato lo stato politico in nessuna delle sue varie espressioni in tutta la terra. Né il rimanente di questi eredi del Regno avevano in questo ventesimo secolo adorato quell’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo ora nota come le Nazioni Unite, ma in precedenza nota come la Lega delle Nazioni. La simbolica “bestia selvaggia”, lo stato politico mondiale, è quella che viene scagliata nella distruzione simboleggiata dal “lago di fuoco che brucia con zolfo” nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon. — Rivelazione 13:1-17; 14:9-11; 19:19, 20; 20:4.
14. In qual modo i 144.000 eredi del Regno non adorano la bestia selvaggia o non ne ricevono il marchio sulla fronte o sulla mano?
14 I 144.000 eredi del Regno non adorano la simbolica “bestia selvaggia”, immischiandosi nella sua politica, presentandosi come candidati a incarichi politici, prendendo parte alla sua sanguinaria guerra. Così non ricevono un marchio né sulla fronte né sulla mano, per simboleggiare che siano schiavi dello stato e che gli porgano una mano attiva compiendone le attività mondane, spesso bestiali. Né i 144.000 adorano l’“immagine della bestia selvaggia”, attribuendo la salvezza a un’organizzazione internazionale istituita dagli uomini per la pace e la sicurezza del mondo. Essi adorano solo l’Iddio del quale parlano e al quale mostrano lealtà come Sovrano Universale. Non magnificano lo stato politico terreno, ma rendono testimonianza a Gesù, il Figlio di Dio, come il Cristo, il Messia, che l’Iddio Altissimo ha costituito per governare il mondo del genere umano per mille anni. C’è poco da meravigliarsi se la “bestia selvaggia” esegue la condanna a morte dei 144.000 come con la scure!
15. Che cosa subiscono infine sulla terra i 144.000, e in che modo possono infine sedere in cielo su troni giudiziari?
15 Finiscano il loro corso terreno con una violenta morte da martire o no, tutti i 144.000 eredi del Regno in ultimo muoiono effettivamente in senso fisico. Come possono, dunque, entrare nel regno dei cieli e mettervisi a sedere su quei troni giudiziari? Non mediante alcuna immortalità dell’anima umana, ma mediante una risurrezione dai morti. Di “quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio” Giovanni dice: “Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni”. — Rivelazione 20:4.
16. Venendo di nuovo alla vita, come quale specie di creature sono essi, e qual è ora il grado della loro vita?
16 Essi “vennero alla vita” di nuovo non sulla terra come creature umane o anime umane, ma come figli spirituali di Dio in cielo. È come tali che son visti nella visione dall’apostolo Giovanni. La loro vita ha una durata più lunga di quella dell’odierno genere umano. Possono vivere più a lungo di Metusela, che visse 969 anni. (Genesi 5:25-27) Possono vivere per i mille anni del loro regno con Cristo e continuare a vivere poi nell’eternità senza fine, poiché alla loro risurrezione dai morti son rivestiti d’immortalità. (1 Corinti 15:50-57) Nell’istante in cui vengono risuscitati sono nella pienezza della vita, senza debolezze, senza corruzione, senza alcuna delle imperfezioni che in precedenza ebbero nel loro morente corpo fisico ereditato dai peccaminosi Adamo ed Eva. Sono perfettamente in vita, giustificati da Dio Onnipotente per la vita eterna nello spirito. — 1 Corinti 15:42-55.
17. (a) Sarà la “grande folla” dei sopravvissuti della “grande tribolazione” resa istantaneamente perfetta dopo l’inabissamento di Satana? (b) Quando potranno osservare senza difetto la legge di Dio, e perché?
17 Per dare enfasi a questa differenza fra il loro istantaneo stato alla risurrezione e lo stato del resto del mondo del genere umano all’inizio dei mille anni, l’apostolo Giovanni prosegue, dicendo: “Questi vennero alla vita di nuovo e regnarono con Cristo per mille anni, benché il resto dei morti non venisse alla vita finché i mille anni non furono finiti”. (Rivelazione 20:4, 5, New English Bible) Questo prova che anche la “grande folla” di adoratori presso il tempio spirituale di Dio, la quale sopravvive alla “grande tribolazione”, non sarà istantaneamente resa perfetta nella carne e non sarà dichiarata degna della vita eterna sulla terra immediatamente dopo che Satana il Diavolo e i suoi demoni saranno stati legati e scagliati nell’abisso. Con gli elevatori ausili e le benedizioni del regno millenario di Gesù Cristo, progrediranno gradualmente verso la perfezione umana e verso la capacità di vivere senza peccare nella carne e d’osservare senza difetto le leggi di Dio. Ma che dire di quei miliardi di uomini che sono addormentati nelle tombe commemorative terrestri e in sepolcri acquei?
18. (a) Quale simpatizzante umano di Gesù sarà incluso fra quelli che usciranno dall’Ades nel millennio? (b) Quando tale uomo morto risuscitato perverrà alla perfezione umana, e come?
18 Riguardo a questi, la visione anticipata che Giovanni ebbe dei mille anni ci mostra ciò che accade loro, dicendo: “E il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi, e furon giudicati individualmente secondo le loro opere”. (Rivelazione 20:13) Fra quelli che così usciranno dall’Ades o dalla comune tomba del genere umano sarà quel malfattore appeso a un palo di esecuzione accanto a Gesù, al quale Gesù disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:43; traduzione di Rotherham; Traduzione del Nuovo Mondo) Questo malfattore uscirà dall’Ades nel Paradiso terrestre ristabilito per il genere umano dal regno di Gesù Cristo. In tale Paradiso il malfattore condividerà insieme a tutti gli altri morti umani risuscitati l’opportunità di correggere la propria condotta e di guarire dall’imperfezione e dalla peccaminosità umane. In questo modo, alla fine del millenario regno di Cristo, potrà raggiungere la mèta della perfezione umana a immagine e somiglianza di Dio. Tutti quelli che avranno conseguito la perfezione e l’innocenza umane sulla terra per la fine dei mille anni dovranno, comunque, subire una prova finale della loro lealtà verso il sovrano dominio universale di Dio, per mantenere la loro vita perfetta.
19. (a) Or dunque, in che modo “il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti”? (b) Che cosa si farà a quelli che non avranno superato la prova della lealtà verso la sovranità di Dio?
19 Quei perfezionati uomini che avranno mantenuto sulla terra la loro integrità e avranno dato prova di fedeltà verso il legittimo dominio di Dio saranno dichiarati giusti dal Giudice Supremo, Geova Dio. Questi innocenti Egli dichiarerà degni della vita eterna, e assegnerà loro il diritto alla sempiterna vita di felicità nel Paradiso terrestre. Liberi da ogni condanna, questi ubbidienti ora vivranno veramente conforme al perfetto punto di vista di Dio. È in questa maniera, dunque, che “il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti”. (Rivelazione 20:5) Quegli uomini perfezionati che non supereranno fedelmente quella prova di santa lealtà dopo che i mille anni saran finiti verranno distrutti in eterno, proprio come Giovanni presenta la cosa nella sua anticipata visione, dicendo: “E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”. (Rivelazione 20:14, 15) Quindi questi sleali non otterranno la vita eterna.
“LA PRIMA RISURREZIONE”
20-22. (a) Quando Giovanni torna a parlare della “prima risurrezione”, perché sorge una domanda riguardo a Efesini 2:1-6? (b) Similmente riguardo a Colossesi 2:11-13, dove Paolo tratta la circoncisione cristiana?
20 Dopo aver inserito quella dichiarazione sul “resto dei morti”, l’apostolo Giovanni si riferisce alla venuta alla vita di nuovo da parte di quelli che erano stati “giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio” e prosegue, dicendo: “Questa è la prima risurrezione. Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. — Rivelazione 20:5, 6.
21 Può darsi che questa “prima risurrezione” di tali 144.000 coeredi del Regno con Cristo sia ciò che l’apostolo Paolo tratta in Efesini 2:1-6? Qui l’apostolo scrive ai cristiani del primo secolo che erano nella città di Efeso, in Asia Minore, e dice: “Foste morti nei vostri falli e peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose di questo mondo, secondo il governante dell’autorità dell’aria, lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza. . . . Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore col quale ci amò, ci rese viventi insieme al Cristo, quando eravamo morti nei falli — per immeritata benignità siete stati salvati — e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù”.
22 Similmente, quando trattò la circoncisione cristiana con i cristiani di Colosse, in Asia Minore, l’apostolo Paolo scrisse: “Questa è la circoncisione secondo Cristo. Siete stati seppelliti con lui, quando siete stati battezzati; e mediante il battesimo, inoltre, siete stati destati con lui per mezzo della vostra credenza nel potere di Dio che lo destò dai morti. Voi foste morti, perché eravate peccatori e non eravate stati circoncisi: egli vi ha portati alla vita con lui, ci ha perdonato tutti i nostri peccati”. — Colossesi 2:11-13, Je.
23. (a) Siccome le precedenti scritture si riferiscono a una delle “prime” esperienze nella vita del cristiano, che cosa dice la New Catholic Encyclopedia circa la “prima risurrezione”? (b) Quindi, circa il fatto che Satana sarà legato per mille anni?
23 Dobbiamo ammettere che questo passare dalla morte alla vita in senso figurativo, o in senso spirituale, è una delle “prime” esperienze nel corso del cristiano. Così, ritenendo che questa esperienza sia la “prima risurrezione” menzionata in Rivelazione 20:5, 6, la New Catholic Encyclopedia (diritti riservati nel 1967,), alla voce “Millenarismo”, prosegue, dicendo:
. . . La “prima risurrezione” simboleggia il Battesimo, . . . mediante cui si partecipa alla risurrezione di Cristo. . . . Tutti i fedeli, sia quelli sulla terra che quelli in cielo, partecipano al regno di 1.000 anni di Gesù, simbolo dell’intera durata della vita della Chiesa considerata nel suo aspetto glorioso dalla Risurrezione di Cristo fino all’Ultimo Giudizio, . . . L’incatenamento di Satana in questo stesso periodo significa che l’influenza di Satana è stata notevolmente ridotta, non completamente rimossa. La diminuzione dell’influenza di Satana è il risultato dell’efficacia della Redenzione di Cristo. Dopo una lotta finale verso la fine del tempo . . . Satana sarà completamente vinto da Cristo. . . .
24, 25. Qual è stata la durata della vita della Chiesa dalla Pentecoste del 33 E.V., e che cosa dice Paolo in quanto a regnare al suo tempo nella congregazione cristiana?
24 È questa spiegazione della “prima risurrezione” in armonia con ciò che Giovanni scrive in Rivelazione 20:1-6? Ebbene, dal giorno della Festa delle Settimane nell’anno 33 E.V., quando la congregazione cristiana cominciò a esser battezzata a Gerusalemme con lo spirito santo di Dio, a ora, la “durata della vita della Chiesa” è risultata non solo di mille anni, ma di quasi il doppio di ciò. In tutti questi quasi due millenni ha “regnato” forse qualche membro della vera congregazione cristiana, sia pure in mezzo alla stessa congregazione?
25 Chi degli apostoli ha così “regnato”? Non l’apostolo Paolo! Poiché egli scrisse a certi ambiziosi membri della congregazione di Corinto: “Avete regnato SENZA di noi, non è vero? E in realtà io desidererei che regnaste, affinché noi pure regnassimo con voi. Poiché mi sembra che Dio abbia messo in mostra noi apostoli per ultimi come uomini riservati alla morte, perché siamo divenuti uno spettacolo teatrale per il mondo, sia per gli angeli che per gli uomini”. (1 Corinti 4:8, 9) Al suo compagno missionario Timoteo, egli presentò il regno come qualche cosa che doveva venire dopo la morte fisica del cristiano, dicendo: “Fedele è la parola: Certamente se morimmo insieme, pure vivremo insieme; se continuiamo a perseverare, insieme pure regneremo; se rinneghiamo, egli pure ci rinnegherà”. 2 Timoteo 2:11, 12.
26. Secondo le parole di Gesù ai Laodicesi, che cosa viene mostrato riguardo al regno del cristiano sulla terra dal giorno del suo battesimo?
26 E che dire dell’apostolo Giovanni? Mentre era esiliato nell’isola penale romana di Patmos, citò il risuscitato Signore Gesù Cristo che aveva detto ai cristiani di Laodicea: “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come io ho vinto e mi son seduto col Padre mio sul suo trono”. (Rivelazione 3:21) Tutto il regno era futuro, dopo la morte fisica dei fedeli discepoli di Gesù Cristo. Non ci doveva essere nessun regno su questa terra, dal giorno del battesimo del cristiano in acqua.
27, 28. (a) Li raffigura Rivelazione 20:4 come venuti alla vita da una morte figurativa mediante un volontario battesimo in acqua? (b) Con quale mezzo è raffigurato che viene la morte, e per che cosa, e da quale specie di morte deve quindi esserci la “prima risurrezione”?
27 Con quale specie di risurrezione “essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni”? Con una risurrezione figurativa o con una risurrezione letterale dall’effettiva morte e dalla tomba? Rivelazione 20:4 non parla della loro venuta alla vita dalla morte figurativa che subiscono volontariamente quando sono battezzati in acqua come lo fu Gesù stesso. No, ma della morte che subiscono quando sono “giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio”.
28 Questa ‘esecuzione con la scure’ viene su di loro non per loro volontà, ma per volontà dei nemici di Dio e di Cristo, e avviene dopo il loro battesimo in acqua e perché rendono testimonianza a Gesù come il Cristo e parlano di Dio come il giusto Governante dell’universo (compresa la nostra terra). Questa ‘esecuzione con la scure’ dà luogo infine a una vera morte fisica. Di conseguenza, ‘vengono alla vita di nuovo’ per regnare da una morte letterale, fisica, e non da una morte figurativa che avvenga al battesimo in acqua. In modo simile, il regno non comincia sulla terra dopo una risurrezione spirituale che segua il loro battesimo in acqua. La risurrezione che si intese in Rivelazione 20:4-6 è la risurrezione reale, letterale, dal sonno della morte nello Sceol o comune tomba del genere umano.
29, 30. (a) È vero di quelli che hanno avuto semplicemente una risurrezione figurativa che “su questi non ha autorità la seconda morte”? (b) Che cosa dice su questo Paolo in Ebrei 10:26-31?
29 Non si deve trascurare un altro punto che dà prova di ciò: Rivelazione 20:6 dice: “Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte”. Tale seconda morte è simboleggiata dal “lago di fuoco che brucia con zolfo”. (Rivelazione 19:20; 20:14) È vero questo di coloro che sono stati semplicemente battezzati con acqua e che sono stati spiritualmente resi viventi dalla morte nei falli e peccati e sono stati destati insieme spiritualmente e si son fatti “sedere . . . nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù”? (Efesini 2:1, 5, 6) No, è ancora possibile che mentre sono nella prova sulla terra questi battezzati si mostrino infedeli e vengano sotto la pena della “seconda morte”, il totale annientamento. Ecco perché l’apostolo Paolo avvertì i battezzati, unti cristiani di Corinto, in Grecia: “Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. (1 Corinti 10:12) Inoltre, Ebrei 10:26-31 avverte i battezzati, unti cristiani:
30 “Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione. Chi ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre. Di quanto più severa punizione pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà stimato come di valore comune il sangue del patto mediante il quale fu santificato, e che avrà oltraggiato lo spirito dell’immeritata benignità con disprezzo? Poiché conosciamo colui che disse: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò’; e di nuovo: ‘Geova giudicherà il suo popolo’. È pauroso cadere nelle mani dell’Iddio vivente”.
31. Che cosa dice su questo Ebrei 6:4-8?
31 In Ebrei 6:4-8 pure leggiamo: “È impossibile che quelli che sono stati una volta per sempre illuminati, e che han gustato il gratuito dono celeste, e che son divenuti partecipi dello spirito santo, e che hanno gustato l’eccellente parola di Dio e le potenze del sistema di cose avvenire, ma che si sono allontanati, siano di nuovo ravvivati a pentimento, perché mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica vergogna. Per esempio, la terra che beve la pioggia che spesso viene su di essa, e che quindi produce vegetazione utile a quelli per i quali è anche coltivata, riceve in cambio una benedizione da Dio. Ma se produce spine e triboli, è rigettata ed è presso ad esser maledetta; e finisce con l’esser bruciata”.
32. I cristiani che hanno avuto quale specie di risurrezione sono i soli non soggetti all’“autorità” della “seconda morte” o non danneggiati da essa?
32 In vista di ciò, la “prima risurrezione non è quella risurrezione figurativa che segue il battesimo in acqua e che lascia il battezzato ancora esposto alla possibilità della “seconda morte”, soggetto alla sua “autorità”. È la vera risurrezione letterale dallo Sceol alla vita come figlio spirituale di Dio nei cieli invisibili ai quali lo stesso Gesù Cristo ascese. A questi si applica la promessa di Gesù: “Mostrati fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. Chi ha orecchio oda ciò che lo spirito dice alle congregazioni: Chi vince non sarà affatto danneggiato dalla seconda morte”. (Rivelazione 2:10, 11) Quelli che hanno preso parte alla “prima risurrezione” non possono esser danneggiati dalla “seconda morte” e non sono soggetti alla sua “autorità”, perché in questa risurrezione sono stati rivestiti d’immortalità e incorruzione. — 1 Corinti 15:53, 54.
33. In quali due sensi può esser chiamata “la prima risurrezione”?
33 Ora possiamo capire la ragione per cui questa è chiamata “la prima risurrezione”. È così chiamata perché è la stessa specie di risurrezione che Gesù Cristo ebbe il terzo giorno dopo la sua morte, una risurrezione all’istantanea pienezza della vita, così che il risuscitato Gesù Cristo divenne “il primogenito dai morti”. (Rivelazione 1:5; Colossesi 1:18) Essa precede nel tempo ‘la venuta alla vita’ del “resto dei morti”. È non solo la prima nel tempo, ma anche “la prima” in quanto è la risurrezione migliore che i morti potessero avere. È una risurrezione alla vita incorruttibile, immortale, come figlio spirituale di Dio negli stessi cieli di Dio.
34. In che modo quelli che prendono parte alla “prima risurrezione” sono santi?
34 Veramente, dunque, si può esclamare: “Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione”. (Rivelazione 20:6) Sono davvero “santi” in quanto non è possibile da parte loro nessuna infedeltà che meriti la “seconda morte”. Inoltre, con questa risurrezione è loro permesso d’essere celesti “sacerdoti di Dio e del Cristo” e di ‘regnare con lui per i mille anni’. Satana il Diavolo non sarà allora governante del mondo.
“MILLE ANNI” REALI, DETERMINATI
35, 36. (a) Hanno sentito i cristiani, dal battesimo, una diminuzione dell’influenza di Satana a causa dell’“efficacia della Redenzione di Cristo”? (b) Che cosa indicano i consigli di Pietro e Paolo che sarebbe avvenuto?
35 Che Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici siano incatenati e inabissati non significa dunque ciò che dice la New Catholic Encyclopedia, vale a dire la notevole riduzione dell’influenza di Satana in questo attuale sistema di cose, come una diminuzione dell’influenza di Satana risultante dall’“efficacia della Redenzione di Cristo”. I veri cristiani non hanno per certo sentito sulla terra tale diminuzione dell’influenza di Satana, nessuna sua riduzione notevole, dal loro battesimo in acqua. Piuttosto, l’apostolo Pietro verso la fine della sua vita terrena ritenne necessario scrivere ai cristiani questo avvertimento: “Mantenetevi assennati, siate vigilanti. Il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno”. (1 Pietro 5:8) Per la stessa ragione l’apostolo Paolo diede loro questo consiglio:
36 “Rivestitevi della completa armatura di Dio affinché possiate star fermi contro le macchinazioni del Diavolo; perché abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvagie forze spirituali che sono nei luoghi celesti. Per questo motivo prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e, dopo aver fatto ogni cosa compiutamente, star fermi”. — Efesini 6:11-13.
37. Indica forse Rivelazione 12:17 che Satana sia stato incatenato figurativamente sin dall’atto della redenzione di Cristo?
37 Per giunta, in Rivelazione 12:1-17, l’apostolo Giovanni descrive con simboli la nascita del messianico regno di Dio e le attività del “gran dragone”, “l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”, dopo che costui è stato cacciato dal cielo ed è stato gettato giù sulla nostra terra. Quindi, come speciale avvertimento ai veri cristiani di questo ventesimo secolo in cui queste cose avvengono, Giovanni aggiunge queste parole: “E il dragone si adirò contro la donna, e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”. (Rivelazione 12:17) Sembra tutto questo come una notevole riduzione del potere e dell’influenza di Satana verso i cristiani dopo il loro battesimo in acqua? È questo un incatenamento di Satana?
38. Satana è legato e inabissato perché non continui a sviare chi?
38 Comunque, secondo ciò che l’apostolo Giovanni effettivamente dice, perché Satana il Diavolo è preso, incatenato e scagliato nell’abisso? Questo avviene affinché ‘non svii più le nazioni sino a che i mille anni non siano finiti’. (Rivelazione 20:1-3) Con la parola “nazioni” Giovanni intende non i battezzati, unti 144.000 eredi del Regno, ma quelli che non sono veri, genuini seguaci e imitatori del Signore Gesù Cristo. Al tempo in cui il Diavolo è cacciato dal cielo si parla di lui come di “Satana, che svia l’intera terra abitata”. (Rivelazione 12:9) I fedeli 144.000 eredi del Regno non fanno parte di quelle “nazioni” della terra abitata che sono sviate. Quindi, non i 144.000 partecipi della “prima risurrezione”, ma le “nazioni” son quelle al cui ulteriore sviamento bisogna porre fine legando e inabissando Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici.
39. C’è stata una riduzione dello sviamento delle nazioni per opera di Satana dalla Pentecoste del 33 E.V., e che cosa predice Rivelazione 12:12?
39 Or dunque, è stato lo sviamento di tali nazioni per opera di Satana il Diavolo diminuito, ridotto, attenuato, in questi più di millenovecento anni dal battesimo della congregazione cristiana con lo spirito santo di Dio il giorno della Festa delle Settimane in Gerusalemme nel 33 E.V.? A questa domanda, chi è tanto cieco e tanto privo di conoscenza della storia umana da rispondere Sì? È accaduto l’opposto. Oggi, in quest’èra di massima luce del genere umano in senso scientifico, le “nazioni” del mondo sono sviate in un grado mai raggiunto prima, e con conseguenze più gravi. Perché? Perché questo inganno internazionale di Satana e dei suoi demoni significa la distruzione di tutte queste sviate nazioni in un futuro molto prossimo. All’espulsione di Satana il Diavolo, con buona ragione “nel cielo un’alta voce” disse: “Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. — Rivelazione 12:10-12.
40, 41. (a) Quale argomento dei religionisti riguardo ai mille anni nei quali Satana sarà legato risulta così falso? (b) Di che cosa ha bisogno il genere umano che deve avvenire realmente, e chi ripone ora le proprie speranze nel regno millenario di Cristo?
40 Così questo argomento dei religionisti della cristianità, che i “mille anni” dell’inabissamento di Satana il Diavolo non significano mille anni letterali ma si applicano all’“intera durata della vita della Chiesa” sulla terra (già di oltre 1.900 anni), risulta falso!
41 Secondo la cronologia biblica, il principio del settimo millennio di esistenza del genere umano sulla terra è vicino, entro questa generazione. Ora come in nessun tempo passato gli abitanti della terra hanno bisogno che Satana il Diavolo sia realmente legato e gettato nell’abisso. Gli avvenimenti mondiali che immediatamente lo precedono stanno per aver luogo, e il grande avversario e oppressore del genere umano sarà suggellato nell’abisso per il tempo di dieci secoli. Il reale dominio di Cristo e della sua risuscitata congregazione per mille anni di pace e benedizione della famiglia umana ci sta dinanzi con tutte le sue gloriose possibilità! Una “grande folla” di dedicati credenti nella Bibbia i quali ripongono ora le loro speranze nel regno millenario di Cristo ha la divina assicurazione d’esser preservata da morte per essere introdotta in quel periodo di massimo splendore di tutta la storia umana. Quale benedetta prospettiva per loro!
42. Quali domande sorgono circa l’attitudine della “grande folla” verso i suoi governanti millenari, e che cosa è dunque opportuno che consideriamo?
42 Non si stancherà quella “grande folla” d’avere su di sé gli stessi governanti per mille anni? Non vorranno essi, molto prima della fine di quel periodo di tempo, un cambiamento di governo e non protesteranno per fare un’elezione popolare di un diverso gruppo di governanti? O non impareranno piuttosto ad amare sempre più questi celesti sacerdoti e re posti su di loro, essendo grati che rimangano nell’incarico per tutto il tempo stabilito da Dio? Queste sono domande serie, poiché sotto tale regno millenario quella “grande folla” avrà l’opportunità di vivere finché durerà quel governo celeste, mille anni, e in seguito per un tempo senza fine. Considerando ora queste interessanti domande, è opportuno che esaminiamo più compiutamente quale specie di re e sacerdoti ci saranno e quanto preziosi saranno i loro servizi per tutto il genere umano, per i superstiti e per i morti. (2 Timoteo 4:1) Questo richiede che guardiamo i loro precedenti del passato e ciò che l’Iddio Altissimo richiese da loro per considerarli degni di prestare servizio quali millenari re e sacerdoti.
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Re per mille anni senza successoriIl millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo IV
Re per mille anni senza successori
1. Da quale tempo in poi i regni istituiti dagli uomini sono risultati insoddisfacenti?
I REGNI istituiti dagli uomini non sono risultati soddisfacenti per le esigenze umane. Almeno dal ventiduesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare, o più di 4.150 anni fa, la famiglia umana cominciò ad avere regni di istituzione umana. Il nome del primo re umano di cui si abbia memoria è Nimrod, pronipote di Noè il costruttore dell’arca, e pare che Nimrod si autocostituisse re, secondo il racconto di Genesi 10:8-12.
2. (a) Quale fu l’attitudine di Noè verso il regno? (b) Per quale tipo di governo il popolo ha oggi una decisa preferenza?
2 Noè, che sopravvisse al principio del regno di Nimrod, non lo costituì re di Babele (o Babilonia). Noè non fece nemmeno di se stesso un re, ma continuò semplicemente a essere un capo patriarcale della crescente famiglia umana. (Genesi 9:28, 29; da 10:32 a 11:9) Oggi, in massima parte, i popoli sono stanchi di avere re con successori ereditari della propria famiglia naturale. C’è una decisa preferenza per i governi popolari, come le repubbliche e le democrazie con presidenti eletti dal popolo. Sotto queste democrazie il popolo presto si stanca di un gruppo di governanti provveduti per lo più da un solo partito politico e cerca un cambiamento per mezzo dell’elezione alla carica di candidati provveduti da un altro partito politico.
3. Chi è stanco dei regni istituiti dagli uomini, e che cosa fece dichiarare nel luogo del primo regno di istituzione umana?
3 Gli uomini non sono i soli a essere stanchi dei regni istituiti dagli uomini con i propri successori ereditari. Dio pure lo è. Infatti, Dio ne ha abbastanza di tutti i governi istituiti dagli uomini oggi sulla terra.a Se il popolo non è ancora stanco, Egli lo è. Infatti, è sulla Sua proprietà (la terra) che questi governi istituiti dagli uomini hanno governato male o in maniera insoddisfacente e inadeguata. Perciò fece dichiarare nel luogo dove venne al potere il primo re costituito dagli uomini, nella stessa Babilonia, che al Suo tempo stabilito Egli avrebbe distrutto tutti questi governi di istituzione umana per far posto al regno di mille anni del suo Figlio, Gesù Cristo. Per mezzo del suo profeta Daniele egli disse a Nabucodonosor, re di Babilonia: “Ai giorni di quei re l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso non passerà ad alcun altro popolo. Esso stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Daniele 2:44.
4, 5. (a) Chi sono i governanti costituiti sul genere umano che Dio ama? (b) Secondo l’apostolo Giovanni, l’amore di tali governanti verso Dio rende certo il loro amore anche verso quali altre persone?
4 Secondo questo Suo proposito, l’Altissimo Dio del cielo non ama quei re e gli altri governanti politici della terra. Nemmeno essi Lo amano, nonostante che molti di loro siano re e governanti politici di quella che è chiamata cristianità. Se Lo amassero, farebbero ciò che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, disse ai suoi discepoli: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia”, e non ricoprirebbero un incarico politico in qualche governo oggi istituito dagli uomini. (Matteo 6:33) È importantissimo che sul genere umano regni una persona che l’Iddio del cielo ama. Questo vale per gli associati di tale re: per il bene del genere umano dovrebbero essere persone che Dio ama. Perciò li terrà nella carica. Perciò in primo luogo conferisce loro la carica. Essi amano e ameranno il solo vivente e vero Dio. Ciò significa, necessariamente, che ameranno anche le persone della terra. Proprio su questo punto l’apostolo Giovanni scrisse:
5 “Se alcuno fa la dichiarazione: ‘Io amo Dio’, eppure odia il suo fratello, è bugiardo. Poiché chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto. E abbiamo da lui questo comandamento, che chi ama Dio dovrebbe amare anche il suo fratello”. — 1 Giovanni 4:20, 21.
6. Come l’insistenza dei governanti sul mantenimento dei loro confini e sulla loro sovranità ha influito sul genere umano?
6 I re umani e gli altri governanti politici sono stati molto gelosi dei loro confini nazionali o statali, i quali hanno la funzione di dividere nazioni e popoli. Ogni governante politico cerca di esercitare il controllo entro il suo proprio territorio, e si attende che il popolo che vi abita gli sia leale. Sotto questo sistema di cose, la terra è stata ripartita in molti territori nazionali e statali in ciascuno dei quali si insiste sulla sovranità nazionale, e questo non ha contribuito a unire tutto il genere umano. Sono sorte rivalità nazionali. Ora si pone dunque un’interessante domanda.
7. Qual è il proposito di Dio circa il dominio celeste della terra, e come lo indica Rivelazione 14:1-5?
7 Non è proposito di Dio far regnare Gesù Cristo da solo per mille anni. Il diletto Figlio di Dio non deve stare da solo come Re sul celeste monte Sion, sede del governo. Ma, come ci narra l’apostolo Giovanni: “Vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. . . . Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi e alle persone anziane; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. . . . Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. — Rivelazione 14:1-5.
8. Quali domande sorgono in quanto alle assegnazioni territoriali ai membri dei 144.000 eredi del Regno, e anche in quanto alle considerazioni linguistiche?
8 Poiché ci saranno così sopra la terra 144.001 governanti reali, significa questo che la terra sarà divisa in 144.000 territori, con uno dei 144.000 su ciascun singolo territorio, e il popolo ivi abitante responsabile verso quel particolare re al comando di Gesù Cristo quale Re principale? Non darebbe luogo tale ripartizione degli abitanti della terra a linee di confine, benché invisibili, e non creerebbe questo qualche grado di differenza fra gli abitanti della terra che si troverebbero in diverse parti rispetto alle linee di confine? Inoltre, sarebbe costituito un erede del Regno che un tempo parlava la lingua cinese sopra una zona abitata da persone di lingua cinese, un erede del Regno di lingua russa sopra una popolazione di lingua russa, un erede del Regno di lingua inglese sopra quelli di lingua inglese, e così via secondo i distinti gruppi linguistici? Continueranno a esistere le divisive barriere linguistiche, ostacolando la reciproca comprensione?
9. (a) Di fra chi sono stati tratti i 144.000 eredi del Regno, conforme a quale comando di Gesù? (b) Quale domanda sorge circa le loro differenze linguistiche?
9 Queste sono domande naturali, domande appropriate. Ma a questo riguardo si deve dire che la Bibbia non indica quali assegnazioni di responsabilità reali saranno fatte per mezzo del principale re Gesù Cristo agli individui che formano i 144.000 coeredi di Cristo. Nei diciannove secoli passati da che fu fondata nel 33 E.V. la congregazione cristiana, questi 144.000 coeredi di Cristo sono stati tratti da nazioni, popoli e tribù di molte lingue. Il risuscitato Gesù Cristo disse ai suoi discepoli che s’erano radunati in Galilea alcuni giorni prima che ascendesse di nuovo in cielo: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole”. (Matteo 28:19) Dobbiamo immaginare che in cielo, nella gloria del Regno, i 144.000 re associati sian divisi da differenze linguistiche e abbiano bisogno di interpreti? L’apostolo Paolo scrisse delle “lingue degli uomini e degli angeli”. — 1 Corinti 13:1.
10. Quale sarà la lingua dei 144.000 in cielo, e che ne sarà delle loro precedenti lingue terrestri?
10 Non c’è dubbio che i 144.000 risuscitati e glorificati parleranno tutti una sola lingua celeste, essendo il dono di questa lingua concesso loro alla loro risurrezione dai morti nei loro nuovi corpi spirituali. Ciò non significa che sia cancellata dalla loro mente la loro precedente lingua terrena. No, poiché sarà identificandosi con la loro precedente lingua umana che potranno riconoscersi come la stessa persona. Ma alla loro risurrezione celeste parleranno la lingua del Signore Gesù Cristo, ed egli parlerà la lingua del suo celeste Padre, Geova Dio.
UNA SOLA RAZZA, UNA SOLA LINGUA
11. Sotto il regno millenario, che ne sarà delle attuali barriere linguistiche sulla terra, e come, e perché?
11 Similmente, sotto il regno millenario di Cristo e dei suoi 144.000 re associati, la barriera linguistica che ora esiste sulla terra sarà rimossa di sopra il genere umano. L’originale proposito di Dio riguardo alla terra fu che essa si riempisse adeguatamente di creature umane che parlassero una lingua comune, la lingua del loro primo padre terreno, il perfetto uomo Adamo. Nel giardino di Eden la razza umana iniziò con una sola lingua. Dopo il diluvio universale del giorno di Noè, Dio diede al genere umano un nuovo inizio giusto con una sola lingua, la lingua del giusto Noè, decimo uomo nella linea di discendenza di Adamo. Quella sola lingua continuò fino al tentativo di edificare la Torre di Babele.
12. Come Dio eliminerà gli effetti linguistici dell’azione che compì alla Torre di Babele?
12 Quindi Dio Onnipotente infranse l’unità degli edificatori che combinavano i loro sforzi in una cattiva opera. Come? Confondendo la lingua e facendoli così disperdere come gruppi linguistici in diverse parti della terra. (Genesi 11:1-9) In armonia con il Suo proposito originale, Dio ricondurrà il genere umano nel suo insieme all’unica lingua familiare, alla lingua di cui dotò il primo padre umano dell’umanità, solo con un vocabolario assai più grande, forse con abbellimenti delle altre lingue che Dio inventò alla Torre di Babele.
13. Per chi si produrrà in questo modo un temporaneo problema linguistico, ma quali benefici ne risulteranno?
13 A quelli che vissero prima del Diluvio, compresi gli otto superstiti umani di quel diluvio noetico, questo non presenterà nessun grande problema allorché sotto il millenario regno di Dio saranno risuscitati dai morti alla vita sulla terra. Ma per la grande maggioranza del resto del genere umano, significherà imparare una nuova lingua, la lingua che Dio si propone per tutto il genere umano. In vista dei buoni insegnanti di lingua che saranno impiegati dal Regno, non dovrebbe esserci a questo riguardo nessun grande problema. Anche ai bambini risuscitati si potrà insegnare dall’infanzia la nuova lingua. In questo modo potranno comunicare tutti direttamente gli uni con gli altri, comprendendo pienamente i termini e le espressioni della reciproca lingua. Quale unificatore effetto avrà questo sulla famiglia umana! Pensate che tutti saranno in grado di leggere le ispirate Scritture Ebraiche,b ciascuno per proprio conto, e che potranno osservare come se ne saranno avverate tutte le profezie e come esse contengono inoltre un accurato racconto storico fino ai giorni del profeta Malachia! Quindi quelli di cuore onesto potranno dire, come disse l’apostolo Paolo: “Sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”. — Romani 3:4.
14. Come saranno eliminate le odierne barriere interrazziali, internazionali e intertribali per quelli che prendono parte alla prima risurrezione?
14 Come della barriera linguistica, così delle attuali barriere causate da razze, nazioni e tribù. Per i 144.000 eredi del Regno che partecipano alla “prima risurrezione”, queste ultime barriere saranno tutte cose del passato. Tali barriere hanno aderito tutte alla carne. La loro risurrezione non avverrà col corpo carnale che ebbero in precedenza qui sulla terra, poiché scrisse l’apostolo Paolo: “Dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione”. (1 Corinti 15:50) “Anche se [noi cristiani] abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, certamente ora non lo conosciamo più così”. (2 Corinti 5:16) Nella “prima risurrezione” i 144.000 eredi del Regno acquistano la “natura divina”, non la natura umana con tutte le sue attuali barriere interrazziali, internazionali, intertribali. (2 Pietro 1:4) Saranno tutti fratelli in una speciale famiglia celeste, figli di Dio: “Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo”. (Romani 8:17) Così ci sarà fra loro unità secondo la “natura divina”.
15, 16. (a) Come i 144.000 eredi del Regno sormontano gli ostacoli umani, terrestri, per mantenere l’unità? (b) A quale richiesta, che Gesù fece a loro favore nella preghiera a Dio, si attengono essi?
15 Comunque, anche nel tempo in cui sono stati nella carne sotto la prova qui sulla terra, questi 144.000 eredi del Regno non si son fatti dividere dalle barriere razziali, nazionali e tribali dell’umanità in generale. Secondo la carne essi sono “discepoli delle persone di tutte le nazioni”. (Matteo 28:19) Ma sono prima discepoli di Cristo, e solo in un secondo tempo si considerano di questa o quella razza, nazione e tribù. Il fatto che sono battezzati discepoli di Cristo li unifica sulla terra e fa sormontare loro ogni ostacolo carnale e umano. Per questo si dichiarano e si mantengono strettamente neutrali verso i conflitti interrazziali, internazionali, intertribali di questo mondo e non prendono parte alla politica locale, nazionale o internazionale. Si attengono a ciò che Gesù Cristo chiese riguardo a loro nella preghiera che innalzò a Dio:
16 “Prego per loro; non prego per il mondo, ma riguardo a quelli che tu mi hai dati; perché son tuoi . . . Io ho dato loro la tua parola, ma il mondo li ha odiati, perché non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo. . . . E ho dato loro la gloria che tu hai data a me, onde siano uno come noi siamo uno. Io unito a loro e tu unito a me, onde siano resi perfetti nell’unità, affinché il mondo abbia la conoscenza che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me”. — Giovanni 17:9-23.
OSSERVATA LA PACE INTERNAZIONALE
17. (a) Come i 144.000 non hanno imitato i religionisti della cristianità e del giudaismo in quanto alla guerra? (b) Come re celesti quale norma scritturale metteranno essi in pratica sul popolo della terra?
17 Per questo i 144.000 eredi del Regno non hanno imitato, sulla terra, i combattimenti con armi carnali di cattolici romani contro cattolici romani, ecclesiastici ortodossi contro ecclesiastici ortodossi, protestanti contro protestanti e Giudei naturali contro Giudei naturali, perché vivevano sotto governi nazionali impegnati in guerre mortali. Non sono andati a far discepoli col messaggio del Vangelo o della Sacra Bibbia in una mano e con una spada o una mitragliatrice nell’altra. Pur essendo di molte diverse nazioni, hanno messo in pratica il principio dichiarato nella profezia di Isaia 2:4: “Dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. E se si sono attenuti a questo comando divino quando essi stessi erano sulla terra, lo faranno rispettare quando saranno re sopra la terra, esigendo dai loro sudditi terrestri di rispettare la medesima norma di pace.
18. Quale altro gruppo internazionale sulla terra si attiene a questa norma di condotta, come fu visto in anticipo dall’apostolo Giovanni?
18 Precorrendo felicemente questo, una grande folla internazionale ora si associa al rimanente di quegli eredi del Regno osservandone la medesima norma di condotta pacifica. È il rimarchevole gruppo che fu predetto si sarebbe radunato in questo tempo della storia mondiale, esattamente come lo descrive l’apostolo Giovanni, dicendo: “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello [Gesù Cristo]’. . . . ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio, e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda’”. — Rivelazione 7:9-15.
19. In quale relazione saranno già gli uni con gli altri sulla terra quelli con i quali comincerà il nuovo sistema di Dio, e a quali parole che Pietro rivolse agli amanti della vita duratura presteranno ascolto?
19 Poiché Geova Dio spiega su questa odierna “grande folla” la sua tenda di protezione, conducendola sana e salva attraverso la sovrastante “grande tribolazione”, quelli che entrano in vita nel nuovo sistema di cose di Dio sulla terra saranno una pacifica folla internazionale. Le nazioni guerrafondaie saranno allora scomparse! La società umana nel nuovo ordine di Dio comincerà con una “grande folla” di superstiti della tribolazione i quali saranno tutti già in pace gli uni con gli altri. Nel loro amore per la vita eterna continueranno ad agire in armonia con le parole citate dall’apostolo Pietro: “Chi vuole amare la vita e vedere buoni giorni, trattenga la sua lingua da ciò che è male e le labbra dal parlar con inganno, ma si allontani da ciò ch’è male e faccia ciò ch’è bene; cerchi la pace e la persegua”. — 1 Pietro 3:10, 11; Salmo 34:12-14.
20. (a) Per adempiere quale profezia biblica che lo concerne, Cristo non farà turbare quella pace? (b) Come il regno di Cristo sarà simile a quello di Salomone?
20 Dopo la tempesta della “grande tribolazione”, la pace s’irradierà in tutta la terra come un arcobaleno sul pianeta purificato. L’Agnello Gesù Cristo, il millenario Re di Geova, non permetterà che tale pace sia turbata. Altrimenti, non s’atterrebbe alla profezia pronunciata riguardo a lui molto tempo fa: “Ci è nato un fanciullo, ci è stato dato un figlio; e il dominio principesco sarà sulle sue spalle. E il suo nome si chiamerà Consigliere meraviglioso, Dio possente, Padre eterno, Principe della pace. Dell’abbondanza del dominio principesco e della pace non ci sarà fine, sul trono di Davide e sul suo regno per stabilirlo fermamente e per sostenerlo mediante il diritto e mediante la giustizia, sin da ora e a tempo indefinito. Il medesimo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. (Isaia 9:6, 7) Ci sia consentito di ricordare che Gesù Cristo è “più di Salomone”. (Matteo 12:42) Il regno di quarant’anni del re Salomone, figlio di Davide, fu contrassegnato dalla pace, conforme allo stesso nome Salomone, che significa “Pacifico”. Gesù Cristo manterrà però la pace per mille anni.
“SUL TRONO DI DAVIDE E SUL SUO REGNO”
21. Dal trono e dal regno di chi non può disgiungersi il dominio principesco del Principe della pace, né la sua pace?
21 Se leggiamo Isaia 9:6, 7 di nuovo, notiamo che il “dominio principesco” del Principe della pace dev’essere “sul trono di Davide e sul suo regno”. Non possiamo disgiungere questa promessa pace senza fine dal trono e dal regno di Davide, che regnò in Gerusalemme negli anni dal 1070 al 1037 a.E.V. Essa non vien fatta dipendere da nessun presidente degli Stati Uniti d’America o dalle Nazioni Unite quale organizzazione istituita dagli uomini per la pace e la sicurezza del mondo. Perché mai?
22. (a) In base a che cosa lo zelo di Geova adempirebbe quella profezia? (b)Riguardo alla religione, che specie di uomo fu Davide?
22 Perché un inviolabile patto o promessa divina fu fatto da “Geova degli eserciti” rispetto a Davide, che era re in Gerusalemme, all’inizio del suo regno. In base a che cosa? Ebbene, Davide non era né ateo né agnostico. Era un uomo religiosissimo, ma non come gli adoratori di idoli o politeisti delle nazioni non israelite del suo tempo. Leggete per vostro conto i molti salmi o componimenti lirici di Davide contenuti nel Libro dei Salmi, e riscontrerete che Davide adorò con tutto il cuore Geova, l’Iddio di Abraamo e di Isacco e di Giacobbe. In uno dei suoi salmi meglio conosciuti, Salmo 23, Davide disse: “Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla. Sicuramente la bontà e l’amorevole benignità stesse mi inseguiranno per tutti i giorni della mia vita; e per certo dimorerò nella casa di Geova per la lunghezza dei giorni”. (Salmo 23:1, 6) Anche in Salmo 40:8, 9 disse: “A far la tua volontà o mio Dio, mi sono dilettato, e la tua legge è dentro le mie parti interiori. Ho annunciato la buona notizia della giustizia nella grande congregazione. Ecco, non trattengo le mie labbra. O Geova, tu stesso lo conosci bene”.
23, 24. (a) Dopo aver portato l’Arca del patto di Dio a Gerusalemme, che cosa desiderò farle per sua dimora? (b) Geova che cosa disse a Davide in quanto all’opera di edificazione?
23 Alcuni mesi dopo che il re Davide aveva fatto di Gerusalemme la sua città capitale, fece portare la sacra Arca del Patto, “l’arca del vero Dio”, a Gerusalemme e la fece mettere in una tenda eretta vicino al palazzo reale. Davide sentiva vivamente la differenza tra il palazzo della sua residenza, “una casa di cedri”, e la dimora dell’Arca del Patto di Geova. Infine suggerì al profeta Natan la costruzione di un degno tempio per l’arca di Geova. (2 Samuele 7:1-3) Ma Dio mandò a Davide questa parola:
24 “Hai sparso sangue in gran quantità, e hai fatto grandi guerre. Tu non edificherai una casa al mio nome, poiché hai sparso una gran quantità di sangue sulla terra dinanzi a me. Ecco, ti nascerà un figlio. Egli stesso mostrerà d’essere un uomo di riposo, e io gli darò per certo riposo da tutti i suoi nemici tutto intorno; poiché Salomone sarà il suo nome, e ai suoi giorni conferirò a Israele pace e quiete. Sarà lui a edificare una casa al mio nome”. — 1 Cronache 22:8-10.
25. Con apprezzamento, quale casa Geova promise a Davide di edificargli?
25 Questo non significò che Geova non apprezzasse l’amorevole desiderio di Davide di edificare una casa di adorazione in onore del nome di Dio. Geova lo apprezzò, e per mostrarlo fece un patto o solenne promessa di edificare a Davide una casa, non una letterale casa di abitazione ma una casa d’una linea di re nella famiglia di Davide. Mediante il profeta Natan fu mandata al re Davide questa parola: “Geova ti ha dichiarato che una casa è ciò che Geova ti farà. . . . E la tua casa e il tuo regno saranno per certo saldi a tempo indefinito dinanzi a te; il tuo medesimo trono diverrà fermamente stabile a tempo indefinito”. — 2 Samuele 7:11-16.
26. Con grato riconoscimento, che cosa disse Davide nella preghiera inerente al nome di Geova e al Suo proposito circa la “casa”?
26 Riconoscendo con gratitudine questo patto divino, Davide in preghiera disse: “E ora, Geova Dio, esegui la parola che hai pronunciata riguardo al tuo servitore e riguardo alla sua casa a tempo indefinito e fa proprio come hai parlato. E il tuo proprio nome divenga grande a tempo indefinito, dicendo: ‘Geova degli eserciti è Dio su Israele’, e la medesima casa del tuo servitore Davide divenga fermamente stabilita dinanzi a te. Poiché tu, Geova degli eserciti, Dio d’Israele, hai fatto una rivelazione all’orecchio del tuo servitore, dicendo: ‘Ti edificherò una casa’. Perciò il tuo servitore ha preso a cuore di pregarti con questa preghiera. E ora, o Sovrano Signore Geova, tu sei il vero Dio; e in quanto alle tue parole, siano verità, giacché prometti al tuo servitore questa bontà. E ora assumi l’impegno di benedire la casa del tuo servitore perché essa duri a tempo indefinito dinanzi a te; poiché tu stesso, o Sovrano Signore Geova, hai promesso, e a motivo della tua benedizione sia la casa del tuo servitore benedetta a tempo indefinito”. — 2 Samuele 7:25-29, NW.
27. Per mostrare che sosteneva il patto del Regno con Davide, che cosa disse Geova per mezzo di Isaia, e in seguito per mezzo di Ezechiele, al re Sedechia?
27 Il Sovrano Signore Geova esaudì tale preghiera di Davide. Perciò, più di trecento anni dopo, mediante il suo profeta Isaia, dichiarò che lo zelo di Geova degli eserciti avrebbe fermamente stabilito il dominio principesco del Principe della pace “sul trono di Davide e sul suo regno” e l’avrebbe sostenuto “sin da ora e a tempo indefinito”. (Isaia 9:6, 7) Oltre un secolo dopo, quando in Gerusalemme il regno dei discendenti di Davide stava per essere distrutto, Geova mostrò di sostenere il suo patto del Regno con Davide dichiarando che il diritto al regno non si sarebbe dipartito dalla casa di Davide. Rivolgendosi a Sedechia, l’ultimo re che sedette sul trono di Davide in Gerusalemme, Geova parlò mediante il profeta Ezechiele e disse: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. — Ezechiele 21:25-27.
28. (a) Quando fu rovesciato il regno della casa di Davide, e quale incarico ebbe Zorobabele su Giuda settant’anni dopo? (b) Che cosa profetizzò Zaccaria circa la purificazione della casa di Davide?
28 Il trono di Davide fu rovesciato alla distruzione di Gerusalemme nell’anno 607 a.E.V., e i Giudei sopravvissuti furono esiliati in Babilonia. Settant’anni dopo un rimanente di Giudei che temevano Dio fu rilasciato da Babilonia perché tornasse nel paese di Giuda a edificare un altro tempio nel luogo del primo tempio che era stato dal re Salomone edificato in Gerusalemme. Zorobabele figlio di Sealtiel, discendente del re Davide, fu fatto governatore di Giuda e Gerusalemme. Per incoraggiare il governatore Zorobabele nel lavoro di ricostruzione del tempio, Geova suscitò i profeti Aggeo e Zaccaria. Mostrando ancora lealtà verso il patto del Regno con Davide, Geova ispirò il profeta Zaccaria a scrivere: “In quel giorno ci sarà una fonte aperta alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per il peccato e per la cosa orrenda”. — Zaccaria 13:1.
29. Quando Gerusalemme e Giuda ebbero un re edomita, e quale domanda poté esserci in quanto al patto del Regno con Davide?
29 Passarono più di quattrocento anni e il paese di Palestina venne sotto il controllo degli imperialisti romani. Per nomina del Senato Romano, un Edomita non Giudeo chiamato Erode il Grande divenne re di Gerusalemme e della provincia di Giudea. Dopo tutti quei secoli, non aveva dimenticato Geova Dio ogni cosa inerente a quel patto con Davide per un regno eterno, la cui pace non doveva aver fine? Tutto sommato, eran trascorsi più di mille anni da che Dio aveva stipulato quel patto, e ora non era il patto divenuto antiquato, scaduto, privo di ogni segno di vita a causa di un apparente stato di dimenticanza? Gli uomini infedeli poterono pensarla così. Ma che dire di Dio?
NASCITA DELL’ETERNO EREDE DEL RE DAVIDE
30, 31. (a) Quale linea di discendenza del re Davide osservò Geova? (b) La figlia di chi osservò Geova nella linea di discendenza, e a chi fu promessa in sposa?
30 L’Iddio che non dimentica, il divino Istitutore del patto del Regno, si ritenne obbligato ad adempiere la sua promessa del patto fatta a Davide. Egli continuò a osservare i discendenti maschi del fedele re Davide per cui aveva promesso di edificare una casa reale. Vide una delle linee di discendenza di Davide passare non per il re Salomone, ma per un altro figlio di Davide, Natan. Questa particolare linea passa per altri venti e genera Zorobabele, che divenne governatore di Gerusalemme ai giorni del profeta Zaccaria. Zorobabele ebbe un figlio chiamato Resa, dopo il quale ci fu un’ulteriore linea ininterrotta di discendenza attraverso sedici altri, dopo di che nacque Eli figlio di Mattat. (Luca 3:23-31) Dio osservò poi non un discendente maschio, ma una figlia di Eli. Ella era nata nella città di Betleem nella provincia romana di Giudea durante l’ultima metà del primo secolo a.E.V. Si chiamava Maria.
31 Con l’andar del tempo Maria fu condotta verso il settentrione nella città di Nazaret nella provincia romana di Galilea. Lì raggiunse l’età da marito, e fu promessa in sposa al falegname chiamato Giuseppe figlio di Giacobbe, abitante in Nazaret.
32. Perché tale promessa di matrimonio fatta a Giuseppe fu appropriata, e quale domanda sorse riguardo all’erede di Davide?
32 Tale promessa di matrimonio fu molto appropriata. Perché? Per la ragione che Giuseppe, pur essendo un modesto falegname dell’oscura città di Nazaret, era discendente del re Davide non attraverso Natan, ma attraverso Salomone, primo successore reale di Davide. Così Giuseppe aveva legalmente diritto al trono del suo reale antenato Davide. Doveva ora Giuseppe divenire il diretto padre naturale dell’eterno erede del re Davide da lungo tempo promesso?
33, 34. (a) Perché Geova diede prova d’essere con Maria? (b) Ciò che ora avvenne operò in adempimento di quale profezia che era stata pronunciata da Giacobbe sul suo letto di morte?
33 Ecco, prima che avvenissero le nozze e che Giuseppe conducesse Maria dalla sua propria casa alla casa che le aveva preparata quale sua moglie sposata legalmente, si verificò una cosa molto insolita, qualche cosa che gli uomini dell’Epoca dei Cervelli di questo ventesimo secolo si rifiutano di credere. Si era verso la fine dell’anno 3 a.E.V. Era un tempo che Dio aveva segnato, che aveva lungamente atteso. All’improvviso venne alla luce la prova che Dio era con Maria figlia di Eli non solo per la specie di fanciulla giudea che era, ma perché era discendente della famiglia reale di Davide della tribù di Giuda. Ciò che avvenne operò dunque in adempimento dell’ispirata profezia che era stata pronunciata dal patriarca Giacobbe sul suo quarto figlio, Giuda. Questo era accaduto nel lontano anno 1711 a.E.V., e su Giuda il morente Giacobbe aveva detto:
34 “Giuda è un leoncello . . . come un leone, chi osa farlo levare? Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo [o, Colui del quale esso è]; e a lui apparterrà l’ubbidienza del popolo”. — Genesi 49:8-10.
35, 36. (a) Quale cosa miracolosa aveva fatto Dio per Elisabetta l’anziana parente di Maria? (b) L’angelo Gabriele cosa annunciò a Maria circa il proposito di Dio verso il trono di Davide?
35 Come mostrò Dio d’essere con Maria, la fanciulla vergine della tribù di Giuda e della famiglia reale di Davide? Dio fece per Maria qualche cosa di più grande di ciò che aveva fatto per un’anziana parente di Maria chiamata Elisabetta, moglie del sacerdote levita Zaccaria. Dio aveva miracolosamente ravvivato le facoltà riproduttive di Zaccaria e di Elisabetta, così che ella era ora nel sesto mese della sua gravidanza e fra breve avrebbe generato un figlio che sarebbe stato chiamato Giovanni Battista. Ma che cosa fece Dio per la vergine giudea Maria, il cui tempo di fidanzamento col falegname Giuseppe non si era ancora compiuto? Il dottore in medicina Luca ci narra:
36 “Nel sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea nominata Nazaret, da una vergine promessa in matrimonio a un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. E quando fu entrato da lei, le disse: ‘Buon giorno, altamente favorita, Geova è con te’. Ma alla parola ella fu profondamente turbata e ragionava che sorta di saluto questo potesse essere. E l’angelo le disse: ‘Non aver timore, Maria, poiché hai trovato favore presso Dio; ed ecco, concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non vi sarà fine’”. — Luca 1:26-33.
37. Come Gabriele spiegò che Maria avrebbe generato un figlio senza un padre umano?
37 Questo significò che Giuseppe il promesso sposo di Maria non doveva essere il diretto padre naturale di Gesù! Che cosa? La nascita di un figlio senza un padre umano? Per spiegarle in che modo questa nascita miracolosa sarebbe avvenuta da una vergine, l’angelo Gabriele proseguì, dicendo: “Lo spirito santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. E per questa ragione quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta tua parente ha anch’essa concepito un figlio, nella sua vecchiaia, e questo è il sesto mese per lei, la cosiddetta donna sterile; perché presso Dio nessuna dichiarazione sarà un’impossibilità”. — Luca 1:34-37.
38. Che cosa accadde ora a Maria, e di chi il suo bambino sarebbe stato il Figlio?
38 Acconsentì Maria di divenire in questo modo la madre terrena di colui che sarebbe stato l’eterno e permanente erede del re Davide? Luca 1:38 ci narra: “Quindi Maria disse: ‘Ecco, la schiava di Geova! Mi avvenga secondo la tua dichiarazione’. Allora l’angelo si partì da lei”. In seguito spirito santo venne in effetti su Maria e potenza dell’Iddio Altissimo la coprì della sua ombra. Ella rimase così miracolosamente incinta non per mezzo di Giuseppe il suo promesso sposo. Ciò significò che Geova Dio l’Altissimo fu il Padre del bambino Gesù ora da lei concepito. Altre ispirate scritture spiegano che Geova Dio trasferì la vita del Suo diletto Figlio celeste unigenito in una cellula uovo di Maria rendendola feconda. (Giovanni 3:16; Filippesi 2:5-11) Non ci fu in questo nulla di non santo. Perciò “quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio”. Tutto questo accadde al tempo fissato da Dio, esattamente com’è scritto: “Quando arrivò il pieno limite del tempo, Dio mandò il suo Figlio, che nacque da una donna e che nacque sotto la legge [la legge mosaica]”. — Galati 4:4.
L’EREDE PERMANENTE DEL PATTO DEL REGNO
39. (a) Chi avrebbe fatto di Gesù figlio di Maria il re sulla casa di Giacobbe? (b) Quale specie di diritto ereditò Gesù per mezzo di Maria?
39 Ciò che l’angelo Gabriele annunciò a Maria rese certo che il suo figlio Gesù sarebbe stato l’Erede permanente del re Davide: “Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non vi sarà fine”. (Luca 1:32, 33) Non i Giudei di diciannove secoli fa né i Giudei naturali d’oggi avrebbero dato a questo Gesù il trono del suo antenato Davide. Il Padre celeste, Geova Dio, gli avrebbe dato tale trono del Regno, che, nel caso di Davide, era solo “sulla casa di Giacobbe”, il padre patriarcale delle dodici tribù d’Israele. Così per mezzo della vergine giudea Maria il primo figlio le nacque nella famiglia reale di Davide, e da lei Gesù ebbe il carnale diritto naturale al regno di Davide. A prova di questo fatto l’apostolo Paolo fu ispirato a scrivere intorno alla buona notizia di Dio: “Riguardo al suo Figlio, che secondo la carne sorse dal seme di Davide, ma secondo lo spirito di santità fu dichiarato con potenza Figlio di Dio per mezzo della risurrezione dai morti — sì, Gesù Cristo nostro Signore”. — Romani 1:1-4.
40. (a) Giuseppe che cosa si sentì obbligato a fare verso Dio riguardo a Gesù figlio di Maria, e così cosa conferì a Gesù? (b) Di chi Luca dice che Giuseppe è figlio, e perché?
40 Dopo che venne scoperta la gravidanza di Maria, fu data al promesso sposo di lei una spiegazione e gli fu detto di condurre Maria come sua moglie nella casa che le aveva preparato. Giuseppe fece questo, lì a Nazaret. Egli adempì verso Dio il proprio obbligo di adottare il Figlio di Dio nato da Maria come suo proprio figlio primogenito, dando in tal modo a Gesù il diritto legale al trono di Davide, in quanto Giuseppe era discendente di Davide attraverso il re Salomone.c (2 Samuele 7:13-16) Questo è ciò che fece Giuseppe facendo circoncidere Gesù l’ottavo giorno dalla nascita e mettendogli nome Gesù e presentando inoltre il bambino Gesù il quarantesimo giorno dalla nascita ai riti di purificazione che si fecero nel tempio di Gerusalemme per lui stesso e per Maria. (Matteo 1:17-25; Luca 2:21-24) Perciò fu chiamato “il figlio di Giuseppe”. (Giovanni 1:45; 6:42) Perciò, anche nella genealogia di Gesù Cristo che ne fa il medico Luca, egli dice: “Inoltre, Gesù stesso, quando cominciò la sua opera, aveva circa trent’anni, essendo figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli”. (Luca 3:23) Giuseppe, che era in realtà figlio di Giacobbe, fu pure chiamato “figlio di Eli” perché aveva sposato Maria figlia di Eli ed era dunque genero di Eli.
41. Dove nacque nel 2 a.E.V. colui che si chiamò “Gesù il Nazareno”?
41 Gesù Cristo fu chiamato in seguito “Gesù il Nazareno” e “Gesù, da Nazaret di Galilea”. (Giovanni 19:19; Matteo 21:11) Significa questo che Gesù nacque a Nazaret? No, poiché prima che egli nascesse sua madre Maria e il marito Giuseppe, essendo entrambi nati a Betleem di Giuda, furono costretti nell’anno 2 a.E.V. ad andare a Betleem per registrarsi secondo il decreto dell’imperatore romano, Cesare Augusto. Gesù nacque così a Betleem, che era chiamata “la città di Davide”, perché lì era nato lo stesso Davide figlio di Iesse. — Luca 2:1-7.
42, 43. Quale testimonianza angelica abbiamo oltre a quella di Gabriele secondo cui il figlio di Maria sarebbe stato il Messia di Dio?
42 Abbiamo più che la testimonianza dell’angelo Gabriele secondo cui questo Gesù figlio di Maria sarebbe stato il Messia o Cristo, l’Unto che sarebbe stato il permanente erede al trono e al regno di Davide. Abbiamo la testimonianza di un altro angelo celeste la notte della nascita di Gesù verso il principio di ottobre del 2 a.E.V. Questo glorioso angelo apparve ai pastori che in quel tempo dell’anno avevano ancora i greggi all’aperto nei campi presso Betleem.
43 Agli spaventati pastori l’angelo disse: “Non abbiate timore, poiché, ecco, vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché vi è nato oggi un Salvatore, che è Cristo il Signore, nella città di Davide. E questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce e a giacere in una mangiatoia”. Che questa non fosse una nascita comune fu mostrato da ciò che poi accadde. “E improvvisamente vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: ‘Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà’”. — Luca 2:8-14.
44. Perché il fanciullo Gesù fu portato in Egitto, e come mai a Nazaret divenne falegname?
44 Satana il Diavolo divenne consapevole della nascita di questo Figlio di Dio che sarebbe stato “Cristo il Signore”. Geloso del suo proprio dominio di questo mondo, Satana il Diavolo cercò di far uccidere il fanciullino Gesù qualche tempo dopo ch’era stato presentato al tempio in Gerusalemme, e questo per mano del sospettoso re Erode il Grande. L’angelo di Dio disse perciò a Giuseppe di fuggire con la madre e il fanciullo in Egitto fino a ulteriore avviso. Dopo la morte del re Erode l’angelo di Dio disse a Giuseppe di tornare nel paese del suo popolo. Ma, siccome sulla provincia romana di Giudea, compresa Betleem, regnava Archelao figlio del re Erode, Giuseppe oltrepassò Betleem e tornò a Nazaret nella provincia di Galilea. Lì Gesù fu allevato e venne chiamato Nazareno. Lì questo futuro re lavorò da falegname. — Matteo 2:1-23; 13:55; Marco 6:1-3.
45. (a) Per divenire realmente il Messia o Cristo, che cosa doveva avere Gesù a somiglianza di Davide? (b) Quando e perché Gesù andò al fiume Giordano per essere battezzato?
45 Comunque, la parola Cristo o Messia, che significa Unto, non poté realmente applicarsi a Gesù finché non fu unto effettivamente. Il suo antenato, il pastore Davide di Betleem, era stato unto da Samuele profeta di Dio molti anni prima che fosse effettivamente intronizzato come re d’Israele. (1 Samuele 16:1-13; 2 Samuele 2:1-4; 5:1-3) Accadde similmente a Gesù. Nel trentesimo anno della sua perfetta esistenza umana, il suo parente, Giovanni Battista, iniziò la propria opera battesimale perché allora cominciò ad annunciare il regno di Dio, dicendo: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matteo 3:1, 2) Da questo annuncio Gesù seppe che era giunto il tempo di applicarsi esclusivamente agli interessi del messianico regno di Dio. Mentre s’avvicinava il trentesimo anno della sua vita umana, partì da Nazaret e andò da Giovanni, che battezzava il popolo nel fiume Giordano. Perché? Non per essere battezzato come simbolo di pentimento da peccati che non aveva commessi, ma per simboleggiare che si presentava completamente a Geova Dio per fare la volontà divina rispetto al “regno dei cieli”, il regno di Dio. Giovanni non capì questo. Pertanto leggiamo:
46. (a) Come lì al suo battesimo Gesù divenne il Messia o Cristo? (b) Perché Dio chiamò lì il battezzato Gesù suo Figlio?
46 “Gesù venne quindi dalla Galilea al Giordano da Giovanni, per esser da lui battezzato. Ma questi cercava d’impedirglielo, dicendo: ‘Son io che ho bisogno d’esser battezzato da te, e tu vieni a me?’ Rispondendo, Gesù gli disse: ‘Lascia fare, questa volta, poiché conviene che adempiamo in questo modo tutto ciò che è giusto’. Quindi egli cessò d’impedirglielo. Ed essendo stato battezzato, Gesù uscì immediatamente dall’acqua; ed ecco, i cieli si aprirono, ed egli vide lo spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco, vi fu una voce dai cieli che disse: ‘Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato’”. (Matteo 3:13-17) Mediante quella discesa dello spirito di Dio sul battezzato Gesù egli fu unto, fu unto non da Giovanni Battista, ma da Dio. In questo modo divenne il Messia, il Cristo, l’Unto. Ciò accadde all’inizio dell’autunno dell’anno 29 E.V. Allora Dio lo chiamò anche suo Figlio, perché con il Suo spirito aveva ora generato Gesù onde fosse suo Figlio spirituale. (Giovanni 1:32-34) Egli era adesso un Messia o Cristo spirituale, superiore a un Messia umano.
47. Quali opportunità di divenire un semplice Messia umano rifiutò Gesù, e quale opera intraprese conforme alla sua unzione?
47 Cercò ora Gesù Cristo di farsi re terreno “sulla casa di Giacobbe”, in Gerusalemme? No! Nel deserto della tentazione, rifiutò un’offerta di Satana il Diavolo di farlo re non solo sulla casa di Giacobbe, ma su tutti i regni di questo mondo. (Matteo 4:1-11; Luca 4:1-13) In seguito, dopo aver compiuto un meraviglioso miracolo dando da mangiare a una moltitudine, si ritirò da un tentativo di migliaia di ben saziati Giudei che volevano farlo loro re terreno. (Giovanni 6:1-15) Egli sapeva che il suo regno doveva venire da Colui che l’aveva unto affinché fosse re messianico, Geova Dio. Comprendendo l’opera preliminare che l’unzione dello spirito di Dio richiedeva da lui, Gesù Cristo intraprese la pacifica opera d’insegnare e predicare il regno di Dio in tutta la “casa di Giacobbe”. Fece questo specialmente dopo che Giovanni Battista era stato messo in prigione nell’anno 30 E.V.
48. Nella sinagoga di Nazaret, quale profezia di Isaia lesse egli ai Nazareni, e che cosa cercò di fare per il resto della sua vita terrena?
48 Nella sinagoga di Nazaret egli lesse ai Nazareni la profezia di Isaia 61:1, 2, dicendo: “Lo spirito di Geova è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri, mi ha mandato per predicare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi, per mettere in libertà gli oppressi, per predicare l’anno accettevole di Geova”. Con questo come tema del suo sermone, il battezzato Gesù cominciò a dire: “Oggi, questa scrittura che avete appena udita si è adempiuta”. (Luca 4:16-21) In questo modo faceva capire ai suoi ex concittadini che era l’Unto, il Messia, il Cristo di Geova. In tutto il resto della sua vita terrena si sforzò di adempiere ciò che la sua unzione con lo spirito di Geova lo autorizzava o incaricava a fare.
49, 50. (a) Formò Gesù un esercito per ristabilire il regno d’Israele? (b) Quale spiegazione Gesù diede a Pilato del fatto che era re e tuttavia non combatteva per un regno?
49 Di conseguenza, egli non s’immischiò nella politica di questo mondo o non formò un esercito come quello dei Maccabei per cacciare i Romani dal paese e ristabilire in Gerusalemme il regno di Davide. Perché no?
50 La ragione per cui non fece questo la spiegò al governatore romano, Ponzio Pilato, al quale era stato consegnato dai suoi nemici religiosi affinché fosse giustiziato come sedizioso contro l’Impero Romano. Rispondendo alla domanda del governatore: “Sei tu il re dei Giudei?” Gesù infine disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. A ciò Pilato disse: “Dunque, sei tu re?” Rendendo testimonianza alla verità, Gesù rispose: “Tu stesso dici che io sono re”. Sì, re di un regno che non fa parte del mondo in cui l’Impero Romano era allora la potenza mondiale. — Giovanni 18:33-37.
51, 52. (a) Gesù che cosa comandò ai suoi “servitori” di fare? (b) Disse Gesù ai dodici apostoli e in seguito ai settanta evangelizzatori di svolgere attività politiche o di fare l’opera evangelica, e come?
51 Le parole di Gesù, “i miei servitori”, a chi si riferirono? Certo, ai suoi inermi discepoli, compresi i suoi dodici apostoli (“mandati”). Anche a questi egli diede ordine di astenersi dalla politica di questo mondo e dai suoi violenti combattimenti, per specializzarsi nell’insegnamento e nella pacifica predicazione della buona notizia del promesso regno di Dio.
52 Quando in un’occasione mandò i dodici apostoli, non disse loro di organizzare un movimento politico clandestino per suscitare l’insurrezione fra i Giudei; ma disse: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’. Guarite malati, destate morti, purificate lebbrosi, espellete demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. (Matteo 10:1-8) Quando Gesù mandò in seguito settanta altri evangelizzatori, diede loro istruzioni simili e annunciò loro cosa predicare, dicendo: “E ovunque entriate in una città e vi ricevano, mangiate le cose che vi mettono davanti, e guarite in essa i malati, e dite loro: ‘Il regno di Dio si è avvicinato a voi’”. — Luca 10:1-9.
53, 54. (a) Nella sua profezia circa la sua presenza e il termine di questo sistema, quale predicazione preannunciò Gesù? (b) Compiendo questa predicazione in che cosa non si possono immischiare, e dove sanno che ha sede il governo che predicano?
53 L’11 Nisan dell’anno 33 E.V., esattamente prima della sua morte il giorno di Pasqua, Gesù diede la sua rimarchevole profezia circa la sua futura presenza e il termine del sistema di cose. In questa profezia non mancò di preannunciare l’eminente opera che i suoi servitori, i suoi discepoli, avrebbero compiuta, poiché disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matteo 24:3-14) Prima della fine completa di questo sistema di cose, questa predicazione del Regno dev’esser fatta dai suoi discepoli in tutto il mondo: “E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”. (Marco 13:10) Questa loro opera di predicare pacificamente il Regno fra tutte le nazioni non permetteva loro d’immischiarsi nella politica mondana e di schierarsi da una parte o dall’altra nei conflitti internazionali.
54 Come il loro condottiero Gesù Cristo, dovevano semplicemente predicare la buona notizia del messianico regno di Dio. Non erano autorizzati e dotati del potere di stabilire quel regno sulla terra. Non doveva essere un governo terrestre; non ‘era di qui’. Era un governo celeste con potere sovrumano su tutto il genere umano. È quindi naturale che solo l’Altissimo Iddio del cielo potesse istituire quel governo messianico su tutti gli abitanti della terra.
55. In quanto all’adempimento della propria unzione e alla realizzazione delle profezie bibliche, si può fare obiezione che Gesù non sia qualificato come governante di tutto il genere umano?
55 In cielo o sulla terra, chi, dunque, può trovar da ridire sulla vita terrena del Messia, il Cristo, colui che fu unto per regnare su tutto il genere umano per mille anni? Chi può giustamente obiettare alla sua nomina quale Re millenario come se non fosse degno o qualificato? Nessuno. Additando la vita che Gesù Cristo condusse senza difetto sulla terra, l’apostolo Pietro disse al centurione romano Cornelio e ai suoi amici gentili: “Conoscete il soggetto di cui si è parlato in tutta la Giudea, a cominciare dalla Galilea dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè Gesù di Nazaret, come Dio lo unse con spirito santo e potenza, ed egli andò per il paese facendo il bene e sanando tutti quelli che erano oppressi dal Diavolo; perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose che egli fece nel paese dei Giudei e in Gerusalemme”. (Atti 10:37-39) Ogni testimonianza conferma che Gesù Cristo adempì sulla terra tutto ciò che la sua unzione richiedeva. Egli adempì tutte le profezie della Bibbia che lo concernevano, fino a una morte da martire.
[Note in calce]
a Si paragoni Isaia 1:14; 7:13; 43:24.
b Questo non significa, comunque, che la sola lingua universale del nuovo ordine di cose di Dio si stampi e si scriva con le attuali lettere dell’alfabeto ebraico di forma quadrata. Anche oggi esistono pubblicazioni ebraiche scritte con lettere dell’alfabeto di forma latina, che si usa nella lingua italiana. Per esempio, il libro di testo Taryag Millim, edito in Sud Africa nel 1949; la biografia Avi, stampata in Gerusalemme nel 1927; e parti del giornale Deror, che fu pubblicato a Tel Aviv nel 1933-1934.
c Se Giuseppe della linea reale del re Davide avesse voluto aspettare a concedere il “diritto legale” al trono davidico a un suo diretto figlio naturale, come Giacomo, Giuseppe (II), Simone o Giuda, questo diritto legale non avrebbe avuto effetto. (Ezechiele 21:27) Perché no? Perché Giuseppe era discendente del re Salomone attraverso Ieconia (o Conia o Ioiachin), riguardo al quale leggiamo, in Geremia 22:24-30: “‘Come io vivo’, è l’espressione di Geova, ‘pure se Conia figlio di Ioiachim, re di Giuda, fosse l’anello con sigillo sulla mia destra, di lì ti strapperei!’ . . . Geova ha detto questo: ‘Iscrivete quest’uomo come senza figli [per ciò che concerne l’eredità al trono di Davide], come un uomo robusto che ai suoi giorni non avrà nessun successo; poiché dalla sua progenie nemmeno uno avrà successo, sedendo sul trono di Davide e regnando ancora in Giuda’”. (Matteo 1:11-16; 13:55) Di conseguenza, il fatto che Giuseppe conferì al suo figlio adottato Gesù il titolo legale non sarebbe stato vano, giacché Gesù figlio di Maria la vergine non divenne discendente naturale di Ieconia (Conia), ma discese dal re Davide attraverso la linea del suo figlio Natan figlio di Betsabea. Pertanto, la genealogia di Gesù com’è riportata in Luca 3:23-38 non elenca il nome di Ieconia (Conia, o Ioiachin).
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