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Si avvicina il completamento del “segno” predettoIl millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo XVI
Si avvicina il completamento del “segno” predetto
1. Perché possiamo essere grati che gli apostoli di Gesù gli fecero la domanda contenuta in Matteo 24:3?
OGGI possiamo esser grati che gli apostoli di Gesù Cristo gli fecero la domanda: “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matteo 24:3) La loro domanda gli fece fare una lunga, particolareggiata profezia la cui accuratezza ci sorprende mentre ne vediamo in questo memorabile ventesimo secolo il progressivo adempimento. Questo ci aiuta a determinare con certezza dove siamo nell’attuazione del proposito di Dio verso il sofferente genere umano. Siamo rafforzati nella nostra credenza che viviamo in effetti durante l’invisibile “presenza” di Cristo in spirito e al “termine del sistema di cose”, in quanto vediamo veramente “il segno” che egli predisse.
2. Dov’è descritto il “segno” in tutti i suoi aspetti, e quale parte del racconto ora considereremo?
2 Il “segno” con tutti i suoi particolari si avvicina al suo stadio di completa chiarezza senza lasciare agli osservatori che lo vedono nessuna possibilità di sbagliarsi. Il “segno” ha molti aspetti, secondo com’è esposto nel racconto di Matteo, capitoli ventiquattro e venticinque, nel racconto di Marco, capitolo tredici, e nel racconto di Luca, capitolo ventuno; e perché tutte le caratteristiche del “segno” si manifestassero nella loro pienezza c’è voluta quasi la durata della vita di una generazione dell’umanità. Nei precedenti capitoli abbiamo considerato queste caratteristiche del segno, secondo la descrizione che ne fa il racconto di Matteo, capitolo venticinque. Ora consideriamo quelle caratteristiche esposte nel capitolo ventiquattro, insieme ai comparativi racconti che ne fanno Marco e Luca.
3, 4. Allorché chiesero a Gesù: “Quando avverranno queste cose?” a quali cose si riferivano i discepoli?
3 Quando gli apostoli di Cristo cominciarono la loro domanda dicendo: “Dicci: Quando avverranno queste cose?” si riferivano alle cose che Gesù aveva dette profeticamente quello stesso giorno, martedì 11 Nisan dell’anno 33 E.V. Nel tempio di Gerusalemme, dopo aver denunciato i religiosi scribi e Farisei ipocriti, Gesù proseguì dicendo: “Ecco, io vi mando profeti e saggi e pubblici insegnanti. Alcuni li ucciderete e metterete al palo, ed alcuni li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; affinché venga su di voi tutto il sangue giusto versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele al sangue di Zaccaria figlio di Barachia, che voi assassinaste fra il santuario e l’altare. Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata. Poiché io vi dico: Da ora in poi non mi vedrete più, finché diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome di Geova!’”
4 Prima che Gesù lasciasse il tempio o casa di adorazione, aggiunse altre parole di solenne profezia, circa le quali leggiamo: “Dipartitosi, Gesù se ne andava ora dal tempio, ma i suoi discepoli gli si accostarono per mostrargli gli edifici del tempio. Rispondendo, egli disse loro: ‘Non vedete tutte queste cose? Veramente vi dico: Non sarà lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata’”. — Matteo da 23:34 a 24:2.
5. Nella sua cavalcata trionfale verso Gerusalemme, che cosa aveva detto Gesù riferendosi a essa?
5 Solo due giorni prima, la domenica 9 Nisan, nella sua trionfale cavalcata verso Gerusalemme egli si era fermato piangendo su di lei a causa della distruzione che stava per colpirla. Predicendone la terribile distruzione che fu recata nel 70 E.V. dai Romani, egli disse: “Poiché verranno su te i giorni nei quali i tuoi nemici edificheranno attorno a te una fortificazione con pali appuntiti e ti circonderanno e ti affliggeranno da ogni lato, e getteranno a terra te e i tuoi figli dentro di te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra, perché tu non hai compreso il tempo nel quale sei stata ispezionata”. — Luca 19:41-44.
6. Che specie di predizioni furono quelle per i circoncisi discepoli giudei naturali, e quali problemi mentali furono suscitati per loro?
6 Per i circoncisi Giudei naturali, come lo erano gli apostoli di Cristo, quelle erano predizioni preoccupanti. Su quella generazione di cui facevano parte, doveva ricadere il sangue innocente versato nel corso della storia giudaica e in precedenza. Quando si sarebbero adempiute esattamente queste cose? Volevano saperlo. Credevano in Gesù e confessavano che era il Messia o Unto, il Cristo. Ma la predetta distruzione di Gerusalemme indicava che egli non avrebbe istituito il suo regno messianico in quella città condannata. Disse che “da ora in poi” non sarebbe stato visto, ma anche che sarebbe venuto “nel nome di Geova”. Quando sarebbe stato di nuovo presente per adempiere il suo ruolo messianico? La futura distruzione di Gerusalemme e del suo tempio doveva per certo significare la fine del sistema di cose giudaico. Non essendovi nessuna città santa e nessun santo tempio, il sacerdozio giudaico della famiglia di Aaronne il Levita avrebbe potuto essere tra quei “figli” di Gerusalemme che sarebbero stati gettati “a terra” o che sarebbero stati almeno cacciati dal loro servizio del tempio. Non c’è da meravigliarsi se gli apostoli chiesero non solo intorno alla distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, ma anche: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?”
7. Perché facendo la domanda sul “termine del sistema di cose” gli apostoli interrogarono su un punto appropriato?
7 Le loro domande furono fatte su punti appropriati, poiché Gesù venne in effetti al “termine” del sistema di cose giudaico. Altre scritture parlano della situazione in quello stesso senso. Ebrei 9:26-28 mostra che Gesù non dovette sacrificarsi ripetute volte e dice: “Altrimenti, avrebbe dovuto soffrire spesso dalla fondazione del mondo. Ma ora si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso. . . . così anche il Cristo fu offerto una volta per sempre per portare i peccati di molti”. Inoltre, I Corinti 10:11 dice: “Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. Contando dall’anno della profezia di Gesù sull’argomento, il sistema di cose giudaico doveva durare ancora trentasette anni, meno di una generazione con una vita della durata di quarant’anni. Gerusalemme fu presa e distrutta dai Romani il 7 Elul (o 30 agosto 70 E.V., tempo del calendario gregoriano). Quanti degli apostoli di Cristo scamparono al martirio e sopravvissero fino a quell’orribile evento, il racconto biblico non lo dice.
TEMPO DI PROVA E DI DISASTRI
8. Rispondendo agli apostoli, quali cose descrisse prima Gesù?
8 Rispondendo alla domanda dei suoi apostoli, Gesù descrisse prima gli avvenimenti che avrebbero portato alla distruzione di Gerusalemme entro quella generazione. “E rispondendo, Gesù disse loro: ‘Badate che nessuno vi svii; perché molti verranno in base al mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e inganneranno molti. Voi udrete di guerre e di notizie di guerre; non ne siate atterriti. Poiché queste cose devono avvenire, ma non è ancora la fine’”. — Matteo 24:4-6.
9. Che sorgessero Giudei con la pretesa d’essere il Messia cosa non significava che fosse in corso, e non avrebbe condotto a quale desiderato avvenimento?
9 Sarebbero sorti Giudei che avrebbero preteso non d’essere Gesù tornato nella carne, ma che avrebbero preteso d’essere il promesso Messia o Cristo. Ma né gli apostoli né i loro condiscepoli avrebbero dovuto essere sviati da tali sedicenti Messia o Cristi, poiché le loro opere non avrebbero indicato la “presenza” o parusia di Gesù Cristo, né avrebbero recato la liberazione alla nazione giudaica. La rivolta giudaica contro i Romani nell’anno 66 E.V. dovette essere uno di tali sforzi messianici, ma portò alla distruzione di Gerusalemme e alla dispersione della nazione giudaica. Le speranze messianiche di queste persone sviate furono amaramente deluse.
10. Che dire delle guerre, e perché i discepoli non dovevano esserne atterriti?
10 Durante questo periodo di trentasette anni dovevano esserci diverse guerre, che i discepoli avrebbero sentite con i propri orecchi o di cui semplicemente avrebbero udito riferire le notizie. Ma quelle guerre, mentre influivano sulla situazione della nazione giudaica, non furono quelle che direttamente recarono la fine del sistema di cose giudaico. Quindi i discepoli non dovevano essere terrorizzati fino a compiere un’azione prematura. “Non è ancora la fine”.
11. Che cosa predisse Gesù che sarebbe stato un “principio dei dolori d’afflizione”?
11 “Poiché”, disse Gesù ampliando ciò che aveva appena dichiarato riguardo alle guerre e alle notizie di guerre, “sorgerà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno penuria di viveri e terremoti in un luogo dopo l’altro. Tutte queste cose sono il principio dei dolori d’afflizione”. — Matteo 24:7, 8. Inoltre, Marco 13:8.
12, 13. (a) Quelle cose che formavano il “principio dei dolori d’afflizione” dovevano abbattersi su qualche popolo particolare? (b) Quali cose sarebbero venute sui discepoli perché annunciavano il Messia e ne erano i seguaci?
12 Essendo tali calamità solo un “principio dei dolori d’afflizione”, non era “ancora” la fine. Quelle calamità erano semplici indicazioni, non la finale agonia della morte. Queste cose avrebbero influito sulle persone in genere, ma c’erano cose che sarebbero particolarmente venute sui discepoli di Gesù perché annunciavano il vero Messia o Cristo e ne seguivano le orme. Pertanto, Gesù proseguì, dicendo:
13 “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome. E allora molti inciamperanno e si tradiranno e si odieranno gli uni gli altri. E molti falsi profeti sorgeranno e inganneranno molti; e a causa dell’aumento dell’illegalità l’amore della maggioranza si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matteo 24:9-14. Si paragoni Marco 13:9-13.
14. (a) Che cosa conferma che quelle cose avvennero entro la generazione allora vivente? (b) La fine non poteva venire su Gerusalemme e sul sistema giudaico prima di quale impresa?
14 Il libro biblico intitolato “Atti degli Apostoli” attesta l’adempimento di queste profetiche parole di Gesù Cristo, proprio entro quella generazione, poiché questo libro fu scritto dal dottore in medicina Luca verso l’anno 61 E.V. Altri libri biblici, le lettere ispirate scritte dagli apostoli e da altri discepoli prima della distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., confermano il racconto di Atti degli Apostoli e accrescono la testimonianza delle sofferenze cristiane a causa della persecuzione e dell’odio internazionale verso il cristianesimo. La buona notizia del regno di Dio era penetrata oltre il Medio Oriente in Asia Minore, nell’Asia continentale, in Africa, in Europa e nelle isole del mar Mediterraneo. La predicazione del messaggio del Regno era compiuta in tutta la terra abitata. Benché non desse luogo alla conversione del mondo al cristianesimo, cosa che non si ebbe mai lo scopo di conseguire, diede luogo a una testimonianza a tutte le nazioni. (Colossesi 1:6, 23) Prima che questa lodevole impresa fosse compiuta da sinceri testimoni cristiani, non sarebbe potuta venire su Gerusalemme e sul sistema di cose giudaico la calamitosa fine.
INDICATA COME PROSSIMA LA SECONDA DISTRUZIONE DI GERUSALEMME
15. Che cosa disse Gesù che avrebbe indicato come molto vicina la distruzione di Gerusalemme e del sistema giudaico, e che cosa disse di fare in seguito?
15 Avendo mostrato in considerevoli dettagli i preliminari che avrebbero dovuto precedere “la fine”, Gesù precisò ora la cosa particolare che avrebbe indicato come molto vicina la fine di Gerusalemme e del sistema di cose che si imperniava su di essa e sul suo tempio. Egli disse: “Quando scorgerete perciò la cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita nel luogo santo (il lettore usi discernimento), quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti. Chi è sulla terrazza non scenda a prendere i beni della sua casa; e chi è nel campo non torni a casa per prendere il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allattano un bambino in quei giorni! Continuate a pregare che la vostra fuga non avvenga d’inverno né in giorno di sabato”.
16. Perché, come consigliò Gesù, i Giudei e i proseliti cristiani dovevano abbandonare Gerusalemme e la Giudea così presto?
16 Perché c’era tanto bisogno che i Giudei e i proseliti cristiani della provincia romana di Giudea ne uscissero al tempo opportuno di gran carriera, senza inutili pesi, per via diretta, e si rifugiassero sui monti fuori della provincia menzionata? “Poiché allora”, continua a dire Gesù, “vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:15-22.
17. (a) Perché questo consiglio di Gesù non doveva essere trascurato dai suoi apostoli e dai loro conservi cristiani? (b) Quindi, quale essenziale domanda ora si impone?
17 Gli apostoli e gli altri discepoli non avrebbero dovuto dimenticare né trascurare questo consiglio di Gesù. Se qualcuno di loro avesse differito la fuga fuori della Giudea dopo aver visto la cosa disgustante stabilita nel luogo santo, gli sarebbe potuto costare la vita; avrebbe potuto non essere fra quelli comparativamente pochi di numero dei quali si parla come della “carne” che è salvata solo perché i giorni della tribolazione sono abbreviati. Ma cos’è la “cosa disgustante” la cui vista nel luogo santo avrebbe accertato che ora non era rimasto molto tempo prima che si abbattesse la devastatrice “grande tribolazione”?
18, 19. (a) Da chi, e dove, era già stata predetta questa cosa disgustante che causa desolazione? (b) Come Gesù, secondo il racconto che Luca fa della sua profezia, mostrò ciò che sarebbe stata quella cosa disgustante?
18 Gesù non lasciò nessun dubbio in quanto a ciò che essa era. Disse che era la cosa disgustante “dichiarata per mezzo del profeta Daniele”. (Matteo 24:15) La “cosa disgustante” predetta dal profeta Daniele riguardo alla seconda distruzione di Gerusalemme è quella descritta in Daniele 9:26, 27 (specialmente secondo la versione greca dei Settanta del testo ebraico della Bibbia).a La storia secolare rivela che quella “cosa disgustante” furono gli eserciti pagani romani al comando del loro “condottiero”. Che questa sia la corretta spiegazione della profezia è mostrato dal paragone del racconto di Matteo di questa parte della profezia di Gesù col racconto di Luca della corrispondente parte della profezia di Gesù. Luca 21:20-24 dice:
19 “Inoltre, quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti accampati, sappiate che la sua desolazione si è avvicinata. Quindi quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti, e quelli che sono in mezzo ad essa si ritirino, e quelli che sono nei luoghi di campagna non entrino in essa, perché questi sono giorni per fare giustizia [o, giorni di vendetta], onde tutte le cose scritte [compreso Daniele 9:26, 27] siano adempiute. Guai alle donne incinte e a quelle che allattano un bambino in quei giorni! Poiché vi sarà grande necessità nel paese e ira su questo popolo, e cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. — Si paragoni anche Marco 13:14-20.
20, 21. (a) Quando i Giudei cristiani nella Giudea videro la cosa disgustante stabilita nel “luogo santo”? (b) Per quanto tempo stette così quella cosa disgustante?
20 Fu nell’anno 66 E.V. che i Giudei cristiani cominciarono a vedere in Gerusalemme e nella Giudea la “cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele”, stabilirsi in un “luogo santo”, cioè in Gerusalemme e dintorni. Fu quell’anno che i Giudei non convertiti al cristianesimo si ribellarono con aspirazioni messianiche all’ulteriore dominio dell’Impero Romano. Reagendo a ciò, il generale romano Cestio Gallo scese dalla Siria e circondò Gerusalemme di “eserciti accampati”. Era il tempo in cui i Giudei celebravano la Festa delle Capanne (o dei Tabernacoli) dal 15 al 21 Tishri, che quell’anno dovette durare per i sette giorni dal 22 al 28 ottobre (calendario gregoriano). Il generale Cestio Gallo portò i suoi eserciti a dieci chilometri dalla città in festa. I Giudei, bene armati, andarono all’attacco e inflissero ai Romani qualche danno.
21 Seguì ora una “sosta di tre giorni”. Quindi il generale Gallo, respingendo i Giudei a Gerusalemme, portò le sue truppe vicino alla città. Ma fu l’ultimo giorno del mese di Tishri (verso il 5 novembre) che fece entrare per la prima volta le sue truppe nella città di Gerusalemme. Ora fu invero in un luogo considerato “santo” dai Giudei. Per cinque giorni i Romani fecero un attacco al muro del tempio, e il sesto giorno scalzarono il muro. Questo fu per certo un assalto a ciò che i Giudei consideravano santissimo. I Romani avrebbero potuto ora facilmente catturare l’intera città, ma quindi, all’improvviso, senza nessuna ragione valida, il generale Gallo si ritrasse dalla città e fece la ritirata. I Giudei esultanti inseguirono da presso e infastidirono i Romani in ritirata causando notevole danno, così che la ritirata si mutò in una rotta.b Questo fu un colpo pungente per l’orgoglio dei Romani conquistatori del mondo. Gerusalemme fu liberata! E in commemorazione i Giudei coniarono alcuni nuovi sicli d’argento che avevano da un lato l’iscrizione: “Gerusalemme la santa”.
22. Perché i Giudei divenuti cristiani non furono ingannati da quella ristabilita indipendenza di Gerusalemme, e come si salvaguardarono?
22 A Gerusalemme e nella provincia di Giudea, i Giudei divenuti cristiani furono forse ingannati dal fatto che i Giudei avevano ristabilito l’indipendenza di questo paese? Non quelli che presero a cuore la profezia e il consiglio di Gesù. Essi avevano visto in effetti la città santa di Gerusalemme circondata da eserciti accampati. Avevano visto la “cosa disgustante che causa desolazione”, con le sue insegne militari che erano idoleggiate dai soldati come dèi, stabilita nel “luogo santo”, “stabilita dove non deve”. (Marco 13:14) Da questo dovevano sapere “che la . . . desolazione [di Gerusalemme] si è avvicinata”. (Luca 21:20) Ora era tempo di uscire da Gerusalemme o di non entrarvi ma di fuggire da tutta la provincia della Giudea verso i monti di fuori, per esempio verso oriente oltre il fiume Giordano nella provincia di Perea. Lì, fuori del territorio condannato, questi Giudei divenuti cristiani poterono continuare la loro predicazione della buona notizia del vero messianico regno di Dio, invece di perire con i condannati Giudei increduli.
23, 24. (a) Perché l’indipendenza della Giudea non durò a lungo? (b) Quanto divenne serio e minaccioso l’assedio di Gerusalemme?
23 L’indipendenza dei Giudei in Giudea risultò di breve durata. Il generale romano Vespasiano successe al generale Gallo e giunse in Palestina all’inizio dell’anno seguente, il 67 E.V. I suoi sforzi per portare il resto del paese sotto controllo consentirono ai Giudei di rafforzare le loro difese. Dopo la morte dell’imperatore Nerone nel 68 E.V., Vespasiano fu innalzato al potere imperiale. Partito dalla Palestina, giunse a Roma verso la metà del 70 E.V. Lasciò suo figlio, il generale Tito, a capo delle forze militari romane in Siria. Si avvicinava la Pasqua giudaica dell’anno 70, e i Giudei non cristiani affluivano nella città di Gerusalemme per la celebrazione. Fu allora che il generale Tito giunse con quattro legioni e imbottigliò i Giudei in festa dentro la città. Per affamare i Giudei ribelli, egli fece ciò che Gesù aveva preannunciato, costruì una palizzata fortificata, “una fortificazione con pali appuntiti”, di circa otto chilometri tutto intorno alla città, per impedire la fuga di qualsiasi Giudeo.
24 Le difficoltà dei Giudei rinchiusi dentro Gerusalemme divennero disperate. Lo storico giudeo del primo secolo, Giuseppe Flavio, nei suoi scritti, descrive vivamente gli orrori che derivarono dall’assedio romano. Fra i Giudei la perdita di vite si faceva sempre più alta. Risultò che, se l’assedio fosse durato troppo a lungo, dentro la città assediata non sarebbe sopravvissuta “nessuna carne”. Fu come Gesù aveva preannunciato riguardo a questa “grande tribolazione” di Gerusalemme e della Giudea: “Infatti, se Geova non avesse abbreviato i giorni, nessuna carne sarebbe salvata. Ma a motivo degli eletti che egli ha eletti, ha abbreviato i giorni”. — Marco 13:19, 20.
25. (a) Come i giorni di quella tribolazione furono abbreviati su Gerusalemme? (b) Furono i Giudei sopravvissuti gli “eletti” di cui parlò Gesù nella sua profezia?
25 Provvidenzialmente, i giorni dell’assedio risultarono relativamente brevi, solo 142 giorni, a contare dal 14 Nisan al 7 Elul, o parti di sei mesi lunari. Questo vuol dire che, secondo il calendario gregoriano, il 30 agosto del 70 E.V. era tutto finito. Si permise che della carne giudaica sopravvivesse, 97.000 Giudei, secondo il racconto di Giuseppe Flavio, mentre egli riferisce che 1.100.000 morirono nell’assedio. Furono quei 97.000 superstiti gli “eletti” a motivo dei quali Geova aveva abbreviato i giorni? No, a meno che non li chiamiate eletti per la cattività e la schiavitù. Poiché avvenne proprio come Gesù aveva detto: “Vi sarà grande necessità nel paese e ira su questo popolo, e cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. — Luca 21:23, 24.
26. (a) Chi furono, dunque, gli “eletti” dei quali si parla nella profezia di Gesù? (b) In che modo il numero dei giorni della tribolazione di Gerusalemme fu abbreviato per causa loro?
26 No! Gli “eletti” a motivo dei quali il numero dei giorni della “grande tribolazione” su Gerusalemme fu ridotto non furono quei 97.000 miseri Giudei prigionieri, sui quali si riversò grande “ira” di Geova in quei “giorni per fare giustizia”. Gli “eletti” di Geova furono i Giudei divenuti cristiani, ai quali egli aveva dato il segnale di fuggire senza indugio da tutta la Giudea, compresa la sua capitale Gerusalemme. Egli desiderò che tutti uscissero sicuramente dalla zona di pericolo, agendo con fede nel consiglio di Gesù di fuggire prontamente dopo aver visto la “cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita nel luogo santo”. Dopo che Geova ebbe fatto uscire tutti questi “eletti” discepoli del suo Figlio Gesù Cristo dal luogo sul quale stava per riversarsi la giustizia divina, egli poté permettere che l’esecuzione della sua vendetta sui Giudei ribelli fosse di breve durata. Com’è scritto: “Geova farà una resa dei conti sulla terra, portandola a termine e abbreviandola”. (Romani 9:28; Isaia 10:23) Giustamente, dunque, “a motivo degli eletti” quei giorni di grande tribolazione su Gerusalemme furono abbreviati.
27. (a) Pose Gesù fine alla sua profezia con la descrizione della distruzione di Gerusalemme, o guardò oltre ciò? (b) Perché diciamo che Gerusalemme smise d’essere calpestata dalle nazioni gentili nel 1914?
27 La storia secolare attesta l’accuratezza della profezia di Gesù. Ma con questo racconto della distruzione della Gerusalemme terrestre la profezia di Gesù non finisce, poiché c’è altro da dire riguardo al “segno” della sua presenza e del “termine del sistema di cose”. Egli guarda oltre la distruzione di Gerusalemme del 70 E.V., poiché dice, in Luca 21:24: “E Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. Gesù attese la “fine” compiuta di quei fissati tempi delle nazioni, di solito chiamati Tempi dei Gentili. Ciò significa che attese l’anno 1914 E.V., poiché quell’anno il diritto di Gerusalemme di avere un regno messianico nelle mani dell’Erede permanente del re Davide non fu più calpestato dalle nazioni. Perché diciamo questo, dal momento che nell’anno 1914 la riedificata città di Gerusalemme nel Medio Oriente era ancora sotto il controllo dei Turchi maomettani? Perché, quell’anno, al termine dei Tempi dei Gentili, Geova Dio intronizzò l’Erede permanente del re Davide non in una Gerusalemme terrestre controllata dai Turchi, ma nella Gerusalemme celeste. — Ebrei 12:22.
ADEMPIMENTO SULL’INFEDELE GERUSALEMME ANTITIPICA
28. Dicendo che la distruzione di Gerusalemme sarebbe stata così terribile, in qual senso Gesù dovette riferirsi a Gerusalemme?
28 È chiaro che, nella sua profezia, Gesù usava la città di Gerusalemme non solo in senso letterale ma anche in senso tipico, come prefigurazione di qualche altra cosa di proporzioni maggiori. Altrimenti, non avrebbe detto riguardo alla sua distruzione del 70 E.V.: “Allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. (Matteo 24:21; Marco 13:19) Tutte le persone informate sanno che la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. non fu la peggiore catastrofe che sia accaduta dal principio del mondo, poiché, che dire del diluvio universale del giorno di Noè? E in quanto al fatto che dopo il 70 E.V. non sarebbe venuta una distruzione uguale a quella di Gerusalemme compiuta dai Romani, che dire della prima e della seconda guerra mondiale di questo ventesimo secolo? Il linguaggio di Gesù non fu esagerato, ma egli pensava evidentemente a Gerusalemme come tipo profetico, come a un esempio ammonitore di qualche cosa che avrebbe abbracciato il mondo intero in una distruzione simile. Pensava all’infedele Gerusalemme antitipica, cioè quella dei tempi moderni. E qual è? È la cristianità con le sue centinaia di contrastanti sette religiose. — 1 Corinti 10:11.
29. (a) A cos’altro, oltre che alla distruzione della cristianità, si applica la profezia di Gesù? (b) A che cosa corrisponde, dunque, il tempo che va dalla profezia di Gesù alla distruzione di Gerusalemme?
29 Questa applicazione della profezia di Gesù è verace non solo in quanto all’avvicinarsi della distruzione della cristianità con tutti i suoi amanti politici, commerciali, militari e giudiziari, ma anche in quanto agli avvenimenti del mondo che immediatamente precedono l’annientamento d’essa. La cristianità vive ora in un periodo di tempo il quale, per le condizioni in cui essa si trova nel ventesimo secolo, assomiglia al periodo di tempo che va da quando Gesù disse la profezia sul monte degli Ulivi a quando i Romani distrussero Gerusalemme e il suo tempio nel 70 E.V. Questo particolare periodo di tempo corrispondente cominciò per la cristianità alla fine dei “fissati tempi delle nazioni” nell’anno 1914. Considerate gli avvenimenti mondiali che ci sono stati da allora in poi.
30. Dal 1914, ha subìto la cristianità ciò che Gesù disse sarebbe stato “il principio dei dolori d’afflizione”?
30 Che cosa disse Gesù che sarebbe stato il “principio dei dolori d’afflizione”? Non dovevano essere le guerre, la penuria di viveri, i terremoti, le pestilenze? (Matteo 24:7, 8; Marco 13:8; Luca 21:10, 11) Quali “guerre” ai giorni degli apostoli di Cristo nel primo secolo possono paragonarsi alla prima e alla seconda guerra mondiale, per non parlare di tutte le altre guerre dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1945 E.V.? Forse le carestie, i terremoti, le pestilenze degli anni dal 33 al 70 E.V. superarono le penurie di viveri, i terremoti e le pestilenze che la cristianità e tutto il resto del mondo hanno avuto dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914?
31. (a) Che cosa disse Gesù che sarebbe accaduto ai suoi discepoli prima della distruzione di Gerusalemme? (b) Le sofferenze di chi corrispondono oggi a quelle dei discepoli di quel periodo di tempo?
31 Gesù disse inoltre ai suoi apostoli che i suoi discepoli sarebbero stati duramente perseguitati, essendo dati alla tribolazione e uccisi, sì, divenendo oggetto di odio da parte di tutte le nazioni; inoltre, che sarebbero sorti falsi profeti, falsi Messia, e che sarebbe aumentata l’illegalità verso Dio con un conseguente raffreddamento della qualità dell’amore nella grande maggioranza dei professanti religionisti; inoltre, che in un tempo come questo sarebbe stata necessaria la perseveranza cristiana. (Matteo 24:9-13; Marco 13:9-13; Luca 21:12-19) Tali avvenimenti segnarono i tempi apostolici del primo secolo. E che dire degli avvenimenti mondiali dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 in poi? Si è convertito il mondo al cristianesimo tanto da smettere di perseguitare i veri discepoli di Cristo? C’è qualche minoranza religiosa che è ‘odiata da tutte le nazioni a motivo del nome’ di Cristo più dei cristiani testimoni di Geova? Ci sono state persecuzioni religiose maggiori di quelle scatenate contro questi cristiani testimoni di Geova dall’anno 1914 fino al tempo attuale? C’è una storia che tutti possono consultare.
32. Quale altra caratteristica doveva distinguere quel periodo apostolico fino al 70 E.V., e per mezzo di chi questa caratteristica fu allora adempiuta?
32 Ci fu un’altra caratteristica distintiva di quel periodo apostolico del primo secolo anteriore al 70 E.V. Ai suoi oppositori giudei a Gerusalemme, Gesù disse: “Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matteo 21:43) I Giudei non produssero i frutti del regno di Dio proclamandolo ai Gentili nemmeno con i loro Messia falsi. Prima della distruzione di Gerusalemme, non presero il messaggio di Giovanni Battista e non proclamarono che il regno dei cieli era vicino. No, poiché durante la sua ultima visita al tempio a Gerusalemme Gesù disse ai religiosi scribi e Farisei: “Chiudete il regno dei cieli dinanzi agli uomini; poiché voi stessi non entrate e non lasciate entrare quelli che stanno per entrare”. (Matteo 23:13) A chi va, dunque, il credito per l’adempimento prima dell’anno 70 E.V. delle dinamiche parole di Gesù: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”? (Matteo 24:14; Marco 13:10) Va a quelli che erano “odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”, ai suoi propri discepoli.
33. Dal 1914, chi ha corrispondentemente predicato la buona notizia del regno di Dio in maniera internazionale, e come questo regno predicato è diverso da quello proclamato dalla cristianità?
33 In maniera simile, in questo corrispondente periodo dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. in poi, sono quelli notevolmente “odiati da tutte le nazioni a motivo del . . . nome [di Cristo]” a recare l’adempimento moderno della profezia di Gesù riguardo alla buona notizia del regno di Dio. Essi sono quelli che, nonostante l’odio e la persecuzione, hanno riempito la terra abitata della predicazione della buona notizia del messianico regno di Dio in testimonianza a tutte le nazioni. Questo non è il messaggio del regno di Dio come la cristianità ha predicato dall’inizio della sua esistenza ai giorni dell’imperatore Costantino nel quarto secolo, un regno entro le centinaia di milioni di aderenti alle sue chiese, nel loro cuore, un regno che infine si realizzi con la conversione del mondo alle chiese della cristianità. In netto contrasto, il regno predicato dai cristiani testimoni di Geova dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 è un vero governo che nacque nei cieli quell’anno. È l’istituito regno di Dio nelle mani dell’Erede permanente del re Davide, ed esso porrà fine a tutti i governi politici di questa terra e benedirà gli abitanti della terra con vita, pace e felicità eterne.
34. (a) Questa predicazione internazionale del Regno doveva essere parte del “segno” di quale fatto? (b) L’adempimento della predicazione di questo Regno doveva precedere quale disastro?
34 Questo rimarchevole adempimento, la predicazione di tale buona notizia in tutta la terra abitata in una testimonianza internazionale, da parte dei cristiani testimoni di Geova, è significativo. È un chiaro e luminoso aspetto del “segno” che doveva indicare la “presenza” o parusia del dominante Re Gesù Cristo in spirito. Dall’anno della sua intronizzazione nei cieli alla destra di Dio questa predicazione di porta in porta e con ogni altro mezzo di comunicazione moderna è stata compiuta dai cristiani testimoni di Geova per oltre mezzo secolo, nonostante le guerre mondiali e altre calamità di estese proporzioni. Evidentemente il completamento della testimonianza a tutte le nazioni riguardo al messianico regno di Dio che sta per assumere il controllo di tutte le attività del genere umano deve essere molto vicino. Questa mondiale predicazione del Regno doveva precedere “la fine”. Tutta la terra abitata ha ora udito la predicazione del Regno. “Tutte le nazioni” non rimangono più senza che sia data loro una testimonianza. “E”, per questo sistema di cose, Gesù disse, “allora verrà la fine”!
“LA COSA DISGUSTANTE CHE CAUSA DESOLAZIONE”
35. (a) Quale caratteristica del “segno” provò che la desolazione di Gerusalemme era davvero assai vicina? (b) Poiché quella potenza mondiale del primo secolo non è più, quale domanda ci facciamo?
35 Un’altra caratteristica del “segno” assicura che la “fine” da lungo tempo attesa è vicina. Sebbene altre cose sorprendenti potessero accadere entro il periodo critico senza però che la fine sopravvenisse proprio allora, Gesù predisse una cosa sinistra che provava come l’ora della calamità stava per scoccare, che la desolante fine stava per abbattersi su tutti quelli che avevano differito la fuga verso la salvezza. Nel caso degli abitanti della provincia romana di Giudea del primo secolo furono gli eserciti accampati che circondarono Gerusalemme, “la cosa disgustante che causa desolazione” che stava nel luogo dove non doveva, nel “luogo santo”. Proprio allora era l’occasione in cui i Giudei credenti in Gesù quale Messia dovevano fuggire fuori della Giudea. Ma vediamo noi oggi qualche cosa simile alla “cosa disgustante” che causi desolazione? La sua comparsa non fa presagire nulla di buono per la religiosa cristianità, poiché essa è la controparte moderna dell’infedele Gerusalemme del primo secolo. Quella santa capitale dell’adorazione giudaica fu desolata dalle forze armate della Sesta Potenza Mondiale della storia biblica, il pagano Impero Romano. Ma quell’imperiale potenza mondiale ora è scomparsa!
36. Perché l’odierna Settima Potenza Mondiale deve sentire gli effetti prodotti dalla disgustante causa di desolazione?
36 Oggi, dal 1914, la scena del mondo è ancora dominata dalla Settima Potenza Mondiale, la duplice Potenza Mondiale Britannico-Americana. Con il re o la regina d’Inghilterra che asserisce d’essere il capo della Chiesa Anglicana, della Chiesa d’Inghilterra, e con gli Stati Uniti d’America che dalla loro Corte Suprema son dichiarati “nazione cristiana”, questa Settima Potenza Mondiale è una parte preminente della cristianità, che essa difende con vigore. Quindi, sotto il suo aspetto religioso, dovrà sentire alcuni degli effetti che saranno prodotti da tale disgustante causa di desolazione.
37. Che cosa ci dice Rivelazione 17:9-11 per indicare se la Settima Potenza Mondiale fosse l’ultima?
37 Comunque, l’ultimo libro della Sacra Bibbia rivela un’OTTAVA POTENZA MONDIALE. In maniera interessante, Rivelazione 17:9-11 ci informa su ciò che fu detto all’apostolo Giovanni nella sua visione di una bestia selvaggia, di colore scarlatto, che aveva sette teste e dieci corna, ed era cavalcata da una meretrice religiosa, “Babilonia la Grande”. I versetti dicono: “Qui sta l’intelligenza che ha sapienza: Le sette teste significano sette monti, in cima ai quali la donna siede. E vi sono sette re: cinque sono caduti, uno è, l’altro non è ancora arrivato, ma quando sarà arrivato dovrà rimanere per breve tempo. E la bestia selvaggia che era ma non è, è anch’essa un ottavo re, ma viene dai sette, e se ne va nella distruzione”.
38. Al giorno dell’apostolo Giovanni, quali erano le potenze mondiali che eran già cadute, quale potenza era allora, e quale potenza doveva venire, per continuare quanto tempo?
38 Al giorno dell’apostolo Giovanni, nel primo secolo, la Sesta Potenza Mondiale lo teneva come prigioniero nell’isola penale di Patmos. La Settima Potenza Mondiale non era ancora arrivata, poiché la storia conferma che la prima volta arrivò nel diciottesimo secolo, quando la Gran Bretagna divenne la padrona commerciale e navale dei mari. Quindi questa Settima Potenza Mondiale ha oggi solo più di due secoli, e questo è un “breve tempo” in paragone con i quasi diciotto secoli di dominio della Sesta Potenza Mondiale. Quindi la settima testa della bestia selvaggia di colore scarlatto rappresentò questa Settima Potenza Mondiale; le altre teste rappresentano le precedenti sei potenze mondiali, l’egiziana, l’assira, la babilonese, la medo-persiana, la greca e la romana. Tutte queste sette potenze mondiali hanno avuto relazione con la meretrice religiosa, “Babilonia la Grande”, che è l’impero mondiale della falsa religione. — Rivelazione 17:1-6, 18.
39. Perché la Russia comunista o il blocco delle nazioni comuniste non è l’Ottava Potenza Mondiale?
39 Poiché la bestia selvaggia “è anch’essa un ottavo re”, rappresenta un’ottava potenza mondiale. Questo non significa la Russia comunista o il blocco delle nazioni comuniste, poiché la Russia e il blocco comunista non ‘vennero dai sette’, cioè dalle sette precedenti potenze mondiali. Riguardo al blocco delle nazioni comuniste non può dirsi che “la bestia selvaggia era, ma non è, eppure sarà presente”. — Rivelazione 17:8.
40. (a) Cos’è, dunque, l’Ottava Potenza Mondiale? (b) Quando quella potenza mondiale non fu, e quando fu presente?
40 Che cos’è, dunque, l’Ottava Potenza Mondiale, che il babilonico impero mondiale di falsa religione ha cavalcato finora, come la meretrice Babilonia la Grande cavalcava la bestia selvaggia di colore scarlatto vista nella visione dell’apostolo Giovanni? È l’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo. Prima della seconda guerra mondiale questa era chiamata Lega delle Nazioni, e dalla seconda guerra mondiale in poi è stata chiamata Nazioni Unite. Questa agenzia “per la pace e la sicurezza del mondo” fu organizzata nel primo anno del dopoguerra del 1919, ma scese nell’abisso dell’inattività e incapacità quando nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale ‘non era’ in quanto a tutti gli effetti non custodì la pace nel mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945, ascese dall’abisso, questa volta col nuovo nome, Nazioni Unite. Da quel tempo essa è stata “presente”. Oggi ha nel mondo 132 nazioni membri. Queste sono tutte armate militarmente, e cinque di queste nazioni sono già armate di bombe nucleari.
41. Perché le Nazioni Unite non sono un’organizzazione cristiana, e che cosa le rende disgustanti a Dio?
41 Sì, ma perché la simbolica bestia selvaggia, l’Ottava Potenza Mondiale, le Nazioni Unite d’oggi, si identifica con la “cosa disgustante che causa desolazione”? Il fatto che è assomigliata a una bestia selvaggia con sette teste cavalcata da una meretrice mostra che alla vista di Dio essa è impura, “disgustante” dinanzi a Lui. Poiché “viene dai sette”, dalle potenze mondiali non cristiane, non è un’organizzazione cristiana. Metà delle nazioni membri delle Nazioni Unite nemmeno professano d’esser cristiane, ma vi troviamo nazioni della cristianità in unione politica con nazioni non cristiane o pagane. Le Nazioni Unite sono parte di questo mondo e costituiscono un “amico del mondo” e, di conseguenza, sono un “nemico di Dio”. (Giacomo 4:4; Giovanni 8:23; 18:36) Ad esse sono attribuite da quelli che le idolatrano speranze messianiche, e sono accettate dalla cristianità come un sostituto dello stabilito regno messianico di Dio. Disgustante!
42. A quali forze armate saranno simili le Nazioni Unite divenendo una ‘cosa che causa desolazione’?
42 Alle Nazioni Unite si dà credito di aver fatto molte cose buone. Come possono chiamarsi causa di desolazione, ‘la cosa che causa desolazione’? Ebbene, la Sesta Potenza Mondiale, l’Impero Romano, cercava di preservare in tutta la terra la pax romana e cercava di mantenere la pace nel Medio Oriente; ma infine le sue forze armate risultarono per la religiosa città santa di Gerusalemme una causa di desolazione. Similmente, l’Ottava Potenza Mondiale, le Nazioni Unite, non ha ancora finito di svolgere il suo preannunciato ruolo mondiale prima di ‘andarsene nella distruzione’. (Rivelazione 17:11) Essa pure mostrerà d’essere una ‘cosa che causa desolazione’. A chi? Rivelazione 17:15-18 ce lo rivela. Qui leggiamo:
43. Come Rivelazione 17:15-18 descrive simbolicamente l’opera di desolazione?
43 “Le acque che hai viste, dove la meretrice siede, significano popoli e folle e nazioni e lingue. E le dieci corna che hai viste, e la bestia selvaggia, queste odieranno la meretrice e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco. Poiché Dio ha messo nei loro cuori d’eseguire il suo pensiero, e d’eseguire il loro comune pensiero di dare il loro regno alla bestia selvaggia, finché le parole di Dio non siano compiute. E la donna che hai vista significa la gran città che ha il regno sopra i re della terra”.
44. Di che cosa, dunque, le Nazioni Unite divengono causa di desolazione, e, per essere il popolo di Dio, qual è ora la cosa assennata da fare riguardo ciò che dev’esser desolato?
44 Così l’Ottava Potenza Mondiale, le Nazioni Unite, diverrà una ‘cosa che causa desolazione’ quando recherà la desolazione sulla simbolica meretrice internazionale, Babilonia la Grande. L’antica Babilonia sul fiume Eufrate fu una città, e Babilonia la Grande è perciò paragonata a una “gran città”. E poiché essa ha un “regno sopra i re della terra”, Babilonia la Grande significa l’impero mondiale della falsa religione. La cosa che ora le persone assennate devono fare è quella di uscire dal babilonico impero mondiale della falsa religione prima che si abbatta su di lei la distruzione, affinché non siano distrutte con essa. L’ispirato invito dal cielo dice alle persone che desiderano essere il popolo di Dio di fare proprio ciò, dichiarando: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — Rivelazione 18:1-4.
45. (a) Che cosa si dovrebbe dire in quanto a se le persone che appartengono alle chiese della cristianità sono già uscite da Babilonia, e perché? (b) Così perché la cristianità dev’essere distrutta con Babilonia la Grande?
45 Questo non è il tempo d’essere ingannati. Poiché la cristianità asserisce d’esser cristiana, le persone delle sue chiese, che appartengono alle sue centinaia di sette religiose, non dovrebbero pensare d’esser già uscite da Babilonia la Grande. Finché rimangono parte della cristianità, stanno con Babilonia la Grande e partecipano ai suoi peccati. Perché? Perché la cristianità è essa stessa parte di Babilonia la Grande, infatti la parte più prevalente di quell’impero mondiale di falsa religione. Per giunta, la guerrafondaia cristianità macchiata di sangue è la moderna, infedele Gerusalemme antitipica, da cui tutti i veri discepoli di Gesù devono fuggire per mettere in salvo la propria vita. Poiché, quando l’ottava Potenza Mondiale (le Nazioni Unite) recherà la distruzione su Babilonia la Grande, distruggerà anche la parte più riprensibile di Babilonia la Grande, cioè la cristianità. Quelli che amano la vita in armonia con il vero Dio devono fuggire fuori della cristianità senza ritardo, proprio come i discepoli giudei di Gesù Cristo fuggirono fuori della Giudea e di Gerusalemme dopo aver visto la “cosa disgustante che causa desolazione . . . stabilita” nel luogo dai Giudei considerato santissimo.
46. Come si fece risuonare nell’anno 1917 un primo avvertimento alle persone timorate di Dio affinché uscissero da Babilonia la Grande?
46 Durante questa “presenza” o parusia del dominante Re Gesù Cristo dal 1914 E.V., le persone timorate di Dio sono state avvertite affinché uscissero da Babilonia la Grande per non essere colte dalla sua distruzione. Un primo avvertimento fu dato dal libro intitolato “Il mistero compiuto” pubblicato dall’Associazione del Pulpito del Popolo nel luglio del 1917, dopo che gli Stati Uniti d’America erano entrati nella prima guerra mondiale. Questo libro presentava un commentario versetto per versetto dell’intero libro di Rivelazione, compresi i capitoli diciassette e diciotto. Questo è il libro a cui il governo impose il bando all’inizio dell’anno successivo. Prima di ciò, comunque, quel primo avvertimento fu fatto estesamente risuonare la domenica 30 dicembre 1917. Si fece ciò la mattina di quel giorno con una concertata distribuzione in tutto il paese del volantino di quattro pagine Mensile degli Studenti Biblici, Volume 9, Nº 9, intitolato “La caduta di Babilonia”. Questa simultanea distribuzione di tale volantino dalle espressioni vigorose compiuta da una costa all’altra fu seguita quella domenica pomeriggio da discorsi pubblici sul soggetto di Babilonia. — Si veda La Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo (ediz. inglese) in data 15 dicembre 1917, pagina 370, all’intestazione “Giorno dei volontari, 30 dicembre”.
47. (a) Dopo la prima guerra mondiale, il primo pensiero degli studenti biblici nel dopoguerra fu quello di identificare che cosa? (b) Che cosa disse al riguardo La Torre di Guardia del 1º gennaio 1921?
47 Dato che la moderna Babilonia la Grande (compresa la cristianità) dev’esser distrutta dalla “cosa disgustante che causa desolazione”, nel dopoguerra il primo pensiero degli studenti biblici fu di identificare negli avvenimenti del ventesimo secolo che cos’era quella cosa disgustante o abominazione. Dopo che la Lega delle Nazioni fu istituita e che fu dato all’Impero Britannico un mandato sulla Palestina, La Torre di Guardia (ediz. inglese) del 1º gennaio 1921, a pagina 12, al titolo “Dichiarata da Daniele”, disse:
. . . poiché la terra appartiene a Geova, ne consegue che le bestie in questione [di Rivelazione, capitolo 13] non hanno nessuna autorità di esercitare un potere di controllo sul paese della Palestina; e la loro istituzione umana, la Lega delle Nazioni (sotto la cui autorità l’Impero Britannico ha un mandato sulla Palestina), è dinanzi al Signore un’abominazione. Quest’abominazione è stabilita perciò dove non dovrebbe stare. . . .
Notate, quindi, l’ulteriore prova a conferma che siamo giunti alla fine del mondo; cioè l’abominazione della desolazione stabilita dove non dovrebbe stare — “stabilita nel luogo santo”, la Terra Santa, la terra di Dio stesso; e il fatto che si vede Gerusalemme “circondata da eserciti” — gli eserciti dell’altra bestia; e chi è in grado di leggere usi intendimento e sappia che siamo giunti alla fine del mondo. . . .
48. Nell’anno 1926 l’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo fu identificata come che cosa, e in quale occasione?
48 Nonostante che si basasse sull’applicazione letterale di Matteo 24:15, e di Marco 13:14, (VR) risultò corretta la conclusione che l’“abominazione della desolazione” (o “la cosa disgustante che causa desolazione”) era in quel tempo la Lega delle Nazioni. Anni dopo, quell’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo fu identificata come l’Ottava Potenza Mondiale della profezia biblica. Questa identificazione avvenne la sera della domenica 30 maggio 1926, nella conferenza pubblica pronunciata nella Royal Albert Hall di Londra, in Inghilterra, e intitolata “Perché le potenze mondiali vacillano: Il rimedio”. Quando trattò il tema “Predetta la Lega”, l’oratore, il presidente J. F. Rutherford della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, disse:
Dio predisse le sette potenze mondiali, cioè Egitto, Assiria, Babilonia, Media-Persia, Grecia, Roma e Impero Britannico, e predisse anche che dalle sette sarebbe sorta l’ottava. Quest’ultima è pure simboleggiata come una “bestia”, perché il suo scopo è di dominare e controllare i popoli della terra. Il Signore ne preannunciò la nascita, la breve esistenza, e la fine eterna. — Rivelazione 17:10, 11; Isaia 8:9, 10. — Si veda La Torre di Guardia (ediz. inglese) del 15 luglio 1926, pagina 215.
49. Perché il rimanente degli “eletti” non ritardò l’uscita da Babilonia la Grande finché non la vide circondata da eserciti accampati?
49 Così dopo che nel 1918 la prima guerra mondiale era finita, il sopravvissuto unto rimanente degli “eletti” di Geova cominciò a scorgere la “cosa disgustante che causa desolazione” e ad avere intendimento d’essa e di ciò che significava la sua comparsa nella scena del mondo. Durante la prima guerra mondiale essi erano venuti in schiavitù di Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici e militari, e ora accolsero l’invito celeste di uscire da lei. Quelle persone timorate di Dio che in seguito si aggiunsero al Suo rimanente di “eletti” pure ubbidirono al comando divino e lasciarono Babilonia la Grande (compresa la cristianità). Poiché l’infedele Gerusalemme antitipica, cioè la cristianità, non è limitata alla Gerusalemme terrestre e al paese della Palestina ma è estesa a tutto il mondo, quelli che fuggivano da lei non dovettero aspettare di vedere la cristianità circondata dalle forze armate dell’Ottava Potenza Mondiale (l’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo). Il comando angelico: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”, non attese quell’evento.
50. (a) Quella prima fuga degli “eletti” di Geova fu l’indicazione di che cosa, e un buon esempio per chi? (b) Dopo quale esperienza della “cosa disgustante” sarà distrutta Babilonia la Grande?
50 Comunque, la fuga degli unti “eletti” di Geova prima di quell’evento fu un’indicazione degna di nota secondo cui la desolazione dell’infedele cristianità e del resto di Babilonia la Grande si avvicinava e doveva aver luogo durante questa generazione, durante l’esistenza dell’Ottava Potenza Mondiale, che dura breve tempo, come solo “un’ora”. La pronta e sollecita fuga degli “eletti” di Geova fu un esempio che la “grande folla” delle “altre pecore” di Cristo poté considerare degno di fede seguendolo dall’anno 1935 E.V. fino a ora. La desolazione dell’infedele Gerusalemme antitipica, la cristianità, e del resto di Babilonia la Grande da parte delle forze armate della “cosa disgustante” non può ora essere lontana nel futuro. Si noti che la “cosa disgustante” compie la sua desolazione di Babilonia la Grande dopo che, in qualità di Ottava Potenza Mondiale, è ascesa dall’“abisso”. L’Ottava Potenza Mondiale, nella forma della Lega delle Nazioni, cadde nell’“abisso” dell’impotenza simile alla morte allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, e venne fuori dell’“abisso” nel 1945, ma nella forma delle Nazioni Unite. (Rivelazione 17:8, 11, 12) Questo avvenne circa trent’anni fa. È pericoloso ritardare di molto la fuga.
PERCHÉ UNA “GRANDE TRIBOLAZIONE” SENZA UGUALI
51. (a) Perché la tribolazione che si abbatterà sull’infedele Gerusalemme antitipica sarà davvero “grande”? (b) Che cosa accadrà a quelli che avranno ritardato la fuga da Babilonia la Grande?
51 La desolazione della moderna infedele Gerusalemme antitipica, la cristianità, farà davvero parte di una “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. (Matteo 24:21) Il reame della cristianità è mondiale, assai più esteso del paese d’Israele in cui si trova come capitale la città terrena di Gerusalemme. Il reame di Babilonia la Grande, che “ha il regno sopra i re della terra”, è un reame ancora più grande di quello della sola cristianità. Di conseguenza, quando le simboliche “dieci corna” e il resto della “bestia selvaggia” di colore scarlatto cominciano a odiare la meretrice religiosa Babilonia la Grande e a renderla desolata, sarà una calamità religiosa senza uguali, che abbraccerà il nostro intero pianeta. La cristianità non avrà la protezione di Dio come non l’avrà tutto il resto dell’immorale, sanguinaria Babilonia la Grande. Se la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. fu orribile, ed è un quadro profetico, questa religiosa calamità mondiale sarà pure orribile. Allora quei religionisti che non prestarono ascolto all’invito divino di uscire, ma che egoisticamente restarono in Babilonia la Grande, saranno considerati partecipi dei peccati di lei e riceveranno giustamente parte delle sue piaghe.
52. (a) Perché la distruzione di Babilonia la Grande non è la sola parte della “grande tribolazione”? (b) Dopo che l’Ottava Potenza Mondiale ha agito come causa di desolazione, che cosa fa?
52 La distruzione di Babilonia la Grande non è tutto ciò che sarà causato dalla “grande tribolazione” avvenire. Ne è semplicemente la prima parte. Gli elementi politici e commerciali e sociali del mondo hanno avuto con la religiosa Babilonia la Grande relazioni impure alla ricerca dei piaceri e delle ricchezze materiali. Hanno partecipato con lei alla colpa del sangue e all’opposizione a Geova Dio e alla persecuzione dei veri discepoli di Gesù Cristo e hanno ostacolato la loro predicazione di “questa buona notizia del regno” in testimonianza. Perciò devono fare i conti con Dio. Gli elementi politici danno inoltre sostegno all’Ottava Potenza Mondiale, le Nazioni Unite, e le loro nazioni ne sono membri. In atto di sfida questa non cristiana Ottava Potenza Mondiale oppone resistenza al messianico regno di Geova. Con l’approvazione degli ecclesiastici della cristianità, essa prende sulla terra il posto dei giusto regno di Dio retto dal suo Cristo. Dopo aver desolato la sua precedente amante, Babilonia la Grande, essa combatte irreligiosamente, con piena potenza militante, contro il dominante Re di Geova, l’Agnello Gesù Cristo.
53. Perché ciò che è descritto in Rivelazione 17:12-14 sarà il culmine della “grande tribolazione”?
53 L’apostolo Giovanni ne descrive il finale combattimento a oltranza con questo linguaggio simbolico: “E le dieci corna che hai viste significano dieci re, che non hanno ancora ricevuto il regno, ma [divenendo membri dell’Ottava Potenza Mondiale] ricevono autorità come re per un’ora con la bestia selvaggia. . . . Questi combatteranno con l’Agnello, ma, siccome egli è Signore dei signori e Re dei re, l’Agnello li vincerà. E, quelli che son chiamati ed eletti e fedeli vinceranno con lui”. (Rivelazione 17:12-14) Questo, vale a dire “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon, significherà il culmine della “grande tribolazione”. Una più piena descrizione di questa guerra universale viene fatta in Rivelazione 19:11-21.
54. Quanti nemici terreni l’Iddio Altissimo prenderà in combattimento, e come sarà il massacro in paragone con qualsiasi altro precedente?
54 Questo coinvolgerà i più di tremila milioni di abitanti del nostro globo terrestre. Nemmeno il diluvio del giorno del patriarca Noè, pur essendo universale, coinvolse tanti uomini, solo a 1.656 anni dalla creazione dell’uomo. L’Iddio Onnipotente, nella sua “guerra del gran giorno”, può superare la potenza di tutte le bombe nucleari di tutte le nazioni terrestri e nel combattimento può prendere tutti i suoi nemici terrestri messi insieme. (Rivelazione 16:13-16) Fa presagire un tale massacro quale questo pianeta non ha mai visto prima, né accadrà mai più. C’è poco da sorprendersi, quindi, se Gesù, guardando oltre la desolazione dell’antica Gerusalemme nel 70 E.V., osservò: “Infatti, se Geova non avesse abbreviato i giorni, nessuna carne sarebbe salvata. Ma a motivo degli eletti che egli ha eletti, ha abbreviato i giorni”. — Marco 13:20.
55. (a) Come i giorni della tribolazione saranno abbreviati “a motivo degli eletti”? (b) Chi trae profitto da questa disposizione?
55 Per quanto ciò debba essere miracoloso, della carne sarà “salvata”. Questo avverrà perché Geova abbrevierà il numero dei giorni della “grande tribolazione”, e farà questo “a motivo degli eletti che egli ha eletti”. Geova ritiene bene abbreviare il numero dei giorni di tribolazione non togliendo i suoi “eletti” dalla superficie della terra, ma facendoli uscire da ogni associazione con questo condannato sistema di cose e facendo questo prima del suo programmato tempo dell’inizio della “grande tribolazione”. Non solo fa uscire i suoi unti “eletti” verso una condizione di sicurezza sotto la sua protezione, ma fa uscire anche la “grande folla” di “giusti” assomigliati a pecore che fanno del bene anche ai minimi dei fratelli spirituali di Cristo. (Matteo 25:31-40) Poiché sia i suoi “eletti” che la “grande folla” si saranno separati dalle persone assomigliate a capri, Geova Dio per mezzo del suo Agnello Gesù Cristo potrà ‘abbreviare’ l’opera di eseguire la vendetta divina su tutti i suoi nemici rimasti parte del sistema di cose mondiale. — Romani 9:28.
56. Alla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., chi costituì la “carne” che fu salvata, e nonostante che cosa a loro disfavore?
56 Questo assicurerà che della “carne” sarà salvata proprio qui sulla terra. Geova Dio il Creatore non farà spazzare via dalla terra la razza umana, né mediante le bombe nucleari costruite dagli uomini né dalle sue esecutive forze celesti. Della “carne” in forma di 97.000 Giudei fu salvata alla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. Quei 97.000 avevano visto Gerusalemme circondata da eserciti romani accampati nell’anno 66 E.V. Ma quel breve assedio e la “cosa disgustante” stabilita dove non doveva, nel luogo santo, non fu una parte della loro “grande tribolazione”. La “tribolazione” non fu in due parti. Quell’assedio del generale Cestio Gallo fu inaspettatamente tolto, e la ritirata degli eserciti romani si mutò in una rotta, con una gioiosa vittoria dei Giudei. Ma quando nella primavera del 70 E.V. cominciò in effetti la “grande tribolazione”, allora quei 97.000 riuscirono a sopravvivere solo perché il numero dei giorni della tribolazione fu abbreviato. Quei 97.000 furono mantenuti in vita nonostante che non fossero “eletti” di Geova. Ma la loro vita fu risparmiata solo perché fossero schiavi per il resto dei loro giorni in tutto l’Impero Romano.
57. Chi comprenderà la “carne” che sarà salvata nella “grande tribolazione” avvenire, e che cosa si dirà di loro?
57 Che il numero dei giorni della “grande tribolazione” che ci sovrasta sia abbreviato è una garanzia che di nuovo della “carne” sarà salvata. Questa volta, comunque, la “carne” salvata non sarà quella di nessuno dei suoi nemici simile a quei ribelli Giudei non cristiani rinchiusi nella Gerusalemme antica. Questa volta tutti i suoi nemici sono condannati alla distruzione. La “carne”, oltre i suoi “eletti”, sarà la “grande folla” di persone ubbidienti simili a pecore che hanno ubbidito ai suoi comandamenti e hanno abbandonato il sistema di cose condannato (compresa la cristianità) e si sono schierate dalla Sua parte. Salvata per rimanere in vita nel nuovo ordine di Dio sotto il millenario regno di Cristo, questa “grande folla” di “carne” sentirà dire di sé: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione”. (Rivelazione 7:14) Come sarà felice allora questa “grande folla” di sopravvissuti! Come sarà, inoltre, clemente Geova ad abbreviare la tribolazione!
AVVERTIMENTO DEL MESSIA CONTRO I FALSI MESSIA
58, 59. (a) Come i falsi Cristi che Gesù predisse si mostrarono una delusione, e dopo la distruzione di Gerusalemme essi lasciarono i Giudei in attesa di chi? (b) Che cosa disse ancora Gesù riguardo alle tattiche seguite in relazione con i falsi Cristi?
58 Nella profezia di Gesù sul “segno” della sua “presenza” (parusia) e del “termine del sistema di cose”, Gesù indicò che prima della desolazione di Gerusalemme nel 70 E.V. sarebbero venuti falsi Cristi. Egli cominciò la sua profezia con questa osservazione, dicendo agli apostoli che l’avevano interrogato: “Badate che nessuno vi svii; perché molti verranno in base al mio nome, dicendo: ‘Io sono il Cristo’, e inganneranno molti”. (Matteo 24:4, 5) Ma essi mostrarono d’esser falsi, impostori, poiché non recarono nessuna liberazione di Gerusalemme né alcuna liberazione di alcuna sorta. Dopo la distruzione di Gerusalemme i Giudei che non credevano in Gesù come il Messia avrebbero dovuto continuare ad attendere un Messia nella carne. D’altra parte, i cristiani, Giudei e non Giudei, avrebbero dovuto continuare ad attendere la promessa “presenza” (parusia) del vero Messia, Gesù il Figlio di Dio. Le tattiche che gli ingannatori avrebbero usate per indurre le persone interessate ad andare dietro a quelli che avevano pretese messianiche furono descritte da Gesù dopo che ebbe preannunciato la desolazione letterale di Gerusalemme per opera delle legioni romane. Egli continuò a dire:
59 “Allora se alcuno vi dice: ‘Ecco, il Cristo è qui’, o: ‘È là!’ non lo credete. Poiché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno grandi segni e prodigi da sviare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io vi ho preavvertiti. Perciò, se vi dicono: ‘Ecco, è nel deserto’, non uscite; ‘ecco, è nelle camere interne’, non lo credete. Poiché come il lampo viene dalle parti orientali e risplende fino a quelle occidentali, così sarà la presenza [pa·rou·siʹa] del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, ivi si raduneranno le aquile”. — Matteo 24:23-28.
60. Quale sarebbe un motivo per cui un falso Cristo si porrebbe “nel deserto” o “nelle camere interne”?
60 Meglio di qualsiasi altro sulla terra, Gesù il “Figlio dell’uomo” sapeva come avrebbe adempiuto la sua venuta e presenza. Egli non si sarebbe posto né “qui” né “là” né in nessun luogo particolare sulla terra. Non sarebbe apparso in qualche luogo isolato, “nel deserto”, perché i cercatori del Messia si rivolgessero a lui lì, lontano dall’osservazione delle autorità governative del paese, così che potessero ivi addestrarsi sotto la sua direttiva preparandosi a un’azione politica, a un colpo di stato, per insediarlo come messianico Governatore del mondo. (Atti 5:36, 37; si paragoni I Samuele 22:1, 2). Né si sarebbe nascosto in alcune “camere interne”, essendo il suo luogo noto solo ad alcuni scelti, così che non osservato e non scorto potesse cospirare e fare piani segreti con complici per rovesciare il governo del mondo e farsi ungere quale promesso Messia. (Si paragoni II Re 9:4-14). Al contrario di ciò, non doveva esserci niente da nascondere riguardo alla venuta di Gesù come Re e al principio della sua presenza reale.
61, 62. (a) In che modo la parusia di Cristo doveva essere simile al lampo? (b) Quali parole riguardo alla pubblicità che Gesù disse ai suoi apostoli si applicano oggi ai suoi discepoli?
61 La sua presenza o parusia doveva somigliare al lampo per i suoi effetti. La sua parusia doveva essere simile al lampo non per il subitaneo sfolgorio, inaspettato e della durata di una frazione di secondo. Qui l’enfasi non è sul fatto che il lampo risplende istantaneamente e inaspettatamente, ma sul fatto che esso fa luce su una vasta zona, da parti orientali a parti occidentali. (Luca 17:24) Il potere illuminante del lampo è simile a quello descritto in Salmo 97:4: “I suoi lampi illuminano il paese produttivo; la terra vide e fu in penosi dolori”. Così, pure gli abitanti della terra non dovevano esser lasciati nelle tenebre rispetto alla parusia del Figlio dell’uomo. Da un orizzonte all’altro tutto il popolo doveva essere illuminato riguardo alla sua regale parusia. Essa si doveva rendere pubblica come lo è il lampo con il suo potere illuminante, il suo esteso bagliore. Ai discepoli di Cristo di oggi, che conoscono la sua invisibile parusia, si applicano le parole che egli disse ai suoi apostoli diciannove secoli fa:
62 “Perciò non li temete; poiché non vi è nulla di coperto che non sarà scoperto, né di segreto che non sarà conosciuto. Ciò che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e ciò che udite sussurrare, predicatelo dalle terrazze”. — Matteo 10:26, 27.
63. (a) Qual è lo scopo per cui sorgono questi predetti falsi Cristi e falsi profeti? (b) Come i fedeli “eletti” sono simili alle aquile che si radunano dov’è realmente un animale morto?
63 Lo scopo per cui sorgono falsi Cristi e falsi profeti è quello di “sviare, se possibile, anche gli eletti”. (Matteo 24:23-25; Marco 13:21-23) Ma i fedeli “eletti” non si faranno trascinare in un’impresa dissennata. Non si lasceranno condurre in diverse direzioni in cerca di qualche visibile simulatore nella carne. Non si lasceranno attirare da qualche uomo visibile nella carne che pretenda d’essere il Cristo, e che faccia grandi dimostrazioni per provare come tale la sua identità. (Luca 17:22, 23) Dalle Scritture hanno appreso dove guardare. Sono come le aquile la cui vista acuta ingrandisce cose microscopiche molto al di sotto sulla terra, senza sbagliare. (Giobbe 39:27-29) Pertanto, non si radunano insieme a un falso Cristo solo per restare spiritualmente senza cibo. Come le aquile che possono scorgere da molto lontano un animale morto di cui cibarsi e che vi si radunano per un pasto comune, gli “eletti” discernono dove deve trovarsi il vero cibo spirituale, cioè presso il vero Cristo alla sua invisibile parusia, e lì si radunano insieme e trovano nutrimento spirituale. — Luca 17:37.
64. (a) Solo dove possono mostrarsi i falsi Cristi, e perché? (b) Dove, come ora disse Gesù, sarebbe apparso il suo segno dopo la tribolazione di quei giorni?
64 Il Re Gesù Cristo non deve fare alla sua parusia nessuna apparizione visibile nella carne in nessun luogo sulla superficie della terra. Questo è tutto ciò che possono fare i falsi Cristi, che sono semplici uomini di carne e sangue. Ma per il risuscitato, glorificato, regnante Signore Gesù Cristo è diverso. (1 Timoteo 6:14-16) È su questo fatto che egli richiamò l’attenzione dei suoi apostoli mentre continuava ancora la sua profezia, dicendo: “Immediatamente dopo la tribolazione di quei giorni il sole sarà oscurato, e la luna non darà la sua luce, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scosse. E allora il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”. — Matteo 24:29-31; Marco 13:24-27.
FENOMENI CELESTI “IMMEDIATAMENTE DOPO”
65. A quale “tribolazione di quei giorni” si riferiva qui Gesù, e le cose che egli predisse avvennero “immediatamente dopo” o senza interruzione dopo tale “tribolazione”?
65 Con la sua espressione “immediatamente dopo la tribolazione di quei giorni” Gesù si riferiva evidentemente ai giorni della “grande tribolazione” che nel 70 E.V. si abbatté sulla Gerusalemme del Medio Oriente per mano dei Romani. Comunque, per quanto investighiamo le testimonianze della storia, non troviamo che cose come quelle descritte da Gesù avvenissero “immediatamente dopo” nel senso di istantaneamente dopo, senza interruzione, in una ininterrotta successione di avvenimenti. Subito dopo la “grande tribolazione” che finì con la distruzione di Gerusalemme, il “segno del Figlio dell’uomo” non ‘apparve in cielo’ e gli assedianti romani e le altre “tribù della terra” non ‘si percossero con lamenti’ scorgendo visibilmente il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con “potenza e gran gloria”. La storia autentica narra che, dopo la distruzione della città santa di Gerusalemme da parte delle legioni romane, queste posero l’assedio all’ultimo caposaldo giudaico, la fortezza in cima al monte Masada sulla sponda occidentale del mar Morto, e la catturarono nell’anno 73 E.V., completando in tal modo la sottomissione di tutta la provincia di Giudea. Or dunque, si sbagliò Gesù su questo punto?
66. Così, fu qui Gesù un falso profeta, o evidentemente che cosa è errato a questo punto rispetto alla parola “immediatamente”?
66 No, Gesù non fu qui un falso profeta. Sotto ispirazione dello spirito santo di Dio non poté sbagliarsi. Quindi, cosa c’è qui di sbagliato? Evidentemente la comune comprensione dell’espressione “immediatamente dopo”. È evidente che qui il significato di “immediatamente” è come quello di Giovanni 6:21 (Authorized Version) dove, dopo che Gesù ha camminato sulle acque del mar di Galilea ed è salito sulla barca in cui sono i suoi discepoli, dice: “E immediatamente la barca fu a terra dove andavano”. Per certo trascorse più di un istante di tempo prima che toccassero terra. È simile alle parole “fra breve” in Rivelazione 1:1, dove leggiamo: “Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede, per mostrare ai suoi schiavi le cose che devono accadere fra breve”. Queste parole “fra breve” si riferiscono a un tempo che si estende da quando l’apostolo Giovanni ebbe la Rivelazione verso il 96 E.V., all’adempimento della Rivelazione nel nostro ventesimo secolo. (Si paragoni la durata di tempo a cui si riferisce il “fra breve” di Romani 16:20).
67. Come, dunque, dobbiamo capire le parole di Gesù “immediatamente dopo”?
67 Per mettere in armonia la profezia di Gesù in Matteo 24:29 con i fatti disponibili, dobbiamo comprendere che l’espressione di Gesù “immediatamente dopo” abbraccia uno spazio di secoli di tempo fino al nostro ventesimo secolo.c In questo tempo, durante la parusia del Figlio dell’uomo dall’anno 1914 E.V., in realtà abbiamo cose e avvenimenti che corrispondono a ciò che Gesù predisse in quel versetto.
68, 69. (a) Come la situazione del mondo dal 1914 è stata simile agli effetti di ciò che Gesù predisse riguardo ai corpi celesti? (b) Come, essendo incapaci di aiutare se stessi, gli uomini sono stati come quelli descritti in Isaia 59:9, 10 e Sofonia 1:17, 18?
68 Gli storici converranno che dall’anno 1914 E.V. il genere umano è entrato nel periodo più tetro della sua esistenza. È come se il sole si fosse “oscurato” durante il giorno, come se la luna non desse “la sua luce” di notte, e come se, durante lo stesso tempo notturno senza luce lunare, le stelle fossero cadute dal cielo scomparendo nelle tenebre della notte. Per il condannato sistema di cose, inclusa la cristianità, non c’è nella prospettiva futura nessuno splendore né di giorno né di notte. L’incapacità degli uomini, anche nella cristianità, di trovare la via d’uscita dalla situazione del mondo con i propri mezzi umani è ben raffigurata nelle antiche profezie della Bibbia, con queste parole:
69 “Noi continuiamo a sperare per la luce, ma, ecco, le tenebre; per il fulgore, ma abbiamo continuato a camminare nella continua caligine. Continuiamo a brancolare per il muro proprio come i ciechi, e come quelli senza occhi continuiamo a brancolare. Abbiamo inciampato a mezzogiorno proprio come nelle tenebre della sera; fra i forti siamo proprio come morti”. (Isaia 59:9, 10) “E [io, Geova,] dovrò causare angustia al genere umano, e per certo cammineranno come uomini ciechi; perché han peccato contro Geova. E il loro sangue sarà effettivamente versato come la polvere, e le loro viscere come lo sterco. Né il loro argento né il loro oro li potrà salvare nel giorno della furia di Geova; ma dal fuoco del suo zelo sarà divorata l’intera terra, perché egli farà uno sterminio, in realtà terribile, di tutti gli abitanti della terra”. — Sofonia 1:17, 18.
70. (a) Alla luce delle osservazioni scientifiche, come i cieli hanno perduto la loro apparenza benigna? (b) In che modo le potenze dei cieli sono state scosse?
70 Sembra che i cieli abbiano perso la loro apparenza benigna. La scienza moderna ci informa di grandi brillamenti che lanciano energia atomica a migliaia di chilometri nel cielo e appaiono come macchie solari ma emettono enormi torrenti di particelle che cadono e influiscono sulla nostra terra. La nostra terra è di continuo bombardata da invisibili raggi di energia nucleare che si riversano su di noi da zone sconosciute dello spazio extraterrestre. I nostri telescopi a radar ricevono segnali radar da stelle che non sono scorte dall’occhio dei più potenti telescopi ma che provano ugualmente la loro esistenza nello spazio. Gli astronauti sono scesi sei volte sulla superficie della luna, luna che alcuni militaristi vorrebbero mutare in una base militare per dirigere la guerra contro i nemici sulla terra. E quando pensiamo agli aerei da guerra supersonici e ai missili intercontinentali con ogive cariche di bombe atomiche e nucleari di spaventevole potenza distruttiva, comprendiamo assai maggiormente il solenne significato delle parole di Gesù: “E le potenze dei cieli saranno scosse”. (Matteo 24:29) Gli uomini hanno invaso i cieli e lo spazio extraterrestre e hanno sconvolto il normale equilibrio delle cose.
71. (a) Come i mari son divenuti qualche cosa di minaccioso, e l’atmosfera ha subìto un effetto nocivo? (b) Quale avvertimento pubblicò nel 1970 il Medical News-Tribune di Londra?
71 Anche il mare, che precedentemente era un universo nascosto, è divenuto ora un luogo minaccioso. Pullula di moderni sottomarini di fabbricazione umana con i più recenti dispositivi lanciamissili per proiettare dagli abissi tonante distruzione sugli indifesi abitanti della terraferma. Oltre a ciò, il mare si sta inquinando a causa di prodotti di rifiuto deleteri per la vita che sono scaricati negli abissi marini. Il mare è esposto alla minaccia di divenire così morto come la più bassa depressione della terra, il mar Morto del Medio Oriente. Nello stesso tempo, l’atmosfera sia al di sopra del mare che al di sopra della terraferma si sta inquinando per l’aumento di scarichi di mortifere esalazioni di stabilimenti industriali, veicoli a motore e aerei di linea continentali e transoceanici. Non senza buona previsione delle conseguenze, il Medical News-Tribune di Londra (Inghilterra), in data 27 marzo 1970, intitolò l’avvertimento: “Nel 1984 la terra potrebbe essere morta”.
“IL SEGNO DEL FIGLIO DELL’UOMO . . . NEL CIELO”
72, 73. (a) Se non lo stesso pianeta terrestre, che cosa dev’essere dunque distrutto, e come? (b) Quale specie di segno fu dato riguardo al Messia diciannove secoli fa, ma quale specie di segno disse che sarà dato durante la sua parusia?
72 Tuttavia, questo pianeta terra non sarà mai distrutto dalla guerra nucleare umana. Non sarà mai chiamato “Il grande pianeta Terra estinto”. Il suo Creatore non permetterà mai che la terra divenga vuota di ogni vita, compresa quella umana. È il sistema di cose internazionale ora in vigore sulla terra che sarà distrutto. La sua distruzione verrà da Dio per mezzo del suo messianico Re, Gesù Cristo, con tutti i suoi santi angeli. Quando Gesù fu sulla terra nella carne e fu chiamato il Figlio dell’uomo, gli scettici Giudei gli chiesero “di mostrar loro un segno dal cielo” come prova che era in realtà il Messia promesso. Ma egli disse loro che non sarebbe stato dato loro nient’altro che un segno terreno, “il segno di Giona”. Quel segno fu dato quando Gesù per parti di tre giorni stette morto nel cuore della terra e il terzo giorno fu quindi destato dai morti. (Matteo 16:1-4; 12:39, 40) Ma ora, durante la sua invisibile parusia in spirito, agli abitanti della terra sarà dato un “segno . . . nel cielo”. Dopo aver detto come sarebbero state scrollate le potenze dei cieli, Gesù proseguì, dicendo:
73 “E allora il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria”. — Matteo 24:30.
74, 75. (a) In Matteo 24:30 la parola di Gesù “venire” a che cosa si riferisce, e come si compie tale ‘venuta’? (b) Questa profezia del “segno . . . nel cielo” ha relazione con quale profezia di Daniele?
74 Questo si riferisce non al principio della sua parusia o al suo arrivo in spirito, ma alla sua ‘venuta’ (greco: er·khoʹme·non) allorché vi sarà la “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo”. Essendo la sua ‘venuta’ descritta come una venuta “sulle nubi del cielo” è chiaro che si tratta di una venuta invisibile, durante la quale egli rivolgerà la sua attenzione di lunga portata a questa terra proiettando verso di essa la sua potenza con forza distruttiva. Le persone si renderanno conto che essa proverrà non dagli uomini, ma dal cielo, dal glorificato Figlio dell’uomo che agirà come Rappresentante di Dio. Questo ha relazione con il segno nel cielo che il profeta Daniele vide, e che descrive, dicendo:
75 “Continuai a guardare nelle visioni della notte, ed ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d’uomo; e ottenne accesso all’Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui. E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina”. — Daniele 7:13, 14.
76. (a) Quando quella visione di Daniele cominciò ad adempiersi? (b) Come tutte le tribù vedranno “venire” il Figlio dell’uomo, e chi non si unirà quindi a loro in un egoistico lamento?
76 L’adempimento di questa visione di Daniele, dal 1914 E.V. in poi, fu invisibile, nei cieli spirituali. Quindi, al tempo fissato da Dio, il glorificato Figlio dell’uomo procede con la sua autorità e potenza contro Babilonia la Grande (compresa la cristianità) e le nazioni ostili di questa terra. Le prove delle sue azioni contro di loro, che potranno vedere e sentire, saranno per loro un “segno . . . nel cielo”. Dinanzi al loro imminente annientamento, “tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti”. Comunque, il rimanente degli “eletti” di Dio e la “grande folla” di persone simili a pecore, che si saran tutti separati da Babilonia la Grande e dai suoi amanti, non si uniranno a quelle atterrite tribù della terra nel loro egoistico lamento. Essi si saranno tutti radunati alla destra del dominante Re, Gesù Cristo. — Rivelazione 7:9-17; Matteo 25:31-40.
IL RADUNAMENTO DEGLI “ELETTI” COMPIUTO DAGLI ANGELI
77. (a) In quel tempo, quale radunamento sarà stato compiuto, e da quando? (b) In che modo questo radunamento è stato compiuto come col suono di una ‘grande tromba’?
77 In quel tempo si sarà completato ciò che Gesù in seguito descrive, cioè: “Ed egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”. (Matteo 24:31) Questo radunamento degli “eletti” compiuto dagli angeli ha avuto luogo durante la sua parusia. Fu nell’anno del dopoguerra del 1919 che gli “eletti” cominciarono a lasciare la loro schiavitù in Babilonia la Grande e a tornare alla condizione spirituale che Dio aveva data loro sulla terra, simile al ritorno del rimanente giudeo da Babilonia alla loro patria nell’anno 537 a.E.V. Da allora, come un “gran suono di tromba” si è fatta la proclamazione che il messianico regno di Dio è stato istituito nei cieli e che dovrebbero schierarsi fermamente dalla parte del regno celeste e predicare “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo. In direzione dei “quattro venti” questo annuncio della buona notizia è stato fatto risuonare come mediante una tromba. È stato udito da un’estremità all’altra dei cieli.
78. (a) Questo radunamento degli “eletti” compiuto dagli angeli è stato evidente a tutti gli uomini specialmente in quali occasioni? (b) Chi, in particolar modo, si è reso conto di tale radunamento, e ha agito?
78 In armonia con gli invitanti toni del “gran suono di tromba” gli angeli celesti che assistono il Figlio dell’uomo nella sua parusia han radunato i suoi “eletti” da ogni parte del globo. Questo radunamento è stato evidente alla vista di tutti gli uomini, specialmente nelle serie di assemblee di grandi proporzioni tenute a cominciare dal congresso generale dell’I.B.S.A. (Associazione Internazionale degli Studenti Biblici) dal 1º all’8 settembre 1919 fino alle assemblee internazionali dal tema “Vittoria Divina” tenute dai testimoni di Geova intorno al globo durante l’anno 1973. (Si veda l’annuncio delle assemblee per il mondo intero, alle pagine 94 e 95 del numero de La Torre di Guardia del 1º febbraio 1973 [ediz. inglese]). Quelli della “grande folla” si rendono particolarmente conto del radunamento degli “eletti” compiuto dagli angeli durante la parusia di Cristo, e si schierano anch’essi dalla parte del messianico regno di Geova e si riuniscono e operano con i radunati “eletti”.
79. Dall’adempimento che ha avuto finora la profezia di Gesù, è evidente che è vicina quale espressione di emozione delle tribù della terra?
79 Dall’adempimento che c’è stato finora della profezia di Gesù riguardo al “termine del sistema di cose”, i suoi discepoli comprendono che è molto vicino il tempo in cui “tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti” vedendo ciò che li minaccerà per mano del glorificato Figlio dell’uomo.
ILLUSTRAZIONE PER DETERMINARNE LA VICINANZA
80. Per sapere che la “grande tribolazione” è pericolosamente vicina, a quale osservazione di Gesù dobbiamo prestare ascolto in questo critico punto della sua profezia?
80 Non è necessario che noi conosciamo il giorno e l’ora dell’anno esatto in cui la “grande tribolazione” dovrà scoppiare contro questo intero “sistema di cose”. Per sapere che ora è pericolosamente vicina, tutto ciò che dobbiamo fare è prestare ascolto a quanto Gesù disse a questo critico punto della sua profezia: “Ora imparate dall’illustrazione del fico questo punto: Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate ch’egli è vicino alle porte. Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno affatto”. — Matteo 24:32-35.
81. Da quali prove noi di questa generazione possiamo sapere che il “segno” predetto da Gesù si avvicina al completamento?
81 Noi, di questa generazione che vide lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, quanto ancora dobbiamo vedere dell’adempimento della profezia di Gesù per sapere che “egli è vicino alle porte”? Cos’altro potremmo desiderare in quanto a prove? Non siamo lasciati nella preoccupante ignoranza del significato delle cose che sono avvenute sulla terra dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Come intelligenti studenti biblici dotati d’intendimento siamo convinti che si avvicina il completamento del “segno della . . . presenza [di Cristo] e del termine del sistema di cose”. — Matteo 24:3.
82. Come disse Gesù che dovremmo reagire agli avvenimenti del mondo durante la sua parusia?
82 Ci abbatte questo? Ci toglie ora ogni gioia di vivere? Questo non dovrebbe avvenire, e non avviene. Poiché Gesù disse ai suoi discepoli come reagire agli avvenimenti del mondo durante la sua invisibile parusia, dichiarando: “E vi saranno segni nel sole e nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia delle nazioni, che non sapranno come uscirne a causa del muggito del mare e del suo agitarsi, mentre gli uomini verranno meno per il timore e per l’aspettazione delle cose che staranno per venire sulla terra abitata; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. E vedranno quindi il Figlio dell’uomo venire in una nube con potenza e gran gloria. Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. — Luca 21:25-28.
83. Così per gli “eletti” e per la “grande folla” questo non è il tempo di fare che cosa, e che cosa significa per loro la liberazione?
83 Abbiamo visto noi di questa generazione che ‘queste cose son cominciate ad avvenire’? Abbiamo visto avvenire “queste cose” in tutti i decenni trascorsi dal 1914 E.V.? Poiché le abbiamo viste, non c’è ragione d’esser prostrati dall’“angoscia” internazionale. Non c’è più ragione di piegare il dorso sotto la schiavitù religiosa imposta da Babilonia la Grande, compresa la cristianità. È tempo di drizzarci come liberi adoratori dell’Iddio Altissimo, il Sovrano Signore Geova. Non è il tempo adatto per guardare disperatamente a terra. È tempo di levare la testa verso il cielo e di vedere alla crescente luce delle Sacre Scritture che contengono la profezia di Gesù le prove del più rassicurante futuro per il genere umano. Il significato di queste prove è inequivocabile: La liberazione è vicina! Per gli “eletti” di Dio e per la “grande folla” dei loro compagni di adorazione questo indica che sopravvivranno alla “grande tribolazione” assai prossima. Quando, preservati da Dio, saremo usciti da quella “grande tribolazione”, ci lasceremo alle spalle le irreparabili rovine di questo mortifero sistema di cose attuale. Dinanzi a noi si aprirà il nuovo sistema di cose di Dio!
[Note in calce]
a Daniele 9:26, 27, dice: “E dopo le sessantadue settimane, il Messia sarà stroncato, benché in lui non ci sia nessun delitto; ed egli, con il governante che verrà, distruggerà la città e il santuario. Essi saranno distrutti con un diluvio, e, anche sino alla fine della determinata guerra in corso, con desolazioni. Ora una settimana confermerà un patto per molti e a metà di quella settimana il Mio sacrificio e libazione sarà tolto. E sul tempio sarà un’abominazione delle desolazioni, e alla fine di un tempo, si porrà fine a tale desolazione”. — The Septuagint Bible, di Charles Thomson.
b Si veda La guerra giudaica di Giuseppe Flavio, Libro II, Capitolo XIX, sezioni 1-7.
c Si paragoni La Torre di Guardia del 15 giugno 1971, pagine 374, 375, paragrafi 30, 31. In quanto Gesù disse, nella stessa profezia in Matteo 24:36, che nessuna creatura conosceva “quel giorno e quell’ora” quando sarebbe venuto a distruggere questo sistema di cose, nessuno era in grado di dire quanto presto dopo la distruzione di Gerusalemme significava l’espressione “immediatamente dopo”. Noi, che viviamo diciannove secoli dopo, possiamo capire come quella breve espressione abbracciasse un tale lungo periodo di tempo. Notiamo che il versetto parallelo nel racconto di Marco non usa l’avverbio “immediatamente” prima della preposizione “dopo”. — Marco 13:24.
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Lo “schiavo” che visse fino a vedere il “segno”Il millenario regno di Dio si è avvicinato
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Capitolo XVII
Lo “schiavo” che visse fino a vedere il “segno”
1. Secondo il racconto della creazione dei luminari celesti, Dio desiderò che l’uomo fosse simile a lui sotto quale aspetto?
IL CREATORE dell’uomo tiene conto del tempo. Egli intese che l’uomo pure tenesse conto del tempo. Nel racconto creativo come si trova nel primo capitolo della sua ispirata Parola, leggiamo: “E Dio proseguì, dicendo: ‘Si facciano dei luminari nella distesa dei cieli per fare una divisione fra il giorno e la notte: ed essi dovranno servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni. E dovranno servire come luminari nella distesa dei cieli per risplendere sopra la terra’. E così si fece. E Dio faceva i due grandi luminari, il luminare maggiore per dominare il giorno e il luminare minore per dominare la notte, e anche le stelle”. (Genesi 1:14-16) Così la Sacra Bibbia tiene conto del tempo nell’esistenza umana e fa questo secondo stagioni, giorni e anni.
2, 3. (a) Come la Bibbia proiettò il calcolo del tempo anche fino all’anno 1914 E.V.? (b) Che cosa disse Gesù riguardo al tempo della sua venuta nella “grande tribolazione” che avviene durante la sua parusia?
2 Il conto del tempo della Bibbia è continuato dalla creazione dell’uomo nel Giardino di Eden fin dove la sua cronologia si collega alle autentiche date della storia secolare. Le profezie della Bibbia che contengono aspetti cronologici proiettano il calcolo del tempo ancora oltre nel futuro, sino alla fine dei “sette tempi” del dominio gentile sul genere umano senza interruzione da parte di Dio, fino all’anno 1914 E.V. (Daniele 4:16, 23, 25, 32; Luca 21:24) Quell’anno fu il tempo in cui cominciò la parusia o “presenza” del glorificato Gesù Cristo in cielo. Gesù profetizzò l’ineguagliata “grande tribolazione” che doveva aver luogo durante la sua parusia, ma non diede risalto al particolare giorno e ora in cui quel tempo d’afflizione senza uguali si sarebbe abbattuto sull’intero mondo del genere umano. Egli disse:
3 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini prendevano moglie e le donne andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro abbandonato; due donne macineranno alla macina a mano: una sarà presa e l’altra abbandonata. Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà [greco: erʹkhe·tai] il vostro Signore”. — Matteo 24:36-42; Marco 13:32, 33.
4. Quindi fra il genere umano durante la parusia di Gesù le condizioni sociali dovevano essere simili ai giorni di chi, e a quali giorni particolari?
4 Secondo questa profezia, fra gli uomini e le donne sulla terra durante quest’invisibile parusia del Signore Gesù Cristo le condizioni sociali dovrebbero essere simili a quelle dei giorni di Noè prima del diluvio universale. Evidentemente, riferendosi al tempo dei “giorni di Noè”, Gesù intese dire “quei giorni prima del diluvio” quando Noè preparava l’arca che Dio gli aveva comandato di costruire. Altrimenti, prima del diluvio non si sarebbe potuto notare nulla di speciale che indicasse alle persone che un diluvio doveva abbattersi sulla loro generazione. Questa preparazione dell’arca porrebbe i particolari “giorni di Noè” entro gli ultimi cento anni della sua vita prima del diluvio, poiché il diluvio cominciò nel seicentesimo anno di Noè, e così leggiamo: “Noè aveva cinquecento anni. Dopo ciò Noè generò Sem, Cam e Iafet”. — Genesi 5:32; 7:11.
5. (a) Da quale fatto si mostra inoltre che siano limitati i “giorni di Noè” per la costruzione dell’arca? (b) Il paragone fatto con i “giorni di Noè” che cosa prova riguardo al significato della parusia?
5 Un altro limite al tempo sarebbe il fatto che a Noè fu detto di portare con sé nell’arca sua moglie e i suoi tre figli e ‘le mogli dei suoi figli’. (Genesi 6:18) Questo indicherebbe che i tre figli di Noè erano sposati prima che cominciasse il lavoro dell’arca. Così il tempo anteriore al diluvio in cui le persone potevano notare che stava accadendo qualche cosa di insolito poté ridursi a circa cinquant’anni prima della catastrofe globale. In ogni modo, i “giorni” concessi al popolo perché facesse seriamente attenzione furono un tempo considerevole. Visto che “così sarà la presenza [parusia] del Figlio dell’uomo”, questo prova che l’invisibile parusia di Cristo è un esteso periodo di tempo e non segna semplicemente il tempo dell’inizio della “grande tribolazione” in una certa ora di un determinato giorno. In armonia con questa veduta della parusia, la dichiarazione parallela di Gesù, in Luca 17:26, dice: “Inoltre, come avvenne ai giorni di Noè, così sarà pure ai giorni del Figlio dell’uomo”. Ma proprio come i giorni della costruzione dell’arca da parte di Noè portarono all’ingresso suo e della sua intima famiglia in quella enorme costruzione, così l’invisibile parusia dura per un periodo di tempo e giunge al culmine in una “grande tribolazione” globale.
6. (a) In che modo, come disse Gesù, i giorni di Noè somiglierebbero al tempo della sua parusia? (b) Quindi, che cosa c’era di sbagliato da parte del popolo?
6 Ai giorni di Noè la terra era piena di violenza e veniva rovinata. (Genesi 6:11, 12) Questo, certo, era un male, un errore! Ma Gesù non si riferì a ciò nel mostrare la somiglianza fra i giorni di Noè e i giorni della sua parusia o “presenza”. Gesù disse: “Mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano, le donne erano date in matrimonio, fino a quel giorno in cui Noè entrò nell’arca, e giunse il diluvio e li distrusse tutti”. (Luca 17:27) Queste cose menzionate erano in se stesse giuste e corrette. Or dunque, qual era da parte del popolo la cosa sbagliata? Consisteva nel fatto che erano egoisticamente assorti in quelle cose comuni, di ogni giorno, e non mostravano nessuna fede nel messaggio di Dio che Noè annunciava e non prendevano seriamente il fatto che Noè sosteneva il suo messaggio come assolutamente verace costruendo l’arca a dimostrazione della propria fede. (Ebrei 11:7) Che questa fosse da parte del popolo la cosa sbagliata fu dichiarato da Gesù: “E non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti”. — Matteo 24:39.
7. (a) Per che cosa fu condannato il popolo che venne distrutto nel Diluvio, e a causa di che cosa? (b) Come dal 1914 è stata dimostrata da parte del popolo la stessa caratteristica?
7 Il popolo distrutto nel diluvio universale fu condannato per la sua ingiusta mancanza di fede. Fu empio. Di conseguenza, Dio “non si trattenne dal punire il mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi”. (2 Pietro 2:5) La profezia di Gesù: “Così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”, ci spinge a esaminare le opere e l’attitudine che le persone hanno oggi durante la sua parusia, la sua invisibile “presenza”. Trova Geova Dio in essi la stessa assenza di fede? La stessa viva preoccupazione per le cose comuni, quotidiane, della vita, mangiare, bere, sposarsi e andare a marito, con indifferenza verso quello che dice e fa un piccolo gruppo, paragonabile a Noè e ai sette componenti della sua famiglia? Ebbene, ora per quasi sessant’anni, dal principio della parusia di Cristo nel 1914 E.V., gli “eletti” di Geova e, in seguito, una “grande folla” di altre persone paragonabili a pecore han proclamato in tutto il mondo l’istituito regno di Dio e la “grande tribolazione” avvenire, ma il popolo in genere non ha mostrato nessuna seria preoccupazione.
8. (a) In quale giorno della settimana finale Noè e la sua famiglia entrarono nell’arca per restarvi, e che cosa sistemò quindi la questione? (b) Questo è un avvertimento perché non sia compiuta oggi quale mancanza da parte nostra?
8 Al tempo di Noè, durante l’ultima settimana prima del diluvio, esemplari di animali e uccelli che dovevano essere preservati furono portati dentro l’arca. L’ultimo giorno di quella settimana cruciale, il diciassettesimo giorno del secondo mese (calendario noetico) dell’anno 2370 a.E.V., Noè e i sette componenti della sua famiglia entrarono essi stessi nell’arca. “Poi Geova chiuse la porta dietro a lui”. (Genesi 7:1-16) Questa azione chiuse Noè e la sua famiglia all’interno per la salvezza, ma le persone occupate nelle proprie faccende le chiuse all’esterno per la distruzione. Gesù ne fa un esempio ammonitore per tutti i suoi discepoli che vivono in questi giorni della sua parusia o “presenza”. Perciò sia lungi da noi l’idea di imitare questo mondo di persone empie che nel loro egoismo non prestano nessuna attenzione e mostrano indifferenza senza fede! Non interessarsi e non agire secondo l’adempimento della profezia di Gesù non potrebbe significare altro che la nostra distruzione con il mondo incredulo. La distruttiva “grande tribolazione” sorprenderà gli incauti in un giorno e in un’ora non annunciati, ora sconosciuti.
ELETTI PER LA VITA O PER LA DISTRUZIONE
9. (a) Come mostrò Gesù che la salvezza sarebbe stata selettiva e la distruzione sarebbe stata selettiva? (b) In che modo è importante avere la vista acuta come le aquile?
9 In quel tempo la salvezza sarà selettiva e la distruzione sarà selettiva, anche riguardo agli intimi compagni delle attività secolari, come coltivare un campo o macinare il grano in casa. Gesù disse: “Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro abbandonato; due donne macineranno alla macina a mano: una sarà presa e l’altra abbandonata”. (Matteo 24:40, 41) Settimane prima di questa profezia, quando Gesù fece una dichiarazione simile, i suoi ascoltatori gli chiesero: “Dove, Signore?” Egli rispose: “Dov’è il corpo, ivi si raduneranno anche le aquile”. (Luca 17:34-37) Quindi quelli ‘presi’ per la salvezza saranno quelli dalla vista spiritualmente acuta, simili ad aquile, che si radunano per il banchetto spirituale che Geova provvede entro il suo luogo di sicurezza. Quelli abbandonati alla distruzione saranno coloro che non si mantengono spiritualmente consci dell’adempimento della profezia di Gesù e che perseguono con indifferenza il loro modo di vivere egoistico. Questi, cercando di preservare la loro anima umana con mezzi mondani, perderanno la loro anima nell’improvvisa “grande tribolazione”.
10. Come Gesù diede qui enfasi che non dovremmo essere simili alle egoistiche persone mondane?
10 Noi non osiamo essere simili alle persone mondane, nemmeno a quelle della cristianità, che assomigliano alle egoistiche persone dei giorni di Noè. Nel nostro interesse Gesù dà enfasi alla lezione della sua illustrazione, dicendo: “Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà [greco: erʹkhe·tai] il vostro Signore”. (Matteo 24:42) Se crediamo nella parusia del Signore dal 1914 E.V., c’è assai più ragione perché ci manteniamo desti e vigilanti in modo che la “grande tribolazione” non ci sorprenda in un’occupazione errata.
11, 12. (a) Perché Gesù non disse ai suoi discepoli il tempo preciso della sua venuta quale ufficiale esecutivo di Geova nella “grande tribolazione”? (b) Che cosa significherà per noi essere sorpresi dalla “grande tribolazione” come da un ladro nella notte, come mostra l’illustrazione di Gesù?
11 Il Signore Gesù non informò i suoi discepoli dell’esatto giorno e ora del particolare mese del certo anno in cui egli verrà (greco: erʹkhe·tai) come ufficiale esecutivo di Geova nella “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo”. Egli non fa sapere a nessun suo discepolo il tempo preciso, così che possa divenire incurante e occuparsi in imprese mondane fin quasi all’ultimo minuto, e quindi immediatamente prima del conosciuto tempo preciso assumere una forma di santità e darsi da fare nel comandato servizio di Dio. No! Ma il fatto che non ci sia stata comunicata la data precisa ci impone di essere continuamente in guardia. Essere sorpresi dalla “grande tribolazione” come da un ladro significherà una perdita eterna per chi non è attivo nella pura adorazione di Dio. Quindi, Gesù disse:
12 “Ma sappiate una cosa, che se il padrone di casa avesse saputo in quale vigilia [della notte] veniva il ladro, sarebbe rimasto sveglio e non avrebbe lasciato scassinare la sua casa. Perciò anche voi siate pronti, perché in un’ora che non pensate, viene [greco: erʹkhe·tai] il Figlio dell’uomo”. — Matteo 24:43, 44.
13. (a) Qual è lo scopo per cui i discepoli sono lasciati incerti circa il tempo preciso in cui il Signore verrà per eseguire la vendetta di Geova? (b) Quindi che cosa ci conviene fare al riguardo?
13 Qual è lo scopo per cui i suoi discepoli sono lasciati incerti circa il tempo preciso della venuta del Signore per eseguire la vendetta di Geova o per eseguir giustizia su questo sistema di cose, religioso e politico e sociale? È quello di esigere da tutti coloro che asseriscono d’esser discepoli di Cristo di dar prova se sono veri cristiani ogni giorno, di continuo, essendo costantemente occupati nella predicazione della buona notizia del messianico regno di Dio ed esercitandosi ininterrottamente nel far “discepoli delle persone di tutte le nazioni”, o se sono semplicemente opportunisti. Cioè, attendono essi finché vedono che non c’è più tempo per indugiare ma ora devono finalmente darsi da fare come se fossero stati sempre del tutto dediti all’approvata opera di Dio? Giacché è “in un’ora che non pensate” che “viene il Figlio dell’uomo”, ci conviene esser desti e attivi tutte le ore nell’adorazione e nel servizio che il nostro Signore approva.
“LO SCHIAVO FEDELE E DISCRETO”
14. Quale domanda pose qui Gesù, lasciando determinare ai suoi ascoltatori ciò che desideravano essere?
14 Qui il Signore Gesù tratta il soggetto della vigilanza e della preparazione richieste dai suoi discepoli. Così pone ora una domanda che sfida ciascun suo discepolo riguardo alla sua devozione personale verso il Messia di Geova e l’uso personale di prudenza, previsione e perspicacia nel servizio al Messia. Ciascun discepolo avrebbe potuto determinare da sé quale specie di schiavo desiderava essere udendo il Signore che faceva la domanda: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo?” — Matteo 24:45.
15. (a) Perché Gesù fece la domanda riguardo a uno schiavo che sarebbe stato fedele? (b) Quale domanda sorge in quanto all’identità dello schiavo, e che cosa dice su ciò lo Hand-Book di Meyer su Matteo?
15 Sapendo, come egli sapeva, dalle ispirate profezie della Parola del Padre suo che ci sarebbero stati ribelli apostati dalla vera fede e servizio cristiano, molto appropriatamente Gesù rivolse questa domanda investigatrice che influisce su ciascun suo discepolo. Ma, dalla forma della sua domanda, parlava egli di un uomo particolare, di un suo singolo discepolo? O parlava riferendosi a una classe di discepoli? The Critical and Exegetical Hand-Book to the Gospel of Matthew, di H. A. W. Meyer, dott. in teologia, (1884) dà un suggerimento. A pagina 429, riguardo all’espressione “chi dunque” (AV), dice: “È così indicata la necessità di prepararsi. La stessa allusione è presentata in forma di allegoria, e il doúlos [schiavo] rappresenta i discepoli che il Signore ha nominati affinché siano guide della Sua chiesa, nella quale si richiede che si mostrino fedeli (1 Cor. iv. 1 seg.) e prudenti, . . .” Questo limitare lo “schiavo” ai dodici apostoli potrebbe, comunque, far posto alla dottrina di una successione apostolica o di una successione episcopale, una successione di vescovi (sorveglianti) mediante il processo dell’ordinazione religiosa.
16. Circa la domanda se la classe dello “schiavo” include l’intero corpo di discepoli, non solo i sorveglianti, che cosa dice Marco 13:34-36?
16 Comunque, quando consideriamo che lo “schiavo fedele e discreto” è l’intero corpo di discepoli (che include i sorveglianti spirituali), si elimina una tal cosa come la “successione episcopale” che la storia mostra ha recato nella cristianità tanto danno e oppressione. Il modo in cui il discepolo Marco formula la considerazione di questo argomento da parte di Gesù indica che comprende l’intero corpo di discepoli. Marco 13:34-36 dice: “È come un uomo che, facendo un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede l’autorità ai suoi schiavi, a ciascuno il suo lavoro, e comandò al portiere di vigilare. Perciò siate vigilanti, poiché non sapete quando verrà [greco: erʹkhe·tai] il signore della casa, se la sera o a mezzanotte o al canto del gallo o di buon mattino; affinché, arrivando egli improvvisamente, non vi trovi addormentati”.
17. Perché non fu crudele da parte di Gesù paragonare i suoi discepoli a “schiavi”, ma la loro schiavitù che cosa rese obbligatorio?
17 Potrebbe sembrare alquanto crudele che Gesù paragonasse i suoi discepoli a “schiavi”. Ma c’era una giusta base per classificarli in questo modo, poiché in I Corinti 6:20 e 7:23 leggiamo: “Siete stati comprati a prezzo. A tutti i costi, glorificate Dio nel vostro corpo”. “Foste comprati a prezzo; smettete di divenir schiavi degli uomini”. Oltre a queste parole dell’apostolo Paolo, l’apostolo Pietro scrisse ai cristiani: “Sapete che non con cose corruttibili, con argento o con oro, foste liberati dall’infruttuosa forma di condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma lo foste con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e immacolato, quello di Cristo”. (1 Pietro 1:18, 19) In armonia con ciò, questo discepolo di Cristo iniziò la sua seconda lettera con questa introduzione: “Simon Pietro, schiavo e apostolo di Gesù Cristo”. Neanche Paolo provò imbarazzo quando si presentò come “Paolo e Timoteo, schiavi di Cristo Gesù”. (Filippesi 1:1) E un fratellastro carnale del Signore introdusse la sua lettera con le parole: “Giuda, schiavo di Gesù Cristo, ma fratello di Giacomo”. (Giuda 1) La schiavitù su tale base rende la fedeltà cristiana ancor più obbligatoria.
18. Perché l’antico Israele fu una nazione di servitori di Geova, e come egli paragonò tutti quei servitori a una singola persona?
18 I discepoli di Cristo non fecero nessuna obiezione alla schiavitù cristiana a motivo di qualche maltrattamento come fu fatta obiezione riguardo al maltrattamento della nazione d’Israele: “È Israele un servitore o uno schiavo nato in casa? Perché è divenuto per la preda?” (Geremia 2:14) L’antica nazione d’Israele divenne “per la preda” da parte dei Gentili perché gli Israeliti non agirono come fedeli servitori dell’Iddio Altissimo, Geova. Poiché Geova li aveva redenti dall’antico Egitto, l’intero popolo d’Israele fu una nazione di servitori di Geova. Quando Geova parlò al Faraone d’Egitto riguardo allo speciale diritto che aveva sulla nazione d’Israele, Egli paragonò questa nazione eletta a una singola persona, dicendo: “Israele è mio figlio, il mio primogenito. E io ti dico: Manda via mio figlio affinché mi serva”. — Esodo 4:22, 23.
19. Come Geova parlò per mezzo di Isaia alla nazione d’Israele come a un Suo singolo schiavo individuale?
19 Più di sette secoli dopo Geova parla all’intera nazione d’Israele come se fosse un Suo singolo servitore individuale, dicendo: “Ma tu, o Israele, sei il mio servitore, tu, o Giacobbe, che io ho scelto, il seme di Abraamo mio amico; tu, che io ho preso dalle estremità della terra, e tu, che ho chiamato perfino dalle remote parti d’essa. E dunque ti dissi: ‘Tu sei il mio servitore; io ti ho scelto, e non ti ho rigettato’”. (Isaia 41:8, 9) Per rendere chiaro che questo “servitore” composito è costituito da molti individui, il Creatore dice alla nazione d’Israele: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’. . . . E ora ascolta, o Giacobbe mio servitore, e tu, o Israele, che io ho scelto. Questo è ciò che ha detto Geova, . . . ‘Non ve l’ho fatto udire individualmente da quel tempo in poi e non l’ho dichiarato? E voi siete i miei testimoni’”. — Isaia 43:10; 44:1-8; anche 42:19; 44:21; 48:20; 49:3; Geremia 30:10.
20. Quando fu rigettato l’Israele naturale, e chi divenne un Israele spirituale, e perché a esso si applicano le parole di Isaia 43:10?
20 Alla festa di Pentecoste dell’anno 33 E.V., cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, la circoncisa nazione dell’Israele naturale fu rigettata da Geova Dio. Ma verso gli anni 50-52 il cristiano apostolo Paolo scrisse ai suoi fratelli cristiani nella provincia romana di Galazia e disse: “Né è alcuna cosa la circoncisione né lo è l’incirconcisione, ma una nuova creazione è qualche cosa. E tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, e sull’Israele di Dio”. (Galati 6:15, 16) La vera congregazione cristiana fu l’organizzazione che camminò ordinatamente secondo quella regola riguardo a una “nuova creazione”, e ora, poiché l’Israele naturale era stato rigettato, la congregazione dei seguaci di Cristo era l’“Israele di Dio”. Era un Israele spirituale. Come unita congregazione era il “servitore” di Geova Dio e del suo Cristo. A essa in senso spirituale si poteva rivolgere Isaia 43:10: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore’”.
21. (a) Benché Gesù suscitasse la domanda su di lui, sapeva Gesù chi era quello “schiavo” composito? (b) Quale domanda facciamo noi su quando cominciò quella classe dello “schiavo”?
21 Benché suscitasse la domanda sullo “schiavo fedele e discreto”, Gesù non ebbe alcun dubbio su chi fosse questo “schiavo”. Gesù pensava indubbiamente a quel “servitore” di Geova Dio, a quell’“Israele di Dio”. Non si commetterebbe nessun errore indicando tale composito “servitore”. A prezzo del suo proprio sangue egli aveva acquistato quell’Israele di Dio come suo schiavo, e nell’illustrazione che fece nella sua profezia vi si poté riferire come a uno “schiavo” composito, che si sarebbe mostrato “fedele e discreto”. Poiché Gesù parlò di questo “schiavo” nella sua profezia relativa al “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”, venne la prima volta all’esistenza quel composito “schiavo fedele e discreto” durante la sua “presenza” o parusia dal 1914 in poi?
22. (a) Perché la classe dello “schiavo fedele e discreto” non poté la prima volta venire all’esistenza durante la parusia di Cristo? (b) Chi erano i “domestici” che lo “schiavo” doveva cibare?
22 No; Poiché l’illustrazione di Gesù raffigura il signore dello “schiavo” nell’atto di partire, “come un uomo che, facendo un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede l’autorità ai suoi schiavi”. (Marco 13:34) Così lo “schiavo fedele e discreto” è uno che “il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo”. (Matteo 24:45) Fu più di millenovecento anni fa, alla sua ascensione in cielo, che il “signore” del composito “schiavo” se ne andò, lasciando allo “schiavo” l’istruzione di cibare i “domestici”. (Matteo 28:16-20) I “domestici” non erano la famiglia del signore ma ne erano i “servitori della casa” (H. A. W. Meyer) o il “personale della casa”. (New English Bible) Erano schiavi, proprio come lo “schiavo fedele e discreto” incaricato di dar loro cibo. Così erano tutti un corpo di schiavi, ed erano tutti sottoposti allo stesso “signore”. Tutti avevano l’obbligo d’essere ‘fedeli e discreti’.
23. (a) Così, quando cominciò l’esistenza di quello “schiavo” composito? (b) Che cosa mostra che tale “schiavo” visse fino a vedere il “segno” della parusia del suo signore?
23 L’illustrazione di Gesù cominciò ad adempiersi alla sua partenza l’anno 33 E.V., e sin da allora è esistito lo “schiavo” composito, cioè l’“Israele di Dio”, l’unta congregazione di Cristo generata dallo spirito i cui membri giungeranno infine a 144.000. (Rivelazione 7:4-8; 14:1-3) La narrazione storica mostra che al principio dell’invisibile parusia del “signore” alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 c’era ancora sulla terra un rimanente di questa classe dello “schiavo”. Di conseguenza lo “schiavo” composito ha vissuto fino a vedere il “segno” della parusia o “presenza” del Signore.
“DAR LORO IL CIBO A SUO TEMPO”
24. Per fare che cosa fu nominato lo “schiavo”, e perché i “domestici” potevano essere impiegati per farlo?
24 In questa parabola allo “schiavo” non furono dati “talenti” d’argento con cui negoziare. Così qui non parliamo dei “talenti” spirituali. Lo “schiavo” nominato fu reso specialmente responsabile di dare ai suoi conservi “domestici” il loro cibo a suo tempo. Essi avevano regolarmente bisogno di cibo, come ne aveva bisogno lo “schiavo” nominato, per essere rafforzati per il lavoro da fare nella casa del signore. Se il numero dei domestici del signore era grande, lo “schiavo” nominato non andava da tutti loro individualmente e non serviva direttamente a ciascuno i suoi pasti. Più ragionevolmente, lo “schiavo” faceva in modo che il cibo fosse reso disponibile e che fosse servito a tutti i “domestici” o “personale della casa”. Alcuni dei “domestici” aiutavano a servire i pasti ai loro conservi domestici. Non è strano, quindi, che i domestici dovessero aiutarsi cibandosi gli uni gli altri.
25. In quale “suo tempo” la classe dello “schiavo” cominciò a servire il “cibo”, a chi, e con quale risultato in quel giorno?
25 Non appena il “cibo” spirituale fu “a suo tempo” disponibile, il giorno della festa di Pentecoste del 33 E.V., la classe dello “schiavo” nominato si mostrò ‘fedele e discreta’ passando il “cibo” sotto l’ispirazione dello spirito di Dio che era versato. La congregazione di circa 120 discepoli cominciò parlando fra sé delle “magnifiche cose di Dio”. Ma quella piccola congregazione originale non tenne quelle “cose” per sé. Migliaia di persone affamate spiritualmente, che professavano d’essere al servizio di Geova Dio, si radunarono per ascoltare queste “cose”. L’apostolo Pietro prese la direttiva nel cibare quei Giudei e proseliti spiritualmente affamati che erano a Gerusalemme per la celebrazione della festa di Pentecoste ora antiquata. Di cuore desiderarono di divenir “domestici” del messianico “signore”, e per divenire tali avevano bisogno d’esser cibati. In questo “suo tempo” la classe dello “schiavo fedele e discreto” li cibò. Come risultato, circa tremila di essi divennero credenti, furono battezzati e ricevettero il dono dello spirito santo. Ora erano davvero “domestici” del Signore, ma avevano ancora bisogno di cibo. — Atti 2:1-42.
26, 27. (a) Quando il programma di elargire il cibo fu ampliato, chi fu impiegato per cibare i futuri “domestici”? (b) Questo fu in armonia con quale comando del Signore prima della sua partenza?
26 Meno di tre anni e mezzo dopo, gli sforzi della classe dello “schiavo fedele e discreto” per dare cibo furono estesi ad altri futuri “domestici”. Questi dovevano essere “persone di tutte le nazioni”, non Giudei, Gentili. L’apostolo Pietro fu impiegato per prendere in ciò la direttiva e sotto la guida divina fu mandato nella città di Cesarea sulla costa orientale del mar Mediterraneo a convertire il centurione italiano Cornelio e gli interessati che egli aveva riuniti nella sua casa. (Atti da 10:1 a 11:18) Così fu spalancata ai Gentili la porta affinché divenissero “domestici” del messianico Signore, Gesù Cristo. La classe dello “schiavo fedele e discreto” doveva andare da questi futuri “domestici” con il cibo spirituale e cibarli, onde divenissero Israeliti spirituali, membri dell’Israele di Dio. Dopo che questi eran divenuti “domestici” spirituali, essi pure dovevano prendere parte all’opera di elargire il cibo. Bisognava fare questo per ubbidire al comando del Signore impartito non molto tempo prima della sua partenza:
27 “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:19, 20.
28. (a) Quale durevole porzione di cibo spirituale, oggi ancora disponibile, fu provveduta nel primo secolo E.V.? (b) Abbiamo oggi bisogno del cibo spirituale di cui si servì la classe dello “schiavo” al suo inizio?
28 Per dare durevole aiuto nell’opera di alimentazione spirituale, apostoli e discepoli di Gesù Cristo furono ispirati dallo spirito di Dio a scrivere i ventisette autentici libri delle Scritture Greche Cristiane, dal Vangelo di Matteo a Rivelazione. Questa deliziosa parte del cibo spirituale servita ai “domestici” cristiani dalla classe dello “schiavo fedele e discreto” del primo secolo rimane disponibile ai “domestici” cristiani di questo ventesimo secolo. Questo ha contribuito a formare una Sacra Bibbia completa di sessantasei libri ispirati, trentanove in ebraico e aramaico e ventisette nel greco comune del primo secolo. È necessaria l’intera Bibbia, non solo le ispirate Scritture Greche Cristiane. Quando nel primo secolo ebbe inizio la classe dello “schiavo fedele e discreto”, come cibo spirituale in forma scritta, aveva solo le ispirate Scritture ebraico-aramaiche di cui alimentarsi. Quindi ciò che servì all’inizio per cibare i “domestici” cristiani serve ancora oggi per cibare noi. A Gerusalemme la congregazione originale parlava e leggeva l’ebraico. Oggi noi abbiamo bisogno di traduzioni delle Scritture Ebraiche.
29. (a) Dopo il primo secolo E.V., come la classe dello “schiavo” continuò a compiere l’opera di elargire il cibo? (b) Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, come ebbe inizio un’opera di elargire il cibo?
29 In quanto a come esattamente la classe dello “schiavo fedele e discreto” esisté e prestò servizio nel corso dei secoli dopo la morte degli apostoli del Signore Gesù Cristo, non abbiamo un quadro storico distinto. Evidentemente ogni generazione della classe dello “schiavo” cibò la generazione successiva. (2 Timoteo 2:2) Ma nella seconda metà del diciannovesimo secolo ci furono persone timorate di Dio che amavano il cibo spirituale della Sacra Bibbia e desideravano cibarsene, non solo intrattenersi a leggerla come letteratura sacra. Furono formate classi di studio biblico separate dalle scuole domenicali e dalle chiese della cristianità ed esse progredirono nell’intendimento delle verità fondamentali delle Sacre Scritture. I sinceri altruisti fra questi studenti biblici ebbero premura di condividere con altri queste essenziali porzioni di cibo spirituale. Ebbero il fedele spirito dello “schiavo” nominato per dare ai “domestici” lo spirituale “cibo a suo tempo” che occorreva. Essi furono ‘discreti’ nel discernere che era quindi il tempo giusto e opportuno e quali erano i mezzi migliori per servire il cibo. Si sforzarono di servirlo.
30. (a) Quale pericolo esisteva allora riguardo alla dottrina di un ‘riscatto per tutti’, ma a “suo tempo” che cosa fu suscitato a suo sostegno? (b) Che cosa pubblicò nel lontano 1881 il direttore della Torre di Guardia riguardo al “servitore fedele e prudente”?
30 Una delle basilari dottrine della Bibbia fu quella di un ‘riscatto per tutti’, e cominciò ad affacciarsi il grande pericolo che questo piatto essenziale sulla tavola spirituale delle persone timorate di Dio fosse tolto via dai devoti della critica biblica e della teoria dell’evoluzione. In quello che ora può comprendersi come il “suo tempo” comparve un incrollabile sostegno del ‘riscatto per tutti’ provveduto da Cristo. Si presentò nella forma di una nuova rivista per gli amanti della Bibbia, la Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo, la cui prima edizione nel luglio del 1879 ebbe una tiratura iniziale di 6.000 copie. Il suo direttore ed editore era membro del gruppo di studio biblico di Pittsburgh, in Pennsylvania, cioè Charles Taze Russell. Questo studioso cristiano prese nota dell’illustrazione di Gesù circa lo “schiavo fedele e prudente” (Matteo 24:45, VR) e ne pubblicò la comprensione nel numero della Torre di Guardia del novembre 1881, alla pagina 5. Nel quintultimo e quartultimo paragrafo dell’articolo “Nella vigna”, egli disse:
Crediamo che ogni membro di questo corpo di Cristo sia impegnato, direttamente o indirettamente, nella benedetta opera di dare il cibo a suo tempo alla famiglia della fede. “Chi è dunque quel servitore fedele e prudente che il suo Signore ha reso governante della sua casa”, per dar loro il cibo a suo tempo? Non è quel “piccolo gregge” di consacrati servitori che adempiono fedelmente i loro voti di consacrazione, il corpo di Cristo, e non è l’intero corpo individualmente e collettivamente, che dà il cibo a suo tempo alla famiglia della fede, la grande compagnia dei credenti?
Benedetto quel servitore (l’intero corpo di Cristo) che il suo Signore quando sarà venuto (gr. elthon) troverà a fare così. “Veramente, vi dico, che lo costituirà governante su tutti i suoi beni”. “Erediterà ogni cosa”.
31. (a) Che cosa si deve dire circa la domanda se C. T. Russell pretese d’essere il “servitore fedele e prudente”? (b) Quale testimonianza prova che egli prestò servizio come fedele parte di quella classe del “servitore”?
31 Da ciò si vede chiaramente che il direttore ed editore de La Torre di Guardia di Sion smentiva ogni pretesa d’essere individualmente, di persona, quello “schiavo fedele e prudente”. Egli non pretese mai d’esserlo.a Comunque, continuò a redigere la rivista Torre di Guardia fino al giorno della sua morte il 31 ottobre 1916. Organizzò la Società Torre di Guardia di Trattati di Sion l’anno 1881 e la costituì come ente giuridico sotto la legge dello stato di Pennsylvania nel dicembre 1884. Negli anni 1886-1904 egli fu anche l’autore ed editore di sei volumi di Studi sulle Scritture, oltre a pubblicare molti opuscoli su temi biblici e a preparare il Fotodramma della creazione famoso in tutto il mondo, che cominciò a essere proiettato nel gennaio 1914 e in seguito fu mostrato in tutta la terra. Pronunciò innumerevoli conferenze pubbliche in tutto il mondo. La sua morte avvenne durante il suo ultimo giro di conferenze pubbliche attraverso gli Stati Uniti d’America. Non si può disputare validamente che, fino alla sua morte nel 1916, egli prestò amorevolmente servizio come parte della classe dello “schiavo fedele e discreto” dando ai domestici del Signore il loro “cibo a suo tempo”.
32. Dopo la morte di Russell, come si manifestò una tendenza settaria verso di lui, ma quando questa fu arrestata, e come?
32 Poiché lo “schiavo” dell’illustrazione di Gesù non è semplicemente un uomo cristiano ma è l’unta congregazione dei discepoli di Cristo, la classe dello “schiavo fedele e discreto” continuò a prestare servizio dopo la morte di C. T. Russell. Comunque, il senso di apprezzamento e gratitudine verso Russell spinse molti suoi associati a considerarlo come l’adempimento dello “schiavo fedele e discreto”. Questa veduta fu preminentemente rappresentata nel libro edito nel luglio 1917 dall’Associazione del Pulpito del Popolo di Brooklyn, in New York. Questo libro fu chiamato “Il mistero compiuto” e provvide un commentario dei libri biblici di Rivelazione ed Ezechiele e Cantico di Salomone. Nella sua pagina degli editori il libro era chiamato “Opera postuma del pastore Russell”. Tale libro e tale attitudine religiosa tentarono di stabilire una setta religiosa imperniata su un uomo. Tale allontanamento verso il settarismo fu, comunque, arrestato dalla pubblicazione all’inizio del 1927 degli articoli: “Il figlio e servitore” e “Il servitore buono e quello malvagio”, ne La Torre di Guardia in data 1º e 15 febbraio 1927. Questi articoli mostravano che il “servitore” di Matteo 24:45 era composito. — Isaia 43:10-12.
33. La distribuzione del rimanente deposito dei libri di Russell e del Mistero compiuto lasciò i “domestici” di Cristo senza “cibo”?
33 In seguito, l’anno 1929, ogni deposito rimasto dei sei volumi di Studi sulle Scritture di Russell e del Mistero compiuto fu dato al pubblico. Ma lasciò questo i “domestici” o “personale della casa” del Signore senza spirituale “cibo a suo tempo”? No di certo! Perché no, lo vedremo fra breve.
LO SCHIAVO “FELICE”
34. Chi suscitò la domanda riguardo allo “schiavo fedele e discreto”, e chi ne diede risposta, e come?
34 In Matteo 24:45, suscitò Gesù la domanda riguardo allo “schiavo” che fu nominato sui “domestici” del suo signore per cibarli e riguardo al modo in cui questo “schiavo” si sarebbe mostrato fedele e discreto? Proprio nel versetto seguente (Matteo 24:46) Gesù dà anche la risposta a tale domanda, dicendo: “Felice quello schiavo se il suo signore arrivando [greco: elthòn] lo troverà a fare così”. Egli dimostrò fedeltà verso il suo signore e prudenza continuando a fare ciò che il suo signore lo aveva nominato per fare fino al suo ritorno, cioè “dar loro [ai domestici] il cibo a suo tempo”. Questo doveva dar luogo a grande felicità per lo “schiavo” al ritorno del suo signore.
35. (a) Nel lontano primo secolo, a quale turbolento periodo preannunciato dalla profezia di Gesù sopravvisse la classe dello “schiavo”, e che cosa scrisse Giovanni alla fine del secolo? (b) In maniera corrispondente, quando nel 1914 finirono i Tempi dei Gentili, quale domanda sorse sulla classe dello “schiavo”?
35 Diciannove secoli fa, quando fu formata in principio la classe dello “schiavo fedele e discreto”, essa sopravvisse al turbolento periodo di tempo profeticamente descritto da Gesù in Matteo 24:4-22, Marco 13:5-20 e Luca 21:8-24. Più di venticinque anni dopo la distruzione di Gerusalemme per opera dei Romani nel 70 E.V., l’apostolo Giovanni scrisse la Rivelazione e il Vangelo e le tre lettere di Giovanni, e tutti questi furono scritti per il beneficio della classe dello “schiavo fedele e discreto” e per cibare i “domestici” del Signore celeste. Nell’anno 1914 E.V. il rimanente della classe dello ‘schiavo fedele e discreto’ entrò nel tempo dell’adempimento completo o finale della profezia di Gesù sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”. Gli avvenimenti che Gesù predisse avrebbero caratterizzato il tipico periodo di tempo dal 33 E.V. al 70 E.V. cominciarono ad aver luogo pure nel 1914 E.V. Ora sorse la domanda se la classe dello “schiavo fedele e discreto” sarebbe sopravvissuta alle difficoltà che dovevano aver luogo in maniera corrispondente a quelle che si erano abbattute sulla classe dello “schiavo” tra il 33 e il 70 E.V.
36. Durante la prima guerra mondiale, quanto si rese difficile per la classe dello “schiavo” cibare i “domestici”, ma che dire della rivista Torre di Guardia?
36 La fine dei Tempi dei Gentili verso il 4-5 ottobre 1914 trovò la prima guerra mondiale già in corso da oltre due mesi. Questo era qualche cosa di nuovo non solo per il mondo del genere umano, ma anche per la classe dello “schiavo” del Signore. La prima guerra mondiale superò di gran lunga per violenza e distruttività le preannunciate ‘guerre e notizie di guerre’ e l’insorgere di nazione contro nazione e di regno contro regno che avevano contrassegnato gli anni dopo l’ascensione di Gesù al cielo nel 33 E.V. (Matteo 24:6, 7) Le condizioni e le restrizioni della guerra mondiale resero assai difficile alla classe dello “schiavo fedele e discreto” continuare a dare ai “domestici” del celeste Signore il loro “cibo a suo tempo”. Per loro la situazione peggiorò finché da ultimo molti dei domestici furono in prigione o in campi militari e nell’estate del 1918 E.V. dirigenti della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e componenti del personale editoriale de La Torre di Guardia furono messi in prigione nel penitenziario federale di Atlanta con gravi condanne. Nonostante ciò, La Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo continuò a essere pubblicata non da Brooklyn, ma dal suo luogo originale, Pittsburgh, in Pennsylvania.
37. Quale fu l’angustiosa situazione della classe dello “schiavo” alla fine della prima guerra mondiale, e quale domanda sorse al riguardo?
37 Questa era l’angustiosa situazione che esisteva quando il giorno 11 novembre 1918 finì la prima guerra mondiale. Le facili comunicazioni internazionali tra la sede principale della Società Torre di Guardia e le sue filiali estere erano state interrotte o impedite. La letteratura biblica era o soggetta a ufficiale bando governativo o ritirata dalla circolazione fra il popolo. Le lastre stereotipiche che erano state usate per stampare i trattati biblici erano state in qualche modo distrutte o perdute. Quali erano ora le prospettive che si presentavano alla classe dello “schiavo” del Signore? Che cosa era risoluta a fare questa classe dello “schiavo” nel periodo del dopoguerra che allora aveva inizio?
TEMPO DELL’ISPEZIONE DEL SIGNORE DELLO SCHIAVO
38. Conforme al tempo dell’ispezione che allora doveva essere fatta, quali domande sorsero sulle sette religiose della cristianità e riguardo ai cristiani odiati internazionalmente?
38 Senza ombra di dubbio, era un vero tempo d’ispezione per la classe dello “schiavo” del Signore. La realtà dei fatti mostra che il Signore venne in quel tempo per l’opera di ispezione. Una tal cosa era da attendersi secondo la profezia di Malachia 3:1-5. Certo, le settarie chiese della cristianità si erano fatte nel tempo di guerra una cattiva fama, una notoria fama che pesava gravemente sulla loro pretesa d’esser discepoli e schiavi di Gesù Cristo. Avrebbero potuto esse, anche secondo la loro più recente testimonianza fino al 1919, provar d’essere esse stesse la composita classe dello “schiavo fedele e discreto” del celeste Signore Gesù Cristo? Come Giudice egli avrebbe indicato quali erano le sue conclusioni dal modo in cui in seguito avrebbe trattato le centinaia di sette religiose della cristianità. Appropriatamente, ora, la nostra attenzione si accentra su quei sinceri studenti biblici cristiani i quali, durante la prima guerra mondiale, furono perseguitati per aver ubbidito a Cristo e furono “odiati da tutte le nazioni” a motivo del nome di Cristo. Poiché essi pure furono sotto l’ispezione divina, quale decisione il Signore mostrò di aver preso riguardo a loro?
39. Secondo la parabola di Gesù, con quale disposizione d’animo tornò a casa il signore, e avendo in mente quale proposito?
39 Secondo l’illustrazione di Gesù, come il signore che nominò lo schiavo fece ritorno nella sua casa? Vi fece ritorno con gran furore per distruggere la casa? O vi fece ritorno per rallegrarsi alla sua venuta e per vedere come erano andate le cose durante la sua assenza? Il suo ritorno nella sua casa fu pacifico. Egli non venne per impegnarsi nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Rivelazione 16:13-16) Piuttosto, volle assicurarsi che le cose della sua casa fossero nella condizione giusta. Aveva fatto il suo schiavo nominato come gli era stato assegnato di fare, aveva dato cioè ai “domestici” il “cibo a suo tempo”? Il signore doveva fare un’ispezione.
40. Poiché quella di servire regolarmente cibo, e cibo della giusta sorta, era la questione su cui si sarebbe basata la decisione, che cosa riscontrò il ritornato Signore riguardo ai perseguitati, odiati cristiani?
40 La questione era se era stato servito a suo tempo cibo, cibo della giusta sorta. Era a questo riguardo che doveva essere presa una decisione dal signore ritornato. Or dunque, che dire di quel corpo di cristiani internazionalmente odiati e perseguitati? (Matteo 24:9) Fino al 1919 E.V. essi avevan cercato di dare il “cibo a suo tempo” alla “famiglia della fede” o ai “domestici” del Signore celeste. Fecero questo nonostante l’interferenza dei persecutori e le nazioni in guerra. Non solo la regolarità di servire il cibo spirituale era un problema, ma si doveva considerare la qualità del cibo stesso. A questo riguardo il corpo dei cristiani odiati e perseguitati, che avevano sempre cercato d’essere fedeli schiavi di Gesù Cristo, superò la prova. Durante gli anni del conflitto mondiale essi non si erano uniti alla cristianità o al paganesimo predicando la propaganda bellica presentata dai governi politici. Avevano perseverato predicando il messaggio biblico per quel tempo e sostenendo di aderire tutti cristianamente ai princìpi biblici.
41. Quando ispezionò tali cristiani, da che cosa il Signore non fu influenzato, e come si è espressa fin da allora la sua decisione?
41 Che cosa decise, quindi, il Signore celeste riguardo a questi suoi schiavi ubbidienti? Egli non si fece influenzare dalla loro condizione impopolare di perseguitati in un mondo preso dalla pazzia della guerra, poiché aveva preannunciato che si sarebbero trovati in tale difficile situazione durante la sua invisibile parusia o “presenza”. Trovò egli che quel corpo di schiavi cristiani non teneva conto dell’impopolarità nel mondo e cercava di piacere al suo Signore facendo durante la sua assenza ciò ch’era stato stabilito? Egli dovette trovarli a far questo, secondo il modo in cui l’ispezione, iniziata nel 1919, ha influito da allora sulla sua decisione. Le sue azioni, il suo modo di trattare gli schiavi cristiani, sono più eloquenti delle parole.
42, 43. (a) La notte che fu tradito, quale profezia Gesù applicò ai suoi apostoli, e come essa si adempì? (b) Tre anni e mezzo dopo l’intronizzazione di Gesù nel 1914, come si adempì la stessa profezia di Zaccaria 13:7?
42 Riflettiamo un momento sul caso degli apostoli di Gesù. Tre anni e mezzo dopo che era stato battezzato nel fiume Giordano, Gesù Cristo fu tradito nel giardino di Getsemani. Egli citò la profezia di Zaccaria 13:7 e predisse ciò che sarebbe accaduto ai suoi apostoli, dichiarando: “Questa notte inciamperete tutti riguardo a me, poiché è scritto: ‘Colpirò il pastore, e le pecore del gregge saranno disperse’. Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea”. (Matteo 26:31, 32) L’applicazione che Gesù fece della profezia di Zaccaria riferendola ai suoi apostoli si avverò quella stessa notte del 14 Nisan 33 E.V., poiché il racconto di Matteo 26:56 narra ciò che accadde dopo il tradimento di Gesù: “Quindi tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. Le sue “pecore” furono in realtà disperse.
43 In maniera parallela, tre anni e mezzo dopo il termine dei Tempi dei Gentili e l’intronizzazione di Cristo nei cieli nel 1914 E.V., ci fu la celebrazione annuale della Cena del Signore il martedì 26 marzo 1918. La dispersione delle “pecore” del Pastore celeste si avvicinava allora al suo culmine, e La Torre di Guardia, in data 1º marzo 1918, (ediz. inglese), nel primo paragrafo del suo articolo principale “In memoria del nostro Re”, disse: “Se la prossima Commemorazione sarà l’ultima sulla terra, naturalmente non lo sappiamo; ma in effetti sappiamo che siamo di un anno più vicini al pieno compimento delle nostre speranze. Se piace al Signore farci celebrare questa Commemorazione per altri anni, lo faremo lietamente”. Le prospettive divennero oscure allorché persone preminenti della Società Torre di Guardia che avevano a che fare con l’opera di cibare le “pecore” del Pastore celeste furono arrestate, ingiustamente processate e condannate a molti anni di carcere nel penitenziario federale. Allora non si comprese che si adempiva Zaccaria 13:7.
44. (a) Che cosa diceva e significava il lato buono della profezia di Zaccaria? (b) Come questa parte della profezia si adempì sugli apostoli di Gesù?
44 Comunque, c’era il lato buono di questa profezia. Non solo essa preannunciava che veniva colpito il pastore ed erano disperse le pecore ma aggiungeva anche la promessa di Geova: “E per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti”. Questo significava che la mano di Geova si sarebbe volta con favore sulle pecore disperse. E così Gesù, dopo aver citato la profezia riguardo alla dispersione delle pecore, rassicurò i suoi apostoli aggiungendo: “Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea”. (Matteo 26:32) Questo significava che, dopo la sua risurrezione dai morti, egli li avrebbe riuniti. Questo effettivamente ebbe luogo, e su ciò leggiamo: “Gli undici discepoli andarono in Galilea, al monte che Gesù aveva loro designato, e, vedutolo, resero omaggio, ma alcuni dubitarono. E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: ‘Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate’”. — Matteo 28:16-20.
45. Come questa stessa profezia si adempì nel 1919 sulla classe dello “schiavo” fedele, e come questo “schiavo” fu reso “felice”?
45 In modo simile, nell’anno 1919, Geova volse “la mano su quelle che sono insignificanti”. (Zaccaria 13:7) Gesù Cristo, il Re-Pastore di Geova, cominciò in effetti a radunare le “pecore” disperse. Come il signore dello schiavo dell’illustrazione, il Signore Gesù tornò realmente nella sua casa e ispezionò entro di essa la situazione. Vi trovò una classe dello “schiavo fedele e discreto” che si sforzava, nonostante le condizioni del mondo, di fare come le era stato comandato, dando a suo tempo ai “domestici” del Signore il loro cibo spirituale, cibo tratto dall’ispirata Parola di Dio. Così il Signore mostrò il suo favore radunandoli nella sua casa in un corpo di “domestici” ben organizzato. Il congresso generale di otto giorni tenuto dal 1º all’8 settembre 1919 a Cedar Point, nell’Ohio, fu per tutto il mondo un annuncio che il Signore Gesù Cristo invisibilmente presente radunava le sue fedeli “pecore”. Indicò al mondo qual era la classe dello “schiavo fedele e discreto” che il Signore aveva trovato al suo ritorno. Questo rese felice la classe dello “schiavo”. Significò ch’era mantenuta nel servizio del suo celeste Signore.
46. Gesù spiegò che lo “schiavo” fedele era “felice” in vista di quale ricompensa?
46 Il Signore Gesù spiegò perché lo stato dello “schiavo fedele e discreto” era felice, poiché Gesù disse: “Felice quello schiavo se il suo signore arrivando [greco: elthòn] lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”. — Matteo 24:46, 47; Luca 12:42-44.
COSTITUITO SU TUTTI GLI AVERI DEL SIGNORE
47. La promozione dello “schiavo” fedele che cosa gli impone, e come questo è in armonia con i nuovi poteri del suo signore?
47 Il Signore Gesù dichiarò felice lo “schiavo fedele e discreto” a causa di ciò che lo attendeva come ricompensa per aver fatto come il suo signore gli aveva comandato. Egli riceve una promozione, con maggiori responsabilità verso il signore a cui è così fedele. Ciò avviene senza dubbio perché il suo signore è pure stato investito di maggiori responsabilità. Per certo il signore non lascia la sua casa e non se ne va in viaggio come un semplice turista o per ragioni di salute. Egli aveva in mente un obiettivo più serio, che avrebbe esaltato la sua posizione e accresciuto il suo potere e la sua autorità. E quando consideriamo che qui Gesù faceva un’illustrazione che si applicò alla sua partenza per il cielo dove andò a ricevere un regno dopo una lunga attesa alla destra del Padre suo, sappiamo che nell’illustrazione sono incluse queste accresciute responsabilità del signore. Si deve comprendere che il signore torna a casa con nuovi e maggiori poteri. (Ebrei 10:12, 13) Quindi, “tutti i suoi averi” assumono un valore più grande. Così lo “schiavo” promosso partecipa agli onori del suo signore.
48. Perché il servizio affidato alla classe dello “schiavo” dal ritornato Signore era più importante e onorevole del servizio precedente?
48 Nell’adempimento dell’illustrazione profetica, il “signore”, il Signore Gesù Cristo, ottenne in effetti un regno celeste quando nel 1914 E.V. finirono i “fissati tempi delle nazioni”. La sua invisibile parusia o “presenza” cominciò dunque quell’anno con la sua incoronazione quale Re dominante sul trono celeste. Quando nel 1919 tornò dal ‘personale della sua casa’ per fare un’ispezione di tutti i suoi “domestici”, egli fece questo con qualità regali che non possedeva nel primo secolo quando era quaggiù sulla terra. Ciò pose la classe dello “schiavo fedele e discreto” al servizio di un personaggio che aveva rango, autorità e potere maggiori di colui che aveva servito finora. Questo rese ora il servizio a lui molto più importante. Ora era un onore più grande essere al suo servizio. E ricevere da lui una promozione e avere in tal modo incarico di più grandi responsabilità era davvero una ricompensa!
49. La nomina che il ritornato signore dà allo “schiavo” affinché sia “sopra tutti i suoi averi” che cosa significò per lo schiavo, con quale opportunità per lui?
49 Nell’illustrazione, il signore, prima della sua partenza, dà a colui che si aspetta che sia uno “schiavo fedele e discreto” una responsabilità limitata. Costituisce questo schiavo solo sui suoi domestici o sul personale della casa con l’obbligo di dar loro il debito cibo a suo tempo. Di conseguenza, quando, al suo ritorno, il signore costituisce lo schiavo approvato “su tutti i suoi averi”, significa per lo schiavo promosso obblighi più grandi. Ora egli può dimostrare la sua fedeltà e discrezione in maniera più ampia, poiché ha la sorveglianza su più cose. Egli diviene uno schiavo apprezzato.
50. Dove sono “tutti i suoi averi”, e che cosa sono essi?
50 Nell’adempimento dell’illustrazione, “tutti i suoi averi” sui quali il signore costituisce il degno schiavo non raffigurano tutti i suoi averi in cielo. Il glorificato Signore, Gesù Cristo, a cui è stata data “ogni autorità” in cielo e sulla terra, non è incapace d’aver cura di tutti i suoi “averi” negli invisibili cieli dove sono al suo servizio i santi angeli. “Tutti i suoi averi” sui quali è costituita la classe dello schiavo fedele e discreto” devono riferirsi a tutte le cose spirituali che gli appartengono sulla terra in relazione con il suo istituito regno celeste. Non significa nessuna parte nei governi politici di questo mondo come se il re Gesù Cristo ora dirigesse e controllasse tutte queste istituzioni politiche d’origine umana. Quelle istituzioni sono condannate alla distruzione. “Tutti i suoi averi” significano perciò lo svolgimento sulla terra di un ruolo nell’adempimento delle profezie che si applicano da quando nel 1914 E.V. fu istituito il regno nei cieli.
51. Come l’incarico di ambasciatori della classe dello “schiavo” fedele è ora maggiore di quello precedente, e quale privilegio e responsabilità ora essi hanno verso la profezia?
51 Ispezionando nel 1919 E.V. il rimanente dei suoi unti discepoli, il dominante re Gesù Cristo in effetti trovò che il nominato “schiavo” era fedele e discreto nel cibare i suoi “domestici”. Conformemente, egli costituì questa classe dello “schiavo” su tutti i suoi averi. Il loro accresciuto incarico di responsabilità fu ora quello di prestare servizio in adempimento delle profezie del Regno che ora dovevano avverarsi. In tutto il corso dei secoli la classe dello “schiavo fedele e discreto” è stata costituita da quelli che sono “ambasciatori in sostituzione di Cristo”, ambasciatori che supplicano le persone affinché si riconcilino con Dio per mezzo di Cristo. (2 Corinti 5:19, 20) Comunque, da quando ebbero l’incarico nel 1919, essi sono ambasciatori dell’insediato regno messianico, con un messaggio del Regno che ha assunto nuovo significato e forza. (Matteo 24:14; Marco 13:10) Hanno il privilegio e la responsabilità di prestarsi come strumenti per adempiere le profezie del Regno che dal 1914 E.V. hanno il loro adempimento finale. Quale onore è che siano impiegati nella realizzazione di ciò che il libro di Rivelazione predice con tutti i suoi meravigliosi simbolismi e le sue gloriose notizie intorno al millenario regno di Cristo!
52. Come questo fu per la classe dello “schiavo” un innalzamento di posizione, e come ciò fu raffigurato nel libro di Rivelazione?
52 Questi son tutti privilegi, responsabilità, dignità e onori che sono stati riservati al rimanente della classe dello “schiavo fedele e discreto” e che son loro conferiti dal loro celeste Signore, il dominante re Gesù Cristo. Non c’è da meravigliarsi se possono dichiararsi ‘felici’! Che siano loro affidate queste cose preziose denota invero un loro innalzamento. Somiglia al quadro che viene presentato in Rivelazione 11:11, 12 inerente ai “due testimoni” uccisi dal nemico, i cui corpi morti giacciono esposti per tre giorni e mezzo nell’ampia via della “grande città” simile a Sodoma: “E dopo i tre giorni e mezzo spirito di vita da Dio entrò in loro, ed essi si rizzarono in piedi, e grande timore cadde su quelli che li vedevano. Ed essi udirono un’alta voce dal cielo dir loro: ‘Salite quassù’. E salirono al cielo nella nube, e i loro nemici li videro”.
53. (a) Perché i privilegi e le responsabilità della classe dello “schiavo” furono ora più grandi? (b) Come i “domestici” continuarono a esser cibati nonostante la totale distribuzione delle pubblicazioni precedenti?
53 Che siano incaricati di tali elevati privilegi e responsabilità ha significato più lavoro per quelli che formano il composito “schiavo fedele e discreto”. Ha richiesto più tempo e attenzione da parte loro, e l’impiego di mezzi più ampi per compiere l’opera onde le profezie bibliche inerenti a quest’opera del Regno sulla terra non vengano meno. Hanno dovuto anche lavorare un campo più grande, ogni parte della terra abitata. (Rivelazione 14:6, 7; 10:11) Certo, il programma di alimentazione verso i “domestici” del Signore è dovuto continuare. E con quale spirituale tavola di cibo scritturale sono stati cibati! La distribuzione del rimanente deposito degli Studi sulle Scritture di C. T. Russell e del Mistero compiuto nell’anno 1929 non causò a questi “domestici” nessuna penuria di cibo spirituale. Nuovi e aggiornati libri e opuscoli e trattati si son continuati a pubblicare dal libro L’arpa di Dio del 1921 in poi. Sì, nell’ottobre del 1919 fu pubblicata una compagna de La Torre di Guardia nella forma della rivista L’Età d’Oro (ora intitolata “Svegliatevi!”).
54. Alla classe dello “schiavo” è stato aggiunto il privilegio di lavorare per adempiere quale quadro di Rivelazione, e come questo ha dato luogo a più ampie responsabilità eppure con assistenza?
54 Ai privilegi e alle responsabilità della compensata classe dello “schiavo fedele e discreto” si aggiunse la loro opera per avverare la bella visione vista sotto ispirazione dall’apostolo Giovanni e da lui descritta in Rivelazione 7:9-17. Sì, dall’anno 1935 la classe dello “schiavo” ha visto adempiersi quella visione. I loro benedetti occhi vedono la “grande folla” numericamente illimitata che da ogni parte della terra loda e adora Geova Dio presso il suo tempio spirituale attribuendo la salvezza a Lui e al suo Agnello, Gesù Cristo. L’aver cura di questa “grande folla” in continuo aumento è stata per la classe dello “schiavo fedele e discreto” degli Israeliti spirituali una grande responsabilità, ma essi si rendono conto che queste persone simili a pecore provenienti da “ogni nazione e tribù e popolo e lingua” sono una parte preziosa di “tutti i suoi averi” sulla terra e sono pertanto felici d’aver cura dei bisogni spirituali di queste “altre pecore”. A sua volta, questa “grande folla” assiste lo “schiavo fedele e discreto” nell’aver cura di tutti gli “averi” terreni del Signore.
“SE QUELLO SCHIAVO MALVAGIO”
55, 56. Perché ciascun componente della classe dello “schiavo” ha bisogno di mantenere la propria fedeltà e discrezione, alla luce di quale avvertimento di Gesù?
55 Il Signore Gesù Cristo continuerà ad avere una classe dello “schiavo fedele e discreto” finché questa non finirà il suo felice servizio sulla terra. Comunque, ciascun unto membro generato dallo spirito di quell’odierna classe dello “schiavo” deve badare alla sua condotta per non mostrarsi inadatto a rimanere in tale classe altamente favorita. Se non mantenesse la sua personale fedeltà e discrezione diverrebbe come un uomo che si muta in uno “schiavo malvagio”. Gesù avvertì di questo pericolo quando continuò la sua illustrazione dicendo:
56 “Ma se [mai] quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati [letteralmente, (quelli) che si ubriacano], il signore di quello schiavo verrà [greco: héxei] in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità [letteralmente, lo reciderà in parti] e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:48-51; Luca 12:45, 46; INT.
57. (a) Dice Gesù qui che il signore nomina all’inizio uno “schiavo malvagio”, o che lo schiavo nominato diviene cattivo? (b) Secondo il modo in cui Gesù presenta la questione, che cosa mostrava Gesù?
57 Quando guardiamo da vicino ciò che Gesù qui dice, notiamo che qui non dice che il “signore” che sta per partire in effetti costituisca, per cominciare, uno “schiavo malvagio”; né dice che lo “schiavo fedele e discreto” si mostri cattivo, divenga “malvagio”. Egli semplicemente suscita la questione dicendo: “Se mai” (come in Luca 12:45 e nella lettura Interlineare di Matteo 24:48) lo schiavo che fu costituito sui domestici, dopo esser divenuto di cuore “malvagio”, dovesse dire che il suo signore impiegherà ancora molto tempo a tornare e dovesse incominciare ad agire indebitamente, questo è il modo in cui lo tratterebbe il suo signore tornando. Sarebbe tutt’altro che porre lo schiavo su tutti gli averi del suo signore. Così Gesù qui suggerisce: Se quello schiavo nominato divenisse cattivo e agisse infedelmente e imprudentemente, che cosa gli accadrebbe all’improvviso ritorno del suo signore? Sarebbe proprio come Gesù descrisse. Gesù non dice che l’originale schiavo nominato divenga per certo o molto probabilmente cattivo.
58. (a) Come altre traduzioni moderne rendono il passo per mezzo di una parafrasi? (b) Se la classe dello “schiavo” nominata da Gesù fosse divenuta cattiva, come questo risultato avrebbe fatto rimanere Gesù?
58 Alcune traduzioni moderne delle parole di Gesù esprimono questo pensiero più chiaramente, con un po’ di parafrasi. La Versione di mons. S. Garofalo dice: “Ma se è un servo malvagio che dice in cuor suo: ‘Il mio padrone tarda’ e si mette a picchiare i servi suoi compagni, a mangiare e bere con gli ubriaconi”. (Matteo 24:48, 49) La Versione Riveduta è simile. The New American Bible dice: “Ma se il servo è indegno e dice a se stesso”, ecc. La Versione di Fulvio Nardoni dice: “Ma se il servo è cattivo e pensa in cuor suo”, ecc. La venuta all’esistenza di uno “schiavo malvagio” non è definitamente predetta da Gesù. Egli semplicemente descrive come uno schiavo infedele e indiscreto penserebbe, parlerebbe e agirebbe, e quale punizione riceverebbe dal suo signore al suo improvviso ritorno. Se lo “schiavo” nominato dal Signore Gesù fosse divenuto cattivo, egli sarebbe rimasto senza uno “schiavo” da ricompensare per la sua integrità. Gesù non nomina due classi di schiavi.
59. (a) Per quale specie di classe dello “schiavo” Gesù pose il fondamento? (b) Indicavano le profezie che si intendeva che la classe dello “schiavo” divenisse cattiva o che si comportasse in tal modo, o altrimenti?
59 Prima della sua partenza diciannove secoli fa, Gesù ebbe cura di nominare non uno “schiavo” cattivo, malvagio, indegno sopra i suoi “domestici”. Il racconto delle Scritture Greche Cristiane mostra che la nominata classe dello “schiavo” non si mostrò cattiva, e le profezie inerenti mostrano che non si attendeva che la classe dello “schiavo” divenisse cattiva e che non lo sarebbe divenuta. Nei suoi provati apostoli egli pose il fondamento per edificare un corpo di schiavi fedeli. Rivelazione 7:3-8 preannuncia che tutti i 144.000 Israeliti spirituali sarebbero stati suggellati come “schiavi del nostro Dio”. Rivelazione 12:17 predice che, dopo l’espulsione dal cielo, il dragone Satana il Diavolo avrebbe fatto guerra al rimanente del “seme” della “donna” il Dio che ‘osserva i comandamenti di Dio e ha l’opera di rendere testimonianza a Gesù’. E Rivelazione 14:1-4 preannuncia che l’intero numero dei 144.000 “che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada” sta con lui sul monte Sion. Essi “sono stati comprati dalla terra”. “Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”.
60. (a) Furono gli individui che agiscono come “quello schiavo malvagio” nominati come tali dal Signore? (b) Che cosa formano tutti tali individui in genere?
60 Se c’è una classe di unti cristiani generati dallo spirito che agisce in armonia con la descrizione di “quello schiavo malvagio”, non è stato il Signore Gesù a nominarla e a darle incarico sui suoi domestici o sul “personale della casa”. Individui che una volta erano membri della classe dello “schiavo fedele e discreto” possono allontanarsi per ragioni egoistiche come ambizioni personali, potere su altri e incontinenza. Questi egotisti possono formare gruppi per cercar di perseguire le proprie mete. Comunque, formerebbero una classe generale, separata e distinta dalla classe dello schiavo “fedele e discreto”.
61. Che cosa è ragionevole dire in quanto alla questione se ci sarebbero stati casi che si sarebbero potuti usare per illustrare ciò che Gesù disse dello “schiavo malvagio”?
61 È ragionevole credere che il Signore Gesù non avrebbe usato un’illustrazione senza che ci fossero alcuni casi, o un caso generale, per fornire un esempio di ciò che intendeva dire, in quanto alla condotta e alle conseguenze che ne derivano. Questo illustrerebbe non che Gesù nominò la classe o tipo di cristiani di “quello schiavo malvagio”, ma che ai cristiani infedeli, non fidati, falsi, indiscreti, durante la sua invisibile parusia o presenza in realtà accade proprio come egli descrisse.
62. Quali casi ce ne furono, specialmente ai giorni della prima guerra mondiale, e come questo influì sulla classe dello “schiavo fedele e discreto”?
62 Ce ne furono casi nelle file dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici nel 1916 E.V. subito dopo la morte del direttore de La Torre di Guardia e fondatore della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Da parte di alcuni individui vi furono tentativi per afferrare il potere e il controllo contrariamente alle disposizioni dello statuto della Società. Ci furono disaccordi in quanto a chi formava l’approvata organizzazione del Signore. Quelli che cercavano il potere e quelli che erano insoddisfatti dei sinceri sforzi per fare le cose secondo lo statuto legale e i princìpi della Bibbia furono frustrati. Essi si diedero a “battere” notevolmente ‘i loro compagni di schiavitù’ con parole stampate e con espressioni orali e in corti giudiziarie. Si schierarono dalla parte degli “ubriaconi inveterati” di questo mondo, parlando in senso spirituale, specialmente durante quei giorni della prima guerra mondiale. Tutto questo mise a dura prova la stabilità dell’organizzazione, che subiva allora una crescente persecuzione religiosa. Ciò recò una grande prova sulla classe dello “schiavo fedele e discreto”.
63. (a) Quale assicurazione diede Gesù che un tale gruppo dello “schiavo malvagio” non avrebbe diviso la casa dei suoi “domestici”? (b) Come ebbe luogo questa azione predetta?
63 L’illustrazione di Gesù diede l’assicurazione che durante la sua parusia o presenza non avrebbe permesso agli sleali con le caratteristiche di “quello schiavo malvagio” di dividere la sua “famiglia della fede” o di dominarla e di allontanarla dal suo incarico di dare ai suoi “domestici” il loro spirituale “cibo a suo tempo”. Al tempo della sua ispezione egli punì con la più grande severità tale classe dalla disposizione malvagia. O, secondo il significato letterale del verbo greco usato in Matteo 24:51: “Lo reciderà in due”. (Nota marginale) Egli ‘recise in parti’ quella classe di malfattori separandola dalla classe dello “schiavo fedele e discreto”. Questo si manifestò in ciò che parve il loro tentativo di indipendenza e separazione e di formazione dei loro propri gruppi religiosi con una direttiva secondo il loro piacimento. Il risultato della loro condotta può essere investigato da chiunque lo desideri.
64. Con chi il signore assegna che i simili a “quello schiavo malvagio” abbiano la loro parte, ma con chi egli non volle che fossero?
64 Una tal classe che fu ‘recisa in parti’ manifestò le caratteristiche e subì le conseguenze di “quello schiavo malvagio” descritto da Gesù e poté, almeno in senso limitato, esser chiamata classe dello “schiavo malvagio”. Nella sua illustrazione Gesù disse che il signore “gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti”. (Matteo 24:51) Nella corrispondente illustrazione in cui lo “schiavo” è chiamato “economo”, Gesù dice che farà questo “assegnandogli la parte degli infedeli”. (Luca 12:46) Durante la sua parusia o presenza il Signore Gesù non si compiace affatto di avere professanti cristiani che assumono le caratteristiche di “quello schiavo malvagio” o “economo” entro il suo “personale della casa” o i suoi “domestici”. Il cristianesimo di tali individui risulta ipocrita ed essi sono con gli ipocriti religiosi della cristianità. Si mostrano infedeli, non fedeli, non fidati, non degni di stima in ciò che il Signore comandò loro di fare. Sono con gli infedeli professanti cristiani della cristianità.
65. A causa di che cosa vi saranno pianto e stridor di denti da parte dei simili a “quello schiavo malvagio”?
65 Tra gli ipocriti e infedeli, quelli che mostrano le caratteristiche di uno “schiavo malvagio” non provano nessun vero piacere spirituale, e devono condividere le esperienze di quegli ipocriti e infedeli religionisti. “Quivi saranno il [loro] pianto e lo stridor dei [loro] denti”. (Matteo 24:51) Questo non avverrà perché essi si pentono. Non è una “tristezza secondo Dio” tale da produrre “il pentimento alla salvezza di cui non bisogna rammaricarsi”. (2 Corinti 7:10) Le loro espressioni son quelle di vessazione e amara delusione. Possono ancora comportarsi in modo religioso, ma perdono la gioia e la benedizione di svolgere l’approvato incarico dello schiavo ‘sopra tutti gli averi [del signore]’.
AVVERTIMENTO DI NON FARCI PRENDERE AL LACCIO
66. Secondo il racconto di Luca, quale avvertimento diede Gesù ai suoi discepoli nella conclusione della sua profezia sul “segno”?
66 Nella sua profezia sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”, Gesù diede un avvertimento maggiore di questa semplice illustrazione sul modo di comportarsi di uno “schiavo malvagio”. Egli rivolse ai suoi apostoli parole di diretto avvertimento per tutti i suoi discepoli onde non seguissero la condotta di un tale “schiavo malvagio”. Secondo il racconto che fa Luca della conclusione della rimarchevole profezia di Gesù, Gesù disse: “Ma prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.
67. Ora che sono stati posti su tutti gli “averi” del loro ritornato Signore, perché è di somma importanza che quelli della classe dello “schiavo” fedele prestino ascolto al suo avvertimento?
67 Di somma importanza è ora che gli individui prestino ascolto a quelle parole, ora che lo “schiavo fedele e discreto” del Signore Gesù invisibilmente presente è stato costituito “su tutti i suoi averi”. Il giorno in cui la “grande tribolazione” senza paralleli scoppierà abbattendosi sull’infedele Gerusalemme antitipica, la cristianità, è molto vicino. Come un laccio che si chiuda istantaneamente, quel giorno verrà su quelli che dimorano sopra la superficie di tutta la terra, e tutti gli incauti saranno presi durante la loro crapula nel mangiare e nel bere e la loro ansietà per le cose egoistiche della vita. Il “giorno” che verrà come un laccio porterà la loro distruzione. I membri della classe dello “schiavo fedele e discreto” non desiderano partecipare con quegli egoisti negligenti insieme a coloro che sono simili a “quello schiavo malvagio”.
68. (a) Più che la semplice presenza dello “schiavo fedele e discreto”, che cosa prova che siamo dove il “segno” indica? (b) Per quale successo personale dovrebbero perciò essere le nostre suppliche?
68 Non c’è motivo perché noi siamo incerti riguardo al periodo di tempo in cui viviamo. Poiché abbiamo agito secondo l’illustrazione di Gesù circa “il fico e tutti gli altri alberi”, sappiamo dove ci troviamo e che cosa si approssima. L’illustrazione dello “schiavo fedele e discreto” è al culmine del suo adempimento. Non solo la presenza di quella classe dello “schiavo fedele e discreto”, ma la nomina di quella classe sopra tutti gli averi del Signore e la sua cura di tutti quegli averi, queste cose costituiscono un notevole aspetto del “segno” che prova che viviamo nella parusia, nell’invisibile presenza dell’intronizzato re Gesù Cristo, e nello stesso tempo che viviamo al “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3) Il giorno della distruzione di questo “sistema di cose”, della cristianità e di tutto il resto, sta per venire come un laccio. Questo fatto è quello a cui bisogna essere “svegli”. “In ogni tempo”, è urgente che facciamo supplicazione affinché riusciamo a “scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:36.
[Nota in calce]
a Si veda il libro La battaglia di Armaghedon (ediz. inglese), pubblicato nel 1897, pagina 613, al titolo “Dispensato il cibo alla famiglia. — Matt. 24:45-51; Luca 12:42-46”.
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