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  • Il triste risultato del pensiero negativo
    La Torre di Guardia 1975 | 1° aprile
    • Il triste risultato del pensiero negativo

      IN GENERE, è pericoloso avere una veduta negativa, ed è particolarmente pericoloso quando si è negativi verso le cose di Dio. Chi è negativo può nutrire pensieri amari e diventare effettivamente malvagio.

      Una tal persona, di solito, è anche pigra, facendo pochissimo. Per evitare di far qualcosa il pigro, colui che ha una mentalità negativa, troverà scuse per giustificare la sua condotta. “Il pigro ha detto: ‘Fuori c’è un leone! Sarò assassinato in mezzo alle pubbliche piazze!’” — Prov. 22:13.

      Di ciò che gli accadrà, la Bibbia dice: “Passai presso il campo dell’individuo pigro e presso la vigna dell’uomo che manca di cuore [o di un buon motivo]. Ed ecco, tutto produceva zizzanie. Le ortiche ne coprivano la medesima superficie, e il suo muro di pietra era stato demolito. Guardavo, dunque, io stesso; lo prendevo a cuore; vidi, presi la disciplina: Dormire un po’, sonnecchiare un po’, piegare un po’ le mani per giacere, e la tua povertà verrà per certo come un viandante e la tua indigenza come un uomo armato”. — Prov. 24:30-34.

      I Proverbi hanno un’applicazione spirituale nonché una letterale. Coloro che sono come quelli descritti da Proverbi possono aver cominciato con lo spirito e l’attitudine giusti, ma poi acquistano una veduta negativa verso le azioni e le opere giuste. Ci vuole dunque attenta vigilanza da parte nostra per evitar di coltivare questo deplorevole spirito. — Prov. 4:23.

      LO SCHIAVO PRIVO DI APPREZZAMENTO

      Una simile persona spiritualmente negativa, o, piuttosto, una simile classe di persone, è descritta nella parabola dei “talenti” narrata da Gesù. In due precedenti numeri abbiamo considerato i due fedeli schiavi menzionati nella parabola, che ricevettero rispettivamente cinque e due talenti. Il terzo schiavo ricevette un talento (essendo un talento un’unità monetaria d’argento). Ma, giacché il suo signore diede “a ciascuno secondo la sua capacità”, questo terzo schiavo non era in svantaggio. Gli altri schiavi guadagnarono ciascuno il 100 per cento sul denaro affidato loro mentre il signore era via. Lo schiavo che aveva ricevuto un talento avrebbe potuto fare la stessa cosa e così avrebbe recato piacere al suo signore; non doveva guadagnare cinque talenti, o nemmeno due.

      Ma che cosa fece? La parabola dice: “Ma quello che ne aveva ricevuto solo uno se ne andò, e scavato in terra nascose il denaro d’argento del suo signore”. (Matt. 25:18) Fu per colpa sua che non ottenne l’aumento; non si sforzò come gli altri schiavi. Quando il suo signore tornò per regolare i conti, quale scusa presentò egli? Si lamentò: “Signore, sapevo che sei un uomo esigente, che mieti dove non hai seminato e che raccogli dove non hai sparso. Perciò ebbi timore e andatomene nascosi il tuo talento nella terra. Ecco, hai ciò che è tuo”. — Matt. 25:24, 25.

      Con il suo pensiero negativo questo schiavo cercò di giustificarsi quando ci fu la resa dei conti. Cercò di dare al suo signore la colpa della trasgressione. Accusò il suo signore di raccogliere messi non solo dalla sua terra, ma anche dalla terra che non aveva coltivato, e di raccogliere grano che non aveva sparso. Il suo falso ragionamento fu che il suo signore non aveva subìto nessuna perdita a causa della sua azione; dopo tutto, gli aveva restituito il talento. Ma questo schiavo era stato infedele, perché aveva accettato il denaro come uno schiavo in base all’accordo che doveva dare un utile. Egli accettava senz’altro tutti i vantaggi derivanti dall’essere schiavo del suo signore, ma non aveva amore per il suo signore né considerazione per gli averi del suo signore. In effetti aveva causato una perdita al suo signore.

      Il signore dello schiavo capovolse la situazione, servendosi della scusa inventata dallo schiavo per smascherarlo: “Rispondendo, il suo signore gli disse: ‘Schiavo malvagio e pigro, tu sapevi che io mietevo dove non avevo seminato e che raccoglievo dove non avevo sparso? E avresti dovuto dunque depositare il mio denaro d’argento presso i banchieri, e al mio arrivo avrei ricevuto ciò ch’è mio con l’interesse’”. — Matt. 25:26, 27.

      LO SCHIAVO PIGRO NEL GIORNO MODERNO

      Nei precedenti articoli abbiamo appreso che i due fedeli schiavi rappresentano, nell’adempimento, i fedeli fratelli generati dallo spirito del Signore Gesù Cristo. Lo schiavo malvagio, quindi, rappresenterebbe quelli che sono similmente unti cristiani generati dallo spirito, ma che in effetti non hanno cura degli “averi” affidati agli “schiavi” dal loro Signore.

      I seguaci delle chiese settarie della cristianità hanno falsamente professato d’essere al servizio del Signore. Ma non hanno mostrato assolutamente nessun interesse per gli “averi” del Signore quando finì la prima guerra mondiale, a cui avevano partecipato, ed ebbero l’opportunità di predicare in tutto il mondo la buona notizia del Regno. Che cosa fecero invece? Sostennero la Lega delle Nazioni, uno strumento umano che il Consiglio Federale delle Chiese di Cristo in America chiamò “l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra”. Ora fanno rivolgere l’attenzione e l’appoggio delle persone alle Nazioni Unite quale speranza di pace del mondo. Mostrarono che gli “averi” del Signore non erano stati affidati loro, poiché non hanno coltivato il campo del mondo e non hanno prodotto veri sostenitori dell’istituito regno messianico. — Isa. 9:6, 7.

      Comunque, tra i generati dallo spirito associati alla classe dello “schiavo fedele”, c’era una classe che pigramente si tirò indietro. Nel 1931, quando fu adottato il nome “testimoni di Geova” dal rimanente che compiva effettivamente l’opera di proclamare l’istituito regno di Dio, questi che avevano un pensiero negativo avevano costituito diversi gruppi chiamati con diversi nomi. Non proclamarono con baldanza il Regno e non sostennero il nome dell’Onnipotente Dio, Geova. Inoltre, in effetti si opposero a quelli che compivano quest’opera. Non condivisero le terribili sofferenze subite dai testimoni di Geova nei campi di concentramento, e la persecuzione in altre parti della terra. Essi corrispondono alla descrizione!

      Questa classe infedele non ha nessuna prova d’avere accresciuto gli “averi” del Signore divulgando il messaggio del Regno. Non hanno ricevuto le benedizioni dell’enorme espansione. Ma negli anni 1968-1972, 680.871 persone si battezzarono, unendosi ai testimoni di Geova per proclamare ad altri il Regno. C’è la prova in merito a chi Geova benedice. I fedeli non credono, come accusò lo “schiavo” malvagio, che Gesù Cristo mieta ingiustamente dove egli stesso non aveva seminato quando fu personalmente sulla terra.

      RESA DEI CONTI

      Notate la punizione che lo “schiavo” malvagio e pigro ricevette per mano del suo signore a motivo del suo pensiero negativo, del suo timore e della sua pigrizia, nonché del suo tentativo di giustificare la condotta errata. Il suo signore disse: “Perciò toglietegli il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Poiché a chiunque ha, sarà dato dell’altro e avrà abbondanza; ma quanto a colui che non ha, gli sarà tolto anche ciò che ha. E gettate lo schiavo buono a nulla nelle tenebre di fuori. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matt. 25:28-30.

      Evidentemente il signore regolò i conti con i suoi schiavi di notte. Invece di entrare nella gioia del suo signore, lo schiavo malvagio fu gettato fuori. Gli averi del signore che gli erano stati affidati, averi che non aveva stimato e apprezzato, gli furono tolti e furono dati allo schiavo che aveva guadagnato cinque talenti, dove questi valori monetari sarebbero stati accresciuti.

      Nell’adempimento, possiamo vedere che è dato un avvertimento a tutti gli unti “schiavi” di Cristo. Quelli della classe dello “schiavo” malvagio non entrano nella gioia del loro Signore intronizzato, e non rimangono ulteriormente al suo regale servizio qui sulla terra come rappresentanti di un Regno già stabilito. Questo schiavo pigro non riceve alcun ulteriore incarico per accrescere gli aderenti del Regno. Quando le mortifere tenebre della “grande tribolazione” scenderanno sul genere umano gli appartenenti a questa classe piangeranno e strideranno i denti insieme agli ipocriti religiosi finché periscano. — Matt. 24:21.

      Gli “schiavi” fedeli hanno in se stessi ciò che non ha lo “schiavo” malvagio e pigro. Il fatto che i preziosi “averi” del Re dominante sono loro affidati e l’opportunità di accrescere questi “averi” suscitano in loro zelo e devozione verso il suo regno. Essi credono che il celeste Signore è degno di ricevere un aumento nell’opera di fare discepoli. Dimostrano un motivo amorevole e coraggioso nel fare discepoli di persone di tutte le nazioni, non solo della nazione giudaica nella quale Cristo operò sulla terra.

      TUTTI QUELLI CHE ACQUISTANO UN’ATTITUDINE NEGATIVA SONO IN PERICOLO

      Anche quelli della “grande folla”, che sperano di vivere sulla terra con la salute e la vita sotto il governo di quel Regno, hanno la stessa attitudine dei fedeli unti “schiavi” del Signore Gesù Cristo, ai quali si associano. Esprimono amorevole benignità, apprezzamento, coraggio e zelo mediante la parola e l’azione mentre assistono la fedele classe degli unti. Sanno che il pensiero negativo, il tirarsi indietro, l’essere amareggiati e il trovare scuse per giustificarsi li porranno in una posizione simile a quella dello “schiavo” malvagio e pigro. Questa attitudine impedirebbe loro di sopravvivere sulla terra durante la “grande tribolazione”. Inoltre, chi di loro morisse ora infedele non sarebbe risuscitato per vivere nel paradiso che il dominio del Regno porterà sulla terra. — Riv. 7:9-17; Sof. 2:3.

      Pertanto possiamo vedere il pericolo di considerare in modo negativo le attività del Signore. In questo tempo di giudizio egli non permetterà a chi è pigro o ha uno spirito critico di continuare ad associarsi al suo popolo fedele. Si troveranno in una situazione simile a quella osservata dallo scrittore di Proverbi, in condizioni disastrose, producendo zizzanie, così che perderanno l’opportunità di lavorare nelle congregazioni del Signore, venendo ‘la loro povertà come un viandante e la loro indigenza come un uomo armato’, all’improvviso. Felici sono tutti quelli che pensano in modo positivo, avendo oggi fede e devozione verso i comandi di Geova per mezzo di Cristo!

  • Che cos’è più importante per voi?
    La Torre di Guardia 1975 | 1° aprile
    • Che cos’è più importante per voi?

      UNA manciata di grano ha più valore per voi di una manciata di diamanti? Un armadio pieno di vestiti è più desiderabile di un armadio pieno d’oro? Le circostanze in cui vi trovate determinano ciò che è più importante.

      Se foste isolati in qualche remota parte della terra e senza cibo, il grano avrebbe per voi più importanza dei diamanti. O, se foste abbandonati sulla vetta di un monte dove si gela, disdegnereste l’oro per degli abiti caldi.

      Il Creatore ha riccamente dotato questa terra per il godimento dell’uomo. È sicuramente piacevole avere certe cose materiali in abbondanza. Ma c’è ora qualche cos’altro di anche più importante, di più prezioso?

      SAGGIO FARE UN ONESTO ESAME

      Molti hanno esaminato seriamente questa domanda. Come cristiani, risponderanno: “L’acquisto di possedimenti materiali non è la cosa importante della mia vita”. Ma vivono realmente secondo quello che dicono?

      Questa è la domanda che si pose due anni fa una coppia benestante di Kirchberg, in Germania. Seduti nella loro confortevole casa consideravano la loro prosperità materiale e cominciarono a parlare degli attuali tempi difficili, e del servizio che rendevano a Dio. Rifletterono sul ministero di Gesù Cristo considerato ampiamente nel recente articolo de La Torre di Guardia intitolato “Afferrate fermamente la vera vita”. Il risultato?

      L’uomo narra: “Facemmo due colonne su un pezzo di carta. In una indicammo quali sarebbero state le nostre spese vivendo più modestamente. Nell’altra, ciò che avrei dovuto guadagnare per soddisfare queste spese ridotte. Vedemmo che in effetti potevamo farcela solo con la metà di quello che guadagnavo!”

      Rinunciarono dunque alla loro confortevole casa, e trovarono un piccolo appartamento. L’uomo fece dei cambiamenti nella sua occupazione, lavorando solo cinque ore al giorno invece di otto o nove. Ora sia lui che sua moglie dedicano molto più tempo a condividere con altri la buona notizia del Regno di Dio, che credono sostituirà presto questo intero sistema di cose con un giusto dominio. — Matt. 6:9, 10; Dan. 2:44.

      Non è facile fare cambiamenti nel proprio

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