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Rivedrete i vostri cari morti?La Torre di Guardia 1968 | 1° marzo
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16. Spiegate come e quando la morte e l’Ades saranno distrutti.
16 Verrà il tempo, naturalmente, quando la risurrezione cesserà. L’Ades e il mare avranno dato l’ultimo dei morti che sono in essi. Similmente la morte adamica, la morte che venne a tutto il genere umano dall’originale peccato di Adamo, cesserà; sarà l’“ultimo nemico” che sarà ridotto a nulla. Questo avverrà quando nessuno avrà più alcuna traccia degli effetti ereditati del peccato di Adamo. Essi avranno prima esercitato fede nel sacrificio di Gesù Cristo e il suo merito purificatore sarà stato applicato loro col perdono dei peccati confessati, e, inoltre, avranno praticato opere in armonia con la loro fede, in ubbidienza ai rotoli scritti. Solo quando l’imperfezione e la debolezza mentale e fisica saranno state loro tolte ed essi saranno nella perfezione umana che ebbero in origine gli innocenti Adamo ed Eva nel giardino d’Eden, solo quando l’ultima traccia di peccato, che è il pungiglione che produce la morte, sarà stata distrutta, essi saranno in grado di ubbidire perfettamente a tutta la legge di Dio, comprese le cose scritte nei rotoli. — 1 Cor. 15:56.
17. Che cos’è rappresentato dalla morte e dall’Ades che vengono scagliati nel lago di fuoco?
17 A quel punto si adempirà la profezia di Rivelazione che la morte e l’Ades devono essere “scagliati nel lago di fuoco”. Il lago di fuoco raffigura il completo annientamento, “la seconda morte”, non un luogo di tormento cosciente, poiché come si potrebbero tormentare la morte e l’Ades? Quando l’Ades, il sepolcro del genere umano, è vuotato e quando la morte ereditata da Adamo non esiste più fra il genere umano e non può più esercitare quindi nessuna stretta o influenza su di loro, la morte e l’Ades non saranno più, saranno stati completamente annientati. — Riv. 21:4.
18. Come fu illustrata molto tempo fa a Gerusalemme questa completa distruzione?
18 Molto tempo fa, nella Geenna o luogo di scarico fuori delle mura dell’antica Gerusalemme venivano distrutti dal fuoco e dallo zolfo i rifiuti della città, compresi i corpi dei criminali che erano stati prima messi a morte. (Matt. 10:28; Mar. 9:43-48) Come se fosse scagliata nella Geenna, la morte adamica e l’Ades o Sceol (“inferno”) saranno distrutti per sempre. Questo avverrà prima che Satana sia sciolto dall’abisso alla fine dei mille anni.
NOMI NEL ROTOLO DELLA VITA, DI GEOVA
19. (a) Che cos’è il rotolo della vita che è di Geova? (b) Quali nomi vi sono scritti, possono essere cancellati, e possono essere permanentemente scritti in esso? Spiegate.
19 Il rotolo della vita che è di Geova è diverso dal rotolo della vita che è dell’Agnello, in cui sono scritti i nomi dei 144.000 che sono degni di avere per sempre la vita immortale con l’Agnello di Dio in cielo. (Riv. 3:5; 13:8; 21:27) Il rotolo della vita che è di Geova conterrà i nomi di quelli che meritano la vita eterna in una terra paradisiaca. Il giusto Abele è il primo ad avere il nome nel rotolo e ne sono stati aggiunti molti altri, ma in qualsiasi tempo durante il regno di mille anni il proprio nome può essere cancellato dal rotolo a causa di disubbidienza volontaria. (Matt. 23:35; Ebr. 11:4) Alla fine dei mille anni, quando tutto il genere umano vivente sarà stato reso perfetto e avrà la piena capacità di ubbidire perfettamente alla legge di Dio, essi subiranno la finale e decisiva prova. Se alcuno lascerà che il Diavolo lo svii permettendo che si sviluppi in lui una cattiva condizione di cuore, come fecero Adamo ed Eva, sarà scagliato nel lago di fuoco, che significa essere privati in eterno dell’esistenza, la distruzione senza fine. La persona avrà commesso il peccato contro lo spirito santo di Dio, il peccato che incorre nella distruzione, e il suo nome non sarà “trovato scritto nel libro della vita”. (Riv. 20:15) Quelli, comunque, che mantengono la loro integrità nella prova finale mostreranno che è un’integrità di tipo incrollabile, che li rende qualificati ad avere il nome scritto indelebilmente, per così dire, nel rotolo della vita che è di Geova, essendo dichiarati giusti, giustificati per la vita eterna, con la certezza di vivere per sempre. — Matt. 12:31, 32; 1 Giov. 5:16, 17; Rom. 8:33.
20. Da quale punto di vista Gesù considerava le cose quando fece la dichiarazione di Giovanni 5:28, 29?
20 Le parole di Gesù saranno state allora completamente adempiute. Considerando tutti quelli che devono essere risuscitati, sia quelli al cielo che quelli alla terra, egli disse: “Tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili alla risurrezione di giudizio”. Lì Gesù parlava dal punto di vista della fine del suo dominio di mille anni e ricordando il giudizio, prima dei 144.000 e quindi del resto del genere umano. La risurrezione di tutti, alla fine dei mille anni, si sarà dimostrata una risurrezione di vita o una risurrezione di giudizio per la distruzione, secondo che abbiano praticato cose buone o cose vili. — Giov. 5:28, 29.
21. Chi sono quelli che “hanno fatto cose buone” e quelli “che hanno praticato cose vili”, e qual è la loro ricompensa?
21 I 144.000 fedeli seguaci delle orme di Cristo che infine regnano e sono sacerdoti con lui ricevono il pieno merito del sacrificio di Cristo nel corso della loro vita terrestre e sono pienamente giudicati al tempo della loro morte. Essi “hanno fatto cose buone”. Sono risuscitati ai cieli e la loro risurrezione si è dimostrata una “risurrezione di vita”. Per la “grande folla” dei superstiti di Armaghedon e i morti che sono nell’Ades e nel mare, la finale determinazione del loro futuro sarà fatta in base all’ubbidienza alle cose scritte nei rotoli durante i mille anni e in base al fatto che superino con successo la prova alla fine d’essi. Quindi, a quel tempo, anch’essi saranno quelli che “hanno fatto cose buone”, provando che la loro è una “risurrezione di vita”. Tutti coloro che a quel tempo saranno stati distrutti saranno quelli che “hanno praticato cose vili”, dimostrando la loro risurrezione d’essere una “risurrezione di giudizio”, cioè d’avverso giudizio, di condanna.
IL RISCATTO TRIONFA SUL PECCATO E SULLA MORTE
22. In che modo il sacrificio di riscatto di Cristo è più forte del peccato che fu recato sulla razza umana da Adamo?
22 Questa è dunque una meravigliosa cosa da immaginare con la gioiosa consapevolezza che tutto il male causato dal peccato di Adamo e a cui tutto il genere umano fu sottoposto, non di sua propria volontà, sarà assolutamente rimosso così che non avrà recato permanente danno. (Rom. 8:20) Nel giudizio di Dio riguardo al genere umano, ciascuno sarà giudicato non secondo la condanna che ricevette da Adamo, ma individualmente, secondo le sue opere. (Riv. 20:13) Il sacrificio di riscatto di Cristo e i suoi servizi sacerdotali sono più forti, perciò, del peccato di Adamo. Tutti hanno ereditato il peccato e la morte da Adamo e molti sono morti, ma in ultima analisi si riscontrerà che nessuno sarà privato della vita a causa di ciò che fece Adamo. Se alcuno non vivrà nel giusto nuovo ordine, sarà perché non vuole la giustizia. Di sua propria scelta segue l’ingiustizia e viene a trovarsi nella condizione di annientamento e inesistenza del “lago di fuoco e zolfo”. — 1 Giov. 3:8.
23. (a) Dovremmo desiderare di rivedere i nostri cari morti? (b) Possiamo ora vivere in qualsiasi modo che desideriamo, dato che ci sarà ancora un giudizio durante i mille anni? (c) Come dovremmo vivere ora, con quali prospettive?
23 Dovremmo dunque desiderare di vedere i nostri cari morti? Dal giusto punto di vista basato sulla Bibbia possiamo dire lietamente: “Sì”, sotto ogni aspetto. Poiché Dio estende tale amorevole benignità e misericordia al genere umano, significa questo che non abbia importanza come viviamo oggi, dato che il sopradescritto giudizio verrà in un vicinissimo futuro? No, non è così. Se seguiamo tale ragionamento diverremo peccatori volontari contro Dio e combatteremo contro di lui nel tempo in cui egli annienterà tutti i suoi nemici terrestri insieme alla “bestia selvaggia” e al “falso profeta” ad Armaghedon. Inoltre, maggiore è lo sforzo che facciamo ora per conformare la nostra vita agli eterni princìpi di Dio e per rinnovare la nostra personalità al fine d’essere in armonia con la sua Parola di verità, più rapido sarà il nostro progresso nel giusto nuovo ordine e maggiore l’opportunità che avremo di aiutare altri. Questo includerà i nostri cari che torneranno e che possiamo assistere a fare progresso sul sentiero che conduce alla vita. Prepariamoci dunque pienamente, aiutando il maggior numero possibile di persone a essere ora di quella “grande folla” che sopravvivrà ad Armaghedon e ad avere quindi l’indescrivibile gioia di far parte dell’organizzazione di Dio che accoglierà dai morti i nostri cari ed altri. Parteciperemo all’opera d’istruzione, aiutandoli a camminare sulla strada che conduce alla vita eterna e anche ad abbellire la terra per renderla come un paradiso, alla lode dell’eterno Re, Geova Dio.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1968 | 1° marzo
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Domande dai lettori
● Quando Gesù fu messo al palo, quale abito o abiti i soldati distribuirono tirando a sorte? — D. T., Nuova Zelanda.
Questa domanda si basa su un’apparente discordanza fra il racconto di Matteo e ciò che Giovanni dice avvenne in questa occasione. Prima, Matteo scrisse: “Messolo al palo, distribuirono i suoi abiti tirando a sorte”. (27:35) Marco presentò essenzialmente le stesse informazioni. (15:24) Comunque, Giovanni scrisse: “Or quando i soldati ebbero messo al palo Gesù, presero i suoi abiti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato, e la veste. Ma la veste era senza cucitura . . . Perciò dissero l’uno all’altro: ‘Non la strappiamo, ma determiniamo a sorte di chi sarà’. Questo era affinché si adempisse la scrittura: ‘Ripartirono fra loro i miei abiti, e sulla mia veste tirarono la sorte’. E i soldati fecero realmente queste cose”. — Giov. 19:23, 24.
Dal racconto del testimone oculare Giovanni apprendiamo che Gesù aveva degli abiti e una veste. Giovanni 19:23 ci informa che i soldati fecero quattro parti dei suoi abiti, prendendone un
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